Ishtar, associazione di donne italiane e straniere, e il Circolo della Rosa vi invitano a partecipare ad un incontro conbRosanna Fogliata, psicologa, Lilia Begnoni, maestra nella Scuola Materna di Villafranca e Dinha Rodriguez Dos Santos, mediatrice culturale sul tema : «La mediazione culturale a scuola nel rapporto con le famiglie straniere: l'esperienza di Villafranca», martedì 23 aprile 2002, ore 18, presso il Circolo della Rosa, Via Santa Felicita 13, Verona.
In data
12 aprile 2002 su iniziativa di un
gruppo di cittadini si è costituita l’ Associazione “COMITATO PER L’ULIVO di
Soave” il cui scopo è promuovere momenti di riflessione e di programmazione di
iniziative per la comunità ed i cittadini di Soave avendo come riferimento i
contenuti e gli obiettivi ideali dell’ ULIVO. Il Comitato è aperto al contributo
di tutti i cittadini che desiderano condividerne gli scopi statutari. L’
Associazione ha eletto Coordinatore
del Comitato Roberto Zampieri, segretario Fossati Giovanni, tesoriere Melegari
Maria Grazia.
Da uno dei paesi più poveri del mondo, da un Mar dei Caraibi del quale non possono certo godere le bellezze, dal paese del tristemente famoso "papà Doc" e dei suoi "ton ton macoutes", tre giovani giungono in Italia, a Verona, a parlare del loro mondo e delle loro speranze. La Rete Radié Resch, Associazione di solidarietà internazionale, sostiene a Dofiné, in Haiti, una piccola scuola popolare di montagna, fuori da ogni strada, dove non c’è luce né telefono; in questa scuola i pronipoti degli schiavi africani imparano la lettura e la scrittura, l’agricoltura ed i lavori di falegnameria; e cercano di capire come è fatto il mondo, quali ingiustizie e violenze hanno subito e rischiano di continuare a subire i più poveri. Jean Bonnelus, Merandieu Cesu e Osanna Philippe incontreranno gli amici della Rete e gli altri interessati la sera di mercoledì 24 aprile, alle 21, alla Casa per la Nonviolenza, in via Spagna 8 (Verona), vicino a San Zeno. (a cura del Gruppo RETE RADIE’ RESCH di Verona, tel. 045 918510)
26/04/02 – Verona, Festa dei Giovani Comunisti, giardini di Ponte catena. I Giovani Comunisti di Verona organizzano sette giorni di musica, incontri e dibattiti in collaborazione con i vari gruppi, associazioni e movimenti che operano sul territorio in difesa di diritti, bisogni, memorie situazioni…. Venerdì 26 aprile: giornata dell’Informazione - Ore18.00 Conferenza sull’informazione radiofonica:”in – onda” Intervengono: Radio Popolare (Vr) e (Mi), Radio Kappa Centrale (Bo), Radio Onda D’urto (Bs) e Radio Sherwood (Pd) - Ore 20.00 Cena di autofinanziamento (per prenotarsi popolareverona@libero.it oppure 349 6654912) e tesseramento Radio Popolare (Vr) - Ore 21.00 musica: DJ RADIO POPOLARE: Mr.Tambourine man e dj La febbre.
29/04/02 – Verona, Festa dei Giovani Comunisti, giardini di Ponte catena. I Giovani Comunisti di Verona organizzano sette giorni di musica, incontri e dibattiti in collaborazione con i vari gruppi, associazioni e movimenti che operano sul territorio in difesa di diritti, bisogni, memorie situazioni…. Lunedì 29 aprile: giornata sul razzismo. Mostra e dibattito: “Dal razzismo storico al razzismo democratico. La legge Bossi – Fini e il contesto veronese” in collaborazione con il Collettivo Porcospino e il coordinamento Cesar K - Ore 21.00 in concerto: TABASCO (Funk)
30/04/02 – Verona, Festa dei Giovani Comunisti, giardini di Ponte catena. I Giovani Comunisti di Verona organizzano sette giorni di musica, incontri e dibattiti in collaborazione con i vari gruppi, associazioni e movimenti che operano sul territorio in difesa di diritti, bisogni, memorie situazioni…. Martedì 30 aprile: giornata sulla scuola e privatizzazione; Ore 16.00 si esibiscono alcuni gruppi musicali studenteschi; Ore 18.00 assemblea: “La riforma Moratti, i buoni scuola, i saperi.Il movimento e la realtà veronese.” In collaborazione con il Coordinamento degli Studenti Veronesi; Ore 21.00 in concerto: REGGADELICA (Post Reggae).
01/05/02 –Verona, Festa dei Giovani Comunisti, giardini di Ponte catena. I Giovani Comunisti di Verona organizzano sette giorni di musica, incontri e dibattiti in collaborazione con i vari gruppi, associazioni e movimenti che operano sul territorio in difesa di diritti, bisogni, memorie situazioni…. Mercoledì 1 aprile: giornata del lavoro; Ore 12.30: pranzo: è l’ultimo giorno, facciamo un po’ il punto della situazione: articolo 18, movimento, Verona; Ore 21.00 in concerto: SGORGO (SKA)
Da alcuni anni a Velo , come ad Asiago, abbiamo riscoperto la
forma antica e poetica della Rogazione, un tempo molto diffusa in tutta la
Lessinia. La Rogazione è una preghiera lungo le strade, i prati, i sentieri, i
boschi, del territorio di Velo, per ringraziare Dio della vita sulle montagne.
Lungo il cammino, che abbraccia tutto il territorio di Velo, ci soffermeremo
davanti ai capitelli, alle croci, alle colonnette di pietra e agli affreschi
sulle case. Passeremo sui prati e nei campi dove verranno posti i rami d'ulivo
della Domenica delle Palme come segno della benedizione di Dio. Attraverseremo
cantando le corti delle nostre contrade e sosteremo per pregare nelle chiesette
e negli oratori. Tra le contrade troveremo la gente ad offrirci un po' di
ristoro. Il percorso ha inizio dalla piazza del paese alle ore 7.00 di mercoledì
1° maggio. Il rientro è previsto nel tardo
pomeriggio.
All’interno del ciclo di incontri «LA GIUSTIZIA E' UGUALE PER TUTTI ?» organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Nogara (Verona) e dalla Biblioteca Comunale di Nogara "Elisa Masini" sabato 4 maggio alle ore 16 presso il Teatro Comunale di Nogara (via Roma, 1) si terrà la presentazione del libro di ELIO VELTRI "Le toghe rosse" (Baldini & Castaldi) e dell'ultimo libro di MARCO TRAVAGLIO, GIANNI BARBACETTO E PETER GOMEZ «C'era una volta Mani Pulite» (Feltrinelli). Interverranno: MARCO TRAVAGLIO Giornalista de "la Repubblica"; PETER GOMEZ (giornalista de L'Espresso); ELIO VELTRI, Presidente dell'Associazione "Democrazia e Legalità"; PAOLO ANDREOLI, Sindaco di Nogara. Tutti sono invitati. Per informazioni http://digilander.iol.it/biblionogara ; biblionogara@libero.it .
L’Islam è entrato nelle nostre case, nei nostri pensieri, nella nostra narrativa. Ecco i prossimi incontri con Gaetano Bellorio, autore del romanzo Allearsi col vento (Paoline 2001) che affronta temi e nodi dell’islam e dell’ebraismo. Sabato 4 maggio presso il Comune di Fumane, in sala UVE, alle ore 20,30.
