Cologna Veneta, VR, 5 ottobre 2001
A distanza di più di due
settimane dall’infame attentato terroristico alle due torri gemelle di New York,
sento di dovermi fermare per riflettere sulle gravi decisioni - di carattere
politico, economico e militare - che stanno per essere messe in atto da parte
dell’alleanza capeggiata gli Stati Uniti d’America, e contemporaneamente mi
sforzo di immaginare – scongiurandoli - quali scenari di morte e distruzione si
creeranno sia come effetto diretto di eventuali attacchi militari americani e dei loro alleati, sia come preannunciata
reazione - violenta e totale - che sarà scatenata dall’altra parte in conflitto.
Avverto come la prospettiva di una “guerra totale” crei uno stato di angoscia e
di paura diffusa, e getti sconcerto nelle coscienze di molti! Eppure i più
sentono come necessario, doveroso se non addirittura
come un “diritto” il dare una risposta a tanta barbarie. C’è addirittura
chi – incalzato dai giornalisti di tutto il monto - autorevolmente ha cominciato
a parlare di “legittima difesa”, come il
Portavoce vaticano e – per la Chiesa italiana - il Cardinale Ruini, mentre il
Papa Giovanni Paolo II in KazaKhstan ed in terra armena continuava ad implorare
“pace”, scongiurava la guerra ed indicava - ancora una volta instancabilmente -
il dialogo e “non le armi” come unica
soluzione possibile ai conflitti. Ma allora ci si chiede: “Quale tipo di risposta dare?” Ed è
certo che qui si “impone” alle nostre coscienze una questione di carattere
morale circa quale tipo di intervento adottare! In
questo preciso e tragico contesto storico è alquanto significativo ed
interessante – non è certamente un caso – che tutti indistintamente invochino
Dio. Ciascuna delle due parti in conflitto, infatti, vede Dio schierato dalla
propria parte: “Dio salvi l’America”
viene
cantato alla ripresa di Wall Street; “Allah è grande”
viene
gridato dal mondo arabo e mussulmano. Questi
slogan vengono con enfasi pronunciati dai diversi e contrapposti leader politici
o carismatici nella ricerca di ottenere per sé e la propria causa un sempre
maggior consenso popolare. Così Dio – a loro dire - dovrebbe benedire le
iniziative che si stanno per intraprendere contro quello che tutti – ciascuno
per la sua parte - chiamano “il nemico”, oppure “il demonio”. Ma come non
rendersi conto che tali iniziative – da una parte e dall’altra – avranno come
unico effetto solamente fame e miseria per intere popolazioni; che costringeranno milioni di esseri umani ad
abbandonare la propria casa e la propria terra; che produrranno
distruzioni e morti, ma soprattutto che accenderanno ancor di più i cuori di
risentimento e di odio gli uni contro gli altri. Il conflitto tra Palestinesi ed
Ebrei è al riguardo più che emblematico! Le bombe, infatti, non seminano
speranza, né raccolgono pace; le bombe – al contrario - da qualunque parte esse
siano lanciate abbruttiscono l'essere umano, scavano crateri nel cuore degli
individui mentre costruiscono frontiere invalicabili tra gli uomini ed i loro
rispettivi popoli. E proprio così! Se così non fosse avrebbero ragione gli
antichi romani quando dicevano: “Si vis
pacem, para bellum” (Se vuoi la pace, prepara la guerra!). Ma è sotto gli
occhi di tutti che per questa strada non si arriva a nessuna “pace vera”, a
nessuna “pace
duratura”.
Al contrario noi
oggi assistiamo - impotenti ed atterriti - alle conseguenze di scelte che non
hanno avuto come obiettivo primario la pace bensì gli “affari”. In questi ultimi
anni, infatti, si sono brevettate e fabbricate
armi sofisticatissime per essere vendute da affaristi-mercenari senza scrupoli ad altrettanti uomini
senza scrupoli. Fazioni diverse, in lotta tra di loro, sono state appoggiate ed
armate, a seconda della convenienza politica, realizzando con loro enormi business
– come li chiama il Presidente Bush – incuranti però del rischio che gli
“amici” del tempo passato si sarebbero potuti trasformare nel futuro in acerrimi
“nemici”. La questione fondamentale allora è: “Come costruire la Pace? Con
quali mezzi perseguirla?”
Un’importante e significativa indicazione che vincola tutti coloro che si dicono
credenti, la troviamo espressa dal Salmista: “Misericordia e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno: la verità
germoglierà dalla terra e la giustizia si affaccerà dal cielo” (Sal
85,11-12). La verità è che non c’è mai né una “guerra
giusta” né
una “guerra santa”, ma
solo “guerra”.
Una guerra che è, in modo
assoluto, sempre “terribile e
maledetta” perché
contrappone tra loro singole persone, interi popoli ed anche le religioni di
appartenenza. Ed è per questo che - nonostante le ripetute rassicurazioni che
cercano di convincerci del fatto che qui non siamo in presenza di una possibile
guerra tra religioni - lo si voglia o no le grandi religioni, quella cristiana e
quella islamica, sono chiamate in causa direttamente dalle rispettive parti. Da
entrambi i versanti infatti si invoca Dio a
difesa della propria parte e a sostegno delle
proprie ragioni. Da una parte i terroristi - con tutta quella frangia del
mondo islamico che per loro simpatizza – i quali invocano ad una sola voce
“Allah” e chiamano a raccolta tutti i fedeli islamici per combattere la “guerra
santa” e questa contro quello che loro
considerano “l’impero del male”, cioè l’America con la sua politica, la grande
finanza, il suo apparato bellico; dall’altra il mondo occidentale,
progredito e “civile”, che chiede di “vendicare” i propri morti, ma soprattutto di poter
“schiacciare” coloro che hanno osato colpire il cuore economico e finanziario
del pianeta, il simbolo di una civiltà ricca ed opulenta - che qualcuno ritiene
“superiore” alla civiltà islamica -, che specula e fa affari con tutti in nome
del profitto, del consumo e del libero mercato, e che mette già nel conto - come
accettabile - la possibilità che ci siano migliaia di vite umane sacrificate
sull’altare della loro libertà e della loro supremazia. E così
assisteremo ad una guerra che nella realtà dei fatti produrrà solamente brutalità e devastazione, e così
saremo “appagati” nella nostra sete di vendetta, ma contemporaneamente
“sconcertati” dalla violenza delle immagini
televisive che ci passeranno davanti mentre a tavola ceneremo con le nostre
famiglie. Staremo davanti allo schermo casalingo come si sta davanti ad
un video gioco, (tanto siamo assetati di finzioni cinematografiche dell’orrore e
di violenza, stile Hollywood), ed assisteremo ad uno “spettacolo” – la guerra,
appunto - che ci farà vedere le più avanzate e sofisticate tecnologie e
strategie militari, e dove si tenderà di fatto a mettere in evidenza più la
