15/02/02 - Cologna Veneta (VR) - Un musical da non perdere!
Venerdì 15 febbraio, alle ore 20,30 presso il teatro Ferrini di Cologna Veneta (VR), i ragazzi dell'ANFFAS di Lonigo presentano il musical "Forza venite gente!", affascinante rivisitazione della storia di san Francesco alla luce dei fatti dell'11 settembre. Ingresso libero. Musiche brillanti, di grande effetto, e bellissima coreografia-balletto faranno da sfondo ad un evento assolutamente da non perdere! Alle porte del teatro verranno raccolte offerte a favore della casa-famiglia "dopo di noi" di Lonigo. Forza, venite gente!!!
15/02/02 - Villafranca (VR) - Gerusalemme tra venti di guerra e speranze di pace
L’ASSOCIAZIONE CI-VI-CA “SVILUPPO e SOLIDARIETA’” DI VILLAFRANCA ORGANIZZA UNA CONFERENZA DIBATTITO SULLA PALESTINA OGGI: «Gerusalemme tra venti di guerra e speranze di pace». L’INCONTRO E’ FISSATO PER Venerdì 15 febbraio 2002, alle ore 20.30, Presso l’AUDITORIUM di Villafranca (vicino alla chiesa dei Frati Cappuccini). Relatore: LUIGI SANDRI – GIORNALISTA, Già corrispondente Ansa da Tel Aviv, autore del libro «CITTA’ SANTA E LACERATA» Gerusalemme per Ebrei, Cristiani, Mussulmani. L’incontro fa parte del programma della scuola di formazione politica “Giovanni Martari”.
Sabato 16 febbraio 2002 alle ore 15.00, presso la Sala civica di via Brunelleschi 12 (Zona Stadio, dietro la farmacia di via Palladio) ASSEMBLEA GENERALE DELLA RETE DI LILLIPUT DI VERONA. Ordine del giorno: - relazione sull'assemblea nazionale della rete, lavoro dei gruppi tematici dei nodi locali, Rete Lilliput e Pôrto Alegre.
Milano, sabato 16 febbraio 2002: «Oltre la guerra». Il commercio equo e solidale dopo il Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre: riflessioni e proposte del Consorzio Ctm altromercato. Relatori:Giorgio Dal Fiume, presidente Ctm altromercato, Paolo Chiavaroli, portavoce coordinamento politico del commercio equo e solidale italiano, Giulietto Chiesa, La Stampa, Gad Lerner, La7, Paolo Barnard, redazione Report RAI, Fausto Pellegrini, Rainews 24, Sergio Serafini, Radio Popolare Milano, On. Dario Rivolta, vicepresidente commissione Affari Esteri della Camera, On. Valerio Calzolaio, commissione Affari Esteri della Camera. Introduce e presiede Tonino Perna, università di Messina, Cric. Appuntamento: 16 febbraio 2002, ore 9,30-13, sala Pio XII, via S.Antonio 5 Milano. Un'iniziativa del Consorzio Ctm altromercato e AltrEconomia in collaborazione con Coop. Chico Mendes, Coop. Nazca, Ass. Cose dell'Altro Mondo. Aderiscono: Ass. culturale Punto Rosso Milano, Acli Milano.
16/02/2002 - Verona - Diritto di fuga
CESAR K Coordinamento Laico Antirazzista di Verona organizza la presentazione del Libro "DIRITTO DI FUGA" di Sandro Mezzadra, in preparazione della minifestazione cittadino per la casa e i diritti del 23 febbraio, a Verona. L'incontro si terrà presso la Sala "Elisabetta Lodi" (San Giovanni in Valle) alle ore 17
22-24/02/2002 - Ancona - Convegno internazionale di «Chiama l'Africa»
«Chiama l'Africa» organizza un importante convegno internazionale sul tema: "Dalla schiavitù degli aiuti alla libertà dei diritti", che si svolgerà dal 22 al 24 febbraio 2002, ad Ancona. Il convegno si colloca in continuazione di "Break the silence" e SIPA1 (Anch'io a Butembo), ed è all'interno delle iniziative in preparazione di "Anch'io a Kisangani" - SIPA2 - in programma dal 3 all'8 aprile prossimo. (Per informazioni: chiama.africa@agora.stm.it )
La Fondazione Toniolo organizzato una conferenza che si terrà presso la sua sede (Chiostro di S. Fermo, via Dogana 2/A, Verona) sul tema: GENESI E STORIA DELLA FINANZA ETICA: COS'E' E PERCHE' E' SORTA? - Prof. Tonino Perna, Università di Messina, Presidente del Comitato Etico di Banca Etica. Inizio ore 20,45.
23/02/2002 - Verona - La Rondine... in festa
La Cooperativa «La Rondine» - Bottega del mondo di Verona organizza una festa assolutamente da non perdere! Inizio ore 21,30 presso la Parrocchia Sacra Famiglia (via Sforni 1) di Verona. Animazione: Leo DJ. Info: larondine.verona@tiscalinet.it
Il «GRUPPO PER IL PLURALISMO E IL DIALOGO» vi invita al 100° incontro Domenica 24 febbraio 2002 ore 16,30-19,00 a VILLAFRANCA (VR), presso Auditorium comunale (vicino alla chiesa dei Cappuccini). Il Gruppo, in questo centesimo incontro, rifletterà su se stesso, articolando l’evento in tre punti: «Perché e come è nato?» a cura di Loredana Mazzonelli Martari; «Quale percorso ha fatto in quasi trent'anni di cammino?» a cura di Lorenzo Dani; «Come ha interagito con la vita vissuta dalla comunità civile e religiosa veronese durante questi anni?» a cura di Sergio Baronetto». Dopo le relazioni introduttive ci sarà spazio per il dialogo.
Il «Centro per il diritto alla salute» di San Bonifacio e la Commissione «Giustizia Pace Salvaguardia del Creato» della Parrocchia di S.Zeno di Colognola ai Colli organizza un incontro-dibattito informativo sul tema: «I servizi socio-sanitari nel nostro territorio (Est veronese) e le prospettive del prossimo futuro». Interverranno alcuni medici e sindaci. Inizio ore 20,30 presso la Sala parrocchiale di S.Zeno di Colognola ai Colli. Info: aldo.corradi@email.it
La Fondazione Toniolo organizzato una conferenza che si terrà presso la sua sede (Chiostro di S. Fermo, via Dogana 2/A, Verona) sul tema: L'ATTUALITA' DELLA FINANZA ETICA E LE MODALITA' DI FUNZIONAMENTO - Dott. Mario Cavanni, socio di Banca Etica . Inizio ore 20,45.
All’interno del ciclo di incontri «LA GIUSTIZIA E' UGUALE PER TUTTI ?» organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Nogara (Verona) e dalla Biblioteca Comunale di Nogara "Elisa Masini" VENERDÌ 15 MARZO alle ore 21 presso la Biblioteca Comunale - Palazzo Maggi, presentazione del libro di GIAN CARLO CASELLI e ANTONIO INGROIA "L'eredità scomoda. Da Falcone ad Andreotti sette anni a Palermo" (Feltrinelli). Interverranno: MARIA FALCONE (Presidente della "Fondazione Giovanni e Francesca Falcone"); ANTONIO INGROIA (Sostituto Procuratore della Repubblica presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo); AMEDEO TOSI (Giornalista, Direttore Responsabile del settimanale telematico "il GRILLO parlante"). Tutti sono invitati. Per informazioni http://digilander.iol.it/biblionogara ; biblionogara@libero.it .
La Fondazione Toniolo organizzato una conferenza che si terrà presso la sua sede (Chiostro di S. Fermo, via Dogana 2/A, Verona) sul tema: IL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE - Prof.ssa Maria Grazia Totola, Facolta' di Economia e Commercio, Università di Verona. Inizio ore 20,45.