La non violenza possibile: una sfida per la missione’. È il tema del convegno promosso dalla Fesmi (Federazione della stampa missionaria italiana) che si svolgerà a Verona, presso il Centro unitario missionario (Cum), dal 7al 9 maggio prossimi. L’iniziativa è un’occasione privilegiata per riflettere sul tema della ‘non violenza’, con l’aiuto di esperti i cui apporti saranno elaborati ed arricchiti in un’attività di dibattito e di laboratorio. “L’escalation bellica afgana, che ha fatto seguito alla tragedia delle ‘Twin Towers’ e del Pentagono, come anche i numerosi focolai di tensione in numerosi Paesi del Sud del mondo, esige da parte dei missionari un’attenzione privilegiata per un rinnovato annuncio del Vangelo della Pace”, ha commentato padre Ottavio Raimondo, segretario nazionale della Fesmi. Tra i partecipanti al convegno figurano i teologi Tissa Balasuriya dello Sri Lanka e don Gianni Colzani. Per ulteriori informazioni: raggio@rivistaraggio.org - sermis@emi.it
L’Islam è entrato nelle nostre case, nei nostri pensieri, nella nostra narrativa. Ecco i prossimi incontri con Gaetano Bellorio, autore del romanzo Allearsi col vento (Paoline 2001) che affronta temi e nodi dell’islam e dell’ebraismo. Giovedì 9 maggio, Comune di Sona, Sala Consiliare, ore 20,30, nell’ambito del progetto “Leggere 2002.
L’Islam è entrato nelle nostre case, nei nostri pensieri, nella nostra narrativa. Ecco i prossimi incontri con Gaetano Bellorio, autore del romanzo Allearsi col vento (Paoline 2001) che affronta temi e nodi dell’islam e dell’ebraismo. Venerdì 10 maggio, ore 18.00, Cisl Scuola, sala Pastore, in Lungadige Galtarossa presso la sede provinciale della Cisl di Verona. (Questo incontro è rivolto, in modo particolare, ai docenti). Coadiuveranno l’autore i lettori del progetto “Leggere in famiglia” ed Elisa Zoppei.
12/05/2002 - Padova - Carcere: salviamo gli affetti
GIORNATA DI STUDI sul tema “Carcere: Salviamo gli affetti”. L’affettività e le relazioni famigliari nella vita delle persone detenute. L’incontro si terrà presso la Casa di Reclusione di Padova – Venerdì 10 maggio 2002. Inizio ore 9,30. Per prenotarsi: ornif@iol.it . Informazioni: www.ristretti.it
DOMENICA 12 MAGGIO Anniversario del Gruppo cattolico ghanese “S. Valentino”. S. Messa nella parrocchiale di S.Maria Maggiore (Bussolengo) ore 12,15. “RASSEGNA DI CORI AFRICANI” Piazza 26 Aprile ore 16,00 [In caso di maltempo presso il teatro di S.Maria Maggiore]
31 maggio – 1 giugno 2002 - 1° MEETING “REGNUM DEI” arte e preghiera all’Oasi San Giacomo (Vago di Lavagno – Verona) 1° Meeting all’Oasi San Giacomo di Vago di Lavagno (Verona), casa di incontri dell’Opera Don Calabria. Il 31 maggio e 1 giugno vedremo coinvolti, nel particolare momento di arte e preghiera, artisti, sportivi, laici, religiosi e quant’altro possa servire a testimoniare pace, amore e fratellanza come Gesù insegna. La manifestazione avrà inizio il 31 maggio alle ore 9.30 con un incontro-dibattito sostenuto da Don Antonio Mazzi che tratterà il “Disagio Giovanile”, compagno di viaggio di Don Mazzi, in questo contesto, sarà il popolare cantautore cristiano Roberto Bignoli (autorevolmente riconosciuto anche all’estero dove ha ricevuto numerosi premi). Interverrà il gruppo “Jazz & Fuoco” in uno spettacolo unico al mondo fatto di musica, favole e momenti pirotecnici. La sera del 31 maggio, alle ore 21.00, si esibirà il gruppo gospel “ Venice Gospel Ensemble & Vg’s Out” diretto dal M° Luca Pitteri (Saranno Famosi – Italia 1). Giorno 1 giugno il Prof. Emilio Gandini (Presidente Nazionale delle scuole professionali cattoliche), relazionerà sulle problematiche giovanili. Artisti e sportivi daranno la loro testimonianza. Giusto una pausa pranzo e si riprenderà con un bel momento di incontro tra giovani provenienti da varie parrocchie. Si esibiranno Giovani artisti e Gruppi canori. Parteciperà il “Circolo della Danza” con un gruppo di giovani ballerine dirette da Milena Spera. La Santa Messa delle ore 18.00 avrà la singolarità di essere animata da tutti i cantautori di Dio che aderiscono al Meeting. Alle ore 21.00, dopo una performance del gruppo “Jazz & Fuoco”, Concerto dei “Cantautori di Dio”. Avremo di scena Giuseppe Cionfoli, Michele Paulicelli (ForzaVeniteGente), Paolo Migani, Claudio Venturi, P. Sergio Tommasi, Jordan Sax, Rino Davoli, Gigi Giordano, Mario Migliarese, Don Giuseppe Moscati, Don Paolo Auricchio e altri. I due incontri mattutini saranno preceduti da un breve percorso Storico-Culturale sull’Oasi San Giacomo e sul Colle del Grigliano. Aspettiamo numerose adesioni da gruppi parrocchiali,oratori,scuole e da chiunque abbia voglia di esibirsi e incontrarsi con giovani e non di altre parrocchie, altre realtà, ma dello stesso ideale: Gesù. Contatti: Oasi San Giacomo Vago di Lavagno – Verona - Tel. 045.99.18.66 - Fax 045.99.15.48 Spaziofioritomariano@libero.it Organizzazione e Direzione Artistica : Rino Davoli: 338/5882169 rinodavoli@libero.it
Oggi 20 aprile ricorre il nono anniversario della morte di don Tonino Bello, la cui profezia di servizio alla pace sentiamo più che mai attuale. Negli anni del suo ministero episcopale, indossando il grembiule come unico abito liturgico, ci ha testimoniato con la vita che il sale del Vangelo è in quel "farsi prossimo" a coloro che vivono povertà e oppressione, esclusione e violenza. Dal mare di Puglia più volte si è sporto per raggiungere i Paesi del Mediterraneo percorsi da tragici rigurgiti di violenza e di guerra. Fu così per i Balcani e per l'Iraq, fino a promuovere e partecipare all'azione di pace che nel dicembre del 92 portò 500 persone nel cuore del conflitto a Sarajevo. Da quella cattedra scomoda ma autorevole della sofferenza sua e delle vittime del conflitto, rivolse un appello ai credenti e a tutte le persone di buona volontà ad unire i propri sforzi per la pace: "Allora io vorrei - diceva - che tutti quanti potessimo stimolare le nostre comunità, noi credenti soprattutto, stimolare i nostri vescovi ad essere più audaci, a puntare di più sulla Parola del Vangelo". Sentendoci interpellati fortemente da quel richiamo lo rinnoviamo perché una folta delegazione raggiunga nei prossimi giorni la Palestina. In maniera particolare vorremmo invitare i vescovi delle comunità cristiane italiane ad esprimere con la propria presenza di silenzio e di preghiera a Gerusalemme nient'altro che la propria prossimità alle donne e agli uomini che abitano oggi la stessa terra che fu del Cristo. Tale iniziativa si pone in continuità con quella che Pax Christi International ha promosso nei giorni scorsi e che ha visto la partecipazione di numerosi rappresentanti di Chiese cristiane d'Europa. (Segreteria «Pax Christi» Nazionale).