forza e l’efficacia distruttiva dei propri mezzi bellici piuttosto che il dramma
vissuto dalla gente sulla loro pelle. In
tutta questa vicenda mi chiedo: “Dov’è Dio? Da che parte si
schiererà? Perché
è vero che tutti noi ci stiamo schierando: chi da una parte, chi dall’altra. Chi
pro e chi contro. E ci sembra normale che
anche Dio debba schierarsi, per il semplice fatto che Egli non può starsene
beato a guardare questo tragico spettacolo. Mi chiedo, allora: Dio starà forse
a fianco della
macchina bellica americana che vuole vendicare la distruzione dei santuari
dell’economia mondiale? Oppure è con i terroristi ed i loro mandanti mossi come
sono da un odio nei confronti dell’umanità? Dio propenderà più per una “guerra
giusta” oppure per una “guerra santa”? In
realtà io penso che Dio non faccia il tifo per nessuna delle due parti in
conflitto, ma che scelga una via sempre “Altra” rispetto alle nostre vie, perché
“Altri” sono i pensieri di Dio rispetto a quelli degli
uomini! Mentre forti spirano i “venti di guerra” e mentre
il mondo rimane come senza fiato per
le imprevedibili conseguenze di un possibile conflitto totale, la
parola di Dio ci parla del soffio leggero dello Spirito che crea e fa nuove
tutte le cose, che spinge l’umanità a chiamare “amico” chi ti
tradisce; che ti ammonisce di amare soprattutto chi ti è apertamente “nemico”;
che ti comanda di “porgere l’altra guancia” a chi ti percuote sulla “guancia
destra”; che ti dice di fare agli altri quello che tu vorresti fosse fatto a te;
che ti spinge a dare spontaneamente ciò che è tuo a chi ti ruba qualcosa; che ti
propone di percorrere un tratto di strada ben più lungo con chi ti costringe con
la forza a fare una strada che tu non vorresti e di accompagnarlo addirittura
oltre le sue intenzioni; che ti dà l’esempio di come perdonare chi ti inchioda
ad una croce essendo tu giusto e santo; che ti ricorda che sono “Beati” e felici non i bombaroli di turno, ma tutti coloro che
si danno da fare per costruire la pace anche quando questa sembra impossibile,
sapendo sperare anche “contro ogni
speranza”, come dice S. Paolo. Ed è Gesù stesso che nella notte più
terribile della sua vita ci dà l’esempio di come reagire al male: né maledicendo
i suoi avversari, né difendendosi
legittimamente, bensì donando la propria vita. Ed è divenuto salvezza per
tutti!
Ed allora da che parte staremo noi?
Con l’America o con i Talebani? Con il mondo occidentale o con l’altro
mondo?
Come credenti nel Dio dell’Amore non potremo stare né da una parte né
dall’altra, ma ci impegneremo ad agire come Dio agisce nella storia, perché Egli
“rende giustizia agli oppressi; dà il pane agli affamati; rialza chi è
caduto; protegge lo straniero; sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge la
via degli empi” (Sal 146).
Siano allora sulle nostre labbra, e
soprattutto nel nostro cuore, e si
traducano in gesti concreti le parole attribuite a Francesco d’Assisi :
“O
Signore, fa’ di me uno strumento della tua
pace:
dove c’è odio, fa’ che io porti l’amore;
dove c’è offesa, che io porti il
perdono;
dove c’è discordia, che io porti l’unione;
dove c’è errore, io porti la verità;
dove c’è dubbio, io porti la fede;
dove c’è disperazione, io porti la speranza;
dove ci sono le tenebre, io porti la luce;
dove c’è tristezza, io porti la gioia;
O divino Maestro, che io non cerchi
tanto di essere consolato, quanto di consolare;
di essere compreso, quanto di comprendere;
di essere amato, quanto di amare.
Infatti: donando si riceve;
dimenticandosi si trova comprensione;
perdonando si è perdonati,
morendo si risuscita a vita eterna".
Dio salvi il mondo! Dio salvi gli uomini e l’umanità che in loro è stata impressa dalla mano di Dio! Dio salvi la Pace!
Il mondo ha bisogno di pace e giustizia, di garantire a tutti l’accesso ai diritti umani fondamentali e di gestire il bene pubblico globale attraverso istituzioni internazionali democratiche, nell’ambito dell’iniziativa PROGETTO " ADOTTA UN POPOLO", vi invitano all’incontro con la signora Mereso Agina del Kenja, rappresentante della campagna contro la Mine antiuomo, che si terrà nel TEATRO PARROCCHIALE di LUGAGNANO, mercoledì 10 Ottobre alle ore 20.30. Organizzatori: COMITATO PER L'EDUCAZIONE ALLA MONDIALITA' COMUNE DI SOMMACAMPAGNA e COMMISSIONE PER LA PACE COMUNE DI SONA in collaborazione con i Comuni di: FUMANE, S. PIETRO IN CARIANO, DOLCÉ, SANT’AMBROGIO, MARANO DI VALPOLICELLA e NEGRAR in occasione della MARCIA DELLA PACE PERUGIA-ASSISI 4a Assemblea dell’Onu dei popoli (8-14 Ottobre 2001).
11/10/01 - Verona - Manifestazione studenti per la pace
Giovedì 11 ottobre 2001, dalle ore 14, in piazza Brà a Verona (davanti al municipio), gli studenti veronesi per la pace manifestano contro il terrorismo e contro la guerra. Noi studenti veronesi per la pace siamo sconvolti per gli attentati di un mese fa a New York e a Washington, per la distruzione di così tante vite in modo così inaspettato e terribile. Oggi, ad un mese di distanza, è ancora tempo di lutto e disperazione e noi siamo qui per ricordare, per commemorare le vittime. Ma siamo qui anche perché molti, dall’una all’altra parte del mondo, parlano di guerra. Poche le voci che si levano a dire che deve esserci un’altra strada, un’altra umanità. Lo vedete tutti: le voci di chi considera necessaria una “risposta militare” si rafforzano a vicenda, dai governi all’opinione pubblica. Possiamo dire, in lacrime, che non siamo d’accordo? Non vogliamo lasciare crescere la sensazione che l’opinione pubblica intera legittimi lo stato di guerra, la logica di uccidere per “fare giustizia”. Noi non legittimiamo nulla di tutto ciò. Noi studenti per la pace vogliamo costruire una pace vera, condivisa e non imposta. E questo significa mettere in discussione moltissime delle decisioni prese in questi ultimi anni a livello mondiale. Mediazione dei conflitti, disarmo, abbattimento del debito dei Paesi poveri, riforma degli organismi internazionali, lotta alla fame, diritto dei popoli alla terra, La violenza non è mai una speranza per l’umanità. Politiche di sviluppo, lotta alle discriminazioni: questi devono essere gli obiettivi di una vera politica di pace che batta il terrorismo e la violenza. La manifestazione vuole essere completamente estranea ad un determinato orientamento politico, schieramento di partito o di associazioni di ogni sorta, per poter sostenere l’universalità e l’indipendenza di questa manifestazione di pacifismo e opposizione alla violenza degli atti terroristici e della guerra. Noi sogniamo un mondo diverso. Senza ingiustizie, senza terrore, senza armi.Senza assassini e senza vittime.
