il GRILLO parlante
per un'informazione equa e solidale nell'Est veronese
 
supplemento a "la Voce Civica", Aut.Trib.VR n.1215 del 27 maggio 1996 - Direttore Responsabile: Amedeo Tosi

La responsabilità degli articoli e delle informazioni è tuttta ed esclusiva dei rispettivi autori. «il GRILLO parlante» ospita volentieri ogni opinione e si assume la responsabilità degli articoli «a cura della Redazione» e di quelli non firmati.

La ragazza bella non è senza difetti (Proverbio Ngombe - Nazione: Rep.Dem.Congo)

In occasione della

Festa della Madonna del Carmine

il Comitato organizzatore (Amministrazione comunale di Roncà - Pro Loco - Parrocchia)

 presenta a RONCA' (VR) la

1 ª Giornata del Volontariato

Domenica 15 luglio 2001

Programma:

Ore 8.30 Apertura dei Gazebo delle associazioni e della pesca di beneficenza.
Ore 9.00 Partenza per l'itinerario naturalistico culturale con guida. Durante il percorso sarà offerto un ristoro a base di Prosciutto di Cognento e il pranzo di Polenta e Luganeghe del Gruppo Alpini. (occorre iscriversi
Ore 14.30 Apertura del Chiosco delle Angurie
Ore 16.00 Esibizione Viet Vo Dao (arte marziale vietnamita) del Maestro Danese Gino
Ore 17.00 Balli moderni eseguiti dalle ragazze delle Attività Ricreative e Sportiv
o

Ore 19.00 Santa Messa Solenne con processione della Madonna del Carmelo per via Roma in festa con fiori e addobbi
Ore 20.30 Se magna el Pamojo
Ore 21.00 In piazza verranno proiettati filmati e diapositive del Gruppo Camminare Insieme e del Progetto Chernobyl
Ore 21.30 Discoteca «Spirit in Dance» presso il Campo Sportivo con p. Michael Daniels


G8 
PER ANDARE A GENOVA IL 21 LUGLIO
è organizzato un pullman che partirà da Verona alle ore 6.30 e tornerà in nottata.
Iscrizioni: presentarsi di persona presso la
Cooperativa "La Rondine" sita in Via Pallone 20, versando la quota di lire 40.000. 

 
G8... ed io, cosa c'entro?

Gli accordi che derivano dagli incontri dei G8 condizionano il commercio internazionale e quindi anche il cibo che compare sulle nostre tavole.  Le indicazioni fornite dai G8 hanno fortissime ricadute sulla vita dei cittadini che spesso sono totalmente ignari dei meccanismi con cui vengono attuate, delle istituzioni preposte a renderle operanti (WTO, BM, FMI ), delle conseguenze sociali ed ambientali che queste indicazioni hanno.  Gli effetti sull'ambiente dovuti ai mancati accordi sulla riduzione dei gas serra, li subiamo costantemente in relazione agli improvvisi mutamenti climatici che causano inondazioni, uragani e devastazioni ambientali. I problemi della fame e del sottosviluppo, che spesso causano forti migrazioni dal Sud al Nord dei mondo, rimarranno tali finché i grandi della terra riuniti nei G8 non si decideranno a contrastarli in modo efficace con politiche di drastica riduzione dei debito estero che permettano di migliorare le condizioni di vita di queste popolazioni. Come vedi sono tutti problemi che c’interessano da vicino. Ed anche tu puoi fare qualcosa per opporti al modello di globalizzazione portato avanti dai G8, intraprendendo azioni concrete come il commercio equo e solidale, la finanza etica, il microcredito, le produzioni agricole biologiche, i gruppi di acquisto solidali, il consumo critico, le iniziative in difesa dei lavoratori sfruttati, la proposta della Tobin tax, la cancellazione del debito estero dei paesi poveri, la proposta di riforma nel senso di un maggior controllo democratico della Banca Mondiale, dei Fondo Monetario Internazionale e della Organizzazione Mondiale dei Commercio, le Campagne contro il commercio delle armi, per la bonifica delle mine, la lotta per garantire a tutte le popolazioni il diritto ad usufruire dei farmaci essenziali, l'impegno per la salvaguardia della natura, sia per quanto riguarda la tutela dell'ambiente, sia nell'uso di fonti energetiche pulite e rinnovabili.  Le iniziative contro il G8 sono un mezzo per affermare che “un altro mondo è possibile”.  

 LA PAROLA DI ALEX ZANOTELLI

«No, a Genova non ci sarò». La voce di padre Alex Zanotelli arriva da lontano, potenza della globalizzazione. «Sono qui con novecento malati terminali da assistere. Non sono statistiche, sono volti». Vista da Korogocho, la protesta del popolo di Seattle contro il vertice degli otto grandi di Genova assume un altro significato. Centomila abitanti, enorme bidonville alle porte di Nairobi, Korogocho è da tredici  anni la casa di Zanotelli, missionario comboniano. Da quando, cioè, fu costretto dal Vaticano ad  Abbandonare il suo incarico da direttore della rivista missionaria “Nigrizia” dopo aver accusato Giulio Andreotti e Giovanni Spadolini di tacere sul traffico d’armi. Non per questo la sua denuncia si è fermata, anzi. La bidonville è diventata un punto di riferimento per la miriade di associazioni che in Italia si richiamano al movimento anti-globalizzazione. E Korogocho è diventata per Zanotelli un po’ quello che fu Barbiana negli anni ’60 per don Lorenzo Milani: luogo dell’esilio, ma soprattutto luogo in cui sporcarsi le mani, dare fastidio ai potenti, non lasciare addormentare le coscienze. Nel corso degli anni padre Alex si è lasciato crescere una lunga barba bianca, le unghie delle mani sono diventate nere, le spalle incurvate. La passione e la curiosità per quanto succede nel mondo, e da noi in particolare, restano immutate. Con l’Italia mantiene un legame quotidiano: libri, articoli, e-mail. Risponde al telefono dalla missione di Nairobi una volta a settimana. Cinque anni fa da un suo viaggio in Italia è nata l’idea della Rete Lilliput, che oggi è il più forte e diffuso network della galassia no global. Un anno fa, tornò in Italia per partecipare al Giubileo degli oppressi a Verona. A Genova non ci sarà. Ma solo fisicamente. Nell’era della comunicazione una delle maggiori debolezze del movimento è che viene definito o in termini negativi (anti-qualcosa: anti-globalizzazione, anti-G8) oppure con riferimento a un luogo, Seattle, che vuol dire poco o nulla. Tu come lo chiameresti in positivo? «Mi piace molto l’immagine della rete lillipuziana. È un’idea molto bella: la sfida a un gigante che si può vincere mettendosi insieme. Se ognuno lega all’altro il suo filino si può immobilizzare Gulliver. Se la gente esce dall’immobilismo e dal senso di impotenza si possono fare cose incredibili. Per esempio in Kenya l’anno scorso abbiamo sfidato una multinazionale, la Del Monte, e abbiamo vinto».  Il tuo obiettivo è fermare il processo di globalizzazione? Non ti sembra irrealistico? «Ma io non sono contro la globalizzazione. Io sono contro questo meccanismo infernale che permette al 20 per cento del mondo di vivere da nababbo e al restante 80 di non avere nulla. Sono contro questa globalizzazione che impone una cultura materialistica, che toglie ai popoli la loro cultura, la loro anima. Anche i fondamentalismi religiosi partono da qui, da questa ricerca di acqua viva. Il problema è che non abbiamo più acqua buona con cui dissetarci. E magari la cerchiamo in modo sbagliato». E la globalizzazione “buona” quale sarebbe? «La cosa bella è che questo mondo sta davvero diventando un unico villaggio in cui tutti siamo costretti a incontrarci, con le nostre diverse culture e religioni. L’incontro con l’altro è la grande sfida del nostro tempo. Il vescovo di Molfetta, don Tonino Bello, diceva che dobbiamo costruire la “convivialità delle differenze”. Questo mondo è stato dato a tutti: e per quanto è possibile dobbiamo dare a tutti la possibilità di partecipare al banchetto comune». Però anche il movimento di protesta è nato in Occidente. E a qualcuno sembra già diventata l’ultima moda di un’élite intellettuale. «È vero, il movimento è nato nelle società ricche. Ma le reti del Nord avranno successo solo se sapranno mettersi in sintonia con i movimenti del Sud. Che esistono e sono forti. Il movimento dei sem terras in Brasile raggiunge venti milioni di persone, quello dei baraccati in India coinvolge almeno otto milioni. Il mondo altro non è che l’esigenza di un gruppo di borghesi annoiati. È la rabbia dei poveri che occorre sentire sulla propria pelle per essere credibili. A tre chilometri da Korogocho c’è una zona di una bellezza incantevole, ma inaccessibile. E ai poveri fa un male boia». Questi movimenti nascono tutti nella società civile, lontano da partiti, istituzioni, parlamenti, governi. E la politica? «La società civile che si riveglia e si organizza da sola è un fenomeno molto positivo. Ma sarebbe grave se non riuscisse a trasformare le sue battaglie in decisioni politiche. Il legame con la politica resta indispensabile: altrimenti facciamo elitismo. Oggi la politica stenta a trovare spazi decisionali, è stata soppiantata dall’economia. La gente vota più quando va a fare la spesa al supermercato nel weekend che alle elezioni…». Infine, il G8 di Genova. Credi che sia lecito l’uso della violenza da parte dei manifestanti? «Sono stato a Genova l’anno scorso a un incontro di preparazione con le associazioni ed è stata una serata bellissima. In quell’occasione ho detto che per me la scelta fondamentale resta la non-violenza attiva che è stata inventata da Gesù, molto prima di Gandhi. Non dobbiamo avere nulla a che fare con i metodi violenti. Non possiamo utilizzare la stessa logica bellica dei sistemi militari che diciamo di voler eliminare. Se pensiamo di vincere con le armi siamo sconfitti in partenza, costruiremo un Impero altrettanto oppressivo. Il problema sono certi nuclei che cercano più visibilità. Dobbiamo isolarli». Cosa chiedi da Korogochi ai giovani che manifesteranno a Genova? «Metà dei bambini di Nairobi non va a scuola, in Kenya 700 persone al giorno muoiono di Aids, solo a Korogocho assistiamo 900 malati terminali. Sono volti, non statitische.  In nome di questi volti grido ai grandi della Terra: questa è un’ingiustizia di fronte al Dio degli ultimi. Chiedo ai ragazzi di Genova di rilanciare questo grido»

IL G8 CHE COS'É?

Il G8 è un gruppo informale (non è una Istituzione internazionale) che riunisce annualmente i capi di stato e di governo delle maggiori democrazie industriali (Canada, Francia, Gran Bretagna, Germania, Giappone, Italia, Russia e Stati Uniti) in accordo con l'organizzazione per la Cooperazione e io Sviluppo Economico (OCSE) coadiuvati dal Fondo Monetario Internazionale (FMI), dalla Banca Mondiale (BM) e dall'Organizzazione Mondiale dei Commercio (WTO).  Il summit del 2001 si terrà a Genova dal 20 al 22 luglio.

A COSA SERVE?

Le riunioni dei G8 servono per discutere sulla gestione economica del mondo, sul commercio internazionale e sui rapporti con i paesi in via di sviluppo In realtà i summit dei G8 sono 'spettacoli mediatici’ in cui si tenta di far pensare alla gente che il mondo sia governato dai rappresentanti di otto Stati democratici; nella realtà chi comanda il mon- do non è il popolo sovrano, seppure con la mediazione di uomini e donne eletti nelle sedi istituzionali, ma una ristretta aristocrazia economica che ha acquisito il controllo della finanza, del commercio e dei mezzi d’informazione. Esiste quindi una contraddizione tra la pretesa dei G8 di apparire determinanti nel processo di globalizzazione e gli effetti che tale processo genera espropriando i singoli stati ed i loro rappresentanti dei poteri decisionali. Nei fatti quindi il modo di operare dei G8 è totalmente asservito alla sovranità del mercato mondiale, alla privatizzazione totale, alla deregolamentazione ed al libero commercio di tutto e di tutti: è a questo modo di operare che è necessario opporsi.

COME FUNZIONA?

Prima dei summit, i ministri dei G8 sviluppano una rete di riunioni di sostegno a livello di Ministeri dei Commercio, degli Affari Esteri, delle Finanze, dell'Ambiente e del Lavoro. In base a queste riunioni e ad altre, i summit dei G8 vogliono fornire un orientamento alla Comunità internazionale stabilendo le priorità d’intervento e definendo le nuove problematiche di cui dovrebbero occuparsi le Organizzazioni Internazionali. E’ evidente che, rappresentando il G8 gli Stati più ricchi e quindi più potenti del pianeta, i loro comportamenti avranno comunque, di fatto, ripercussioni sul resto del pianeta.

