il
GRILLO parlante
p e r u n ' i
n f o r m a z i o n e e q u a
e s o l i d a l e
supplemento a " www.educare.it " - Aut. Trib. VR n.1418
del 21 novembre 2000
Direttore Responsabile ed
Editoriale: Amedeo Tosi
Redazione:
località Praissola 74/b - 37047 San Bonifacio (VR)
«il GRILLO
parlante» è consultabile anche nel siti della
Biblioteca di Nogara (VR)
La responsabilità
degli articoli e delle informazioni è tutta ed esclusiva dei rispettivi autori.
il GRILLO parlante ospita volentieri ogni opinione e si assume la responsabilità
degli articoli a cura della Redazione e di quelli non firmati.
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FUGGIRE LE CATTIVE
COMPAGNIE
«Basta un pezzo di legno verde per
impedire agli altri di bruciare»
(Proverbio: Bahaya - Nazione: Tanzania
)
APPUNTAMENTI DA
NON PERDERE
22/07/2002 - Nogara (VR)
- Orchestra di
Tangeri
L'Assessorato alla
Cultura del Comune di Nogara (Vr), col patrocinio
della Provincia di Verona e della Regione Veneto presenta la rassegna MUSICA DELLE RADICI 2002. Oggi in
programma: Lunedì 22
luglio 2002 - ore 21.30 ORCHESTRA ARABO-ANDALUSA DI TANGERI
presso Parco di Villa
Raimondi. Ingresso
gratuito. Maggiori informazioni sugli
Artisti, immagini, recensioni e logo della rassegna sono disponibili sul sito
della Biblioteca, all'indirizzo http://digilander.iol.it/biblionogara
. Se vuoi ricevere la cartolina della rassegna musicale, manda un'e-mail con
l'indirizzo postale a biblionogara@libero.it
indicando nell'oggetto "cartolina Musica delle Radici
2002".
23/07/2002 - Nogara (VR) - Musica
delle Radici
2002
L'Assessorato
alla Cultura del Comune di Nogara (Vr), col
patrocinio della Provincia di Verona e della Regione Veneto
presenta la rassegna
MUSICA DELLE RADICI 2002. Oggi in
programma: Martedì 23 luglio 2002 - ore 21.30, BARABAN in Canti di Terra, Suoni di
Festa (Musica popolare del
Nord Italia) presso il Piazzale del Municipio. Ingresso
gratuito Maggiori informazioni sugli
Artisti, immagini, recensioni e logo della rassegna sono disponibili sul sito
della Biblioteca, all'indirizzo http://digilander.iol.it/biblionogara.
23/07/2002 - Zevio (VR) - Maurizio
Vandelli in
concerto
MERCOLEDI
24 LUGLIO ORE 21,30, presso il CASTELLO DI ZEVIO, MAURIZIO VANDELLI in concerto.
Leader carismatico e voce solista del più importante gruppo italiano degli anni
‘60/’70, l’EQUIPE 84, creò insieme ai suoi tre compagni Victor, Alfio e Franco,
uno stile musicale inconfondibile, ancora oggi imitato e riportato nella storia
della musica italiana come il più grande fenomeno di quei tempi. L’isterismo
collettivo che accompagnava i concerti dell’Equipe ovunque si esibissero valse
ai 4 il soprannome “I BEATLES
ITALIANI”.
23/07/2002 - Velo Veronese (VR) - LA
CATTOLICA E
L'ARDITO
Lo
spettacolo teatrale de Le Falìe di Velo, «LA CATTOLICA E L'ARDITO»
per la regia di Alessandro Anderloni, verrà
replicato presso il Teatro Parrocchiale del paese MARTEDI' 23, MARTEDI' 30
luglio 2002 e MARTEDI' 13 agosto 2002 con inizio alle ore 21.00 precise. Le
prevendite dei biglietti e le prenotazioni si possono effettuare presso il
Ristorante Tredici Comuni al n° 045/7835566.
23/07/2002 - Vicenza - Video sulle
giornate contro il G8
Martedì 23 LUGLIO, CineForum nonstop : "Genova,
Luglio 2001" Video sulle giornate contro il G8. Proiezioni dalle 21:00 c/o HULK-
Contrà Pedemuro San Biagio, 65 Vicenza. Associazione culturale
PUNTO ROSSO - VICENZA. COLLETTIVO SPARTAKUS. Per info: 340-6874793 333-8515766
puntorosso@inwind.it sparta@libero.it
24/07/2002 - Verona
- Organizziamo la Carovana della Pace
Mercoledì
24 luglio presso i Missionari Comboniani (Vicolo Pozzo, 1 - Verona), alle ore
21.00 si riunirà il gruppo organizzatore della "Carovana della Pace" - La pace
nelle nostre mani. Sono invitati oltre ai referenti delle associazioni aderenti,
anche quanti sono personalmente disponibili a dare una mano nell'organizzazione
dell'evento che si terrà a Verona l'1 e il 5 settembre. Info: cmdverona@cmdverona.it (leggi
notizia in fondo alla newsletter)
24/07/2002 - Soave (VR) - Cinema
all'aperto: «Parla con lei»
Legambiente
di Soave organizza presso Parco Zanella (Soave - VR) la rassegna "Cinema
all'aperto". Ingresso: 5 Euro. Inizio della proiezione, ore 21,15. Questa sera è
in programma la pellicola «Parla con lei» di Pedro
Almodovar.
24/07/2002 - Casalecchio (BO)
- Arlechin Batocio
La
Fraternal Compagnia - Scuola di teatro Louis Jouvet
è
lieta di Invitarvi alla rappresentazione “Arlecchin Batocio” di Massimo
Macchiavelli che si terrà il mercoledì 24/7/2002 al Lido di Casalecchio alle ore
21.30 per il Festival “Là dove
scorre il fiume”. Arlecchin Dante Batocio e Zan Virgilio Trappola attraversano i
gironi dell’inferno per ritrovare colombina, Pantalone, Balanzone, e Capitan
Fracassa. Spettacolo Commedia dell’Arte fatto di travestimento lazzi e
coinvolgimento del
pubblico.
25/07/2002 - Verona - Festival
Internazionalista /
1
Il
Centro Sociale Occupato Autogestito LA CHIMICA (Lungadige
Attiraglio, 300 metri dopo Corte Molon e 200 metri prima della Diga del Chievo,
strada per Parona)
promuove il FESTIVAL
INTERNAZIONALISTA. In programma: giovedì
25 luglio, ore 22.00,
JAM
SESSION (artisti
vari). Ed inoltre
cucina multietnica, artigianato, baratto, equo e solidale, caffé rebelde
zapatista, mostra fotografica, video no-stop, controinformazione.
25/07/2002 - Vicenza - Verità e Giustizia su
Genova
Giovedì 25 LUGLIO - Incontro-Dibattito: "Verità e
Giustizia su Genova" Riflessioni ad un anno dalla mobilitazione contro il G8.
Presso Villa Lattes - Via Thaon di Revel - Vicenza - ore 21.00 . Con: Haidi
Giuliani -madre di Carlo Giuliani., Vincenzo Miliucci - Confederazione COBAS,
Giorgio Riolo - Ass.Cult. Punto Rosso Mi - direzione ATTAC! Info: Associazione culturale PUNTO ROSSO - VICENZA. COLLETTIVO SPARTAKUS. Per
info: 340-6874793 333-8515766 puntorosso@inwind.it sparta@libero.it
26/07/2002 - Velo Veronese (VR)
- Concerto corale
Venerdì 26 luglio 2002 alle ore 21.00 nella chiesa di Velo,
concerto corale con la partecipazione dei cori La Falìa di Velo, La Stele di
Roverè Veronese e il coro Ecclesia Nova di Bosco Chiesanuova. Entrata
libera.
26/07/2002 - Verona - Festival
Internazionalista /
2
Il
Centro Sociale Occupato Autogestito LA CHIMICA (Lungadige
Attiraglio, 300 metri dopo Corte Molon e 200 metri prima della Diga del Chievo,
strada per Parona)
promuove il FESTIVAL
INTERNAZIONALISTA. In programma:
venerdì 26 luglio, dalle ore 20.00 dibattito: «Chiapas, la cooperazione dal
basso». Municipi autonomi Zapatisti, un ospedale a S. José del
Rio, Mille caffettiere per un container contro le multinazionali, Ya Basta
Padova-Milano. BOLICANTO canto
sociale latinoamericano. TEATRO il labirinto degli dei. Ed
inoltre cucina multietnica, artigianato, baratto, equo e solidale, caffé rebelde
zapatista, mostra fotografica, video no-stop, controinformazione.
27/07/2002 - Verona - Diaporacconto
di Legambiente
Legambiente
è presente alla festa de L’Unità di Quinzano. Sabato 27 luglio, ore 22,30, all’interno della
rassegna «C’è mondo fuori da queste mura» Diaporacconto a cura del Coordinamento
Turismo Responsabile di Legambiente. NELLO STAND IL BANCHETTO CON LIBRI ED ALTRO
MATERIALE LEGAMBIENTE, NON MANCATE
!
27/07/2002 - Verona - Malafestival
/ 7
MALAFESTIVAL
dall'8
GIUGNO al 27 LUGLIO presso SPAZIO EMMAUS, strada MATTARANETTA
41, San MICHELE EXTRA (VR) - USCITA A4 VR EST. TUTTE LE SERE COUS
COUS, BIRRA, VINO, SANGRIA, COCKTAILS e SPAGHETTATA NOTTURNA. Oggi: SABATO 27
LUGLIO, ore 20.00 GIAMPIERO RIGOSI + GUIDO LEOTTA IN "PIANO
DELTA" (reading); ore 21.00 URBANA in concerto ore 22.00 LEBOWSKI in
concerto; a seguire DJ
SET.
27/07/2002 - Velo Veronese (VR) -
QUINTETTO
ESTRAVAGARIO
Sabato 27 luglio 2002 gli artisti Giannantonio Mutto al
pianoforte, Massimo Rizza al clarinetto, Luca Degani al bandoneon, Leonardo
Sapere al violoncello e Stefano Corsi al contrabbasso, presenteranno una serata
di Tango: MAGIA E PROFUMO DI TANGO: Astor Piazzolla prima e dopo. Il concerto si
terrà presso il Teatro di Velo Veronese con inizio alle ore 21.00. E' possibile
prenotare i biglietti presso il Ristorante Tredici Comuni al n° 045/
7835566.
2707/2002 - Verona - Festival
Internazionalista / 3
Il
Centro Sociale Occupato Autogestito LA CHIMICA (Lungadige
Attiraglio, 300 metri dopo Corte Molon e 200 metri prima della Diga del Chievo,
strada per Parona)
promuove il FESTIVAL
INTERNAZIONALISTA. In programma: sabato 27
luglio dalle ore 20.00 dibattito:
«MIGRANTI IN MOVIMENTO esperienze e attività a confronto» Cesar
K.- sportello migranti Verona, Progetto Melting Pot Treviso, Rete Antirazzista
Venezia, Tavolo Migranti Social Forum ASO ROCK GENERAL africa beat & reggae
(Nigeria), KUSSUM afro-reggae (Senegal),
DJ LEO world music
...ed inoltre cucina multietnica, artigianato, baratto, equo e solidale, caffé
rebelde zapatista, mostra fotografica, video no-stop,
controinformazione.
27/07/2002 - Ponte di Barbarano (VI)
- African Fest
CON IL
PATROCINIO DEL COMUNE DI BARBARANO
IN
COLLABORAZIONE CON LA PROLOCO PONTE «AFRICAN
FEST», SABATO
27 LUGLIO,
PONTE DI
BARBARANO (VI),
MUSICA, MERCATINO
ETNICO,
POESIA, CIBI
ETNICI E CENA,
ASSOCIAZIONI,
PITTURA AFRICANA, MERCATO
EQUO E SOLIDALE, STAND
BIOLOGICO,
DISEGNO
SATIRICO,
SPAZIO
LIBRI E VIDEO,
MINIMOSTRE
FOTOGRAFICHE,
STRUMENTI
MUSICALI AFRICANI.
PROGRAMMA:
APERTURA
STAND h. 17.00;
PARTITA
DI CALCIO ITALIA-SENEGAL h. 18.30;
CUCINA
ETNICA DALLE 19.30;
INTERVENTO
CENTRA INTERCULTURA h. 20.30;
POESIE
DAL MONDO: AMADOU TIDIANE DIALLO h. 21.00; POSITIVE
MEN (REGGAE BAND- COVER BOB MARLEY)
IN
CONCERTO h. 21.30.
ORGANIZZATO
DA:
Gruppo
Guaranà- Gruppo Yerva Mate- Comes Campiglia- Comes Orgiano- Gruppo San Francesco
d'Assisi- Loma Santa- Operazione Mato Grosso- La Barca- Won
dudè
29/07/2002 - Verona - La nuova
amministrazione di Centrosinistra a Verona
Legambiente
è presente alla festa de L’Unità di Quinzano. Lunedì 29 luglio, ore 21,15,
dibattito su “La nuova amministrazione di Centrosinistra a Verona “. Coordina
Ivan Zerbato, assessore ai quartieri, alla casa, alle tradizioni popolari. NELLO
STAND IL BANCHETTO CON LIBRI ED ALTRO MATERIALE LEGAMBIENTE, NON
MANCATE
!
30/07/2002 - Velo Veronese (VR) - LA
CATTOLICA E
L'ARDITO
Lo spettacolo teatrale de Le Falìe di Velo, «LA CATTOLICA E L'ARDITO»
per la regia di Alessandro Anderloni, verrà
replicato presso il Teatro Parrocchiale del paese MARTEDI' 30 luglio 2002
e MARTEDI' 13 agosto 2002 con inizio alle ore 21.00 precise. Le prevendite dei
biglietti e le prenotazioni si possono effettuare presso il Ristorante Tredici
Comuni al n° 045/7835566.
30/07/2002 - Verona - ACQUA, BENE COMUNE
DELL’UMANITA’
Legambiente
è presente alla festa de L’Unità di Quinzano. Martedì 30 luglio, ore 21,15,
all’interno della campagna di Legambiente Clima e povertà, dibattito su “ ACQUA,
BENE COMUNE DELL’UMANITA’”.
Interventi di Giorgio Gabanizza su “L’economia dell’acqua”; Raffaello Zordan di
Nigrizia su “La sete dell’Africa” e Cecilia Dal Cero, di Legambiente su “La
risorsa acqua nel territorio veronese”. NELLO STAND IL BANCHETTO CON LIBRI ED
ALTRO MATERIALE LEGAMBIENTE, NON MANCATE
!
31/07/2002 - Verona - Idee per una città
possibile, a misura di abitante
Legambiente
è presente alla festa de L’Unità di Quinzano. Mercoledì 31 luglio, ore 21,15,
dibattito su ”Idee per una città
possibile, a misura di abitante“, Riduzione del traffico, piste ciclabili,
interventi viabilistici.
A cura degli Amici della bicicletta. Interverrà Carlo Pozzerle, assessore
infrastrutture per la mobilità. NELLO STAND IL BANCHETTO CON LIBRI ED ALTRO
MATERIALE LEGAMBIENTE, NON MANCATE
!
01/08/2002 - Soave (VR) - Cinema
all'aperto: «Amnèsia»
Legambiente
di Soave organizza presso Parco Zanella (Soave - VR) la rassegna "Cinema
all'aperto". Ingresso: 5 Euro. Inizio della proiezione, ore 21,15. Questa sera è
in programma la pellicola «Amnèsia»
di Gabriele
Salvatores.
