il GRILLO parlante
per un'informazione equa e solidale nell'Est veronese
 
supplemento a "la Voce Civica", Aut.Trib.VR n.1215 del 27 maggio 1996
Direttore Responsabile ed Editoriale: Amedeo Tosi
Redazione:  località Praissola 74/b - 37047 San Bonifacio (VR)
«il GRILLO parlante» è consultabile anche nel sito della
Biblioteca di Nogara (VR), che gentilmente ci ospita.
La responsabilità degli articoli e delle informazioni è tutta ed esclusiva dei rispettivi autori. il GRILLO parlante ospita volentieri ogni opinione e si assume la responsabilità degli articoli a cura della Redazione e di quelli non firmati.
 
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INGRATI E RICONOSCENTI
«Chi si smarrisce nella foresta se la prende con chi lo riporta sul giusto sentiero»
(Proverbio Ekonda - nazione: Repubblica Remocratica Congo)

Appuntamenti da non perdere
Inviaci gli appuntamenti organizzati dalle associazioni del tuo paese! grilloparlante@mbservice.it
 
 

15/02/02 - Cologna Veneta (VR) - Un musical da non perdere!

Venerdì 15 febbraio, alle ore 20,30 presso il teatro Ferrini di Cologna Veneta (VR), i ragazzi dell'ANFFAS di Lonigo presentano il musical "Forza venite gente!", affascinante rivisitazione della storia di san Francesco alla luce dei fatti dell'11 settembre. Ingresso libero. Musiche brillanti, di grande effetto, e bellissima coreografia-balletto faranno da sfondo ad un evento assolutamente da non perdere! Alle porte del teatro verranno raccolte offerte a favore della casa-famiglia "dopo di noi" di Lonigo. Forza, venite gente!!! 

15/02/02 - Villafranca (VR) - Gerusalemme tra venti di guerra e speranze di pace

L’ASSOCIAZIONE CI-VI-CA “SVILUPPO e SOLIDARIETA’” DI VILLAFRANCA ORGANIZZA UNA CONFERENZA DIBATTITO SULLA PALESTINA OGGI: «Gerusalemme tra venti di guerra e speranze di pace». L’INCONTRO E’ FISSATO PER  Venerdì 15 febbraio 2002, alle ore 20.30, Presso l’AUDITORIUM di Villafranca (vicino alla chiesa dei Frati Cappuccini). Relatore: LUIGI SANDRI – GIORNALISTA, Già corrispondente Ansa da Tel Aviv, autore del libro «CITTA’ SANTA E LACERATA» Gerusalemme per Ebrei, Cristiani, Mussulmani. L’incontro fa parte del programma della scuola di formazione politica “Giovanni Martari”.

 
16/02/2002 -  Verona - Assemblea Rete Lilliput

Sabato 16 febbraio 2002 alle ore 15.00, presso la Sala civica di via Brunelleschi 12 (Zona Stadio, dietro la farmacia di via Palladio) ASSEMBLEA GENERALE DELLA RETE DI LILLIPUT DI VERONA. Ordine del giorno: - relazione sull'assemblea nazionale della rete, lavoro dei gruppi tematici dei nodi locali, Rete Lilliput e Pôrto Alegre. 

16/02/2002 -  Milano - Oltre la guerra

Milano, sabato 16 febbraio 2002: «Oltre la guerra». Il commercio equo e solidale dopo il Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre: riflessioni e proposte del Consorzio Ctm altromercato. Relatori:Giorgio Dal Fiume, presidente Ctm altromercato, Paolo Chiavaroli, portavoce coordinamento politico del commercio equo e solidale italiano, Giulietto Chiesa, La Stampa, Gad Lerner, La7, Paolo Barnard, redazione Report RAI, Fausto Pellegrini, Rainews 24, Sergio Serafini, Radio Popolare Milano, On. Dario Rivolta, vicepresidente commissione Affari Esteri della Camera, On. Valerio Calzolaio, commissione Affari Esteri della Camera. Introduce e presiede Tonino Perna, università di Messina, Cric. Appuntamento: 16 febbraio 2002, ore 9,30-13, sala Pio XII, via S.Antonio 5 Milano. Un'iniziativa del Consorzio Ctm altromercato e AltrEconomia in collaborazione con Coop. Chico Mendes, Coop. Nazca, Ass. Cose dell'Altro Mondo. Aderiscono: Ass. culturale Punto Rosso Milano, Acli Milano.

16/02/2002 -  Verona - Diritto di fuga

CESAR K Coordinamento Laico Antirazzista di Verona organizza la presentazione del Libro "DIRITTO DI FUGA" di Sandro Mezzadra, in preparazione della minifestazione cittadino per la casa e i diritti del 23 febbraio, a Verona. L'incontro si terrà presso la Sala "Elisabetta Lodi" (San Giovanni in Valle) alle ore 17

22-24/02/2002 -  Ancona - Convegno internazionale di «Chiama l'Africa»

«Chiama l'Africa» organizza un importante convegno internazionale sul tema: "Dalla schiavitù degli aiuti alla libertà dei diritti", che si svolgerà dal 22 al 24 febbraio 2002, ad Ancona. Il convegno si colloca in continuazione di "Break the silence" e SIPA1 (Anch'io a Butembo), ed è all'interno delle iniziative in preparazione di "Anch'io a Kisangani" - SIPA2 - in programma dal 3 all'8 aprile prossimo. (Per informazioni: chiama.africa@agora.stm.it )

 
22/02/2002 -  Verona - Finanza Etica

La Fondazione Toniolo organizzato una conferenza che si terrà presso la sua sede (Chiostro di S. Fermo, via Dogana 2/A, Verona) sul tema: GENESI E STORIA DELLA FINANZA ETICA: COS'E' E PERCHE' E' SORTA? - Prof. Tonino Perna, Università di Messina, Presidente del Comitato Etico di Banca Etica. Inizio ore 20,45.

 
23/02/2002 -  Verona - PER IL DIRITTO AL FUTURO, PER LA CASA, PER I DIRITTI DI TUTTI
 
Le guerre, la fame, la speranza di un futuro migliore hanno portato in Italia migliaia di migranti. Queste persone, che lavorano nelle campagne, nelle fabbriche, nelle aziende artigiane, nelle cooperative, che prestano la loro opera con le famiglie, gli anziani, i bambini, sono spesso costrette a vivere in condizioni degradanti. Moltissimi, anche nella nostra città, dormono nelle case o nelle fabbriche abbandonate, esposti a disagi che ne compromettono la salute, come dimostra l'aumento dei casi di tubercolosi. I più fortunati riescono ad affittare appartamenti in cui pagano affitti altissimi, che li costringono a vivere ammassati. Questa situazione costringe tutti coloro che cercano una casa in affitto a pagare prezzi esorbitanti. A Verona ci sono 7.000 appartamenti sfitti e nessun finanziamento per l'edilizia economico-popolare. Lo scorso anno sono state presentate 1600 domande per la casa popolare e sono stati assegnati 30 appartamenti. In previsione dell'approvazione della legge Bossi-Fini, che riduce le persone migranti a merce, con il diritto di esistere solo per lavorare, le forze dell'ordine stanno intensificando in tutta Italia i rastrellamenti alla ricerca di "clandestini". Persone spesso fuggite da situazioni difficili vengono rimandate nei loro Paesi, mentre gli unici stanziamenti della legge Bossi-Fini andranno a finanziare la costruzione di nuovi "centri di permanenza temporanea", veri e propri lager, di cui è prevista una variante anche per i richiedenti asilo. Nel frattempo i proprietari di case, a Verona come altrove, lucrano sulla pelle degli immigrati (e non solo sulla loro) e la pubblica amministrazione non fornisce alcuna risposta seria in tema di accoglienza, di diritto alla casa, di diritto ad una vita dignitosa. A Roma poche settimane fa duecentomila persone sono scese in piazza contro il Disegno di Legge razzista del governo in tema di immigrazione e per il diritto al futuro dei cittadini italiani e stranieri.  Oggi a Verona scendiamo in piazza per difendere il diritto alla dignità, per la casa, per la salute, per  l'istruzione, per emergere dal lavoro nero e dalla clandestinità. Chiediamo un incontro agli amministratori pubblici per avviare un tavolo di confronto sui diritti delle persone che vivono nel nostro territorio. Sabato 23 Febbraio 2002, MANIFESTAZIONE E CORTEO, Concentramento in piazza Santa Toscana (Porta Vescovo), ore 16. Percorso: Santa Toscana, Via S. Nazaro, Via Muro Padri, Via Carducci, Ponte Nuovo, Piazza delle Poste, Via Stella, Via Anfiteatro, Piazza Brà. (Coordinamento laico antirazzista Cesar K., Comunità dei migranti – Verona. Adesioni: bonaz@interfree.it ; chisa@sis.it )

23/02/2002 -  Verona - La Rondine... in festa

La Cooperativa «La Rondine» - Bottega del mondo di Verona organizza una festa assolutamente da non perdere! Inizio ore 21,30 presso  la Parrocchia Sacra Famiglia (via Sforni 1) di Verona. Animazione: Leo DJ. Info: larondine.verona@tiscalinet.it

 
24/02/2002 -  Villafranca (VR) - 100° incontro del Gruppo per il Pluralismo e il Dialogo

Il «GRUPPO PER IL PLURALISMO E IL DIALOGO» vi invita al 100° incontro Domenica 24 febbraio 2002 ore 16,30-19,00 a VILLAFRANCA (VR), presso Auditorium comunale (vicino alla chiesa dei Cappuccini). Il Gruppo, in questo centesimo incontro, rifletterà su se stesso, articolando l’evento in tre punti: «Perché e come è nato?» a cura di Loredana Mazzonelli Martari; «Quale percorso ha fatto in quasi trent'anni di cammino?» a cura di Lorenzo Dani; «Come ha interagito con la vita vissuta  dalla comunità civile e religiosa veronese durante questi anni?» a cura di Sergio Baronetto». Dopo le relazioni introduttive ci sarà spazio per il dialogo.

25/02/2002 -  S.Zeno di Colognola ai Colli - «I servizi socio-sanitari nell'Est veronese»

Il «Centro per il diritto alla salute» di San Bonifacio e la Commissione «Giustizia Pace Salvaguardia del Creato» della Parrocchia di S.Zeno di Colognola ai Colli organizza un incontro-dibattito informativo sul tema: «I servizi socio-sanitari nel nostro territorio (Est veronese) e le prospettive del prossimo futuro». Interverranno alcuni medici e sindaci. Inizio ore 20,30 presso la Sala parrocchiale di S.Zeno di Colognola ai Colli. Info: aldo.corradi@email.it

Marzo 2001 -  Verona - «Volti di Pace»: 4 incontri
 
Pax Christi di Verona e la Comunità cristiana di San Nicolò organizzano per il mese di marzo 2002 un ciclo di incontri su «VOLTI DI PACE, testimoni e profeti del nostro tempo». Venerdì 1 marzo: TONINO BELLO, La pace è convivialità delle differenze. Relatore: Sergio Paronetto, Pax Christi -Verona. Venerdì 8 marzo: EMMANUEL  LEVINAS, L'etica del volto, futuro di pace Relatore: Roberto Vinco, docente di teologia e parroco di S.Nicolò. Venerdì 15 marzo: DAVID M.TUROLDO, La poesia come canto-profezia di pace Relatori: Luigi Adami, parroco di S.Zeno di Colognola ai Colli e Marco Campedelli, prete, uomo di teatro. Venerdì 22 marzo: ETTY HILLESUM, La pace come cuore pensante Relatrice: Letizia Tomassone, pastore della Chiesa valdese di Verona. Gli incontri si terranno alle ore 21 presso la sala "Pighi" della parrocchia di San Nicolò all'Arena, piazza S.Nicolò (dietro l'Arena), Verona, tel. 045 8000167, 045 565646.
 