All’interno del ciclo di incontri «LA GIUSTIZIA E' UGUALE PER TUTTI ?» organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Nogara (Verona) e dalla Biblioteca Comunale di Nogara "Elisa Masini" MERCOLEDÌ 17 APRILE alle ore 21 presso la Biblioteca Comunale - Palazzo Maggi si terrà la presentazione del libro di ELIO VELTRI "Le toghe rosse" (Baldini & Castaldi) e dell'ultimo libro di MARCO TRAVAGLIO. Interverranno: MARCO TRAVAGLIO Giornalista de "la Repubblica"; ELIO VELTRI, Presidente dell'Associazione "Democrazia e Legalità"; PAOLO ANDREOLI, Sindaco di Bogara. Tutti sono invitati. Per informazioni http://digilander.iol.it/biblionogara ; biblionogara@libero.it .
IN PRIMO PIANO
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SOLIDARIETA'
PER SAFYA
Care amiche, cari amici, soltanto in queste ultime ore abbiamo saputo che Safya sarà giudicata in appello lunedi prossimo: La tesi della difesa si basera sia sul fatto che si e trattato di violenza carnale sia sul fatto che in ogni caso il reato sarebbe stato compiuto prima dell'introduzione della sharia. Quanto al resto: il ministro federale nigeriano di grazia e giustizia, che aveva garantito che Safya non sarebbe stata uccisa, è stato ammazzato il 23 dicembre scorso. Ed è stato assassinato tre giorni fa anche il segretario particolare del presidente della Corte Federale. Sono delitti "comuni" o episodi legati al durissimo (anzi sanguinoso) conflitto in atto nel paese fra cristiani e mussulmani? E' in questo clima che sarà esaminato l'appello di Safya. Persone autorevoli consigliano di scrivere SUBITO, e fare scrivere, nuovi appelli in favore di Safya mandandoli questa volta per e-mail, data la ristrettezza dei tempi, al seguente indirizzo http://www.nigerianmission.org/feedback.htm Per chi e poco pratico di Internet e/o non conosce l'inglese, spieghiamo: sulla pagina troverete la scritta
What kind of comment woud you like to send?
Selezionate SUGGESTION What about us do you etc: (other) In OTHER
scrivete Safya Hussaini Nel riquadro successivo scrivete WE
WANT SAFIYA HUSSAINI ALIVE!
Completate con i vostri dati e spedite. Ricordiamoci che
nessuno fara quello che potremmo fare noi.
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MASSMEDIA e TAM TAM vari
Invito alla lettura di «Allearsi col vento», di Gaetano Bellorio
Sembra scritto apposta per questi nostri giorni il romanzo di Gaetano Bellorio “Allearsi col vento”, perché si lega alla cronaca odierna del conflitto israelo-palestinese e, contemporaneamente, incontra, nella narrazione, sia il mondo ebraico che il mondo islamico. Così non è, però, perché l’autore ci ha confermato di averlo ultimato nel 1997, e, dunque, ben prima che quel conflitto venisse alla ribalta, ben prima che questo gran parlare dell’Islam di casa nostra fosse un tema oggetto di serrati e frequenti dibattiti televisivi e non. Segno di una “preveggenza” narrativa che ci stupisce fino ad un certo punto, poiché Bellorio, anche coi precedenti romanzi (“Il Silenzio dei profeti”, 1995; e il racconto per ragazzi “Cuore di topo”, 1999, tradotto in lingua spagnola) ci ha abituati a leggere e riflettere sui “segni dei tempi”, o, comunque, sui temi sociali di vasta portata nei quali cala trama e personaggi. Se dovessimo elencare anche solo gli argomenti di fondo del romanzo (le donne nell’Islam, il rapporto natura-cultura, educazione-diseducazione, i conflitti generazionali, la convivenza possibile tra diverse culture, i rapporti fra le tre religioni monoteiste, la riscoperta e la valorizzazione delle aspirazioni individuali contro l’appiattimento…) esauriremmo questa presentazione in un’elencazione, appunto, tanto è ricco di spunti il racconto: una “miniera” che trattiene nelle sue viscere un intero secolo, il ‘900, lo guarda, lo interpreta letterariamente con distacco, lo supera. Questo il clima, la temperie, nella quale Bellorio immette i lettori, che, sin dalla prima riga, viaggiano con lui dal Sahara all’Egitto, dall’Europa degli ebrei askenaziti ad una località tanto minuscola quanto suscitatrice di meraviglia, a picco sul lago Benaco (Pianoro). Da qui si diramano le storie dell’ebreo perseguitato Omero Hakka e di sua moglie Maria Orengo (donna di impressionante statura intellettuale e umana), del figlio Josef e di Shukri Lillà (una splendida algerina incontrata casualmente a Sidi Bou Said), di Faisal e Thiti (l’egiziana che sfida la poligamia e la circoncisione femminile), dell’avvedutissimo mercante franco-tunisino Raoul Chabod nato da violenza carnale e d’una simpatia incontenibile. Accanto ad essi si muove una schiera di personaggi “minori”, resi vivi e reali attraverso una ricchissima varietà di sfumature, senza però che l’invadenza di una penna tiranna nulla lasci alla fantasia del lettore e alla sua libertà immaginativa. Sono temi “forti” quelli affrontati dall’autore che richiedono il riappropriarci di tempi e modi di lettura sempre meno consueti nel nostro quotidiano, sospinti come siamo dalla fretta di correre, di passare ad altro. Un libro contro, contro la frenesia che ci brucia il tempo e la vita senza che ce ne accorgiamo: “votare al lavoro tutte le ore di luce concesse è un peccato contro natura, compiuto ogni giorno e senza vergogna, da tutti” (pag. 256). “Allearsi col vento” ci invita a fermarci a riprendere il filo dei nostri pensieri a trovare delle risposte sui perché della nostra vita, sul significato terreno e spirituale del nostro essere nel mondo. Ed è ancora la capacità di “resuscitare” i morti che rende più originale il romanzo di Bellorio. Sì, il racconto racchiude un certo arco temporale, più o meno dal 1920 ai giorni nostri, eppure l’autore riesce a svincolarsi dal tempo naturalmente. Perciò non fa una grinza il fatto che nelle trame entri quel grande educatore seicentesco che è stato Giovanni Amos Comenio; o Daniele Comboni (“quegli occhi matti e generosi che baluginavano come fiamme di candela, le procurarono un tremito intenso” pag. 208); o il fondatore della Cattolica Agostino Gemelli, che raccoglie Maria Orengo nel duomo di Milano, dopo uno svenimento, e lascia un segno indelebile nella sua vita; la storia di Shabbetai Zevì, che nel 1648, a Smirne, ventiduenne, si autoproclama Messia. Il romanzo affronta la storia, e, affrontandola la “riunisce” e la affastella come un continuum, un tutt’uno, che influisce sul presente. E, si badi bene, qui non ci si limita alla storia europea, ma tutta la storia, da Nord a Sud, da Oriente ad Occidente, ha un ruolo, una sua dignità, un motivo per incastonarsi nel narrato. Ed è in questo, infine, la novità e il messaggio, così crediamo, di “Allearsi col vento”. Un nuovo modo del raccontare ritmato sugli eventi che, se sulle prime può sorprendere anche un lettore avveduto, nel prosieguo prende per mano e ti dice: guarda che i mondi sono invece “un” mondo, che lo “statuto” profondo degli uomini e delle donne è uno solo, che siamo accomunati in un unico destino, anche se le diversità etniche, culturali, di costume, di tradizioni, paiono distanziarci incommensurabilmente. La felicità e la sofferenza sono uguali dappertutto, e c’è, esiste, una felicità possibile, che non è utopia. In libreria da pochi giorni, il romanzo è entrato anche nel corredo dei percorsi formativi delle università e delle scuole superiori, così come quel singolare racconto (Cuore di topo) è entrato tra le letture privilegiate delle scuole elementari, che ne hanno tratto un’opera teatrale che sarà rappresentata dai bambini il sette giugno prossimo, e, poi, esportata in varie città italiane. Bellorio Gaetano, Allearsi col vento, edizioni Paoline, Milano 2001, pagg. 305, lire 32.000, €. 16,53 (recensione di Donatello Bellomo - «L'Arena»).