01/08/2002 - Verona - Donna Città
Futura
Legambiente
è presente alla festa de L’Unità di Quinzano. Giovedì 1 agosto, ore 21,15,
serata a cura di Donna Città Futura. NELLO STAND IL BANCHETTO CON LIBRI ED ALTRO
MATERIALE LEGAMBIENTE,
NON MANCATE
!
02/08/2002 - Badia Calavena - Creedence Clearwater Revived in
concerto
Sara’
la prima tappa italiana dei Creedence Clearwater Revived. Saranno infatti a
Badia Calavena il prossimo 2 agosto presso la Piazza del Mercato del paese
dell’alta val d’Illasi. Il gruppo Creedence Clearwater Revival si è formato
nella metà degli anni sessanta sotto l'impulso dei fratelli Fogerty. Hanno poi
conquistato i favori di tutto il pianeta diventando delle star quasi come se
fossero i Beatles d'America. Verso la fine degli anni settanta i fratelli
Fogerty si separano artisticamente: mentre John decide di percorrere una
carriera da folk-singer, il fratello Tom decide di continuare a percorrere le
strade dei Creedence. Ora circa
trenta'anni dopo, il chitarrista Johnny Guitar ha riformato di nuovo la band,
formando un vero e proprio super gruppo : il batterista Leon Parr, gia
batterista dei Verve e dei Marillion; il bassista Simon Crumley, già con gli
Skeleton Crew; il tastierista Christiam Madden, già membro e fondatore dei
Wings; il cantante Peter Burton membro dei mitici Smokie di Alan Silson. Questa
è la formazione di questa band fatta di stelle. Negli ultimi anni i Creedence
Clearwater Revived hanno suonato in decine e decine di festivals in Europa e
nell'Est. La band suona tutti i
classici dei Creedence Clearwater Revival nel classico sound fatto di una
fusione di west coast, country music, blues, rock. Il concerto è in programma
per il 2 agosto 2002 alle ore 21,00 presso la Piazza del Mercato di Badia
Calavena. I biglietti sono in vendita presso il Box Office di Verona in Via del
Pontiere. N. 27/a Per ulteriori informazioni si puo’ contattare il comune di
Badia Calavena al numero telefonico 045
7810503.
03/08/2002 - Verona -
Diaporacconto
Legambiente
è presente alla festa de L’Unità di Quinzano. Sabato 3 agosto, ore 22,30,
all’interno della rassegna “C’è mondo fuori da queste mura” , diaporacconto a
cura del Coordinamento Turismo Responsabile di Legambiente. NELLO STAND IL
BANCHETTO CON LIBRI ED ALTRO MATERIALE LEGAMBIENTE, NON MANCATE
!
05/08/2002 - Velo Veronese (VR) - THE
UNIVERSITY BIG
BAND
Lunedì 05 agosto nella piazza della chiesa, serata di musica
Jazz con il gruppo diretto da Gianni Basso. Inizio alle ore 21.00. E' possibile
acquistare i biglietti in prevendita presso il Ristorante Tredici Comuni di Velo
al n° 045/ 7835566.
06/08/2002 - Velo Veronese (VR) - OMENI,
DONE E
BUTELETI
Martedì
06 agosto alle ore 21.00 precise, presso il teatro di Velo Veronese, uno
spettacolo diretto e interpretato da Gianni Franceschini e scritto da Vittorino
Andreoli. Le prevendite si possono effettuare presso il Ristorante Tredici
Comuni al n° 045/
7835566.
08/08/2002 - Soave (VR) - Cinema
all'aperto: «Il signore degli anelli»
Legambiente
di Soave organizza presso Parco Zanella (Soave - VR) la rassegna "Cinema
all'aperto". Ingresso: 5 Euro. Inizio della proiezione, ore 21,15. Questa sera è
in programma la pellicola «Il signore degli anelli» di Peter
Jackson.
08/08/2002 - Velo Veronese (VR) - PREDE
E PREDATORI IN
LESSINIA
In
occasione dell'Anno Internazionale delle Montagne, Giancarlo Ferron, scrittore e
guardiacaccia vicentino parlerà della fauna dei Monti Lessini. L'appuntamento
presso il teatro di Velo è per giovedì 08 agosto alle ore 21.00.Serata con
ingresso libero.
10/08/2002 - Velo Veronese (VR) - TOMATO
DRUM
Sabato 10 agosto ore 21.00, nel teatro di Velo, ritornano The
Jashgawronsky Brothers: comici, cantanti, cabarrettisti. I biglietti in
prevendita sono prenotabili presso il Ristorante Tredici Comuni al n° 045/
7835566.
12/08/2002 - Velo Veronese (VR) -
PERCHE' MUTA DAL SALICE
PENDI?
Bepi De Marzi e Alessandro Anderloni parleranno di Giuseppe
Verdi, lunedì 12 agosto alle ore 21.00 presso il Teatro di Velo. La serata ha
ingresso
libero.
13/08/2002 - Velo Veronese (VR) - LA
CATTOLICA E
L'ARDITO
Lo spettacolo teatrale de Le Falìe di Velo, «LA CATTOLICA E L'ARDITO»
per la regia di Alessandro Anderloni, verrà
replicato presso il Teatro Parrocchiale del paese MARTEDI' 13 agosto 2002
con inizio alle ore 21.00 precise. Le prevendite dei biglietti e le prenotazioni
si possono effettuare presso il Ristorante Tredici Comuni al n°
045/7835566.
14/08/2002 - Velo Veronese (VR) -
LESSINIA, PATRIA DI DON
ALBERTO
Mercoledì 14 agosto in teatro alle 21.00 verrà proiettato un
film della televisione bavarese dedicato a Don Alberto Benedetti. Regia di Josef
Schwellensattl. Serata con ingresso libero.
15/08/2002 - Soave (VR) - Cinema
all'aperto: «L'era glaciale»
Legambiente
di Soave organizza presso Parco Zanella (Soave - VR) la rassegna "Cinema
all'aperto". Ingresso: 5 Euro. Inizio della proiezione, ore 21,15. Questa sera è
in programma la pellicola «L'era glaciale» di Chris
Wedge.
14/08/2002 - Velo Veronese (VR) - LA
SCALATA
Domenica
18 agosto alle ore 21.00, spettacolo teatrale in due atti su tema alpinistico
scritto e diretto da Spiro Dalla Porta Xidias. I biglietti sono in prevendita
presso il Ristorante Tredici Comuni al n° 045/ 7835566.
24 - 29/08/2002 - Viterbo - Convegno Cem
2002
'Diversa-mente', una parola intesa nel suo duplice significato: di
avverbio (Come educare in modo diverso?) e di aggettivo-e-sostantivo (Che cosa
vuol dire educare una mente diversa?). Questo il tema del 'Convegno Cem 2002',
promosso e organizzato dal movimento pedagogico fondato dai missionari
saveriani.L'iniziativa si svolgerà a Viterbo dal 24 al 29 agosto. "Abbiamo
bisogno di una nuova coscienza planetaria di solidarietà - scrive il professor
Antonio Nanni, vice-direttore di Cem - che sappia legare gli uomini tra loro e
con la natura terrestre. L’umanità non riesce a partorire l’umanità! Siamo
ancora nell’età del ferro dell’era planetaria e nella preistoria della mente
umana. Il pensiero politico è oggi allo sconforto. Le guerre si riaccendono, il
mondo perde la visione globale e il senso dell’interesse generale. E’ urgente e
necessario aprirsi ad una organizzazione nuova del mondo". Ispirandosi al
pensiero di Gregory Bateson e di Edgar Morin, il 'Convegno Cem 2002' intende
rinnovare le relazioni sociali, ripensare la natura dell'educazione per le nuove
generazioni, per ri-orientare lo sviluppo dell'economia mondiale e assicurare
una 'governance' del pianeta, dove nessuno è straniero. Il Convegno è aperto a
tutti gli educatori, in primis agli insegnanti, ma anche ad assistenti sociali,
educatori di strada, obiettori di coscienza e volontari. Per informazioni: http://www.saveriani.bs.it/cem/index_frame.htm
14/09/2002 - Quarrata (PT)
- 9 Marcia per la
Giustizia
La
Casa della Solidarietà della Rete Radié Resh di Quarrata (Pt) e «Libera»
organizzano la «9 Marcia per la Giustizia» Agliana-Quarrata, sabato 14 settembre
2002 con ritrovo e partenza alle ore 18 ad Agliana in piazza Gramsci ed arrivo
alle ore 21 in piazza Risorgimento a Quarrata. Parteciperanno: p. Alex Zanotelli
(comboniano), Gianni Minà (giornalista), Giancarlo Caselli (magistrato), don
Luigi Ciotti (presidente di Libera) Luis Sepulveda (scrittore), Gherardo Colombo
(magistrato), Gino Strada (Emergency). Per adesioni e informazioni: Casa della
Solidarietà tel. 0573-72297 e-mail: a.vermigli@rrrquarrata.it
14/09/2002 - Codroipo (Udine)
- LE PIANTE MEDICINALI: UNA GARANZIA PER LA
SALUTE
Il Servizio Informagiovani del Comune di Codroipo (Udine), con
l'Università di Trieste, organizza per venerdì 14 settembre, alle ore 20.45, una
conferenza sul tema "LE PIANTE MEDICINALI: UNA GARANZIA PER LA SALUTE". Al
termine seguirà un breve presentazione del corso di Laurea triennale in Tecniche
Erboristiche, istituito presso la Facoltà di Farmacia dell'Università degli
Studi di Trieste. Relatore: prof. Roberto della Loggia. Sede: Sala Conferenze
della Biblioteca Civica del Comune di
Codroipo.
20-21-22/09/2002 - Trieste
- Corso di
LINFODRENAGGIO
L'associazione di volontariato A.N.D.O.S. (Associazione Nazionale Donne
Operate al Seno), Comitato di Trieste, organizza per il 20 -21-22 settembre un
Corso di LINFODRENAGGIO. Per informazioni: Comitato A.N.D.O.S. Trieste, Via
Udine, 6 - Tel 040
364716
27-28-29/09/2002 - Verona
- Rete Lilliput in
Festa
FESTA
DELLA RETE LILLIPUT di Verona: Il 27/28/ e 29 settembre si svolgerà l’annuale
festa della Rete, "Verona capace di Futuro", presso Villa
Buri.
SOLIDARIETA'
Prosegue la raccolta di fondi
promossa da «il GRILLO parlante»
Un gruppo
elettrogeno per il Salvador
É partito il container della
solidarietà
Numero versamenti finora effettuati:
16 - Fondi raccolti 198 euro
Fondi ancora da raccogliere: 1402
euro
É partito da Vicenza il 16 luglio il container della
solidarietà organizzato dai volontari dell'Est veronese legati a Pax Christi,
Progetto Sorriso e il GRILLO parlante, e dal gruppo di appoggio di Tuirbigo
(Mi), destinato ai volontari del Ser.Co.Ba (Servizio alle Comunità di base)
e Pax Christi International operanti tra le gente più povera della periferia di
San Salvador, la capitale della piccola nazione del Centro America bagnata
dall'Oceano Pacifico, duramente provata dai recenti terremoti. Container stipato
di materiale raccolto grazie a donazioni o acquistato a prezzo di favore. Questo
l'elenco della merce: Materiale didattico (quaderni,
carta, pennarelli, matite, giochi didattici).
Giocattoli vari, palloncini colorati. Scarpe,
stivali in gomma, ciabatte, sandali (tutta merce nuova, di varie
dimensioni). Bicchieri, piatti, dentifricio,
spazzolini, posateria, sapone. Vestiario per
adulti, bambini, intimo. Occhiali. Incubatrice per pulcini (nuova). Pasta, Riso, integratori alimentari, scatolame, zucchero, latte in
polvere, farina, marmellata. 5 Macchina da
scrivere. 1 Gruppo elettrogeno con
saldatrice. 4 Biciclette. Antibiotici, medicinali vari.
2 macchine da cucire. Arredamento per una
scolaresca (banchi, seggiole, libreria, lavagne, brandine,
scrivanie). Tela per confezionare
vestiti. Piccoli attrezzi per
l'agricoltura. Come anticipato negli ultimi numeri della newsletter,
grazie alla sensibilità della ditta "FCM" Furlani Costruzioni Meccaniche di
Minerbe (VR) siamo riusciti ad ottenere un prezzo di assoluto favore per
l'acquisto del gruppo elettrogeno per la produzione di energia elettrica (con
incluso il kit per saldare), indispensabile per le mille attività dei volontari
nelle comunità più isolate. Il gruppo elettrogeno è già stato caricato nel
container, anche se ancora non è stato pagato. Come già evidenziato, "il GRILLO
parlante" ha lanciato ai propri lettori lo slogan ATTENDIAMO IL VOSTRO CONTRIBUTO ... per
saldare il conto con la ditta fornitrice. Mancano ad oggi all'appello soli
1402 euro. Continuiamo a
confidare sulla vostra bontà e vi chiediamo di recarvi al più presto presso il
più vicino Ufficio Postale ed eseguire il versamento di (almeno) 2 euro
sul Conto Corrente Postale numero 21008305 intestato a: Amedeo Tosi -
Chiara Terlizzi - Indirizzo: località Praissola 74/b - 37047 San Bonifacio
(Verona) Causale del versamento: "Salvador".
Grazie.
INFORMAZIONI E
RIFLESSIONI
(NAZIONALE)
CRISI
IDRICA – DENUNCIA DEL COMITATO ITALIANO CONTRATTO MONDIALE PER
L’ACQUA
"Il
Piano contro la siccità del Governo continua ad ispirarsi ad una politica
dell’emergenza. Invece di destinare risorse per interventi straordinari di
manutenzione e messa in opera degli impianti esistenti, per garantire l’accesso
all’acqua per tutti i cittadini, si punta a destinare risorse agli agricoltori,
che sono fra i maggiori beneficiari delle risorse d’acqua disponibili, ed a
concedere agevolazioni per l’accesso futuro a questa risorsa. E’ tempo di
attuare una vera Politica dell’Acqua che responsabilizzi sia i singoli cittadini
che i settori produttivi perché l’acqua è una risorsa preziosa che nessuno ha il
diritto di sprecare". "Di fronte
alla crisi idrica che ha colpito l’Italia ed ai consueti disastri provocati
dalle piene dei fiumi, appaiono sempre più realistiche le denunce contenuti nel
Rapporto sullo stato dell’acqua in Italia, noto come Il Pozzo di Antonio, reso
pubblico dal Comitato italiano per il contratto mondiale dell’acqua il 22 marzo
di quest’anno. Gli
interventi e il piano che il Governo sta varando in queste ore, contro la
siccità, con lo stanziamento di 550 miliardi, continuano nella linea degli
interventi d’emergenza e paradossalmente puntano a dare risposte emergenziali a
sostegno dell’agricoltura che, insieme all’industria, è fra i maggiori
consumatori ed utilizzatori delle riserve di acqua disponibili proprio nelle
regioni a più alta crisi idrica. Il Governo ignora alcune delle cause che hanno
portato alla attuale situazione di crisi: privilegiando gli indennizzi e la
ripresa economica e produttiva delle sole imprese agricole con finanziamenti
decennali a tasso agevolato, senza imporre condizionamenti sull’abbandono o
riconversioni delle coltivazioni ad alto consumo c’acqua, in aree di scarsa
disponibilità di acqua. E’ ora di invertire la tendenza e di imporre ai settori
agricolo e industriale una diversa politica di gestione di questa risorsa, e
soprattutto di applicare delle tariffe proporzionali ai consumi ed ai prelievi.
