I Rom e i Sinti di Verona e il Coordinamento antirazzista CesarK in occasione de «Il Giorno della Nazione Rom» organizza, lunedì - 8 Aprile 2002 Piazza Arsenale, ore 18:30 «ROMANO DIVES, BARO DIVES!» L’8 di Aprile si festeggia in tutto il mondo il Romano Dives, il Giorno della Nazione Rom. Sul Gange in India, sul fiume Giordano in Israele, sul Tamigi a Londra, sul Danubio a Belgrado e Budapest, sul Sacramento negli Stati Uniti, sull’Arno a Firenze, ed in moltissime altri fiumi e città si svolgeranno attività per commemorare questa giornata. Nei fiumi verranno gettati fiori e verranno posti dei lumini per celebrare le lunghe migrazioni del popolo Rom, e per ricordare le persecuzioni passate e presenti, gli sgomberi di ogni giorno, le sofferenze e il pregiudizio che colpiscono i Rom e i Sinti, siano essi stranieri o italiani. A Verona faremo festa sull’Adige, il fiume della nostra città. Saremo presenti noi: Rom, Sinti e Gagè di Verona e del Mondo. Che la festa sia anche un’occasione per riflettere sul pregiudizio e l’intolleranza, sull’assenza delle istituzioni, sul frequente accanimento delle forze dell’ordine. Vogliamo una società che rispetti le particolarità di ogni cultura, in cui le diversità possano arricchire il patrimonio di tutti, nel rispetto di tutti e senza prevaricazioni. L’odio e la paura non sono altro che i figli ciechi dell’ignoranza. Venite e portate fiori, luce e colori!
«Elementi
di Nonviolenza La figura di Don Lorenzo Milani» e "l'arte della parola" il
10 aprile alla Casa per la Nonviolenza
"L'arte della parola" è il titolo del
sesto incontro del ciclo "Elementi di nonviolenza" organizzato dal Movimento
Nonviolento di Verona, dedicato alla figura di Don Lorenzo Milani, il Priore di
Barbiana, autore de "L'Obbedienza non è più una virtù" e "Lettera ad una
professoressa". L'incontro si svolge mercoledì 10 aprile presso la Casa per la
Nonviolenza in via Spagna 8 (vicino alla Basilica di San Zeno, tel. 045
8009803), con i seguenti orari: dalle ore 18 alle 19,30, lettura collettiva e
proiezione di un filmato; dalle 21 alle 23,00, incontro con Don Rino Breoni,
Abate di San Zeno Maggiore.
A Rimini, Convegno Nazionale di «Rete Radiè Resch» il 12 - 14 aprile 2002 dal titolo “Il sorriso di Pacha Mama” sottotitolo “la speranza degli esclusi”, con relatori Manlio Dinucci, Alì Raschid, Giulietto Chiesa, frei Gorgen, Marco Revelli, Guido Viale, Ettore Masina, Alex Zanotelli, … ed altri testimoni. Per informazioni: dinopoli@ferrarisvr.it
Il 13 e il 14 aprile GIORNATA PER LE OASI. Il WWF Italia sarà presente in più di 600 piazze d'Italia per testimoniare il suo impegno e offrire a tutti coloro che sceglieranno di sostenere uno dei suoi progetti nelle Oasi,la guida e la cartina del delle Oasi del WWF insieme ad una confezione di pasta prodotta nel Parco Nazionale della Majella.Il WWF sarà presente a San Bonifacio domenica 14 Aprile in Piazza Costituzione.
In occasione del proprio ventennale, il "Gruppo Futura" gruppo volontariato solidarietà handicap, con sede in via Saliceto 3, Verona organizza domenica 14 aprile 2002 - ore 17.00: «IL MARE RUBATO» letture animate per bambini del Gruppo Ex-Trapola. Testi ed animazioni di Gek Tessaro - Musiche : Anna Lisa Buzzola, Cristina Ribul. L’appuntamento si svolgerà presso il TEATRO CANOSSA Via Albertini 4 Verona (Borgo Trieste).
Il Gruppo Consumo Critico Val d’Illasi, l’Associazione Underforum e l’Associazione Politico-Culturale di Cellore e Illasi organizzano: “UN MONDO DIVERSO E’ POSSIBILE”, Incontro con la Rete Lilliput di Verona. Cos’è la Rete Lilliput, la sua lettura del processo di globalizzazione, le sue proposte a livello Nazionale e Locale.Relatore: Stefano Guffanti, del Coordinamento provinciale Rete Lilliput. Lunedì 15 Aprile ore 20.45 presso la Sala Parrocchiale di S. Zeno di Colognola ai Colli (VR).
15/04/02 - Vicenza - La legge Bossi-Fini
Lunedì 15 aprile a VICENZA, presso Chiostri di Santa Corona, ore 21.00, i Verdi Vicenza organizzano un incontro sul tema: Legge Bossi - Fini: senza diritti non c'è futuro.
17/04/02 - Sommacampagna (VR) - Riflessi di Pace/2Rete Lilliput di Verona organizza un incontro, giovedì 18 aprile 2002 – ore 21.00, presso Corte Molon – Lungadige Attiraglio (prima della diga del Chiedo) a Verona. Tema: “La Rete va in Campagna!”Le Campagne della Rete per costruire “un mondo diverso” Campagne di “Obiezione alle Spese Militari” e “Banchearmate” - Queste campagne, mettendo in discussione le spese militari (lo stato italiano spenderà circa 40 mila miliardi nel 2002) ed i finanziamenti che le banche concedono per la costruzione ed il commercio di armi, permettono di esprimere concretamente il “No alla guerra!” e di non collaborare, seppure in modo passivo, alle politiche belliche. Campagna per l’adozione della Tobin Tax - Ogni giorno quasi 1500 miliardi di $ vengono scambiati sui mercati valutari mondiali per pura speculazione invece che per produrre beni. L'introduzione di una tassa (la Tobin Tax) su queste transazioni disincentiverebbe le manovre puramente speculative e permetterebbe di raccogliere fondi da destinare allo sviluppo di quei 3/4 dell'umanità che non ha accesso ai beni essenziali. - Campagna per l’Acqua - L'acqua è un bene comune dell'umanità e degli altri organismi viventi, ma l'accesso al suo utilizzo è un diritto umano e sociale troppo spesso negato o limitato. La Campagna chiede, per garantire a tutti l’accesso all’acqua potabile: la redistribuzione delle risorse idriche, l’inversione della politica di privatizzazione e maggiori investimenti per migliorare le strutture distributive pubbliche. Agenda 21 Locale - Come coniugare lo sviluppo sostenibile, il rispetto dell’ambiente, i diritti sociali, la partecipazione democratica all’aprirsi del 21° secolo? Agenda 21 propone di coinvolgere e sensibilizzare tutti i soggetti costituenti una comunità (singoli cittadini, amministratori, rappresentanti delle varie categorie del mondo del lavoro), per esplicitare e condividere obiettivi di sostenibilità (locale, ecologica e sociale), verificarne la fattibilità e tradurli in linee d’azione concrete.
Il Gruppo di Lavoro Tematico Stili di Vita per una Sobrietà Felice della Rete Lilliput di Verona onorganizza due momenti di confronto dal titolo: Un'Alimentazione diversa è Possibile. Ci troveremo a Corte Molon, sul Lungadige Attiraglio dopo la diga, il 19 Aprile 2002 alle ore 20:45 per un incontro-dibattito sull’Alimentazione Naturale, Sana e Buona. Ed il 20 Aprile 2002 dalle ore 15:00 all’allegro laboratorio di cucina per mettere in pratica quanto appreso: prepareremo alcune pietanze e poi ceneremo insieme. Per partecipare al laboratorio è necessario prenotarsi telefonando a: Graziella dalle 19:30 alle 21:00 al numero 0456150911. La Rete Lilliput di Verona è un insieme d'associazioni, gruppi e singoli cittadini impegnati nel volontariato, nel mondo della cultura, nella cooperazione Nord/Sud, nel commercio e nella finanza etica, nel sindacato, nei centri sociali, nella difesa dell'ambiente, nel mondo religioso, nel campo della solidarietà, della pace e della nonviolenza. Abbiamo dato vita alla Rete Lilliput per unire in un'unica voce tutte le nostre voci. Come i piccoli lillipuziani vogliamo bloccare il gigante Gulliver, ovvero quel concetto ingiusto di libero mercato che concentra il potere economico nelle mani di pochi, e vogliamo sostituire la logica del mero profitto e del consumismo con la salvaguardia della Vita, della Dignità umana, della Salute e dell’Ambiente. Il Gruppo Tematico di Lavoro Stili di Vita per una Sobrietà Felice è un insieme di persone convinto del fatto che: Dobbiamo incominciare a vivere più semplicemente per permettere a tutti semplicemente di vivere; per raggiungere questo obbiettivo abbiamo pensato a delle modalità di lavoro, che sintetizziamo: il gruppo vuole essere elemento di stimolo innanzitutto per i suoi stessi componenti al fine di ampliare le proprie conoscenze e i settori in cui applicare stili alternativi; fondamentale é apparso l’approccio che si vuole avere sul come operare, deve essere il più possibile PRATICO e PRATICABILE per poterlo attuare quotidianamente; tutto ciò che si arriverà a proporre (conferenze pubbliche, laboratori, incontri…) dovrà essere caratterizzato da un aspetto ludico-creativo-giocoso affinché le persone siano invogliate a venire e vadano via felici del tempo trascorso… non vogliamo cioè ricadere nel solito schema per cui la sobrietà richiama ancora il concetto negativo di rinuncia => chi me lo fa fare? Noi riteniamo che un’Alimentazione diversa sia possibile e necessaria perché: Ci fa stare meglio, ci rende più felici e belli! Permette di salvaguardare l’Ambiente in cui viviamo e rispettare gli animali; Tramite il Consumo Critico e l’acquisto di prodotti etici e solidali permette che ci sia una maggiore giustizia nei confronti di chi lavora, specie nei Paesi che producono a basso costo, spesso sfruttando i bambini; Ci fa risparmiare e imparare tante cose; … il resto lo scoprirete partecipando agli incontri!