Tonino Bello, osare la pace
di Sergio Paronetto
A circa dieci anni dall'inizio della terribile guerra nei Balcani, sento la necessità di ri-cordare (cioè di richiamare al cuore) la partecipazione di don Tonino Bello alla marcia verso Sarajevo (dicembre 1992). La sua presenza inerme e crocifissa, tormentata dall'incalzare del male che dopo pochi mesi lo porterà alla morte, si fa prossima a chi soffre per la guerra in Bosnia. Per lui, il viaggio a Sarajevo testimonia sia la fede nella nonviolenza evangelica che il modello nonviolento di difesa popolare. Lascio a lui la parola. "Io penso che queste forme di utopia, di sogno dobbiamo promuoverle, altrimenti le nostre comunità che cosa sono? Sono soltanto le notaie dello status quo e non le sentinelle profetiche che annunciano cieli nuovi, terra nuova, aria nuova, mondi nuovi, tempi nuovi. Quanta fatica si fa in Italia a far capire che la soluzione dei conflitti non avverrà mai con la guerra, ma avverrà con il dialogo, col trattato; si fa fatica in Italia, abbiamo fatto fatica anche qui, anche con i rappresentanti religiosi, perché è difficile questa idea della difesa nonviolenta, della soluzione pacifica dei conflitti. Noi qui siamo venuti a portare un germe: un giorno fiorirà. Quante idee un giorno fioriranno.Ormai, lo sapete, la difesa popolare nonviolenta, la nonviolenza attiva è diventata un trattato scientifico. Gli eserciti di domani saranno questi: uomini disarmati! Dovremmo promuovere anche un'azione intellettuale di questo genere, che le nazioni, l'ONU si attrezzino di eserciti di obiettori di coscienza, di nonviolenti che promuovano un'educazione alla pace, la spiritualità della pace, le tecniche della strategia nonviolenta.Parecchie mentalità cederanno a questa idea nuova che arriva , il domani è questo. Racconteremo a tanti di questa impresa.Ricorderemo il gesto di una donna serba che offre il pranzo a dieci croati! Come pure ci porteremo nell'immaginario nostro quello che abbiamo visto insieme a monsignor Bettazzi e altri amici: il signore che abitava accanto ci ha invitati a casa sua a partecipare al banchetto di commemorazione del padre. E ci ha detto: 'io sono serbo, mia moglie è croata, queste sono le mie cognate musulmane'. Mangiavano insieme. Io ho pensato alla convivialità delle differenze: questa è la pace". Per l'occasione, don Tonino ricorda la proposta che Francesco d'Assisi portava con sé nel 1219, partito da Ancona con i crociati ma sostenuto dall'idea di parlare al Sultano, di convincere i soldati a non combattere e di frapporsi senza armi tra crociati e saraceni. Con animo francescano, egli ripropone in forme aggiornate la stessa logica: "è intervenuta una ONU popolare della base, che è penetrata, con rischi inauditi, nel cuore della guerra, per portare un messaggio di solidarietà ai popoli martoriati, e per stimolare le istituzioni a una ingerenza che è già possibile utilizzare in termini nonviolenti". A questa ONU è affidata un messaggio: "che la pace va osata". Il 1993 è il suo anno ultimo. La morte lo coglie "contempl-attivo" cioè pensoso, operoso, orante. Segue varie iniziative: - le giornate degli ammalati, ai quali ricorda una bella preghiera di Charles de Foucauld; - la cura dei seminaristi e dei sacerdoti diocesani, cui propone una "teologia della bellezza" e il grido di Isaia: "beati i piedi di coloro che annunciano la pace"; - i corsi sulla nonviolenza come educazione a rapporti umani basati sulla "contemplazione del volto"; - i convegni su mafie, legalità e democrazia, orientati a promuovere "la stagione degli uomini liberi" tramite una nuova progettualità politica. L'ultimo discorso contiene l'apertura a una totalità. L' 8 aprile, giovedì di Pasqua, "giorno del torchio e dello Spirito", durante e dopo la Messa "crismale", l'amarezza per lo spettacolo delle guerre, della fame e dell'illegalità si accompagna alla celebrazione della speranza. Ad ogni elencazione delle varie forme di violenza affianca i gesti e le ipotesi che tessono la trama della pace. Non c'è inverno senza primavera: "non vedete quanti fiori spuntano sulle piante dei nostri giardini?". La sofferenza del turbamento per i mali più devastanti si trasforma in capacità di visione: " non vedete quanta gente lavora per il Regno di Dio? Non vi accorgete di quanta gente, pure apparentemente fuori dai nostri perimetri cristiani (atei, miscredenti) assume la solidarietà, la gratuità, la lotta per la pace come criteri supremi della propria vita morale?". In ogni caso, "in questa situazione di marasma generalizzato, abbiamo il dovere di chiederci quali compiti oggi lo Spirito Santo ci affida per rendere più felice la gente.Oggi come non mai, si sta prendendo coscienza dell'origine e del destino 'unico' dell'umanità. Ne deriva che devono cambiare, decisamente, i nostri rapporti con l'altro, non solo con i terzomondiali ma anche con chi abita al pianerottolo di fronte.Tanti auguri, popolo di Dio.Cantate la speranza. E se io non potrò immergermi nel vostro concerto posso darvene ancora l'intonazione". "Mi raccomando, domani non contristatevi per nessuna amarezza di casa vostra o per qualsiasi altra amarezza. Non contristate la vostra vita. 'Davanti al Risorto non è lecito stare se non in piedi', dicevano i padri della chiesa.Vedrete come, tra poco, la fioritura della primavera spirituale inonderà il mondo perché andiamo verso momenti splendidi della storia. Non andiamo verso la catastrofe. Ricordatevelo. Queste non sono allucinazioni di uno che delira per la febbre. No, non è vero, andiamo in alto. Andiamo verso punti risolutori della storia, verso il punto omega.non verso la fine, ma verso l'inizio. Quindi, gioite! Il Signore vi renda felici nel cuore, le vostre amicizie siano sincere. Non barattate mai l'onestà con un pugno di lenticchie. Vorrei dirvi tante cose.Vi abbraccio tutti ad uno ad uno.Vorrei dire a tutti, ad uno ad uno, guardandolo negli occhi: 'Ti voglio bene'; così come, non potendo adesso stringere la mano a ciascuno, venendo vicino a voi personalmente, vorrei dire: 'Ti voglio bene'". (Sergio Paronetto)
OCCHI NUOVI
di don TONINO BELLO
Nella preghiera eucaristica ricorre una frase che sembra mettere in crisi certi moduli di linguaggio entrati ormai nell'uso corrente, come ad esempio l'espressione “nuove povertà”. La frase è questa: "Signore, donaci occhi per vedere le necessità e le sofferenze dei fratelli...”. Essa ci suggerisce tre cose. Anzitutto che, a fare problema, più che le “nuove povertà”, sono gli “occhi nuovi” che ci mancano. Molte povertà sono “provocate” proprio da questa carestia di occhi nuovi che sappiano vedere. Gli occhi che abbiamo sono troppo antichi. Fuori uso. Sofferenti di cataratte. Appesantiti dalle diottrie. Resi strabici dall'egoismo. Fatti miopi dal tornaconto. Si sono ormai abituati a scorrere indifferenti sui problemi della gente. Sono avvezzi a catturare più che a donare. Sono troppo lusingati da ciò che “rende” in termini di produttività. Sono così vittime di quel male oscuro dell'accaparramento, che selezionano ogni cosa sulla base dell'interesse personale. A stringere, ci accorgiamo che la colpa di tante nuove povertà sono questi occhi vecchi che ci portiamo addosso. Di qui, la necessità di implorare “occhi nuovi”. Se il Signore ci favorirà questo trapianto, il malinconico elenco delle povertà si decurterà all'improvviso, e ci accorgeremo che, a rimanere in lista d'attesa, saranno quasi solo le povertà di sempre. Ed ecco la seconda cosa che ci viene suggerita dalla preghiera della Messa. Oltre alle miserie nuove “provocate” dagli occhi antichi, ce ne sono delle altre che