11/10/01 - San Bonifacio (VR) - Volontari Croce Rossa
La delegazione di San Bonifacio della Croce Rossa Italiana (CRI) organizza un corso di reclutamento di volontari del soccorso. Per spiegare l’iniziativa si terrà un incontro pubblico giovedì 11 ottobre alle ore 20,30 presso la sede della CRI, sita in via Tombole a San Bonifacio. Per informazioni: tel. 0456102222, lunedì, martedì, mercoledì dalle ore 20,30 alle 22
12/10/01 - San Bonifacio (VR) - Euro
La Lega Pensionati CISL di San
Bonifacio (VR) organizza per Venerdì 12 ottobre, ore 15, una assemblea pubblica
sul tema: «Euro, cosa fare?». Interverranno: Norma Antonelli (Cisl), Giovanni
Gobbi (Banca Popolare Verona), Renzo Bighignoli (segreteria provinciale CISL).
Il palinsesto si terrà presso la sala civica "Barbarani" (via
Marconi).
12/10/01 - Padova - CONFERENZA REGIONALE VOLONTARIATO GIUSTIZIA DEL VENETO
E' convocato per il giorno 12 ottobre 2001 presso la chiesa Tempio della Pace via Niccolò Tommaseo 47 Padova ( 5 minuti a piedi dalla stazione ferroviaria) alle ore 15,30 fino alle 18,30 il consiglio regionale della conferenza volontariato giustizia con il seguente ordine del giorno: Comunicazioni del responsabile regionale; Valutazione applicazione del Protocollo d'intesa negli istituti di prevenzione e pena del Veneto; Principali problemi e priorità d'intervento negli istituti di prevenzione e pena del Veneto; Programma CRVG 2001-2003; Varie ed eventuali. Auspico una significativa rappresentanza delle varie associazioni che operano in tutti gli istituti di prevenzione e pena del veneto per concentrare l'impegno su obiettivi comuni per una migliore rappresentatività e forza contrattuale. Segnalo il sito www.volontariatogiustizia.it per maggiori informazioni sulla Conferenza Volontariato Giustizia e per reperire documenti. Colgo l'occasione per anticipare alcuni prossimi appuntamenti di cui daremo maggiori dettagli: 25 ott. Riflessioni sul ruolo della persona all'interno del sistema penale, Padova; 26 ott. Giornata di studi sul volontariato penitenziario e Informazione, Due Palazzi Padova; 24/nov. Convegno "Sportelli Giustizia" CSV veneto a Verona. Il responsabile regionale Maurizio Mazzi (Associazione "LA FRATERNITÀ" Via Provolo 28, - 37132 VERONA - tel/fax 045/8004960 - cell. 347 0064001)
14/10/01 - Praissola di San Bonifacio (VR) - 8^ Festa dell'Anziano
Il Gruppo Ricreativo della Parrocchia di Praissola (San Bonifacio - VR) organizza il 14 ottobre l'8^ «Festa dell'Anziano».Programma: ore 10,30 S Messa solenne; ore 11,30 aperitivo e conversazione tra amici; ore 12,30 Pranzo comunitario; ore 16,30 conclusione della Festa con la consegna di un piccolo omaggio per le signore e i signori che parteciperanno. Quota d'iscrizione £ 23.000. Per Informazioni: Ambroso Silvano 045 7612249; Gianello Giuseppe 045 7613956.
14/10/01 - San Bonifacio (VR) - Sul Carega con il CAI
La sezione di San Bonifacio del CAI (Club Alpino Italiano) organizza per domenica 14 ottobre una escursione sul Gruppo del Carega, significativamente intitolata «Compostrin, i colori d’autunno». Per informazioni: Paolo Luciani (045 6100495).
15/10/01 - Verona - Pax Christi in dialogo
Dopo l'ora silenziosa contro le guerre, la festa della Rete Lilliput, il seminario internazionale sul Sudan e la marcia Perugia-Assisi, il nodo veronese di Pax Christi si ritroverà per l'incontro mensile. L'appuntamento è fissato per LUNEDI' 15 OTTOBRE, ore 21 presso il Centro Missionario Diocesano, via Duomo 18/a, Verona. Il dr. Reza Mohaddes, musulmano sciita, parlerà di "Dialogo e prospettive di pace nel mondo islamico-col mondo islamico". Nell'occasione verrà presentata la "lettera ai fratelli e alle sorelle che pregano Dio col nome di Allah". Sul tema dei rapporti tra cristiani e musulmani in Europa, "Adista" del 29 settembre riporta la sintesi della Conferenza internazionale convocata a Sarajevo il 12 settembre scorso, dalla Conferenza delle Chiese Europee (KEK) e dal Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (CCEE). Tra le varie riflessioni di questo periodo, è utile ricordare quelle di Giovanni Paolo II in Kazakhstan, dei card. Martini e Silvestrini, del vescovo di Verona F.R. Carraro, di tanti studiosi come Tahar Ben Jelloun o di operatori di pace e dei diritti umani palestinesi, firmatari dell'appello del 18 settembre.
24/10/01 - Verona - Bellorio: «Allearsi col vento»
27/10/01 - Verona - Settimana della letteratura dominicana/1
29/10/01 - San Pietro in Cariano (VR) - Settimana della letteratura dominicana/2
30/10/01 - Colognola ai Colli (VR) - Incontro sulla globalizzazione
20/10/01 - Verona - Settimana della letteratura dominicana/3
Ore 10.30. Ángela Hernández Núñez e Rafael García Romero incontrano gli studenti dell’Istituto Tecnico “Marco Polo” di Verona. Ore 12.30: conferenza stampa alla Libreria Rinascita, Corso Porta Borsari, 32 (per informazioni: tel. 045 594611) per il lancio della collana “Alfabeti”, con l’editore Pierluigi Perosini e gli autori Ángela Hernández Núñez e Rafael García Romero.