CHE EFFETTI HA?

I G8 nei loro summit hanno adottato soluzioni ed interventi neo-liberisti, in linea con le politiche degli organismi internazionali, ma che stanno creando profondi scompensi. E’ in atto un processo di globalizzazione, diretto dai paesi più potenti, che non ha precedenti nella storia umana e che determina l'affermazione di un modello dominante di convivenza tra e nelle nazioni, fondato sulla competitività. Naturale effetto di una tale politica è il consolidamento di una società diseguale e squilibrata che è sotto gli occhi di tutti: il 20% della popolazione mondiale - quella dei Paesi a capitalismo avanzato - consuma l'83% delle risorse planetarie; 11 milioni di bambini muoiono ogni anno per denutrizione e 1 miliardo e 300 milioni di persone hanno meno di un dollaro al giorno per vivere.

Il G8 ed  il debito estero dei paesi poveri

Ad oggi, un solo paese ha ottenuto la cancellazione totale dei debito, l'Uganda, solo 12 paesi su 41 del gruppo HIPC stanno ora beneficiando di una riduzione dei servizio dei debito; per questi paesi in ogni caso, la riduzione dei debito è stata in media dei 30% e la spesa per il servizio dei debito continua ad essere superiore a quella per l'assistenza sanitaria.

Il G8 e l’ambiente

Nonostante la gravissima situazione ambientale sia sotto gli occhi di tutti, i G8 sembra non abbiano nessuna intenzione di dare risposte serie a questo problema.

Il G8 e la finanza

Anche nel summit di Genova i G8 parleranno della cosiddetta “architettura finanziaria globale" e quindi del bisogno di ridefinire il ruolo, il mandato e gli strumenti delle Istituzioni Finanziarie Internazionali quali la Banca Mondiale ed il Fondo Monetario Internazionale. Tale esigenza è sempre più sentita di fronte alle frequenti crisi finanziarie, al tracollo dell’ economia dei sud est Asiatico, della Russia e dei Brasile, alla crescente diffusione della povertà ed alla emarginazione dei paesi più poveri.

 Il G8 e le tecnologie informatiche

Ad Okinawa i G8 hanno enfatizzato l'importanza dell'Information Technology (IT) e come l'accesso ad essa deve essere consentito a tutti. Come si fa a pensare alle nuove tecnologie informatiche aperte a tutti se i paesi in via di sviluppo non hanno ancora accesso all'energia elettrica?  

Il G8 e le malattie

Nel summit di Okinowa i G8 hanno affrontato il problema delle malattie infettive (in particolare l'AIDS) e parassitarie, che colpiscono mortalmente soprattutto le popolazioni più povere le quali hanno grossi problemi all'accesso ai farmaci per il loro elevato costo.  Quindici milioni di persone muoiono ogni anno a causa di malattie infettive: è la prima causa di morte nel mondo. I G8 si sono impegnati a facilitare l'accesso ai farmaci ma a tutt'oggi i risultati sono deludenti. Basta pensare a quello che succede nel Sud Africa ove 39 multinazionali farmaceutiche hanno attivato azioni legali contro il governo sudafricano, colpevole di avere varato norme che consentono la produzione, in forma economica, di medicinali anti-AIDS.  

II G8 ed il commercio mondiale

Dopo il fallimento della terza conferenza interministeriale dei WTO tenutasi a Seattle alla fine dei 1999 e le grandi dichiarazioni fatte nel summit di Okinawa sul coinvolgimento dei paesi in via di sviluppo nel WTO e sulla necessità di una sua maggiore trasparenza, nulla è stato fatto in tal senso. Intanto il WTO prosegue nei negoziati per il rinnovo dell'accorda sull'agricoltura e sul commercio dei servizi (il GATS) concependo l'agricoltura come una fabbrica del cibo che può funzionare con le regole di massimo profitto e puntando all'estensione dell'accordo sui servizi anche ai servizi di base (acqua, sanità e scuole) decretandone la liberalizzazione con il risultato di adottare i criteri di redditività per la loro gestione, escludendo così le fasce più povere della popolazione.

APPROFONDIMENTI  Purtroppo sui G8 non sono facilmente reperibili pubblicazioni in italiano. Per maggiori informazioni si può fare riferimento ai seguenti siti: http://www.cantieriaperti.org : rete di boicottaggio contro il G8.  http://www.governo.it/g8genova : governo italiano per il G8.  http://www.peacelink.it/users/controg8 :rete contro G8.  http://www.retelilliput.org/g8  : sezione speciale sul G8 della Rete di Lilliput.  (Questa scheda è stata curata da Lilliput Varese Sito: http://www.vareseinsieme.net/lilliput e-mail: lilliput-varesecitta@libero.it )


 
Appuntamenti da non perdere
 
 
12 luglio 2001 - Verona - G8: Appunti-e-manifestazioni della Retelilliput
 
La Rete di Lilliput di Verona organizza una riunione del gruppo G8 presso «la Rondine» di Verona il giorno giovedì 12 luglio alle ore 21.00.
 
13 luglio 2001 - Verona - Prapariamo l'anti-G8
 
VENERDI' 13 LUGLIO, alle ore 21, si terrà a Verona, presso la sede del Circolo Pink, Via Scrimiari n.7, il secondo incontro di preparazione del controvertice G8 di Genova. L'appuntamento è organizzato dal Coordinamento laico antirazzista Cesar K.  Sono invitati gruppi, associazioni e cittadini che intendono partecipare alla settimana di mobilitazione prevista a Genova e nelle diverse città italiane.
 
13 luglio 2001 - Verona - G8: momento di preghiera/1 

Momento di preghiera, venerdì 13 luglio, alle ore 21 presso la chiesa di S. Luca, in Verona. Gli aderenti alla Rete di Lilliput che andranno a Genova il 21 luglio possono partecipare a questo incontro invece che a quello del 20 luglio sera. Chi vuole partecipare alla scelta delle letture o delle canzoni puo contattare Alfredo Bazzani 045 524924, oppure don Giulio Girardello 045 8009163.(fonte: Rete Lilliput)

13 luglio 2001 - Nogara (VR) - Officina Zoè in concerto

Presso il Parco di Villa Raimondi (via Roma) di Nogara, l'Officina Zoè ( www.cnt.it/newsite/biozoe.html ) si esibirà a partire dalle ore 21,30. Ingresso gratuito. La serata rientra all'interno del palinsesto "Musica delle Radici 2001" promosso dall'amministrazione comunale con il patrocinio di Amnesty International, della Regione Veneto e della Provincia di Verona.

14 luglio 2001 - Verona - Verona Social Forum

Sabato 14 luglio alle ore 18, presso i Missionari Comboniani, situati in vicolo Pozzo 1 a Verona si terrà un incontro per promuovere il Verona Social Forum. Hanno aderito finora (oltre alla Rete Lilliput): Partito della Rifondazione Comunista, Democratici di Sinistra, Verdi, Colomba, Coordinamento Cesar K.

14 luglio 2001 - Nogara (VR) - Mariza in Concerto

Presso il Parco di Villa Raimondi (via Roma) di Nogara, Mariza ( www.marillasimonini.it ) si esibirà a partire dalle ore 21,30. Ingresso gratuito. La serata rientra all'interno del palinsesto "Musica delle Radici 2001" promosso dall'amministrazione comunale con il patrocinio di Amnesty International, della Regione Veneto e della Provincia di Verona.

15 luglio 2001 - Nogara (VR) - «I bottari di Portico» in Concerto

Presso la piazza del Municipio (via Roma) di Nogara, «I bottari di Portico» ( www.pindaro.net/artisti%202000/bottari/default.htm ) si esibiranno a partire dalle ore 21,30. Ingresso gratuito. La serata rientra all'interno del palinsesto "Musica delle Radici 2001" promosso dall'amministrazione comunale con il patrocinio di Amnesty International, della Regione Veneto e della Provincia di Verona.

16 luglio 2001 - Nogara (VR) - «Noa Trio» in Concerto

Presso il Parco di Villa Raimondi (via Roma) di Nogara, «Noa Trio» ( www.ejn.it/mus/noa.htm ) si esibirà a partire dalle ore 21,30. Ingresso £ 30.000. La serata rientra all'interno del palinsesto "Musica delle Radici 2001" promosso dall'amministrazione comunale con il patrocinio di Amnesty International, della Regione Veneto e della Provincia di Verona.

18 luglio 2001 - Verona - Proiezioni

Martedì 18 LUGLIO alle 20.45 si terrà presso l'Istituto "don Mazza" di Verona (via S. Carlo, 5) un incontro informativo durante il quale verranno proiettate le cassette sul G8 preparate dai Missionari Comboniani e dal Centro Missionario Diocesano.

19 luglio 2001 - Verona - Fiaccolata

FIACCOLATA UNITARIA, in centro a Verona, il 19 luglio, di tutte le associazioni che a Verona si occupano della protesta al G8. Il percorso della fiaccolata sarà, indicativamente, da Porta S. Giorgio a Piazza Bra. Partenza ore 21.00. (fonte: Rete Lilliput)

20 luglio 2001 - Verona - G8: Veglia di preghiera e di digiuno 

MOMENTO DI PREGHIERA venerdì 20 luglio, alle ore 21, organizzato dal Centro Missionario Diocesano e da altri gruppi cattolici presso la chiesa di S. Nicolò (dietro l'Arena). (Per informazioni, il referente è Alfredo Bazzani tel. 045 524924). «In occasione del G 8 di Genova: quando i “grandi” della terra si riuniscono ci convochiamo con i “piccoli” della terra per affermare: i diritti umani e il diritto allo sviluppo per tutti i popoli».(fonte:Centro Missionario Diocesano di Verona)

dal 14 al 30 luglio 2001 - Selva di Progno (Campofontana) - I quadri di Alberto Dal Zovo

Alberto Dal Zovo, veneto di nascita e piemontese d'adozione, appartiene a quella tenace schiera di pittori che fanno della fantasia dei colori la loro filosofia esistenziale. L'artista esporrà le proprie opere presso la Sala Civica di Campofontana dal 14 al 30 luglio nei seguenti orari: 10-12 e 15-19.


 
MASSMEDIA e TAM TAM vari
 
CARNE, J'ACCUSE

"Ecocidio" di Jeremy Rifkin, dall'antico Egitto ai giorni della "mucca pazza", una spietata ricostruzione storica, antropologica, economica e politica dei costi e dei pericoli della cultura della bistecca. Con un appello rivolto a un mondo popolato da un miliardo di bovini, un'immensa mandria che occupa il 24 per cento della superficie della terra e che consuma una quantità di cereali sufficiente a sfamare centinaia di milioni di persone: la specie umana, se vuole salvare se stessa e il pianeta che la ospita, è destinata ad andare "oltre la carne"