Il Parlamento italiano sta discutendo un
disegno di legge d'iniziativa governativa (Atto Camera 1927) in materia di
industria della difesa. Il progetto prevede la ratifica dell'accordo quadro
sottoscritto dall'Italia e da altri cinque Paesi europei il 27 luglio 2000 per
"facilitare la ristrutturazione e le
attività dell'industria europea per la difesa" ed è stato già licenziato dalle
Commissioni III e IV della Camera dei Deputati in data 30 gennaio 2002.
Tale accordo imporrebbe il "tempestivo adeguamento della nostra normativa" e
infatti 10 dei 14 articoli che compongono il testo proposto sono volti a
modificare la legge n. 185 del 1990 che disciplina attualmente l'import-export
di armi nel nostro Paese. La novità più rilevante è costituita
dall'introduzione di un nuovo tipo di
autorizzazione per il commercio delle armi, la "licenza globale di progetto",
riferita ai programmi intergovernativi o industriali congiunti ai quali le
imprese partecipano e ai quali non si applicheranno più le norme sulle
trattative contrattuali, rendendo meno trasparenti e controllabili tutte le
operazioni. Anche le norme sulle attività bancarie relative a questo
nuovo tipo di "licenza globale" verranno modificate, non essendo più notificate
al Ministero del Tesoro e da questo autorizzate, e non comparendo più nello
specifico capitolo dell'annuale Relazione al Parlamento. In questo modo, in
nome della "razionalizzazione", della "competitività" e della "identità europea"
verrà stravolta una legge ritenuta da tutti "severa e rigida" e che ha fatto del
nostro Paese uno dei più avanzati al mondo per aver provveduto a regolare il
commercio delle armi nel rispetto dei diritti umani, della promozione della pace
e della trasparenza. Ricordiamo che quella legge fu ottenuta grazie all’impegno
tenace della Campagna “Contro i mercanti di morte” (ACLI, MLAL Mani Tese,
Missione Oggi, Pax Christi). Anche il riferimento al "Codice di condotta
dell'Unione Europea per le esportazioni di armi" (che non è assolutamente
vincolante) costringerebbe l'Italia a
rinunciare alla propria normativa nazionale che in questo verrebbe
peggiorata. Troviamo peraltro
paradossale che mentre da un lato si vuole combattere una guerra totale contro
il terrorismo, dall’altro si allargano le maglie del controllo della vendita
delle armi con tutti i rischi che ne conseguono. Chiediamo pertanto ai parlamentari di votare
contro questo disegno di legge che costituisce un passo indietro per la
pace e la giustizia. Chiediamo che l'Italia si faccia promotrice a
livello internazionale di un'iniziativa volta a una maggiore severità nel controllo del commercio di
armi e a un maggiore impegno nella prevenzione dei
conflitti.
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INFORMAZIONI, RIFLESSIONI & OPINIONI
Dopo un viaggio di ritorno allucinante di 30 ore e dopo aver scoperto che i miei bagagli, così come quelli di parecchi delegati, sono rimasti a S. Paolo del Brasile, sono tornata dall'esperienza straordinaria del Forum Social Mundial di Porto Alegre a, cui ho partecipato come delegata di Rifondazione Comunista dal 30 gennaio al 5 febbraio. Erano presenti circa 16.000 delegati di gruppi, associazioni, partiti, movimenti, ong, sindacati, ecc. che in tutto il mondo lottano contro la globalizazione neoliberista, per la difesa della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, della solidarietà, della giustizia e del rispetto delle diversità. Questa seconda edizione del SF è stata particolarmente dedicata alla concretizzazione di alternative alla globalizzazione neoliberista, con oltre 1000 gruppi di studio e seminari, esperienze di resistenza, riflessioni, aspirazioni di singoli e rappresentanti di associazioni provenienti da tutto il mondo. Ho partecipato a parecchi di questi incontri, ho visitato una favela di Porto Alegre in cui si sta conducendo una straordinaria esperienza di ristrutturazione attraerso il modello del bilancio partecipato; ho visitato un asientamento dei Sem Terra, e ho passato un'intera giornata al Forumzinho, incredibile e bellissimo Forum Sociale dei bambini. Ho poi vissuto con molta perplessità il Forum dei parlamentari, in cui oltre 700 parlamentari di tutto il mondo (che in teoria avrebbero dovuto impegnarsi nel movimento, lavorando anche nelle sedi istituzionali contro il neoliberismo e le guerre) si sono riuniti a fianco del FSM, anche se i risultati non sono stati all'altezza delle aspettative. In un momento di guerra e di recrudescenza della violenza, segnato da intolleranze religiose e dal fondamentalismo del mercato, vedere che lavorare per un "altro mondo" non solo è possibile, ma sempre più necessario, è stata un'esperienza particolarissima che vi vorrò raccontare non appena tornerò in possesso (me lo auguro proprio davvero) di tutti gli appunti presi in questi giorni, dei documenti e della documentazione fotografica, spero significativa. Non appena possibile, Rifondazione Comunista organizzarà un'iniziativa aperta a tutti per una maggiore informazione e una riflessione comune sul II° FSM. Ciao a tutti e auguri di buon lavoro. (on.Titti Valpiana)
DOCUMENTO FINALE DEL FORUM SOCIALE DI PORTO ALEGRE
Resistenza al neoliberismo, al militarismo, alla guerra: per la pace
le la giustizia sociale 1) Di fronte al continuo deterioramento nelle condizioni
di vita dei popoli, noi, movimenti sociali del mondo intero, ci siamo incontrati
in decine di migliaia nel Secondo Forum sociale mondiale di Porto Alegre. Siamo
qui a dispetto dei tentativi di spezzare la nostra solidarietà. Ci incontriamo
di nuovo per continuare le nostre lotte contro il neoliberismo e la guerra, per
confermare gli accordi dello scorso Forum e riaffermare che un altro mondo è
possibile. 2) Siamo diversi donne e uomini, adulti e giovani, popoli indigeni,
contadini e urbani, lavoratori e disoccupati, senza casa, anziani, studenti,
persone di ogni credo, colore, orientamento sessuale. L'espressione di questa
diversità è la nostra forza e la base della nostra unità. Siamo un movimento di
solidarietà global, unito nella nostra determinazione di lottare contro la
concentrazione della ricchezza, la proliferazione della povertà e delle
ineguaglianze e la distruzione della nostra terra. Stiamo costruendo
alternative, utilizzando modi creativi per promuoverle. Stiamo costruendo una
ampia alleanza a partire dalle nostre lotte e dalla resistenza a un sistema che
è fondato sul patriarcato, il razzismo e la violenza, che privilegia gli
interessi del capitale sui bisogni e le aspirazioni dei popoli. 3) Questo
sistema produce il dramma quotidiano di donne e bambini e anziani che muoiono di
fame, dell'assenza di cure sanitarie e di malattie che potrebbero essere
prevenibili. Intere famiglie sono obbligate a lasciare le loro case a causa
delle guerre, dell'impatto del "megasviluppo", della mancanza di terra e in
presenza di disastri ambientali, disoccupazione, attacchi ai servizi pubblici e
distruzione della solidarietà sociale. Al Sud come al Nord forti lotte e
resistenze stanno nascendo per far valere la dignità della vita. 4) L'11
settembre ha segnato una svolta drammatica. Dopo gli attacchi terroristici, che
condanniamo assolutamente, così come condanniamo tutti gli altri attacchi sui
civili in altre parti del mondo, il governo degli Stati Uniti e i suoi alleati
