ASSOCIAZIONE MISSIONARIA di San BONIFACIO
Via Fontanelle 38 - San Bonifacio (VR)
gli incontri sui progetti
ECUADOR: DUE ESPERIENZE
Recentemente
l’Associazione Missionaria ha iniziato a sostenere un nuovo progetto in Ecuador
per la costruzione di un asilo-nido. Il
progetto è realizzato da Don Pio Baschirotto, salesiano, che è missionario da molti anni in
Ecuador.
P. PIO BASCHIROTTO ci parlerà dei suoi progetti .
Interverrà
all’incontro anche:
MARIELLA
ANSELMI,
dottoressa che attualmente vive e lavora in Italia e che ha lavorato per molti
anni in Ecuador.
Venerdi, 29 giugno 2001,
alle ore 20.45
presso la Sala civica, in Via Marconi, a San Bonifacio
Vincenzo Spina, condannato all'ergastolo e in carcere da 10 anni, si è impiccato nel reparto G7 di Rebibbia a Roma, riservato ai detenuti in regime di 41 bis; 29 aprile: sale a 16 il numero dei giornali chiusi in Iran dal governo perchè considerati oltraggiosi verso l'Islam; 1 dicembre: a Grottaglie (Ta), tre giovani di 13, 14 e 15 anni sono fermati dagli agenti perchè responsabili di furti e lesioni ai danni dei compagni di scuola. Sono tre flash di cronaca dei 3.100 riportati nell'Annuario sociale 2001, il rapporto del Gruppo Abele relativo allo scorso anno che fornisce dati, nomi, ricerche, statistiche, schede, approfondimenti su una novantina di tematiche sociali. Uno strumento informativo di facile consultazione ad uso di associazioni, istituzioni, giornalisti, formatori, volontari, insegnanti, studenti, amministratori e politici, di quanti cioè sono impegnati ed operano nel settore. Dall'ecologia agli anziani, dall'emarginazione sociale ai diritti umani e civili, dalla pace alla poverta', dai problemi dell'handicap a quelli del mobbing e dell'infanzia, il rapporto - alla sua quinta ed ultima edizione per mancanza di sponsor (ed. Feltrinelli) - offre uno spaccato della vita sociale e civile italiana e mondiale. Lo fa attraverso le notizie, i fatti e le storie: i racconti su quanto e' avvenuto nel 2000 diventano il pretesto per parlare di tematiche, spesso trascurate, ma che permettono la 'lettura' dei diversi contesti di vita. Il rapporto si compone di quasi mille pagine, 3.100 notizie, 360 tabelle e 120 schede, nove cronologie (Aids, ambiente, bambini e giovani, carcere e giustizia, criminalita' e mafie, droghe, immigrazione, società a disagio in Italia, conflitti e diritti nel mondo). Nell'annuario si parla anche della gente. Di Tina, ad esempio, giovanissima vittima della tratta, forse di origine moldava, seviziata e assassinata nelle campagne di Torino. E di Irina: anche lei giunta in Italia dall'Est, per due anni è stata in balia di protettori e clienti, ma che alla fine ha avuto il coraggio di dire basta e chiedere aiuto. Si parla di Tadeusz, il barbone di origine polacca, ritrovato senza vita alla periferia di Roma, ucciso dal freddo. E si parla di Genova, sede dell'ultima Conferenza nazionale sulla droga e prossima città ad accogliere il summit del G8, comprese le iniziative dei movimenti antiglobalizzazione. E poi, c'e' spazio per Kosovo, Israele, Palestina, Chiapas, Congo, Irlanda, Turchia, Ruanda, teatri di conflitti nuovi e antichi. ''C'è necessità di cambiamento - scrive nella prefazione Sergio Segio, dell'associazione fondata da Don Luigi Ciotti - Che ce ne sia vitale bisogno e drammatica urgenza lo raccontano le migliaia di notizie, di schede e tabelle del Rapporto. Briciole di Pollicino che si possono seguire, giorno per giorno, cifra dietro cifra, per arrivare a possedere non 'la' verità ma le informazioni che disegnano un pezzo di mosaico della conoscenza, della trama del mondo contemporaneo che è composta, anche da una umanità dolente che cede e cade, che viene schiacciata e umiliata quotidianamente, e alla quale, per rendere giustizia non bastano le facili lacrime e le penose elemosine''. Questo rapporto ''non va considerato però come almanacco di ciò che c'è di peggio, di ingiusto o doloroso. Vorremmo evitare che venga visto solo come fotografia e informazione. Ci auguriamo, invece, che possa, anche diventare strumento per orientare il cambiamento. Perché, dopo aver magari pregato, bisogna pure e soprattutto agire. A ciò vorremmo, in verità, servisse questo modesto e laico breviario''.(ANSA). É possibile acquistare il volume, oltre che in libreria, anche presso il Gruppo Abele, inviando la richiesta via e-mail al seguente indirizzo: abele.stampa@tiscalinet.it.