 
02/03/2002 -  Nogara (VR) - LA GIUSTIZIA E' UGUALE PER TUTTI?/1 - INCONTRO CON PAPALIA, TESCAROLI E BONGIOVANNI
 
All’interno del ciclo di incontri «LA GIUSTIZIA E' UGUALE PER TUTTI ?» organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Nogara (Verona) e dalla Biblioteca Comunale di Nogara "Elisa Masini" SABATO 2 MARZO alle ore 16 presso la Sala Consiliare - Municipio di Nogara, via Roma 1 ci sarà la presentazione del libro di LUCA TESCAROLI "Perché fu ucciso Giovanni Falcone" (Rubbettino Editore). Interverranno: GUIDO PAPALIA (Procuratore Capo della Repubblica di Verona) LUCA TESCAROLI (Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma,  Pubblico Ministero nel processo della strage di Capaci nel corso dei giudizi di I e II grado); GIORGIO BONGIOVANNI (Fondatore e Direttore Editoriale della rivista mensile "Antimafia Duemila"). Tutti sono invitati. Per informazioni  http://digilander.iol.it/biblionogara ; biblionogara@libero.it .
 
 
07/03/2002 -  Verona - Finanza Etica: modalità di funzionamento

La Fondazione Toniolo organizzato una conferenza che si terrà presso la sua sede (Chiostro di S. Fermo, via Dogana 2/A, Verona) sul tema: L'ATTUALITA' DELLA FINANZA ETICA E LE MODALITA' DI FUNZIONAMENTO - Dott. Mario Cavanni, socio di Banca Etica . Inizio ore 20,45.

 
15/03/2002 -  Nogara (VR) - LA GIUSTIZIA E' UGUALE PER TUTTI?/2 - INCONTRO CON MARIA FALCONE E ANTONIO INGROIA

All’interno del ciclo di incontri «LA GIUSTIZIA E' UGUALE PER TUTTI ?» organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Nogara (Verona) e dalla Biblioteca Comunale di Nogara "Elisa Masini"  VENERDÌ 15 MARZO alle ore 21 presso la Biblioteca Comunale - Palazzo Maggi, presentazione del libro di GIAN CARLO CASELLI e ANTONIO INGROIA "L'eredità scomoda. Da Falcone ad Andreotti sette anni a Palermo" (Feltrinelli). Interverranno: MARIA FALCONE (Presidente della "Fondazione Giovanni e Francesca Falcone"); ANTONIO INGROIA (Sostituto Procuratore della Repubblica presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo); AMEDEO TOSI (Giornalista, Direttore Responsabile del settimanale telematico "il GRILLO parlante"). Tutti sono invitati. Per informazioni  http://digilander.iol.it/biblionogara ; biblionogara@libero.it .

 
18/03/2002 -  San Giovanni Lupatoto - Max Gazzè in concerto per INTERSOS
 
L'unica tappa veronese del Tour Teatrale di Max Gazzè si terrà a San Giovanni Lupatoto, presso il teatro Astra. I biglietti sono reperibili presso Box Office di Verona. Nel prossimo numero de «il GRILLO parlante» vi daremo maggiori ragguagli.
 
 
22/03/2002 -  Verona - Commercio equo e solidale

La Fondazione Toniolo organizzato una conferenza che si terrà presso la sua sede (Chiostro di S. Fermo, via Dogana 2/A, Verona) sul tema: IL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE - Prof.ssa Maria Grazia Totola, Facolta' di Economia e Commercio, Università di Verona.  Inizio ore 20,45.   

17/04/2002 -  Nogara (VR) - LA GIUSTIZIA E' UGUALE PER TUTTI?/3 - INCONTRO CON MARCO TRAVAGLIO, ELIO VELTRI E PAOLO ANDREOLI

All’interno del ciclo di incontri «LA GIUSTIZIA E' UGUALE PER TUTTI ?» organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Nogara (Verona) e dalla Biblioteca Comunale di Nogara "Elisa Masini"  MERCOLEDÌ 17 APRILE alle ore 21 presso la Biblioteca Comunale - Palazzo Maggi si terrà la presentazione del libro di ELIO VELTRI "Le toghe rosse" (Baldini & Castaldi) e dell'ultimo libro di MARCO TRAVAGLIO. Interverranno: MARCO TRAVAGLIO Giornalista de "la Repubblica"; ELIO VELTRI, Presidente dell'Associazione "Democrazia e Legalità"; PAOLO ANDREOLI, Sindaco di Bogara. Tutti sono invitati. Per informazioni  http://digilander.iol.it/biblionogara ; biblionogara@libero.it .

  
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IN PRIMO PIANO

 

A nome del comitato promotore di questa dimostrazione, prego i destinatari di considerarne con attenzione l'importanza, di trasmetterla al maggior numero possibile di persone non solo per via telematica, ma anche su carta, di diffonderne in progressione geometrica la conoscenza entro pochi giorni, di ricordare di attuarla domenica 24, di dare notizia della propria partecipazione e attività di diffusione agli indirizzi indicati.
Si tratta di una prima dimostrazione, che, se riesce, potrà proseguire in forme più incisive.
Enrico Peyretti
Direttore de 'Il Foglio' - Torino

Una giornata SENZA Berlusconi

Tutti coloro che sono persuasi del fatto che il governo diretto da Silvio Berlusconi, proprietario di tre reti televisive operanti su tutto il territorio nazionale, e di un settore importante della stampa e dell’editoria del nostro paese, è illegittimo ai sensi della legge n. 361 del 30 marzo 1957 e contrario allo spirito della Costituzione repubblicana, e che il cosiddetto conflitto di interessi di cui si discute attualmente in Parlamento potrebbe essere risolto soltanto con la cessione integrale di tutte le sue reti o col suo ritiro dalla scena politica, sono invitati a partecipare ad una prima

giornata di protesta

contro la situazione del tutto anomala che si è venuta a determinare in Italia rispetto alle altre nazioni democratiche del mondo occidentale

con l’astensione completa dall’uso delle reti Mediaset (Rete 4, Canale 5, Italia 1)

che un gruppo di persone aderenti al M.I.R - Movimento Nonviolento delle Regioni Piemonte e Valle d’Aosta o vicine ad esso hanno deciso di indire per

domenica 24 febbraio 2002

in tutto il paese. Facciamo in modo che questa astensione sia tale da risultare evidente dalle ordinarie misurazioni degli ascolti. Tutti coloro (gruppi, associazioni, singole persone) che intendono rispondere affermativamente al nostro appello sono pregati di voler comunicare la loro adesione all’uno o all’altro dei seguenti indirizzi (o anche, naturalmente, ad entrambi): elettronico, unadomenicasenza@libero.it; postale: Comitato "Una domenica senza" presso il MIR - Movimento Nonviolento, via Garibaldi 13, Torino 10122. Giorgio Cingolani, Angela Dogliotti Marasso, Beppe Marasso, Giuliano Martignetti, Enrico Peyretti, Renato Solmi, Piercarlo Racca, Paolo Candelari, Michelangelo Lanza, Pasqualina Gilardi, Luca Cerutti, Luciano Cambellotti, Carolina Pozzo, Mauro Maurino, Il gruppo Pax Christi di Torino, Giuliana Martirani, Alex Zanotelli, Antonio Caputo, Francesco Ciafaloni, Brunello Mantelli, Federico Repetto, Carlo Ottino, Pasquale Pugliese.

 
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SOLIDARIETA'

 

PER SAFYA

Care amiche, cari amici, soltanto in queste ultime ore abbiamo  saputo che Safya sarà giudicata in appello lunedi prossimo: La tesi della difesa si basera sia sul fatto che si e trattato di violenza carnale sia  sul fatto che in ogni caso il reato sarebbe stato compiuto prima dell'introduzione della sharia. Quanto al resto: il ministro federale nigeriano di  grazia e giustizia, che aveva garantito che Safya non sarebbe stata uccisa, è stato ammazzato il 23 dicembre scorso. Ed è stato assassinato tre giorni fa anche il segretario particolare del presidente della Corte Federale.  Sono delitti "comuni" o episodi legati al durissimo (anzi sanguinoso) conflitto in atto nel paese fra cristiani e mussulmani? E' in questo clima che sarà  esaminato l'appello di Safya. Persone autorevoli consigliano di scrivere SUBITO, e fare scrivere, nuovi appelli in favore di Safya mandandoli questa volta per e-mail, data la ristrettezza dei tempi, al seguente indirizzo http://www.nigerianmission.org/feedback.htm Per chi e poco pratico di Internet e/o non conosce l'inglese, spieghiamo: sulla pagina troverete la scritta

What kind of comment woud you like to send? Selezionate SUGGESTION What about us do you etc: (other) In  OTHER scrivete Safya Hussaini Nel riquadro successivo scrivete WE WANT SAFIYA HUSSAINI ALIVE!

Completate con i vostri dati e spedite. Ricordiamoci che nessuno fara quello che potremmo fare noi.

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MASSMEDIA e TAM TAM vari 

SITI DA VISITARE 
 
1) RAC DIS GIO' 2002: News dall'Informagiovani di San Bonifacio http://infogiovani.interfree.it
2) Pedagogisti on line: www.educare.it
3) Notiziario femminile www.femmis.org .
4) Rete Lilliput: www.retelilliput.org
7) Da Monteforte d'Alpone... www.stilelibero.org
8) La casa editrice ACHAB: www.edizioni-achab.it
9) Sistemi e culture: www.click.vi.it/sistemieculture
10) Legnago Social Forum: www.vronline.it/LSF/
11) Informazioni, relazioni, riflessioni... crmvillage.it
12) I giovani e la Lessinia. Uno spazio di discussione libero e aperto a tutti per conoscersi, confrontarsi su idee, segnalare eventi, sollevare problemi, proporre attività e iniziative riguardanti la vita dei giovani, quassù. Vi invito a visitarlo subito, sul sito www.cimbri.it alla voce "FORUM, TERRA CIMBRA/I GIOVANI E LA LESSINIA", ad iscrivervi, a rispondere agli argomenti già attivati e ad attivarne di nuovi.
13) Oltre... http://spazioweb.inwind.it/korter , «Oltre...» è il nome del sito di collegamento delle Comunità cristiane di base.
 
Rac Dis Giò 2002 

AMMINISTRAZIONE COMUNALE, DISTRETTO SCOLASTICO N.30 e INFORMAGIOVANI di San Bonifacio (VR) promuovono la 6^ Edizione biennale di «Rac Dis Giò 2002» (Racconti – Disegni – Poesie – Foto : Giovani). Si sta avvicinando la data di scadenza (SABATO 16 FEBBRAIO 2002) per l’adesione e consegna degli elaborati (Racconti, Disegni, Poesie o Foto) relativi alla 6^ Edizione del Concorso culturale «Rac Dis Giò 2002».  Il palinsesto è rivolto agli alunni delle classi 4 e 5 elementare e agli studenti delle scuole medie dei Distretti Scolastici di San Bonifacio e Cologna Veneta; agli studenti delle scuole superiori della provincia di Verona e, limitatamente alla sezione “Foto”, ai giovani dai 17 ai 25 anni residenti nella regione Veneto. Il bando di concorso, che contiene anche i tagliandi di partecipazione, è reperibile presso tutte le scuole della provincia di Verona, tutti gli sportelli Informagiovani del Veneto e nel sito internet dell’Informagiovani di San Bonifacio: http://infogiovani.interfree.it

La rassegna si concluderà sabato 27 aprile, alle ore 17 presso il teatro «Centrale» di San Bonifacio, con la premiazione degli elaborati risultati vincitori e la presentazione del 6 volume «Rac Dis Gio». Per informazioni è possibile rivolgersi a: Gaetano Zonato (Tel. 045 7610152 gzonato@tiscalinet.it) o all’Informagiovani di San Bonifacio (Tel 045 7613707 racdisgio@libero.it).