hanno lanciato una massiccia operazione militare. In nome della "guerra al
terrorismo" vengono attaccati in tutto il mondo i diritti civili e politici. Con
la guerra contro l'Afghanistan, in cui sono stati usati anche metodi
terroristici e con le nuove che si preparano, ci troviamo di fronte a una guerra
globale permanente, per estendere scatenata dal governo degli Usa e dai suoi
alleati per stabilire il loro dominio. Questa guerra rivela l'altra faccia del
neoliberismo, la più brutale e inaccettabile. L'Islam viene demonizzato, mentre
il razzismo e la xenofobia vengono deliberatamente diffusi. La stessa
informazione e i mass media prendono attivamente parte a questa campagna
bellicista che divide il mondo tra il "bene" e il "male". L'opposizione a questa
guerra è uno degli elementi costitutivi dei nostri movimenti. 5) La
situazione di guerra ha ulteriormente destabilizzato il Medioriente, fornendo il
pretesto per un'ulteriore repressione del popolo palestinese. Di fronte
all'occupazione brutale di Israele, un compito urgente del nostro movimento è
quello di mobilitare la solidarietà per il popolo palestinese e la sua lotta
all'autodeterminazione. Questo è vitale per la sicurezza collettiva di tutti i
popoli della regione. 6) Allo stesso tempo, anche nuovi eventi confermano
l'urgenza delle nostre lotte. In Argentina la crisi finanziaria causata dal
fallimento degli aggiustamenti strutturali del Fondo monetario internazionale e
il debito crescente hanno fatto precipitare la crisi sociale e politica. Questa
crisi ha prodotto proteste spontanee delle classi lavoratrici e della classe
media, una repressione che ha causato morti, cambiamenti nel governo e nuove
alleanze tra gruppi sociali diversi. Con la forza dei "cacerolasos" il popolo ha
potuto assicurarsi la soddisfazione dei principali bisogni di base. 7) Il
collasso della multinazionale Enron è un esempio della bancarotta dell'economia
"del casinò" e della corruzione degli uomini d'affari e dei politici. I
lavoratori sono rimasti senza impiego e senza pensioni. Nei paesi in via di
sviluppo questa multinazionale impegnata in attività fraudolenti e i suoi
progetti hanno cacciato la popolazione dalle loro terre aumentando
smisuratamente i prezzi dell'elettricità e dell'acqua. 8) Il governo degli Stati
Uniti nel suo sforzo di proteggere gli interessi delle grandi imprese, ha
abbandonato con arroganza i negoziati di Kyoto sul riscaldamento globale, il
trattato sui missili antibalistici, la convenzione sulla biodiversità, la
conferenza dell'Onu sul razzismo e l'intolleranza e il confronto per ridurre la
fornitura di armi leggere, dimostrando ancora una volta che l'unilateralismo
degli Stati Uniti fa saltare i tentativi di trovare soluzioni multilaterali ai
problemi globali. 9) A Genova il G8 ha completamente fallito nella sua pretesa
di governo globale. Di fronte a una massiccia mobilitazione e resistenza, hanno
risposto con la violenza e la repressione, denunciando come criminali coloro che
avevano osato protestare. Ma non sono riusciti a intimidire il nostro movimento.
10) Tutto ciò avviene nel contesto di una recessione globale. Il modello
economico neoliberista distrugge i diritti, le condizioni e i livelli di vita
dei popoli. Usando ogni mezzo per proteggere i loro dividendi, le
mulitinazionali licenziano, riducono i salari e chiudono fabbriche, spremendo
fino all'ultimo i lavoratori. I governi di fronte a questa crisi economica
rispondono con la privatizzazione, il taglio delle spese sociali e una riduzione
permanente dei diritti di lavoratori e lavoratrici. Questa recessione dimostra
il fatto che le promesse neoliberiste di crescita e prosperità sono una bugia.
11) Il movimento globale per la giustizia sociale e la solidarietà si trova di
fronte a enormi sfide: la sua lotta per la pace e la sicurezza collettiva impone
di misurarsi con la povertá, le discriminazioni, il dominio e la creazione di
una società sostenibile alternativa. I movimenti sociali condannano con forza la
violenza e il militarismo quali strumenti di risoluzione dei conflitti; la
promozione di guerre di bassa intensitá e le operazioni militari del Plan
Colombia come parte dell'iniziativa regionale andina, il piano Puebla Panama, il
commercio di armi e la crescita delle spese militari, gli embarghi economici
contro i popoli e nazioni, in particolare contro Cuba e Iraq, e la crescente
repressione nei confronti di sindacalisti e attivisti. Noi sosteniamo le lotte
dei sindacati e dei lavoratori del settore informale, come uno strumento
essenziale per il miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita,
l'effettivo diritto di organizzarsi, il diritto di sciopero, il diritto alla
contrattazione collettiva a diversi livelli e per conquistare l'uguaglianza
salariale e delle condizioni di lavoro tra donne e uomini. Rifiutiamo la
schiavitú e lo sfruttamento dei bambini. Sosteniamo le lotte dei lavoratori e
dei sindacati contro la flessibilità, l'esternalizzazione del lavoro e i
licenziamenti e chiediamo nuovi diritti internazionali per i lavoratori e le
lavoratrici delle multinazionali e delle loro fornitrici, in particolare il
diritto alla libertà sindacale e alla contrattazione collettiva. 12) Le
politiche neoliberiste creano ulteriore miseria e insicurezza. Esse hanno
aumento in maniera impressionante il traffico e lo sfruttamento sessuale di
donne e bambini che condanniamo con forza. Povertá e insicurezza portano anche
alle migrazioni e a milioni di esseri umani è negata la dignitá, la libertá, i
diritti. Perció noi chiedimamo il diritto alla libert[b4]adi movimento, il
diritto all'integritá fisica e a uno statuto legale per tutti e tutte i
lavoratori e le lavoratrici migranti. Sosteniamo i diritti dei popoli indigeni e
l'applicazione dell'articolo 169 Oil nel quadro delle leggi nazionali. 13) Il
debito estero dei paesi del Sud è stato già pagato più volte. Il debito,
illeggittimo, ingiusto e fraudolento, funziona come uno strumento di dominio,
toglie ai popoli i loro fondamentali diritti umani con il solo scopo di
aumentare l'usura internazionale. Chiediamo la cancellazione incondizionata del
debito e la riparazione dei debiti storici, sociali ed ecologici. I paesi che
chiedono il rimborso del debito hanno intrapreso lo sfruttamento delle risorse
naturali e intellettuali del Sud. 14) Acqua, terra, cibo, foreste, semi, la
cultura e le identità dei popoli sono beni comuni dell'umanità per le
generazioni presenti e future. E' essenziale conservare la biodiversità. I
popoli hanno il diritto a un cibo sano e stabile, libero da organismi
geneticamente modificati. La sovranità alimentare a livello nazionale, regionale
e locale è un diritto umano fondamentale; in questo senso costituiscono
richieste fondamentali la riforma agraria e l'accesso dei contadini alla terra.
15) Il vertice di Doha ha confermato l'illeggitimitá del Wto. La presunta
"agenda per lo sviluppo" adottata in realtá difende solo gli interessi delle
multinazionali. Con il lancio di un nuovo round il Wto si sta avvicinando al suo
obiettivo di trasformare ogni cosa in merce. Per noi, cibo, servizi pubblici,
agricoltura, salute, istruzione e i geni non sono in vendita. Inoltre rifiutiamo
il brevetto di qualsiasi forma vivente. L'agenda del Wto viene estesa a livello
continentale attraverso gli accordi di libero commercio e investimenti.