dagli occhi sono “tollerate”. Miserie, cioè, che è arduo sconfiggere alla radice, ma che sono egualmente imputabili al nostro egoismo, se non ci si adopera perché vengano almeno tamponate lungo il loro percorso degenerativo. Sono nuove anch'esse, nel senso che oggi i mezzi di comunicazione ce le sbattono in prima pagina con una immediatezza crudele che prima non si sospettava neppure. Basterà pensare alle vittime dei cataclismi della storia e della geografia. Ai popoli che abitano in zone colpite sistematicamente dalla siccità. Agli scampati da quelle bibliche maledizioni della terra che ogni tanto si rivolta contro l'uomo. Alle turbe dei bambini denutriti. Ai cortei di gente mutilata per mancanza di medicine e di assistenza. Anche per queste povertà ci vogliono occhi nuovi. Che non spingano, cioè, la mano a voltar pagina o a cambiare canale, quando lo spettacolo inquietante di certe situazioni viene a rovinare il sonno o a disturbare la digestione. E infine ci sono le nuove povertà che dai nostri occhi, pur lucidi di pianto, per pigrizia o per paura vengono “rimosse”. Ci provocano a nobili sentimenti di commossa solidarietà, ma nella allucinante ed iniqua matrice che le partorisce non sappiamo ancora penetrare. La preghiera della Messa sembra pertanto voler implorare: “Donaci, Signore, occhi nuovi per vedere le cause ultime delle sofferenze di tanti nostri fratelli, perché possiamo esser capaci di “aggredirle”. Si tratta di quelle nuove povertà che sono frutto di combinazioni incrociate tra le leggi perverse del mercato, gli impianti idolatrici di certe rivoluzioni tecnologiche, e l'olocausto dei valori ambientali, sull'altare sacrilego della produzione. Ecco allora la folla dei nuovi poveri, dagli accenti casalinghi e planetari. Sono, da una parte, i terzomondiali estromessi dalla loro terra. I popoli della fame uccisi dai detentori dell'opulenza. Le tribù decimate dai calcoli economici delle superpotenze. Le genti angariate dal debito estero. Ma sono anche i fratelli destinati a rimanere per sempre privi dell'essenziale: la salute, la casa, il lavoro, la partecipazione. Sono i pensionati con redditi bassissimi. Sono i lavoratori che, pur ammazzandosi di fatica, sono condannati a vivere sott'acqua e a non emergere mai a livelli di dignità. Di fronte a questa gente non basta più commuoversi. Non basta medicare le ustioni a chi ha gli abiti in fiamme. I soli sentimenti assistenziali potrebbero perfino ritardare la soluzione del problema. Occorre chiedere “occhi nuovi”. “Donaci occhi per vedere le necessità e le sofferenze dei fratelli. Occhi nuovi, Signore. Non cataloghi esaustivi di miserie, per così dire, alla moda. Perché, fino a quando aggiorneremo i prontuari allestiti dalle nostre superficiali esuberanze elemosiniere e non aggiorneremo gli occhi, si troveranno sempre pretestuosi motivi per dare assoluzioni sommarie alla nostra imperdonabile inerzia. Donaci occhi nuovi, Signore”. (+ don TONINO, Vescovo)
AI SUOI AMICI IL SIGNORE DA’ IL PANE NEL SONNO
di don TONINO BELLO
Eccoci, Signore, davanti a te. Col fiato grosso, dopo aver
tanto camminato. Ma se ci sentiamo sfiniti ,non è perché abbiamo percorso un
lungo tragitto, o abbiamo coperto chi sa quali interminabili rettilinei. È
perché, purtroppo, molti passi, li abbiamo consumati sulle viottole nostre, e
non sulle tue: seguendo i tracciati involuti della nostra caparbietà
faccendiera, e non le indicazioni della tua Parola; confidando sulla riuscita
delle nostre estenuanti manovre, e non sui moduli semplici dell’abbandono
fiducioso in te. Forse mai, come in questo crepuscolo dell’anno, sentiamo nostre
le parole di Pietro: “Abbiamo faticato tutta la notte, e non abbiamo preso
nulla”.
Cosa è la speranza
E’ difficile parlare di speranza.
Bisogna
far capire invece che la speranza è parente stretta del realismo,
la
tensione di chi, incamminandosi su una strada,
ne ha
già percorso un tratto
e
orienta i suoi passi, con amore e trepidazione,
verso il
traguardo non ancora raggiunto.
E’
impegno robusto
che non
ha da spartire nulla con la fuga.
Perché
chi spera non fugge.
Si
incarna nella storia, non si aliena.
Costruisce il futuro, non lo attende soltanto.
Ha la
grinta del lottatore,
non la
rassegnazione di chi disarma.
Ha la
passione del veggente,
non
l’aria avvilita di chi si lascia andare.
Cambia la storia, non la subisce.
Ricerca
la solidarietà con gli altri viandanti,
non la gloria del navigatore solitario.
Tonino Bello
Bibliografia di Antonio Bello - Edizioni La Meridiana, Tel. 0803346971, e-mail: edizioni@lameridiana.it - www.lameridiana.it propone: «In confidenza di padre - Confessioni di un vescovo», 2001, pag. 88, euro 5,16; «Sui sentieri di Isaia», 1999, pag. 192, euro 8,26; «Nelle vene della storia - lettera a Gesù», 1997, pag. 32, euro 3,10; «La carezza di Dio - lettera a Giuseppe», 1997, pag. 32, euro 3,10; «Quella notte a Efeso - lettera a Maria», 1997, pag. 32, euro 3,10; «Affliggere i consolati - lo scandalo dell'Eucarestia», 2000, pag. 70, euro 5,17; «Oltre il futuro - Perché sia Natale», 1995, pag. 48, euro 5,16; «Ti voglio bene - I giorni della Pasqua», 1994, pag. 78, euro 5,17; «Senza misura», 1993, pag. 100, euro 6,20; «Pietre di scarto», 1993, pag. 80, euro 5,17; «Parole d'amore», 1993, pag. 78, euro 5,17; «Ad Abramo e alla sua discendenza», 2000, pag. 164, euro 8,26; «Al pozzo di Sichar - Appunti sulle alterità», 1996, pag. 24, euro 1,55; «Dissipare l'ombra di Caino - Appunti sulla nonviolenza», 1996, pag. 32, euro 1,55; «A tutte le donne - Rosario meditato», 1996, pag. 24, euro 1,55; «Da mezzogiorno alle tre - Riflessioni sulla Via Crucis», 1996, pag. 32, euro 1,55; «Coraggio! - Lettera agli ammalati», 1996, pag. 16, euro 1,55.
MASS MEDIA
MARCIA COLORATA DI 1000 RAGAZZI DI TUTTO IL MONDO:"SENZA FORESTE NON C'E' FUTURO"
17 aprile 2002 - Colorata protesta di
Greenpeace questa mattina all'Aja. Oltre un migliaio di ragazzi aderenti alla
campagna "Kids for forests" hanno marciato per la citta', cantando ed esponendo
striscioni, maschere di cartapesta e mappamondi con le foreste che scompaiono.
Molti erano vestiti da animali della foresta e volevano richiamare l'attenzione
dei ministri riuniti per la Conferenza delle parti della Convenzione sulla
biodiversita' (CBD). I ragazzi provengono da 19 paesi, tra cui l'Italia, e
consegneranno 240.000 firme per la tutela delle foreste al presidente
dell'assemblea, Geke Faber.
Greenpeace chiede che i ministri escano dall'aula
per incontrare i ragazzi. Il presidente francese Jacques Chirac e il ministro
per l'ambiente tedesco, Juergen Trittin, hanno preso degli impegni precisi per
tutelare le foreste primarie. "Il governo italiano dovrebbe fare la sua parte-
spiega Sergio Baffoni, responsabile campagna foreste, che si trova ora all'Aja
siamo delusi perché il ministro Matteoli non prendera' parte alla conferenza. E'
tempo di agire adesso, se vogliamo salvare gorilla e scimpanze' che abitano le
foreste centroafricane dall'estinzione". Domani sapremo se i ministri presenti
all'Aia accoglieranno le richieste di Greenpeace e dei ragazzi di tutto il
mondo, prendendo impegni precisi per salvare le foreste primarie. I "Kids for
forests" hanno aperto all'Aja l'Ambasciata delle Foreste, presso il centro in
cui si tengono i lavori della Convenzione sulla Biodiversita'. I ragazzi
presenti distribuiscono informazioni sulle foreste e sulla loro distruzione
incontrollata. Ai delegati che si impegnano per le causa delle foreste
consegneranno un passaporto di ambasciatori delle foreste. Un cartello
all'ingresso dell'ambasciata avverte: "Si prega di lasciare fuori le
motoseghe".