di FRANCESCA COLESANTI
 
Vien voglia di non credergli. Per un estremo istinto di autodifesa e di sopravvivenza, scorrendo quelle pagine si cerca l'errore, l'esagerazione, l'estremismo. Non ci sono. Dalle parole di Jeremy Rifkin - presidente della Foundation on Economic Trends di Washington e docente alla Wharton School of Finance and Commerce dove tiene i corsi dell'Executive Education Program sul rapporto tra l'evoluzione della scienza e della tecnologia e lo sviluppo economico - traspare solo la dura realtà, la cruda realtà, la realtà della bistecca. E della cultura che l'ha prodotta.
Ecocidio (Mondadori, pp. 373, L. . 35.000) è una affascinante quanto rigorosa ricostruzione storica dell'ascesa della cultura della carne dagli albori dell'umanità fino ai nostri giorni, all'epoca della mucca pazza. E se tutto conosciamo ormai sull'encefalopatia spongiforme bovina e dintorni, molto abbiamo invece da imparare sui meccanismi che hanno portato le società industrializzate a fare della carne un pilastro portante della propria economia, del proprio modus vivendi, con tutte le conseguenze che ciò comporta sull'ecosistema mondiale. Sulla base degli elementi tratti dalla ricostruzione storica, economica e sociopolitica, Jeremy Rifkin non soltanto lancia un appello all'umanità, affinché superi nel ventunesimo secolo la cultura della bistecca, ma emette una sentenza dal sapore più che profetico: la specie umana, se vuole salvare se stessa e il pianeta che la ospita, è destinata ad andare "oltre la carne". Lo smantellamento del complesso bovino globale e l'eliminazione della carne dalla dieta umana sono un obiettivo fondamentale dei prossimi decenni. Nel nuovo mondo che si va formando, secondo l'autore di La fine del lavoro (1995) e di Il secolo bio-tech del 1998 (entrambi editi da Baldini & Castoldi) e del volume L'era dell'accesso. La rivoluzione della new economy (Mondadori, 2000), la natura non è più un nemico da sottomettere e domare, ma una comunità primordiale di cui far parte. Le altre creature non sono più oggetti o vittime, ma compagni partecipi di quella grande comunità della vita che costituisce la natura e la biosfera. Api, il dio toro, rappresentava per i popoli del Nilo la forza e la virilità, ci racconta Jeremy Rifkin nel capitolo dedicato a "Il bestiame e la costruzione della civiltà occidentale", immergendoci per un attimo con una scrittura quasi fiabesca nella mitologia degli antichi egizi: "Api simboleggiava il vigore della giovinezza e l'eternità della vita, ed era incarnato in un toro in carne e ossa che veniva custodito in un santuario e accudito dai sacerdoti, alla fine dell'anno, Api veniva macellato secondo un elaborato rituale; la sua carne veniva consumata dal re, che acquistava così la fiera forza dell'animale, la sua maestosa potenza e la virilità, in modo da diventare immortale". "Dopo la macellazione e il pasto rituale delle carni del dio Api - continua a narrare Rifkin -, i suoi resti venivano mummificati e sepolti in una camera speciale, celata da un gigantesco sarcofago pesante più di cinquanta tonnellate". Poi, il brusco, teatrale risveglio nei box degli allevamenti intensivi statunitensi, dove gli animali vengono castrati, imbottiti di farmaci e messi all'ingrasso. Raggiunti i cinquecento chilogrammi, i vitelli maturi sono ammassati in giganteschi camion; il viaggio verso il mattatoio è duro e brutale: ore, giorni, lungo i percorsi autostradali, senza soste, nutrimento e acqua. "Al termine del viaggio, gli animali ancora sani vengono fatti scendere; gli altri, schiacciati sul piano di carico del camion, incapaci di alzarsi o di camminare, vengono agganciati per gli arti rotti e trascinati giù dal camion fino alla rampa di carico, dove attendono il proprio turno di macellazione". Ma la massima crudezza, Rifkin la raggiunge nel capitolo di Ecocidio dedicato alla "industrializzazione dei bovini", là dove descrive la catena all'interno degli impianti di macellazione: "L'animale morto si muove lungo una catena di smontaggio. Alla prima stazione viene scuoiato. Poi la carcassa viene decapitata, la lingua tagliata e rimossa; la testa e la lingua vengono attaccate a ganci che scorrono lungo la catena di smontaggio. La carcassa, quindi, viene eviscerata: fegato, cuore, intestini e altri organi interni vengono rimossi. Nella stazione successiva, la carcassa viene squartata con una motosega lungo la colonna vertebrale e privata della coda. La carcassa squartata viene lavata con un getto di acqua tiepida, avvolta in un tessuto e mandata nelle celle frigorifere. Il giorno seguente i macellai muniti di seghe a nastro smembrano la carcassa nei tagli canonici: filetto, costata, girello, spalla. I tagli vengono posti su un nastro trasportatore per la selezione e il confezionamento. I tagli di carne, affettati, pesati e confezionati sotto vuoto raggiungono così i banchi refrigerati dei supermercati di tutto il paese, dove vengono esposti e offerti in vendita". Il pregio di questo libro - scritto nel 1992 e che per grande coraggio editoriale o estrema cautela politica la Mondadori ha deciso di pubblicare ora, soltanto dopo l'apice della crisi della mucca pazza in Italia (sarà per questo che l'Ecocidio di Rifkin sta transitando nelle nostre librerie quasi sotto totale silenzio stampa?) - non sta tanto, anzi non sta affatto, nel facile sensazionalismo che può indurre la descrizione di un mattatoio o di un allevamento intensivo. Sta invece nell'attenta analisi delle conseguenze e dei costi per l'umanità che ha comportato il consumo della carne dai tempi dei conquistadores spagnoli delle Americhe fino alla giungla automatizzata della "carne moderna" dei nostri giorni.
"Vacche ovunque", titola il primo capitolo della parte quarta, dedicata al tema "Nutrire le bestie e affamare la gente". "Più di un miliardo di vacche pascolano nei cinque continenti. Un quarto delle terre emerse è usato per nutrire bovini e altro bestiame". Questo significa, spiega Rifkin prendendo ad esempio gli Stati uniti, che il 70 per cento dei cereali prodotti in America viene utilizzato per l'alimentazione animale. Ma, a fronte di un utilizzo di 157 milioni di tonnellate di cereali per il nutrimento del bestiame da macello, la carne consumata dall'uomo è pari a meno di 28 milioni di tonnellate di carne. "Sfortunatamente - conclude Jeremy Rifkin - tra gli animali domestici i bovini sono i convertitori meno efficienti di energia, anzi possono essere considerati le Cadillac degli animali d'allevamento". E, poiché la domanda mondiale di cereali per l'alimentazione animale è in continua crescita, le multinazionali incoraggiano i paesi del terzo mondo alla conversione dell'agricoltura a cereali per il nutrimento dei manzi dei paesi ricchi. Quando in Etiopia la grande carestia mieteva vittime su vittime, la gran parte di quella terra era utilizzata per la produzione di mangimi a base di semi di lino esportati in Gran Bretagna. "Con un terzo della produzione cerealicola mondiale destinata all'alimentazione animale e la popolazione mondiale in crescita al ritmo del venti per cento ogni dieci anni, si sta preparando una crisi alimentare di proporzioni planetarie". E l'impatto distruttivo dei bovini si manifesta anche nella progressiva desertificazione di ampie fasce di territorio non soltanto nelle due Americhe ma anche in Africa e in Asia: foreste abbattute, terre fertili trasformate in deserti, minacce di profonde e devastanti modifiche climatiche. Risvegliare nel consesso umano la coscienza del saccheggio dei bovini è un compito difficile e ingrato. Ma con questo libro Jeremy Rifkin può almeno dire di aver fatto il possibile. (segnalato da Paolo Veronese)

Appello per la pace in Macedonia

Solidarietà con le popolazioni colpite dalla guerra

Le scene di guerra che ormai da quattro mesi ci arrivano dalla Macedonia evidenziano la perdurante situazione di instabilità e di irrisolte tensioni etniche nei Balcani. La crisi macedone –dopo la fine della guerra in Kosovo e lo sviluppo di un aggressivo nazionalismo albanese legato all’UCK in una situazione di non adeguato rispetto dei diritti di tutte le comunità nazionali della Macedonia- ha registrato per l’ennesima volta, nei responsabili della comunità internazionale, il ritardo di analisi e di comprensione e la mancata prevenzione attraverso la dislocazione delle forze di peacekeeping o interposizione (come è stato con la missione UNPREDEP dal 1992 al 1998) che permettessero il dialogo e il negoziato per costruire un’effettiva democrazia multietnica in Macedonia. Le scelte di guerra di questi anni nella regione e tra queste la “guerra umanitaria” del 1999 hanno acuito e per certi versi alimentato nuovi rischi di contrapposizione etnica nella regione: sostenendo e tollerando il nazionalismo armato albanese legato all’UCK, si sono aperti negli ultimi mesi pericolosi focolai di guerra (accanto ad una situazione di “non pace” in Kosovo) in Serbia meridionale e in Macedonia, che fino ad oggi aveva evitato gli scontri armati. Spesso alcune forze della NATO presenti in Kosovo si sono dimostrate tolleranti o addirittura conniventi con reparti e forze dell’UCK operanti in Macedonia e che avevano in Kosovo le loro retrovie. In Macedonia la situazione di delicato equilibrio etnico tra le varie componenti è oggi a rischio proprio a causa degli effetti delle crescenti aspettative nazionalistiche provocate anche dall’intervento in Kosovo: era noto che senza il disarmo delle bande dell’UCK e senza l’isolamento dell’estremismo politico albanese, si sarebbero potute alimentare tensioni in un’area contigua e permeabile come la Macedonia. I fatti di Macedonia di questi giorni confermano gli errori delle politiche occidentali nei Balcani degli ultimi anni che sostenendo, di volta in volta, un nazionalismo contro l’altro invece di proporre un approccio integrato e globale e contrastando tutti i nazionalismi, non hanno fatto che creare aspettative di nazionalismi e separatismi che immancabilmente sfociano in nuove violenze e guerre. Tutto questo si colloca in una situazione di effettivo e grave disagio della comunità albanese che –priva di fondamentali diritti- è discriminata nell’uso della lingua, nell’istruzione e nell’accesso alla pubblica amministrazione della Macedonia.Le violenze e gli atti di guerra e di aggressione di questi mesi in Macedonia richiamano ancora una volta la comunità internazionale e i suoi organismi alle proprie responsabilità e alla necessità di un’azione tempestiva e preventiva volta a scongiurare lo scoppio di una guerra generalizzata che potrebbe infiammare tutta l’area circostante. Non sono possibili incertezze: bisogna intervenire subito contro i fautori delle violenze, spingendo al dialogo e al negoziato, per il riconoscimento dei diritti di tutte le comunità nazionali, a favore della Macedonia multietnica. Chiediamo  perciò di sostenere le proposte che già l’ICS e altre organizzazioni pacifiste e di solidarietà hanno avanzato al nostro governo, per impegnarsi in sede internazionale per questi obiettivi:

·         l’invio di almeno 200 negoziatori e monitors OSCE distribuiti in modo diffusivo nelle zone calde e a rischio per facilitare la comunicazione, il dialogo e il negoziato tra le parti;

·         l’invio di almeno 3.000 caschi blu sotto il controllo delle Nazioni Unite, ripetendo la positiva esperienza avuta dal 1992 al 1998 con l’UNPREDEP, che ha avuto un efficace effetto dissuasivo e di prevenzione;

·         il disarmo completo entro 30 giorni di tutti i reparti dell’UCK;

·         la prosecuzione dei negoziati tra partiti albanesi e slavo-macedoni che prevedano il riconoscimento dei diritti fondamentali della comunità albanese dell’uso della propria lingua, di un effettivo accesso alla pubblica amministrazione, di istituzioni educative che riconoscano la storia, le tradizioni, la lingua della comunità albanese, di un assetto istituzionale che valorizzi effettivamente la multietnicità della Macedonia. Queste richieste sono complementari all’impegno per contribuire ad una evoluzione in senso democratico e non etnicista della politica, delle istituzioni e della cittadinanza in Macedonia, con il rispetto dei diritti di tutte le componenti e delle minoranze, senza “egemonie” etniche o nazionali, ma mettendo al centro un concetto e una pratica moderna, non etnicista, della vita politica, sociale e civile del paese: la salvaguardia del futuro multietnico della Macedonia passa attraverso il sostegno alla società civile democratica e alle forze non nazionaliste. E’ un impegno, questo, che deve riguardare tutti: non solo noi, forze dell’associazionismo e della società civile impegnati da anni per la solidarietà con la ex Jugoslavia, ma anche i governi dell’Unione Europea. Lanciamo un appello per un incontro in tempi brevi delle forze democratiche e non nazionaliste albanesi dell’Albania del Kosovo, della Macedonia insieme alle forze democratiche macedoni e serbe e con le organizzazioni pacifiste e della solidarietà europee -italiani, greci, bulgari e organizzazioni di altri paesi europei- a favore della pace, della Macedonia multietnica, del dialogo e della convivenza. Crediamo che la prossima Assemblea dell’ONU dei popoli e la marcia Perugia-Assisi potrebbero essere l’occasione per questo dialogo “dal basso” tra le organizzazioni della società civile. Lanciamo inoltre un appello per un immediato aiuto alle popolazioni che stanno scappando da Tetovo e dalle zone colpite ancora dalla violenza: alcune organizzazioni umanitarie italiane sono presenti con volontari e operatori civili in quelle aree (e in Albania, in Serbia e soprattutto in Kosovo  dove è arrivata una parte consistente dei profughi, almeno 40.000), ma hanno bisogno di aiuti e sostegni per accogliere i profughi, dargli assistenza e soccorso. L’Italia ha stanziato per il momento solamente 3 miliardi per gli aiuti di emergenza, che da alcuni mesi sono fermi per cause burocratiche. E’ comunque troppo poco. Chiediamo che il governo italiano e l’Unione Europea promuovano un organico piano di interventi umanitari di emergenza per aiutare i gruppi di popolazione colpiti dagli eventi bellici. Incontro Tavola della Pace, Perugia, 7 luglio 2001 Per adesioni: icsuffroma@tin.it, tel. 0685355081 (fonte: ICS - Consorzio Italiano di Solidarietà)

Lettori e letture, un'iniziativa della libreria Torre di Abele

Consigli per l'estate - Assaggi, letture, tuffi e scalate letterarie

Prosegue per tutta l'estate, considerato il forte interesse suscitato nei lettori, la raccolta di consigli e commenti legati all'iniziativa della libreria La Torre di Abele "Consigli per l'estate". Numerosi sono stati i suggerimenti per le letture estive già pervenuti in libreria da parte di amici, scrittori, librai, artisti e lettori che hanno voluto segnalare un libro letto in passato o di recente, in modo da farlo conoscere ad altri. Chi volesse aderire all'iniziativa e segnalare una o più opere, può far pervenire - di persona, tramite fax o via e-mail - l'indicazione del titolo e un commento di poche righe. Il commento, se particolarmente significativo, apparirà in vetrina della Torre di Abele accanto al libro segnalato. La Torre di Abele continuerà ad allestire la vetrina di via Pietro Micca 22 a Torino variando i titoli a rotazione con l'intenzione, in autunno, di realizzare anche un incontro pubblico per presentare una selezione del materiale raccolto. Per informazioni e segnalazioni: La Torre di Abele - via Pietro Micca, 22 - Torino - tel. 011 537777; fax 011 5920723; e-mail: torabel@inwind.it)

 
SITI DA VISITARE 
 
 
2) www.vicenzaviva.it Ospita commenti e articoli, associazioni no-profit e volontariato. Il sociale e il politico di Vicenza.
 