Organizzando proteste come le grandi dimostrazioni contro l'Alca, i popoli hanno
rifiutato questi accordi che rappresentano una ricolonizzazione e la distruzione
di valori fondamentali, sociali, economici, culturali e ambientali. 16) Noi
vogliamo rafforzare il nostro movimento attraverso azioni e mobilitazioni comuni
per la giustizia sociale, per il rispetto dei diritti e delle libertà; per la
qualitá della vita, l'uguaglianza, la dignitá e la pace. Lottiamo: Per la
democrazia: i popoli hanno il diritto di conoscere e criticare le decisioni dei
loro governi, specialmente quando riguardano istituzioni internazionali. I
governi devono essere responsabili di fronte ai loro popoli. Mentre sosteniamo
la diffusione della democrazia elettorale in tutto il mondo, sottolineiamo la
necessitá di una democratizzazione degli stati e delle società e la
lotta
contro la dittatura; Per l'abolizione del debito estero e la sua
riparazione; Contro le attivitá speculative: chiediamo l'introduzione di tasse
specifiche, come la Tobin tax, e l'abolizione dei paradisi fiscali; Per il
diritto all'informazione; Contro la guerra e il militarismo, contro le basi e
gli interventi militari stranieri, e la sistematica escalation di violenza. Noi
scegliamo di privilegiare il negoziato e la soluzione non violenta dei
conflitti; Per una Unione europea democratica e sociale, basata sui bisogni di
lavoratori, lavoratrici, popoli europei, sulla necessitá della collaborazione e
della solidarietá con i popoli dell'est e del sud; Per i diritti dei giovani, il
loro accesso a una istruzione pubblica, gratuita e socialmente autonoma e
l'abolizione del servizio militare obbligatorio. Per gli anni a venire
organizzeremo collettivamente mobilitazioni come: Anno 2002: 8 marzo: giornata
internazionale delle donne; 17 aprile: giornata internazionale delle lotte
contadine; 1 maggio: giornata dei lavoratori e delle lavoratrici; 12 ottobre: il
grido degli esclusi; 16 ottobre: giornata dell'alimentazione. Altre
mobilitazioni globali avranno luogo: 15-16 marzo a Barcellona, Vertice Ue; 18-22
marzo Monterrey (Mexico), conferenza Onu su finanziamento allo sviluppo; 17-18
maggio, Madrid, vertice latinoamerica, Caribi, Europa; 31 maggio, giornata
internazionale di azione contro il militarismo e per la pace; 12 giugno, Roma
(Italia), vertice mondiale dell'alimentazione; 22-23 giugno, Siviglia, vertice
Ue; Luglio, Toronto e Calgary (Canada) vertice G8; 22 luglio, Stati Uniti,
campagna contro la CocaCola; Settembre, Johannesburg (Sudafrica), Rio+10;
Ottobre, Quito (Equador), Forum sociale continentale "Una nuova integrazione è
possibile" e forum sociali continentali e regionali in altri continenti;
Novembre: Cuba, Secondo incontro emisferico contro l'Alca; Dicembre, Copenaghen,
Danimarca, vertice Ue. Anno 2003: Aprile, Buenos Aires
Argentina vertice ALCA; Giugno, Tessalonica Vertice UE; WTO, FMI e
Banca Mondiale si incontreranno da qualche parte, qualche giorno. E saremo
li! (4 febbraio 2002)
Dieci anni dopo: come se nulla fosse
di Vincenzo Passerini
Il 17
Febbraio prossimo saranno dieci anni dall’arresto di Mario Chiesa che inaugurò
la stagione di Mani Pulite. Triste anniversario se non sarà l’occasione per
svegliarsi, per tornare a farsi sentire, scrivendo, protestando, togliendogli la
fiducia, se disgraziatamente gliel'abbiamo data al nuovo padrone. Non passerà
molto tempo che, come per gli anni di Tangentopoli, anzi, ancora di più, ci si
vergognerà di questa stagione. Dei silenzi, delle complicità, delle
vigliaccherie che hanno accompagnato i colpi mortali allo stato di diritto
inferti dal nuovo padrone e dalla sua servitù. Anni che passeranno alla storia
come un altro buco nero nell'Italia che inaugura il nuovo millennio. Anni dove
si è continuato a vivere come sempre, come se nulla fosse, ciascuno facendo il
suo mestiere, occupandosi dei suoi affari e dei suoi cari, come sempre accade
nei più nefasti momenti della storia. Chi a studiare, e a curare libri e
carriera, come tanti silenziosi professori universitari; chi a comprare e a
vendere, come tanti imprenditori, per nulla sgomenti che l'imprenditoria al
potere dimostri la sua massima capacità nel raggiro, e non nella competizione
leale. Si
attende alle proprie cose, ai propri affari. Si lascia che a sbrigarsela con i
colpi mortali allo stato di diritto siano i giudici. Supplenti, ieri come oggi,
di una società senza spina dorsale, capace di emozioni e indignazioni tanto
passeggere quanto condizionate: basti vedere il tradimento verso Mani Pulite
della Lega Nord e di Alleanza Nazionale, ma anche di una bella fetta della
sinistra nella stagione infelice della bicamerale di D'Alema. Anche la Chiesa
italiana è tornata ad attendere alle proprie cose: scuole private e otto per
mille in mancanza di concordati da firmare. Come spesso è accaduto in passato,
quando invece ci sarebbe stato bisogno di dire una parola chiara e forte per
difendere diritti e interessi fondamentali generali, non badare al proprio
tornaconto diciamo “aziendalistico”. La maggioranza della gerarchia,
evidentemente, considera un peccato di gioventù il proprio documento
Educare alla legalità, del 4 ottobre 1991, che anticipò
Mani pulite e che sferzò la pigrizia e l'ignavia di tanti
cattolici.
Un documento che oggi sarebbe dirompente, perché denunciava mali che, a distanza di dieci anni, si sarebbero paurosamente ingigantiti e aggravati, concentrandosi attorno ad un nucleo di potere che ha al suo vertice, come principale artefice, il capo del governo. Tanto è vero che il documento si rivela perfino ingenuo, come tante delle cose che in quegli anni i più coraggiosi e avvertiti dicevano. Perché il peggio di allora era solo la premessa di qualcosa di ben più grave che adesso è semplicemente la realtà quotidiana. I vescovi denunciavano le leggi che nascevano dalla pressione degli interessi dei più forti, denunciavano l'aumento “delle leggi particolaristiche (cioè in favore di qualcuno)” e la drastica riduzione, invece, delle leggi “generali”, “vanificando cosi istanze di chi non ha voce”. I vescovi denunciavano il frequente ricorso alle amnistie e ai condoni che “annulla reati e sanzioni e favorisce nei cittadini l'opinione che si può disobbedire alle leggi dello Stato”. Non potevano immaginare che il capo del governo sarebbe arrivato al punto di far fare nuove leggi al Parlamento per annullare propri reati. Amnistie e condoni sembrano al confronto strumenti da ragazzini. “Tutto ciò ‑ continuavano i vescovi ‑ può innestare una generale e pericolosa convinzione che la furbizia viene sempre premiata, che il “fai da te” contro le regole generali dello Stato può essere considerato pienamente legittimo...”. Contro la regola del più forte, ripetutamente evocata e condannata nel documento, i vescovi citavano anche Giovanni Paolo II che nella esortazione apostolica Christifideles laici aveva denunciato tutto ciò che rendeva l'uomo “miseramente schiavo del più forte”. Oggi, leggendo queste cose, a chi penserebbe un credente? Quale sarebbe il più forte che in fatto di giustizia si fa valere contro l'interesse generale? Documento ingenuo, appunto, imbevuto di inconsapevole, evangelica innocenza. Documento da archiviare, quindi, da nascondere precipitosamente in un cassetto, sotto una bella pila di carte. (Vincenzo Passerini)
Tagli alla sanità veronese, è polemica
(di
Ferruccio Pinotti - L'Arena 18/1/2002). I tagli ai posti letto negli ospedali
veronesi
«Come se
non bastasse», prosegue Franchetto, «la giunta Galan sta per varare una
riorganizzazione della rete ospedaliera sull’intero territorio veneto che
taglierà altri duemila posti letto, senza aver prima creato strutture
alternative. Restando a Verona, le nuove schede indicano una riduzione di 270
posti letto tra gli ospedali di Borgo Trento e Borgo Roma con ulteriore, pesante
aggravamento della situazione. Lo stesso direttore dell’azienda ospedaliera,
Michele Romano, aveva fatto presente all’assessore che non si può scendere sotto
le attuali disponibilità, ma pare che la scure arrivi. E la motivazione qual è?