E’ ora
di pensare ad un piano programmatico per l’acqua complessivo, che non concepisca
l’acqua come una merce o un affare da affidare ai privati, che confermi il ruolo
delle amministrazioni locali responsabilizzandole per introdurre nelle
concessioni edilizie per nuove abitazioni che per usi industriali, e cicli
differenziati dell’acqua. E’
necessario mantenere la gestione pubblica dell’acqua, privilegiando sul piano
dei finanziamenti a favore degli Enti locali gli interventi per la gestione e
manutenzione degli acquedotti ed egli impianti di distribuzione per evitare
perdite e sprechi d’acqua, piuttosto che gli investimenti per la costruzione di
nuove opere o impianti di dessalinazione. E’ ora
di lanciare nelle scuole ed a livello di opinione pubblica una campagna per una
nuova "cultura sull’acqua" per stimolare nei giovani e nelle famiglie un uso più
attento ed oculato di questa importante risorsa, fonte di vita per ogni essere
umano che è l’acqua potabile, che deve essere considerata un bene patrimoniale
di tutta l’umanità. E’ il
momento giusto per gli Enti locali di dimostrare la capacità e l’autonomia per
trovare soluzioni, garantire a tutti la risorsa acqua, assumendo posizioni
chiare per ostacolare l’attuazione dell’art.35 della Finanziaria -opponendosi
alla trasformazione delle aziende pubbliche di gestione del servizio idrico in
società per azioni-, anche perché l’articolo 35 è sotto il giudizio della Corte
Costituzionale, perché viene contestata la "incompetenza" statale alla luce del
nuovo Titolo V° della Costituzione.
"Sono queste alcune proposte al centro della Campagna che il Comitato Italiano
per il contratto Mondiale dell’acqua con il supporto del CIPSI desiderano
richiamare all’attenzione del Governo e delle forze parlamentari", ha dichiarato
Rosario Lembo, segretario generale del Comitato italiano e Presidente del CIPSI
(Coordinamento di
Iniziative Popolari di Solidarietà Internazionale), nel
momento in cui si stata discutendo il piano di azione nazionale contro la
siccità.
Programmi dettagliati sul sito www.contrattoacqua.it - www.cipsi.it -
Informazioni e organizzazione: CIPSI 06.5414894 – 329.081.09.37 - pr@cipsi.it
Genova
un anno dopo: PeaceLink incontra i poliziotti
(15
luglio 2002) Vorrei raccontare un'esperienza straordinaria, appena terminata.
Infatti
ad un anno di distanza dai fatti di Genova PeaceLink è tornata - assieme agli
amici di Altreconomia - in quella città per parlare con i poliziotti e con
coloro che sono stati colpiti dalla violenza. "Noi della Diaz" è stato il titolo
di questo incontro che si è svolto il 14 luglio e di cui appena ora abbiamo
trascritto alcune testimonianze, di cui oggi riferiscono anche la Repubblica
(pagina 12) e La Stampa (pagina 8).
E' stato ricco di emozioni: manifestanti e poliziotti si sono parlati e guardati
negli occhi, ed è stato un un dialogo civile. E' il primo confronto pubblico in
Italia di questo genere ed ha avuto il significato di rompere il ghiaccio, nello
stile della nonviolenza che stimola la verità e la riconciliazione. E'
importante descrivere il pubblico e i presenti all'incontro: il papà e la mamma
di Carlo Giuliani, rappresentanti sindacali della polizia, gente picchiata,
giornalisti testimoni di quei giorni. Amnesty International aveva appena
diramato un rapporto in cui vi è scritto: "Durante il G8 di Genova si è
verificata una violazione dei diritti umani di proporzioni mai viste nella più
recente storia d'Europa. Ci sono stati attacchi indiscriminati a pacifisti,
inclusi minori, a giornalisti, medici e infermieri". A
raccontare delle percosse subite nel blitz notturno dentro la scuola Diaz c'è
Stefania Galante, padovana e studentessa negli Usa, presente nella scuola Diaz
durante il blitz della polizia. Racconta: "Il tempo di mettere le coperte per
terra. Quando ho visto la violenza bruta della polizia ho pensato ad un colpo di
Stato. Un poliziotto gridava: nessuno sa che siamo qui, vi possiamo ammazzare
tutti. Ho visto braccia rotte, teste insanguinate, scene indescrivibili. E anche
nella caserma di Bolzaneto torture fisiche e psicologiche". Con lei c'è Matteo
Bertola, con una maglietta su cui è scritto "ho visto cose che voi umani non
potete nemmeno immaginare"; Matteo ricorda quei momenti terribili: "Ho visto
violenza, sangue, sputi, manganellate e una ragazza tedesca trascinata per i
capelli come in un cartoon". Nella scuola Diaz non sono stati pestati solo
giovani; Arnaldo Cestaro, un anziano signore con i capelli bianchi, racconta:
"Quella sera alla Diaz m'ero già addormentato, e sento un gran rumore: madonna,
ho detto, saranno mica i black bloc? Invece era la polizia, la nostra polizia.
Sono stato il primo a prendere le botte. Prima da uno, poi da un altro, perché
siamo nella democrazia dell'alternanza. Gridavo: "basta!". Mi hanno rotto un
braccio e una gamba".
E' da annotare che la furia violenta nella Diaz si
sarebbe scatenata per una presunta coltellata ad un poliziotto che attualmente è
indagato in quanto il suo racconto non ha convinto i magistrati; vi è il pesante
sospetto che la lacerazione al suo giubbotto antiproiettile se la possa essere
procurata lui stesso. "Per effettuare 93 arresti (80 dei quali non convalidati
dall'autorità giudiziaria che ha disposto misure cautelari per uno solo dei
rimanenti 13) ci sono stati 62 feriti, tre prognosi riservate, polmoni sfondati,
arcate dentarie in frantumi e tanto, troppo sangue". Questi dati vengono letti
con matematica precisione da Carlo Gubitosa, segretario di PeaceLink e
giornalista (sta scrivendo un libro sui fatti di Genova). Sara
è una ragazza e prende la parola per fare un appello: "A me piacerebbe sapere
che ci sono dei poliziotti non violenti. E ci credo. Io quella sera mi stavo
lavando i denti, ho visto la loro voglia di fare del male: ci godevano a
picchiare. Se qui c'è qualche poliziotto che non è così, lo dica". La
parola a questo punto passa ai poliziotti. E' Rita Parisi, una poliziotta del
Siulp di Bologna, che risponde a Sara: "Voglio rassicurarti. I poliziotti che
stanno qui, come tanti altri, si sono vergognati di quello che è successo alla
Diaz". Aldo Tarascio, del Silp (Sindacato Italiano Lavoratori Polizia), ammette:
"Genova non ha rappresentato un incidente di percorso, ma una linea di
demarcazione. A 20 anni dalla smilitarizzazione del corpo di polizia, la parola
d'ordine "prevenzione" è stata sostituita da un altro imperativo: "repressione".
E così la polizia si è trasformata da organo dello Stato in organo del Governo.
O meglio, di uno o due partiti del Governo". Un altro sindacalista del Silp,
Francesco Carella, parla di "democrazia malata". Il muro del silenzio a Genova
per la prima volta, dopo un anno, si è rotto e alcuni poliziotti hanno parlato,
dissociandosi da quanto è accaduto. La
mamma di Carlo Giuliani è intervenuta per ricordare ai poliziotti che
disobbedire è possibile: "Avevo l'età di Carlo, ero nel Pci. Ad un picchetto di
commesse della Standa un funzionario di Polizia con la fascia ordinò la carica.
I poliziotti incrociarono le braccia. Sono 12 mesi che aspetto qualcuno con quel
senso di umanità, che si alzi in piedi e denunci". La mamma di Carlo Giuliani
racconta di un funzionario in borghese che a Genova un anno fa chiamò un taxi
per far fuggire dalle violenze della caserma di Bolzaneto tre ragazzi. "Gli
chiesero: perché lo fai? Rispose: perché non sono d'accordo con quello che
stanno facendo qui dentro i miei. Io aspetto che uno come lui abbia il coraggio
di farsi avanti". Vittorio Agnoletto, portavoce del Genoa Social Forum
interviene per dire: "Come è possibile che nessun poliziotto o carabiniere sia
andato a raccontare e denunciare le violenze? Chi ha dato l'ordine?".
Carlo
Gubitosa ricorda che le violenze hanno colpito anche giornalisti che stavano
seguendo le vicende di Genova: "Dormivo quando mi hanno svegliato a
manganellate. Un colpo mi ha scarnificato il braccio destro, scoprendo l'osso",
ha raccontato Lorenzo Guadagnucci, giornalista economico del quotidiano
nazionale Carlino-Nazione-Giorno.
Ho avvertito il dovere di raccontare abbiamo organizzato con Altreconomia per
dovere rispetto alla verità e per un'esigenza di dialogo con chi - fra i
poliziotti - sente il bisogno di esprimere dissenso rispetto ad una violenza che
è stata cieca e bestiale. Il confronto fra nonviolenti e poliziotti è un primo
passo positivo e, aggiungerei, "liberatorio".
Abbiamo tenuto alto sopra ogni cosa il valore che ci guida: la lotta contro la
violenza. (Alessandro
Marescotti - Presidente di PeaceLink)
INFORMAZIONI E
RIFLESSIONI
(INTERNAZIONALE)
XVII GIORNATA MONDIALE DELLA
GIOVENTÙ TRA IL TERRORISMO E LA GUERRA
LA SPADA NEL FODERO
A 40 anni dalla Pacem in
terris, il Papa lancia un "impegno permanente" per la pace, dono di Dio da
costruire sulla Terra.
Si fa presto a dire pace.
Cos'è la pace? È forse il silenzio intriso di morte e rovina che regna alla fine
di una battaglia, non importa se combattuta con lance e spade o con bombe
intelligenti e commandos? Ha forse ragione Tacito, il grande storico latino,
quando, nella Vita di Agricola, commentando le sanguinose imprese delle legioni
romane annota amaro: Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant, "dove fanno un
deserto, lo chiamano pace"? «La parola pace è oggi quanto mai logora», ammette
don Tonio Dell'Olio, coordinatore italiano di Pax Christi. «Ma è altresì vero
che mai come ora i credenti devono riflettere sulla pace, pregando per essa e
agendo affinché s¹imponga, nonostante tutto. Sta avvicinandosi il 40°
anniversario della Pacem in terris, scritta da Giovanni XXIII nel 1963. Giovanni
Paolo II vuole sottolineare la ricorrenza al punto da scegliere questo tema per
la prossima Giornata mondiale della pace: "Pacem in terris, impegno
permanente"». L'11 settembre 2001, gli attentati negli Usa, causa di migliaia di
vittime innocenti, hanno lasciato il mondo senza fiato, inebetito, irato. La
successiva risposta armata, con il suo corollario di morti altrettanto
innocenti, ha suscitano dibattito e polemiche. «Ricordo le accorate parole
pronunciate dal Papa il 21 ottobre 2001», riprende Dell'Olio. «"Nel nome di
Dio", disse Giovanni Paolo II, "ripeto ancora una volta: la violenza è per tutti
solo un cammino di morte e di distruzione che disonora la santità di Dio e la
dignità dell'uomo"».
Chi "osa" parlare di perdono. «Il 24 gennaio di
quest'anno, ad Assisi, i rappresentanti delle diverse confessioni religiose
hanno redatto un Decalogo per la pace, che un mese più tardi il Papa ha inviato
ai capi di Stato e di Governo, accompagnandolo con una sua lettera personale»,
continua don Dell'Olio. «Il Decalogo per la pace condanna fermamente il
terrorismo, invoca l'educazione al rispetto e alla stima reciproci, punta a
diffondere la cultura del dialogo, difende il diritto di ogni persona a condurre
un'esistenza degna, osa parlare di perdono».
Don Tonio Dell'Olio invita i
giovani a riconoscere certi ragionamenti malati, che amplificati dai mass
media intossicano la società e talvolta anche settori della Chiesa («è
accaduto», osserva). «Dove sta scritto che i cattivi sono sempre e solo gli
altri, che i nemici sono gli unici crudeli e che la verità è sempre e solo dalla
nostra parte? Dove sta scritto che la guerra è inevitabile? Per i cristiani,
continua a valere quanto si legge nel Vangelo ("Rimetti la spada nel fodero") e
nei documenti più recenti del Magistero, come ad esempio nella Tertio millennio
adveniente, al numero 52: "Alla crisi di civiltà occorre rispondere con la
civiltà dell¹amore, fondata sui valori universali di pace, solidarietà,
giustizia e libertà, che trovano in Cristo la loro piena attuazione". La pace,
insomma, va invocata come dono del Signore. È infatti "frutto della giustizia"
(Isaia 32,17) ed "effetto della carità" (Gaudium et spes, 78). Ma va anche
cercata rimboccandosi le maniche, qui sulla terra, rafforzando tra l¹altro le
organizzazioni internazionali, Onu in testa, che alcuni vorrebbero
definitivamente affossare».
«Pur con tutti i limiti, il sesto e il settimo
capitolo dello statuto dell'Onu indicano in effetti modalità più democratiche,
partecipate e potenzialmente efficaci, se le si vuole applicare davvero, per
prevenire o per affrontare i conflitti, ponendo loro fine», ragiona dal canto
suo Marco Bertotto, presidente della sezione italiana di Amnesty International.
«Al di là delle dichiarazioni di facciata e di certa propaganda, la reazione
agli attacchi contro i civili verificatisi negli Stati Uniti l'11 settembre 2001
ha invece una marcata impronta unilaterale».
Una cosa allarma particolarmente
Amnesty International. «La pur necessaria, giusta e ineludibile risposta al
terrorismo in molti Paesi ha messo in ombra la sacrosanta salvaguardia dei
diritti umani», prosegue Marco Bertotto. «Si sta affermando un paradigma a
nostro giudizio pericoloso: tanti i Governi ritengono infatti che la sicurezza e
i diritti umani siano due valori contrapposti. Noi chiediamo di capovolgere
quest'impostazione, fonte di un crescente numero di casi preoccupanti. Non c'è
solo il Medio Oriente. In nome della sicurezza, ad esempio, Russia, Cina, Egitto
e Zimbabwe hanno usato la mano pesante contro la dissidenza interna. Corea del
Sud, Giordania, India, Malesia e Pakistan hanno varato norme d'emergenza che
comprimono gravemente certi diritti individuali. Così come hanno fatto il Regno
Unito e gli Usa».
«Negli Stati Uniti, in particolare, il varo di Tribunali
speciali è discriminatorio e aberrante, dal momento che interessa solo gli
stranieri, le prove a carico possono essere tenute segrete e non esiste appello.
Lo ribadiamo: non c'è pace e sicurezza senza il rigoroso rispetto dei diritti
umani», conclude Bertotto. (di Alberto
Chiara, Famiglia Cristiana, 21 luglio 2002)
TRAFFICO DI CARNE DI BALENA TRA
NORVEGIA E ISLANDA
Greenpeace
denuncia che un carico di 8 tonnellate di carne di balena, (l'equivalente di 4 o
5 balenottere) ha lasciato la Norvegia ieri e sta per arrivare in Islanda. "Si
tratta di un cinico tentativo di riaprire la caccia commerciale alle balene. La
Norvegia vuol mostrare al mondo che continua a commerciare la carne di balena
perché l'Islanda non ne ha a sufficienza, a causa della moratoria. E' falso:
L'Islanda dispone gia' di carne di balena grazie agli esemplari catturati
accidentalmente dalle reti da pesca e in piu' ha una sovrapproduzione di carne
di agnello" spiega John Frizell, responsabile della Campagna Balene di
Greenpeace. Ogni anno vengono catturate nelle reti islandesi, infatti, dalle 15
alle 25 balenottere, la cui carne viene poi messa in commercio nel Paese. La
Norvegia continua, da 16 anni, a violare la moratoria alla caccia, pur essendo
membro della Commissione Baleniera Internazionale (Iwc), mentre l'Islanda ha
provato quest'anno ad essere riammessa, ma la Commissione ha rifiutato
l'ingresso proprio perché si tratta di uno stato che non riconosce la moratoria.