3) A partire dall'8 luglio www.voceoperaia.it diventa l'organo settimanale di Direzione-17. Accanto agli aggiornamenti settimanali i lettori troveranno un archivio di materiali politici speriamo utili alla costruzione di un punto di vista comunista e rivoluzionario. (FONTE: http:///www.voceoperaia.it )
 
4) Andrea Volpini il canzonettista di Perugia: www.andreavolpini.it

CARTA in EDICOLA
 
Vi segnaliamo l'uscita in edicola del numero 4 del nuovo settimanale Carta. Lo troverete nelle edicole da venerdì 13 luglio in tutta Italia. In questo numero pubblichiamo chi e da dove si sta organizzando  per arrivare a Genova. Come? treni, navi, biciclette, pullman e tanti altri mezzi. Ma ci occupiamo anche di alcuni dei protagonisti dell'accoglienza per chi arriva:  rèportage sui centri sociali genovesi. E abbiamo pensato di  aprire il dibattito su Dopo Genova, cosa?  Sono intervenuti Gianfranco Bettin,  Vittorio Agnoletto, Tom Benetollo, Francesco Gesualdi, Francesco Martone, Giuseppe De Cristofaro, Luca Casarini e Piero Bernocchi. Un dossier è dedicato a tutto quello che l'Agip fa agli indigeni e alle foreste dell'Ecuador. Diario di viaggio da un paese che non c'è, il Kurdistan. E, come sempre, 30 pagine di segnalazioni dai cantieri sociali e 16 pagine di notizie e rubriche. (Redazione di Carta)


 
INFORMAZIONI, RIFLESSIONI & OPINIONI
 
Rigoberta e Serena: la globalizzazione della pace
di Sergio Paronetto
La prima domenica di luglio ho partecipato a un emozionante incontro con  Rigoberta Menchù, giovane donna maya, premio Nobel per la Pace 1992, da anni impegnata nella lotta nonviolenta per la difesa e lo sviluppo dei diritti umani in Guatemala, in Messico e in tutta l'America Latina. La sua azione sviluppa con paziente tenacia l'opera del vescovo Juan Gerardi, assassinato nel 1998 a causa dell'impegno per il "recupero della memoria" sulle migliaia di  persone scomparse, uccise soprattutto dagli squadroni della morte e dall'esercito tra il 1960 e il 1996 in Guatemala. Negli anni scorsi molte cartoline sono partite dall'Italia nell'operazione "Riconciliazione con verità per stabilire uno stato di diritto. Pace con giustizia per costruire il futuro", idealmente collegata a un'analoga iniziativa presieduta da un altro premio Nobel, Desmond Tutu, in Sud Africa. Ascoltando l'omelia calma e vibrante di Rigoberta  nella chiesa gremita di S.Zeno di Colognola ai Colli, la cui parrocchia da anni sta attivando varie forme di solidarietà  con alcune località del Guatemala grazie all'azione di don Luigi Adami e di padre Clemente Peneleu,  ho passato mentalmente e visceralmente in rassegna il dramma dei "desaparecidos" nel Centro America, in Argentina, in Cile e in tanti altri paesi del mondo. Ho meditato. Ho pregato. Ho contemplato la  globalizzazione della giustizia, dei diritti  e  della  solidarietà. Mi  si  è accesa in petto una frase di Bonhoeffer, martire antinazista, riguardo la testimonianza del cristiano oggi nel mondo:  "pregare e agire per la giustizia". Il pomeriggio dello stesso giorno ho portato l'augurio autografo di Rigoberta, (una sorta di benedizione laica, femminile e maya), alle nozze di Serena, una cara amica operatrice di pace, celebrate in un'antica chiesa veronese piena di girasoli. Le letture, scelte dagli sposi (in partenza per il "viaggio di nozze" in Perù), sono incominciate con il  "Cantico dei Cantici"  e sono terminate con lo splendido inno del "Magnificat".  Ho meditato. Ho pregato. Ho contemplato la convivialità delle differenze.
Mi sono balzati in cuore i versi di Derek Walcott: " Tempo verrà/ in cui, con esultanza,/ saluterai te stesso arrivato/ alla tua porta, nel tuo proprio specchio,/e ognuno sorriderà al benvenuto dell'altro.Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io./ Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore/ a se stesso./ Dallo scaffale tira giù lettere d'amore,/le fotografie, le note disperate,/sbuccia via dallo specchio la tua immagine./ Siediti. E' festa: la tua vita è in tavola". Così sto vivendo questo tormentato luglio dei G8 a Genova,  partecipando in vario modo alle iniziative "lillipuziane" contro la violenza della fame, della povertà, dell'ingiustizia e delle guerre. Rigoberta e Serena, la famiglia maya e la nuova famiglia italiana mi guidano sui sentieri di Isaia e rinnovano il sogno di Luther King. Un'altra globalizzazione mi tormenta.  La gestione nonviolenta dei conflitti. Un'esistenza conviviale. (Verona 2.7.2001 - Sergio Paronetto)
 

Lo scambio tra Agnelli e Berlusconi
BRUNO PERINI

Se un anno fa, prima della morte di Enrico Cuccia, qualcuno avesse scritto che la Fiat avrebbe lanciato l'assalto alla Montedison, alleandosi con il colosso pubblico francese Edf contro lo storico alleato Mediobanca, sarebbe stato preso per pazzo. Così come pochi avrebbero creduto qualche mese fa all'alleanza tra il parvenu Silvio Berlusconi e l'Avvocato Agnelli. Eppure queste sono le due notizie che potrebbero mutare (o stanno già mutando) gli assetti di potere del nostro paese.
Partiamo dalla politica. La saldatura a tre, Fiat-Confindustria-Berlusconi fa paura, puzza di regime lontano un miglio e purtroppo non è soltanto di natura "ideologica", ma è costellata di fatti concreti. L'ultimo episodio in ordine di tempo è l'abolizione della tassa di successione che Luigi Pintor, con espressione felice, ha definito un provvedimento in "concidenza d'interessi" più che in conflitto d'interessi.
Ma se si vanno a leggere i provvedimenti del cosiddetto "programma dei cento giorni" si trovano altre chicche in "coincidenza d'interessi" che rinsaldano l'abbraccio - mortale per la democrazia - tra Gianni Agnelli, Silvio Berlusconi e Antonio D'Amato. Ci sono i contratti a termine; c'è l'annunciata politica delle grandi opere che si tradurrà in un orgia di appalti da far impallidire tangentopoli; ci sono i doni della legge Tremonti, che farà risparmiare i grandi gruppi ben più che le piccole aziende. E poi c'è la spartizione dei grandi poteri. Quella non è scritta nel programma dei cento giorni, ma è la parte più importante del progetto politico del cavaliere.
Quando l'Avvocato Agnelli, durante la campagna elettorale, si sbilanciò a favore di Berlusconi, qualcuno pensò a un colpo di follia senile. Oggi si capisce che quegli ammiccamenti, coronati con l'ingresso di Renato Ruggiero nel governo, avevano una loro ratio. Non era amore disinteressato, ma un caso ancora più clamoroso di coincidenza d'interessi. In che senso?
Con il senno di poi possiamo dire che prima delle elezioni la Fiat sapeva già cosa sarebbe accaduto in Montedison. Paolo Fresco conosceva le mosse dei francesi dell'Edf, prevedeva già un'alleanza con loro, ma non aveva previsto che il loro ingresso avrebbe creato reazioni così forti in Mediobanca e nel centro-sinistra, tanto da spingere il governo uscente a firmare un decreto contro "gli invasori". A quel punto gli Agnelli non potevano rinunciare al business dell'energia e, dunque, non potevano far altro che passare alle maniere forti. Ma per portare a termine il loro disegno dovevano avere la certezza dell'appoggio politico del nuovo governo. Che è arrivato puntuale con il silenzio assenso del nuovo inquilino di palazzo Chigi. Il presidente del consiglio, infatti, non ha ancora aperto bocca sull'operazione che la Fiat si accinge a varare oggi a Torino, ma il suo silenzio, accompagnata dalla dichiarazione di "neutralità" di Marzano - dopo che i peones avevano urlato all'invasore francese - vale più di una dichiarazione a reti unificate. E' evidente che questo singolare scambio politico tra l'Avvocato e il Cavaliere è soltanto ai primi passi. Sulla bilancia ci sono le banche, i giornali, (vedi Sole 24 ore e Corriere della Sera), gli interessi incrociati nell'editoria e nelle telecomunicazioni. Se, ad esempio, il Corsera la smettesse di porre la questione del conflitto d'interesse, al Cavaliere non dispiacerebbe affatto. (segnalato da Paolo Veronese)

 
PENSIONI MINIME
 
"Un operazione difficilmente praticabile perché costa troppo, 10 o 12 miliardi circa" ha detto Massimo Paci, presidente dell'INPS, che ha così bocciato la proposta fatta da Berlusconi in campagna elettorale. "I conti fatti dal governo sono sbagliati. I costi dell'operazione sono infatti più elevati di quelli preventivati da Berlusconi e dai suoi consiglieri e, secondo i calcoli dell'Inps, superano i 10 miliardi". Dubbi questi del tutto condivisi da Giovanni Cazzola (nella rosa dei canditati del polo nel collegio di Bologna - ai tempi delle dimissioni di Prodi dal Parlamento perchè nominato presidente della Commissione europea  - da contrapporre a Parisi), esperto di previdenza e componente del collegio sindacale dell'Inpadap (nonchè ex sindacalista della C.G.I.L.!).
Secondo Massimo Paci poi "sarebbe poco giustificabile, dal punto di vista della giustizia sociale, elevare a un milione le pensioni che sono, ad esempio, a 700 mila lire e lasciare inalterate, ad esempio, quelle di un milione e 100". (segnalato da Paolo Veronese)
 