Invito alla lettura di «Allearsi col vento», di Gaetano Bellorio

Sembra scritto apposta per questi nostri giorni il romanzo di Gaetano Bellorio “Allearsi col vento”, perché si lega alla cronaca odierna del conflitto israelo-palestinese e, contemporaneamente, incontra, nella narrazione, sia il mondo ebraico che il mondo islamico. Così non è, però, perché l’autore ci ha confermato di averlo ultimato nel 1997, e, dunque, ben prima che quel conflitto venisse alla ribalta, ben prima che questo gran parlare dell’Islam di casa nostra fosse un tema oggetto di serrati e frequenti dibattiti televisivi e non. Segno di una “preveggenza” narrativa che ci stupisce fino ad un certo punto, poiché Bellorio, anche coi precedenti romanzi (“Il Silenzio dei profeti”, 1995; e il racconto per ragazzi “Cuore di topo”, 1999, tradotto in lingua spagnola) ci ha abituati a leggere e riflettere sui “segni dei tempi”, o, comunque, sui temi sociali di vasta portata nei quali cala trama e personaggi. Se dovessimo elencare anche solo gli argomenti di fondo del romanzo (le donne nell’Islam, il rapporto natura-cultura, educazione-diseducazione, i conflitti generazionali, la convivenza possibile tra diverse culture, i rapporti fra le tre religioni monoteiste, la riscoperta e la valorizzazione delle aspirazioni individuali contro l’appiattimento…) esauriremmo questa presentazione in un’elencazione, appunto, tanto è ricco di spunti il racconto: una  “miniera” che trattiene nelle sue viscere un intero secolo, il ‘900, lo guarda, lo interpreta letterariamente con distacco, lo supera. Questo il clima, la temperie, nella quale Bellorio immette i lettori, che, sin dalla prima riga, viaggiano con lui dal Sahara all’Egitto, dall’Europa degli ebrei askenaziti ad una località tanto minuscola quanto suscitatrice di meraviglia, a picco sul lago Benaco (Pianoro). Da qui si diramano le storie dell’ebreo perseguitato Omero Hakka e di sua moglie Maria Orengo (donna di impressionante statura intellettuale e umana), del figlio Josef e di Shukri Lillà (una splendida algerina incontrata casualmente a Sidi Bou Said), di Faisal e Thiti (l’egiziana che sfida la poligamia e la circoncisione femminile), dell’avvedutissimo mercante franco-tunisino Raoul Chabod nato da violenza carnale e d’una simpatia incontenibile. Accanto ad essi si muove una schiera di personaggi “minori”, resi  vivi e reali attraverso una ricchissima varietà di sfumature, senza però che l’invadenza di una penna tiranna nulla lasci alla fantasia del lettore e alla sua libertà immaginativa. Sono temi “forti” quelli affrontati dall’autore che richiedono il riappropriarci di tempi e modi di lettura sempre meno consueti nel nostro quotidiano, sospinti come siamo dalla fretta di correre, di passare ad altro. Un libro contro, contro la frenesia che ci brucia il tempo e la vita senza che ce ne accorgiamo: “votare al lavoro tutte le ore di luce concesse è un peccato contro natura, compiuto ogni giorno e senza vergogna, da tutti” (pag. 256). “Allearsi col vento” ci invita a fermarci a riprendere il filo dei nostri pensieri a trovare delle risposte sui perché della nostra vita, sul significato terreno e spirituale  del nostro essere nel mondo. Ed è ancora la capacità di “resuscitare” i morti che rende più originale il romanzo di Bellorio. Sì, il racconto racchiude un certo arco temporale, più o meno dal 1920 ai giorni nostri, eppure l’autore riesce a svincolarsi dal tempo naturalmente. Perciò non fa una grinza il fatto che nelle trame entri quel grande educatore seicentesco che è stato Giovanni Amos Comenio; o Daniele Comboni (“quegli occhi matti e generosi che baluginavano come fiamme di candela, le procurarono un tremito intenso” pag. 208); o il fondatore della Cattolica Agostino Gemelli, che raccoglie Maria Orengo nel duomo di Milano, dopo uno svenimento, e lascia un segno indelebile nella sua vita; la storia di Shabbetai Zevì, che nel 1648, a Smirne, ventiduenne, si autoproclama Messia. Il romanzo affronta la storia, e, affrontandola la “riunisce” e la affastella come un continuum, un tutt’uno, che influisce sul presente. E, si badi bene, qui non ci si limita alla storia europea, ma tutta la storia, da Nord a Sud, da Oriente ad Occidente, ha un ruolo, una sua dignità, un motivo per incastonarsi nel narrato. Ed è in questo, infine, la novità  e il messaggio, così crediamo, di “Allearsi col vento”. Un nuovo modo del raccontare ritmato sugli eventi che, se sulle prime può sorprendere anche un lettore avveduto, nel prosieguo prende per mano e ti dice: guarda che i mondi sono invece “un” mondo, che lo “statuto” profondo degli uomini e delle donne è uno solo, che siamo accomunati in un unico destino, anche se le diversità etniche, culturali, di costume, di tradizioni, paiono distanziarci incommensurabilmente. La felicità e la sofferenza sono uguali dappertutto, e c’è, esiste, una felicità possibile, che non è utopia. In libreria da pochi giorni, il romanzo è entrato anche nel corredo dei percorsi formativi delle università e delle scuole superiori, così come quel singolare racconto (Cuore di topo) è entrato tra le letture privilegiate delle scuole elementari, che ne hanno tratto un’opera teatrale che sarà rappresentata dai bambini il sette giugno prossimo, e, poi, esportata in varie città italiane. Bellorio Gaetano, Allearsi col vento, edizioni Paoline, Milano 2001, pagg. 305, lire 32.000, €. 16,53 (recensione di Donatello Bellomo - «L'Arena»).

 
Ritornano i mercanti di morte
 
Chiediamo a tutte le realtà della società civile, agli enti locali, alle personalità della cultura, dello sport e dello spettacolo, delle religioni e delle istituzioni di firmare l'appello che Pax Christi Italia e l'Associazione Obiettori Nonviolenti stanno diffondendo in queste ore a difesa della legge 185 per il controllo democratico del commercio di armi. E' l'estremo tentativo di difendere una legge ottenuta grazie all'impegno di alcune associazioni che, negli anni 80, diedero vita al cartello "Contro i mercanti di morte". E' sconcertante notare la convergenza di consensi da destra e a sinistra  su queste modifiche. Per maggiori informazioni sulla legge, sul testo di modifica, sull'iter parlamentare delle modifiche proposte, sugli appuntamenti che ci diamo per impedire il "ritorno dei mercanti morte" vi invitiamo a visitare il sito www.paxchristi.it. Per ricevere gli aggiornamenti sulle adesioni e sulle iniziative che intraprenderemo vi chiediamo di segnalare il vostro indirizzo e-mail a info@paxchristi.it.

Appello ai parlamentari

 Il Parlamento italiano sta discutendo un disegno di legge d'iniziativa governativa (Atto Camera 1927) in materia di industria della difesa. Il progetto prevede la ratifica dell'accordo quadro sottoscritto dall'Italia e da altri cinque Paesi europei il 27 luglio 2000 per "facilitare la ristrutturazione e le attività dell'industria europea per la difesa" ed è stato già licenziato dalle Commissioni III e IV della Camera dei Deputati in data 30 gennaio 2002. Tale accordo imporrebbe il "tempestivo adeguamento della nostra normativa" e infatti 10 dei 14 articoli che compongono il testo proposto sono volti a modificare la legge n. 185 del 1990 che disciplina attualmente l'import-export di armi nel nostro Paese. La novità più rilevante è costituita dall'introduzione di un nuovo tipo di autorizzazione per il commercio delle armi, la "licenza globale di progetto", riferita ai programmi intergovernativi o industriali congiunti ai quali le imprese partecipano e ai quali non si applicheranno più le norme sulle trattative contrattuali, rendendo meno trasparenti e controllabili tutte le operazioni. Anche le norme sulle attività bancarie relative a questo nuovo tipo di "licenza globale" verranno modificate, non essendo più notificate al Ministero del Tesoro e da questo autorizzate, e non comparendo più nello specifico capitolo dell'annuale Relazione al Parlamento. In questo modo, in nome della "razionalizzazione", della "competitività" e della "identità europea" verrà stravolta una legge ritenuta da tutti "severa e rigida" e che ha fatto del nostro Paese uno dei più avanzati al mondo per aver provveduto a regolare il commercio delle armi nel rispetto dei diritti umani, della promozione della pace e della trasparenza. Ricordiamo che quella legge fu ottenuta grazie all’impegno tenace della Campagna “Contro i mercanti di morte” (ACLI, MLAL Mani Tese, Missione Oggi, Pax Christi). Anche il riferimento al "Codice di condotta dell'Unione Europea per le esportazioni di armi" (che non è assolutamente vincolante) costringerebbe l'Italia a rinunciare alla propria normativa nazionale che in questo verrebbe peggiorata. Troviamo peraltro paradossale che mentre da un lato si vuole combattere una guerra totale contro il terrorismo, dall’altro si allargano le maglie del controllo della vendita delle armi con tutti i rischi che ne conseguono. Chiediamo pertanto ai parlamentari di votare contro questo disegno di legge che costituisce un passo indietro per la pace e la giustizia. Chiediamo che l'Italia si faccia promotrice a livello internazionale di un'iniziativa volta a una maggiore severità nel controllo del commercio di armi e a un maggiore impegno nella prevenzione dei conflitti.

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INFORMAZIONI, RIFLESSIONI & OPINIONI

Cresce la povertà in Colombia
 
Diffondiamo alcuni dati esemplificativi sulle condizioni di vita, che peggiorano giorno dopo giorno, del popolo colombiano. Lo facciamo consapevoli che solo una trasformazione strutturale dell'assetto politico, sociale ed economico della società potrà garantire al popolo colombiano una vita dignitosa, in un paese sovrano, in pace e con giustizia sociale. E naturalmente consapevoli del fatto che la vera pace non è quella dei "sepolcri", del silenzio e della paralisi dei settori popolari in lotta, tanto cara al Pentagono ed al Governo nazionale, bensì quella conseguente alla rimozione delle cause che storicamente hanno generato il conflitto sociale ed armato. (ASSOCIAZIONE nazionale NUOVA COLOMBIA nuovacolombia@yahoo.it )
Dati:
- Oltre 33 milioni di colombiani, dei 43 stimati, vivono tra la povertà e la miseria.
- Le cifre indicano che tra il 67 e il 68 % delle famiglie colombiane vive al di sotto della soglia di povertà, il cui parametro è costituito da un reddito pro-capite (di ogni membro del nucleo familiare) non superiore ai 2.10 dollari.
- Il 20 % dei colombiani vive in condizioni di miseria, in quanto ognuno di essi ha un reddito quotidiano di 1 dollaro, appena sufficiente a comprare una quantità di alimenti che gli permettono scarsamente di sopravvivere.
- Mentre nel 1990 il 10 % dei ricchi guadagnava, in media, quaranta volte di più del 10 % dei poveri, nel 2001 la medesima percentuale dei ricchi ha guadagnato, in media, sessanta volte di più delle stesso numero di poveri.
Fonti: ultimi rapporti del DANE (Dipartimento Amministrativo Nazionale di Statistica) e del Dipartimento Nazionale di Pianificazione (organismi governativi, N.d.T.)
 