"Tutti i paesi hanno ambasciate per proteggere i propri
interessi" ha detto Marta Fagioli, 12 anni, di Urbino. "Le foreste primarie
hanno bisogno di noi e noi siamo qui per proteggere i diritti dei popoli e degli
animali che le abitano". "Nonostante le diversita' culturali e religiose, saremo
accomunati da una consapevolezza comune: insieme a Greenpeace, chiederemo ai
Governi di tutto il mondo di salvare le foreste primarie dal taglio illegale,
perché riteniamo che esse rappresentano un patrimonio di tutta l'umanita' e non
un'occasione di speculazione economica per pochi" ha aggiunto Marianna Lani, 12
anni, di Roma. "Ho fatto un viaggio lunghissimo per parlare con chi prende le
decisioni" ha detto Stephanie Mayronne, 17 anni, da Vancouver (Canada). "E ora
vogliamo essere presi sul serio e ascoltati. Non abbiamo ancora diritti di voto,
ma siamo cittadini del mondo e abbiamo la nostra opinione. Tra 10 anni ne avro'
27 e voglio che per allora non siano estinti il gorilla, l'orangutang, la
tigre."
Sono Adila Laïdi, la direttrice del centro culturale Khalil Sakakini di Ramallah (http://www.sakakini.org ). Assediata a casa mia Ramallah, invio questa testimonianza ai giornalisti, amici ed altre persone per chiedere loro di ritrasmettere questo messaggio ad altre persone. Spero che non alimenterà una catena di posta elettronica per suscitare la pietà, non chiediamo preghiere o regali, ma piuttosto degli atti. Facciamo la nostra parte resistendo o restando fermi nelle avversità e chiediamo al mondo di fare la sua parte in nome dell'umanità alla quale apparteniamo tutti. Non vogliamo diventare i pellerossa del mondo arabo, vogliamo semplicemente vivere liberi su questa terra, in pace e dignità. Comincerò con un rapido panorama sulla situazione "in diretta" e poi vi darò 9 proposte che vorremmo vedere concretizzarsi nei mass media ed altrove nel mondo. Innanzitutto questa sera, domenica, abbiamo sentito da molte fonti che soldati israeliani hanno ucciso a sangue freddo 30 poliziotti palestinesi negli edifici della via Irssal a Ramallah dove si erano rifugiati. Ciò fa seguito all'esecuzione di 5 poliziotti palestinesi uccisi con un colpo alla testa ed i cui corpi sono stati gettati nella via, dove sono rimasti per ore, venerdì. Si impedisce alle ambulanze di arrivare a destinazione e gli Israeliani sono entrati con la forza in un ospedale (ad Arabcare) ed hanno sparato su un altro (Nazer Maternity Hospital). Se continuerà così, sarà un'altra Cecenia o un’altra Sarajevo. Per quel che mi concerne, sono confinata in casa da venerdì mattina, come le decine di migliaia di abitanti di Ramallah ed El-Bireh, senza vedere la possibilità che ciò finisca presto. Non abbiamo avuto l'elettricità per un giorno intero, ma grazie a Dio oggi, domenica, la corrente è stata ripristinata. L'esercito israeliano è penetrato ieri nel villaggio (Kobar) di uno dei nostri dipendenti del centro Sakakini. Ha distrutto le sue cose e arrestato il suo fratello più giovane con 30 altri giovani del villaggio. La donna delle pulizie del nostro centro vive in una casa con il bagno all'esterno. Per tre giorni, gli Israeliani sono stati presso la sua porta impedendo qualsiasi uscita. Quando il maggiore della famiglia è scivolato fuori per andare alle bagno, lo hanno preso e picchiato. Suo padre, un insegnante, ha provato ad intervenire, gli Israeliani lo hanno picchiato ed arrestato. Uno di membri del consiglio del nostro centro è stato fermato con tutti gli impiegati del palazzo di uffici dove lavorava giovedì sera tardi. A tutti sono stati bendati gli occhi e legate le mani e sono stati trattenuti in una stanza per 16 ore. Gli israeliani hanno distrutto i mobili dell’ufficio e preso gli hard disk dei computer. Tutti si sono sentiti sollevati quando si sono resi conto che gli Israeliani se n’erano andati alla ricerca di una preda più interessante… Mio cognato, sua moglie ed i loro 3 bambini di meno di 10 anni non hanno né telefono né elettricità da venerdì e non possono andare ospitati da qualcun altro perché gli si sparerebbe addosso. Il padre della mia vicina di casa ha 70 anni ed abita vicino agli uffici di Arafat. Gli Israeliani hanno fatto irruzione da lui venerdì, hanno rotto tutto a colpi di bastone (TV, lavandino, mobili, ecc..) quindi hanno rubato il suo denaro. Si dice anche che soldati israeliani siano penetrati nelle banche, in uffici di cambio e in gioiellerie e che abbaino rubato denaro e gioielli. A Bireh, hanno arrestato sabato 150 uomini dai 16 ai 45 anni, dopo avere intimato loro di uscire, e li hanno raccolti nella città vecchia di Ramallah. La sola stazione di TV locale privata (Watan TV) che trasmetteva le notizie ogni ora è stata presa venerdì dagli Israeliani che ora diffondono solo pellicole pornografiche. I giornalisti hanno dovuto lasciare Ramallah oggi domenica. Troverete ora 9 proposte e richieste modeste ed utopistiche: 1 - si tratta di un lungo assedio, per favore fate delle pressioni continue, diffondete i nostri resoconti e lanciate appelli per azioni continue; 2 - il direttore amministrativo e responsabile delle finanze del centro, la signora Manal Issa ha raccolto varie testimonianze di bambini figli di suoi collaboratori che descrivono le loro condizioni di vita sotto l’assedio e dei disegni che ha scannerizzato. Ci si può procurare queste testimonianze in Arabo scrivendo a issamanal@yahoo.com. Io le tradurrò domani in inglese e ve le trasmetterò. Chiedo alle persone che ricevono questa mail per spedizione diretta o per inoltro di chiederci copie di queste testimonianze e diffonderle quanto più possibile. (NdT: Ho tradotto anche le testimonianze, che trovate di seguito. Si possono stampare e diffondere!); 3 – fate pressione sulla Comunità internazionale e sui governanti per far togliere l’assedio di cui siamo vittime. Abbiamo bisogno di decine e di centinaia di lettere alla Casa Bianca: president@whitehouse.gov e vice.president@whitehouse.gov ; 4 - se non volete farlo, almeno scrivete ai grandi giornali americani sull’assedio; 5 - occorrono manifestazioni quotidiane dinanzi alle ambasciate israeliane; 6 - occorrono appelli degli artisti arabi agli artisti dell'Europa dell'ovest perché facciano concerti, manifestazioni ed appelli ai governanti per far togliere l’assedio di cui siamo vittime. 7 - abbiamo bisogno che gli artisti dell'Europa dell'ovest agiscano e creino eventi per chiedere la rimozione dell’assedio di cui siamo vittime. 8 - se lavorate per un giornale, dedicate una sezione alle notizie quotidiane o settimanali sull’assedio, fate delle interviste ai testimoni della repressione o dell’assedio, diffondete le testimonianze dei bambini e le informazioni che provengono dagli ospedali. 9 - potete ottenere informazioni sulla situazione sanitaria disastrosa chiamando l'ospedale di Ramallah per parlare al dott. Atari (direttore) o al vice-ministro della salute (dr Munther Sharif) che si trova lì, al numero (972 2) 298 2220. 10 – dateci i vostri suggerimenti su cosa fare e diteci cosa vi occorre per aiutarci. Grazie al Muharraq Club, alle TV di Bahrein ed al Nadwat Al Thaqafa del Dubai che hanno già ascoltato il nostro appello. Grazie a tutte ed a tutti, speriamo di avere presto vostre notizie. (Adila Laïdi)
PERUGIA-ASSISI: IN MARCIA... PER LA PACE
Il
Circolo “Fagiani nel Mondo” di VERONA sta pensando di organizzare un pullman per
partecipare alla marcia della Pace Perugia-Assisi il 12 maggio 2002. Chi fosse
interessato contatti l'indirizzo: fagianinelmondo@libero.it