13/11/01 - Colognola ai Colli (VR) - Incontro sul commercio equo e solidale
in primo piano
Aspettando la...Marcia per la pace Perugia-Assisi
A Verona vari gruppi stanno organizzando pullman per partecipare all'importante evento:
Associazione giovanile "UNDERFORUM" di Colognola ai Colli (VR): partenza domenica 14/10/01 di buon mattino (l'orario sarà comunicato all'atto dell'scrizione) da Colognola ai Colli. Costo (orientativo) 35.000 lire. Adesioni: al più presto!!! Info: Mirco Piccoli (347 0583179) e Alessio Tosi (349 2556160)
ARCI Verona: partenza domenica 14/10/01 alle ore 3 da via Città di Nimes (Verona). Costo £ 40.000. Adesioni entro l'11/10/01. Info: 045 8033589
ARCI Legnago: partenza sabato pomeriggio. Info: 0442 26053
Democratici di Sinistra di Verona: partenza domenica 14/10/01 alle ore 3 dal piazzale dell'ex Gasometro di Verona (zona Cimitero). Ritorno ore 22 circa. Quota di partecipazione £ 45.000. Info: 045 977022
Virtus di Verona (Gavagnin-Borgo Venezia): partenza alle ore 14 di sabato 13/10/01 dal parcheggio ex Gasometro di Verona. Costo: £ 40.000. Pernottamento con sacco a pelo presso palestra di Perugia (costo £ 5.000). Informazioni e adesioni: Gianni Amaini (045 558561) e Michelangelo Gozzo (045 528277)
Informazioni sulla «Marcia per la pace»: www.krenet.it/a/mpace
Attacchi USA e la Marcia Perugia- Assisi
Domenica 7 ottobre è
iniziata l'aggressione degli Stati Uniti e della Gran Bretagna contro
l'Afghanistan. Anche quest'aggressione, come quelle contro l'Iraq e contro la
Jugoslavia, utilizza motivazioni "ideali" per estendere il controllo
politico-economico e la presenza militare statunitense in aree di grande
rilevanza strategica, ieri il Medio Oriente e i Balcani, oggi l'Asia centrale.
Anche quest'aggressione, ritardata per coinvolgere gli stati islamici e
mascherata da assicurazioni particolarmente roboanti e ipocrite sul proposito di
colpire solo "obiettivi militari", si risolverà nel massacro dei civili, già
iniziato con la tragedia dei profughi e con i bombardamenti sulle città afghane./paraindent> Appare quindi urgente la mobilitazione di massa, nelle
piazze, nelle scuole, nelle fabbriche e anche con la marcia Perugia-Assisi del
14 ottobre prossimo, contro questa guerra e contro la partecipazione ad essa
dell'Italia, che il parlamento si accinge a votare in violazione della nostra
Costituzione. /paraindent>Viceversa, la piattaforma su cui i dirigenti della
"Tavola della pace" hanno convocato la marcia è peggio che ambigua. Risponde al
deliberato tentativo di dividere il movimento offrendo coperture e sponde ai
"pacifisti da bombadamento" cioè a quanti, con il pretesto della "lotta al
terrorismo", intendono marciare per la pace e insieme sostenere la guerra di
Bush, comunque travestita da "operazione di polizia"./paraindent>
Tale tentativo è oggi
particolarmente irresponsabile, ma anche fragile e destinato al fallimento, di
fronte alla forza del movimento articolato, diversificato e unitario che si è
espresso a Genova. Nonostante le violenze squadriste del governo, esso va dando
vita ai social forum in tutto il paese e ha ribadito con chiarezza, anche nella
manifestazione del 27 settembre scorso a Napoli, il suo "No" alla guerra e alla
Nato./paraindent> Invitiamo quindi tutte le forze sinceramente amanti della
pace, comprese quelle presenti nella "Tavola", a rifiutare la trappola del falso
pacifismo e a partecipare alla Perugia-Assisi sulla base della piattaforma del
Genoa Social Forum, dietro il suo striscione e confluendo nella piazza tematica
di Santa Maria degli Angeli da esso oganizzata. (Redazione Guerre&Pace guerrepace@mclink.it )
/paraindent>GIOBBE SANTABARBARA*: LA MARCIA PERUGIA - ASSISI E' ALDO CAPITINI
VIVENTE
Noi saremo alla Perugia-Assisi. Anche se
la piattaforma proposta dalla Tavola della Pace puo' presentare debolezze,
reticenze ed ambiguita' per noi inammissibili. Noi saremo alla marcia. In
silenzio, senza bandiere, in angoscia per le sorti dell'umanita', ed insieme
sereni e persuasi nel continuare in cio' che e' giusto: affermare la dignita' di
tutti gli esseri umani, affermare che solo con la pace si costruisce la
giustizia, e solo con la giustizia si costruisce la pace. E' gia' accaduto in
passato, e piu' volte, che la marcia superasse e sciogliesse e vincesse ogni
ambiguita', ogni limite, ogni errore, ogni provocazione. E' gia' accaduto in
passato, e piu' volte, che la marcia cambiasse i partecipanti, che entratici
ciascuno con le sue bandierine, le sue fisime, le sue furberie, i suoi
distinguo, i suoi dubbi, si sono trovati poi tutti trasformati dall'armonia
della campagna umbra, dalla visione luminosa della citta' di Francesco, dal
comporsi in un medesimo tessuto della policromia e polifonia del popolo della
pace in cammino, dal sentirsi in colloquio corale: dall'eredita' feconda di Aldo
Capitini, dalla compresenza di Aldo Capitini. Perche' la marcia e' Aldo Capitini
vivente, la marcia e' la nonviolenza in cammino. Che sia scritto o meno sui
programmi, sui manifesti, sugli schermi televisivi, sulle delibere delle
istituzioni, sui volantini e sugli striscioni, la marcia di Aldo Capitini e' la
marcia contro tutte le guerre, contro tutti i terrori, contro tutte le violenze:
e' la nonviolenza in cammino. Anche se i camminanti non lo sanno finche' non ci
si trovano. *Giobbe Santabarbara esprime il punto di vista del
"Centro di ricerca per la pace" di Viterbo.