Bisogna risparmiare, perché la sanità - dice l’assessore - costa troppo e
produce debiti ogni anno. Si tagliano così i posti letto e si aumentano le tasse
per reperire risorse: ma questo è il risultato di una non programmazione, di una
politica che non ha saputo prevenire gli squilibri, che ha ritardato (per
ragioni elettorali) scelte di riorganizzazione che andavano fatte alcuni anni
fa. Ora pagheremo tutti e pagheranno i più deboli, come gli anziani o chi vive
nelle zone di montagna, che si vedranno chiudere gli ospedali o diminuire i
servizi. Altro che riforma Bindi!» Proprio l’ex ministro della sanità ieri
è intervenuto sul tema: «E’ davvero paradossale, ma nella patria del federalismo
si continua ad attribuire la responsabilità della cattiva gestione sanitaria a
chiunque tranne i diretti responsabili. Succede così di leggere che la carenza
di posti letto per anziani nelle cosiddette Rsa sia attribuita alla riforma
sanitaria. Non è chiaro se questa favola sia frutto di malafede o di ignoranza,
certo è invece che la legge di riforma non dice nulla, né poteva dirlo visto che
si tratta di materia completamente affidata alle Regioni, su come organizzare i
servizi territoriali, ma prevede che ogni Regione programmi i servizi in
rapporto ai bisogni dei propri cittadini. I governi di centrosinistra hanno
accresciuto le risorse e stanziato centinaia di miliardi per l’edilizia
sanitaria privilegiando, nell’attribuzione delle risorse, proprio i programmi di
riqualificazione della rete ospedaliera. Se le Regioni hanno programmato male e
speso peggio, com’è avvenuto in Veneto, la responsabilità è solo delle Regioni e
non c’è titolo di giornale che possa cambiare la verità». La Lega Nord,
con il consigliere Daniele Stival, vuole dare la caccia alla «talpa» che avrebbe
diffuso le schede della riorganizzazione ospedaliera in Veneto. La loro
pubblicazione, afferma in una nota Stival, segretario della commissione sanità
del Consiglio, «è un fatto di estrema gravità, con il quale si fa terrorismo
politico sul territorio». Il consigliere leghista si dice convinto che quelle
schede «siano in mano a un ristrettissimo numero di dirigenti della giunta».
«Chiedo - conclude - che venga individuata la "talpa" e venga immediatamente
rimossa dall'incarico, invitandola a trovarsi un altro lavoro». I consiglieri
regionali del centrosinistra presenti nella Commissione Sanità parlano di «una
proposta devastante sul piano della garanzia del diritto fondamentale alla
salute; diritto che è stato già duramente colpito in queste settimane dagli
aumenti delle tasse contenuti nelle misure approvate dal centro-destra in
Veneto». I gruppi del Centrosinistra denunciano «la contraddittorietà di un
aumento delle tasse di 400 miliardi di lire, tolti dalle tasche dei Veneti per
mantenere un sistema sanitario efficiente» a fronte della manovra di riduzione
degli ospedali.
QUESTO INVITO non è che la forma scritta di una proposta fatta durante il primo freddo salone dell’editoria di pace in Italia , a Venezia , nel fondaco dei tedeschi , domenica 9 dicembre. “Cerchiamo di rivederci noi primi fiduciosi partecipanti per vedere che cosa si può fare di “sensato ed utile” nel 2002”. Siccome dalla Fondazione Venezia per la ricerca sulla pace ho avuto la riconferma ad occuparmene con piena libertà di movimento (compatibilmente con i contributi che riusciremo a raccogliere) sono oltremodo contento di poter ora dare pratico corso a quanto ci siamo detti a dicembre. Pertanto VENERDI’ 22 FEBBRAIO DALLE ORE 16.30 ALLE ORE 19.30 tenteremo di progettare assieme il secondo salone dell’editoria di pace che avrà luogo nel dicembre del 2002. Spero che riusciremo a scambiarci opinioni, informazioni e progetti a tutto campo in modo da realizzare un appuntamento che sia ad un tempo utile ai visitatori ed agli espositori. Anticipo già che c’è una mezza idea di riuscire non solo a renderlo meno incompleto per quel che riguarda la produzione editoriale sulla pace e di pace in Italia, ma anche a tematizzarlo in chiave o mediterranea o europea. LA FONDAZIONE OFFRE A TUTTI COLORO CHE POSSANO E LO DESIDERANO LA CENA (alle ore 20.00) e il PERNOTTAMENTO sempre nello stesso luogo dove facciamo la riunione . (Per il viaggio c’è una buona probabilità, al 90%, di poter garantire il rimborso a quanti ne fanno richiesta, presentano le pezze ed hanno pazienza…). E qui viene il bello : il luogo è una struttura di amici pacifisti che operano nell’ambito di una ospitalità ragionevole si chiama IL LATO AZZURRO( tel.041.5230642// 244900 e si trova in una delle isole di Venezia, quella più grande della laguna Nord. A Sant’Erasmo non sembra nemmeno di essere a Venezia, si è in aperta campagna e quindi siamo costretti a progettare. Ci si arriva prendendo un comodo vaporetto (Linea 13 ) alle Fondamente nuove (raggiungibile in 20 minuti di motoscafo o da Piazzale Roma o dalla Ferrovia). Il vaporetto utile per la riunione parte alle 15.30 : si deve scendere alla prima fermata di sant’Erasmo, al capannone dove funzionerà una “reception” volante. Lo dico in altro modo, più professionale: Per raggiungere Il lato azzurro a Sant'Erasmo, dalla stazione o piazzale Roma si prende la linea 42 o 52 per Fondamenta Nuove (parte ogni 10 minuti e impiega 20 minuti); qui si trova la coincidenza (per l'incontro partenza ore 15.30) con la linea 13, per scendere (dopo circa 25 minuti) a S.Erasmo Capannone. Vi riceverà un pullmino navetta del Centro . ( nota per il ritorno in giornata:Chi deve tornare in serata può contare di prendere il vaporetto da Capannone Sant’ Erasmo delle ore 18.54 o, al più tardi, delle 20.14 ) All’incontro partecipa Veneziafiere con le persone che garantiscono la segreteria organizzativa anche del secondo salone dell’editoria di pace. Faccio presente che è pure il preparazione il secondo Annuario della pace in Italia e che all’incontro partecipa Salvatore Scaglione nella sua veste di curatore dell’Annuario. E’ indispensabile che la conferma della presenza e l’eventuale dell’utilizzo delle liberalità della fondazione ( A: cena; B pernottamento) siano comunicate o per e mail o per telefono allo scrivente ( gbenzoni@tin.it o tel/fax con segreteria telefonica 041.5206960 ) entro e non oltre il 15 febbraio. Grazie ed arrivederci. Giovanni Benzoni (responsabile del progetto Iride)
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DIO E' MORTO IN UNA CELLA
Ho
letto i risultati del primo rapporto sulle condizioni di detenzione tratte dal
volume “ Il carcere trasparente “ redatto da Antigone. Ho l’impressione che continuiamo a
riparlarci addosso, in una specie di
giro vizioso, forse irreparabilmente precostituito, come a voler
significare: parliamone spesso, ma parliamone in fretta proprio per non dire
niente. Leggo
attentamente queste righe, e seppure mi assalgono fremiti antichi, ho netta la
sensazione di stare a vedere e peggio sentire sequenze di un film già visto
tante e troppe volte.
Come se i miei ricordi, fossero improvvisamente fotografie impolverate dagli
acciacchi del tempo…che non scorre, ma rimane lì, fermo, a
rammentare. Da 28 anni
sono in carcere, da qualcuno svolgo attività di tutor nelle comunità “Casa del
Giovane” di don Franco Tassone a Pavia, e ancora dimoro in un carcere, per cui
ne conosco gli anfratti, le anse, i cambiamenti intercorsi. Mi viene da dire che il carcere non
è quello disegnato nei films, nei romanzi, nei fumetti, non è quello sovente
strumentalizzato dal sistema mediatico. Il carcere con i suoi molteplici
contorcimenti, forse è addirittura irrappresentabile se non lo si tocca con mano. Eppure mi
piacerebbe significare un tragitto diverso, un cammino, sì, difficile, ma più
vicino al reale.