Alexander Langer sulla riforma della Chiesa

Radicale – uomo die grandi visioni – attuali ieri come oggi

Nel 1969 Alex Langer richiedeva una riforma della chiesa che ancora oggi è attuale. Questo risulta da una relazione pubblicata oggi dal "Gruppo die Initziativa per una Chiesa più umana" sull’ultimo numero della rivista "Impulse" in occasione della VI commemorazione della sua scomparsa. La relazione stimola alla riflessione sulla situazione della chiesa di oggi e su apropriate riforme. "Il testo mostra in modo drastico che dal Concilio Vaticano II in poi nella chiesa, ad esclusione della liturgia, sostanzialmente non ci sono stati grandi cambiamenti", sottolinea il presidente del gruppo Robert Hochgruber. "Molte richieste di allora devono ancora essere soddisfatte, in modo che la chiesa possa ritrovare la sua vera missione ed essere rivalutata." La relazione di Langer dimostra il suo interesse per la chiesa, la sua competenza e l’importanza che egli le attribuische. L’ex parlamentare verde Alexander Langer disegna nella sua relazione un quadro della chiesa senza riserve e chiede una reale democratizzazione, così some lo smantellamento del clero come struttura di potere. La chiesa come istituzione si dovrebbe ritirare dalla sua pretesa assolutistica e fare spazio alla comunià vivace ed essere una chiesa di poveri rivalutando la carica profetica. Anche le strutture devono rendere poossibili quei valori che la chiesa proclama: libertà, fratellanza, dignità dell’uomo e speranza. Per introdurre cambiamenti, secondo Langer, sono necessari l’apertura verso lo soffio dello Spirito e la capacità di amare la chiesa anche quando ci si scontra con un clero che rifiuta lo sviluppo di nuovi comprtamenti. "Sopratutto deve essere introdotta una conscientizzazione di tutti i membri della chiesa, in modo che ogni Cristiano sappia che egli stesso è chiesa e deve comportarsi di sonseguenza". Langer critica i funzionari della chiesa, che tendono in modo ostinato al loro potere e richiede un spueramento "della separazione di classe tra preti e laici". Un primo passo in direzione alla democratizzazione sarebbe, "creare l’opurtunità della parola libera" e sviliuppare strutture sinodali di base. La chiesa dovrebbe rinunciare a legittimare le esistenti struttture di potere nella politica. Infine Langer constata all’interno della chiesa un sano fermento e rimanda alle resistenze, che si potrebbero contrapporre al rinnovo e alla domocratizzazione della chiesa, p.e. riforme simulate. Egli rimane convinto che il rinnovo della chiesa attraverso l’impegno di molte persone convinte non possa essere impedito. "Una comunità che rimane obbediente al Vangelo", deve e può azzardare il "processo evolutivo" dice Langer alla fine. Qualunque giudizio si formuli sulle idee di Alexander Langer, esse vengono condivise dagli odierni reformatori in ambito ecclesiale e considerate da realizzare in futuro. Alexander Langer ha tenuto la sua relazione in occasione del Congresso della "Paulus-Gesellschaft" con il titolo "Strutture autoritarie nella chiesa e nella società: strategie per cambiamenti" nel maggio del 1969 a Tubinga, insieme ad autorevoli professori come Jürgen Moltmann e Hubertus Halbfass. In testo integro in tedesco della relazione di Alexander Langer lo si può trovare sul Internet: www.we-are-church.org/suedtirol oppure presso l’indirizzo del Gruppo per una Chiesa più umana, Scezze, 99 39042 Bressanone, telefono e fax 0472 85 25 30. Il testo è stato tradotto da Langer in italiano. Lo si può ricevere via fax o per posta. La rivista "Impulse" si può ordinare gratuitamente all’indirizzo sopra indicato. Per ulteriori informazioni e interviste prego di rivolgersi a Robert Hochgruber telefono 0472 852530. Il testo può essere mandato via fax anche in troduzione italiana (11 pagine).

Gruppo di Iniziativa per una Chiesa più umana – für eine lebendigere  - Kirche - pur na dlijia plü via Appello dal Popolo di Dio - Scezze 99 39042 Bressanone (BZ) Telefono e fax 0472/852530 - Internet: http://www.we-are-church.org/suedtirol - Email: initiativgruppe-kvb@dnet.it

LETTERA DI RABBIA. LETTERA D'AMORE

E arriva il giorno che anche tu hai 18 splendidi anni - dico magnifici sul serio - senza metterci dietro tutto quello che il resto di una societa' rapida e veloce, come un SUPEROTTO girato ad un fotogramma al minuto, riesce a vedere in te. Ti chiami MARCO - da giorni ormai ci sentiamo al telefono e ci vediamo, mi piaci sul serio, se TU avessi una decina di anni in più potremmo fare anche delle belle giravolte nel lettone, ma essendo io una persona tranquilla, evito di fare l'amore sia con i diciottenni - NORMALI - che con te, che ti chiamano - bollano - HANDICAPPATO... con i miei trentanove anni suonati, perche' tanto normale non sono anche io, potrei esserti zia, sorella, cuoca, cameriera, professoressa, amica zitella acida...ma amante no ... quella appartiene alla follia innaturale, non ho mai visto un animale farsi fare efusa riproduttive da un cucciolo...
CI RIDI - ed e' bello vederti ridere ancora... lo dico sul serio... Ma oggi  voglio raccontare agli amici di internet, anche a quelli che NON mi sopportano, la tua storia, caso mai si dovesse ripetere con i multipli di te e di me che circolano all'avventura del mondo su questa strada INFELICEMENTE cementata che e' la nostra vita. Dicevo... come tutti i pischelli diciottenni, la prima cosa che hai chiesto ai tuoi genitori e' stata la macchina, una macchina con i comandi a mano per i portatori di handicap... una macchina con la quale vedere il mondo. Girare... respirare...
ED E' COMINCIATO L'INFERNO - come per tutte le altre cose che richiede un portatore di handicap a questo STATO che vi ricordo siamo noi tutti....LO STATO SIAMO NOI....  tanto per chi pensa che sia quello del Berlusconi oggi e quello del d'Alema ieri.
VISITA MEDICA PER LA PATENTE SPECIALE - una patente dico speciale sul serio, perché mentre per la maggior parte dei normali e' facile anche acquistarla, pagandosi gli esami - tu come i tuoi fratelli -  siete proprio costretti a dare gli ESAMI SENZA SCAMPO - la societa' non ammette un handicappato che non sa rispondere a tutti i quiz che sono all'interno delle regole di guida, ma soprattutto il problema piu' grande da superare è ...come  fare la pratica di guida ?... pazzesco...la patente speciale si puo' prendere solo  in un luogo della città, ed e' li' che sono disponibili solo tre o quattro macchine con i comandi speciali per farvi fare la guida, quindi la maggior parte di voi non puo' fare esercitazione alla macchina se prima di prendere la patente non acquista, la macchina ad un rivenditore. Inoltre spesso, questi luoghi speciali per farvi fare la guida, hanno macchine con i comandi a mano, che coprono un certo tipo di invalidita', insomma sono standar, adatte ad esempio, a tutti quelli che mancano le capacita' motorie agli arti inferiori, oppure ad un braccio - se capita qualcuno che ha problemi ad una gamba e ad un braccio... è terribile, non è previsto dalla modifica adottata... tempi di attesa se non compri la macchina  personale, anni... secoli, non si sa, insomma...
L'ACQUISTO DELLA MACCHINA: quasi tutte le compagnie vi applica uno sconto dal 15 al 20 cento sul prezzo della macchina NUOVA - un handicappato insomma non ha nessun diritto di comprarsi una macchina USATA perche' non ha nessuno sconto. Voi direte, va bene, ma perche' devono avere gli sconti sull'usato i portatori di handicap ? E io rispondo... perche' semplicemente devono pagare le modifiche da attuare alla vettura, tutti soldi che un portatore di handicap deve anticipare per poi vederseli dare dalla USL in parte, quindi la truffa che gli viene fatta è collaudata, come la sua macchinina Fiat - Opel - od altro, dalla fabbrica del padrone, gli viene fatto lo sconto, che per prenderselo e' gia' una specie di tortura burocratica - poi anticipa i soldi per i comandi a mano, che in parte gli vengono restituiti dalla usl - dopo anni - e quando la lira i è più svalutata, scusate ora devo parlare di EURO, ed ecco che tra quello che gli viene tolto dalla casa costruttrice di automobili quello che spende per l'adattamento alla vettura quello che gli restituisce la Usl, l'HANDICAPPATO - perche' proprio scemo deve essere, dopo aver fatto un due tre chili di pratiche burocratiche - e dopo aver superato le mille difficoltà può dirsi felice per avere la sua patente - macchinina - avendo risparmiato il 5 per cento in tutto sul prezzo e avendo fatto il doppio delle pratiche di un qualsiasi portatore SANO di CERVELLO VUOTO.
ORA E' IL momento piu' difficile, perche' MARCO ha superato tutte le prove, si e' acquistato la sua macchinina prima di fare l'esame di scuola guida... non ha la patente, quindi... ma la SOCIETA' - LA NOSTRA BELLA SOCIETA', gli chiede di portare l'automobilina alla MOTORIZZAZIONEINCIVILE - la quale gli fara' la revisione dei comandi a mano - e solo dopo potrà applicare sul suo libretto automobilistico, tutte le modifiche apportate. MARCO E' COSTRETTO perché suo padre non guida e sua madre neanche e non hanno amici e parenti disponibili, o ad accettare che i meccanici che gli hanno fatto le dovute modifiche gli portino la macchinina alla motorizzazione, pagando quel 5 per cento che era riuscito dopo tanta fatica a risparmiare, oppure la porta lui ... da solo... alla motorizzazzione civile, senza patente. MARCO SCEGLIE QUESTA STRADA per non stare al gioco di questa societa' distratta che invece di aiutarlo gli mangia tutto quello che ha. L'ASSICURAZIONE  lo stesso vale per questa, se MARCO si fa una bella assicurazione normale - paga il suo milione e nove all'anno, se gli dice bene, ma se si patenta da poco, molto di più lui e' OTTIMISTA e dice, sono handicappato, la societa' mi riconsoce per questo, siamo in EUROPA - la societa' riconosce i miei diritti EUROPEI E INTERNAZIONALI -ci sara' un'assicurazione che pratica sconti ?n C'e', ma si deve inscrivere a qualche associazione handicappata, la stessa gli fa fare l'assicurazione con il 15-20 per cento in meno, il gioco é sempre lo stesso, togli da una parte e dai dall'altra, l'iscrizione non costa meno di 70 mila all'anno... i conti tornano di poco, ma poi metteci anche tutte le altre pratiche da fare ...VEDO UNA MAREA DI GENTE ACCALCARSI SUL GRANDE RACCORDO ANULARE DI ROMA... un traffico da bolgia umana, macchinine e macchinone che suonano e squillano trombe e tromboni... traffico e caos impazzito... eppure la ROMA ha vinto lo scudetto un mese fa... cerco di guardare capire... vedo un corpo in terra, braccia che cercano di aggrapparsi a qualcosa... SCENDO DALLA MACCHINA.... CORRO... le altre due persone che sono vicine dicono - NON LO TOCCARE NON LO TOCCARE... POTREBBE AVERE QUALCOSA DI ROTTO... CHI SE LA PRENDE LA RESPONSABILITA?.. Io !, porca puttana. Io mi prendo la responsabilita'...COSA HAI FATTO TUTTO BENE? Sì sì .... sono sano.... cioé sono handicappato... ma non mi sono fatto nulla... E ALLORA PERCHE' SEI IN TERRA... Perche' dopo l'incidente ho visto del fumo dentro la macchina... mi sono spaventato... ho urlato - prendetimi la corrozzina - prendetemi la carrozzina... e nessuno l'ha fatto...  allora mi sono lanciato... COSA? NESSUNO TI HA TIRATO FUORI? Un grasso signore - probabilmente quello che ha subito l'incidente - mi dice : - A SIGNORI'  MA LO VEDI COME STA... E CHI SE LA PIA LA RESPONSABILITA' DE TOCCALLO ?... MA STAMO A SCHERZA' VERO?... NON CIA' NEANCHE A PATENTE... mavaffanculo - rispondo.... Gli dico - STRINGITI AL COLLO - forte forte. Lo fa, LO SOLLEVO - LO PRENDO CON ME... LO PORTO IN MACCHINA... NELLA MIA MACCHININA... lo metto seduto... mi dice:«grazie.... grazie tanto....sorella». COME TI CHIAMI?  Mi chiamo MARCO sono senza patente, stavo portando la macchina alla motorizzazione civile per farmi approvare i comandi a mano per poter sostenere in seguito gli esami, capisci ?... Ora e' finita... l'incidente... stanno chiamando i vigili urbani che applicheranno la legge... e la legge dice che sono senza patente... GIA' ... CAPISCO... la legge è legge.... ERANO LORO CHE DOVEVANO TOGLIERTI DALLA STRADA E CHIUDERE UN OCCHIO... non lo hanno fatto... questo porco di mondo ha perso tutto l'umano ... rabbia - violenta rabbia mi prende dentro lo stomaco...
ACCENDO IL MOTORE E TI PORTO VIA... domani vedremo che giorno è, spero non sia come quel film razzista di VIA COL VENTO e che una BURRASCA prenda in pieno tutto il gran casino di fogli - bolli e bollette che vogliono farti fare per sopravvivere... PERCHE' PER LORO SEI UN PESO. MARCO - MIO FRATELLO - dovra' lottare due volte in piu' di qualsiasi disoccupato per trovare lavoro - due volte in piu' per dimostrare di essere all'altezza - DUE VOLTE IN PIU' PER AVERE RAPPORTI SUPERFICIALI - per parlare - due volte in piu' per innamorarsi - dovrà lottare tutti i giorni per sedersi ad un tavolo - per avere il lavoro a casa pur facendo parte di una pubblica amministrazione - tutti gli anni deve dichiarare di essere invalido civile se non vuole perdere la pensione misera che gli danno, dovrà lottare per avere i suoi tutori dalla Usl. Dovra' lottare CONTRO QUESTA SOCIETA' CHE NON LO HA SOLLEVATO DA TERRA PERCHE' HANDICAPPATO... perche' pericoloso... perché folle... dovrà lottare, per avere nuovamnte la macchina, non perché ha fatto chissà quale incidente stradale, ma perché ha graffiato il paraurti di chi lo precedeva, perche' si e' spaventato... perché ha sentito ostilità e non capacita' di comprendere - PERCHE' BRACCATO. MARCO DA SOLO - Marco che futuro? - Marco suonato perche' senza regole, Marco inchiodato perche' evitato - Marco ucciso ogni giorno - Marco chiamato fregato MARCO INDIFFERENTE ecco cosa sara'. MARCO MIO FRATELLO.... E CHE CAVOLO DI MONDO SIAMO ? Ti amo... TI AMO SUL SERIO.....un bacio  LA TUA ( per sempre ) LUANA. (se avete idee o altro - anche solidarieta' - scrivetemi - carsonkit@genie.it ...le consegnerò a MARCO... ma soprattutto ditemi se ha ragione o torto).