La Norvegia aveva provato, nei mesi scorsi, a vendere carne di balena al
Giappone, ma le autorita' sanitarie nipponiche avevano vietato l'importazione
perché gli alti livelli di mercurio, Pcb e Ddt nella carne non la rendevano
idonea all'alimentazione. Questi inquinanti, chiamati POP, si accumulano nel
grasso dei cetacei, che si trovano al vertice della catena alimentare. Norvegia
e Islanda proveranno nuovamente a chiedere l'eliminazione della moratoria alla
caccia alle balene in occasione della riunione della CITES prevista a Santiago
del Cile, dal 3 al 15 novembre. La campagna Balene di Greenpeace http://www.greenpeace.it/whales
Virus russi e
razzisti
Bande di skinhead e fascisti rendono Mosca
insicura per caucasici e maghrebini, asiatici e africani. Aumentano le
tentazioni sicuritarie che si sommano a un antico antisemitismo
strisciante.
Da quando sono apparse per le strade di Mosca delle bande di
skinheads e fascistoidi la città è diventata pericolosa per la gente di colore.
D'altra parte i russi dicono «un nero» per indicare sia i caucasici che i
maghrebini, gli asiatici, insomma chiunque si possa riconoscere dai tratti del
viso. «Non bisogna credere che il problema non riguardi anche noi» - ha
dichiarato alle Izviestia il rappresentante di una grande potenza
europea. «Molto del nostro personale è originario dei paesi ex coloniali. Non
vogliamo che in Russia si battano e a volte si ammazzino delle persone per il
colore della loro pelle». Ancora più espliciti sono stati gli ambasciatori di
due paesi africani, Kenia e Zimbabwe, che sono stati vittime di brutalità mentre
uscivano da un grande magazzino in piazza Smolensk, quasi di fronte al ministero
degli Esteri. Ma deplorano soprattutto le violenze fatte agli studenti africani,
e perfino ai bambini delle elementari.
Protestano i diplomatici
- Finalmente qualche giorno prima dell'arrivo di George W. Bush, il
ministro russo degli Esteri Igor Ivanov ha trovato il tempo di ricevere una
delegazione di diplomatici venuti a protestare contro le aggressioni degli
skinheads. Era guidata da Sven Hirdman, ambasciatore di Svezia, un uomo alto che
parla correntemente il russo, decano del corpo diplomatico che era accompagnato
da un ambasciatore per continente (delle Filippine per l'Asia, del Gabon per
l'Africa e dell'Ecuador per l'America latina). Il colloquio è stato lungo e a
quanto pare tempestoso. Le cose si sono infatti aggravate negli ultimi mesi. Un
rifugiato afghano, impiegato del Ministero degli Esteri russo, è stato picchiato
a morte in pieno centro di Mosca. Qualche giorno dopo, all'inizio di maggio, la
stessa sorte è stata subita da un africano, Abdul Haquim Hakrid, del quale la
stampa russa non si è nemmeno degnata di indicare la nazionalità. Due marinai
americani sono stati aggrediti in pieno Arbat, una delle grandi arterie pedonali
della capitale. Ad aumentare il malessere, si è aggiunto il tribunale di una
regione di Mosca che ha mandato assolti due giovani che erano accusati di aver
ucciso, il 23 agosto 2001, un angolano, Paul Massa Maioli, sposato con una russa
e padre di due bambini. Secondo tutte le testimonianze gli skinheads, in quella
calda sera d'estate, un po' ubriachi si erano gettati su un tavola occupato da
diversi africani e uno di costoro è caduto tentando di scappare. Lo hanno finito
a colpi di bastone. Ma il tribunale ha concluso che la vittima avrebbe urtato
l'asfalto cadendo e che la morte doveva considerarsi accidentale. I due imputati
sono stati condannati soltanto a un'ammenda per vagabondaggio.
Il
nuovissimo razzismo - Chi sono questi skinheads, che non cercano di
nascondersi e spesso portano al braccio una fascia con su scritto «Russia»? E'
evidente la loro ispirazione fascista: alla vigilia del 20 aprile, anniversario
della nascita di Hitler, hanno inondato le ambasciate di avvisi sulle proprie
intenzioni, anche se è stata solo una bravata. Il problema è stato sollevato
anche in una lunga intervista della rete televisiva Ort al procuratore generale
Vladimir Ustinov. Questo funzionario pressoché inamovibile si è detto sorpreso
che la Russia, che ha pagato così cara la vittoria sul fascismo, si trovi di
fronte a una nuova generazione che non ne conserva alcun ricordo, ma ha tenuto a
sottolineare che l'anno scorso ci sono state soltanto 86 aggressioni a carattere
razzista e nei primi mesi di quest'anno soltanto 80, cioè niente in confronto ai
tre milioni di delitti e violazioni regolarmente registrate (ma il 40 per cento
dei crimini e il 95 per cento dei delitti economici non vengono registrati). E
perché ha chiesto alle forze dell'ordine di vigilare sulle attività razziste?
«E' un ammonimento abituale che si rinnova quasi tutti i mesi» ha risposto
imperturbabile. Un giovane attore molto popolare, Ivan Livanov, che partecipava
all'intervista televisiva, ha osservato che quando, all'inizio del secolo
scorso, erano dilagati i pogrom, si è presto scoperto chi li istigava e quanta
responsabilità ne avesse la polizia zarista. Oggi chi è il responsabile? «Gli
skinheads raramente sono arrestati e, se proprio gli va male, vengono incolpati
di vagabondaggio, con pene assai leggere. C'è una legge che punisce molto
severamente le azioni razziste e che andrebbe aggiornata, ma soltanto 194
deputati hanno votato perché sia iscritta all'ordine del giorno mentre ne
occorrono 225».
Il tamburo dell'«insicurezza» - Non
basta. Secondo un sondaggio il 58 per cento dei russi pensa che in fondo gli
skinheads fanno il «lavoro» che dovrebbe fare la polizia, mentre il 55 per cento
degli intervistati sostiene che l'insicurezza nelle città dipende dai «neri».
L'immagine è quella di un paese xenofobo. Per fortuna questi sentimenti non si
traducono in un voto per i partiti estremisti. Nel dicembre 1992, quando il
partito di Vladimir Zirinovski, apertamente xenofobo, ha ottenuto 14 milioni di
voti, l'allarme è stato grande nel mondo, ma da allora i suoi suffragi sono
enormemente diminuiti e lo stesso Zirinovski, diventato vicepresidente della
Duma, ha abbassato molto i toni. Ma non è il caso di stare tranquilli e
sottovalutare gli eccessi che inondano l'immenso paese, dove la miseria alimenta
impulsi primitivi fra i giovani senza lavoro e perfino, a volte, fra i reduci
della guerra mondiale.
L'antico antisemitismo - Più
difficile da definire il capitolo dell'antisemitismo. Per lungo tempo il Partito
comunista, che faceva parte del «Fronte patriottico», ha condotto una campagna
antisionista che a momenti sconfinava nell'antisemitismo. Alcuni governatori
comunisti, come Vladimir Kondratienko, della regione di Krasnodar, lo
professavano apertamente. Alla vigilia delle elezioni legislative del 1999, il
partito comunista ha messo freno a questa campagna, il che non impedisce che in
tutte le manifestazioni di strada si vedono slogan che fanno l'equazione
sionismo eguale nazismo. Di qui l'espressione «rosso-nero» comune nella stampa
russa. Gli skinheads ci hanno messo del loro, stampando sui biglietti di cento
rubli la scritta «morte agli ebrei». Curiosamente la banca nazionale non ha
giudicato necessario invalidarli. In questi giorni sull'autostrada da Kiev a
Mosca, a trenta chilometri dalla capitale è spuntato un cartello con la stessa
iscrizione. Molte macchine gli sono passate davanti senza fermarsi, ma una
giovane donna di 28 anni ha deciso di scendere e toglierlo. Appena lo ha toccato
è esplosa una bomba artigianale, ferendola. E' solo un esempio, il più recente,
del clima nel paese. (di K. S.
KAROL)
DOSSIER
IMMIGRAZIONE
APPROVATA LA LEGGE
APARTHEID
Giovedì 11 luglio 2002 è
stata definitivamente approvata dal Senato la legge Bossi-Fini sull’immigrazione
con 146 voti a favore, 89 contrari, 3 astenuti, dopo una settimana di votazioni
sulle centinaia di emendamenti dell’opposizione, tutti respinti. Le norme che l’Ulivo e Prc considerano
pessime, entrano in vigore. A favore della legge hanno votato tutti i senatori
della Casa della Libertà, contrari l’Ulivo, Rifondazione comunista.
Tra i
punti più contestati della normativa: - le
impronte digitali, rilevate agli immigrati che chiedono il permesso di soggiorno
o fanno domanda di rinnovo; - il
permesso di soggiorno, inoltre, sarà concesso solo a chi ha già un contratto di
lavoro e durerà due anni; - l’immigrato
che perde il lavoro avrà due alternative: o tornare in patria o finire tra i
clandestini; - lo
straniero senza permesso di soggiorno viene espulso per via amministrativa; se è
privo di documenti viene portato in un centro di permanenza per 60 giorni (prima
erano 30) durante i quali si cerca di identificarlo. Se non ci si riesce al
clandestino viene “intimato” di lasciare il territorio entro 3 giorni (prima era
entro 15 giorni); - lo
straniero espulso che rientra in Italia senza permesso commette un reato. Per ottenere la carta di soggiorno, che
a differenza del permesso non ha scadenza, il periodo di tempo necessario passa
da cinque a sei anni. Inoltre il decreto del Presidente del Consiglio che
determina il numero di extracomunitari che possono entrare ogni anno in Italia
diventa facoltativo. - Scompare
la figura dello sponsor, che era stata introdotta dalla legge Turco-Napolitano;
- sul fronte
della repressione le navi della Marina militare avranno più poteri per bloccare
le carrette che trasportano in Italia i clandestini; - ciascuna famiglia potrà
regolarizzare una sola colf, ma non è stato posto un limite per le badanti,
ossia per chi assiste disabili o anziani. “Riteniamo questa legge
assolutamente sbagliata – ha commentato il presidente dei senatori ds, Gavino
Angius – anche l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati afferma
che questo provvedimento calpesta e nega diritti fondamentali della persona”.
“Ci sembra – ha aggiunto Angius – un giudizio più che sufficiente per rispedire
al mittente un provvedimento cinico, razzista, indegno di un Paese civile com’è
il nostro”. “Dietro questa legge – prosegue Angius – c’è una logica
assolutamente lontana da quella dell’integrazione, una logica che vede lo
straniero come un estraneo, un ospite precario da sfruttare fino a che serve, un
limone da spremere e buttare”. “Una legge feroce,
sbagliata e ingiusta - incalza Massimo Brutti, che ha annunciato in aula il voto
contrario dei Ds . “Questa legge – ha spiegato Brutti – conduce solo alla
precarietà della vita e del lavoro degli immigrati che lavorano in Italia, senza
aggiungere nulla: viene ridotta alla metà la durata del permesso di soggiorno:
ci vorranno 6 anni per ottenere la carta di soggiorno; una figlia di 18 anni non
potrà ricongiungersi con la famiglia in Italia, i nonni non potranno accogliere
i nipotini, perché, in questi casi, il ricongiungimento è impossibile”. “Questa
legge porta il timbro della Lega, il timbro di una forza politica che è contro
gli italiani del Mezzogiorno in cerca di lavoro al nord, contro gli immigrati
extracomunitari più poveri, contro gli stranieri”. E Stefano Boco, senatore dei
Verdi “E’ prevalsa la logica di una nevrosi paranoide nei confronti degli
stranieri”. Reazioni fortemente
negative da parte del volontariato contro questa legge “ingiustificata e
intollerante”, come l’ha bollata don Luigi Ciotti che ha annunciato una raccolta
di impronte digitali dai referenti regionali della associazione Libera da lui
fondata e che verranno consegnate alla Questura di Roma. Una legge – ha aggiunto don Ciotti – che
rischia di ratificare una immagine dello straniero come soggetto pericoloso o di
un potenziale delinquente”. Per il presidente nazionale dell’Arci, Tom Benetollo
“viene sancito istituzionalmente l’imbarbarimento del rapporto tra Stato e
migranti. L’Arci continuerà la battaglia a fianco degli immigrati per impedire,
con azioni di disobbedienza, l’attuazione di una legge ingiusta”- Per Loretta
Caponi, presidente del Forum delle comunità straniere in Italia parla di “delusione” e di “inseguimento del consenso della
xenofobia diffusa”. E Dino Frisullo, presidente
dell’Associazione “Senzaconfini”, ha definito la legge Bossi-Fini appena
approvata “Legge apartheid”. Durissimo il giudizio della
CGIL Per il segretario confederale Giuseppe Casadio, si tratta
“dell’interpretazione materiale di pulsioni regressive, xenofobe, quando non
esplicitamente razziste, che convivono nella pancia della nostra società e che
da una parte politica importante del nostro governo vengono alimentate e
coltivate”.
LIVIA
TURCO (DS): “LEGGE DANNOSA ALL’ECONOMIA E FORIERA DI INSICUREZZA”
“Altroché riforma! Con la
Bossi-Fini si torna alla vecchia politica basata sull’aumento della
clandestinità e successive sanatorie. Infatti questa legge, appena approvata, ha
già prodotto guasti profondi perché è stata accompagnata dal blocco delle quote
degli ingressi regolari. Ciò ha provocato gravi danni alla nostra economia e ha
determinato un forte aumento di immigrati clandestini”. Lo dichiara Livia Turco
responsabile Welfare della Segreteria nazionale dei DS. “Per riparare ai danni di
questa scelta dannosa e grave – continua la Turco – ricorrono alla sanatoria.
Alla faccia della coerenza!”. “Proprio loro che sono andati
al governo ingannando gli italiani e promettendo loro che avrebbero cancellato
sia l’immigrazione clandestina che le sanatorie. La Bossi-Fini è una legge
grave perché lede il principio costituzionale di pari dignità tra le persone”.
E’ una legge dannosa all’economia e foriera di insicurezza, Continueremo la
nostra ferma battaglia di opposizione a partire dall’entrata in vigore della
legge. Dimostreremo all’opinione pubblica i danni che essa provoca e le parti in
cui non sarà in grado di funzionare”. “Attiveremo una azione di
monitoraggio sul territorio costruendo un’ampia rete che coinvolga competenze,
associazioni, imprenditori e cittadini. Metteremo in campo un altro messaggio:
quello della dignità e dei diritti. Saremo accanto alle persone immigrate per
difenderne dignità e diritti e per costruire relazioni positive tra italiani e
immigrati”.