ALTRECONOMIA CI SARA'
Cari amici, come
sapete il 14 ottobre ci sara' la Marcia per la pace Perugia-Assisi. AltrEconomia
seguira' l'iniziativa e, come in occasione del G8, curera' un'agenzia stampa on
line, AltrInformazione. Questa volta al progetto partecipa, oltre a Peacelink e
Nigrizia, anche Volontari per lo sviluppo, rivista della Focsiv. A partire
dall'11 ottobre seguiremo i lavori dell'Assemblea dell'Onu dei popoli, fino al
giorno della marcia. Per seguirci il sito e' http://www.peacelink.it/altrinformazione Se
volete ricevere direttamente le notizie via mail iscrivetevi alla lista pck-pcknews@peacelink.it Se
invece vorrete mandarci le vostre segnalazioni scrivete all'indirizzo pace@altreconomia.it oppure mandate un
Sms al numero 349-22.58.342. Per ogni informazione scrivete alla redazione. A
presto (AltrEconomia - lettori@altreconomia.it)
MASSMEDIA e TAM TAM vari
INFORMAZIONI, RIFLESSIONI & OPINIONI
Pax Christi: «Un altro passo indietro»
L’11 settembre l’umanità aveva fatto un balzo indietro. Il 7 ottobre ne ha fatto un altro. Non possiamo esimerci dalla condanna dell’attacco militare sferrato dagli Usa e dai suoi alleati contro l’Afghanistan perché ancora una volta si fa affidamento sulla forza delle armi piuttosto che sulla forza della ragione, sulla violenza dei missili piuttosto che sul diritto internazionale, sulla potenza di fuoco invece che sul dialogo e sulla capacità di estirpare alla radice le motivazioni che portano tanti ad aderire al terrorismo. L’umanità avrebbe potuto meglio rialzarsi dall’orrore provocato a Washington e New York dimostrando di aver compreso che la sofferenza ha lo stesso colore a tutte le latitudini e che la lezione della storia mostra come la violenza non ha mai aiutato la ricerca della verità, il trionfo della giustizia e il godimento della pace piena. Per questo motivo abbiamo coscienza che gli attacchi missilistici ed aerei servano a prolungare il lutto della ragione inaugurato tragicamente con le stragi dell’11 settembre. In questo momento ci pare che due strumenti rimangano nelle mani dei poveri: La preghiera che da credenti nell’unico Dio vorremmo si alzasse forte e insistente da tutti i confini della terra. Al Dio della pace chiediamo di convertire il cuore dei violenti, di far tacere il fragore delle armi, di illuminare la mente dei governanti e dei leaders. La preghiera - autentica e profonda – fornisce una luce nuova per riconoscere le persone anche laddove altri vedranno solo i nemici, per continuare ad alimentare la speranza e per comprendere ancora che “è durante il diluvio che bisogna mettere da parte le sementi” come ci ricordava don Tonino Bello. Le Nazioni Unite nella cui autorevolezza continuiamo a porre la nostra fiducia. E’ proprio in questa ora drammatica che ci aspetteremmo uno scatto di dignità del “governo mondiale” per decretare il superamento della guerra e l’avvento dell’era nuova del diritto. Le civiltà si riconoscono soprattutto dalla capacità che hanno di utilizzare della forza del diritto e non del preteso diritto della forza. Intervenga con voce autorevole il Segretario Generale dell’ONU a ricordare gli stessi fini per cui – all’indomani di un’altra sconfitta dell’umanità – si scelse di porre un patto tra i popoli perché mai più si dovesse ricorrere alla guerra per risolvere le controversie. Resta comunque l’urgenza di una riforma profonda di questo organismo in senso democratico. Alla luce di quanto sta avvenendo la marcia Perugia–Assisi prevista per domenica 14 ottobre assume significato e senso maggiore e diventa manifestazione di popolo, del popolo che crede che mai la guerra ha preparato la pace e che non si deve accettare di confrontarsi sullo stesso terreno del terrorismo. Il popolo della pace – numeroso e unito – sarà capace di porre un segno che i potenti della terra devono leggere come auspicio per il futuro. La nonviolenza ha un linguaggio universale perché parla all’impronta che il Creatore ha impresso in ogni donna e in ogni uomo. (Pax Christi Italia
E’ la guerra
Con i bombardamenti sulle città è iniziato l'attacco americano contro l'Asia centrale per la conquista del petrolio del Caspio. Una popolazione già debilitata da un regime di fanatici religiosi, fino a ieri servi armati dagli americani, è ora sotto bombardamento. Chi pensa che un mondo diverso è necessario deve sapere che finchè sono al potere i cannibali, la storia si ciba di carne : la carne umana degli sfruttati, dei bombardati, di quelli inviati a scannarsi gli uni contro gli altri. La sanguinaria parata di armamenti che ci viene esibita serve ancora una volta per imporre al mondo intero l’immagine che non è possibile sottrarsi al dominio dei potenti. Al di là di tutte le scusanti con cui da settimane nutrono i nostri cervelli, l’ insopportabile evidenza materiale di questa guerra è che le nazioni più forte e ricche del mondo si stanno scatenando sulle zone più povere e miserabili del pianeta. Oggi il pretesto del terrorismo, figlio della stessa violenza imposta dalla globalizzazione imperialista, serve per nascondere che il capitalismo è il regime cannibalesco che genera e genererà sempre guerre. Con qualsiasi pretesto e in qualsiasi parte del mondo. Chiudersi in casa ad ascoltare l'enorme complesso di bugie che i mass media ci propineranno è cosa vile. Bisogna schierarsi, mobilitarsi, non accettare supinamente quello che ci fanno capitare. Noi siamo contro questa e ogni altra guerra. (Slai Cobas cobas@inwind.it )
L'11 settembre 2001 il mondo è rimasto scioccato dagli orribili attacchi terroristici agli Stati Uniti. RAWA esprime con il resto del mondo il proprio dolore e la condanna di questo atto barbarico di violenza e terrore. RAWA aveva già avvertito che gli Stati Uniti non avrebbero dovuto sostenere i più infidi, i più criminali, i più antidemocratici e misogini partiti fondamentalisti islamici, perché dopo che i Jehadi (l'Alleanza del Nord di Massud, ndr) e i Talebani avevano commesso ogni possibile sorta di orrendi crimini contro la nostra gente, essi non avrebbero provato alcuna vergogna nel commettere tali crimini contro il popolo americano che considerano "infedele". Allo scopo di raggiungere e mantenere il proprio potere, questi delinquenti crudeli sono pronti a rivolgersi a qualsiasi forza criminale. Ma sfortunatamente noi dobbiamo dire che è stato il governo degli Stati Uniti a sostenere il dittatore pakistano gen. Zia-ul Haq nel creare migliaia di scuole religiose dalle quali sono emersi i germi dei Talebani. Allo stesso modo, come è evidente per tutti, Osama Bin Laden è stato il pupillo della CIA. Ma ciò che è più penoso è che i politici americani non hanno tratto una lezione dalle loro politiche a favore dei fondamentalisti nel nostro paese e stanno ancora continuando ad appoggiare questo o quel gruppo o leader fondamentalista. Secondo noi, ogni tipo di sostegno ai fondamentalisti Talebani e Jehadies significa in realtà calpestare i valori democratici, i diritti delle donne e i diritti umani. Se è provato che i presunti autori