Convegno “E’ L’ORA DELLE RELIGIONI? LA SCUOLA E IL MOSAICO DELLE FEDI”, 19 aprile 2002 presso Cem Mondialità, Istituto Saveriano - Via Piamarta,9 – 25121 Brescia. Per informazioni e iscrizioni Tel. 030.377.2780 (dal lunedì al venerdì 9.30 –12.30) E-mail cemmondialita@saveriani.bs.it Web:www.saveriani.bs.it/cem
All’interno del ciclo di incontri «LA GIUSTIZIA E' UGUALE PER TUTTI ?» organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Nogara (Verona) e dalla Biblioteca Comunale di Nogara "Elisa Masini" sabato 4 maggio alle ore 16 presso il Teatro Comunale di Nogara (via Roma, 1) si terrà la presentazione del libro di ELIO VELTRI "Le toghe rosse" (Baldini & Castaldi) e dell'ultimo libro di MARCO TRAVAGLIO, GIANNI BARBACETTO E PETER GOMEZ «C'era una volta Mani Pulite» (Feltrinelli). Interverranno: MARCO TRAVAGLIO Giornalista de "la Repubblica"; PETER GOMEZ (giornalista de L'Espresso); ELIO VELTRI, Presidente dell'Associazione "Democrazia e Legalità"; PAOLO ANDREOLI, Sindaco di Nogara. Tutti sono invitati. Per informazioni http://digilander.iol.it/biblionogara ; biblionogara@libero.it .
La non violenza possibile: una sfida per la missione’. È il tema del convegno promosso dalla Fesmi (Federazione della stampa missionaria italiana) che si svolgerà a Verona, presso il Centro unitario missionario (Cum), dal 7al 9 maggio prossimi. L’iniziativa è un’occasione privilegiata per riflettere sul tema della ‘non violenza’, con l’aiuto di esperti i cui apporti saranno elaborati ed arricchiti in un’attività di dibattito e di laboratorio. “L’escalation bellica afgana, che ha fatto seguito alla tragedia delle ‘Twin Towers’ e del Pentagono, come anche i numerosi focolai di tensione in numerosi Paesi del Sud del mondo, esige da parte dei missionari un’attenzione privilegiata per un rinnovato annuncio del Vangelo della Pace”, ha commentato padre Ottavio Raimondo, segretario nazionale della Fesmi. Tra i partecipanti al convegno figurano i teologi Tissa Balasuriya dello Sri Lanka e don Gianni Colzani. Per ulteriori informazioni: raggio@rivistaraggio.org - sermis@emi.it
31 maggio – 1 giugno 2002 - 1° MEETING “REGNUM DEI” arte e preghiera all’Oasi San Giacomo (Vago di Lavagno – Verona) 1° Meeting all’Oasi San Giacomo di Vago di Lavagno (Verona), casa di incontri dell’Opera Don Calabria. Il 31 maggio e 1 giugno vedremo coinvolti, nel particolare momento di arte e preghiera, artisti, sportivi, laici, religiosi e quant’altro possa servire a testimoniare pace, amore e fratellanza come Gesù insegna. La manifestazione avrà inizio il 31 maggio alle ore 9.30 con un incontro-dibattito sostenuto da Don Antonio Mazzi che tratterà il “Disagio Giovanile”, compagno di viaggio di Don Mazzi, in questo contesto, sarà il popolare cantautore cristiano Roberto Bignoli (autorevolmente riconosciuto anche all’estero dove ha ricevuto numerosi premi). Interverrà il gruppo “Jazz & Fuoco” in uno spettacolo unico al mondo fatto di musica, favole e momenti pirotecnici. La sera del 31 maggio, alle ore 21.00, si esibirà il gruppo gospel “ Venice Gospel Ensemble & Vg’s Out” diretto dal M° Luca Pitteri (Saranno Famosi – Italia 1). Giorno 1 giugno il Prof. Emilio Gandini (Presidente Nazionale delle scuole professionali cattoliche), relazionerà sulle problematiche giovanili. Artisti e sportivi daranno la loro testimonianza. Giusto una pausa pranzo e si riprenderà con un bel momento di incontro tra giovani provenienti da varie parrocchie. Si esibiranno Giovani artisti e Gruppi canori. Parteciperà il “Circolo della Danza” con un gruppo di giovani ballerine dirette da Milena Spera. La Santa Messa delle ore 18.00 avrà la singolarità di essere animata da tutti i cantautori di Dio che aderiscono al Meeting. Alle ore 21.00, dopo una performance del gruppo “Jazz & Fuoco”, Concerto dei “Cantautori di Dio”. Avremo di scena Giuseppe Cionfoli, Michele Paulicelli (ForzaVeniteGente), Paolo Migani, Claudio Venturi, P. Sergio Tommasi, Jordan Sax, Rino Davoli, Gigi Giordano, Mario Migliarese, Don Giuseppe Moscati, Don Paolo Auricchio e altri. I due incontri mattutini saranno preceduti da un breve percorso Storico-Culturale sull’Oasi San Giacomo e sul Colle del Grigliano. Aspettiamo numerose adesioni da gruppi parrocchiali,oratori,scuole e da chiunque abbia voglia di esibirsi e incontrarsi con giovani e non di altre parrocchie, altre realtà, ma dello stesso ideale: Gesù. Contatti: Oasi San Giacomo Vago di Lavagno – Verona - Tel. 045.99.18.66 - Fax 045.99.15.48 Spaziofioritomariano@libero.it Organizzazione e Direzione Artistica : Rino Davoli: 338/5882169 rinodavoli@libero.it
Letter@ scomod@
Contro i mercanti di
armi, "Io difendo la 185": ULTIMA
CHIAMATA
Obiettivo 10 mila, Lunedi' 8 aprile la
Camera si pronuncera' sul ddl 1927 che svuota la legge 185. Facciamoci sentire!
La campagna iniziata 6 settimane fa contro il ddl 1927 e per la difesa di una
legge civile e democratica come la 185/90 che ci garantisce un minimo di
informazione e di controllo sulla vendita di armi pesanti e' stata un grande
successo. Qualche giorno fa abbiamo superato le 8000 adesioni online, oltre 3
mila sono di associazioni ed enti, calcoliamo che il numero totale delle
adesioni espresse in quelle 8150 firme elettroniche superi le 50 mila persone.
Questo basta a farne la piu' grande mobilitazione internet italiana. Dal sito
della rete di lilliput sono partiti oltre 3000 messaggi indirizzati via e mail
ai parlamentari, e dal nostro sono stati scaricati oltre 1000 moduli da spedire
via fax. Ebbene, lunedi' un parlamento ignaro, o colpevolmente indifferente,
decidera' (leggete a tal proposito gli articoli di Marescotti sul sito di
peacelink). Facciamo il possibile per arrivare a quota 10 mila firme online da
gettare nell'emiciclo di Montecitorio lunedi' mattina.
COSA FARE?
Spedisci questo messaggio a
tutti gli amici pregandoli di firmare; Puoi dare la tua adesione online e
consultare le informazioni: http://web.vita.it/185/ - Sul sito della
Rete di Lilliput puoi inviare una email al/la parlamentare del tuo collegio per
segnalargli/le la tua posizione: http://www.retelilliput.org -
Articolo di Alessandro Marescotti su Peacelink: http://www.peacelink.it/editorl/editorl.html -
La legge 185/90 e il commercio delle armi: una tavola rotonda: http://web.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=16307 -
Per tenerti aggiornato: http://web.vita.it/sotto/index.php3?SOTTOCATID=368 -
VITA non profit online - http://web.vita.it/home/
S.O.S. MADAGASCAR
Vogliamo
informarti sulla situazione che sta vivendo in questi ultimi mesi il Madagascar,
che sembra non interessare a nessuno (giornali, radio e TV non ne parlano!). Ti
invitiamo a leggere con attenzione il testo che segue; a seguire l’evolversi
della situazione consultando il sito www.misna.org : ad inviare una e-mail al ministero
degli Esteri: BERLUSCONI_S@camera.it . Il testo della e-mail che ti
proponiamo è quello che compare qui sotto.
S.O.S
MADAGASCAR
In Madagascar le elezioni
presidenziali tenutesi il 16 Dicembre 2001 hanno dato un risultato controverso.