L'immagine che si ha di una prigione è
uno schema freddo e sintetico. Uno spazio essenziale, spogliato di ogni
riferimento, ove l'anima urla davvero, e potrebbe non esser udita, perché
soffocata dalle sue stesse grida, dall"imprecare, sanguinare, chiedere.
Uno spazio ove al suo
interno non esiste principio né fine, né prima né dopo, alcun tempo. Né sopra né
sotto, alcuno spazio. Una dimensione di assoluto e di niente, di vuoto e di
pieno. Un movimento
presente, passato, futuro; un punto di contatto, di aggregazione, di disgregante
follia. Linee e arredi
spogli, poveri, insignificanti, ma a ben guardare, nel lungo tempo, divengono
segni importanti: presenza viva nonostante tutto. In questa prigione così oscura, tetra e dura,
tanto da divenire un incubo, fino a farti ammuffire più del suo tetto-cratere
corroso dal tempo: esiste un'umanità che sopravvive e infine chiede di vivere. Allora non solo il sistema
mediatico dovrebbe prendere in esame questa istanza che non ha nulla di
pietistico o vittimistico, affinché divenga una precisa istanza di interesse
collettivo, perché nessuno si
ritenga autorizzato a non farci i conti. Questa cella, questo recinto
stretto, questo carcere a distanza siderale dall'essere, difficilmente si impara
ad accettarlo come intorno, a colorarlo con il lavoro, la poesia, il teatro, la
meditazione, i rapporti umani finalmente nati, mantenuti e
custoditi. Eppure per
crescere, per non piegarsi a quell’infantilizzazione galoppante, a quella
desocializzazione che rincorre e rincula a ogni standard di prisonizzazione, esso deve
diventare uno spazio, si, di privazione della libertà, ma anche e soprattutto un
micro gruppo facente parte il macro gruppo ove tentare di recuperare non solo
attraverso l’afflizione, ma soprattutto da ciò che in ciascuno incombe: la
responsabilità di " ritrovare e ricostruire se stesso". Appoggiandoci ai lampi di vita
dispersi e incendiati, comprendiamo che importante "non é esserci " ma capire
"ciò che si é", ciò che siamo e dobbiamo essere," per reinventare la nostra
vita”. Forse ciò
è possibile recuperando un atteggiamento più attivo e propositivo anche dentro
un carcere, con la capacità di riconoscere le proprie potenzialità, i propri
interessi, per poi tradurli in un progetto di auto-realizzazione, senza per
questo arenarci a fronte di situazioni che solo apparentemente paiono troppo
destrutturate, per cui le viviamo sovente come potenzialmente
negative. Credo sia il
tempo di assumerci in prima persona le nostre responsabilità, con il coraggio
delle nostre azioni. Perché non esprimere la propria opinione, ma anche non
averla, significa non avere consapevolezza delle proprie esigenze, non farsi
portatori di un proprio progetto di vita personale. Allora rifuggire il nuovo, senza
scommettersi, non impegnarsi insieme con gli altri, Operatori Penitenziari e la
Società civile, non esponendosi in prima persona per la propria crescita personale e
professionale: equivale a non vivere pienamente questa vita che ci precede e
osserva, trasfigurando la quotidianità, trascendendo l'umanità
stessa. Tutto ciò
perché?Per restituirci almeno in parte alla nostra dignità di uomini.
Mi convinco sempre di
più che una persona detenuta debba fare ricorso alle proprie energie interiori
per riuscire a vincersi e migliorarsi, ma ciò “ nonostante il carcere“, diventando a
nostra volta soggetti sociali attivi e non solamente "larve”, né tanto meno
rassegnandoci a essere “oggetti”. Questa riflessione parte dalla
constatazione che, nonostante la mia condizione di prigioniero, mi ritengo
comunque parte di un insieme, in quanto: sono, vivo, miglioro, perché appunto
parte di una ampia collettività. Senza
ciò io stesso non sarei più. In questo tempo d’impegno nella
comunità “Casa del Giovane”, ho capito che è proprio dall'esperienza che nasce
la necessità di cercare ripetutamente dei chiarimenti. La spinta a mettersi in discussione, a
rimettersi in gioco, per conoscere di più noi stessi e gli altri, viene
soprattutto dagli incontri e dal confronto che ne deriva. Affrontare il cambiamento è una
necessità, come affrontarlo è una sfida per l’Amministrazione Penitenziaria, per
i detenuti, per l’intera società. Se il carcere permarrà o scivolerà in un
sistema chiuso, esso gestirà i problemi del cambiamento e dell’aggiornamento
tentando di mantenere lo status quo ripiegandosi su stesso; se invece
diverrà un sistema di detenzione
aperto agli ideali nuovi e possibili, allora diverrà anche un luogo di reale
testimonianza”. Il
rapporto di Antigone sul carcere, traccia i nuovi confini del disagio sociale,
com’è cambiata la tipologia criminale, la stessa umanità ristretta. Ribadisce i
tre grandi problemi endemici all’Organizzazione Penitenziaria: il
sovraffollamento, la carenza di personale e di fondi. Irrisolti, ma fondamentali
quesiti che comportano la frammentazione del panorama penitenziario, fagocitando
la divisione in pseudo feudi delle carceri italiane. Il grande problema sul versante carcerario consiste nel
favorire e costruire una cultura nuova più consona allo spirito delle leggi e
delle norme, una cultura nuova che
permetta anche a chi vive a contatto diretto e quotidiano con il recluso, un
modo nuovo di concepire e mettere in pratica la propria professionalità e le
proprie responsabilità. Mi chiedo infatti se un carcere che risponde a
condizioni strettamente custodialistiche e prisonizzanti, non sia nell'effetto
antitetico allo spirito e alle attese delle leggi stesse. Altrettanto bene so che è
innanzitutto al detenuto, che viene chiesto doverosamente di essere all'altezza
del servizio offerto ( e sarebbe bene intenderlo come una conquista di coscienza
e non solo come una mera possibilità statuale ), ma questa prigione
costantemente costretta a vivere
del suo, a rigenerarsi di una speranza pressochè spenta, rafforza la separazione
tra il carcere e la società. EPPURE IL CARCERE E’
SOCIETA’. Il
rapporto di Antigone è un’istantanea che non consente giustificazioni, tanto
meno pause liberatorie, è un’apnea. E comunque io mi sento parte della società,
da essa provengo e ad essa intendo tornare, a fronte di decenni di carcere già
scontato. Per cui la società non può chiamarsi fuori, tanto meno considerare
questo perimetro un agglomerato o un corpo morto a lei estraneo, questo perché
lei stessa con i suoi squilibri, le sue ingiustizie e i disvalori, ne partorisce
le trasgressioni e le conseguenti devianze che comportano quel sovraffollamento
che tutti conosciamo. Perciò se io ritorno nella
società non può esserci nessuna separatezza, estraneità, affinché la società
stessa si senta esentata dal dover fare i conti con questa realtà. Allora come può una società non
sentirsi chiamata in causa, non avere la consapevolezza che è suo preciso
interesse occuparsi di ciò che avviene o non avviene dentro un carcere?
Perché volenti o non volenti,
esiste un dopo e questo dopo positivo dipende da un durante solidale costruttivo
e non indifferente.
Forse è giunta l’ora di intendere il carcere in controtendenza rispetto alla tendenza
sociale, che offra pure il fianco alla critica, ma opponga la sua credibilità e
capacità di rinnovamento interloquendo con le giovani generazioni, e inducendo
un ripensamento culturale, in modo che ciascuno non si senta esente dal fornire
il proprio contributo.
Qualcuno insiste a disperare sul futuro incerto e obliquo? Il carcere viva
allora nel presente, e lo faccia attimo dopo attimo, costruendo un mondo carcerario più vivibile, a
misura d’uomo, nella consapevolezza che ciò è compito di tutti, nessuno
escluso. Credo che
occorra fare bene il proprio mestiere di uomo, sia esso di uomo libero che di
uomo ristretto per gli errori commessi, agendo con più ragionevolezza possibile.