Per informazioni sulla Marcia leggere qui sotto: Il 12 maggio tutti alla Perugia-Assisi, per la pace - Domenica 12 maggio 2002: Marcia straordinaria Perugia-Assisi per la pace in Medio Oriente. Appello all'Europa: Fermiamo l'escalation del terrore. Fermiamo la carneficina Si svolgerà domenica 12 maggio e sarà un'edizione straordinaria, com'è straordinariamente grave il momento che stiamo vivendo. Di fronte alla drammatica evoluzione del conflitto Israelo-Palestinese e ai pericoli che incombono, la Tavola della Pace ha deciso di convocare per domenica 12 maggio 2002 una edizione straordinaria della Marcia Perugia-Assisi per la pace in Medio Oriente. "Un'impressionante fiume di sangue -si legge nell'appello di convocazione- scorre sotto i nostri occhi alimentando rappresaglie e vendette. Il peggio che tutti dicevano di voler scongiurare è arrivato. Ma al peggio non c'è un limite naturale. Lo deve porre la comunità internazionale, lo dobbiamo porre noi, lo deve porre l'Europa. E' una nostra responsabilità." Con questa iniziativa la Tavola della Pace intende rivolgere un pressante appello all'Europa e alle Nazioni Unite: "Noi chiediamo all'Europa e all'Onu d'intervenire subito in difesa dei più indifesi, della giustizia e della legalità internazionale. Noi chiediamo all'Europa e all'Onu di inviare una forza di interposizione capace di promuovere il cessate il fuoco e di assicurare la protezione delle popolazioni civili. Noi chiediamo all'Europa e all'Onu di assumere tutte le misure di pressione e sanzione diplomatica ed economica necessarie per bloccare l'escalation e riprendere la via del negoziato per la costruzione di una pace giusta e duratura." "Tutti sanno -scrivono i promotori- che senza un deciso intervento dei responsabili della politica internazionale sarà molto difficile spezzare la catena della morte. Per questo noi cittadini europei, consapevoli delle nostre responsabilità storiche, rivolgiamo un nuovo pressante appello all'Europa: fermiamo la carneficina." La Marcia Perugia-Assisi del 12 maggio è promossa dalla Tavola della Pace: l'organismo che coordina il lavoro di centinaia di associazioni, laiche e religiose impegnate in Italia per la pace, i diritti umani e la solidarietà. Tra le prime adesioni nazionali già raccolte ci sono quelle di CGIL, CISL, UIL, Agesci, Acli, Pax Christi, Legambiente, Forum del III settore, Emergency, Mani Tese, Arci, Associazione per la Pace, Focsiv, ICS, Lega per i diritti e la liberazione dei popoli, Peacelink. Per maggiori informazioni: Tavola della Pace - Ufficio Stampa, via della viola 1 (06100) Perugina tel. 335/6507723 - 075/5736890- fax 075/5739337 - email: info@perlapace.it
«LA PACE PROMESSA» - ASSEMBLEA NAZIONALE 2002 DI PAX
CHRISTI
Macerata 25-28 APRILE
2002
Programma: Giovedì 25 aprile: ore 16.00: accoglienza e
sistemazioneore; 21.00:"chiacchere" e confronti tra i vari Punti Pace (la serata
è lasciata libera perché i vari Punti Pace possano esporre la loro "carta
d'identità", il loro operato...)
Venerdì 26 aprile: ore 8.45: meditazione e
preghiera guidata da padre Mosè Mora, comboniano; ore 9.45: apertura dei lavori
da parte di d. Diego Bona; ore 10.00:Globalizzazione e guerra nello scenario
internazionale, con particolare riferimento alla situazione
mediorientale.
"Quali i possibili spazi per pace e
nonviolenza?" Relatori:
Padre Benjamin, Luigi Sandri; Un medico che ha operato in Afghanistan ore
15.00: visita a Recanati, accompagnata da una riflessione di Sergio
Paronetto "Leopardi: il filo infinito della pace" ; ore 21.30: Video: "Tempo di
scelte. Dalla globalizzazione dei profitti alla globalizzazione dei
diritti" (Ed. Comboniani)
Sabato 27 aprile: ore 8.45: meditazione e
preghiera guidata da padre Mosè Mora; ore 9.45: Globalizzazione e
guerra nello scenario latinoamericano e africano.
Quali i possibili
spazi per pace e nonviolenza dopo l'esperienza di Porto Alegre? Relatori: Padre
Mosè Mora; Carlo Gubitosa (Peacelink) Miriam Giovenzana (Altreconomia)
Paolo Cereda (Caritas Italiana) ore 15.00: gruppi di lavoro 1. Pax Christi in
azione: i movimenti del movimento (facilita M.Antonietta Di Capita); 2. I
possibili compagni di viaggio: come camminare con Lilliput, Social Forum,
Associazioni Cattoliche (facilita Anna Scalori); 3. La situazione
mediorientale: riflessioni e possibili azioni concrete (facilita don Renato
Sacco); 4. Sudan e Congo: riflessioni e possibili azioni concrete (facilita
Tonio Dell'Olio); 5. El Salvador e Chiapas: riflessioni e possibili azioni
concrete (facilita Alberto Vitali) Verranno invitati a partecipare ai gruppi
anche i relatori della mattinata; ore 18.30: messa e saluto di don Diego Bona;
ore 21.00: momento di festa in piazza
Domenica 28 aprile: ore 8.45:
meditazione e preghiera; ore 9.45: presentazione, discussione e approvazione
delle variazioni allo statuto e del bilancio; ore 11.00: resoconto e discussione
sui lavori di gruppo; ore 13.00: conclusioni
Note logistiche: L'Assemblea si
svolgerà presso la Domus Letitiae, Via Cincinelli n.4 - Macerata;
tel. 0733/232738
Come arrivare:In treno: scendere alla stazione di Macerata
e, andando verso destra, dopo circa 30 mt. troverete la Domus Letitiae. In auto:
con la A14 uscire a Civitanova Marche e proseguire sulla superstrada per
Macerata. Uscire a Macerata-Corridonia e seguire le indicazioni per la stazione
ferroviaria. La quota di partecipazione, comprensiva delle spese di segreteria,
è di 90EUR in pensione completa.
Per iscrizioni e ulteriori
informazioni rivolgersi a Pax Christi Italia - segreteria nazionale Via
Petronelli n.6 70052 Bisceglie (BA) Tel.: 080/395.35.07 Fax: 080/395.34.50
e-mail: segreteria@paxchristi.it http://www.paxchristi.it
TRENTO: TERRE DI CONFINE
La Provincia Autonoma di Trento, il Forum Trentino per la pace e il Comune di Trento, organizzano «Terre di Confine - FESTIVAL MUSICALE FRA NORD E SUD DEL MONDO ALL'INSEGNA DEL RISPETTO E DELLA TOLLERANZA». Trento - dal 10 al 14 maggio 2002. A partire dalle ore 15.00 in tutte le giornate del Festival Palazzetto dello Sport di Trento "Isole galleggianti": percorso autogestito fra immagini, testimonianze e altro all'insegna del rispetto e della tolleranza. Programma: Venerdì 10 Maggio 2002 - ore 10.30 presso “Le radici e le ali “ fiera dell’educazione interculturale alla pace e alla mondialità - Centro Trentino Esposizioni, via Bomporto. Apertura Festival "Terre di Confine". Proiezione di "Linea di confine", film documentario sui CSI a Mostar con letture in diretta di Massimo Zamboni e Davide Ferrario (ingresso libero).Palazzetto dello Sport di Trento, dalle ore 17.00: Freedom: grande festa - concerto di apertura con Banda do Pelò (Brasile), Cankisou (Repubblica Ceca), Circo Fantasma (Italia), Acquaragia Drom (Italia-Rom), Radiodervish (Italia-Palestina), Vetrozero (Italia), Acquaria e Gruppo Elettrogeno (Italia), Verdena (Italia). A seguire: Marley Tribute: Bob Marley un artista al servizio della pace, con Persiana Jones e D.J. Pio e Max from Doc records. Biglietti: 11 euro. Sabato 11 maggio 2002 - ore 17.00 presso “Le radici e le ali “ fiera dell’educazione interculturale alla pace e alla mondialità - Centro Trentino Esposizioni, via Bonporto, incontro con Mercedes Sosa, «Argentina: una testimonianza artistica, sociale e umana». Parata "Fiesta Fiesta", spettacolo itinerante per le vie della città dalle ore 14.30. Cankisou (Rep. Ceca), intervento presso il tendone della Fiera Universitaria e presso la Fiera “Le radici e le ali “. Teatro Sociale ore 21.00, Mercedes Sosa in concerto (biglietti: 25 euro). Domenica 12 maggio 2002, a partire dalle ore 17.00 Palazzetto dello Sport di Trento Marasma general con Caravan De Ville (Italia/Francia), Nuove Tribu Zulù (Africa - Italia), Monaci tibetani di Gyudmed (Tibet), Balkanija (Napoli - Sarajevo). Terre di confine in festa, ska, punk e dintorni… con Roy Paci, Quattrocentocolpi, Vallanzaska, Derozer, Razzi Totali, Porno Riviste. (Biglietti: 11 euro). Lunedì 13 maggio 2002ore 18.00 Parata “Marasma general”, spettacolo itinerante per le vie della città. Martedì 14 maggio 2002, Palazzetto dello Sport ore 21.00 «Jovanotti in concerto», special guest Tricarico (biglietti: 23,50 euro). Le serate del festival saranno presentate da Gianni De Berardinis.