Al termine dello spoglio, fonti governative assegnarono il 46,21% dei voti al
candidato dell'opposizione Mare Ravalomanana,: sindaco della Capitale
Antananarìvo e il 40,89% al presidente uscente Didier Ratsiraka. Stando.a questi
dati si rendeva quindi necessario il secondo voto di ballottaggio. Ma il
Comitato pro Ravalomanana ha denuncíato imbrogli e irregolarità, sostenendo dì
aver vinto al primo turno con il 52, 15% dei voti contro il 3 6,67% del rivale.
Il 22/02/2002 Rachel Razaiarivelo, alto magistrato malgascio, accompagnato da
giudici e da magistrati ha proclamato Ravalomanana presidente del Madagascar
nello stadio
di Antananarivo. Questi ultimi hanno spiegato i motivi che hanno condotto a
questa decisione e praticamente del parere che questa è una investitura
legittima con tutti i carismi della
legalità. La gente non si poteva contenere dalla gioia, ma gli scontri non sono
cessati. Il 28 febbraio il governo uscente ha imposto la legge marziale nella
capitale.
Posizione della Chiesa di
fronte a questa situazione - La Chiesa appoggia la
volontà popolare. La maggior parte degli elettori ha votato per Marc
Ravalomanana, che ha promesso di far decollare l'economia del paese. Per cui i
membri dirigenti delle Chiese cristiane in Madagascar (cattolici, protestanti,
anglicani ... hanno invitato tutte le persone a recarsi in Piazza 13 maggio per
pregare. Quest'annuncio è dì per sé contro il decreto emanato dal governo che
vieta le grandi riunioni ma la piazza è subito popolata. Da più di un mese ormai
giorno e notte la gente in milioni si raduna per pregare con la partecipazione
di centinaia di preti, pastori,
suore...
Posizione del corpo
militare
- Il 7 marzo 2002, 2 10 ufficiali delle forze amiate sono riuniti. Hanno dato
adesione al governo di Mare Ravalomanana, con loro vi sono lo stesso leader
dell'opposizione e il neoministro, della difesa, il generale Jules Mamizara.
Poche ore fa un altro noto ufficiale malgascio, il generale Ismael Mounibou ha
invece manifestato la sua fedeltà al Presidente uscente, Didier Ratsiraka, senza
però ottenere grande seguito. Questo crea una tensione all'interno del corpo
militare. Il ministro della difesa di Mare Ravalomanana ha riconosciuto che la
pace è minacciata e il suo appello ha creato una visibile emozione. Al momento non è chiaro
come la situazione possa sbloccarsi, in quanto,il centro Petrolifero dell'isola
(Tamatave) è ormai irragiungibile dalla capitale. Sostenitori del partito di
governo (AREMA) hanno smantellato un ponte sulla strada nazionale con
l’intenzione di impedire agli automezzi di passare. L'assenza della benzina e
gasolio crea disagio sia nelle fabbriche della capitale, sia nelle altre zone
intorno. Diventa difficile per la gente della campagna procurarsi i viveri e
beni dì prima necessità (es. farina, zucchero, sapone...). Desta preoccupazione
l'atterraggio a Tamatave di due aerei provenienti, uno dalla e uno dall'Algeria
sospettati di trasportare armi per il capo dello Stato uscente Didier Ratsíraka
che ai. controlli del personale. dell'aereoporto si sono rifiutati di mostrare
il loro carico. Per quanto riguarda l'aereo militare algerino sarebbe C‑ 130
“Hercule” con 5 tonnellate di merce nella stiva. Al momento, inoltre, nessuna
notizia è ancora pervenuta sul carico trasportato dall'aereo di Damasco. Si teme
che dietro il loro arrivo ci sia un accordo con l'ex‑presidente per mettere in
atto un massacro (genocidio) della
popolazione di Antananarivo.
Rivolgiamo a lei Signor Ministro degli Esteri nella speranza di trovare un autorevole canale di comunicazione che raggiunga i vertici del nostro Governo,e attraverso di essi, la più grande comunità internazionale, affinché intervenga tempestivamente come del resto ha fatto per l’ Iugoslavia (vedi elezioni presidenziali nel settembre 2000, in cui il candidato dell'opposizione, Kostunica, si è autoproclamato presidente anche se Corte Suprema non aveva riconosciuto la sua vittoria, mentre la Germania e l'Unione Europea hanno riconosciuto legittima la sua autoproclamazione, inviandone anche le meritate felicitazioni), a porre fine al genocidio perpetrato dal vecchio presidente Ratsiraka. Confidiamo insieme nella sua disponibilità.
SITI DA VISITARE
Per la pace una Marcia straordinaria
Per la situazione 'straordinariamente grave' del Medio
Oriente, la «Tavola della Pace» ha convocato un'edizione straordinaria della
Marcia della Pace Perugia-Assisi per il 12
maggio. In questo modo, la Tavola della Pace intende «rivolgere un
pressante appello ad Europa e Nazioni Unite ad intervenire subito in difesa dei
piu' indifesi, della giustizia e della legalita' internazionale». Chiesto anche
l'invio in Medio Oriente di «una forza di interposizione» che promuova il
"cessate il fuoco". La Tavola della Pace coordina il lavoro di centinaia di
associazioni pacifiste, religiose e laiche.
Iniziative e manifestazione nazionale EXA 2002
MARZO
2002 - Abbiamo incontrato a Sarajevo nei giorni scorsi il vescovo ausiliare
mons. Pero Sudar e insieme ci siamo confrontati sulla vita pastorale e sugli
scambi tra Chiese vicine. “In
Bosnia” – ci dice – “la Chiesa ha una missione difficile, ma importante: quella
di far coraggio, di promuovere i valori che devono sopravvivere nonostante le
tante prove e di prospettare un futuro di pace”. Si
prova una forte emozione nell’incontrarlo perché ha una straordinaria capacità
di leggere in profondità i fatti e perché in una terra martoriata dalla guerra
il Gesù di Nazaret chiede di servire l’uomo e l’uomo povero
innanzitutto.
Vivere a
Sarajevo, oggi
Mons. Sudar ci racconta delle difficoltà di vivere a Sarajevo a sei anni dalla fine dell’assedio. Mentre nel centro-città nella Ulica Ferhadja fioriscono boutique di lusso, nelle strade accanto la gente vende un po’ di tutto. All’osservatore esterno appaiono grandi differenze tra i vari quartieri della città e mentre i “nuovi ricchi” bosniaci a bordo di jeep o macchine lussuose scorazzano per la città si nota che non pochi sono i bambini che chiedono l’elemosina invece di frequentare la scuola. E’ difficile dire come vive la gente a Sarajevo e quanta sia, perché a Sarajevo come in tutta la Bosnia-Erzegovina c’è una grandissima varietà etnica e molti sono quelli che hanno dovuto abbandonare le loro case. Dinanzi a questa situazione più di qualcuno oggi sembra rimpiangere i tempi dell’assedio perché durante la guerra tutti erano uguali e le organizzazioni umanitarie distribuivano generi alimentari. Oggi, anche coloro che lavorano per l’economia locale prendono un salario insufficiente quando lo ricevono, a meno che non abbiamo la fortuna di lavorare per le organizzazioni straniere. Per coloro che non lavorano la vita quotidiana è molto dura. Questa situazione spaventa e la Chiesa bosniaca si chiede come poter contrastare la disgregazione e l’individualismo. Patire, restare, trovare un lavoro. Sono questioni che lacerano numerose famiglie. Mons. Sudar ci dice con forza che “Sarajevo è la frontiera per costruire la pace in Europa” e ci pone l’interrogativo se anche per noi non sia giunto il momento di chiederci se l’Europa dopo Dayton stia vivendo la vera pace.
Chiesa
tra promozione della pace e impegno sociale
Il mondo occidentale non può continuare a fare la gara con il mondo islamico sulle ideologie, ma deve cercare e costruire dei percorsi di convivenza. E’ il Vangelo che chiede ai cristiani di costruire una società più giusta in Bosnia-Erzegovina, così come in Italia e nelle altre parti del mondo. “La pace non può essere protetta con la violenza”. Con parole chiare mons. Sudar ci dice che “l’unica strada che ci porta dalla ingiustizia alla giustizia, dalla pace ingiusta a quella giusta è il pensare ed operare senza la violenza. La comunità internazionale appare schizofrenica perché da un lato condanna Milosevic e dall’altro accetta il piano di spartizione (ndr. Dayton) proposto dai potenti amici dello stesso Milosevic. Per questo li ha chiamati a testimoniare nel processo che si sta tenendo all’Aja. Senza la capacità di trovare un “modus vivendi” pacifico tra i musulmani e le altre religioni non è possibile arrivare ad una pace duratura”. “La Chiesa di Bosnia-Ezegovina ha bisogno di essere sostenuta in questa sua linea di apertura anche dalle Chiese vicine per la costruzione di una pace vera, perché la missione della Chiesa universale si testimonia anche nei luoghi di confine come Sarajevo. E’ importante aiutare quelli che sono rimasti ad avere il coraggio di rimanere. Ciò vuol dire essere in contatto con la comunità e dimostrare nel tempo solidarietà e vicinanza”
Quali
scambi possibili?