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Libertà di parola sotto ricatto

Due recenti sentenze di primo grado del Tribunale civile di Palermo hanno condannato Claudio Riolo, politologo presso l'Università di Palermo, e Umberto Santino, presidente del Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", al risarcimento danni da diffamazione a mezzo stampa. Claudio Riolo ha pubblicato sulla rivista mensile Narcomafie , nel novembre del '94, un articolo di commento critico alla decisione di Francesco Musotto, presidente della provincia di Palermo e avvocato penalista, di mantenere la difesa di un suo cliente, imputato nel processo per la strage di Capaci, mentre l'ente locale si costituiva parte civile nello stesso processo. L'articolo, ritenuto diffamatorio da Musotto che ha chiesto 700 milioni di risarcimento, è stato ripubblicato nel maggio '95 su Narcomafie e sul quotidiano il manifesto a firma di 28 autorevoli esponenti del mondo politico e culturale, che lo hanno sottoscritto "condividendone in pieno i contenuti e ritenendolo legittima espressione dell'esercizio della libertà di stampa, di opinione e di critica politica".
Tuttavia Musotto non ha querelato né citato in giudizio nessuno dei nuovi firmatari e, dopo quasi sei anni di lungaggini processuali, Riolo è stato condannato a pagare complessivamente 118 milioni.
A sua volta, l'ex ministro Calogero Mannino ha chiesto una riparazione pecuniaria di 200 milioni a Umberto Santino, ritenendosi diffamato per la pubblicazione di alcuni stralci di un "testo anonimo" nel libro L'alleanza e il compromesso edito nel '97. Nonostante l'autore si fosse limitato ad analizzare criticamente quel documento, prendendone le distanze con l'affermazione esplicita che esso proviene "più o meno direttamente da ambienti mafiosi", e nonostante quel testo, circolato nel '92 subito dopo la strage di Capaci, fosse già stato integralmente e ripetutamente pubblicato da altri, Santino è stato condannato a pagare circa 20 milioni. Due miliardi è, invece, la richiesta di risarcimento rivolta dallo stesso ex ministro ad Alfredo Galasso, docente di diritto civile presso l'Università di Palermo, per aver riportato il medesimo testo anonimo nel libro La mafia politica , pubblicato nel '93. Ma il procedimento è ancora in corso e se ne attende la conclusione. Questi fatti non rappresentano dei casi isolati, ma si inquadrano in una preoccupante tendenza generale alla limitazione del "diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione" garantito dall'articolo 21 della nostra costituzione. Negli ultimi anni, parallelamente ad un preoccupante processo di concentrazione della proprietà dei mezzi di comunicazione di massa, gli attacchi dei poteri forti alla libertà di informazione e di opinione si sono moltiplicati, e ciò è tanto più grave e significativo quando esponenti della prima o della seconda repubblica, coinvolti a torto o ragione in procedimenti penali, cercano di far pagare il conto delle loro "sfortune" a chi esercita per professione o per impegno antimafia il diritto di cronaca e di critica. In particolare stiamo assistendo ad un crescente uso indiscriminato del ricorso ai procedimenti civili per risarcimento danni da diffamazione a mezzo stampa. Il procedimento civile, infatti, offre una serie di vantaggi rispetto a quello penale: il risarcimento danni può essere chiesto a distanza di cinque anni dai fatti, mentre per sporgere querela non si possono superare i novanta giorni; nel civile si può ottenere la condanna del presunto diffamatore senza l'onere di dover dimostrare l'esistenza del reato di diffamazione; è, per di più, possibile ottenere risarcimenti sproporzionati per "danno morale" anche quando non si riesca a dimostrare l'esistenza di un effettivo "danno patrimoniale"; la condanna, infine, è immediatamente esecutiva, senza dover attendere l'espletazione di tutti i gradi del giudizio. Oltre a tutto ciò il giudizio civile comporta un minor clamore rispetto a quello penale, clamore che comunque è sempre controproducente anche per il presunto "diffamato". Si sono, pertanto, moltiplicate le richieste di risarcimenti miliardari nei confronti di giornalisti, studiosi e familiari delle vittime (basti, qui, ricordare i 20 miliardi chiesti da Berlusconi a Luttazzi, Freccero e Travaglio per la trasmissione televisiva "Satyricon", o il miliardo chiesto da Mannino a Giuseppina La Torre per alcune interviste rilasciate nel '95, o ancora il miliardo e 150 milioni chiesti da Musotto ad Attilio Bolzoni per gli articoli su la Repubblica riguardanti le sue traversie giudiziarie del '95) il cui effetto non è la legittima tutela dell'onorabilità della persona, ma l'instaurazione di un clima d'intimidazione nei confronti di chiunque intenda far conoscere, commentare o studiare il persistente fenomeno delle contiguità tra politica, mafia e affari. Con questo appello intendiamo rivendicare con forza il diritto e il dovere di sottoporre l'operato di chi ricopra cariche pubbliche o ruoli rappresentativi al vaglio critico dell'opinione pubblica, con la consapevolezza che ciascun politico ha una responsabilità aggiuntiva rispetto agli altri cittadini nella misura in cui coinvolge la credibilità delle istituzioni. In particolare, sul terreno della lotta contro la mafia, la piena libertà d'informazione e di opinione è indispensabile per individuare e stigmatizzare tutti quei comportamenti che configurino delle responsabilità politiche e morali, indipendentemente dall'accertamento di eventuali responsabilità penali che spetta esclusivamente alla magistratura.
Ci proponiamo, pertanto, di avviare una campagna di sensibilizzazione e di mobilitazione dell'opinione pubblica per la realizzazione dei seguenti obiettivi:
a) una nuova regolamentazione legislativa in materia di "diffamazione", che ristabilisca un giusto equilibrio tra diritto di cronaca e di critica e tutela della persona, e che uniformi procedimento penale e procedimento civile per impedirne un uso distorto e strumentale;
b) la costituzione di un fondo di solidarietà tramite la sottoscrizione del presente appello (ad ogni firma corrisponderà la sottoscrizione di una quota minima di centomila lire); il fondo sarà utilizzato, a cominciare dalle due condanne citate, per difendere la libertà di informazione, di opinione e di ricerca limitatamente all'ambito della lotta contro la mafia (sarà gestito, sulla base di un regolamento, da un comitato di garanti, di cui faranno parte, tra gli altri, Rita Borsellino, Luigi Ciotti e Valentino Parlato).

I promotori: Arci, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Centro sociale "San Francesco Saverio", Il manifesto, Libera, Mezzocielo, Micromega, Narcomafie, Palermo anno uno, Promemoria Palermo, Scuola di formazione etico- politica "Giovanni Falcone", Segno, Uisp.
Per sottoscrivere l'appello si può utilizzare il c/c postale numero 10690907, intestato a Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", via Villa Sperlinga 15, 90144-Palermo, specificando nella causale: "Campagna per la libertà di stampa nella lotta contro la mafia". Per comunicazioni e informazioni: telefono 091.6259789 - fax: 091.348997 - e-mail: csdgi@tin.it

 
 
Rete Lilliput Verona... in festa
 
Stiamo programmando la festa della Rete di Lilliput di Verona con la presentazione del documento: "Verona capace di futuro". Si svolgerà dal pomeriggio di sabato 29 settembre alla sera di domenica 30 settembre, in una piazza della città (da definire). Ogni associazione della Rete usufruirà di uno spazio per presentare le sue attività ed eventualmente i propri prodotti. Sarà richiesto anche un piccolo contributo per l'organizzazione della festa. Vi preghiamo di rispondere con sollecitudine via e-mail indicando: 1) il referente (nome e numero di telefono) dell'associazione per la suddetta iniziativa; 2) se potete o meno procurarvi autonomamente uno stand; 3) di quanti metri quadrati avete bisogno per tale stand (per richiedere quanto suolo pubblico vogliamo occupare).
La segreteria della Rete è aperta il martedì dalle 16.00 alle 19.00, telefono 0458009803 (Coordinamento Rete Lilliput Verona - retelilliputverona@tiscalinet.it )
 
 
Le commissioni "Aree tematiche" di Pax Christi
 
Il nuovo Consiglio Nazionale di pax Christi ha deciso di promuovere commissioni (nazionali) per "aree tematiche", coordinate dai consiglieri indicati.  Se te la senti, se vuoi contribuire, puoi dare l'adesione ad una di esse mettendoti in contatto coi referenti nazionali, che stanno preparando la loro mappa di persone disponibili (puoi anche suggerire amiche o amici non aderenti):

- Diritti umani:  Sergio Paronetto  (Verona) paxchristi_paronetto@yahoo.com   tel. 045 565646
- Teologia della pace, ecumenismo: Gina Abbate (Merano)  gmm@dnet.it  tel. 0473 447602
- Spiritualità della pace:  Antonio Lombardi (Caserta- Napoli)  alox@libero.it  tel.0823 329153     
- Chiesa cattolica: Diego Bona
- America Latina: Alberto Vitali (Milano) salvador@energy.it   tel. 02 70607095
- Africa:  Giorgio Gatta (Faenza) ggatta@racine.ra.it  tel. 0546 634280
- Mediterraneo,  M.Oriente: Renato Sacco (Verbano) drenato@tin.it  tel.0323 827120
- Disarmo, smilitarizzazione:  G.Domenico Tacente (Taranto)   tel. 099 7762643
- Economia di giustizia, Rete Lilliput.: Fulvio Bucci (Reggio E.) fulviorossoblu@libero.it tel. 0522 690497   
- Obiezione di coscienza, corpi civili: Diego Cipriani (Roma)  detcipriani@tin.it  te. 06 6635251
- Mafie, immigrazione, 3°settore: Carmine Campana (Rossano Cal.) rossol@mediterranea-net.it tel. 0983 520865
- Enti locali, Tavola per la pace: Filodemo Iannuzzelli (Sa)  iiannuzz@iol.it  tel. 089 723894
- Educazione alla pace (ai conflitti):  Antonietta Di Capita (Ge)  f.ragusa@tin.it  te.010 6512016
- Area "Giovani":  Massimo Ferè (Mi) ngjfe@tin.it tel. 02 2409893;  Loredana Russo (Ta) loredana.russo1@tin.it , tel. 099 7368739; Paolo Fusar Poli (Cr) p.fusar@tin.it ; tel.0374 78067

I compiti delle commissioni saranno:
- elaborare percorsi di impegno (itinerari formativi, interventi.);  
- rappresentare il movimento nelle varie iniziative (campagne, seminari, coordinamenti.);
- inviare rappresentanti nei rispettivi gruppi di Pax Christi International;
-riferire in Consiglio e tenere contatti con la segreteria : mons. Diego Bona, presidente, diego.bona@www.saluzzo.ChiesaCattolica.it  ; Tonio Dell'Olio, coordinatore nazionale, Casa della pace  (Tavarnuzze, Firenze) segreteria@paxchristi.it   tonio@paxchristi.it ; Anna Scalori, vice-presidente, Gussago  (Brescia) srs@fullnet.it  tel. 030 2524183 ; Luciano Ghirardello, tesoriere, Cusano Milanino (Mi)  l.ghira@tin.it   te. 02 6134069
 