Verona: «I colori della Madre»
L'associazione PACHAMAMA di Verona Ti invita a riscoprire insieme «I COLORI DELLA MADRE il nero, il rosso, il bianco».Un percorso per rivivere gli antichi simboli dei colori e ritrovare il loro significato autentico dentro il nostro corpo e dentro l’anima. Un cammino alla sorgente del femminile rappresentato dalla onnipresente Madre Creatrice in cui attingiamo l’armonia perduta. Un sentiero che porta diritto alla vita profonda, dove si realizza il contatto con la potenza generatrice della Madre Terra. Ci guideranno in questa esperienza LETIZIA TOMASSONE - ROBERTA CESCHI. IL NERO: Sabato 20 Aprile - IL ROSSO: Sabato 4 Maggio - IL BIANCO: Sabato 18 Maggio, ore 16.00-19.00. Per informazione ed iscrizioni rivolgersi direttamente in sede (Piazza Plebiscito, 13 AVESA - Verona) o telefonare al N. 045 7725581 (è segreteria telefonica) – 3286668073 (ore serali).
Chiama l'Africa: CAMPO DI LAVORO 2002, A PARMA
Chiama l’Africa organizza «CAMPO DI LAVORO 2002» a PARMA dal 27 LUGLIO - 03 AGOSTO, primo turno e dal 03 AGOSTO -17 AGOSTO, secondo turno. Un'esperienza di lavoro gratuito in comune e un'occasione per approfondire la conoscenza dell’Africa. Un cammino di crescita personale finalizzato a rafforzare il legame tra noi e i popoli africani. L'attività consisterà nella raccolta e vendita di materiali usati - vestiario, mobili, libri, giocattoli e oggetti vari - con la consapevolezza che possiamo trasformare in risorsa tutto ciò che viene scartato dalla nostra società. In Africa, come in molte altre parti del mondo, il recupero nelle discariche è fonte di sopravivenza per milioni di persone. Età minima: 18 anni; Turni: uno di una settimana (27 luglio-3 agosto) e uno di quindici giorni (3-17 agosto); Numero massimo di partecipanti per ogni turno: 20; Attività: raccolta materiali usati presso le persone che ne avranno fatto richiesta; selezione ed invio di una parte del materiale raccolto alle aziende di riciclaggio; allestimento di un mercatino dell’usato e vendita di oggettistica, mobili, libri, elettrodomestici, giocattoli; Formazione: incontri sul tema "AFRICA dalla schiavitù degli aiuti alla libertà dei diritti”;Tempo libero: tutti insieme in allegria; chi suona strumenti facili da trasportare, chi ha familiarità con le barzellette, ecc… porti il meglio del suo bagaglio; Quota di iscrizione: 30 euro a persona; A carico dell’organizzazione: vitto, alloggio, assicurazione; Viaggio di andata e ritorno: i partecipanti dovranno provvedere autonomamente. Ricavato: sarà destinato a progetti e comunità locali (informazioni dettagliate presso la segreteria) e al sostegno delle attività di Chiama l'Africa in Italia. Consigli utili: Abbigliamento idoneo al lavoro, scarpe comode, sacco a pelo, cambi di biancheria, asciugamani, guanti da lavoro, costume da bagno, tessera sanitaria. Iscrizioni: Richiedere il modulo alla segreteria del campo (si accettano iscrizioni solo accompagnate da modulo compilato e firmato – fax. o E-mail). SEGRETERIA: Chiama l’Africa - sede di Parma, strada Cavestro 14/A 43030 Vicomero (PR) tel 0521-314263 fax 0521-314269 e.mail: muungano@libero.it
L'associazione SOS Palestina e Terres des Hommes cerca medici, giuristi e volontari per missioni di soccorso in Palestina
L'associazione Sos Palestina insieme a Terres des Hommes , il Medical
Relief Committees e la Red Crescent organizzano gruppi di medici e paramedici
che a rotazione possano prestare servizio volontario negli ospedali e sulle
ambulanze in Palestina. Ogni gruppo si tratterà minimo 15 giorni. Il programma
finanziato parzialmente dalla Commissione Europea e gestito da Terres des
Hommes, Donne in Nero e Associazione per la pace, ed avrà per intanto la durata
di 6 mesi.
Il primo gruppo partirà tra pochi giorni. Il secondo gruppo
partirà il prossimo mese. Ai volontari verrà rimborsato il biglietto, avranno
l'assicurazione e l'alloggio, mentre non è previsto nessun compenso per la
prestazione che è volontaria. Con l'Associazione giuristi democratici, sono in
corso di preparazione delegazioni di giuristi, indispensabili per la raccolta di
dati sulla violazione dei diritti e i crimini di guerra. Per questi non è
prevista nessuna forma di rimborso.
Una terza area di intervento sulla quale
si stanno preparando dei gruppi di volontari sarà quella legata all'ambiente e
alla distruzione delle città e anche delle città storiche. Il Riwaq, un
centro per la preservazione dell'architettura, ha già preparato documentazione
sulle distruzione della città vecchia di Nablus e si è già interpellato
l'Unesco.
Per questo genere di missioni sono ancora in via di definizione le
modalità intervento.Per informazioni e adesioni:Associazione per la Pace - Donne
in Nero - aderenti Action for peace email lmorgantini@europarl.eu.int
tel. 06-69950217 fax 06-69950200 email assopacexpalestina@tiscalinet.it
tel. 06-8841958 fax 06-8841749
Sei seminari per incontrare le differenze
Sei seminari per incontrare le differenze. Li organizza la
cooperativa sociale Onlus Esoxena di Mestre - Venezia, dopo il corso di
formazione per mediatori linguistico-culturali esperti nell'area educativa e
quello per mediatori esperti nell'area socio-sanitaria. Al centro questa volta
il tema dell'immigrazione: l'obiettivo è infatti quello di approfondire e
stimolare il dibattito sui molteplici aspetti dell'inserimento del soggetto
migrante nel tessuto sociale italiano.
Con quest'iniziativa, Esoxena intende
rispondere alle esigenze di quanti lavorano nell'ambito dell'immigrazione
(operatori sociali, culturali, sanitari, formatori e insegnanti), delle aziende
del territorio e di quanti siano interessati ad ampliare le proprie conoscenze
su questi temi, anche nella prospettiva di metterle a frutto nel proprio
settore.
I seminari SEIse si terranno per sei sabati, sempre con orario 9
- 13, a partire dall'11 maggio e fino al 29 giugno, e saranno ospitati dal
centro culturale Santa Maria delle Grazie, in via Poerio 32 a Mestre. Ai
partecipanti verrà rilasciato un attestato di frequenza. Per ulteriori
informazioni è possibile contattare Paola Delise, della segreteria organizzativa
di Esoxena, tel. 041.981836, fax 041.5054519, e-mail p.delise@esoxena.it . Adesioni entro il 6
maggio 2002.