“Molte diocesi italiane hanno fatto la scelta del gemellaggio con una parrocchia, impegnandosi ad accompagnarla nella cita pastorale e nella vita sociale.Un’altra strada è del sostegno alle scuole interetniche che l’Arcidiocesi di Sarajevo sta promuovendo come segno di convivenza e di speranza. Grazie all’impegno della Chiesa italiana, ma anche di Caritas diocesane (come quella di Treviso) e associazioni (come le ACLI di Mirano) l’istruzione rappresenta un momento di normalizzazione per le nuove generazioni. Oggi le scuole sono un segno evidente di una nuova primavera per Sarajevo in quanto dimostrano che ragazzi di genitori che si sono odiati e combattuti a vicenda, possono e vogliono studiare e crescere insieme. La storia dell’Europa ci insegna che in tutti i momenti di crisi le terre dei Balcani sanguinavano e ogni volta quando esse sanguinavano l’Europa verificò la sua incapacità e disunione. Il fiore della speranza e dalla pace deve colorare queste terre così a noi vicine. Mons. Sudar si congeda dicendoci: “Sono profondamente convinto che il futuro della pace in Europa dipende dalla capacità di trovare una pacifica convivenza tra il mondo, che siamo soliti chiamare, occidentale e quello islamico. Bosnia ed Erzegovina possono essere non soltanto un modello ma un laboratorio di convivenza.” (Enrico Vendrame - Treviso)
Mi
soffermo su due esempi emblematici: 1. Agli inizi dell'anno l'IPEC del
Sudamerica ha diffuso un rapporto (che incontri alla pagina web: www.oit.org.pe/spanish/260ameri/oitreg/activid/proyectos/ipec/balancesa.shtml
)
che dichiara: "in America Latina c'e' una situzione eccezionale che consideriamo
fondamentale per intendere e capire la strategia del programma (di erradicazione
del lavoro minorile). Esiste nella regione un movimento di organizzazione e
promozione dei bambini e adolescenti lavoratori (NATs). Queste organizzazioni
che sono ubicate fondamentalmente in Peru', Bolivia, Ecuador e Paraguay, hanno
un indubbio radicamento e "difendono" il lavoro minorile. Queste organizzazioni
hanno tenuto senza dubbio un'influenza notevole nella redazione dei Codici del
Minore in alcuni paesi (Peru' e Paraguay per esempio).Uno degli sforzi dell'IPEC
ha consistito, senza entrare in confronti dialettici, nell'indicare ai governi i
pericoli di questo tipo di movimenti e nel creare alleanze strategiche con varie
ONG dei paesi come contrapposizione a questi movimenti dei Nats". Il volto
neoliberale adultocentrico del pensamento unico per l'infanzia non tollera la
valorizzazione critica del lavoro minorile che lotta per la dignita' del lavoro
come spazio di educazione, di gioco, di organizzazione, di cittadinanza
attiva, di microimprenditorialita' anche come lotta alla poverta', come
strumento preventivo del disagio, non tollera il protagonismo dei movimenti Nats
(che stanno preparando un incontro mondiale in cantiere per l'anno prossimo, con
l'appoggio di ITALIANATs, rete di 18 Ong, centrali del commercio equo,
associazioni che in Italia sostengono l'attoria sociale, economica, politica e
culturale dei Movimenti Nats in America Latina, in Africa e India) e da tempo
l'Organizzazione Internazionale del Lavoro OIL ha dichiarato guerra a questi
piccoli sovversivi che si sono permessi di opporsi anche alla Global March, ora
in una nuova edizione, perche' era orchestrata solo dagli adulti e non
differenziava il CHILD LABOUR dal WORKING CHILDREN (ricordo che in Ecuador
addirittura la potente istituzione ecclesiale dei Salesiani di don Bosco si era
schierata contro la Global March con la partecipazione dei ragazzi di strada
insieme a P. Edoardo Delgado, in seguito rettore della famosa Universita'
Salesiana di Quito che ha osato accogliere gli indios durante il leviantamento
del gennaio 2001 e poco tempo fa estromesso per la sua missione
socio-politica).
2. Il 31 dicembre 2001 il quotidiano spagnolo "El Pais"
ha diffuso gli estratti di un documento dell'Agenzia statunitense Centrale di
Intelighencia CIA dal titolo "Tendenze Globali 20015", inerente una nuova
minaccia da affrontare: i movimenti indigeni di resistenza. Segnala che "questi
movimenti si incrementaranno, facilitati da gruppi internazionali dei
diritti umani ed ecologisti ben finanziati" e aggiunge che "le tensioni si
intensificheranno nell'area che va dal Messico alla regione amazzonica". "La
storia recente dei movimenti indigeni continentali, specialmente durante
l'ultima decade del ventesimo secolo (l'insurrezione armata zapatista in
Chiapas, le grandi mobilitazioni indigene in Ecuador, i processi politici aperti
dagli indigeni in Colombia in mezzo alla guerra interna, i conflitti per le
risorse naturali nella costa atlantica del Nicaragua, la resistenza aymara in
Bolivia di fronte alla politica antidroga del Presidente Banzer) preoccupa chi
gestisce la politica di sicurezza emisferica degli USA. Le strategie della
sicurezza continentale sono coscienti dei pericoli che crea l'incompatibilita'
tra le politiche economiche neoliberiste e la democrazia. La CIA afferma che i
governi latinoamericani dovranno affrontare la tensione tra come gestire le
implicazioni del processo di globalizzazione e la democratizzazione. La
governabilita' nazionale nel continente non sara' un compito facile per i quadri
tecnici neoliberali che non saranno uguali per tutti, il Nord continuera' a
vivere nell'abbondanza a costo dell'esclusione e della poverta' dei popoli del
Sud del Mondo" (ALAI, febbraio 2002). Ho sperimentato la veridicita' di questo
parole mentre lavoravo (nel gennaio e febbraio scorso) in Ecuador per Accion
Ecologica, la principale e battagliera ong ambientalista radicale del paese
andino. Abbiamo organizzato una campagna internazionale contro la costruzione
dell'Oleodotto "Crudos Pesados" OCP che sta distruggendo l'Amazzonia mettendo a
rischio l'ecosistema e le comunita' indigene locali, con il coinvolgimento degli
ecologisti tedeschi, statunitensi (in prima fila con Amazona Watch) e italiani.
Dopo il bombardamento mediatico che la missione esplorativa di Greenpeace -
Germania e della Campagna italiana contro il finanziamento della BNL e la
partecipazione dell'AGIP nel progetto OCP, rappresentata da Jaroslava Colajacomo
della Campagna per la riforma della banca mondiale, ha suscitato, e' intervenuto
anche il presidente Noboa che ha definito "un branco di imbecilli " quei
militanti ecologisti di estrema sinistra. Provo a sognare l'elezione di uno di
questi sovversivi: Auki Tituaña, 38 anni, primo candidato indio della
Confederazione delle nazionalita' e dei popoli indigeni dell'Ecudor CONAIE che
aspira alla presidenza della repubblica dopo 8 anni di esperienza di bilancio
partecipativo e di sviluppo sostenibile come sindaco di Cotacachi (ha
recentemente vinto il premio internazionale "citta' per la pace" dato
dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la
Cultura UNESCO e Vice-presidente nazionale dei Municipi dell'Ecuador. Un
estremista, un grunen (alla tedesca), un Alex Langer indios al potere che parla
anche di debito ecologico (consiglio di leggere la dichiarazione finale del
Tribunale Internazionale di Popoli sul debito estero svoltosi al Foro Sociale
Mondiale di Porto Alegre) non sarebbe tollerato e ci penserebbe subito un
eventuale embargo Usa o un "invasione" dalla base Usa di Manta per
detronizzare un altro pericoloso terrorista amico di Fidel Castro.
I
POTENTI DELLA TERRA
La Conferenza delle Nazioni Unite "Finanza per lo
Sviluppo" svoltasi la scorsa settimana a Monterrey, ha chiuso i battenti
con il discorso del Presidente Bush che idolatra il libero commercio e le
riforme economiche e politiche cancellando l'aiuto ai paesi poveri, riaccendendo
i riflettori sulla politica imperialista dei potenti della terra. Non importa
nulla che lo stesso segretario dell'Onu, il mansueto Kofi Annan, dal vertice di
Monterrey abbia ricordato che i 22 paesi ricchi del mondo dovrebbero portare da
50 a 100 miliardi di dollari l'anno i loro aiuti contro la povertà, nè che Stati
uniti e Unione Europea, rifiutando di fissare percentuali minime fisse (il
famoso 0.7% del Pil), portino la responsabilità dei 30 mila bambini del terzo e
quarto mondo che muoiono ogni giorno per denutrizione e malattie guaribilissime
(ogni giorno, dieci volte più morti di quelle provocati dagli attentati contro
le torri gemelle neyorkesi). Il prezzo dell'egemonia e del mercato.