 
Sudan: caso Abok non risolve dramma di molte altre donne
 
L'ambasciata sudanese, con il comunicato di oggi, ha confermato l'annullamento della condanna a morte di  Abok Alfa Akok in quanto pur "essendo stata trovata illegalmente incinta" è di fede cristiana e pertanto non può essere giudicata secondo la legge islamica. Risolto il caso Abok, restano comunque sospese, come più volte denunciato da diverse organizzazioni umanitarie, le vite di migliaia di giovani che ogni giorno in Sudan sono costrette a subire lavori forzati, stupri, rapimenti. Dal 1983 ad oggi la guerra sudanese ha causato 2 milioni di morti e 4 milioni di profughi interni. Si tratta della più lunga guerra civile africana, che vede il Sud combattere contro il Nord (senza dimenticare altri fronti, come quello sui Monti Nuba o nell'est del paese). A farne le spese vi sono in primo luogo le donne e i bambini che, oltre a subire le conseguenze del conflitto, durante le incursioni delle milizie nei villaggi sono rapiti e portati al Nord. Qui vengono costretti a lavorare in una condizione di  "schiavitù". In questo business che si fa beffa  dei diritti umani, le donne vengono sfruttate talvolta "solo" come domestiche, talvolta anche come concubine. Un recente decreto presidenziale ha riformato la commissione creata per sradicare la pratica del sequestro di donne e bambini, ma le denunce sulla collusione tra il governo sudanese e le milizie che saccheggiano i villaggi lasciano dei dubbi su quest’iniziativa. Femmis, creata dalle missionarie comboniane per dare informazioni sulla condizione femminile del mondo, invita le associazioni e gli organi di stampa a mantenere viva l’attenzione su quanto avviene in Sudan e di continuare ad esercitare pressioni sul governo sudanese affinché i diritti umani siano realmente rispettati.  Per informazioniRedazione Femmis: Via Cesiolo, 46; Tel. 0458302788; Tel. 0458303149. Per ulteriori informazioni: www.femmis.org ; www.campagnasudan.it ; www.antislavery.org
 
Di ritorno dal Fòrum Social Mundial di Porto Alegre

Dopo un viaggio di ritorno allucinante di 30 ore e dopo aver scoperto che i miei  bagagli, così come quelli di parecchi delegati, sono rimasti a S. Paolo del Brasile, sono tornata dall'esperienza straordinaria del  Forum Social Mundial di Porto Alegre a, cui ho partecipato come delegata  di Rifondazione Comunista dal 30 gennaio al 5 febbraio. Erano presenti circa 16.000 delegati di gruppi, associazioni, partiti, movimenti, ong, sindacati, ecc. che in tutto il mondo lottano contro la globalizazione neoliberista, per la difesa della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, della solidarietà, della giustizia e del rispetto delle diversità. Questa seconda edizione del SF è stata particolarmente dedicata alla concretizzazione di alternative alla globalizzazione neoliberista, con oltre 1000 gruppi di studio e seminari, esperienze di resistenza, riflessioni, aspirazioni di singoli e rappresentanti di associazioni provenienti da tutto il mondo. Ho partecipato a parecchi di questi incontri, ho visitato una favela di Porto Alegre in cui si sta conducendo una straordinaria esperienza di ristrutturazione attraerso il modello del bilancio partecipato; ho visitato un asientamento dei Sem Terra, e ho passato un'intera giornata al Forumzinho, incredibile e bellissimo Forum Sociale dei bambini. Ho poi vissuto con molta perplessità il Forum dei parlamentari, in cui oltre 700 parlamentari di tutto il mondo (che in teoria avrebbero dovuto impegnarsi nel movimento, lavorando anche nelle sedi istituzionali contro il neoliberismo e le guerre) si sono riuniti a fianco del FSM, anche se i risultati non sono stati all'altezza delle aspettative. In un momento di guerra e di recrudescenza della violenza, segnato da intolleranze religiose e dal fondamentalismo del mercato, vedere che lavorare per un "altro mondo" non solo è possibile, ma sempre più necessario, è stata un'esperienza particolarissima che vi vorrò raccontare non appena tornerò in possesso (me lo auguro proprio davvero) di tutti gli appunti presi in questi giorni, dei documenti e della documentazione fotografica, spero significativa. Non appena possibile, Rifondazione Comunista organizzarà un'iniziativa aperta a tutti per una maggiore informazione e una riflessione comune sul II° FSM. Ciao a tutti e auguri di buon lavoro. (on.Titti Valpiana)

DOCUMENTO FINALE DEL FORUM SOCIALE DI PORTO ALEGRE

Resistenza al neoliberismo, al militarismo, alla guerra: per la pace le la giustizia sociale 1) Di fronte al continuo deterioramento nelle condizioni di vita dei popoli, noi, movimenti sociali del mondo intero, ci siamo incontrati in decine di migliaia nel Secondo Forum sociale mondiale di Porto Alegre. Siamo qui a dispetto dei tentativi di spezzare la nostra solidarietà. Ci incontriamo di nuovo per continuare le nostre lotte contro il neoliberismo e la guerra, per confermare gli accordi dello scorso Forum e riaffermare che un altro mondo è possibile. 2) Siamo diversi donne e uomini, adulti e giovani, popoli indigeni, contadini e urbani, lavoratori e disoccupati, senza casa, anziani, studenti, persone di ogni credo, colore, orientamento sessuale. L'espressione di questa diversità è la nostra forza e la base della nostra unità. Siamo un movimento di solidarietà global, unito nella nostra determinazione di lottare contro la concentrazione della ricchezza, la proliferazione della povertà e delle ineguaglianze e la distruzione della nostra terra. Stiamo costruendo alternative, utilizzando modi creativi per promuoverle. Stiamo costruendo una ampia alleanza a partire dalle nostre lotte e dalla resistenza a un sistema che è fondato sul patriarcato, il razzismo e la violenza, che privilegia gli interessi del capitale sui bisogni e le aspirazioni dei popoli. 3) Questo sistema produce il dramma quotidiano di donne e bambini e anziani che muoiono di fame, dell'assenza di cure sanitarie e di malattie che potrebbero essere prevenibili. Intere famiglie sono obbligate a lasciare le loro case a causa delle guerre, dell'impatto del "megasviluppo", della mancanza di terra e in presenza di disastri ambientali, disoccupazione, attacchi ai servizi pubblici e distruzione della solidarietà sociale. Al Sud come al Nord forti lotte e resistenze stanno nascendo per far valere la dignità della vita. 4) L'11 settembre ha segnato una svolta drammatica. Dopo gli attacchi terroristici, che condanniamo assolutamente, così come condanniamo tutti gli altri attacchi sui civili in altre parti del mondo, il governo degli Stati Uniti e i suoi alleati hanno lanciato una massiccia operazione militare. In nome della "guerra al terrorismo" vengono attaccati in tutto il mondo i diritti civili e politici. Con la guerra contro l'Afghanistan, in cui sono stati usati anche metodi terroristici e con le nuove che si preparano, ci troviamo di fronte a una guerra globale permanente, per estendere scatenata dal governo degli Usa e dai suoi alleati per stabilire il loro dominio. Questa guerra rivela l'altra faccia del neoliberismo, la più brutale e inaccettabile. L'Islam viene demonizzato, mentre il razzismo e la xenofobia vengono deliberatamente diffusi. La stessa informazione e i mass media prendono attivamente parte a questa campagna bellicista che divide il mondo tra il "bene" e il "male". L'opposizione a questa guerra è uno degli elementi costitutivi dei nostri movimenti. 5) La situazione di guerra ha ulteriormente destabilizzato il Medioriente, fornendo il pretesto per un'ulteriore repressione del popolo palestinese. Di fronte all'occupazione brutale di Israele, un compito urgente del nostro movimento è quello di mobilitare la solidarietà per il popolo palestinese e la sua lotta all'autodeterminazione. Questo è vitale per la sicurezza collettiva di tutti i popoli della regione. 6) Allo stesso tempo, anche nuovi eventi confermano l'urgenza delle nostre lotte. In Argentina la crisi finanziaria causata dal fallimento degli aggiustamenti strutturali del Fondo monetario internazionale e il debito crescente hanno fatto precipitare la crisi sociale e politica. Questa crisi ha prodotto proteste spontanee delle classi lavoratrici e della classe media, una repressione che ha causato morti, cambiamenti nel governo e nuove alleanze tra gruppi sociali diversi. Con la forza dei "cacerolasos" il popolo ha potuto assicurarsi la soddisfazione dei principali bisogni di base. 7) Il collasso della multinazionale Enron è un esempio della bancarotta dell'economia "del casinò" e della corruzione degli uomini d'affari e dei politici. I lavoratori sono rimasti senza impiego e senza pensioni. Nei paesi in via di sviluppo questa multinazionale impegnata in attività fraudolenti e i suoi progetti hanno cacciato la popolazione dalle loro terre aumentando smisuratamente i prezzi dell'elettricità e dell'acqua. 8) Il governo degli Stati Uniti nel suo sforzo di proteggere gli interessi delle grandi imprese, ha abbandonato con arroganza i negoziati di Kyoto sul riscaldamento globale, il trattato sui missili antibalistici, la convenzione sulla biodiversità, la conferenza dell'Onu sul razzismo e l'intolleranza e il confronto per ridurre la fornitura di armi leggere, dimostrando ancora una volta che l'unilateralismo degli Stati Uniti fa saltare i tentativi di trovare soluzioni multilaterali ai problemi globali. 9) A Genova il G8 ha completamente fallito nella sua pretesa di governo globale. Di fronte a una massiccia mobilitazione e resistenza, hanno risposto con la violenza e la repressione, denunciando come criminali coloro che avevano osato protestare. Ma non sono riusciti a intimidire il nostro movimento. 10) Tutto ciò avviene nel contesto di una recessione globale. Il modello economico neoliberista distrugge i diritti, le condizioni e i livelli di vita dei popoli. Usando ogni mezzo per proteggere i loro dividendi, le mulitinazionali licenziano, riducono i salari e chiudono fabbriche, spremendo fino all'ultimo i lavoratori. I governi di fronte a questa crisi economica rispondono con la privatizzazione, il taglio delle spese sociali e una riduzione permanente dei diritti di lavoratori e lavoratrici. Questa recessione dimostra il fatto che le promesse neoliberiste di crescita e prosperità sono una bugia. 11) Il movimento globale per la giustizia sociale e la solidarietà si trova di fronte a enormi sfide: la sua lotta per la pace e la sicurezza collettiva impone di misurarsi con la povertá, le discriminazioni, il dominio e la creazione di una società sostenibile alternativa. I movimenti sociali condannano con forza la violenza e il militarismo quali strumenti di risoluzione dei conflitti; la promozione di guerre di bassa intensitá e le operazioni militari del Plan Colombia come parte dell'iniziativa regionale andina, il piano Puebla Panama, il commercio di armi e la crescita delle spese militari, gli embarghi economici contro i popoli e nazioni, in particolare contro Cuba e Iraq, e la crescente repressione nei confronti di sindacalisti e attivisti. Noi sosteniamo le lotte dei sindacati e dei lavoratori del settore informale, come uno strumento essenziale per il miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita, l'effettivo diritto di organizzarsi, il diritto di sciopero, il diritto alla contrattazione collettiva a diversi livelli e per conquistare l'uguaglianza salariale e delle condizioni di lavoro tra donne e uomini. Rifiutiamo la schiavitú e lo sfruttamento dei bambini. Sosteniamo le lotte dei lavoratori e dei sindacati contro la flessibilità, l'esternalizzazione del lavoro e i licenziamenti e chiediamo nuovi diritti internazionali per i lavoratori e le lavoratrici delle multinazionali e delle loro fornitrici, in particolare il diritto alla libertà sindacale e alla contrattazione collettiva. 12) Le politiche neoliberiste creano ulteriore miseria e insicurezza. Esse hanno aumento in maniera impressionante il traffico e lo sfruttamento sessuale di donne e bambini che condanniamo con forza. Povertá e insicurezza portano anche alle migrazioni e a milioni di esseri umani è negata la dignitá, la libertá, i diritti. Perció noi chiedimamo il diritto alla libert[b4]adi movimento, il diritto all'integritá fisica e a uno statuto legale per tutti e tutte i lavoratori e le lavoratrici migranti. Sosteniamo i diritti dei popoli indigeni e l'applicazione dell'articolo 169 Oil nel quadro delle leggi nazionali. 13) Il debito estero dei paesi del Sud è stato già pagato più volte. Il debito, illeggittimo, ingiusto e fraudolento, funziona come uno strumento di dominio, toglie ai popoli i loro fondamentali diritti umani con il solo scopo di aumentare l'usura internazionale. Chiediamo la cancellazione incondizionata del debito e la riparazione dei debiti storici, sociali ed ecologici. I paesi che chiedono il rimborso del debito hanno intrapreso lo sfruttamento delle risorse naturali e intellettuali del Sud. 14) Acqua, terra, cibo, foreste, semi, la cultura e le identità dei popoli sono beni comuni dell'umanità per le generazioni presenti e future. E' essenziale conservare la biodiversità. I popoli hanno il diritto a un cibo sano e stabile, libero da organismi geneticamente modificati. La sovranità alimentare a livello nazionale, regionale e locale è un diritto umano fondamentale; in questo senso costituiscono richieste fondamentali la riforma agraria e l'accesso dei contadini alla terra. 15) Il vertice di Doha ha confermato l'illeggitimitá del Wto. La presunta "agenda per lo sviluppo" adottata in realtá difende solo gli interessi delle multinazionali. Con il lancio di un nuovo round il Wto si sta avvicinando al suo obiettivo di trasformare ogni cosa in merce. Per noi, cibo, servizi pubblici, agricoltura, salute, istruzione e i geni non sono in vendita. Inoltre rifiutiamo il brevetto di qualsiasi forma vivente. L'agenda del Wto viene estesa a livello continentale attraverso gli accordi di libero commercio e investimenti. Organizzando proteste come le grandi dimostrazioni contro l'Alca, i popoli hanno rifiutato questi accordi che rappresentano una ricolonizzazione e la distruzione di valori fondamentali, sociali, economici, culturali e ambientali. 16) Noi vogliamo rafforzare il nostro movimento attraverso azioni e mobilitazioni comuni per la giustizia sociale, per il rispetto dei diritti e delle libertà; per la qualitá della vita, l'uguaglianza, la dignitá e la pace. Lottiamo: Per la democrazia: i popoli hanno il diritto di conoscere e criticare le decisioni dei loro governi, specialmente quando riguardano istituzioni internazionali. I governi devono essere responsabili di fronte ai loro popoli. Mentre sosteniamo la diffusione della democrazia elettorale in tutto il mondo, sottolineiamo la necessitá di una democratizzazione degli stati e delle società e la lotta
contro la dittatura; Per l'abolizione del debito estero e la sua riparazione; Contro le attivitá speculative: chiediamo l'introduzione di tasse specifiche, come la Tobin tax, e l'abolizione dei paradisi fiscali; Per il diritto all'informazione; Contro la guerra e il militarismo, contro le basi e gli interventi militari stranieri, e la sistematica escalation di violenza. Noi scegliamo di privilegiare il negoziato e la soluzione non violenta dei conflitti; Per una Unione europea democratica e sociale, basata sui bisogni di lavoratori, lavoratrici, popoli europei, sulla necessitá della collaborazione e della solidarietá con i popoli dell'est e del sud; Per i diritti dei giovani, il loro accesso a una istruzione pubblica, gratuita e socialmente autonoma e l'abolizione del servizio militare obbligatorio. Per gli anni a venire organizzeremo collettivamente mobilitazioni come: Anno 2002: 8 marzo: giornata internazionale delle donne; 17 aprile: giornata internazionale delle lotte contadine; 1 maggio: giornata dei lavoratori e delle lavoratrici; 12 ottobre: il grido degli esclusi; 16 ottobre: giornata dell'alimentazione. Altre mobilitazioni globali avranno luogo: 15-16 marzo a Barcellona, Vertice Ue; 18-22 marzo Monterrey (Mexico), conferenza Onu su finanziamento allo sviluppo; 17-18 maggio, Madrid, vertice latinoamerica, Caribi, Europa; 31 maggio, giornata internazionale di azione contro il militarismo e per la pace; 12 giugno, Roma (Italia), vertice mondiale dell'alimentazione; 22-23 giugno, Siviglia, vertice Ue; Luglio, Toronto e Calgary (Canada) vertice G8; 22 luglio, Stati Uniti, campagna contro la CocaCola; Settembre, Johannesburg (Sudafrica), Rio+10; Ottobre, Quito (Equador), Forum sociale continentale "Una nuova integrazione è possibile" e forum sociali continentali e regionali in altri continenti; Novembre: Cuba, Secondo incontro emisferico contro l'Alca; Dicembre, Copenaghen, Danimarca, vertice Ue
. Anno 2003: Aprile, Buenos Aires Argentina vertice ALCA; Giugno, Tessalonica Vertice UE; WTO, FMI e Banca Mondiale si incontreranno da qualche parte, qualche giorno. E saremo li! (4 febbraio 2002)