IL NODO SCORSOIO
Mi sono accorto solo oggi dell’arrivo delle rondini. Debbo avere perso il tempo, a seguito dell’uno-due scritto e pubblicato da Oriana Fallaci. Ho dimenticato l’arrivo di un tempo nuovo, ma ho ritrovato davvero il senso da dare alle parole. Perché le immagini denudate di ogni fiction, che scorrono sul video, il sangue disegnato dietro le parole scritte sui quotidiani, confermano che la storia è persino diventata replicante di se stessa. Non c’è colpa per il colpevole, non c’è giustizia per la vittima, non c’è neppure inizio né fine per alcuno, c’è solamente sangue e distruzione. Manifestazioni, girotondi, trasmissioni e films in programmazione, di qua, di là, adagiate sulla riva opposta della ragione: Arafat, Sharon, Palestinesi, Israeliani, Bibbia o Corano, spada o pistola, kamikaze o esercito, l’imbarazzo non è in mio figlio che muore, ma nella scelta, che obbliga, che impone, che costringe e restringe ogni azione di coscienza, fino al punto da conservare il solito metro di distanza che ci separa dall’incontro con la disperazione degli altri. Oriana Fallaci si vergogna di tante cose, e la vergogna è un’emozione secondaria perché complessa, che risente dei contraccolpi, degli urti, delle sofferenze sofferte. Per questo ha ragione a sentirsi così, a non voler rimanere in mezzo al guado, ha ragione di cambiare idea. Ha ragione ad essere indignata, ha ragione in tutto ciò che ha detto ieri, e oggi rinnova con vigore. Ha ragione per la sua storia, per la sua intelligenza, per la sua continua e mai esausta ricerca di giustizia in questo terra rapinata del valore della vita. Ha ragione a non intendere una battaglia di interessi, con una guerra di principi, ha ragione da vendere a uscire dal silenzio comodo, e prendere posizione dalla parte dei giusti, di coloro che non hanno più pace né Fede in cui credere. Ha ragione a sentirsi piegata da tante autorevoli personalità che non sanno più condurre né parlare alle genti, se non per indurre a dormire o peggio a inciampare. Ha ragione Oriana Fallaci. Ha ragione a scrivere il colore del sangue, ha ragione di raccontare questo mondo che non sa più migliorare. Ha ragione, perché chi muore non ha più diritto neppure di essere sconvolto. Ma io penso alla Chiesa, al Papa, ai tanti suoi martiri, e agli ostaggi ancora e fortunatamente in vita. Per ora. A Dio con tante croci, chiodi, spine, e una sola Fede che è amore e non politica. Ai cristiani, mussulmani, ebrei, senza bandiere né privilegi, soltanto popoli custodi della propria dignità-identità, dei propri diritti e dei propri doveri. Penso ai morti, tanti, troppi, crescono nelle fosse scavate a misura,. Morti senza onore dei vincitori, perché non c’è sconfitta più pesante dell’omicidio. Alle donne, ai bambini, nudi o travestiti di futuro, tutti derubati di sogni e di speranze, La Fallaci ha ragione, eppure c’è distanza, ci sono metri da accorciare per sentirmi a lei vicino, in questa sua condanna odierna, e non trapassata. Vergogna, c’è vergogna per ciò che accade in terra di Palestina, di Israele, di ogni continente, che brucia sinagoghe, ma anche ostelli, che innalza vessilli e barricate, ideologie superate e povertà moderne. Vergogna, c’è vergogna, per la richiesta di andare contro all’uno o contro all’altro, smentendo e nascondendo ciò che accade, soprattutto ciò che è. Vergogna, c’è vergogna, in chi non rispetta i domani, ancora tutti dentro al presente che non esiste. In chi abbarbicato alle proprie inadempienze politiche e umane, decide di optare per i plotoni di esecuzione, per le vendette autorizzate, per le follie omicide assunte a regole auree. C’è vergogna da gridare e da liberare nelle strade a mattatoi, nelle vie dedicate a eroi sconosciuti. Per gli innocenti dilaniati, per il popolo tutto incarcerato, per chi non mangia, non lavora, non sorride. Per chi imbraccia il mitra e non sa dove mirare e sparare, perché ogni cosa è diventata priva di valore. C’è vergogna, per chi arretra, per chi avanza, per chi a 16 anni è spedito al creatore, e scatenerà ulteriore punizione. Per chi difende, per chi attacca, e condiziona i più giovani, fino a renderli meno liberi di quanto è dato immaginare. C’è vergogna, nel bambino sforacchiato tra le braccia di suo padre, c’è vergogna nei ragazzi saltati in aria a brandelli sparsi, c’è vergogna nel mio e nel tuo giustificare, nel mio e nel tuo additare sempre quell’altro. C’è vergogna nella scelta di stare da una parte o dall’altra, dalla parte di chi ha pagato il dazio più grande alla storia, e dalla parte di chi anela un po’ di giustizia e di terra inzuppata di sangue. C’è vergogna, tanta vergogna per il potere che non è servizio né umana condivisione. Per il mondo che si scandalizza, ma rimane avvinto al proprio sepolcro imbiancato. C’è vergogna da vendere, allorché Dio, Gesù, Santi e Profeti, sono branditi come clave per demolire case e monasteri, c’è tanta vergogna se la Fede che ognuno professa è il mezzo e non il fine, soprattutto è un abito dimesso più volte, e non è Fede come esperienza di vita che primariamente educa all’amore. E mentre le pagine bianche diventano custodi di segni traccianti, mi accorgo di essere anch’io colpevole non solo per la dimenticanza dell’arrivo delle rondini, di quella loro scia luminosa che è speranza, bensì di essermi lasciato sedurre dalle parole, e non dalle miserie che ci portiamo addosso, tutti nessuno escluso.
Letter@ scomod@
Una nuvola giovane faceva la sua prima cavalcata nei cieli, con un branco di nuvoloni goffi e bizzarri. Quando passarono sopra al grande deserto del Sahara, le altre nuvole più esperte, la incitarono: "Corri, corri! Se ti fermi qui, sei perduta!" La nuvola però come tutti i giovani, era curiosa e si lasciò scivolare in fondo al branco delle nuvole, così simili ad una mandria di bisonti sgroppanti. "Che cosa fai?Muoviti!", le ringhiò dietro il vento, cercando di spingerla. Ma la nuvoletta aveva visto le dune di sabbia dorata: uno spettacolo affascinante. E planò leggera leggera. Le dune sembravano nuvole d'oro accarezzate dal vento. Una di esse le sorrise. "Ciao", le disse. Era una duna molto graziosa, appena formata dal vento, che le scompigliava la luccicante chioma. "Ciao io mi chiamo Ola",si presentò la nuvola. " Io Una", replicò la duna. "Com'è la tua vita laggiù?", domandò la nuvola curiosa. "Be' sole e vento. Fa' un po' caldo, ma ci si arrangia. E la tua?". "Sole e vento, grandi corse nel cielo". "La mia vita è molto breve", disse le duna. "Quando tornerà il gran vento forse sparirò!". "Ti dispiace?". "Un po'.Mi sembra di non servire a niente". "Anch'io mi trasformerò presto in pioggia e cadrò. E' il mio destino". La duna esitò un attimo, poi disse: "Lo sai che noi chiamiamo la pioggia paradiso?". "Non sapevo di essere così importante!", rise la nuvola. "Ho sentito raccontare da alcune vecchie dune quanto sia bella la pioggia ", disse la piccola duna. "Con la pioggia noi ci copriamo di cose meravigliose che si chiamano fiori". "Oh, è vero. Li ho visti". "Io probabilmente non li vedrò mai...", concluse mestamente la duna. La nuvola riflettè un attimo, poi disse: "Potrei pioverti addosso io!". "Ma morirai!". "Tu però fiorirai", disse la nuvola, e si lasciò cadere, diventando pioggia iridescente. Il giorno dopo la piccola duna era fiorita.