I
PICCOLI DELLA TERRA
I piccoli della Terra stanno globalizzando la speranza,
promuovendo giustizia che significa neutralizzare la polveriera, cambiare le
"strutture di peccato" come lo strangolamento economico attraverso il meccanismo
"usurario" del debito e della rapina delle materie prime, la concentrazione
della terra e della ricchezza nelle mani di una ristretta elite privilegiata, la
morte per fame, per malattie evitabili, per nuovo schiavismo, per privazione dei
diritti umani, ecc. Ieri a cena riflettevo con i Nats del MNNATSOP (Movimento
Nazionale dei Nats organizzati del Peru'), dove vivo, l'ingiustizia di essere
stati esclusi dalle selezioni della famosa Universita' S. Marcos (la piu' antica
dell'America Latina con oltre 450 anni di storia): l'esclusione da una
educazione di qualita' e' un'altra piccola-grande ingiustizia che sperimetano
sulla propria pelle i leader Nats, per non parlare della schiavitu' della
miseria, della violenza maschilista. E' una Via Crucis proiettata verso la
Resurrezione che fa memoria della vita di Gesu' nats, figlio di un falegname,
nato in una mangiatoia, concepito in una situazione irregolare perche Maria non
aveva formalizzato la sua relazione con Giuseppe, costretto alla migrazione
forzata per fuggire dal massacro, dalla sottomissione dell'impero romano, come
ci ha spiegato Alejandro Cussianovich, co-fondatore dei Movimenti Nats, teologo
della liberazione, ex salesiano, coordinatore dell'Istituto Latinoamericano di
formazione per educatori dei Nats IFEJANT (dove sto lavorando).
La settimana
scorsa ho concluso un corso latinoamericano di formazione per educatori popolari
di NATs. Condividendo i 20 giorni di corso residenziale nella casa della GIOC -
Gioventu' Operaia Cattolica, respirando un bel clima latinoamericano con giovani
provenienti da Peru', Cile, Ecuador; ho conosciuto l'esperienza di Carla, la
"guerrigliera" di Santiago (la cui semplicita' e dolcezza mi ha fatto ricordare
il film di Kean Loach "la canzone di Carla" nel Nicaragua sandinista), durante
l'opposizione alla dittatura di Pinochet, utilizzando l'educazione popolare
nella sua valenza socio-politica. Gladys di Ayacucho ci ha raccontato la
violenza politica di Sendero Luminoso e dell'esercito di Stato e la radicalita'
della pedagogia della TERNURA (la pedagogia della pelle in Brasile,
teorizzata da P.Julio Lancellotti) come forma di riconciliazione e di educazione
alternativa in un contesto di violenza sistematica che paragona la guerra del
terrorismo ideologico fujimorista in Peru' con i crimini del narcotraffico nelle
favelas di S. Paulo. E su questo filone dibattevamo sulla Pedagogia degli
Oppressi di Paulo Freire.
Emerge l'urgenza di una nuova cultura di scambio
nel rapporto tra i popoli che non metta sempre al primo posto la logica del
profitto e la legge del piu' forte (militarmente ed economicamente), ma quella
della tolleranza e del rispetto reciproco, della convivenza, della
"convivialita' delle differenze" e dello sviluppo sostenibile comune.
E' una
civilizzazione della poverta' "in cui la povertà non sarebbe più la privazione
del necessario e del fondamentale dovuta all'azione storica di gruppi o classi
sociali e di nazioni o insieme di nazioni, ma uno stato universale di cose, in
cui è garantito il soddisfacimento dei bisogni fondamentali, la libertà delle
scelte personali e un ambito di creatività personale e comunitaria che consenta
la comparsa di nuove forme di vita e cultura, nuove relazioni con la natura, con
gli altri, con se stessi e con Dio"( John Sobrino, teologo della liberazione del
Salvador).
E' la civilta dell'amore che trasforma la cultura del dono nella
tenerezza dei popoli. E' la forza dei martiri che risorgono nella liberazione
dei popoli oppressi, come ci testimonia Mons. Oscar Romero, ucciso sull'altare
in Salvador proprio 22 anni fa (sento la nostalgia della celebrazione nella
Basilica dei S. Apostoli dove per tre anni ho organizzato quest'incontro
latinoamericano con Gianni Novelli del Cipax, Antonio dell'Oglio di Pax Christi,
Luca Pandolfi del Sal.)
CONCLUSIONE
Qui a Lima dopo il dolore per il
massacro causato dal barbaro attentato nei pressi dell'Ambasciata statunitense,
la vita continua, dando spazio alle relazioni umane, perdendo tempo per un
abbraccio, per condividere' l'UNICITA' di un volto, di un sorriso, di
un'attenzione che solo la poverta' sa mettere in luce e valorizzare, per
ascoltare il MISTERO della vita che anche in ginocchio si rialza, sorretta da
una speranza rivoluzionaria "che rende nuove tutte le cose". L'essenza della
Pasqua e' ostinarsi a credere che la speranza e' un orizzonte di RISURREZIONE,
che pulsa passione per la Vita quando attorno la Morte sembra avere l'ultima
parola, quando trasforma la prassi di liberazione in cambiamento personale e
comunitario sulla scia di un altro mondo possibile, sulle orme dei martiri
innamorati dell'utopia possibile che risorgono nelle lotte dei poveri, nella
creativita' di piccoli animatori ex ragazzi/e di strada moltiplicatori di una
coscienza nuova , nella militanza dei costruttori di pace, RIBELLI PER
AMORE.
A cura di Cristiano
Morsolin*
*Educatore militante che da nove mesi sta condividendo il
cammino con i ragazzi/e lavoratori organizzati nei Movimenti Nats dell'America
Latina, nell'ambito di progetti in Perú' ed Ecuador che gravitano attorno
all'Associazione Internazionale "Noi Ragazzi del Mondo", presieduta da don
Franco Monterubbianesi della Comunita' "Capodarco", membro di
ITALIANATs.
Espulsi da Israele
Le
forze di polizia israeliane si sono comportate con brutalità. La delegazione ha
cercato di fare resistenza passiva, sedendosi per terra nell'aeroporto, ma
Luciana Castellina, ex parlamentare europea, e Claudio Sabattini, segretario
generale della Fiom, sono stati trascinati via con la forza, mentre Vittorio
Agnoletto è stato portato in una stanza e, come ha poi raccontato, "massacrato
con pugni e calci". Anche Marco Revelli è stato malmenato. Il senatore verde
Francesco Martone e la deputata verde Luana Zanella sono stati trattenuti e
infine, pare, sono i soli ad essere stati ammessi in Israele, insieme ad alcuni
altri parlamentari dei Ds.
La
delegazione, della quale fa parte la redattrice di Carta Anna Pizzo è
stata imbarcata sull'aereo Olympic, con scalo ad Atene, con il quale tornano
anche molti di Action for Peace arrivati in Israele una settimana fa. La
delegazione ha cercato in ogni modo di ritardare la partenza
dell'aereo.
Jerusalem 05-04-2002 ore 00,15-. La battaglia
attorno alla Basilica di Betlemme infuria e l'esercito d'Israele ha fretta di
stanare gli asserragliati. Sembra che abbia tentato un attacco, ma senza
entrare. Apprendo che i rifugiati sono del gruppo estremista "Tanzim", odiati
anche dai Palestinesi. A questi terroristi non interessa niente della causa
palestinese, ma solo rendere difficile la vita ad Arafat. A Betlemme hanno
sequestrato case di civili per installarsi loro, in attesa dello scontro. Al
momento cruciale non si sono rifugiati dentro la Moschea che è di fronte alla
Basilica, ma hanno occupato il luogo simbolo dei cristiani per
coinvolgerli e forse sapendo di potersi servire dei frati come scudi. La
loro cattura non farebbe piangere nessun palestinese di Betlemme. Questa
la situazione oggettiva, che riporto come l'apprendo. Tutto ciò non
giustifica minimamente il comportamento di Israele, che diventa sempre più
complice del proprio governo se è vero che oltre il 60% della popolazione
le approva. Bisogna fare chiarezza e distinguere e separare e chiamare le
cose per nome. Anche nel racconto della creazione (Gen 1,1-24), Dio separa e
chiama per nome e per scopo. Il nome dato deve corrispondere ai frutti generati
e questi identificheranno e giudicheranno i nomi, quelli veri da quelli
falsi.Tutti sono felici che Bush abbia battuto un colpo come un fantasma
svegliatosi dal suo letargo. Anche i giornali e le tv indipendenti si erotizzano
alla notizia. Nessuno che abbia messo in evidenza l'inganno di questo
risveglio.
Bush non è intervenuto perché convinto o perché deciso a porre fine alla
mattanza d'Israele o per interessi umanitari verso le disperate popolazioni
palestinesi. E' intervento perché "costretto" dalla diplomazia mondiale, dal
papa, all'Ue, ai paesi arabi che hanno minacciato (timidamente) uno scollamento
nella solidarietà all'America. Bush doveva intervenire, ma, dicono i giornali di
qua, che ha concesso a Sharon alcuni giorni ancora perché possa finire la sua
"Protective
Wall Offensive ", cioè la distruzione totale delle infrastrutture dell'ipotetico
Stato Palestinese. Le infrastutture terroristiche sono: le case dei civili, le
singole stanze all'interno delle case, l'acqua ai civili, la luce ai civili, il
cibo dei civili, gli aiuti della Luna Rossa (Croce Rossa), gli orti dei civili,
gli alberi da frutta, le strade di comunicazione. Tutte case contattate dai
militari sono rimaste senza mura interne, restano solo le sagome esterne. I
carri armati sono seguiti dappertutto dai bulldozers e dalle scavatrice. Per
decenni sarà impossibile coltivare le terre violate. Oh, sì! Bush è intervenuto,
grazie "double V"! La popolazione palestinese, riconoscente, ringrazia di cuore
e supplica di continuare così per il suo bene e la sua
sicurezza!