 
Uomini in cammino
 
 BREVE CRONISTORIA DEL "GRUPPO UOMINI" DI PINEROLO

Il Gruppo Uomini (GU) nasce nel mese di aprile del ‘93, dall’incontro di tre “filoni di motivazioni” all’interno della comunità di base (cdb) di Pinerolo: anche per cogliere l’invito alla conversione che ci viene dalle donne, non possiamo più tacere di fronte al maschilismo imperante nella chiesa (aborto, stupro, sessualità...); è un terreno ecumenico dove possiamo creare ponti e contatti; il modello di donna a cui siamo abituati è pensato dai e funzionale ai maschi: dobbiamo riscoprire il modello-Gesù, il suo modo di rapportarsi con le donne; il genere maschile è responsabile della violenza-oppressione verso le donne: è ora che l’autocoscienza individuale diventi collettiva, perchè la colpa-responsabilità è collettiva. Abbiamo scelto da subito una sede “laica” (quella dell’ARCI), per evitare possibili steccati, e una cadenza (mensile) compatibile con tutti gli altri impegni. 49 uomini sono già “passati” nel gruppo, ma la partecipazione media attuale (maggio 98) è di 12-15, abbastanza stabile da qualche mese. Dopo alcuni incontri su temi biblici (“la Bibbia è stata scritta da uomini” e “cosa sappiamo dell’uomo-Gesù di Nazareth”) e dopo aver tentato invano la lettura collettiva di libri, il GU ha chiesto aiuto alle donne della cdb in un incontro (26.5.94) abbastanza problematico. Intanto veniamo contattati da un gruppo di giovani che si riunisce presso la chiesa valdese di Pinerolo sul tema della sessualità e nasce l’idea di un campo-uomini ad Agape (Centro Ecumenico di Prali). Si svolge il 19 e 20.11.94 ed ha come temi “Il disagio maschile, i nostri disagi” e “La comunicazione fra uomini”: si incontrano tre gruppi di uomini, il nostro e due di omosessuali. E’ stato difficile e non ha avuto seguito. Il GU ha intanto avviato un percorso di riflessione su “I sentimenti e le emozioni negli uomini”: i sentimenti, le paure, la paura del conflitto. Ci siamo fatti aiutare da due donne, psicologhe dell’associazione Nexus di Pinerolo. Abbiamo imparato, a partire da noi, a parlare di noi: è stato molto bello. 23.4.95 - secondo incontro con le donne della cdb su “Sentimenti ed emozioni” (16 donne e 14 uomini).Il GU sta “prendendo gusto” alla comunicazione tra uomini e così il programma per i mesi successivi diventa “raccontiamoci le nostre vite”: infanzia, adolescenza, giovinezza, adultità... 29.3.96 - il GU invita uomini e donne ad un incontro pubblico sul tema: “Come un sultano mi ha allevato mia madre?”. Presenti circa 60 persone, di cui 22 uomini: ci siamo confrontati/e sul ruolo delle donne nella nostra formazione. Abbiamo anche tentato di diventare, come gruppo, luogo di iniziativa per l’obiezione fiscale alle spese militari e per la difesa nonviolenta, per combattere la cultura di morte che domina nel mondo governato dagli uomini; ma non ha funzionato: resta un impegno individuale. Dicembre ‘96 - nasce “Uomini in cammino”, quattro pagine, veicolate dal Foglio della cdb, che si propongono di dare visibilità agli uomini che si mettono in cammino per uscire dal patriarcato: fa bene vedere e sapere di non essere soli. Il racconto delle nostre vite è poi proseguito (da aprile ‘97) concentrandosi sui nostri padri e sui figli, per chi ne ha, e si è concluso con l’incontro pubblico organizzato il 27.2.98 sul tema “Noi, i nostri padri, i nostri figli: relazioni al maschile”. Presenti 47 persone: 23 donne e 24 uomini. Uno dopo l’altro, gli uomini del GU hanno introdotto, raccontando un aspetto problematico della loro personale esperienza. Il dibattito è stato ampio e arricchito dalla partecipazione di 3 donne del Centro Studi Pensiero Femminile di Torino. 12.3.98 - Dopo cinque anni di vita il GU si incontra, su propria richiesta, con la cdb di Pinerolo. Presenti 34 persone (18 uomini e 16 donne), si discute l’esperienza del GU e l’utilità di Uomini in Cammino  e vengono avanzate alcune proposte di temi per il lavoro del GU stesso. Due argomenti soprattutto animano la serata (34 interventi complessivi fatti da 9 donne e 9 uomini!): il confronto, anche acceso, tra uomini in cammino e donne che da tempo camminano; e la proposta di affrontare la sessualità maschile e la prostituzione. In questo periodo il GU riceve parecchi inviti (da riviste, reti TV, associazioni femminili...), perchè sembra essere un’esperienza pressochè unica in Italia. Uomini in Cammino  viene inviato mensilmente a circa 300 indirizzi, tra cui a più di 20 riviste, giornali e associazioni. La rete si va gradualmente tessendo. 27.3.98 - Dopo gli incontri del 27.2 e del 12.3, 8 nuovi uomini si inseriscono nel GU, che intanto ha modificato le modalità delle riunioni: non più il giovedi sera dalle 21 alle 23, ma il venerdi dalle 17,30 alle 19,30, proseguendo con la pizza insieme e liberando così la serata per altri eventuali impegni. 24.4.98 - Il GU sceglie, tra alcune proposte, l’itinerario per il prossimo futuro: partendo da un confronto sull’esperienza personale della felicità, esploreremo la sessualità maschile e le sue possibili alienazioni, tra cui la prostituzione. Nello stesso incontro decidiamo di aderire alla proposta di entrare, via Internet, in una rete telematica europea che si propone di collegare gruppi e singoli uomini “profeminist”. Il primo atto consisterà nel mettere in rete questa breve cronistoria, tradotta in francese. 17.5.98 - Tre uomini del GU partecipano ad un incontro di riflessione sul tema “Gli uomini dopo il femminismo”, organizzato dalla cdb di Torino e dalla Fraternità Emmaus di Albugnano. Introduce Daniele Barbieri, giornalista e collaboratore di Alfazeta. Settembre 98 - Il Gu partecipa, con cartelloni e materiali informativi, alla Festa Giovani di Pinerolo. Il successo non è travolgente... 9.10.98 - Incontriamo le mamme del gruppo-merenda (catechesi a bambini e bambine della cdb) che propongono al GU di coinvolgersi nella loro attività: la maggior parte sono bambini e non hanno figure maschili di riferimento, per l’assenza dei padri. Le donne vorrebbero offrire loro modelli maschili di collaborazione e di relazione positiva con le donne. Il GU accoglie la proposta e alcuni uomini parteciperanno, a rotazione, al gruppo-merenda per tutto l’anno. 7.11.98 - Due del GU vanno a Modena per partecipare al convegno sulla prostituzione “Donne ch’avete intelletto d’amore”. 18.11.98 - Per la sua tesi di laurea sulle “nuove identità maschili” un ragazzo di Torino comincia a frequentare il GU, che gli offre tutta la collaborazione possibile. 6-8.12.98 - A Vico Equense (NA) si tiene il 13° seminario nazionale delle Comunità di Base (CdB) sul tema “Alle radici del potere: percorsi di donne e di uomini nelle comunità”. Tre di noi svolgono una parte dell’introduzione, descrivendo le motivazioni, le parole-chiave, le esperienze personali e i cambiamenti sollecitati, nella propria vita individuale e sociale, dalla riflessione collettiva nel GU. Curiamo anche una “preghiera degli uomini” durante l’Eucaristia, che susciterà reazioni di dissenso da parte di alcuni uomini. Il dibattito prosegue a distanza per via epistolare. Gennaio 99 - Riprendiamo la riflessione del gruppo sulla nostra sessualità.  In questo periodo il GU conta fino a 27 uomini variamente assidui; 61 sono gli uomini che hanno finora partecipato almeno ad un incontro del GU. Febbraio-marzo 99 - Partecipiamo a Boves (CN) e a Candiolo (TO) a dibattiti pubblici sulla prostituzione e interveniamo parlando anche del GU e degli uomini che sono in cammino. La tiratura di Uomini in Cammino  sale a 470 copie. Aprile-maggio 99 - Manifestiamo pubblicamente “il nostro NO incondizionato a ogni guerra, quella di Milosevic contro gli e le albanesi del Kosovo e quella della NATO contro Milosevic e la popolazione della Serbia”. La nostra riflessione si incentra in particolare sul fatto che “la guerra é un modo maschile di affrontare i conflitti”. Ogni sabato pomeriggio partecipiamo alla manifestazione silenziosa delle ‘Donne in nero’, portando una fascia nera al braccio e cartelli che documentano le nostre riflessioni. 15-16.5.99 - Incontro nazionale di uomini a Pinerolo: 12 del GU e 7 provenienti da diverse città d’Italia. Conoscenza reciproca e scambio di idee e proposte per continuare: questi i due filoni principali dell’incontro, che prosegue per via epistolare. Quando e dove non sappiamo ancora, ma ci ritroveremo in un prossimo incontro “allargato”, con la partecipazione di altri uomini che riceveranno, in qualsiasi forma, questo invito. 3.6.99 - Concludiamo una vivace discussione sulla vita interna del GU: organizzazione, contenuti, prese pubbliche di posizione, Uomini in Cammino... Schiettezza e amicizia aiutano i chiarimenti e il confronto tra punti di vista diversi. Decidiamo di continuare con le modalità attuali. Agosto 99 - Uomini in Cammino esce con la traduzione in italiano del Bollettino n° 1 della Rete Europea “Men Profeminist”. Settembre 99 - E' un periodo ricco di contatti e di inviti, grazie ad alcuni articoli su Il Manifesto e La Stampa e a due interviste telefoniche ad una radio e a una rivista. Ogni volta arrivano telefonate, lettere, e.mail da uomini interessati o semplicemente curiosi. E' un fatto che ci aiuta a riflettere sull'importanza di "resistere e seminare". 21.10.99 - Nel GU cominciamo a parlare e raccontarci della nostra sessualità adulta, cominciando dalle "maschere" che i maschi indossano praticamente in ogni situazione, non solo nell'approccio amoroso. 23.10.99 - Partecipiamo in 2 ad un convegno a Torino sulla violenza contro le donne, organizzato dall'UDI. Sono presenti 11 uomini. 9.11.99 - Primo seminario alla Bottega del Possibile di Torre Pellice sul tema "Il lavoro di cura: lavoro da donne?". Il progetto prevede di farne il primo momento di un percorso che cercheremo di sviluppare nei prossimi anni. Partecipano 4 uomini. 27.11.99 - In 4 andiamo ad Aosta per incontrare le donne della Consulta Regionale Femminile, che vogliono conoscere la nostra esperienza e che, per l'occasione, ci organizzano un incontro con uomini della Vallée: saranno 8. 20.12.99 - Torniamo ad Aosta, in 3, per un dibattito pubblico sul tema "La rivoluzione di genere", organizzato da Gianni Bertone, con la partecipazione di Lidia Menapace. 24.1.00 - Vengono a trovarci 4 dei 5 uomini che hanno dato vita da un anno e mezzo ad un GU a Torino. La loro è un'esperienza originale, nata nell'ambito dei campi "omo" che si svolgono ogni anno ad Agape: per ora non intendono accogliere altri uomini nel gruppo. E' un momento di conoscenza, ma anche di progettazione dei prossimi incontri nazionali.  18.2.00 - Riceviamo l'invito a partecipare ad un seminario/laboratorio, presso il Ministero per le Pari Opportunità, "che affronti le tematiche relative ai mutamenti delle relazioni tra generi e generazioni". L'invito e i "nomi" sono allettanti, ma nessuno di noi ha la possibilità di coinvolgersi. 19.3.00 - Da Marco Deriu di Parma riceviamo la proposta di partecipare alla redazione di un "libro collettivo che racconti gli uomini dopo il femminismo". L'editore Rosemberg & Sellier è disponibile… così con Marco, Stefano Ciccone e Claudio Vedovati di Roma e Sandro Bellassai di Bologna decidiamo di "aprire il cantiere". Marzo - aprile 2000 - Il GU è impegnato su due fronti: la preparazione del 2° incontro nazionale uomini e un dibattito vivace e coinvolgente su alcune difficoltà di relazione all'interno del gruppo. E', questo, un argomento che si presenta periodicamente: cerchiamo di aiutarci all'ascolto reciproco e al confronto rispettoso e accogliente tra posizioni anche molto differenti. Non sempre è facile, ma il desiderio di proseguire il cammino insieme è più forte. 12.5.00 - Alcune associazioni femminili (e non solo) di Torino stanno elaborando un progetto "Dafne" (che la Comunità Europea potrebbe finanziare) per la prevenzione della violenza contro le donne e ci propongono di collaborare. Il progetto non verrà accolto  dalla CE, ma l'idea è feconda e comincia a mettere radici. 20.5.00 - Franco Calvetti, del nostro GU, ci chiede di collaborare alla presentazione pubblica di una sua raccolta di poesie, facendo i lettori. Si rivela un'iniziativa emozionante. 27.5.00 - Incontro a Bologna, presso il Centro Documentazione Donne, organizzato dalle Donne in Nero: è presente un neurobiologo che tiene corsi sulla pace in una università australiana. Il confronto è a largo raggio e molto coinvolgente. Ancora una volta sono le donne a prendere l'iniziativa. Intanto proseguiamo, negli incontri quindicinali del GU, a raccontarci esperienze e riflessioni circa la nostra sessualità adulta. Questo lavoro collettivo di autocoscienza è il vero collante del gruppo. Le iniziative "esterne" (incontri, convegni, articoli…) a volte sembrano disturbare, anche se (non tutti) condividiamo la convinzione che sia importante ed utile anche la dimensione pubblica del nostro cammino. Resta non sempre facile mediare, specialmente quando molti inviti ci arrivano nello stesso periodo. 29.9 - 1.10.00 - Secondo incontro nazionale uomini al Castagneto (Villar Pellice - To). Partecipano 30 uomini provenienti dalle regioni del centro-nord. Il tema scelto è "Identità e differenza, tra tradizione e sperimentazione": si rivela travolgente la voglia di parlare. Su Uomini in Cammino di dicembre sono pubblicate le sintesi delle riflessioni sviluppate nei 4 piccoli gruppi. Il tema del "desiderio" e dello "sguardo" maschili sarà centrale nei mesi sucessivi, in cui continueremo a raccontarci i nostri vissuti d'amore e di sesso. 9.11.00 - Secondo seminario presso la Bottega del Possibile (Torre Pellice) su "La competenza della cura. Uomini e donne nella trasformazione delle relazioni". Partecipano 6 uomini. 8.2.01 - Vengono a trovarci 6 uomini del gruppo Il cerchio degli uomini di Torino, nato circa 2 anni fa. Ci raccontiamo percorsi anche molto diversi e ci lasciamo con la promessa di reincontrarci. 16-18.3.01 - Week end - uomini ad Agape (Prali - To), organizzato dal GU di Torino/Agape, sull"emotività e consapevolezza della nostra mascolinità". Attraverso giochi, laboratori, piccoli gruppi… 34 uomini fanno un'intensa esperienza di emozioni, di creatività e di emozioni. Tra le proposte finali è molto condivisa quella di rendere annuale l'appuntamento ad Agape, magari trasformandolo in un "campo" di 5 giorni. ( a cura di Uomini in Cammino. Per informazioni, E-mail carlaebeppe@libero.it )