degli attacchi terroristici si trovano fuori dagli Stati Uniti, il nostro grido costante che i terroristi fondamentalisti avrebbero finito per ritorcersi contro i loro creatori, è confermato una volta di più. Il governo degli USA dovrebbe considerare le cause di fondo di questo terribile evento, che non è stato il primo e non sarà l'ultimo. Gli USA dovrebbero smettere di appoggiare i terroristi afghani e i loro sostenitori una volta per tutte. Adesso che i Talebani e Osama sono i primi indiziati dalle forze americane dopo gli attacchi criminali, gli USA sottoporranno l'Afghanistan a un attacco militare simile a quello del 1998 e uccideranno migliaia di innocenti afghani per i crimini commessi dai Talebani e da Osama? Pensano gli USA che attraverso questi attacchi, con migliaia di diseredati, poveri e innocenti afghani come vittime, saranno in grado di cancellare le cause del terrorismo o piuttosto diffonderanno il terrorismo su più larga scala? Dal nostro punto di vista vasti e indiscriminati attacchi militari ad un paese che da più di due decenni è sottoposto a disastri permanenti, non sarebbero un motivo d'orgoglio. Non pensiamo che una tale aggressione sarebbe l'espressione della volontà della gente americana. Il governo degli USA e il loro popolo dovrebbero sapere che c'è una grande differenza tra la gente povera e martoriata dell'Afghanistan e i terroristi criminali Talebani e Jehadi. Mentre noi manifestiamo ancora una volta la nostra solidarietà e il profondo cordoglio al popolo degli Stati Uniti, crediamo anche che attaccare l'Afghanistan e uccidere la sua gente più derelitta e sofferente, non allevierà in alcun modo il lutto del popolo americano.Speriamo sinceramente che il popolo americano sia in grado di DISTINGUERE tra la gente dell'Afghanistan e un pugno di terroristi fondamentalisti. I nostri cuori si rivolgono alla gente degli Stati Uniti. ABBASSO IL TERRORISMO! (14 settembre 2001 RAWA - ORGANIZZAZIONE PER L'EMANCIPAZIONE DELLE DONNE AFGANE)
Report (Rai 3)... IL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE
Vi
proponiamo la trascrizione del servizio televisivo mandato in onda il 4 ottobre
da Report, palinsesto di Rai 3
CONTADINO GIUSEPPE BRAMBILLA -
Direttore supermercati GS CHIARA
BALDASSARI, giornalista SIGNORA CHE FA LA
SPESA CHIARA
BALDASSARI, giornalista GIUSEPPE
BRAMBILLA - Direttore supermercati
GS CHIARA BALDASSARI
Ritorniamo allora sui
contenuti importanti. SIGNORE CHE FA LA
SPESA CHIARA BALDASSARI
CHIARA BALDASSARI
RAGAZZE CHE FANNO LA
SPESA CHIARA BALDASSARI
FRANCO GESUALDI -
Centro Nuovo Modello di Sviluppo CHIARA BALDASSARI
DIRETTORE GENERALE -
Kwabena Ohemeng CHIARA BALDASSARI
DIRETTORE GENERALE -
Kwabena Ohemeng CHIARA BALDASSARI
CONTADINO DAVANTI ALLA
BANCA CHIARA BALDASSARI
CONTADINO DAVANTI ALLA
BANCA CHIARA BALDASSARI
CONTADINO DEL
VILLAGGIO DONNA AL
VILLAGGIO CHIARA BALDASSARI
RITA DAMOAH - Center
of development of people CHIARA BALDASSARI
CONTADINO AL
VILLAGGIO CHIARA BALDASSARI
CONTADINI DAVANTI ALLA
BANCA CHIARA BALDASSARI
MAESTRO IN
CLASSE CHIARA BALDASSARI
CONTADINO DAVANTI ALLA
BANCA CHIARA BALDASSARI
KWAKU OWUSU-YEBOAH -
Giornalista della tv pubblica ghanese CHIARA BALDASSARI
SIGNORA AL
VILLAGGIO CHIARA BALDASSARI
GEORGE GRANTADJEPONG -
Dipartimento Cooperative del Ghana CHIARA BALDASSARI
ANTHONY CHIARA BALDASSARI
JOHN SARFO -
commissione marketing della PBC CHIARA BALDASSARI
" Questo e' il mio campo
e questo e' il mio cacao, il piu' buono".
CHIARA BALDASSARI,
giornalista RAI
Da un po' di tempo a questa parte sugli scaffali della
grande distribuzione alimentare troviamo prodotti contraddistinti da un
particolare marchio che ci garantisce, almeno questo è quello che leggiamo
sull'etichetta, che il prezzo riconosciuto al produttore gli consente di
promuovere migliori condizioni di vita e opportunità per uno sviluppo autonomo.
Questi prodotti noi li troviamo nei supermercati sotto l'indicazione
"equosolidale". Perché avete deciso di iniziare a venderli?
"GS e anche il
gruppo Carrefour, di cui facciamo parte, attua una politica di offrire al consumatore quante più
alternative possibili"
Ma
di queste alternative possibili i consumatori ne sanno qualcosa? Cosa è un
prodotto "equosolidale"? Lei lo sa?
"Sono quei
prodotti che vengono direttamente dai paesi d'origine e vengono venduti a minor
prezzo per aiutare le popolazioni del terzo mondo".
La
signora dice "minor prezzo", non è proprio così basta andare a vedere. Barretta Lindt, la più
costosa 2380 lire, barretta Novi
1450, barretta Milka 1600. La nostra barretta equosolidale costa 1790
lire, per cui 500 lire meno della
barretta più griffata e 300 lire in più rispetto alle altre. E' leggermente più
cara rispetto alle altre barrette?
"Sicuramente
non nella fascia più economica dei prodotti, ma credo che ci siano dei contenuti
importanti in questi prodotti che ce lo giustificano ".
"Equosolidale...equo
vuol dire che è uguale e solidale che è amico di qualcuno, non è
così?"
Non è proprio
così, ma andiamo avanti. In percentuale quanto cacao equosolidale vendete, per
esempio?
GIUSEPPE
BRAMBILLA - Direttore supermercati GS
"La quota raggiunta dal cacao è
intorno al 2 per cento dei prodotti che noi vendiamo".
Solo il 2 per
cento! Forse è per questo che tra i consumatori regna ancora tanta
confusione...
"Prodotti
equosolidali? Sono quei prodotti il cui ricavato va ai paesi del terzo mondo
senza passare dalle multinazionali"
Le multinazionali
non c'entrano, è vero, ma non ci siamo ancora. A pochi chilometri da Pisa c'è il
Centro Nuovo Modello di Sviluppo e dove se non meglio di lì ci sanno spiegare la
differenza tra un prodotto equosolidale e uno tradizionale.
"Per quanto
riguarda i produttori la differenza sostanziale è nel prezzo; nel caso del cacao
venduto nel circuito del commercio tradizionale l'obiettivo dell'acquirente, del
commerciante, della multinazionale è quello di ottenere un prezzo più basso
possibile, per avere poi un profitto più alto possibile.Nel caso del cacao
venduto nel circuito del commercio equo, l'obiettivo è quello di garantire ai
piccoli produttori la possibilità di vivere in maniera dignitosa e di riuscire
anche a garantire alla comunità locale di poter avviare tutta una serie di
progetti che permettono di superare una serie di situazioni tragiche che sono
state create attraverso il colonialismo".
La barretta che ho
comprato è questa, m'informo per capire da dove viene il cacao e scopro che
arriva dal Ghana. A questo punto non resta che partire per andare a vedere se
chi lo ha raccolto beneficia dei vantaggi descritti sulla nostra etichetta.
Kumasi, Ghana, città di più di 1.000.000 di abitanti a circa 200 Km a nord dalla
capitale Accra e dal mare. Siamo di fronte all'ufficio di una cooperativa di
contadini che raccolgono il loro cacao e poi lo vendono. Quando a comprarlo è
un'organizzazione equosolidale il guadagno per i contadini è maggiore.
Quest'anno su 32.000 tonnellate vendute, 400 sono andate al commercio equo.
Tradotto in soldi cosa vuol dire? Lo chiediamo al direttore
generale.