Dieci anni dopo: come se nulla fosse

di Vincenzo Passerini

Il 17 Febbraio prossimo saranno dieci anni dall’arresto di Mario Chiesa che inaugurò la stagione di Mani Pulite. Triste anniversario se non sarà l’occasione per svegliarsi, per tornare a farsi sentire, scrivendo, protestando, togliendogli la fiducia, se disgraziatamente gliel'abbiamo data al nuovo padrone. Non passerà molto tempo che, come per gli anni di Tangentopoli, anzi, ancora di più, ci si vergognerà di questa stagione. Dei silenzi, delle complicità, delle vigliaccherie che hanno accompagnato i colpi mortali allo stato di diritto inferti dal nuovo padrone e dalla sua servitù. Anni che passeranno alla storia come un altro buco nero nell'Italia che inaugura il nuovo millennio. Anni dove si è continuato a vivere come sempre, come se nulla fosse, ciascuno facendo il suo mestiere, occupandosi dei suoi affari e dei suoi cari, come sempre accade nei più nefasti momenti della storia. Chi a studiare, e a curare libri e carriera, come tanti silenziosi professori universitari; chi a comprare e a vendere, come tanti imprenditori, per nulla sgomenti che l'imprenditoria al potere dimostri la sua massima capacità nel raggiro, e non nella competizione leale. Si attende alle proprie cose, ai propri affari. Si lascia che a sbrigarsela con i colpi mortali allo stato di diritto siano i giudici. Supplenti, ieri come oggi, di una società senza spina dorsale, capace di emozioni e indignazioni tanto passeggere quanto condizionate: basti vedere il tradimento verso Mani Pulite della Lega Nord e di Alleanza Nazionale, ma anche di una bella fetta della sinistra nella stagione infelice della bicamerale di D'Alema. Anche la Chiesa italiana è tornata ad attendere alle proprie cose: scuole private e otto per mille in mancanza di concordati da firmare. Come spesso è accaduto in passato, quando invece ci sarebbe stato bisogno di dire una parola chiara e forte per difendere diritti e interessi fondamentali generali, non badare al proprio tornaconto diciamo “aziendalistico”. La maggioranza della gerarchia, evidentemente, considera un peccato di gioventù il proprio documento Educare alla legalità, del 4 ottobre 1991, che anticipò Mani pulite e che sferzò la pigrizia e l'ignavia di tanti cattolici.

Un documento che oggi sarebbe dirompente, perché denunciava mali che, a distanza di dieci anni, si sarebbero paurosamente ingigantiti e aggravati, concentrandosi attorno ad un nucleo di potere che ha al suo vertice, come principale artefice, il capo del governo. Tanto è vero che il documento si rivela perfino ingenuo, come tante delle cose che in quegli anni i più coraggiosi e avvertiti dicevano. Perché il peggio di allora era solo la premessa di qualcosa di ben più grave che adesso è semplicemente la realtà quotidiana. I vescovi denunciavano le leggi che nascevano dalla pressione degli interessi dei più forti, denunciavano l'aumento “delle leggi particolaristiche (cioè in favore di qualcuno)” e la drastica riduzione, invece, delle leggi “generali”, “vanificando cosi istanze di chi non ha voce”. I vescovi denunciavano il frequente ricorso alle amnistie e ai condoni che “annulla reati e sanzioni e favorisce nei cittadini l'opinione che si può disobbedire alle leggi dello Stato”. Non potevano immaginare che il capo del governo sarebbe arrivato al punto di far fare nuove leggi al Parlamento per annullare propri reati. Amnistie e condoni sembrano al confronto strumenti da ragazzini. “Tutto ciò ‑ continuavano i vescovi ‑ può innestare una generale e pericolosa convinzione che la furbizia viene sempre premiata, che il “fai da te” contro le regole generali dello Stato può essere considerato pienamente legittimo...”. Contro la regola del più forte, ripetutamente evocata e condannata nel documento, i vescovi citavano anche Giovanni Paolo II che nella esortazione apostolica Christifideles laici aveva denunciato tutto ciò che rendeva l'uomo “miseramente schiavo del più forte”. Oggi, leggendo queste cose, a chi penserebbe un credente? Quale sarebbe il più forte che in fatto di giustizia si fa valere contro l'interesse generale? Documento ingenuo, appunto, imbevuto di inconsapevole, evangelica innocenza. Documento da archiviare, quindi, da nascondere precipitosamente in un cassetto, sotto una bella pila di carte. (Vincenzo Passerini)

 

 

Tagli alla sanità veronese, è polemica

 

(di Ferruccio Pinotti - L'Arena 18/1/2002). I tagli ai posti letto negli ospedali veronesi suscitano un duro scontro politico. Ieri sono infatti trapelati i numeri relativi agli interventi di riduzione che la Regione intende effettuare nel Veronese e nelle altre province venete. Le «schede», che questa settimana dovrebbero essere distribuite a politici e amministratori, prevederebbero nel Veronese un taglio complessivo di 472 posti, così ripartiti: 117 unità in meno nell’area della medicina generale, 60 in meno nella parte specialistica, 295 posti nell’area chirurgica, la quale subirebbe una particolare contrazione. Padova infatti perderebbe nella chirurgia 150 posti, Belluno 133, Treviso 114, Vicenza 94, Venezia 83, Rovigo 42. La perdita di posti per letto per acuti si concretizzerà per Verona, se queste cifre saranno confermate, in un rapporto che scenderà da 5,1 letti per mille abitanti a 4,3.  A fronte dei tagli annunciati, si è scatenata una durissima polemica. «Quelli che ho visto oggi pubblicati sono numeri che non compaiono in nessuna delibera nè ufficiosa, nè tanto meno ufficiale, e che quindi non commento», rileva l'assessore regionale alla sanità del Veneto Fabio Gava. «Posso comunque smentire», aggiunge Gava, «sia che la Giunta regionale si occupi dell'argomento nella sua seduta programmata per domani (oggi per chi legge, ndr ), sia che siano previsti incontri d'illustrazione ai direttori generali delle Ulss». Il vicepresidente del consiglio regionale, Gustavo Franchetto, commenta: «Su un tema importante e delicato come quello dei posti letto negli ospedali è bene chiarire le responsabilità, specie quando si parla di anziani e ci si trova di fronte ad emergenze come quelle relative all’ospedale di Borgo Trento. Da oltre sei anni la politica sanitaria del Veneto è gestita dal centro-destra che aveva il dovere, sulla base della riforma Bindi, di far corrispondere i servizi ai bisogni, sia per i posti letto per acuti, sia per la riabilitazione, sia per le famose residenze sanitarie assistite a favore degli anziani. Per queste ultime, poi, non vi erano limiti quantitativi: la scelta era stata delegata alle Regioni sulla base delle necessità. Ciò che il centro destra non ha fatto.»
«Come se non bastasse», prosegue Franchetto, «la giunta Galan sta per varare una riorganizzazione della rete ospedaliera sull’intero territorio veneto che taglierà altri duemila posti letto, senza aver prima creato strutture alternative. Restando a Verona, le nuove schede indicano una riduzione di 270 posti letto tra gli ospedali di Borgo Trento e Borgo Roma con ulteriore, pesante aggravamento della situazione. Lo stesso direttore dell’azienda ospedaliera, Michele Romano, aveva fatto presente all’assessore che non si può scendere sotto le attuali disponibilità, ma pare che la scure arrivi. E la motivazione qual è? Bisogna risparmiare, perché la sanità - dice l’assessore - costa troppo e produce debiti ogni anno. Si tagliano così i posti letto e si aumentano le tasse per reperire risorse: ma questo è il risultato di una non programmazione, di una politica che non ha saputo prevenire gli squilibri, che ha ritardato (per ragioni elettorali) scelte di riorganizzazione che andavano fatte alcuni anni fa. Ora pagheremo tutti e pagheranno i più deboli, come gli anziani o chi vive nelle zone di montagna, che si vedranno chiudere gli ospedali o diminuire i servizi. Altro che riforma Bindi!»  Proprio l’ex ministro della sanità ieri è intervenuto sul tema: «E’ davvero paradossale, ma nella patria del federalismo si continua ad attribuire la responsabilità della cattiva gestione sanitaria a chiunque tranne i diretti responsabili. Succede così di leggere che la carenza di posti letto per anziani nelle cosiddette Rsa sia attribuita alla riforma sanitaria. Non è chiaro se questa favola sia frutto di malafede o di ignoranza, certo è invece che la legge di riforma non dice nulla, né poteva dirlo visto che si tratta di materia completamente affidata alle Regioni, su come organizzare i servizi territoriali, ma prevede che ogni Regione programmi i servizi in rapporto ai bisogni dei propri cittadini. I governi di centrosinistra hanno accresciuto le risorse e stanziato centinaia di miliardi per l’edilizia sanitaria privilegiando, nell’attribuzione delle risorse, proprio i programmi di riqualificazione della rete ospedaliera. Se le Regioni hanno programmato male e speso peggio, com’è avvenuto in Veneto, la responsabilità è solo delle Regioni e non c’è titolo di giornale che possa cambiare la verità».  La Lega Nord, con il consigliere Daniele Stival, vuole dare la caccia alla «talpa» che avrebbe diffuso le schede della riorganizzazione ospedaliera in Veneto. La loro pubblicazione, afferma in una nota Stival, segretario della commissione sanità del Consiglio, «è un fatto di estrema gravità, con il quale si fa terrorismo politico sul territorio». Il consigliere leghista si dice convinto che quelle schede «siano in mano a un ristrettissimo numero di dirigenti della giunta». «Chiedo - conclude - che venga individuata la "talpa" e venga immediatamente rimossa dall'incarico, invitandola a trovarsi un altro lavoro». I consiglieri regionali del centrosinistra presenti nella Commissione Sanità parlano di «una proposta devastante sul piano della garanzia del diritto fondamentale alla salute; diritto che è stato già duramente colpito in queste settimane dagli aumenti delle tasse contenuti nelle misure approvate dal centro-destra in Veneto». I gruppi del Centrosinistra denunciano «la contraddittorietà di un aumento delle tasse di 400 miliardi di lire, tolti dalle tasche dei Veneti per mantenere un sistema sanitario efficiente» a fronte della manovra di riduzione degli ospedali.