 

 

SORRISI & CEFFONI
 
Padre nostro... 

Attenzione è in circolazione una nuova versione del “Padre Nostro” più adatto ai tempi. Esigete l’originale.

Capitale nostro
Che sei qui in terra
Sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà
così in borsa come al mercato
dacci oggi il nostro profitto quotidiano
rimetti a noi i nostri interessi
come noi li esigiamo dai nostri debitori
non ci indurre in recessione
ma liberaci dai poveri
e avanti così 
(Daniele)

2 vacche
 
Mettiamo il caso che tu abbia due vacche... (sane)                                                                                           
                                                                 
Feudalismo : Hai due vacche. Il tuo signore si prende gran parte del tuo latte                                             
                                                                
Totalitarismo : Hai due vacche. Il governo le prende e nega che siano mai esistite. Il latte è messo fuori legge.               
                                                                
Ambientalismo : Hai due vacche. Il governo ti vieta sia di mungerle che di ucciderle.                                      
                                                                
Femminismo : Hai due vacche. Loro si sposano e adottano un vitellino.                                                      
                                                                 
Dittatura : Hai due vacche. Il governo le prende e ti spara.    
                                                                
Regime militare : Hai due vacche. Le prende entrambe e ti arruola nell'esercito.                                          
                                                                
Democrazia pura :Hai due vacche. I tuoi vicini decidono chi si prende il latte.                                                
                                                                
Democrazia inglese : Hai due vacche. Le nutri con cervello di pecora e loro impazziscono . Il governo non fa nulla.           
Democrazia di Singapore : Hai due vacche. Il governo ti multa per il possesso non autorizzato di due animali da stalla in un appartamento.                                                   
                                                                
Burocrazia : Hai due vacche. All'inizio il governo stabilisce come le devi nutrire e quando le puoi mungere. Poi ti paga per non mungerle. In seguito le prende entrambe, ne uccide una, munge l'altra e ne butta via il latte. Alla fine ti costringe a riempire alcuni moduli per denunciare le vacche mancanti.
 
Capitalismo tipo Ulivo : Sei in rapporto (il concetto di "proprietà" è simbolo di un passato fallo-centrico, guerrafondaio e intollerante  con due bovini di diversa età (ma altrettanto preziosi per la società ) e di genere
non  specificato.                                                    
                                                                
Socialismo puro : Hai due vacche. Il governo le prende e le mette in una stalla insieme alle vacche di tutti gli altri.Tu devi prenderti cura di tutte le vacche. Il governo ti dà esattamente il latte di cui hai bisogno.                   
 
Controcultura :Ehi , capo ...tipo che ci stanno due mucche . Oh! Devi proprio farti un tiro di sto latte.                            
                                                                 
Surrealismo : Hai due giraffe. Il governo ti costringe a prendere lezioni di fisarmonica.           
                                                                 
Fascismo : Hai due vacche. Il governo le prende entrambe, e ti assume perché te ne prenda cura e ti vende il latte.                
                                                                 
Democrazia americana : il governo promette di darti due vacche se lo voti. Dopo le elezioni, il presidente è messo sotto "impeachment" per aver speculato sui "futures" bovini. La stampa ribattezza lo scandalo "Cowgate"  
                                                              
                                                                 
Democrazia rappresentativa : Hai due vacche. I tuoi vicini nominano qualcuno perché decida chi si prende il latte            
                                                           
Capitalismo : Hai due vacche. Ne vendi una e ti compri un toro.    
                                                                 
(Turbo) Capitalismo berlusconiano: Hai due vacche. Ne vendi tre alla tua società per azioni, usando le lettere di credito aperte da tuo cognato presso la banca. Poi avvii uno scambio debito-azioni con un'offerta pubblica, e riesci a riprenderti tutte e quattro le vacche con uno sgravo fiscale per il mantenimento di cinque vacche. I diritti sul latte di sei mucche sono trasferiti tramite un intermediario panamense a una compagnia delle Isole Cayman di proprietà dell'azionista di maggioranza , che rivende alla tua S.p.A i diritti sul latte di tutte e sette le vacche, con un'opzione sull'acquisto di un'altra. Nel frattempo tu uccidi le vacche perché il latte è cattivo.                          
                                                                 
Anarchia : Hai due vacche. O le vendi a un prezzo equo, oppure i tuoi vicini provano ad ucciderti per prendersi le vacche.         

relax
 

PINDORAMA ORGANIZZA... VIAGGIO IN PERU' : 2/22 settembre - 1/21 ottobre - 1/21 novembre

PROGRAMMA DI MASSIMA

1° GIORNO: ITALIA/LIMA

Partenza da Milano ed arrivo a Lima in serata. Incontro con i referenti di Artesania Intercomunal del Perù, referente del viaggio, Ass. che esporta in Italia prodotti del commercio equo.

2° e 3° GIORNO: LIMA-VILLA EL SALVADOR

Visita di Lima: la Plaza de Armas, la cattedrale, i musei. Escursione a Villa El Salvador, alla periferia di Lima: prototipo di autogestione da parte degli abitanti, costruita in una zona desertica nel 1971, è stata nominata città messaggera di pace dall’Onu. Visita alle rovine di Pachacamac, l’insediamento precolombiano più importante della costa

4° e 5° GIORNO: LIMA/CUZCO

In volo si raggiunge la bellissima città di Cuzco: situata a 3.400 m. fu la culla dell’impero inca e per questo chiamata “ombelico del mondo”. Visita della città e delle sue imponenti rovine.

6° - 7° GIORNO: MACCHU PICCHU

Con il trenino delle Ande (4 ore) si raggiunge il Macchu Picchu, la “montagna vecchia”, costruita come fortezza e centro cerimoniale dell’impero del sole, circondata da una  cornice di cime andine alte fino a 6.000 m. Si dorme ad Aguas Calientes e l’indomani all’alba si torna a visitare l’imponente gruppo archeologico. Ritorno quindi a Cuzco.

8° - 9° - 10° GIORNO:

VALLE DELL’URUBAMBA

Giornate nella stupenda valle considerata sacra dagli Inca. Visita a Pisac, villaggio noto per la pesca, il mercato e le rovine dei dintorni. Incontri con la realtà degli artigiani che esportano con i canali del commercio equo. Visita delle rovine del villaggio fortezza di Ollantaytambo.

11° GIORNO: CUZCO-PUNO

In treno (10 ore) si raggiunge Puno, sulle rive del magico Lago Titicaca, a più di 4.000 m. di quota, fra spettacolari panorami.

12°-13°-14° GIORNO: LAGO TITICACA

Visita a comunità indigene e incontro con i produttori artigianali della zona di A.I.P.. Escursione alle Isole Taquile e Amantanì.

dal 15° al 17° GIORNO:

AREQUIPA-CANYON DEL COLCA

In aereo si raggiunge Arequipa, la “città bianca”, ai piedi del vulcano Misti. Visita della bella città e del monastero di Santa Catalina. Escursione allo stupendo Canyon del Colca, una fra le gole più profonde al mondo, scavato dalle acque argentee del fiume omonimo. E’ possibile osservare il volo dei condor. Ritorno ad Arequipa. Nella serata del terzo giorno partenza in pulman per Nazca.

19°-20° GIORNO: NAZCA/ISOLE BALLESTAS/RISERVA DI PARACAS

Arrivo all’alba a Nazca. Possibile escursione facoltativa in aereo per sorvolare le misteriose linee di Nazca. In serata si raggiungerà quindi Pisco. Visita alla riserva nazionale di Paracas, dove vivono molti mammiferi marini e uccelli esotici. Gran parte della riserva si trova nelle isole Ballestas, dove si possono osservare leoni di mare, foche, pinguini e tartarughe. Ritorno quindi a Lima.

21° GIORNO: LIMA/ITALIA

Partenza in serata e arrivo a in Italia il giorno sucessivo.

QUOTE DI PARTECIPAZIONE

(minimo 10 partecipanti) L. 4.450.000 (viaggi agosto) L. 4.200.000 (viaggi luglio e settembre) L. 4.100.000 (viaggi ottobre e novembre)

La quota comprende: - biglietto aereo in classe economica con volo di linea; - pernottamento in alberghi turistici con  colazione; - voli aerei Lima/Cuzco e Juliaca/Arequipa; - trasporti interni con treni, pulmino e bus di linea da Arequipa a Nazca; - accompagnamento di un referente peruviano; - quota di 40 dollari a persona a favore di A.I.P.; - polizza di assicurazione “bagaglio e assistenza medico-legale” della Cea Assistance Gruppo Ras; - polizza “garanzia infortuni di viaggio” della Cea Assistance Gruppo Ras; - tasse aeroportuali in partenza dall’Italia; - incontro di conoscenza e materiale di documentazione sul paese.

INFORMAZIONI UTILI

DOCUMENTI: non sono necessari visti particolari. Passaporto in corso di validità. VACCINAZIONI: non è obbligatoria nessuna vaccinazione. L’elevata altitudine di alcune zone consiglia prudenza a chi soffre a livello cardiocircolatorio e di ipertensione. Si consiglia in ogni caso un consulto con l’ASL della propria città. BAGAGLIO: si consiglia un bagaglio pratico, capi pesanti per i giorni di permanenza ad alta quota e scarpe comode. NOTE SUPPLEMENTARI: è previsto un incontro di conoscenza fra i partecipanti circa 20 gg. prima  della partenza in cui verranno fornite altre informazioni sul viaggio. (Pindorama via Veniero 48 - 20148 - Milano - Tel 02/39218714 - fax 02/33001936 - www.pindorama.org - pindorama@iol.it )


 
SOS Salvador
Progetto Sorriso

«Progetto Sorriso» è l'iniziativa di cooperazione avviata un anno fa a San Bonifacio. Per INFORMAZIONI: progettosorriso@infinito.it . Per versare il proprio contributo ricordiamo che è possibile utilizzare il conto corrente postale di "Progetto Sorriso - El Salvador": ccp numero 21008305 - intestato a: Amedeo Tosi - Chiara Terlizzi. Indirizzo: località Praissola 74/b - 37047 San Bonifacio (Verona) - Causale del versamento: "Progetto Sorriso". Progetto Sorriso invierà tempestivamente quanto raccolto al gruppo di appoggio "Italia-Cuscatlan" di Turbigo (Milano), incaricato per le operazioni bancarie.


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loc. Praissola 74/b
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