Dietro
questo intervento si cela l'inganno americano e la foglia di fico con la quale
le cancellerie del mondo cercano di nascondere le loro
vergogne.
L'America pretende di insegnare la morale a tutto il mondo, chiamando a raccolta
contro il terrorismo che è frutto del sistema americano globalizzato e imposto
con la violenza dell'economia ad un solo senso all'intero pianeta affamato,
malato e depredato. L'America è immorale e non abbiamo nulla da imparare da lei
che piega verità e giustizia a suo uso e consumo. L'America protegge e coltiva
l'ingiustizia del MO in difesa di un governo che sta ponendo le basi per la
distruzione del suo stesso popolo. Sharon che sta assassinando popolazioni
inermi è responsabile di tutto ciò che il suo popolo vivrà nei prossimi decenni,
di tutte le morti, di tutte le sofferenze.
La
morale e la lotta al terrorismo non sono e non possono essere elastici da
allungare o restringere secondo le proprie necessità. La morale è una e deve
valere su tutto l'universo umano e statuale. La lotta al terrorismo deve essere
univoca e non esiste terrorismo buono e cattivo. Perseguire gli omicidi di
Israeliani ignari e innocenti è sacrosanto, ma è altrettanto sacrosanto
perseguire il terrorismo che Israele perpetua nei territori e parlo solo di
quello di cui sono testimone da soli quattro anni.
Si dice che Arafat fallì a Camp David, quando non accettò le offerte di Barak!
Solo chi non vuol vedere è cieco impenitente. Mentre Barak offriva l'autonomia
di quasi tutti i territori, decuplicava gli insediamenti negli stessi territori
che diceva di volere cedere. Non è terrorismo questo? o Deve chiamarsi "scudo
protettivo dei Palestinesi"? Si licenziavano 150 mila arabi e si importavano
schiavi dalla Romania e dai paesi dell'Est con la promessa che appena finita
l'emergenza sarebbero stati rispediti a casa. La nuova tratta degli schiavi.
Devo dirvi come vivono i clandestini (ma sfruttati apertamente dallo Stato) che
lavorano qui? Bisogna esserci per essere capaci di ogni ribrezzo possibile e non
è ancora sufficiente!
Il capo di gabinetto del governo israeliano, Shaul Mofaz, ha confermato questa
mattina che i 20.000 riservisti continueranno ad essere "richiamati per almeno
un mese".
Nelle zone occupate, è impossibile entrare o uscire. Israele controlla tutto
anche le notizie, per cui anche i vostri giornali riportano solo le informazioni
che distribuiscono i canali ufficiali, così pur avendo una massa di notizie,
restate semrpe all'oscuro di ogni cosa e principalmente della
verità.
Gli ebrei nel mondo hanno cominciato a giocare sull'antisemitismo risorgente.
Questo canzone non commuove più, perché loro stessi sanno benissimo che non è
vero. Difendevo gli Ebrei ogni volta che erano attaccati o violati, difendevo il
loro diritto, sempre con la stessa passione e rabbia con cui oggi difendo e
rivendico il diritto dei Palestinesi a non essere bestie da macello nelle loro
stesse case. Il diritto come la morale è uno solo, non due.
Non
sono antisemita e non lo sono mai stato. Sono "semita" per naturalità
spirituale, sono "semita" per scelta di fede, sono "semita" per dono di fede e
"semita" significa appartenere contemporaneamente all'unico popolo di Palestina
che comprende due etnie, quella ebrea e quella araba.
Nessuno ha il diritto, nemmeno gli Ebrei, tanto meno gli Ebrei, di giocare sulla
memoria e sulla morte di 6 milioni di morti ammazzati e trucidati dalla follia
nazista, complice l'Europa della maggioranza silenziosa.
Nessuno!
Quella stessa follia che oggi rinnova la stessa Shoah e lo stesso scempio e, ciò
che è più tragico, da parte di quegli stessi che lo hanno subito sulla propria
pelle e che dovrebbero averne più orrore degli altri.
3 milioni di Palestinesi sono profughi in Giordania; 2,5 milioni di Palestinesi
vivono dal 1948 in autentici campi di concentramento, senza le minime garanzie
igieniche; 1 milione di Palestinesi è ramingo nelle proprie terre e nelle
proprie case, in attesa che arrivi l'esercito e faccia
pulizia.
Non sono antisemita, non sono antiebreo, sono solo orripilato di fronte ad ogni
campo di concentramento che si chiami Auschwitz o Jenin che si chiami Birchenau
o Balata, di fronte a chiunque li permetta e li tolleri che si chiami Bush,
Sharon, Hitler e Mussolini o Petain!
(Paolo
Farinella, prete) Chi fosse interessato a ricevere le comunicazioni via e-mail
di Paolo Farinella, invii il proprio recapito a: paolofa@netvision.net.il
SOAVE: LEGAMBIENTE E... L'AMORE DI SILVIA
Sabato
18 Maggio 2002, nell'ambito della Festa Medievale del Vino bianco Soave, che si
tiene abitualmente la terza domenica di Maggio a Soave (VR),
il circolo Legambiente Soave, con il patrocinio del Comune e della
Pro Loco, la collaborazione ed il contributo del Centro di Servizio per il
Volontariato della Provincia di Verona, organizza per il secondo anno
consecutivo una manifestazione a carattere di rassegna sul tema:
"L'AMORE DI
SILVIA" in riferimento ad un angolo nascosto di Parco Zanella detto "luogo di
Silvia" dove la contessa era solita incontrarsi con il proprio amante. Il tutto
si svolgerà nell'arco della serata del 18 Maggio 2002 a partire dalle ore 21,00
presso Parco Zanella - Soave (VR) tipico giardino all'italiana nel cuore del
borgo medievale. La partecipazione è aperta a tutti. E' possibile inviare:
poesie, lettere, brevi racconti (max 5 cartelle), o dialoghi (max 5 cartelle)
sul tema dell'amore. La manifestazione non ha carattere di concorso.
Tra
tutte le opere ricevute saranno selezionate le più originali che verranno lette,
recitate o messe in scena per la serata stessa da poeti ed attori
professionisti. Durante la manifestazione il parco sarà animato da figuranti in
costume medievale: damigelle, cavalieri, soldati ed artigiani all'opera con
strumenti dell'epoca. Tutto il materiale dovrà essere inviato entro il 30 Aprile
2002 a: Legambiente Soave Via Cà del Bosco n° 1, 37038 Soave (VR) e-mail: legambiente.soave@libero.it
OSCURIAMO LA TV IL 20 APRILE
ASSOCIAZIONE
LE GIRANDOLE
Aderiamo alla giornata dell¹OS.TE
... fai girare la
voce ...
Caro amico, cara amica, Il nostro prossimo appuntamento è
per il 20 aprile, la giornata dell'OS.TE. (OS.curiamo la
TE.levisione).Abbiamo pensato di incontrarci alle 19.30 in piazza Mercanti, a
Milano per suonare tutti insieme un "campanello d'allarme": allarme contro
il monopolio dell'informazione televisiva che tende ad assopire le coscienze, il
pensiero, la capacità critica e la dignità, trasformando i cittadini in un
immenso pubblico pagante e compiacente.
Invitiamo tutti i cittadini a
portare campanelli, campanelle, campanacci e simili, ma anche altri strumenti
(chitarre, tamburi, tamburelli. maracas) per divertirci tutti insieme e per
renderci visibili. Sarà una serata di festa, con una banda che suonerà per
noi; distribuiremo piccoli gadgets come spillette commemorative ("dai,
spegni la TV ed esci con me!" o qualcosa di simile) e, naturalmente, girandole;
faremo in modo di ottenere sconti in librerie, osterie, trattorie e altri locali
a chi si presenterà con uno di questi oggetti. Ti preghiamo, a questo
proposito, se conosci locali amici di chiedere se sono disposti a fare degli
sconti e di comunicarcelo; saremo felici di ricevere un aiuto anche da te e,
come sempre, ti chiediamo di fare girare la voce. A presto e
grazie. Le Girandole * legirandole@tiscali.it (tel. 02
89421496) www.legirandole.it * italiademocratica@virgilio.it -
www.litaliademocratica.it
OS.curiamo la
TE.levisione
Sabato 20 aprile giornata dell'OS.TE. Lanciamo la
nostra idea di oscurare la televisione, perché riteniamo sia l'unica maniera per
poter combattere il monopolio dell'informazione televisiva, FACENDO CAPIRE A
BERLUSCONI QUANTI SIAMO E COME CI MUOVIAMO. Organizziamo in tutte le città
comitati per iniziative alternative: cinema, musica, visite guidate ai musei,
giochi e animazioni per bambini nei parchi, serate di lettura sulla
Costituzione. Coinvolgiamo le parrocchie e le scuole, i sindacati e le
associazioni, mettiamoci in rete per far sentire alta la protesta della società
civile. Vogliamo far capire al mondo intero l'anomalia (esclusivamente italiana)
di un presidente del Consiglio che ha il monopolio televisivo, con tre reti di
sua proprietà e tre reti direttamente controllate.