CIR: LA NUOVA LEGGE BOSSI-FINI, UNO “SCHIAFFO” AL DIRITTO
D’ASILO
L’Italia
rimane all’ultimo posto nell’Unione Europea per la tutela dei rifugiati e del
diritto d’asilo. Dopo le
espressioni di soddisfazione della maggioranza per l’approvazione della nuova
legge sull’immigrazione e l’asilo, il CIR ribadisce la sua delusione e grave
preoccupazione per una legge che pone il nostro Paese in netto contrasto con le
proposte di direttive comunitarie che il mese scorso il Consiglio europeo di
Siviglia aveva formalmente richiesto di adottare. “Il
nostro Paese – sottolinea Christopher Hein, Direttore del CIR – tradisce gli
impegni assunti a livello internazionale, ma anche all’interno dello stesso
Parlamento. L’iter della legge aveva visto un ordine del giorno, largamente
condiviso soprattutto alla Camera, che ben si inseriva nel processo europeo
volto ad uniformare la disciplina del diritto d’asilo all’interno dell’Unione,
secondo quanto previsto da precisi strumenti internazionali, quali la
Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948 (art. 14) e la
Convenzione di Ginevra relativa allo status dei rifugiati del 1951”.
“Questa
legge”, continua Hein, “rappresenta un’altra occasione mancata per l’attuazione
di una normativa organica sul diritto di asilo in Italia, previsto dalla
Costituzione e ora “liquidato” in due soli articoli, 31 e 32 del nuovo testo
sull’immigrazione”. Tra i
punti sui quali il CIR esprime con forza la propria disapprovazione, la
previsione relativa al ricorso. In caso di respingimento della richiesta
d’asilo, infatti, la stessa Commissione territoriale che ha deciso in prima
istanza, andrà a giudicare il ricorso del richiedente, assieme ad un membro
della Commissione nazionale per il riconoscimento dello status di rifugiato, in
chiara violazione degli standard minimi di garanzia previsti a livello
nazionale, internazionale ed europeo. Inoltre,
la legge nega esplicitamente la sospensione del provvedimento di allontanamento
dal territorio. Tale provvedimento che scatta automaticamente al momento del
diniego del riconoscimento dello status di rifugiato da parte della Commissione
territoriale, salvo l’esistenza di un titolo di soggiorno per altri motivi. In
tal caso viene negato il principio di non-refoulement (art. 33 della Convenzione
di Ginevra), principio di diritto internazionale fondamentale.
Il CIR
accoglie con favore l’introduzione di un c.d. “status umanitario” per coloro che
non rientrino nella definizione formale di rifugiato, e la previsione relativa
al proseguimento del Programma Nazionale Asilo (PNA), il primo piano di
accoglienza ed integrazione per i rifugiati e i richiedenti asilo in vigore dal
2001. Nonostante
questi due elementi positivi, il nostro Paese dimostra ancora una volta, con
questa legge, di tirarsi indietro rispetto agli impegni assunti di fronte alla
comunità internazionale, con una disciplina soltanto marginale e provvisoria del
diritto d’asilo inserita nel diverso e più ampio contesto dell’immigrazione.
UNA LEGGE CONTRO IL VANGELO
di Alex
Zanotelli
Editoriale da Mosaico
di pace - rivista mensile promossa da Pax Christi Italia - Luglio 2002
Non mi sarei mai aspettato di ritornare in Italia
dopo 12 anni spesi nei sotterranei della vita e della storia, nella baraccopoli
di Korogocho nella periferia di Nairobi (Kenya), ed essere accolto con una legge
come la Bossi-Fini. Ma cos’è successo? Ho chiesto a eminenti studiosi in
pubblici dibattiti in Puglia (quali Antonio Brusa o Franco Cassano).
Balbettavano, balbettiamo tutti. Una cosa è certa: in un ventennio il popolo
italiano ha fatto una virata antropologica incredibile (una volta mandavamo
schiere di antropologi a studiare le "tribù" africane, forse è giunta l’ora che
gli antropologi africani vengano a studiare la "tribù" italiana e a spiegarci
cosa stia avvenendo proprio in un paese di migranti come l’Italia). Noi italiani
in questi ultimi due secoli siamo stati un popolo di migranti (oltre 60 milioni
di italiani vivono oggi all’estero!)In barba a tutta una storia di migrazioni,
in barba a tutte le campagne di difesa dei diritti umani, culturali, religiosi,
dei nostri connazionali all’estero, in barba a tutto e tutti…siamo arrivati ora
alla Bossi-Fini. Mi vergogno di essere italiano, ma mi vergogno soprattutto
di essere cristiano (se cristiani sono coloro che hanno votato o approvato
questa legge!). L’immagine più ripugnante è senza dubbio quella della
raccolta di impronte digitali degli immigrati (basterebbe ricordare quello che
questo significa nell’immaginario popolare!). Ma quello che preoccupa di più
della Bossi-Fini è che mette fra parentesi la persona (quello che
interessa è che l’immigrato lavori, non che esista come essere umano con una
propria cultura o come cittadino. In questo senso la legge Fini-Bossi avalla
una mentalità secondo la quale l’immigrato deve essere una merce da utilizzare.
L’immigrato è legalmente riconosciuto fintanto che serve al capitale e poi può
essere respinto al mittente. E se l’immigrato non esiste come soggetto di
diritti, allora non esisterà neanche il rispetto per la sua cultura, per la sua
esperienza religiosa. E se questa è la mentalità che regge questa legislazione,
è chiaro che ignorerà anche le cause strutturali che spingono tanta gente a
cercare una possibilità di vita qui da noi (gli squilibri internazionali, la
geopolitica delle guerre, i sempre più marcati divari tra straricchi e
impoveriti). Non risolveremo mai il problema delle immigrazioni se non
risolveremo la profonda sperequazione economico-finanziaria che regge questo
mondo dove il 20% si pappa l’83% delle risorse di questo mondo e questo per lo
strapotere militare che serve a difendere lo stile di vita di pochi a spese di
molti morti di fame. Anche in questo, la legge Bossi-Fini introduce misure di
polizia e di ordine pubblico, di sicurezza per incassare facili consensi,
agitando lo spauracchio dell’immigrato come delinquente. È penoso constatare
come questa politica si tenga sempre più al largo non solo dai valori cristiani,
ma anche da una qualsiasi idea di società accogliente e dialogante. Penso che
come credenti e come uomini non ci rimanga che il rifiuto di una tale
legislazione. È un insulto sia alla nostra umanità come alla fede cristiana. Per
questo spero che al più presto la chiesa ufficiale italiana possa esprimere il
proprio rifiuto sdegnato per questo pezzo di legislazione. Ma soprattutto
possa far partire un processo educativo di base per le comunità cristiane che le
porti a vedere nell’altro, nell’immigrato, nel diverso, una ricchezza e non un
problema. Solo un prolungato impegno educativo alla base che rimetta in
discussione l’ideologia della sicurezza, della tolleranza-zero, l’ideologia
della nostra superiorità potrà permetterci di sperare che un domani come popolo
potremo esprimere qualcosa d’altro della legislazione Bossi-Fini . Ed infine
vorrei chiedere a questa nostra Chiesa italiana il coraggio di far partire un
movimento come il sanctuary movement (il movimento per il diritto di
asilo). Questa esperienza nasce negli USA negli anni ’80 per aiutare gli
immigrati provenienti dal Salvador, Guatemala, Nicaragua, che restituiti ai loro
governi avrebbero dovuto affrontare o la prigione o la morte. Le comunità
ecumeniche di resistenza forti della tradizione biblica del diritto di
asilo(santuario) si facevano carico di determinati soggetti a rischio. Se la
polizia minacciava di arrestarli, tutta la comunità faceva quadrato attorno ad
essi ed iniziava il cammino di difesa in corte. È solo un suggerimento. Dobbiamo
però tutti intraprendere la resistenza dal basso se diciamo di credere, come
Tonino Bello, alla "convivialità delle differenze". (Alex
Zanotelli)
RESISTENZA alla Bossi/Fini
a cura di SENZACONFINE, Associazione antirazzista e luogo
d'incontro multicolore - 00154 Roma, via di Monte Testaccio 23 - Tel.
06.57288635-06.57302933-339.6504639
Oggi inizia la resistenza a
una legge apartheid.Contro una legge che, aggravando norme inique già presenti,
istituzionalizza l'apartheid nel mercato del lavoro e nella società,
l'associazionismo che in gennaio porto' a manifestare a Roma duecentomila
persone chiamerà tutti gli operatori, i cittadini, gli enti locali democratici a
una dura resistenza e all'obiezione di coscienza, senza escludere l'abrogazione
per via referendaria, perchè il paese è molto meno xenofobo della sua
rappresentanza parlamentare. Un osservatorio documenterà e denuncerà alla Corte
Costituzionale e agli organismi internazionali le violazioni dei diritti umani e
costituzionali, a partire dalla cinica introduzione, per il riscatto dei
contributi e per il ricongiungimento con i genitori, di un limite d'età ben
superiore alla speranza di vita media nel Sud del mondo. Ma fin d'ora invitiamo
a disobbedire e violare pubblicamente quelle norma che calpestano diritti
inviolabili. Nei prossimi giorni chiederemo ai sindacati di programmare insieme,
per settembre, una giornata nazionale di lotta che, come già a Vicenza a Reggio
Emilia, fermi simbolicamente il lavoro e riempia le piazze di
lavoratori italiani e immigrati, contro un alegge che evoca quelle "gabbie
salariali" che, per il Sud Italia, furono travolte da un altro autunno
caldo".
APPROVATA LA LEGGE BOSSI FINI. UN
PENSIERO DI PADRE SILVIO TURAZZI, MIGRANTE MISSIONARIO
"Da oggi firmerò i documenti ufficiali con
l'impronta digitale. Come gli analfabeti, come i criminali. Per non dimenticare
la discriminazione nei confronti degli immigrati. Così è, finchè le impronte non
saranno richieste a tutti i cittadini italiani e non italiani. La nuova legge
sancisce una cultura che va contro la mia coscienza. Come migrante per
condividere la ricchezza del Vangelo (sono missionario) ho conosciuto altre
culture, ho visto piaghe profonde nella vita di altri popoli. Il diritto alla
sussistenza, alle medicine, allo studio, al lavoro, negato a milioni di persone,
soprattutto per logiche di profitto.
Perchè le migrazioni? Perchè non
impegnarci più seriamente come individui, ma anche come società, per garantire a
tutti i popoli i diritti fondamentali? Non è umano ributtare in mare chi dalla
zattera tenta di salire sul transatlantico. Non si può dimenticare. Se le
migrazioni sono motivo di ricchezza culturale e di manodopera, sono anche
sofferenza per chi le vive (e le subisce) come un problema della società che
accoglie. Ma i problemi, come in famiglia, si possono risolvere ripartendo
dall'uomo, dal rispetto reciproco, con il dialogo" (P.Silvio
Turazzi).
ASSOCIAZIONI & APPELLI
Petizione per l'iniziativa
italiana contro la terza guerra del Golfo
Avete sentito dell'imminente attacco
all'Iraq. Ritengo utile essere vigilanti e attivi. Come punto pace-Pax Christi
di Verona stiamo diffondendo l'appello per fermare la terza guerra del Golfo,
che immagino conosciate già. Si chiama "Petizione per l'iniziativa italiana
contro la terza guerra del Golfo". Si può trovarla su www.unponteper.it oppure www.retelilliput.org. Fraterni saluti.
Sergio Paronetto
VISITA A BARBIANA - PARTENZA
DA SAN BONIFACIO
Giovedì
22 agosto,
come ogni anno, con un gruppo di amici andremo a Barbiana dove è vissuto e
morto don Lorenzo Milani. E' un occasione indispensabile per ripensare
e riflettere sul pensiero e sulla vicenda umana di don Lorenzo oltre che
per ritrovarci e stare insieme. Il programma è questo: ore
6.15 un pullman parte da San Bonifacio (Piazza Costituzione); ore 6.30 un
pullman parte da San Zeno di Colognola ai Colli (di fronte alla chiesa); ore
6.35 i pullman si incontrano a Strà di Colognola ai Colli (davanti al ristorante
Bareta); ore 7.00 al casello di Nogarole Rocca per raccogliere altri
amici;
ore 9.50 circa uscita a Barberino per
pausa ristoro; ore 10.15 in viaggio verso Barbina; ore 11.00 sosta dei pullaman e partenza a piedi
verso Barbina; ore 11.30 arrivo a Barbiana; visita al cimitero dove
è sepolto don Lorenzo e breve riflessione ; pranzo al sacco; incontro con un
testimone; ore
16.00/16.30 visita al Centro di documentazione don Milani di
Vicchio; ore 18.00
partenza per il ritorno; ore 22.00 circa rientro.
Costo del viaggio circa 10 euro e
abbigliamento leggero e poco ingombrante. Per informazioni e
prenotazioni: Luigi
Adami 0457650393, Lorenzo Dani 0457665005, Mariano Mariotto 0457614468, Loredana Mazzonelli
0457901838, Paolo Veronese
0457820845
VENEZIA - 2° SALONE
DELL'EDITORIA DI PACE
Care amiche e cari amici, vi confermo che anche quest'anno
dal 6 all'8 dicembre 2002, avrà luogo a Venezia il secondo
salone dell'editoria di pace con alcune importanti variazioni che mi auguro
possano rendere più utile la manifestazione. C'è un giorno in più di incontro e
di esposizione e vendita; la sede è riscaldata,e al chiuso; molto
vicina sia a piazzale Roma che alla stazione ferroviaria (5 minuti a piedi); ed
è una sede ancora più bella di quella dello scorso anno, la Scuola Grande
san Giovanni Evangelista (solo per la incomparabile bellezza e funzionalità
della sede varrebbe la pena fare il salone ed esseci). Ma non basta, perchè
quest'anno cercheremo di preparare da fine settembre il catalogo tematico su
"potevano essere anni di pace e sono e sono stati anni di guerra "
per il quale non appena ricevuto la vostra adesione, vi manderò la traccia
per compilazione del vostro contributo ( per questo è importante che io
possa ricevere a stretto giro di posta un vostro graditissimo
cenno). Quest'anno poi l'organizzazione é tutta direttamente curata
da me ( e quindi vi chiedo ancora una maggiore volontà di amicale collaborazione
e venia per le eventuali deficienze), questo non solo per contenere i costi e
offrire maggiori servizi, ma anche per rendere ancora più evidente il carattere
promozionale del salone, non avendo e non potendo avere la Fondazione che lo
promuove fini di lucro. Vi sarà chiesto un "contributo alle spese", da un minimo
di 100 euro a quanto ciascuno di voi riterrà giusto ed opportuno dare per
concorrere alla riuscita dell'iniziativa. Lo spazio espositivo sarà dato in base
alle esigenze di ciascuno, fermo restando che per chi avesse problemi ad
essere presente in modo autonomo ci sono già due llibrerie che sono pronte a
prendere accordi con chi vuole garantire comunque la sua presenza.
Mi pare di aver detto quanto era essenziale. Conto molto in
una vostra risposta nella quale, se volete mi potete già indicare se avete
incontri da suggerire, se volete organizzare autonome presentazioni ecc. Sono
grato fin d'ora a quanti vogliono e possono darmi indirizzi mirati di persone e
realtà cui hanno già fatto conoscere l'iniziativa. Conto infatti di ragiungere
almeno 100 presenze editoriali (tra editori e rfiviste) perchè l'appuntamento di
inizio dicembre a Venezia possa essere sepre più utile per tutti. Grazie per
l'attenzione e cordiali saluti. Giovanni Benzoni, responsabile del Progetto
Iride della Fondazione Venezia per la ricerca sulla Pace a parte l'indirizzo
mail :gbenzoni@tin.it i miei recapiti telefonici sono : con segreteria <e
fax:041.5206960 e cell.328.2517362 mentre per la posta
è consigliabile usare il mio indirizzo di casa : Cannaregio 6057, 30131
Venezia.