Perché esercitare il mestiere di uomo, significa agire in modo da rispettare in
noi e negli altri la dignità insita all’essere umano. Qualunque sia il fondamento che si
vuole assegnare alla morale della
pena, qualunque sia il peccato di
ognuno, un punto è condivisibile e irrinunciabile: non ci sono contributi
“unici” da dare, né costruzioni di prigioni utopistiche, non c’è neppure da
inventare una nuova tavola di valori. C’è solamente bisogno di riempire di
contenuti adeguati quel che viene chiamato il bene e il giusto. Attraverso le
generazioni in essa ospitate, e in quelle che all’esterno osservano, anch’esse
imparando che l’unica solidarietà vera è quella che suscita attenzione verso chi
è provato e sofferente, perché quasi sempre “il nostro lato migliore non dipende
da noi, ma è affidato all’iniziativa di uno sconosciuto che viene incontro
all’altro”.
Progetto Sorriso El Salvador
«Progetto Sorriso» è l'iniziativa di cooperazione con il Ser.Co.Ba di San Salvador avviata un anno fa a San Bonifacio (VR). Obiettivo: fornire aiuti materiali alle popolazioni terremotate del Salvador e, in particolare, finanziare la fornitura di materiale sanitario (multivitaminici) e per l'igiene personale. Per INFORMAZIONI: progettosorriso@infinito.it . Per versare il proprio contributo ricordiamo che è possibile utilizzare il conto corrente postale di "Progetto Sorriso - El Salvador": ccp numero 21008305 - intestato a: Amedeo Tosi - Chiara Terlizzi. Indirizzo: località Praissola 74/b - 37047 San Bonifacio (Verona) - Causale del versamento: "Progetto Sorriso". Progetto Sorriso invierà tempestivamente quanto raccolto al gruppo di appoggio "Italia-Cuscatlan" di Turbigo (Milano), incaricato per le operazioni bancarie.
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(di Elio Veltri - L'Unità
14/1/2002). Si sa che il ministro Castelli occupa un posto speciale nel cuore
del Cavaliere, il quale lo segue passo passo per insegnargli il mestiere di
ministro e lui lo ricambia mettendogli a posto il transistor che il Cavaliere
usa per le partite del Milan quando non può andare allo stadio. Il Cavaliere
ogni mattina, con un motociclista di Palazzo Chigi, manda il " mattinale" a
Castelli e gli spiega i compiti della giornata. La prima volta che l'ha fatto
gli ha mandato anche questa lettera.
Caro Roberto,
tu sai
quanto mi sta a cuore la tua persona e, soprattutto, il tuo ministero. Io l'ho
affidato a te, non perché me l'ha chiesto l'Umberto, che a lui avrei potuto dare
un'altra cosa e sistemargli un altro amico che gli sta a cuore, per esempio
Calderoli, ma perché ho la massima fiducia in te. Tu devi fare come gli
attori i quali, come ci ha spiegato Gasman in tv, devono essere come una pagina
bianca cosi assorbono meglio la lezione. E siccome sei ingegnere e di giustizia
non te ne sei mai interessato, sono certo che puoi fare meglio di tanti altri,
perché la tua mente è sgombra da qualsiasi cognizione e prevenzione che
potrebbero essere pericolose. Naturalmente adesso ti devi applicare e siccome io
non sono sempre vicino a te, ti do alcuni consigli che ti prego di seguire alla
lettera: 1) Caccia subito dal ministero tutti i giudici comunisti o
che sono parenti di comunisti o che sono stati invitati a cena o hanno preso
l'aperitivo al bar con un comunista. Sembra una raccomandazione superflua, però
in passato L'Umberto e Maroni hanno sottovalutato le mie indicazioni e guarda
come siamo finiti. Abbiamo dovuto aspettare 7 anni per ritornare a Palazzo Chigi
e abbiamo corso il rischio di andare in galera, io per la corruzione dei giudici
di Roma, che non so neanche chi sono, perché questi casini li fa sempre Cesare e
L'Umberto per sovversione e, non so bene come si chiama il reato, tradimento
della Costituzione o banda armata o giù di li. 2) Lascia stare tutto il
resto e applicati al processo SME di Milano. C'è quel giudice con la faccia da
bimbo che non mi è simpatico per niente che dopo avere chiesto il trasferimento
ad un altro ufficio, ora, per incastrarmi, vuole rimanere e sta provocando un
casino infernale. E poi hanno chiamato a testimoniare quella ...……, ma non lo
dico, perché mia moglie che difende sempre le donne poi mi fa la ramanzina
davanti ai figli. Sul processo SME non devi mollare qualsiasi cosa dicano e
succede. Tanto i nostri avvocati, che sono anche colleghi e li ho fatti eleggere
apposta, sanno cosa fare e vedrai che alla fine glielo metteranno in quel posto
e ne usciamo con una bella prescrizione che poi io mi vendo come una grande
assoluzione. Ne ho già parlato con Fede, Liguori e un altro, che non ti posso
dire perché è un Jolly, e non aspettano l'ora per mettersi in moto; 3)
Attenzione ai tuoi collaboratori. Mi dicono che c'è n'è una preparata e che ha
sempre lavorato a Roma perciò sa come va il mondo. Non perdere tempo e prendila
subito. Anche se ti dicono che è la moglie di uno che lavora alla RAI fregatene,
perché è amico mio. 4) Preparati un po' e cerca di camuffare l'accento
padano perché se no qualche rompicoglioni di giornalista dice che non conosci il
diritto e questo lo sanno tutti e passi perché sei ingegnere. Vorrei vedere loro
se sanno mettere a posto un transistor. Dicono anche che non sai la differenza
tra un magistrato e un giudice e anche su questo ci difendiamo bene. Ma se
cominciano a dire che non parli bene in italiano e poi Rutelli lo fa sapere agli
amici di Ruggiero in Europa, rischiamo una magra. Stai attento perché i servizi
segreti mi hanno detto che vogliono prenderti in castagna. Magari inventati
anche una parente napoletana come ha fatto l'Umberto, se no rischiamo che ti
danno anche del razzista. Perciò, ti raccomando ancora l'Italiano. 5) Non
ti occupare di mafia per il momento perché prima dobbiamo sbrigare il processo
SME. Ne parliamo poi insieme. D'altronde avrai visto che ho già messo a posto un
po' le cose e quelli li non sparano più. Poi ti spiegherò che nella mafia ci
sono le correnti e quella vincente è anche pacifica e vuole fare solo affari e
non vuole sparare e noi sugli affari andiamo sul velluto.Vedrai che fra poco
nella Cupola ci saranno fior di tecnici che usciranno dalla Bocconi e poi gli
fanno fare anche un master in economia ad Harvard. Se li vogliono prima possono
prenderli anche nelle aziende private e la Fininvest non si sottrarrebbe di
certo perché il Meridionalismo noi ce l'abbiamo nel sangue. Insomma sono
fiducioso e ottimista e fare queste cose con te e non con Marcello è un grande
guadagno di immagine perché su di te nessuno, nemmeno i comunisti, può insinuare
niente. 6) Naturalmente , tu lo sai che il mio credo è che i
collaboratori devono essere sempre gratificati e i miei li sono sempre stati,
perciò sono cosi fedeli e io li ho persino sgravati di responsabilità che ho
scaricato su Paolino. Perciò mi vogliono bene davvero e su di loro potrò sempre
contare. Quanto prima ti inviterò ad Arcore. Ma ti raccomando, non venire in
canottiera, come ha fatto L'Umberto. Ti raccomando, giacca e cravatta, meglio se
firmata e se non ce l'hai, te la regalo io insieme a un bell'orologio d'oro da
polso. Se no Veronica che alle buone maniere ci tiene e tiene lontani i figli
dalle volgarità, si arrabbia. E già mi bacchetta perché vedo i film un po'
spinti, si, insomma un po' porno e me l'ha proibito e anche le barzellette un
po' grasse che tu sai mi piacciono tanto.Perciò ti raccomando se no quella non
ci prepara nemmeno da mangiare. Ti abbraccio. Tuo Silvio
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Pensieri @ltri