Se calcola che
quest'anno abbiamo venduto 400 tonnellate al commercio equo, se fa due conti,
vede che abbiamo guadagnato 299 mila 500 dollari in più rispetto allo stesso
peso venduto ad una multinazionale.
Vale a dire 630
milioni di lire circa. Questi soldi costituiscono un fondo che per il 75% va a
finanziare progetti equi e il 25% finisce nelle tasche dei contadini. Ma in che
modo?
I soldi del commercio
equo vengono ridistribuiti tra i contadini per sacco di cacao venduto. Per ogni
sacco venduto quest'anno i contadini hanno guadagnato 400 lire in
più.
Sarà vero? La
verifica la faccio alla banca dei contadini soci della cooperativa.
"Si è vero per
ogni sacco venduto noi guadagniamo 80.000 lire più 400 lire del commercio
equo".
Non è un po'
pochino solo 400 lire per sacco?
"qualcuno potrebbe
avere 100 sacchi, o 50 sacchi, cosi se calcoli 400 lire per 100 sacchi per
esempio, sono abbastanza".
E
il resto dei soldi dove sono andati a finire? Quest'anno la maggior parte dei
soldi sono serviti per costruire le pompe dell'acqua. Senza l'intervento di
nessuna organizzazione non governativa o senza l'aiuto di nessun missionario.
Purtroppo su 667 villaggi di piccoli produttori i soldi sono bastati per 60,
Fenaso è uno di questi villaggi.
"Prima dovevamo
percorrere più di un chilometro e mezzo a piedi per trovare l'acqua potabile,
adesso ce l'abbiamo e la pompa è qui, fuori di casa e l'abbiamo costruita noi
con i nostri soldi".
"Voi non potete avere idea della felicità che può dare una
pompa dell'acqua; se riuscissimo a risolvere anche il problema della scuola
saremmo davvero a posto".
cioè, cosa vuol
dire? Che non ci sono insegnanti? Che i bambini non vanno a scuola? Che la
scuola costa troppo?
"I contadini non
possono permettersi di mandare i loro figli a scuola, alcuni non hanno i soldi
per comprare neanche le uniformi. Le uniformi costano dalle tre alle 5 mila lire
e qualcuno addirittura non è in grado di comprare neanche quelle".
Qualcuno non è in
grado di comprarle e sicuramente tra questi ci saranno anche i soci della nostra
cooperativa, ma loro a differenza di tutti gli altri, in virtù del loro status
di soci, possono chiedere un prestito alla loro banca senza pagare tassi da
usura.
"Capisci? Abbiamo
fondato una banca e così anche il più povero può chiedere un prestito a dei
tassi bassissimi. Per pagare le tasse scolastiche, per esempio".
5
mila lire all'anno più l'uniforme per mandare i figli a quelle che possono
essere le nostre elementari. Per mandare i figli alle scuole medie si può
arrivare a pagare dalle 500 alle 700 mila lire l'anno. Facciamo allora due conti
in tasca ai contadini. Quanto cacao avete venduto lo scorso anno?
"io lo scorso anno
ho prodotto 65 sacchi... io l'ultimo anno 45... 65 sacchi... io ho prodotto 100
sacchi".
Stando ai conti
della cooperativa, per ogni quattro produttori come questi ne esistono altri 15
che non superano i cinque sacchi venduti all'anno, con un guadagno intorno alle
400 mila lire. Per cui se le elementari, con grossi sforzi, se le possono
permettere tutti, le medie rimangono un lusso per pochi. E per il maestro di un
villaggio i problemi non finiscono qui.
"Nel periodo della
raccolta del cacao molti bambini vengono portati dai genitori a lavorare nei
campi, e così non possono venire a scuola...e tu arrivi e ti ritrovi la
classe vuota".
Ecco la magagna!
Bambini che lavorano nelle piantagioni. Ma allora non è vero che il nostro cacao
è più buono degli altri! La buona notizia vacilla pericolosamente. Ma non è che,
anche voi della cooperativa, fate lavorare i bambini nei campi?
"No, è proibito!
Assolutamente proibito! Non c'è lavoro infantile".
E' vietato! Allora
andiamo a vedere. In queste piantagioni raccolgono il cacao e di bambini al
lavoro non ne abbiamo trovati.
"La cooperativa ha
affermato forte e chiaro: noi coltiveremo, produrremo il cacao, ma questo non
significa che faremo i nostri affari a spese dell'educazione dei nostri figli.
Non li manderemo nei campi quando dovrebbero essere a scuola".
In effetti
all'ultima riunione plenaria dei contadini della cooperativa la risoluzione di
non avvalersi del lavoro dei bambini nelle piantagioni è stata votata
all'unanimità. Ecco un'altra sostanziale differenza tra i contadini soci della
cooperativa e gli altri. All'interno della cooperativa le iniziative
imprenditoriali vengono sostenute con un piccolo contributo del fondo
equosolidale. Le donne di un villaggio hanno avviato una vera e propria impresa
di produzione di sapone con gli scarti del cacao e poi lo vanno a vendere al
mercato.
"Quando aiutiamo i
nostri mariti nei campi, non è che ci paghino. E così quando non dobbiamo andare
a raccogliere il cacao possiamo fare il sapone e andarlo a vendere. E quei soldi
sono nostri e possiamo spenderli come ci pare".
Per cui,
ritornando alla nostra barretta di cacao le garanzie che ci da l'etichetta
vengono rispettate. Anche se abbiamo visto che il dato rilevante non sono certo
né le 400 lire in più per sacco, né il resto dei soldi che non sono sufficienti
per migliorare sensibilmente la vita di tutti. Il dato rilevante è che per stare
all'interno del circuito del commercio equo i contadini si devono organizzare in
strutture democratiche, non sono solo braccia da
sfruttare.
"La cooperativa è
organizzata effettivamente secondo principi democratici. Le scelte politiche
provengono dalla base, non dall'alto al basso ma dal basso all'alto...un uomo un
voto".
Un uomo un voto
anche quando si deve eleggere l'uomo della bilancia, cioè colui che al
momento della vendita pesa i sacchi di cacao. Anthony è per questo motivo che è
felice di essere membro della cooperativa.
"io sono membro
della cooperativa che pesa il mio sacco di cacao, se la bilancia dice 60 chili,
io so che sono proprio 60 chili. tutti gli altri contadini invece che non sono
soci vendono ad altre compagnie, e queste cosa fanno? pagano. lo stesso, ma
rubano sul peso. Può capitare che con le bilance truccate arrivino a
fregarti anche 10 chili".