 

 

Vivere da ammalati per morire in salute
 
a cura di  LUCIANO VETTORE
 
Editoriale "Dialogo sui farmaci" n. 5 • Settembre-Ottobre 2001

Si potrebbe maliziosamente pensare che la definizione data nel 1948 dall’OMS della salute come "stato di completo benessere fisico, mentale e sociale" abbia avuto grande fortuna perché ha fatto coincidere la salute con un’aspirazione universale illusoria, ma anche frustrante perché di essa non si riesce mai a godere pienamente e, in ogni caso, si vive nel timore di perderla. Di questa frustrazione si è impossessato con scaltrezza il mondo moderno occidentale, quel mondo che ha assunto il denaro come misura assoluta del valore delle cose; se n’è impossessato e si è impegnato con successo a monetizzare anche la salute e a trasformare in "bene di consumo" tutto ciò che la dovrebbe ridonare o conservare. Dove c’è un bene da consumare, là non può mancare la pubblicità, nata e cresciuta per vendere e per far comprare, per convincere della bontà del prodotto e per indurne il bisogno; e per fare questo tutti gli strumenti di persuasione – manifesta od occulta - sono buoni: si utilizzano, opportunamente imbellettate, le clamorose scoperte della ricerca scientifica e il conseguente "delirio di onnipotenza" della biomedicina, che ha radicato l’illusione di un rimedio per ogni sofferenza, anzi di un rimedio medico anche per ogni disagio esistenziale non ovviabile con gli strumenti della medicina; tanto che, quando la medicina scientifica fallisce, pur di non accettare la precarietà dell’esistenza umana si cerca il rimedio nell’altra medicina, quella che evoca miracoli e magie, ma che sa usare anche a proprio vantaggio l’arma della parola, spesso più efficace della chimica. Sola e nuda t’en vai filosofia ….., spogliata di ogni saggio consiglio di fronte al salutismo imperante, che i mass media spargono a piene mani, spesso usando - ahimé - testimonial professionali cointeressati al profitto (qualsiasi allusione alle trasmissioni televisive e alle rubriche di medicina sui giornali d’informazione è assolutamente non casuale!). È grave ma non è serio, ed è comprensibile anche se non è giustificabile che proprio i medici siano potenti induttori di nuovi bisogni sanitari: se la salute è un prodotto da vendere, come si può pretendere che chi lo distribuisce non reclamizzi i propri servigi ?!? E invece no! In un mondo in cui si tende a medicalizzare ogni evento della vita, perché i prodotti che hanno a che fare con la medicina promettono una sicura riuscita commerciale, proprio i medici, o almeno una grossa parte di essi – quelli cioè che vogliono essere medici delle persone prima che delle malattie – sono forse gli unici soggetti che possono parlare ai propri "pazienti" (parola ancora preferibile ad "assistiti" o peggio a "clienti") - in modo credibile, anche se faticoso - di salute anziché di malattie, di fisiologia anziché di patologia, di stili di vita anziché di mode salutiste. È tempo d’iniziare una campagna di controinformazione, di educazione vera alla salute dei cittadini prima ancora che di educazione terapeutica dei pazienti; è tempo di rendere in prima persona responsabili i cittadini della loro salute in una gestione autonoma e demedicalizzata delle piccole magagne quotidiane che non sono malattie, ma solo prove del nostro essere vivi. È illusorio pensare di contenere la spesa sanitaria fino a quando i manager della salute e i produttori di tecnologie diagnostiche e terapeutiche ad alto costo continueranno la loro alleanza nel promuovere nuovi bisogni sanitari politicamente rimunerativi e pretenderanno il risparmio solo dagli attori della tappa finale del processo. Allora, sono le cure che hanno prima di tutto bisogno di essere curate per essere dimensionate alla funzione propria non solo di curare, ma anche del prendersi cura; una vera educazione alla salute avrà così il duplice effetto di riallocare le risorse finanziarie su obiettivi di valore non meramente mercenario, cioè di realizzare risparmi veri e non solo improbabili cosmesi di bilancio; infine, non sarebbe casuale se con ciò si raggiungesse anche l’obiettivo, solo apparentemente "secondario", di ridurre le molte cause iatrogeniche di malattia.
 
 
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23 febbraio, il giorno della legalità 

Di seguito la lettera-appello di Paolo Flores D'Arcais ­ direttore di Micromega ­ pubblicata nei giorni scorsi sull'Unità. Riguarda la manifestazione "Il giorno della legalità" che si terrà a Milano al Palavobis sabato 23 febbraio dalle ore 14 in poi. La sede milanese di Omicron e delle Girandole è uno dei punti di raccolta delle adesioni alla manifestazione. É possibile un contatto telefonando ai numeri telefonici 02/8392338 oppure 02/89421496 oppure al numero di fax 02/8356459. Lo spirito, come ben descritto da Flores, è quello di mobilitare tutti i cittadini e le associazioni che hanno a cuore i temi della legalità e della giustizia.

Caro direttore, alcune settimane fa mi hai offerto ospitalità per anticipare una proposta che sarebbe uscita su MicroMega: un incontro nazionale a Milano per ricordare i dieci anni di Mani Pulite, e l¹attualità dei valori di legalità e giustizia che quella vicenda provarono a realizzare. Ora il numero di MicroMega è uscito, la proposta è ufficiale, si tratta solo di vedere se sarà raccolta. Ho infatti sottolineato, ed è necessario ribadirlo: questa manifestazione non l¹organizzerà nessuno. Nascerà solo se ad organizzarla sarete voi. Voi cittadini che non avete rinunciato all¹idea della "legge eguale per tutti". Né MicroMega, infatti (il cui staff è costituito da un direttore e una segretaria di redazione), né l¹Unità che ospita questi appelli, possono essere i protagonisti di una tale iniziativa. I protagonisti, i promotori, coloro che la organizzeranno in ogni sua fase, potete essere solo voi, i tanti circoli e associazioni già attivi in molte città e cittadine, o le ancora più numerose aggregazioni spontanee che proprio sulla questione giustizia stanno nascendo. Noi (intendo MicroMega, e gli intellettuali che stanno firmando un appello) possiamo solo fare da modestissimi catalizzatori, e indicare Milano come ovvio luogo simbolico, e la data di sabato 23 febbraio, il pomeriggio dalle 14 in poi. A Milano alcune associazioni hanno già dato la loro disponibilità, con una conferenza stampa (e prenotando il Palavobis), ma è ovvio che per una iniziativa nazionale è necessario molto di più. Detto senza mezzi termini: quello che è avvenuto a Firenze, per impulso di un piccolo gruppo di professori dell¹Università (e che ha portato in corteo quasi ventimila persone) o quello che è accaduto a Milano, per iniziativa di una dozzina di amici (che attraverso un tam tam telefonico e di e-mail hanno "abbracciato" Palazzo di giustizia con migliaia di democratici), o le seicento persone affollate in una sala di un piccolo paese come Carmagnola, resteranno tanti singoli casi, che magari si moltiplicheranno ma che non potranno andare oltre l¹ambito locale? Oppure questa spinta a partecipare di nuovo - a dire no a un regime populista che vuole i potenti "legibus soluti", a impegnarsi prima che sia troppo tardi contro le ferite irreversibili che vengono inferte dal governo Berlusconi ai principi irrinunciabili della civile convivenza democratica ­ è già tale da auto-organizzarsi per una prima iniziativa nazionale comune, dalla quale rilanciare poi la necessità dei referendum contro le "leggi forzaladri"? Personalmente credo che le energie sufficienti già esistano e i tempi siano più che maturi. E la mole di fax e e-mail, catalizzate dall¹intervento di Nanni Moretti, ne sono una riprova. Ma potrebbe trattarsi di un mio soggettivo ottimismo. E necessaria perciò una verifica, in tempi rapidissimi. Quanti degli intellettuali e artisti che in questi giorni hanno sentito il bisogno di dire basta! si sentono di promuovere questa manifestazione? E quanti di loro potranno partecipare di persona? Quante delle associazioni e dei gruppi spontanei attivi a livello cittadino vorranno mobilitarsi, organizzare un pullman, una carrozza ferroviaria, una piccola ³carovana² di auto, per essere protagonisti a Milano? Quanti singoli cittadini sono pronti a impegnarsi in catene telefoniche e di e-mail, ad autoprodurre volantini e diffonderli nella loro cerchia di influenza, a preparare i cartelli e gli striscioni con cui colorare Milano a difesa della giustizia? Propongo che da oggi a domenica, tutte queste prenotazioni di impegno vengano fatte pervenire al numero di fax 02/8356459 o all¹indirizzo e-mail micromegaforum@katamail.com. Se dimostreranno che la vostra scelta è netta e convinta per la realizzazione di questo incontro/manifestazione nazionale, potremo organizzare fin da lunedì prossimo una conferenza stampa che serva a fornire a tutti le indicazioni necessarie perché ogni energia, ogni associazione, ogni impegno possano concretamente coordinarsi (compreso un sito internet tecnicamente già pronto). In caso contrario vorrà dire che questo bisogno di tornare ad essere protagonisti non è ancora in grado di andare oltre la dimensione cittadina. Non sarà un dramma, anche se sarà un peccato. Ma, lo ripeto, credo che invece la spinta di chi non vuole piegarsi al conformismo di regime abbia ormai rotto gli argini.
 