Questa iniziativa
vuole essere un gesto importante e simbolico, che faccia discutere tutti i
cittadini sull'opportunità di fare qualcosa immediatamente: cominciamo a non
guardare più la televisione, soprattutto nel prime time: ogni nostra televisione
accesa è come un voto a favore del padrone, che ne intasca i proventi
pubblicitari.
Chiediamo a tutti coloro che condividono questo appello
indipendentemente dal loro schieramento politico, di firmarlo e farlo girare il
più possibile.
PERCORSO FORMATIVO TRIENNALE
"L’EDUCAZIONE ALLO
SVILUPPO: RESPONSABILITÀ E PARTECIPAZIONE DI
TUTTI"
“Il percorso formativo che proponiamo" – ha dichiarato Rosario Lembo, Presidente del CIPSI – "è finalizzato alla formazione, alla ri-qualificazione e all’aggiornamento degli operatori del settore Educazione allo Sviluppo e di quanti lavorano nell’ambito della sensibilizzazione sulle tematiche dei rapporti Nord/Sud e della solidarietà internazionale, alla luce dei nuovi scenari conseguenza della globalizzazione e delle mutate direttive nazionali ed europee sulla cooperazione allo sviluppo. Di fronte al clima di guerra nel mondo –Israele-Palestina, Afghanistan, …- e di individualismo competitivo, è indispensabile cambiare le cose qui da noi, in Italia, a livello sociale, politico, di comportamenti, di coscienza, e l’educazione allo sviluppo è uno strumento fondamentale per raggiungere questo obiettivo". Il percorso formativo triennale "L’Educazione allo Sviluppo: responsabilità e partecipazione di tutti" promosso dal CIPSI e Volontari nel mondo FOCSIV, all’interno del progetto di Capacity Building per l’Educazione allo Sviluppo "Conoscere, agire, educare a uno sviluppo sostenibile tramite una cittadinanza attiva", è ormai giunto al suo secondo anno. Quest’anno sono previsti due incontri nei mesi di giugno e ottobre. Per favorire la partecipazione anche di coloro che lavorano in aree più decentrate il corso sarà realizzato contemporaneamente in sei località italiane abbinate: Padova-Bologna, Milano-Novara, Roma-Napoli. Le iscrizioni sono ancora aperte anche per chi non ha partecipato all’anno 2001: chi è interessato può iscriversi entro il 12 aprile. Se ci saranno almeno 15 "nuove iscrizioni", verrà realizzato un quarto corso di "recupero" per i nuovi corsisti (le sedi verranno individuate sulla base delle richieste): il primo incontro verterà sui contenuti ed i temi affrontati nel corso del primo anno, mentre il secondo incontro riprenderà il programma previsto per il secondo anno del Percorso Formativo Triennale. A carico dei partecipanti è prevista un contributo forfetario di € 124,00 complessivo per i due incontri annuali, a copertura delle spese di vitto e alloggio.Le iscrizioni dovranno pervenire via internet, e-mail, fax o posta entro il 12 APRILE 2002 a: CIPSI Coordinamento di Iniziative popolari di Solidarietà Internazionale, Viale Baldelli 41 – 00146 Roma - tel. 06 5414894 – fax 06 59600533 – e-mail: eas@cipsi.it Il programma completo del corso e la scheda di iscrizione sono disponibili sul sito: http://www.cipsi.it/home/dettagli.asp?ID=150&tipo=2
SGUARDI SULL'ISLAM IN ITALIA
Lo vogliamo o no, ci troviamo a vivere in una società multiculturale e globalizzata. Quanto va succedendo dall’11 settembre in poi, non ultima la crisi in Medioriente, ci provoca a cercar di capire più in profondità culture e religioni ormai presenti sul territorio, con le quali il nostro modo di pensare e di agire deve confrontarsi. E’ questo lo spirito con il quale il Griot (Gruppo di ricerca su islam e occidente a Treviso) propone a partire dal 9 aprile un ciclo di conferenze dal titolo “Sguardi sull’islam in Italia”. Il Griot si è formato dopo gli eventi successivi all’11 settembre. Si propone di analizzare i mutamenti in atto nel territorio a partire dalla presenza di persone appartenenti a percorsi culturali diversi, con particolare attenzione alla situazione dei musulmani nel trevigiano. Vi aderiscono singoli e associazioni interessati al fenomeno, di area ecclesiale e laica. “Sguardi sull’islam in Italia” è organizzato in collaborazione con il Gruppo di ricerca islam e modernità costituitosi presso il Dipartimento di Sociologia dell’Università di Padova e coordinato dal prof. Enzo Pace. Tale gruppo sta svolgendo da alcuni anni interessanti ricerche e riflessioni sul tema, con respiro sia locale che internazionale. Questo il calendario dell’iniziativa: martedì 9 aprile: Gli islam nell’Europa multiculturale (E. Pace, docente di sociologia e sociologia della religione, direttore del dipartimento di sociologia dell’università di Padova, coordinatore del gruppo di ricerca); martedì 16 aprile: L’islam in diaspora, spinte verso il cambiamento (Chantal Saint-Blancat, docente di sociologia nella facoltà di scienze politiche dell’università di Padova); martedì 23 aprile: La religiosità popolare nell’islam (M. Treppete, cultore della materia di sociologia della religione all’università di Padova); martedì 30 aprile: Le moschee, luoghi simbolici e spazio pubblico (S. Allievi, docente di sociologia nella facoltà di scienze della comunicazione dell’università di Padova); martedì 7 maggio: Le spinte fondamentaliste (R. Guolo, docente di sociologia all’università di Trieste); martedì 13 maggio: L’islam e la Chiesa cattolica nel triveneto (G. Zatti, prete, licenziato al Pontificio istituto studi arabi e islamistica di Roma, incaricato dei rapporti con l’islam della diocesi di Padova). Tutti gli incontri inizieranno alle ore 20.30. I primi tre si terranno presso la sala “Marton” della Provincia, a Treviso (via C. Battisti 30), i secondi tre presso la sala “Pio X” del Collegio Pio X (Borgo Cavour 40), sempre a Treviso. Gli incontri sono gratuiti e aperti a tutti. A chi partecipa al ciclo completo e ne faccia richiesta sarà rilasciato attestato di frequenza.Per informazioni: 349-3000242 oppure via e-mail: bruno1357@libero.it.
VIVICITTA' 2002
IL
14 APRILE CHIAMA L'AFRICA SARA' NELLE PIAZZE DI 43 CITTA' TALIANE CON LA UISP
Si
tratta di un grande appuntamento podistico aperto a tutti, che coinvolge ogni
anno circa 70.000 cittadini in Italia e nel mondo. Da circa sedici anni questa
grande festa vuole testimoniare il rispetto per l'ambiente, la solidarietà con
gli abitanti di altri paesi, il rispetto delle diversità. La Uisp (Unione
Italiana Sport per tutti) è una delle principali associazioni sportive italiane
che ha tra i suoi obiettivi la promozione dello sport come veicolo di pace e di
solidarietà. Lo sport può diventare una forma di cittadinanza
attiva, volta a riconoscere a tutti gli abitantii del
pianeta il diritto ad una migliore qualità della vita, e utile a testimoniare
una solidarietà dal basso che unisce nel diritto alla salute, all'amicizia
e alla socialità le popolazioni di tutto il mondo, anche dove l'accesso ai
diritti fondamentali è tuttora negato. Quest'anno il tema centrale della manifestazione
sarà l'Africa. Tra il 14 e il 21 aprile si correrà
anche in molte città africane (Makeni, Korogocho, Bassan, Bujumbura, Luanda,
Pietsbury...) così come contemporaneamente avverrà a Bagdad, a Sarajevo, a
Mostar o a Valona, con l'unico obiettivo di rivendicare il diritto di tutti a
vivere nella pace, in un mondo in cui tacciano le armi e sia ripristinata una
condizione di giustizia economica e sociale.
Gli appuntamenti si concluderanno
Kisangani
- nella Repubblica Democratica del Congo - in concomitanza con
"Liberons la Paix", l'azione internazionale (organizzata da
Beati i Costruttori di Pace, Break the Silence, Chiama l'Africa, Agesci, Emmaus,
Gavci, Pax Christi, Missionari Saverian, Comboniani e Dehoniani)
che dal 22 al 27 maggio 2002
porterà centinaia di uomini e donne italiani in una delle zone più "calde"
dell'Africa, per testimoniare la propria solidarietà con la popolazione locale,
e per appoggiarne le istanze di pace (info: http://www.beati.org/sipa2) Chiama
l'Africa aderisce a Vivicittà 2002.
Ci siamo adoperati affinchè i giovani della martoriata Sierra Leone o delle
città del Burundi e del Congo che parteciperanno all'iniziativa possano per un
giorno vivere nella gioia e nella speranza le aspirazioni comuni in ogni parte
del pianeta. Una sola gara, una sola classifica, un solo vincitore per tutte le
città in cui si correrà. E' un modo per ribadire il diritto di tutti ad
una cittadinanza universale. Invitiamo ong e
associazioni ad organizzare iniziative di sensibilizzazione sull’Africa in ogni
città italiana in cui si svolgerà la corsa. La coniugazione
sport-pace-solidarietà-sviluppo ci offre una straordinaria occasione per portare
nelle piazze italiane l’impegno di una società civile attiva e propositiva.