LO
SPIRITO D'EUROPA: SFIDE GLOBALI E
IDENTITA' NAZIONALI
. Un convegno al Castello di Capalbio venerdì 26
luglio ore 16,30
È
ormai chiaro a tutti che l'introduzione dell'euro è stato solo un passo, anche
se significativo, per la costruzione dell'Europa unita, processo lento e
laborioso che non si può fondare solo su provvedimenti di politica economica e
finanziaria. È cruciale definire l’europeità, uno spirito d’Europa, soprattutto
alla luce dell’attuale situazione internazionale in cui gli equilibri politici e
sociali del pianeta richiedono la presenza di un soggetto nuovo. Tra gli aspetti
sui quali questa maturazione è divenuta urgente, c'è quello generato dalle
scoperte scientifiche, che stanno ponendo nuovi interrogativi alle varie culture
europee in diversi settori, dall’etica alla politica amministrativa, dalla
giurisprudenza alla morale, dalla sociologia alla psicologia. Diventa dunque
necessario ipotizzare momenti di sosta a tali processi in sé irreversibili, che
troppo spesso sorvolano la vita di ciascun individuo, tempi di riflessione, in
cui verificare che i frutti nuovi dell’ingegno umano siano effettivamente al
servizio della crescita armonica dell’umanità e della pacifica convivenza.
L'incontro, organizzato da Progetto Continenti, in collaborazione con il comune
di Capalbio, l'associazione culturale Arteacapalbio e la Fondazione Basso,
istituto che da alcuni anni ha al centro delle sue ricerche il processo di
costituzionalizzazione dell'Europa, prevede un dibattito ad ampio raggio su temi
come "L’anima europea: fondamenti, specificità e prospettive verso uno spirito
comune", trattato dal giornalista Curzio Maltese,"I traguardi, le prospettive,
gli interrogativi portati dalla scienza del nuovo secolo" affrontato da Giovanna
Curatola, ordinario di Chimica Biologica all’università di Ancona, "Procreazione
assistita e rappresentazione della genitorialità: una mitologia priva di
immagini", trattato dalla psicoanalista Brigitte Allain-Duprè esperta di
problemi dell’infanzia e dell’adolescenza, "L’identità culturale europea e la
sfida della tecnica globale", curato dal filosofo Giacomo Marramao, docente di
Filosofia Politica all’Università di Roma Tre e direttore scientifico della
Fondazione Basso. Il dibattito è coordinato dalla psicoanalista Lidia Tarantini;
le conclusioni sono affidate al teologo biblista Giuseppe Florio, fondatore di Progetto Continenti. Al
termine dei lavori, il ristorante “Da Maria” e i produttori della Strada dei
Vini “Colli di Maremma” offriranno un buffet di assaggi di specialità
gastronomiche locali e una degustazione di vini biologici. In piazza dei Pini,
alle 21,30, sarà proiettato il film sul dramma cambogiano Urla del silenzio, il
cui incasso verrà devoluto ad un progetto per i bambini di strada di Angkor
(Cambogia). Per Informazioni: Progetto Continenti, tel. 06 59600319 -
06 5405004
VACANZE ESTATE 2002: TURISMO RESPONSABILE E SOLIDALE IN KENYA CON
KOINONIA
Koinonia e la 'Rusconi viaggi' propongono
dei 'Safari' alternativi dove, oltre a visitare città e parchi, si può
incontrare la gente del Kenya, la loro cultura, le loro tradizioni, insomma, la
loro vita. Si visitano i luoghi che i normali turisti non vedono mai: la Nairobi
dei progetti per i 'bambini di strada', delle associazioni di volontariato
locale, dei malati di Aids, delle associazioni per la pace e la riconciliazione,
delle piccole comunità cristiane... Si fa quello che oggi viene definito
comunemente 'turismo responsabile e solidale'. Koinonia, comunità di laici
keniani fondata dal comboniano italiano padre Kizito Sesana, metterà a
disposizione le sue guide alla scoperta del Kenya più autentico. Gli utili
realizzati con questi viaggi andranno interamente per il sostegno di due
progetti per bambini di strada. Per informazioni: 'Rusconi Viaggi', viale Dante
28, 23900 Lecco - tel.: 0341 363077, fax: 0341 367918, e-mail: rusconiviaggi@rusconiviaggi.com
6-9 agosto a Longare (VI)
davanti alla caserma Usaf
Il gruppo padovano di "Beati i Costruttori di Pace"
sta cercando di organizzare per il 6-9 agosto (anniversario delle bombe
atomiche su Hiroshima e Nagasaki) un'iniziativa di sensibilizzazione,
riflessione e digiuno a Longare (VI).
Il tema portante
sarà la nonviolenza e il "no" alla violenza istituzionalizzata, alla produzione
e al commercio delle armi.
Qualcuno di voi ricorderà che 10-12 anni fa i
sit-in davanti alla base americana di Longare erano una tradizione annuale per i
"Beati". Da uno di essi, nel '92, nacque l'idea di andare disarmati a Sarajevo
in 500 (c'era anche don Tonino Bello). Il Comune
ha già dato l'ok e mette a disposizione i locali della scuola
elementare, per ospitare i partecipanti e le iniziative. Verranno inoltre
realizzati sit-in di fronte alla base Usaf. Ci
saranno testimonianze, incontri, lavori di gruppo e spettacoli. Saranno presenti: Alberto
Degan, (entrato nei Comboniani a 35 anni, ha pubblicato il libro “Wilfred
Owen e la grande guerra. Un obiettore di coscienza al fronte” (1995). Ad
aprile ha tenuto un corso al corpo docente dell’Università dei Gesuiti di Bogotá
sulla “Spiritualità della nonviolenza”);
Mario Spallino, (attore teatrale, gia' collaboratore di Marco Paolini, ha
portato in scena S.Francesco e a Longare portera' lo spettacolo "Camille va alla
guerra", ambientanto in Afghanistan); Achille
Ludovisi (di Ires-Toscana, pacifista che si e' "specializzato" nello studio
della produzione e del mercato delle armi); Elia
Pegollo (toscano, dei Verdi, e' andato a conoscere di persona con un
gruppo dei Verdi la resistenza nonviolenta alle multinazionali del
petrolio del popolo Uwa in Colombia e Ecuador); Joseph Mumbere (comboniano, è nato a Butembo (R.D.Congo) ed è
cresciuto a Kisangani, quindi conosce sulla sua pella la realtà della
guerra; si sta specializzando in nonviolenza e ha seguito seminari con uno
dei pilastri del metodo nonviolento, Hildegard Gossmayer). E' stata inoltre chiesta la
partecipazione a Tiziano Terzani. Mi chiedevo se
fra di voi ci sono persone e gruppi che avrebbero piacere di sostenere la cosa,
di collaborare e dare una mano insomma, se non altro nella
sensibilizzazione e diffusione - oltreché partecipare. Vi chiedo di diffondere l'iniziativa a altre persone e realtà
interessate. (Per contatti: Mariagrazia Bonollo, via
Bassano del Grappa 54/b - 36030 Sarcedo (VI) - 0445/344264 -
348/2202662)
Il patrimonio monastico: risorsa per
l’Europa
Scuola
Superiore di Memoria Storica Europea,
Centro
Studi Farfense, Centro Studi Avellaniti e Il Segno dei Gabrielli
editori comunicano
che dal 27 agosto al 1 settembre 2002 si terrà Una settimana di studi monastici
nel cuore dell’Italia centrale: Il patrimonio monastico: risorsa per l’Europa.
Nell’attuale impegno per la costruzione dell’Europa si opera spesso come se nel
corso della sua storia non si fosse mai sperimentato un analogo sforzo di unità.
Si dimenticano così la grande opera
unificatrice del cristianesimo e i suoi grandi tessitori, i monaci. Al contempo
custodi e diffusori del più autentico messaggio cristiano, essi fecero delle
loro sedi i punti di riferimento di un ambito di scambi multiformi esteso al di
sopra dei confini etnici e politici.
I monasteri furono infatti i nodi di una rete di relazioni che attraverso
i riferimenti della fede e della liturgia e la sperimentazione concreta di
analoghe regole di convivenza, produssero e diffusero un tessuto culturale
comune. Avamposti della cristianità sia dal punto di vista spirituale sia dal
punto di vista spaziale, monaci e monasteri furono inoltre i promotori e gli
artefici delle forme di incontro e di comunicazione con le realtà esterne al
mondo cristiano e, pur nella loro coerenza, seppero svolgere una continua opera
di mediazione e di dialogo con le altre culture. Per edificare oggi un’Europa
unita e allo stesso tempo aperta alle legittime esigenze di ogni sua componente
è necessario creare supporti culturali che facciano superare le ricorrenti
tendenze alla separatezza e al ripiegamento negli egoismi individuali e di
gruppo. La spinta universalistica dell’esperienza monastica può quindi assumere
oggi una valenza nuova in primo luogo ampliando la conoscenza delle sue origini
e delle sue vicende. Questi sono alcuni dei motivi per i quali il Centro Studi
Farfense con sede in Santa Vittoria in Matenano (AP) e il Centro Studi
Avellaniti, con sede presso il Monastero di Fonte Avellana (PS) propongono una
settimana di studi monastici articolata in due programmi distinti, con la
partecipazioni di alcuni dei più rinomati storici italiani e esteri: -
a
Santa Vittoria in Matenano (AP) – splendida cittadella del Piceno – dal 27 al 29
agosto 2002 sul tema: “Impronte monastiche nell’Europa medievale”, e, subito
dopo - presso
l’Eremo di Fonte Avellana (Serra Sant’Abbondio – PS) – dal 30/8 al 1 settembre
2002 - sul tema “Romualdo
di Ravenna e il monachesimo dell’età ottoniana”.
Informazioni generali: Per il Seminario a Santa Vittoria in Matenano 27-29/8:
Emilio Gabrielli, Presidente della
Scuola Superiore di Memoria Storica Europea, tel. 045 7725374 oppure 045
77255543, mail scrivimi@gabriellieditori.it ; Prof. Rolando Dondarini, docente di Storia
Medievale, Università di Bologna, Presidente del Centro Studi Farfense, mail rolando.dondarini@tin.it;
dondarini_r@mail.cib.unibo.it
Per il Convegno presso l’Eremo di Fonte Avellana 30/8-1/9: don Alessandro Barban, Priore del Monastero
di Fonte Avellana, tel. 0721 730261, mail alessandrobarban@libero.it
I CAMPI DI LAVORO DI CHIAMA
L'AFRICA
27
LUGLIO - 03 AGOSTO - primo
turno
03
– 13 AGOSTO -
secondo
turno.
Un
cammino di crescita personale, per approfondire la conoscenza dell’Africa, per
rafforzare il legame con le sue genti,
per
far crescere la nostra coscienza. L'attività consisterà nella
raccolta
e vendita di materiali usati - vestiario,
mobili, libri, giocattoli e oggetti vari - con la consapevolezza che possiamo
trasformare in risorsa tutto ciò che viene scartato dalla nostra società: in
Africa, come in
molte altre parti del mondo, il recupero nelle discariche è fonte di
sopravivenza per milioni di persone.
Il lavoro sarà accompagnato da incontri di studio e formazione sul tema:
“Africa:
dalla schiavitù degli aiuti alla libertà dei diritti” e
da momenti di convivialità solidale. Il
ricavato sarà destinato a progetti di solidarietà con l’Africa.
Per
informazioni : SEGRETERIA
DEL CAMPO:
Chiama l’Africa - sede di Parma, strada Cavestro 14/A 43030 Vicomero (PR) tel
0521-314263 fax 0521-314269 - muungano@libero.it
Radio Onda d'urto... in
festa
Questo
il programma dei concerti in programma per la «Festa di radio Onda d’urto» che
si terrà dal 9 al 24 agosto 2002 a Brescia – Via Grandi (zona industriale),
uscita Brescia Ovest. Info: 030 45670 urtobs@ecn.org www.radiondadurto.org.
VEN 9: CHUMBAWAMBA; SAB 10: PIPPO DEL BONO (TEATRO); DOM
11 : CESARE BASILE ; MER 14 : AIRES TANGO; VEN 16 :
BRATSCH ; SAB 17 : LA RUDA SALSKA ; MAR 20 : TRILOK
GURTU ; MER 21 MACACO ; GIO 22 : BLACK UHURU ; VEN 23
PUNKREAS + MEGANOIDI ; SAB 24 :
SUBSONICA
CORSO
PER L’ ENERGIA E L’AMBIENTE DI SPRINGE (GERMANIA)
L’Energie
und Umweltzentrum (Centro per l’energia e l’ambiente) di Springe/Eldagsen in
Germania è un’associazione autogestita che dal 1981 lavora concretamente sulle
tematiche che riguardano le energie rinnovabili, il risparmio energetico e
idrico, la bioedilizia e la didattica ambientale.
Per dare una realizzazione pratica a queste tematiche venne acquistata e
ristrutturata, in modo da funzionare come modello dimostrativo, una ex scuola a
Springe/Eldagsen vicino ad Hannover. Le tecnologie edilizie adottate, i sistemi
di risparmio energetico e idrico, l’uso delle energie rinnovabili hanno ridotto
in questa abitazione il consumo energetico complessivo del 70% e il consumo di
acqua potabile del 50%. Sui 18.000 mq di terreno del Centro ci sono inoltre
un’altra abitazione a basso consumo energetico costruita ex novo nel 1991 e una
Casa Passiva costruita nel 2000 a consumo energetico pressoché nullo. Al Centro
vi sono poi tra le varie realizzazioni un giardino con orto biologico, un
impianto di fitodepurazione, sistemi di recupero dell’acqua piovana, un sistema
di cogenerazione, vari impianti di collettori solari per la produzione di acqua
calda e impianti solari fotovoltaici con immissione in rete della corrente
elettrica prodotta.
Il Centro organizza dal 2 al 11 agosto 2002 il quattordicesimo corso per
italiani su “Politica – Ambiente – Lavoro”
Le lezioni in tedesco avranno una
traduzione dal tedesco in italiano. Le/I partecipanti saranno alloggiate/i nella
casa degli ospiti del Centro costruita con tecniche che consentono un basso
consumo energetico. La cucina è vegetariana. Il costo del corso comprensivo di
vitto, alloggio, lezioni, documentazione, traduzione e organizzazione è di
510,00 euro (450,00 euro per studenti). Per informazioni e iscrizioni:
Associazione PAEA – Progetti Alternativi per l’Energia e l’Ambiente, Via
Monchio 14 – 42030 Montalto (RE) Tel/Fax 0522/605251 . E-mail paea@libero.it Sito Web www.paea.it
MassMedi@
DA LEGGERE
GUIDA AL RISPARMIO
RESPONSABILE
Centro Nuovo Modello di Sviluppo - 2002 -
EMI edizioni www.emi.it - Pagg. 350 - 13
euro.
Le vie del cambiamento per un mondo di giustizia e di pace
passano attraverso la partecipazione, la denuncia, la sobrietà, il consumo
critico, ma anche attraverso il risparmio responsabile: un modo di risparmiare,
che non si preoccupa soltanto del tasso di interesse, ma soprattutto dell'uso
che le banche fanno dei nostri soldI. Ecco l'importanza di questa guida che
è stata scritta per informarci sui comportamenti delle banche, affinché possiamo
escludere quelle coinvolte con le armi, con i paradisi fiscali, con i regimi
oppressivi e privilegiare, al contrario, quelle che hanno un comportamento
responsabile nei confronti dei lavoratori, dell'ambiente, del Sud del mondo. Le
informazioni spaziano dalla proprietà alle iniziative di finanza etica e sono
fornite anche sotto forma di schede. In tutto i gruppi bancari esaminati sono 44
per un totale di 210 banche. Finalmente un mondo da sempre immerso nel mistero
viene messo allo scoperto, con linguaggio semplice, per consentire a tutti di
capire. Un altro pezzo di democrazia si fa realtà.