Elementi di nonviolenza

Prosegue, presso la Casa per la Nonviolenza di Via Spagna 8, (Vicino alla Basilica di San Zeno), Verona, il ciclo di incontri  "Elementi di Nonviolenza" organizzato dal Movimento Nonviolento di Verona. Questi i prossimi appuntamenti: Mercoledì 27 febbraio: LEV TOLSTOJ: "La non-resistenza al male": Ore 18 - 19,30  Lettura collettiva guidata e proiezione film; Ore 21 - 23,00  Incontro dibattito con Emilio Butturini, Preside all'Università di Verona. Lunedì 11 marzo: MARTIN LUTHER KING: "L'efficacia dell'azione": Ore 18 - 19,30  Lettura collettiva guidata e proiezione film; Ore 21 - 23,00  Incontro dibattito con Sergio Bergami, del Mir di Padova. Mercoledì 27 marzo: ALDO CAPITINI: "Il potere di tutti": Ore 18 - 19,30  Lettura collettiva guidata e proiezione filmati originali; Ore 21 - 23,00  Incontro dibattito con Daniele Lugli, del Movimento Nonviolento di Ferrara. Mercoledì 10 aprile: Don LORENZO MILANI: "L'arte della parola": Ore 18 - 19,30  Lettura collettiva guidata e proiezione film; Ore 21 - 23,00  Incontro dibattito con Don Rino Breoni, Abate di San Zeno Maggiore in Verona. Lunedì 22 aprile: ALEXANDER LANGER: "Tradire la propria parte": Ore 18 - 19,30  Lettura collettiva guidata e proiezione filmati originali; Ore 21 - 23,00  Incontro dibattito con Edi Rabini, della Fondazione Langer di Bolzano. Tutti gli incontri si svolgeranno alla Casa per la Nonviolenza, in via Spagna 8 a Verona. L'iscrizione all'intero ciclo è di 25,00 euro.  L'iscrizione ad un solo incontro è di 5,00 euro. Il numero degli iscritti è limitato a 40. Ai partecipanti verrà fornito materiale didattico. Al termine del ciclo verrà rilasciato un attestato di frequenza. Il Corso è coordinato da Mao Valpiana, Direttore della rivista «Azione nonviolenta». INFO: Movimento Nonviolento, Via Spagna 8, 37123 Verona, Tel. 0458009803 - Fax 0458009212 - Email: azionenonviolenta@sis.it -  Sito internet: www.nonviolenti.org
 

22 FEBBRAIO 2002: «Progetto Iride 2002»

FONDAZIONE VENEZIA PER LA RICERCA SULLA PACE 

QUESTO INVITO  non è che la forma scritta di una proposta  fatta durante il primo freddo salone dell’editoria di pace in Italia , a Venezia , nel fondaco dei tedeschi , domenica 9 dicembre. “Cerchiamo di rivederci noi primi  fiduciosi partecipanti per vedere che cosa si può fare di “sensato ed utile” nel 2002”. Siccome dalla Fondazione Venezia per la ricerca sulla pace ho avuto la riconferma  ad occuparmene  con piena libertà di movimento (compatibilmente con i contributi che riusciremo a raccogliere)  sono oltremodo contento di poter ora  dare pratico corso a quanto ci siamo detti  a dicembre. Pertanto VENERDI’ 22 FEBBRAIO DALLE ORE  16.30 ALLE ORE 19.30   tenteremo di progettare assieme il secondo salone dell’editoria di pace che avrà luogo nel dicembre del 2002. Spero che riusciremo a scambiarci opinioni, informazioni e progetti a tutto campo in modo da realizzare un appuntamento che sia ad un tempo utile ai visitatori ed agli espositori. Anticipo già che c’è una mezza idea di riuscire non solo a renderlo meno incompleto per quel che riguarda la produzione editoriale sulla pace e di pace in Italia, ma anche a tematizzarlo in chiave o mediterranea o europea. LA FONDAZIONE  OFFRE A TUTTI COLORO CHE POSSANO E LO DESIDERANO  LA CENA (alle ore 20.00)  e il PERNOTTAMENTO sempre nello stesso luogo dove facciamo la riunione . (Per il viaggio  c’è una buona probabilità, al 90%, di poter garantire il rimborso a quanti ne fanno richiesta, presentano le pezze ed hanno pazienza…). E qui viene il bello : il  luogo è una struttura di amici pacifisti che operano nell’ambito di una ospitalità ragionevole  si chiama IL LATO AZZURRO( tel.041.5230642// 244900 e si trova in una delle isole di Venezia, quella più grande della laguna Nord. A Sant’Erasmo non sembra nemmeno di essere a Venezia, si è in aperta campagna e quindi siamo costretti a progettare. Ci si arriva prendendo un comodo vaporetto (Linea 13 ) alle Fondamente nuove (raggiungibile in 20 minuti di motoscafo o da Piazzale Roma o dalla Ferrovia). Il vaporetto utile per la riunione parte alle 15.30 : si deve scendere alla prima fermata di sant’Erasmo, al capannone  dove  funzionerà una “reception” volante. Lo dico in altro modo, più professionale: Per raggiungere Il lato azzurro a Sant'Erasmo, dalla stazione o piazzale Roma si prende la linea 42 o 52 per Fondamenta Nuove (parte ogni 10 minuti e impiega 20 minuti); qui si trova la coincidenza (per l'incontro partenza ore 15.30) con la linea 13,  per scendere (dopo circa 25 minuti) a S.Erasmo Capannone. Vi riceverà un pullmino navetta del Centro . ( nota per il ritorno in giornata:Chi deve tornare in serata può contare di prendere il vaporetto da Capannone Sant’ Erasmo delle ore 18.54 o, al più tardi, delle 20.14 )  All’incontro partecipa Veneziafiere con le persone che garantiscono la segreteria organizzativa anche del secondo salone dell’editoria di pace. Faccio presente che è pure il preparazione il secondo Annuario della pace in Italia  e che all’incontro partecipa Salvatore Scaglione nella sua veste di curatore dell’Annuario. E’ indispensabile che la conferma della presenza e l’eventuale  dell’utilizzo delle liberalità della fondazione ( A: cena; B pernottamento)  siano comunicate o per e mail  o per telefono allo scrivente ( gbenzoni@tin.it o tel/fax con segreteria telefonica 041.5206960 ) entro e non oltre il 15 febbraio. Grazie ed arrivederci. Giovanni Benzoni (responsabile del progetto Iride)

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PAROLE IN LIBERTA'
di Vincenzo Andraous
(vincenzo.andraous@cdg.it- Tel. 0382 3814417)
Vincenzo Andraous è nato a Catania il 28-10-1954,  una figlia Yelenia che definisce la sua rivincita più grande, detenuto nel carcere di Pavia, ristretto da ventinove anni e condannato all’ergastolo “FINE PENA MAI”. Da otto anni usufruisce di permessi premio e lavoro esterno in art.21, da due anni e mezzo è in regime di  semilibertà svolgendo attività di tutor-educatore presso la Comunità “Casa del Giovane “di Pavia. Per dieci anni è stato uno degli animatori del Collettivo Verde del carcere di Voghera, impegnato in attività sociali e culturali con le televisioni pubbliche e private, con Enti, Scuole, Parrocchie, Università, Associazioni e Movimenti culturali di tutta la penisola,  Circa venti le collaborazioni a tesi di laurea in psicologia e sociologia; E’titolare di alcune rubriche mensili su riviste e giornali, laici e cattolici; altresì su alcuni periodici on line di informazione e letteratura laica, e su periodici cattolici di  vescovadi italiani; ha conseguito circa 80 premi letterari; ha pubblicato sette libri di poesia, di saggistica sul carcere e la devianza, nonché la propria autobiografia; “Non mi inganno” edito da Ibiskos di Empoli; “Per una Principessa in jeans”   edito da Ibiskos di Empoli; “Samarcanda” edito da Cultura 2000 di Siracusa; “Avrei voluto sedurre la luna“ edito da Vicolo del Pavone di Piacenza; “Carcere è società” edito da Vicolo del Pavone di Piacenza; “Autobiografia di un assassino-dal buio alla rinascita” edito da Liberal di Firenze; “Oltre il carcere” edito dal Centro Stampa della “Casa del Giovane” di Pavia.

DIO E' MORTO IN UNA CELLA

Ho letto i risultati del primo rapporto sulle condizioni di detenzione tratte dal volume “ Il carcere trasparente “ redatto da Antigone. Ho l’impressione che continuiamo a riparlarci addosso, in una specie di  giro vizioso, forse irreparabilmente precostituito, come a voler significare: parliamone spesso, ma parliamone in fretta proprio per non dire niente. Leggo attentamente queste righe, e seppure mi assalgono fremiti antichi, ho netta la sensazione di stare a vedere e peggio sentire sequenze di un film già visto tante e troppe volte. Come se i miei ricordi, fossero improvvisamente fotografie impolverate dagli acciacchi del tempo…che non scorre, ma rimane lì, fermo, a rammentare. Da 28 anni sono in carcere, da qualcuno svolgo attività di tutor nelle comunità “Casa del Giovane” di don Franco Tassone a Pavia, e ancora dimoro in un carcere, per cui ne conosco gli anfratti, le anse, i cambiamenti intercorsi. Mi viene da dire che il carcere non è quello disegnato nei films, nei romanzi, nei fumetti, non è quello sovente strumentalizzato dal sistema mediatico. Il carcere con i suoi molteplici contorcimenti, forse è addirittura irrappresentabile  se non lo si tocca con mano. Eppure mi piacerebbe significare un tragitto diverso, un cammino, sì, difficile, ma più vicino al reale. L'immagine che si ha di una prigione è  uno schema freddo e sintetico. Uno spazio essenziale, spogliato di ogni riferimento, ove l'anima urla davvero, e potrebbe non esser udita, perché soffocata dalle sue stesse grida, dall"imprecare, sanguinare, chiedere. Uno spazio ove al suo interno non esiste principio né fine, né prima né dopo, alcun tempo. Né sopra né sotto, alcuno spazio. Una dimensione di assoluto e di niente, di vuoto e di pieno. Un movimento presente, passato, futuro; un punto di contatto, di aggregazione, di disgregante follia. Linee e arredi spogli, poveri, insignificanti, ma a ben guardare, nel lungo tempo, divengono segni importanti: presenza viva nonostante tutto. In questa  prigione così oscura, tetra e dura, tanto da divenire un incubo, fino a farti ammuffire più del suo tetto-cratere corroso dal tempo: esiste un'umanità che sopravvive e infine  chiede di vivere.  Allora non solo il sistema mediatico dovrebbe prendere in esame questa istanza che non ha nulla di pietistico o vittimistico, affinché divenga una precisa istanza di interesse collettivo, perché nessuno si  ritenga autorizzato a non farci i conti. Questa cella, questo recinto stretto, questo carcere a distanza siderale dall'essere, difficilmente si impara ad accettarlo come intorno, a colorarlo con il lavoro, la poesia, il teatro, la meditazione, i rapporti umani finalmente nati, mantenuti e custoditi. Eppure per crescere, per non piegarsi a quell’infantilizzazione galoppante, a quella desocializzazione che rincorre e rincula a ogni  standard di prisonizzazione, esso deve diventare uno spazio, si, di privazione della libertà, ma anche e soprattutto un micro gruppo facente parte il macro gruppo ove tentare di recuperare non solo attraverso l’afflizione, ma soprattutto da ciò che in ciascuno incombe: la responsabilità di " ritrovare e ricostruire se stesso". Appoggiandoci ai lampi di vita dispersi e incendiati, comprendiamo che importante "non é esserci " ma capire "ciò che si é", ciò che siamo e dobbiamo essere," per reinventare la nostra vita”.  Forse ciò è possibile recuperando un atteggiamento più attivo e propositivo anche dentro un carcere, con la capacità di riconoscere le proprie potenzialità, i propri interessi, per poi tradurli in un progetto di auto-realizzazione, senza per questo arenarci a fronte di situazioni che solo apparentemente paiono troppo destrutturate, per cui le viviamo sovente come potenzialmente negative. Credo sia il tempo di assumerci in prima persona le nostre responsabilità, con il coraggio delle nostre azioni. Perché non esprimere la propria opinione, ma anche non averla, significa non avere consapevolezza delle proprie esigenze, non farsi portatori di un proprio progetto di vita personale. Allora rifuggire il nuovo, senza scommettersi, non impegnarsi insieme con gli altri, Operatori Penitenziari e la Società civile, non esponendosi in prima persona  per la  propria crescita personale e professionale: equivale a non vivere pienamente questa vita che ci precede e osserva, trasfigurando la quotidianità, trascendendo l'umanità stessa.  Tutto ciò perché?Per restituirci almeno in parte alla nostra dignità di uomini. Mi convinco sempre di più che una persona detenuta debba fare ricorso alle proprie energie interiori per riuscire a vincersi e migliorarsi, ma ciò “ nonostante il carcere“, diventando a nostra volta soggetti sociali attivi e non solamente "larve”, né tanto meno rassegnandoci a essere “oggetti”. Questa riflessione parte dalla constatazione che, nonostante la mia condizione di prigioniero, mi ritengo comunque parte di un insieme, in quanto: sono, vivo, miglioro, perché appunto parte di una ampia collettività. Senza ciò io stesso non sarei più. In questo tempo d’impegno nella comunità “Casa del Giovane”, ho capito che è proprio dall'esperienza che nasce la necessità di cercare ripetutamente dei chiarimenti.  La  spinta a mettersi in discussione, a rimettersi in gioco, per conoscere di più noi stessi e gli altri, viene soprattutto dagli incontri e dal confronto che ne deriva. Affrontare il cambiamento è una necessità, come affrontarlo è una sfida per l’Amministrazione Penitenziaria, per i detenuti, per l’intera società. Se il carcere permarrà o scivolerà in un sistema chiuso, esso gestirà i problemi del cambiamento e dell’aggiornamento tentando di mantenere lo status quo ripiegandosi su stesso; se invece diverrà  un sistema di detenzione aperto agli ideali nuovi e possibili, allora diverrà anche un luogo di reale testimonianza”. Il rapporto di Antigone sul carcere, traccia i nuovi confini del disagio sociale, com’è cambiata la tipologia criminale, la stessa umanità ristretta. Ribadisce i tre grandi problemi endemici all’Organizzazione Penitenziaria: il sovraffollamento, la carenza di personale e di fondi. Irrisolti, ma fondamentali quesiti che comportano la frammentazione del panorama penitenziario, fagocitando la divisione in pseudo feudi delle carceri italiane. Il grande problema  sul versante carcerario consiste nel favorire e costruire una cultura nuova più consona allo spirito delle leggi e delle norme,  una cultura nuova che permetta anche a chi vive a contatto diretto e quotidiano con il recluso, un modo nuovo di concepire e mettere in pratica la propria professionalità e le proprie responsabilità. Mi chiedo infatti se un carcere che risponde a condizioni strettamente custodialistiche e prisonizzanti, non sia nell'effetto antitetico allo spirito e alle attese delle leggi stesse. Altrettanto bene so che è innanzitutto al detenuto, che viene chiesto doverosamente di essere all'altezza del servizio offerto ( e sarebbe bene intenderlo come una conquista di coscienza e non solo come una mera possibilità statuale ), ma questa prigione costantemente  costretta a vivere del suo, a rigenerarsi di una speranza pressochè spenta, rafforza la separazione tra  il carcere e la  società. EPPURE IL CARCERE E’ SOCIETA’. Il rapporto di Antigone è un’istantanea che non consente giustificazioni, tanto meno pause liberatorie, è un’apnea. E comunque io mi sento parte della società, da essa provengo e ad essa intendo tornare, a fronte di decenni di carcere già scontato. Per cui la società non può chiamarsi fuori, tanto meno considerare questo perimetro un agglomerato o un corpo morto a lei estraneo, questo perché lei stessa con i suoi squilibri, le sue ingiustizie e i disvalori, ne partorisce le trasgressioni e le conseguenti devianze che comportano quel sovraffollamento che tutti conosciamo. Perciò se io ritorno nella società non può esserci nessuna separatezza, estraneità, affinché la società stessa si senta esentata dal dover fare i conti con questa realtà. Allora come può una società non sentirsi chiamata in causa, non avere la consapevolezza che è suo preciso interesse occuparsi di ciò che avviene o non avviene dentro un carcere? Perché  volenti o non volenti, esiste un dopo e questo dopo positivo dipende da un durante solidale costruttivo e non indifferente. Forse è giunta l’ora di intendere il carcere  in controtendenza rispetto alla tendenza sociale, che offra pure il fianco alla critica, ma opponga la sua credibilità e capacità di rinnovamento interloquendo con le giovani generazioni, e inducendo un ripensamento culturale, in modo che ciascuno non si senta esente dal fornire il proprio contributo. Qualcuno insiste a disperare sul futuro incerto e obliquo? Il carcere viva allora nel presente, e lo faccia attimo dopo attimo, costruendo  un mondo carcerario più vivibile, a misura d’uomo, nella consapevolezza che ciò è compito di tutti, nessuno escluso. Credo che occorra fare bene il proprio mestiere di uomo, sia esso di uomo libero che di uomo ristretto per gli errori commessi, agendo con più ragionevolezza possibile. Perché esercitare il mestiere di uomo, significa agire in modo da rispettare in noi e negli altri la dignità insita all’essere umano. Qualunque sia il fondamento che si vuole assegnare alla morale della  pena, qualunque sia il peccato di  ognuno, un punto è condivisibile e irrinunciabile: non ci sono contributi “unici” da dare, né costruzioni di prigioni utopistiche, non c’è neppure da inventare una nuova tavola di valori. C’è solamente bisogno di riempire di contenuti adeguati quel che viene chiamato il bene e il giusto. Attraverso le generazioni in essa ospitate, e in quelle che all’esterno osservano, anch’esse imparando che l’unica solidarietà vera è quella che suscita attenzione verso chi è provato e sofferente, perché quasi sempre “il nostro lato migliore non dipende da noi, ma è affidato all’iniziativa di uno sconosciuto che viene incontro all’altro”.