Come?...i soci
della cooperativa sono 35 mila, ma i contadini che vendono il cacao in Ghana
sono molti di più. Metti che si rubino 10 Kg per sacco, è un bell'affare! Sarà
vero? In un capannone c'è una bilancia di una compagnia concorrente alla
cooperativa. E l'unico modo che ho per verificare se la bilancia pesa
correttamente è quello di pesarmi. Dato che se c'è una cosa di cui tutti siamo
certi è il nostro peso. Salgo sulla bilancia e peso 52 chili. E' impossibile! Io
di chili ne peso 67. Per cui ogni contadino che viene a vendere il cacao qui ci
rimette 15 chili per sacco.Altro villaggio, altra bilancia. Questa è quella
della PBC, una compagnia che prima era del governo e adesso è stata
privatizzata. Qui peso 64 chili, quindi questa bilancia ruba solo tre chili. Lei
che qui è il responsabile, crede che le bilance siano
tarate?
"Si, questa è
perfetta!" E anche le bilance che avete negli altri villaggi pesano
correttamente? "Dipende da dove sono state settate, questo può portare anche a
un chilo di differenza".
Altro che un chilo
di differenza, caro John Sarfo...io in un colpo solo ne avevo persi 15 di chili.
Adesso non mi resta che l'ultima verifica, la bilancia della cooperativa.
Infatti qui sono 67 chili belli tondi, come la bilancia di casa mia. Pessima
conferma per me, nonostante la dieta africana e buona notizia per i contadini
che vendono il cacao al commercio equo. Nessuno li frega sul peso, i bambini
vanno a scuola, hanno la loro banca che gli concede prestiti a tasso quasi zero
e con i loro guadagni, anche se piccoli, si sono costruiti la loro pompa per
l'acqua. (fonte:www.report.rai.it ,
segnalazione di Cristina
Muzzolon)
Dopo le leggi sul diritto di successione, sul
rientro dei capitali dall'estero, sul falso in bilancio e sulle rogatorie
internazionali, si sottopone al Parlamento il nuovo disegno di legge che
dovrebbe appianare ogni polemica sui presunti abusi della maggioranza a favore
del suo datore di lavoro.
Comma uno - L'articolo uno della
Costituzione è così modificato: L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro
dell'attuale presidente del consiglio.
Comma due - Per non turbare il
corretto svoglimento del mercato e del campionato, è fatto divieto assoluto di
incriminare qualsiasi cittadino italiano che possieda un patrimonio superiore ai
mille miliardi, e che sia presidente di una squadra di calcio milanese di serie
A.
Comma tre - Dal divieto è escluso chiunque abbia una sorella
ministro dell'Istruzione.
Comma quattro - Ogni cazzata detta dal
presidente del Consiglio e che susciti polemiche sulla stampa estera, comporterà
immediata smentita nonché severi provvedimenti a carico della sinistra che
l'avrà inventata e strumentalizzata. Si consiglia a tutti i parlamentari di
prendere esempio da Silvio, e al posto del coraggio delle proprie idee
praticare e valorizzare il sondaggio delle proprie idee.
Comma
cinque - Il comma quattro è provvisoriamente esteso anche a Bossi e Storace,
per i quali sarà però necessaria una giustificazione scritta di
Fini.
Comma sei - Essendo l'Italia in Stato di guerra, ogni protesta
contro il suo governo verrà dichiarata disfattismo.
Comma sette - E'
sospesa la lotta alla mafia in quanto sottrarrebbe tempo e forze preziose alla
battaglia contro la criminalità organizzata.
Comma otto - E' sospeso
lo Statuto dei lavoratori in quanto sono evidenti le sue responsabilità nella
recessione mondiale. I lavoratori non potranno più rivolgersi alla magistratura
ma a un arbitro, nel senso che da disoccupati avranno molto più tempo per andare
allo stadio.
Comma otto bis - Il ministro al Welfare Maroni
diventa ministro del Farewell, cioè dell'addio ai diritti sindacali.
Verrà stipendiato direttamente dalla Confindustria ma, per sottolineare le sue
origini padane e operaie, durante le riunioni potrà disporre di un bloc-notes
verde.
Comma nove - Per evitare la possibilità che il presidente del
consiglio sia anche possessore o controllore di sei televisioni, si provveda
subito a fargliene controllare una settima.
Comma dieci - Per
risolvere il conflitto di interessi del ministro Lunardi che scava le gallerie,
sceglie i collaudatori e decide le parcelle, viene istituito un Comitato di
controllo gallerie guidato da tre saggi scelti dal presidente del Senato
Marcello Pera. Nel costituire il comitato il presidente Pera non adotterà
criteri politici ma di pura competenza.
Comma dieci bis - Su proposta
del presidente del Senato il comitato dei tre saggi risulta formato dalle
signore Wanda, Sofronia e Marisa, talpe terraiole.
Comma undici -
Dovendo il presente testo di legge essere approvato mediante firma del
Presidente della Repubblica ma essendo egli assai impegnato per la difficile
situazione della sicurezza italiana, il decreto legge viene firmato direttamente
dal presidente del consiglio. Il testo verrà controfirmato in via definitiva dal
Presidente della Repubblica non appena il presidente del consiglio sarà
diventato Presidente della Repubblica.
Comma dodici - Per ogni
controversia riguardante l'applicazione del seguente testo il solo competente è
il tribunale di Milano o, in sua impossibilità, lo studio legale
Previti.
Comma tredici - Con stanziamento immediato di venti miliardi
si dà inizio ai lavori di ammodernamento e ristrutturazione delle macchine
distributrici di caffè del tribunale di Milano, con sospensione temporanea delle
attività lavorative.
Comma quattordici - Tutti i cittadini sono uguali
di fronte alla Legge.
Comma quindici - Alcuni cittadini insigniti di
cariche politiche possono, in circostanze particolari, non stare di fronte alla
legge, ma alle sue spalle. (da "il Manifesto" di venerdì 5 ottobre
2001)
«Progetto Sorriso»
è l'iniziativa di cooperazione con il Ser.Co.Ba di San Salvador avviata un
anno fa a San Bonifacio (VR). Obiettivo: fornire aiuti materiali alle
popolazioni terremotate del Salvador e, in particolare, finanziare la fornitura
di materiale sanitario (multivitaminici) e per l'igiene personale. Per
INFORMAZIONI: progettosorriso@infinito.it . Per
versare il proprio contributo ricordiamo che è possibile utilizzare il
conto corrente postale di "Progetto Sorriso - El Salvador": ccp
numero 21008305 - intestato a: Amedeo Tosi - Chiara Terlizzi. Indirizzo:
località Praissola 74/b - 37047 San Bonifacio (Verona) - Causale del versamento:
"Progetto Sorriso". Progetto Sorriso invierà tempestivamente quanto
raccolto al gruppo di appoggio "Italia-Cuscatlan" di Turbigo (Milano),
incaricato per le operazioni bancarie.
altrePAROLE
QUANDO IL PENSIERO FA BANCAROTTA (SYLVIE GERMAIN)
Il pensiero fa bancarotta non
appena trascura di stabilire nessi di causa ed
effetto fra i suoi principi e
la realta', non appena separa parole e atti
dalle loro conseguenze - non
appena "separa" il male che viene commesso,
rendendolo indolore per la nostra
coscienza.
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