DA LEGGERE
L'INFORMAZIONE
ALTERNATIVA
Negli angoli remoti del “villaggio globale”,
già preconizzato a metà degli Anni Sessanta da Marshall McLuhan, non c’è solo
potere, business, armi da guerra, disuguaglianza e controllo mediatico connesso
a potentati economici. No, occorre saper leggere, tra i pixel dei flussi
informativi di oggi, anche la voglia di libertà, la passione, l’impegno sociale,
il desiderio di stare dentro la storia per cercare di comprenderne i meccanismi.
E’ con questo spirito che Carlo Gubitosa, uno degli animatori della rete
telematica di Peacelink, studioso del sociale proiettato nel web e appassionato
di storia delle telecomunicazioni, ha dato vita a “L’informazione alternativa”,
volume edito per i tipi della Emi (Editrice Missionaria Italiana) di Bologna.
Recita il sottotitolo: “Dal sogno del villaggio globale al rischio del villaggio
globalizzato” (con due contributi di Riccardo Orioles e Stefano Chiccarelli),
un’indagine a tutto campo sugli aspetti non solo giornalistici, ma anche
tecnologici, sociali e politici dell’informazione. “La gente non sa che ha nelle
sue mani la possibilità di disporre di questi strumenti tecnologici invece di
consegnarli alle grandi compagnie”, ammonisce lo studioso americano Noam
Chomsky, uno degli intellettuali più ascoltati a livello mondiale. Dunque
internet, stampa, cinema e televisione – se ben utilizzati - possono essere
strumenti di solidarietà, di speranza e di pace.
IN VIAGGIO... NEL CUORE DEL
MONDO
Rubrica
curata da Gianmaria Ragnolo
I RACCONTI di Gianmaria Ragnolo. Nato a Soave nel maggio del 1979,
in provincia di Verona, dopo aver conseguito la maturità classica, ha
vissuto ed iniziato gli studi universitari a Firenze. Nel 2000 ha lasciato
l`Italia per lavorare e vivere nel Regno Unito. Il giovane, nell`agosto del
2001 è partito per il suo primo viaggio in Australia e Nuova Zelanda dove
ha lavorato in fattorie organiche e conosciuto più a fondo le culture indigene
dei due Paesi. Ha iniziato da qualche settimana la sua seconda avventura
australiana, cercando sempre nuove esperienze di viaggio, evitando tutto ciò
che è convenzionale e descrivendo ciò che vive e vede con curiosità ed
acutezza. Lo seguiremo, passo dopo passo, in questa sua avventura di vita. Se lo
volete conoscere o anche solo inviargli un saluto, questa è la sua e-mail:
montegrappa@hotmail.com
3. I tropici: Darwin
La prima cosa impressionante è il caldo. Una sensazione che
avvolge, che accoglie, che mi piace. All’aeroporto, appena oltrepassate le porte
degli arrivi (nella cui sala interna pompa incessantemente aria condizionata),
ho sentito sulla pelle una corrente improvvisa di aria calda, una carezza ovvia
ma comunque inaspettata, il primo piacevole regalo dei tropici. Il mio volo è
durato tre ore e mezza e l’orologio ora segna mezzanotte e dieci. Era già mercoledì. Avevo lasciato il fresco
aeroporto di Brisbane in tarda serata ed ora mi sento quasi scaraventato in
questo nuovo ambiente del quale non conosco quasi nulla. Non avevo programmato
nulla del mio viaggio al nord, volevo che gli eventi e la casualità segnassero
il tragitto che intendevo percorrere; volevo che le esperienze fossero frutto di
fatti inaspettati, coincidenze o incidenti di percorso.
Siamo in inverno, ma qui ai tropici questo conta poco. L’umidità è il fattore
chiave che distingue l’inverno dall’estate tropicale. A dire il vero qui non si
parla mai di estate ed inverno ma di stagione secca e delle piogge. Nel periodo
secco, tra aprile ed ottobre, non piove mai. Nonostante i 35 gradi del giorno ed
i 25 della notte comunque si sta bene, si vive e soprattutto si respira. Le piogge invece
cadono tra novembre e febbraio, nel periodo estivo, quando l’umidità raggiunge percentuali
da soffocamento e la calura è intollerabile. In ogni casa sono installati
ventilatori, ventole sui soffitti in ogni stanza (bagno compreso),
condizionatori. Non averli significherebbe morire. Di giorno sono sempre tutti
accesi, anche d’inverno, ed il rumore incessante ricorda quello di un elicottero
pronto al decollo o di un frullatore pronto a triturare tutto quel che passa tra
le lame, tanto che a volte ho avuto paura di entrare nelle stanze. In estate le
piogge sono monsoniche, abbondanti ed incessanti, torrenziali, veri e propri scrosci
d’acqua che talvolta durano giorni, con tuoni e lampi così imponenti e spettacolari da richiamare
il turismo. Nelle zone tropicali e sub-tropicali molte case sono rinforzate o costruite su un
piano rialzato, con tronchi che fanno da fondamenta, tanto da dare l’idea di
palafitte senz’acqua. Inondazioni ed allagamenti si contano ovunque quando piove
e, a volte, interi villaggi rimangono isolati dal resto della regione per
settimane. Poi imperversano i cicloni, dei quali Darwin ne porta ancora i segni.
Sono cicatrici indelebili soprattutto nella memoria di coloro che
dal ciclone sono stati travolti, sfollati, lasciati senza nulla. Molta gente
ancora oggi ne parla con terrore. Era la vigilia di Natale del ’74, nella notte
il ciclone Tracy ridusse la città ad un ammasso di lamiere e cavi penzolanti. Il
vento e la pioggia raggiunsero quasi i 300 km/h ed oltre il 50% delle abitazioni
fu distrutto. 66 furono le vittime. In seguito la città venne ricostruita, il
nuovo piano regolatore prevedeva case più resistenti, dove possibile in muratura e
con tetto “a prova di ciclone”. Da allora la forza distruttiva della natura
smise di fare la storia della città. Il mio viaggio prosegue./
CONTINUA
DALLA PARTE DEI
BAMBINI
Rubrica curata da Greta Blu
Undicesimo comandamento: non toccate i
bambini
Vorrei
dare un nuovo significato alla parola "male" perché lo immagino che si
modernizza, si insinua e vive secondo i canoni dettati dal tempo che passa,
dalla gente che si impegna, che si evolve. Come un Blob. Il male ha il volto dei
bimbi abusati, bimbi sventurati, bimbi fratelli. Il male si adegua, e vince. Non
basta tutto l'amore di questo mondo: lo vorrei con tutta me stessa, tutti lo
vorremmo, ma sappiamo che così non é. Ha soltanto fatto un salto di qualità. I
bimbi su internet. Violentati nel corpo, nell'anima, ed uccisi. Per sempre.
Scheletri ed occhi azzurri.
Capita
che si lavori per tutela l’infanzia e ci si imbatta in un sito pedofilo: a me è
successo, la mia prima volta, dopo mesi di ricerche e ore in rete. E' successo,
non chiedetemi come. Una pagina web come un supermercato, sapete? Tutte bambine,
4-5 anni, non di più. Lì, in vendita, in vetrina. Senza sorriso.
Come
può un bambino non sorridere? Un bambino deve sorridere, deve farlo, gli è
dovuto. Ho chiuso gli occhi e pensato a cosa dovevo fare. Frassi mi dice che
capisce il mio stato d'animo (non li conta più i siti pedofili che ha visto,
lui). Mi dice che lui li fa vedere, a quelli del suo gruppo, perché devono
rendersi conto con che cosa hanno a che fare. Non puoi sconfiggere il tuo nemico
se non lo conosci, non è così? Mi dice che un giorno questa battaglia la
vinceremo, e cambieremo tutti mestiere.
Come vorrei credergli. "Certo" rispondo io, "non può piovere per sempre".
Trascorro la notte con quegli occhi in vetrina puntati contro. Mi dico che non è
possibile, che a nulla serve quello che sto e che stiamo facendo. Mi dico che
sono stanca di libri, di statistiche, percentuali, numeri, scuole, siti, leggi,
dolore, dolore, dolore. Il libro di Frassi: lo conosco a memoria, ormai. I
bambini delle fogne vivono con i topi, a Bucarest. E in Brasile? I bambini
passano la notte in spiaggia, ombre che scompaiono, piccoli a fianco di adulti.
Via così, fino al mattino. E via così in ogni angolo del mondo schiavo dei
pedofili. Intere vie, nei paesi asiatici, sono illuminate dalle luci di
locali di lusso o di infime bettole; dai riflessi di preziose lampade poste
sopra i tavoli delle hall degli hotel a cinque stelle, o dallo spioncino di
misere pensioni. Lì dentro, fra quelle mura, gestori e camerieri compiacenti
nascondono nelle camere bambini addomesticati e bambine pronte a soddisfare
decine di clienti, anche 40 fino all’alba, per poi ricominciare. Senza sosta,
senza pietà. Alcuni di loro hanno solo 6-7 anni. Spesso, la loro volontà è
piegata da un inferno di violenze ininterrotte. Violenze compiute da maschi
reclutati dall’industria del sesso che, violentando i piccoli fino all’anima,
frantumano la considerazione che essi hanno di se stessi, ottenendone la totale
sottomissione. Non importa se questi piccoli muoiono dentro, non interessa a
nessuno se vengono esposti dietro ampie vetrate ed adulti, di ogni età e
nazionalità, li abusano in una stanzetta sul retro del pub. Loro hanno un prezzo
e sono lì a disposizione di chi offre più denaro. Fa lo stesso, se si tratta
delle coste filippine o di quelle brasiliane o cubane. Fa lo stesso se si tratta
delle vie di Pietroburgo o di quelle Mosca o di Praga. La violenza non cambia,
forse i motivi: per moltissimi piccoli è la fame e la disperazione che li
costringono ad affittare se stessi; per altri, sono stati gli adulti a decidere.
I genitori che, sapendo o no la verità, li hanno venduti per alcune centinaia.
Oppure, affamati predatori si sono recati nei villaggi dove vivono o nelle fogne
che li ospitano e li hanno attirati, con dei pasti caldi e qualche spicciolo,
per poi rapirli. Da qui, ad una vita di soprusi: educati al sesso da prostitute
abili nel mestiere, ammassati in pochi metri quadrati, magari incatenati. In fin
dei conti, i soldi che il business della pedofilia assicura, giustificano tutti
i maltrattamenti a cui i minori sono sottoposti, per fino il rinchiuderli in
ampi stanzoni ed esaminarli come animali al macello, prima di cederli al
migliore offerente. Cinque milioni di dollari, tanto fattura l’industria del
piacere, non sono uno scherzo. Chiamatelo turismo sessuale, questo, o
pedofilia, come volete. Rimane sempre un crimine contro l'infanzia. La nostra
vergogna. Il cervello, a leggere queste cose, è come se in un certo modo volesse
proteggerti, renderti immune: ti riempie gli occhi di lacrime, tanto da
impedirti di proseguire e rende l'atmosfera adatta all'occasione: il battito del
tuo cuore, carico di orrore e rabbia, l'unico rumore che senti.
E
ti chiedi il perché. Perché sei lì. Ti aggrappi alle frasi che leggi: "...così
da poter regalare al bambino un mondo diverso nella tua fantasia. Senza orchi
ne' mostri ne' draghi alati. Ma semplicemente il sogno di una vita normale".
Draghi alati. Troppi, e troppo alati. Leggete anche voi questo libro, leggetelo.
Ci metterete così poco tempo. Ma dopo, tutto cambia, vi sentirete diversi. Io
scrivo favole ma in momenti come questo mi chiedo a cosa servono. Mi tornano in
mente quelle bambine su internet, quelle foto che non erano della prima
comunione. Butto gli occhi sulla copertina del libro: un bambino col sacchetto
della colla, come per noi la tazza del caffè. Mi domando cosa avranno mai
visto, quegli occhi. Sembra non abbiano riflesso nulla, dentro. Tutto buio.
Nero. Sempre Bucarest, l'ultimo girone dell'infanzia violata. "La parte migliore
del mondo è l'anima di un bambino, ed ogni bambino ha bisogno di una favola,
perché è egli stesso una favola. Quando muore un bambino... anche le favole
muoiono. Possa Dio farle rinascere in ogni Bucarest del mondo." Il male chiama
il male: un dittatore, da solo, non può nulla, ha bisogno di complici. Il
dittatore, malato, ha bisogno di altri malati. Occorre aprire gli occhi e
pensare "e se avessimo curato fin da bambino quel dittatore?". Con lui avremmo
curato le nostre stesse malattie. Questo si legge. Sapete di cosa abbiamo
bisogno? Abbiamo bisogno di pugni
nello stomaco. Forti. Decisi. Per farci risvegliare dal torpore in cui viviamo.
Vorresti fossero tutti figli tuoi, quei piccoli sventurati. Vorresti chiamarli
tutti per nome, che per un bambino è importante, uno ad uno, e dire loro "hei,
che ne dite di leggere insieme il Piccolo Principe?". Quanto lo vorresti,
regalare loro un mondo pulito, dignitoso. Così la tua coscienza tacerebbe per
sempre. La realtà è un'altra, altro che storie, altro che principi. Sapete?
"Quei" bambini non piangono mai. Non possono scegliere, non sanno quale è la
differenza. Non sanno cosa c'è al di là di un uomo chino su di loro, non sanno
che ci sono mani aperte e pulite oltre a quelle sporche di chi ruba la loro
innocenza. Non lo sanno. Noi
grandi dobbiamo trovare il tempo per fermarci un attimo a riflettere che i
problemi degli altri sono i nostri problemi. E mi dico che i bambini che vivono
nella parte buia del mondo, lo zero del mondo, sarebbero ben felice di sentirsi
raccontare una favola. Pensate poter raccontare loro "C'era un volta, tanto
tempo fa…". Sarebbe festa grande, per loro. Già, ma non sono qui e noi, che quel
mondo lo vogliamo salvare, noi guerrieri della luce, ci guardiamo attorno e
tentiamo di dispensare amore almeno qui, a casa nostra, e già avremo fatto
molto.
LETTERA
APERTA. Mi chiamo Maria Angela
Berretti e sono il presidente della Associazione Aquilone Blu Onlus, che si
occupa di combattere il fenomeno degli abusi sull'infanzia e della pedofilia. Da
tempo lavoriamo per proporre una cultura che veda il bambino come soggetto di
diritto, e non come oggetto. Questa lettera aperta vuole comunicare il nostro
sdegno, mio e dei volontari di Aquilone Blu Onlus, nei
confronti delle persone che utilizzano la morte di Samuele Lorenzi per fare
spettacolo. Ci riferiamo a tutti i protagonisti che direttamente hanno scelto di
adoperare Samuele Lorenzi, ma anche a tutti coloro che, indirettamente,
hanno prestato il fianco a questa immorale spettacolarizzazione. Oltre allo
sdegno profondo, io e gli associati tutti di Aquilone Blu proviamo in questi
giorni una stanchezza profonda ed una tristezza infinita, vedendo ciò che una
famiglia "normale" può fare ai suoi figli: alla memoria di quello
che non c'è più, mettendo in piazza la sua morte e al nascituro, ponendo sulle
sue spalle un fardello pesantissimo: quello di fare da ponte fra la morte di
Samuele ed il futuro della famiglia. Ci chiediamo infine, come possiamo
combattere il fenomeno del maltrattamento ai minori, come possiamo contrastare
la cultura del bambino visto come oggetto, se nella società attuale è
permesso ed approvato un comportamento come quello che da parte della famiglia
in primis stiamo vedendo in questi mesi. Con
tanta tristezza (Maria Angela
Berretti, Presidente di Aquilone Blu Onlus -
In difesa dei bambini)
PAROLE IN LIBERTA'
Rubrica
curata da Vincenzo Andraous ( vincenzo.andraous@cdg.it - Tel.