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Progetto Sorriso El Salvador

«Progetto Sorriso» è l'iniziativa di cooperazione con il Ser.Co.Ba di San Salvador avviata un anno fa a San Bonifacio (VR). Obiettivo: fornire aiuti materiali alle popolazioni terremotate del Salvador e, in particolare, finanziare la fornitura di materiale sanitario (multivitaminici) e per l'igiene personale. Per INFORMAZIONI: progettosorriso@infinito.it . Per versare il proprio contributo ricordiamo che è possibile utilizzare il conto corrente postale di "Progetto Sorriso - El Salvador": ccp numero 21008305 - intestato a: Amedeo Tosi - Chiara Terlizzi. Indirizzo: località Praissola 74/b - 37047 San Bonifacio (Verona) - Causale del versamento: "Progetto Sorriso". Progetto Sorriso invierà tempestivamente quanto raccolto al gruppo di appoggio "Italia-Cuscatlan" di Turbigo (Milano), incaricato per le operazioni bancarie.

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SORRISI & CEFFONI
 
Il mattinale berlusconiano del ministro Castelli

(di Elio Veltri - L'Unità 14/1/2002). Si sa che il ministro Castelli occupa un posto speciale nel cuore del Cavaliere, il quale lo segue passo passo per insegnargli il mestiere di ministro e lui lo ricambia mettendogli a posto il transistor che il Cavaliere usa per le partite del Milan quando non può andare allo stadio. Il Cavaliere ogni mattina, con un motociclista di Palazzo Chigi, manda il " mattinale" a Castelli e gli spiega i compiti della giornata. La prima volta che l'ha fatto gli ha mandato anche questa lettera.

Caro Roberto,
tu sai quanto mi sta a cuore la tua persona e, soprattutto, il tuo ministero. Io l'ho affidato a te, non perché me l'ha chiesto l'Umberto, che a lui avrei potuto dare un'altra cosa e sistemargli un altro amico che gli sta a cuore, per esempio Calderoli, ma perché ho la massima fiducia in te. Tu devi fare come gli attori i quali, come ci ha spiegato Gasman in tv, devono essere come una pagina bianca cosi assorbono meglio la lezione. E siccome sei ingegnere e di giustizia non te ne sei mai interessato, sono certo che puoi fare meglio di tanti altri, perché la tua mente è sgombra da qualsiasi cognizione e prevenzione che potrebbero essere pericolose. Naturalmente adesso ti devi applicare e siccome io non sono sempre vicino a te, ti do alcuni consigli che ti prego di seguire alla lettera:  1) Caccia subito dal ministero tutti i giudici comunisti o che sono parenti di comunisti o che sono stati invitati a cena o hanno preso l'aperitivo al bar con un comunista. Sembra una raccomandazione superflua, però in passato L'Umberto e Maroni hanno sottovalutato le mie indicazioni e guarda come siamo finiti. Abbiamo dovuto aspettare 7 anni per ritornare a Palazzo Chigi e abbiamo corso il rischio di andare in galera, io per la corruzione dei giudici di Roma, che non so neanche chi sono, perché questi casini li fa sempre Cesare e L'Umberto per sovversione e, non so bene come si chiama il reato, tradimento della Costituzione o banda armata o giù di li. 2) Lascia stare tutto il resto e applicati al processo SME di Milano. C'è quel giudice con la faccia da bimbo che non mi è simpatico per niente che dopo avere chiesto il trasferimento ad un altro ufficio, ora, per incastrarmi, vuole rimanere e sta provocando un casino infernale. E poi hanno chiamato a testimoniare quella ...……, ma non lo dico, perché mia moglie che difende sempre le donne poi mi fa la ramanzina davanti ai figli. Sul processo SME non devi mollare qualsiasi cosa dicano e succede. Tanto i nostri avvocati, che sono anche colleghi e li ho fatti eleggere apposta, sanno cosa fare e vedrai che alla fine glielo metteranno in quel posto e ne usciamo con una bella prescrizione che poi io mi vendo come una grande assoluzione. Ne ho già parlato con Fede, Liguori e un altro, che non ti posso dire perché è un Jolly, e non aspettano l'ora per mettersi in moto; 3) Attenzione ai tuoi collaboratori. Mi dicono che c'è n'è una preparata e che ha sempre lavorato a Roma perciò sa come va il mondo. Non perdere tempo e prendila subito. Anche se ti dicono che è la moglie di uno che lavora alla RAI fregatene, perché è amico mio. 4) Preparati un po' e cerca di camuffare l'accento padano perché se no qualche rompicoglioni di giornalista dice che non conosci il diritto e questo lo sanno tutti e passi perché sei ingegnere. Vorrei vedere loro se sanno mettere a posto un transistor. Dicono anche che non sai la differenza tra un magistrato e un giudice e anche su questo ci difendiamo bene. Ma se cominciano a dire che non parli bene in italiano e poi Rutelli lo fa sapere agli amici di Ruggiero in Europa, rischiamo una magra. Stai attento perché i servizi segreti mi hanno detto che vogliono prenderti in castagna. Magari inventati anche una parente napoletana come ha fatto l'Umberto, se no rischiamo che ti danno anche del razzista. Perciò, ti raccomando ancora l'Italiano. 5) Non ti occupare di mafia per il momento perché prima dobbiamo sbrigare il processo SME. Ne parliamo poi insieme. D'altronde avrai visto che ho già messo a posto un po' le cose e quelli li non sparano più. Poi ti spiegherò che nella mafia ci sono le correnti e quella vincente è anche pacifica e vuole fare solo affari e non vuole sparare e noi sugli affari andiamo sul velluto.Vedrai che fra poco nella Cupola ci saranno fior di tecnici che usciranno dalla Bocconi e poi gli fanno fare anche un master in economia ad Harvard. Se li vogliono prima possono prenderli anche nelle aziende private e la Fininvest non si sottrarrebbe di certo perché il Meridionalismo noi ce l'abbiamo nel sangue. Insomma sono fiducioso e ottimista e fare queste cose con te e non con Marcello è un grande guadagno di immagine perché su di te nessuno, nemmeno i comunisti, può insinuare niente. 6) Naturalmente , tu lo sai che il mio credo è che i collaboratori devono essere sempre gratificati e i miei li sono sempre stati, perciò sono cosi fedeli e io li ho persino sgravati di responsabilità che ho scaricato su Paolino. Perciò mi vogliono bene davvero e su di loro potrò sempre contare. Quanto prima ti inviterò ad Arcore. Ma ti raccomando, non venire in canottiera, come ha fatto L'Umberto. Ti raccomando, giacca e cravatta, meglio se firmata e se non ce l'hai, te la regalo io insieme a un bell'orologio d'oro da polso. Se no Veronica che alle buone maniere ci tiene e tiene lontani i figli dalle volgarità, si arrabbia. E già mi bacchetta perché vedo i film un po' spinti, si, insomma un po' porno e me l'ha proibito e anche le barzellette un po' grasse che tu sai mi piacciono tanto.Perciò ti raccomando se no quella non ci prepara nemmeno da mangiare. Ti abbraccio. Tuo Silvio

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Pensieri @ltri 

CONOSCERSI E' CAPIRSI
 
Il maestro era un sostenitore tanto dell ' apprendimento quanto della saggezza.
- L'apprendere- rispose a chi glielo domandava- si ottiene leggendo i libri o ascoltando le conferenze.
- E la saggezza?
- Leggendo il libro che sei tu!
E aggiunse, come ripensandoci:
- Un compito tutt 'altro che facile, perche' ogni minuto del giorno porta ad una nuova edizione del libro! 
 
Poesia di Pablo Neruda
 
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia, chi non rischia
e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il
cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della
propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando
sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran
lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al
raggiungimento di una splendida felicità.
                                                           Pablo Neruda
 
 
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