Approfittiamone per realizzare stands, banchetti, concerti, dibattiti, e per
partecipare alla corsa insieme agli amici della Uisp. Per prendere contatti con gli organizzatori nella
propria città contattare Chiama l’Africa - Roma, tel 328/0677531 (Paola Luzzi) - 347/5940107
(Eugenio Melandri) fax
06/30993424 info@chiamafrica.it.
IL
PROGRAMMA DELLA MANIFESTAZIONE
Il
14 aprile si corre in Italia: Ancona, Aosta, Bari,
Bolzano, Bra, Brescia, Cagliari, Catania, Catanzaro, Civitavecchia, Cremona,
Crotone, Cuneo, Enna, Ferrara, Firenze, Forlì, Genova, Gorizia, La Spezia,
Latina, Lecce, Livorno, Matera, Messina, Napoli, Palermo, Parma, Collecchio,
Sala Baganza, Pavia, Voghera, Pescara, Perugia, Pesaro, Urbino, Piacenza, Reggio
Emilia, Roma, Rovereto, Salerno, Eboli, Sassari, Siena, Taranto, Torino,
Trieste, Varese, Viareggio. Si corre anche a : Nairobi - Chorogocho (Kenia),
Parigi - Saint Ouen (Francia), Rouen (Francia).
Il 21 aprile si corre
all'estero : Baghdad (Iraq), Bania Luka (Bosnia), Belgrado (Serbia), Benguela
(Angola), Budapest (Ungheria), Bujumbura (Burundi), Cabinda (Angola), Copenhagen
(Danimarca), Kigali (Ruanda), Lione - Bron (Francia), Loskopdam (Sud Africa),
Luanda (Angola), Makeni (Sierra Leone), Mostar (Bosnia), Pietersbury (Sud
Africa), Pola (Croazia), Prijedor (Bosnia), Saint Valerien (Francia), Setubal
(Portogallo), Siviglia (Spagna), Tirana (Albania), Tuzla (Bosnia), Valona
(Albania), Zavidovici (Bosnia).
22-27 maggio : Conclusione a Kisangani (Repubblica Democratica del Congo), in concomitanza con l'iniziativa di pace "liberons la paix". Istituti penitenziari e minorili : Bari, Brescia, Cagliari, Catania, Catanzaro, Cremona, Crotone, Lecce, Livorno, Napoli, Palermo, Parma, Reggio Emilia, Roma, Siena, Varese. Percorsi : 12 Km per la corsa competitiva; 4/5 Km per quella non competitiva. Vincitori : saranno proclamati sulla base di una classifica unica internazionale. Patrocini : Vivicittà ha ricevuto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica e il patrocinio del prof. Romano Prodi, Presidente della Commissione Europea. Patrocini inoltre da parte dei Ministeri della Pubblica Istruzione, dell'Ambiente, di Grazia e Giustizia e della Solidarietà Sociale.
Tra
un art.18 a perdere e un girotondo intorno al mondo, ecco che esplode un nuovo
scandalo nazionale: quello sui pentiti, o meglio, sui collaboratori di
giustizia, che non hanno scontato un solo giorno di galera per i delitti
commessi.
Ma nel bailamme comunicazionale, nelle furbizie politiche e nelle
disinformazioni di comodo, viene sottaciuto, che non si tratta di esplosione,
bensì di implosione, che non ha nulla a che vedere con uno scoop né con una
legge fallimentare da archiviare.
Da anni è risaputo che chi si pente o collabora, non tocca branda cementata a
terra, né scarponi chiodati sulla nuca.
Questa legge premiale per chi collabora fu vergata in embrione da Uomini retti,
ora divenuti assenze eterne, che ancora sanno guidare alle conquiste di
coscienza.
Allora perché scandalizzarsi? Perché proprio adesso, e perché con questa
enfasi?
Su questo versante delicato e controverso, poco conta essere contrari o
favorevoli, se non per quantificare il prezzo da pagare per vincere una guerra,
e alimentare la tutela delle funzioni da parte di chi è preposto a combattere
quel conflitto.
Ma non è solo questa fetta di giustizia a rimarcare la differenza tra il sistema
giuridico e quello del pensiero
sociale.
Da tempo il carcere italiano non produce più cadaveri e violenze scomposte, al
suo interno è cresciuta la maturità della stragrande maggioranza dei detenuti,
nonostante i problemi endemici dell’organizzazione penitenziaria
(sovraffollamento, carenza di personale e di fondi ), nonostante la violenza
insita nel sistema, quella violenza incontrollata di un tempo non troppo remoto,
che ora è diventata composta, silenziosa, riservata, nei tanti suicidi che si
verificano nell’indifferenza generale.
La legge Gozzini, o meglio quel che ne è rimasto, alla luce delle tante
decapitazioni, incredibilmente ancora crea un nuovo orientamento esistenziale, e
uomini nuovi nel vivere civile, non più carnefici di se stessi né degli altri.
Ebbene,
nonostante le statistiche e le percentuali indichino che i fallimenti non
superano la soglia di attenzione, è di questi giorni l’affermazione di rivedere
in senso restrittivo la premialità per i collaboratori di giustizia e per tutti
i detenuti.
Mi chiedo ancora: perché restringere premialità e benefici per chi ha i
requisiti necessari per accedervi?
Perché azzerare i passi fatti in avanti in positivo, e non discutere invece
della complessità e negatività di un istituto, quello carcerario che, non
potendo essere cancellato, neppure ci si attiva con forza e strumenti idonei per
migliorarlo, al fine di aumentare il recupero umano e sociale, e quindi non solo
disponendosi alla sola risposta penale, per ogni inciampo
all’intorno.
Con questa affermazione si intende inasprire un regime penitenziario quasi al
collasso, una riforma penitenziaria di per sè già ridotta all’osso, invece di
incrementare una speranza attiva-costruttiva che nulla ha da spartire con il
buonismo che fa male, bensì con un preciso interesse collettivo.
E’ un messaggio, questo, che non incoraggia gli operatori penitenziari né i
detenuti, ma incancrenisce a dismisura la preoccupazione dell’opinione pubblica,
fin troppo spintonata dal succedersi di accadimenti tragici, irrobustiti da
imboccamenti non sempre corrispondenti alla realtà, quella che sovente non deve
essere compresa nè vista.
L’allarme sociale, quando c’è, ha sempre una causa-effetto e possiede nel suo
Dna paura e rabbia, ma quasi mai l’equilibrio che porta a conoscere la
differenza che esiste tra una situazione complessa e un’altra
complicata.
Ciò che riguarda l’essere umano, non è mai argomento complicato, che può essere
affrontato ( in questo caso all’interno di una galera ) con una operazione
semplicistica e fin troppo ovvia: il detenuto, l’uomo, la persona, è qualcosa di
veramente complesso che risponde a leggi non meccaniche, e non sempre
prevedibili, come invece accade alle cose complicate.
Per questi motivi occorre pensare all’ambiguità del fraintendimento per cui si
reagisce con sdegno a un detenuto che, usufruendo di un beneficio o di una
misura alternativa, torna a delinquere. Mentre quando in percentuale assai più
significativa, ex detenuti che hanno già scontato la loro pena, ricadono nella
delinquenza, si prova tutt’al più
un’accettazione passiva.
Ma quella recidiva così alta è assai più pericolosa di quel meno di uno per
cento che decide irresponsabilmente di rompere il patto di lealtà stipulato con
la società tutta.
Forse non c’è urlo né scandalo per questa ipocrisia, perché davvero il carcere
deve rimanere un lazzaretto disidratato senza alcuna possibilità di essere
migliorato né di produrre cambiamento, perché se così non fosse, qualcuno
dovrebbe spiegare perché non ci si è adoperati prima in tal senso, magari e
solamente per consentire alle leggi di essere applicate, con maggiori e più
appropriati mezzi e strumenti.
Infine c’è da chiedersi, se certezza della pena e restrizione dei benefici (che
tanti benefici hanno comportato a uomini detenuti e non) significhi rispedire
nell’oblio tante persone che hanno ritrovato un senso, la propria dignità, la
propria famiglia, un lavoro e un pezzo di futuro, all’insegna di una riparazione
verso se stessi e verso gli altri.
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Si era raccomandato coi suoi ministri, il Presidente del
Consiglio dicendo di non andare in giro a lavare i nostri panni sporchi. Un po'
alla De Gasperi, quando censurava Ladri di biciclette di De Sica, senza
immaginare che oggi gli italiani se lo augurerebbero, di avere qualche ladro di
biciclette in piu' e qualche mafioso colluso coi mafiosi in meno ma lasciamo
perdere, senno' perdo il filo.
Insomma, si raccomanda di non andare in giro a
lavare i nostri panni sporchi, poi alla vista del Premier Russo, noto liberal
europeo, per anni a capo di associazioni culturali quali il KGB e leader che ha
incoraggiato lo sviluppo economico e culturale della Cecenia, ecco che
Silvio II - che i comunisti li riconosce a naso, si chiamino Woityla o Blair,
tra un abbraccio e l'altro, - non gli va a dire che c'abbiamo un buco da 37.000
miliardi? Buon lavoro, presidente! Ma non poteva andargli a parlare del suo buco
e non del nostro? (Aldo Vincent, il gelataio di Corfù)
di Paulo Coelho
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