0382
3814417)
Vincenzo
Andraous è nato a Catania il 28-10-1954, una figlia Yelenia che definisce la sua
rivincita più grande, detenuto nel carcere di Pavia, ristretto da ventinove anni
e condannato all’ergastolo “FINE PENA MAI”. Da otto anni usufruisce di permessi
premio e lavoro esterno in art.21, da due anni e mezzo è in regime di semilibertà svolgendo attività di
tutor-educatore presso la Comunità “Casa del Giovane “di Pavia. Per dieci anni è
stato uno degli animatori del Collettivo Verde del carcere di Voghera, impegnato
in attività sociali e culturali con le televisioni pubbliche e private, con
Enti, Scuole, Parrocchie, Università, Associazioni e Movimenti culturali di
tutta la penisola, Circa venti le
collaborazioni a tesi di laurea in psicologia e sociologia; E’titolare di alcune
rubriche mensili su riviste e giornali, laici e cattolici; altresì su alcuni
periodici on line di informazione e letteratura laica, e su periodici cattolici
di vescovadi italiani; ha
conseguito circa 80 premi letterari; ha pubblicato sette libri di poesia, di
saggistica sul carcere e la devianza, nonché la propria autobiografia; “Non mi
inganno” edito da Ibiskos di Empoli; “Per una Principessa in jeans” edito da Ibiskos di Empoli;
“Samarcanda” edito da Cultura 2000 di Siracusa; “Avrei voluto sedurre la luna“
edito da Vicolo del Pavone di Piacenza; “Carcere è società” edito da Vicolo del
Pavone di Piacenza; “Autobiografia di un assassino-dal buio alla rinascita”
edito da Liberal di Firenze; “Oltre il carcere” edito dal Centro Stampa della
“Casa del Giovane” di Pavia.
AL VICOLO
CIECO
Qualche
tempo addietro scrissi alcune riflessioni sul carcere, sostenendo che esso è
sempre più costretto a vivere del suo, è sempre più “obbligato” a mancare alle
auspicate attese della collettività, nell’impossibilità quindi di partorire
giustizia e speranza.
Scrissi dei tanti suicidi e dei troppi
silenzi.
Ricordo che fui accusato di falsare i dati, di stravolgere la realtà, di
mistificare la verità.
Fui indicato come uno scrittore che non sapeva dare conto della propria
scrittura, cioè del valore delle parole. Con
sorpresa, alcuni giorni dopo, un grande giornale pubblicò un servizio che
confermava le mie tesi, i suicidi in carcere sono effettivamente aumentati
drammaticamente.
Soprattutto, ribadisco io, si è deteriorata quella solidarietà e partecipazione
costruttiva tra il dentro e il fuori. Quel collante-riabilitante a fatica edificato
negli ultimi anni.
Solidarietà che non è un sentimento pietistico né parente lontana di
un’assistenzialismo passivo, bensì è un preciso interesse collettivo, affinché
alla giusta condanna del colpevole si affianchi quella
prevenzione-accompagnamento che consente di combattere la recidiva dilagante.
Nel
silenzio e nell’indifferenza colpevole, spesso mi sono chiesto qual è il volto
nascosto dietro le righe di una notizia. Qual
è il volto e la storia dell’ultimo uomo scivolato in “SCACCO MATTO” in un
carcere. Quanto
quest’ennesimo suicidio risarcisce
in termini di umanità, al di là della mera notizia?
Per quanto concerne il carcere
penso che non tutto ciò che accade nell’ambiente penitenziario è arbitrario,
illegale, ingiusto, forse è solo il risultato del nulla prodotto, appunto, per
mancanza di un preciso interesse collettivo o meglio della sua comprensione
sensibile.
Perciò a nulla vale il nuovo Ordinamento Penitenziario, il rafforzamento degli
Agenti di Polizia Penitenziaria, e di contro la negazione di ogni pietà
attraverso la concessione di un indulto o di una amnistia.
Se non interverrà un vero ripensamento-intervento culturale, c’è il rischio di precipitare
all’indietro: in una proiezione dell’ombra che non accetta né consente spazi di ravvedimento.
Non è il caso di avvitarsi nel pessimismo, di arrendersi non se ne parla, perché
come ha detto don Franco Tassone, Responsabile della Comunità Casa del Giovane
di Pavia: “occorre vincere l’ultima battaglia”.
Infatti sono convinto che anche fra
le mura di un carcere ci sono uomini consapevoli dell’esistenza di leggi morali,
oltre che scritte. Ci
sono uomini che possono riconoscere le leggi dell’armonia sociale, quelle leggi
che ad un certo punto si è pensato
di poter dimenticare.
Però penso anche a quell’uomo, l’ultimo della serie che s’è impiccato.
A
quel volto, a quel cappio al collo, e intravedo l’importanza di demolire i
ghetti mentali, di per sè espressione di quello spirito umano… spesso
incatenato. Penso
allora a questa vita, che è tutta da vivere sempre e comunque, proprio perché è
un ‘avventura incerta, e incerta significa che si patisce, si soffre, si cade, e
si arriva alla coscienza della poca conoscenza, dei tanti motivi che
sfuggono.
Non conosco il volto strozzato in quel carcere, ma comprendo la difficoltà dell’accettazione del dolore, il che in
una parola sottenderebbe assenza di saggezza. So
bene quant’è difficile agguantarne
l’orma, e quanto a volte ciò sembri lontano, sebbene così straordinariamente
vicino, al punto da non vederne neppure l’ombra.
In un carcere è difficile perforare
quella superficialità che è corazza a difesa, il “muro di niente” contro cui
cozziamo e moriamo.
E’ davvero difficile raggiungere quella falda profonda a nome interiorità,
navigando tra anse e anfratti, scogli e derive per arrivare a quell’essenza che
può dirci di cosa siamo capaci, e addirittura svelarci il significato da dare alla
vita.
Qualcuno ben più illuminato di me ha detto che, forse, il significato della
vita, propriamente, non va cercato:
dobbiamo solo aiutarlo a rivelarsi e quindi accoglierlo.
Fuggire da noi stessi, dalla realtà stretta di una cella, annullando il
significato della propria esistenza, non giustifica la colpa, né le ragioni che
ci inducono a farla finita.
Tanto meno indurrà la società a chiedersi se questo ultimo gesto è lecito, e se
è morale.
Ancor meno spingerà a domandarsi se per caso Dio non sia morto proprio dentro la
cella di un carcere, ipocritamente descritto come un luogo di speranza, mentre permane un
luogo di morte. Forse
sarebbe il caso di ripensare davvero alla possibilità di un carcere a misura di
uomo, anche dell’ultimo degli uomini. Di
come il detenuto, oltre alla propria condanna, sconti una ulteriore sanzione,
quella di morire a tempo determinato. Perché
in carcere, oltre alle ben note etichette, stigmatizzazioni e umiliazioni, va di
moda la flessibilità, non quella del lavoro né della pena: umana, dignitosa,
condivisa.
Si tratta di flessibilità nel risolvere i problemi endemici che soffocano l’
Amministrazione Penitenziaria, la quale pare muoversi come la nostra evoluta
società, che cresce, si educa, si realizza pari passo con l’imbarbarimento dei
sentimenti e dei valori, scambiati per medaglie e successi da conseguire a tutti
i costi.
Io sono un detenuto, lo sono da trent’anni. Scrivo,
leggo, lavoro, ascolto e penso, ho gratitudine sincera per chi mi ha aiutato ad
essere ciò che sono oggi, sono consapevole delle difficoltà in cui vive il
carcere, e ancor di più quelle in cui sopravvive l’uomo detenuto. Sono
conscio che le utopie, la pietistica, fanno solo male a entrambi.
E’ urgente smetterla con le solite frasi fatte, luoghi comuni, e fredde
didascalie.
In carcere non si muore solamente per le strutture vecchie e malandate, né per
l’assenza cronica di Operatori.
In
galera ci si perde per sempre, perché è un luogo separato davvero, da una
società che corre all’impazzata al supermercato delle suggestioni, degli ideali
venduti a buon prezzo, della fede che non è amore che libera, ma fatica di pochi
momenti.
In carcere è morto un altro uomo? I mass-media hanno sparato a zero sul sistema,
hanno detto che si è suicidato, per l’invivibilità della prigione, per il peso
del proprio reato, per la solitudine imposta… Ma
ecco che le parole assumono la cantilena di un nuovo e altrettanto inaccettabile
epitaffio, perché anche negli Istituti
di più recente costruzione, dove
ci sono pochi detenuti, più operatori, e spazi di vivibilità umana in
abbondanza, un altro detenuto si è tolto la vita.
Non c’è bisogno di richiamare per forza una fratellanza allargata, di ripetere
“mio Dio…”, penso piuttosto che occorre ritornare a una coerenza che non è
spendibile con le sole parole. Una
coerenza che riporta al centro l’essere umano, con l’attenzione vera per chi
subisce il dolore dell’offesa tragica, e con l’attenzione sensibile che non è
accudente, né giustificante, ma un preciso interesse collettivo, affinché l’uomo
possa migliorare e trasformarsi.
Bisogna bandire le ciance, e chiamare per nome le mancanze, le assenze, gli
incitamenti che inducono a non pensare a chi cade, ma spronano a seguire chi ben
cammina…. poco importa se calpestando chi arranca.
Eppure non tutto viene per nuocere, infatti questa epidemia di suicidi e di
numeri a scalare forse risolveranno il problema asfissiante del
sovraffollamento, e, perché no, anche quello della spesa pubblica: e per
mantenerne uno in meno, e per non costruire altri penitenziari… pardon, “molok”
nelle nebbie transilvane.
CaRoVaNa DeLLa
PaCe
Partirà il 5 settembre da
Verona la «Carovana della Pace»
La pace nelle nostre
mani: non solo utopia!
In
cammino per la pace con p. Alex Zanotelli, Don Ciotti, Mons. Bregantini, Mons.
Nogaro e testimoni dal Sudafrica e dal Brasile… per continuare il Giubileo degli
Oppressi.
Abbiamo la
consapevolezza che oppressioni ed esclusioni su scala planetaria sono il frutto
avvelenato di un ordine economico-politico profondamente ingiusto e violento.
Per questo siamo determinati ad impegnarci – come singoli, come società civile,
come chiesa - per modificare una situazione che ci ripugna e per inaugurare un
millennio senza esclusi. Ci eravamo lasciati
così, nel settembre del 2000, al termine di quella carovana del "Giubileo degli
oppressi" che ci aveva portato ad incontrare migliaia di persone – e tanti
giovani - da Bari a Napoli, da Pesaro a Bologna, da Milano a Brescia, da Padova
a Verona. Dovunque abbiamo visto cattolici e laici esprimere partecipazione e
entusiasmo, indignazione e voglia di cambiare. Dovunque c'è stato autentico
ascolto dei testimoni del sud del mondo – Alex Zanotelli, Scholastica Kimanga
(Kenya), dom Tomás Balduino (Brasile). Quella carovana non si è
fermata con il chiudersi dell'anno giubilare. Gli impegni formulati a Verona
sono stati raccolti da tante mani, tradotti giorno dopo giorno in sobrietà, in
cittadinanza attiva, in partecipazione politica nei movimenti e nelle reti, come
quella di Lilliput, che sono venuti costituendosi, in stimolo per le comunità
ecclesiali. Uno degli impegni più difficili e significativi era quello di
promuovere la pace e di operare perché la chiesa italiana assumesse come propria
la nonviolenza attiva. Oggi siamo qui a
rilanciare, a riprendere in mano con più forza l'impegno per la pace, in piena
continuità con il giubileo. Come missionari sentiamo la necessità e l'urgenza di
annunciare un Vangelo di pace e giustizia. Essere pienamente
cristiani è essere costruttori di pace. Ed essere costruttori di pace significa
promuovere la giustizia, presupposto della pace. Siamo convinti che a questo
riguardo i cattolici debbano esprimersi con maggior coraggio e debbano
contribuire a scuotere l'opinione pubblica. E non sono solamente gli
atti terroristici dell'11 settembre contro gli Stati Uniti, la guerra che ne è
seguita contro l'Afghanistan e la logica di "guerra giusta" che si cerca di
imporre a spingerci a riprendere l'iniziativa: siamo testimoni di guerre,
soprattutto in Africa, che hanno già fatto centinaia di migliaia di vittime ma
che, essendo prive di peso geopolitico, non toccano più di tanto né i leaders né
la gran parte dei cittadini del nord del mondo. Ancora una volta, perciò,
formiamo una carovana dal 5 al 15 settembre (Verona, Trento, Venezia Mestre,
Milano, Genova, Firenze, Latina, Molfetta, Pesaro, Bologna) e andiamo a
incontrare tante comunità in giro per l'Italia. Ancora una volta abbiamo
testimoni dall'Africa e dall'America Latina. Ancora una volta vogliamo suscitare
partecipazione, tensione morale, scelte chiare e nonviolente dentro e fuori la
chiesa.
Questa volta però i testimoni dalle periferie del mondo ci aiuteranno a capire
in che modo riconciliazione e perdono, difesa dei diritti umani e nonviolenza
possono rivitalizzare – dal basso - società dilaniate dall'odio e dalle
divisioni. Dal Sud del mondo, dunque, ci arriveranno proposte costruttive.
Questa volta due testimoni, due vescovi, ci parleranno del nesso
legalità-giustizia-pace. La carovana troverà ad attenderla in ogni città gruppi,
associazioni e comunità capaci di proporre a loro volta percorsi ed esperienze
di pace o di educazione alla pace. Questa volta l'appuntamento finale a Bologna
metterà a confronto le attese delle persone incontrate con un esponente di primo
piano del mondo politico (ingiustizia e guerra hanno a che fare con l'assenza
e/o l'inadeguatezza della politica), un esponente di rilievo del mondo
dell'informazione (i mass media hanno un ruolo decisivo nel
dis-orientare/intrattenere l'opinione pubblica), un esponente del mondo
ecclesiale (per incentivare ancor più la presenza della chiesa nella promozione
di giustizia e pace). Ecco il programma completo dell’iniziativa: Carovana: 5
settembre: Verona; 6 settembre: Trento; 7 settembre: VE Mestre; 8 settembre:
Milano; 9 settembre: Genova; 10
settembre: Firenze; 11 settembre: Latina; 12 settembre: Molfetta; 13 settembre:
Pesaro. Appuntamento conclusivo: 15 settembre: Bologna. La pace è veramente
nelle mani di noi tutti. Sul prossimo numero della
newsletter presenteremo il programma della Carovana che partirà da
Verona.
SITI AMICI
19) Sito creato dai detenuti
della Casa di reclusione di Padova e dalle detenute della Giudecca: www.ristretti.it
13) Il sito
dell'Associazione no profit «Progetti Alternativi per L'energia e l'ambiente»
www.paea.it
2) www.altravicenza.it è il sito di
Altravicenza, che ha sede presso la Casa per la Pace di Vicenza.
PROSSIMO NUMERO: 29 LUGLIO
2002
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