MOSAICO DI PACE
"Ghe pensi mi?" è il titolo a caratteri cubitali che appare sulla copertina di Mosaico di pace – il mensile promosso da Pax Christi – in distribuzione in questi giorni. Il titolo – ironicamente e retoricamente interrogativo – spiega la presenza del faccione del cavaliere Berlusconi che fa capolino su uno sfondo in bianco/nero che riproduce la triste sequenza di immagini di guerra e di fame…oltre che di un enigmatico Craxi nell’atto di scrutare l’orizzonte. Infatti sono molti e autorevoli i brani che commentano i risultati della tornata elettorale dello scorso maggio. A cominciare dal prezioso editoriale a firma del direttore responsabile Alex Zanotelli che dai "gironi danteschi dell’immensa baraccopoli di Korogocho" invita alla resistenza di fronte ad una sempre più pericolosa affermazione di un Vangelo liberista. Il testo si può leggere per intero cliccando qui: www.peacelink.it/users/paxchristi/mosaicopag.htm
. Allo stesso modo anche Filippo Gentiloni e Mons. Luigi Bettazzi commentano rispettivamente il "voto cattolico" e l’itinerario che invita a "ripartire dagli ultimi". Bettazzi in particolare, con questo intervento intende proseguire la riflessione iniziata nel numero di maggio con la lettera aperta ai vescovi italiani suille elezioni politiche. Il Dossier di questo numero – curato da Diego Cipriani – è dedicato ad una presentazione approfondita della Carta Ecumenica approvata il 22 aprile scorso a Strasburgo e vede gli interventi qualificati di Gianna Scicolone, la pastora battista che ha fatto parte del gruppo di lavoro che ha redatto materialmente il Documento, di Brunetto Salvarani che ha preso parte ai lavori e di Giancarla Codrignani che rilegge la Carta in una prospettiva di esigenza di pace. Al centro della rivista il testo completo della Charta Oecumenica. La rubrica Eppur si muove riporta il documento conclusivo del Congresso Nazionale di Pax Christi, mentre Primo Piano Chiesa dà la parola a Marcello Vigli, coordinatore delle Comunità di base in Italia che ci racconta dell’assemblea tenuta negli ultimi giorni di aprile. Nella stessa rubrica Mons. Bettazzi risponde ad una recente pubblicazioni di Baget Bozzo che muove contestazioni nemmeno troppo velate al Concilio Vaticano II di cui l’autore dell’articolo fu testimone diretto. Tra i libri che vengono recensiti spicca l’intervista a Giorgio Pecorini che, con il titolo I Care ancora, ha pubblicato scritti inediti di don Milani. A completare il quadro vi sono alcuni ideali reportage dai popoli indigeni (Giulio Girardi), dall’Algeria (Luciano Ardesi – segretario della Lega dei diritti e della liberazione dei popoli) e dal Sudafrica (Nicoletta Dentico – responsabile Medici Senza Frontiere) che commenta e approfondisce la resa delle 39 multinazionali farmaceutiche e dalla Colombia (Gianni Novelli).Mosaico di pace Rivista mensile promossa da Pax Christi -
segreteria di redazione Via Petronelli n.6 70052 Bisceglie (BA) Tel.: 080/395.35.07 Fax: 080/395.34.50 e-mail: mosaicodipace@paxchristi.it http://www.paxchristi.it http://www.peacelink.it/users/paxchristi/ Abbonamenti: annuale (11 numeri) lire 45.000; con adesione a Pax Christi: lire 80.000; sostenitore lire 110.000. Versamento su c.c.p. n. 16281503 intestato a Pax Christi Italia - via Petronelli, 6 - 70052 Bisceglie (BA) numeri arretrati lire 7.000
Resistere al vangelo liberista
di Alex Zanotelli
(…la "berlusconizzazione" della
Chiesa italiana…)
Alex Zanotelli, comboniano, già direttore di
Nigrizia, da anni vive nella baraccopoli di Gorogocho, alla periferia di
Nairobi, dove ha avviato dei progetti molto interessanti di rici-claggio dei
rifiuti e di sostegno a donne sieropositive ed ex prostitute. È attualmente il
direttore di MOSAICO DI PACE.
In questi giorni danteschi, in questa immensa baraccopoli di
Korogocho, alla periferia di Nairobi, la notizia della vittoria di Berlusconi
& Co. è stata per me un pugno allo stomaco, per gli impoveriti uno
schiaffo. Non pensavo proprio che il popolo italiano potesse scendere così
in basso a solo dieci anni da tangentopoli. La sconfitta di Di Pietro (non è
certo l'eroe che lo si è fatto!) e la vittoria di Previti la dice lunga! La
tragedia del nostro Paese è stata l'incapacità di far nascere, sulla scia di
tangentopoli, un movimento popolare che sapesse esprimere sia la voglia di
pulizia morale, di legalità nella res pubblica come di volti nuovi che la
incarnassero. (Che tradimento è stato quello!). Gli anni novanta, invece, sono
stati anni di "rottamazione" politica, di riciclaggio del peggio del vecchio
regime. Questo processo è stato aiutato anche dall'inarrestabile rivoluzione
sociale (legata alla new economy!) che ha spazzato via antichi valori
rimpiazzandoli con quelli della società del benessere: lo status, il potere, il
denaro, l'immagine (il look!)… A veicolarli sono stati i mass-media (quarto
potere!) abilmente orchestrati dal potere economico-finanziario (l'Impero del
denaro!), motore della società globalizzata (la politica è diventata ormai
l'ancella, umile e devota, dell'apparato economico-finaziario-militare!).
Berlusconi (frutto maturo del craxianesimo che ha dominato gli anni '80) è
l'incarnazione della nuova società, dei suoi valori (denaro, successo,
immagine)… Che non è altro che la fotocopia della società americana. Non a caso
Berlusconi ha copiato abbondantemente da-gli U.S.A. per la sua Campagna
elettorale: tolleranza-zero, sicurezza, diminuzione delle tasse… ma anche il
vendere il prodotto politico come si vende la coca-cola. Il popolo italiano è
rimasto vittima di una sapiente operazione di marketing elaborata da esperti del
settore. Gli elettori come consumatori! La politica di consumo! L'Italia
ha eletto non il candidato che esprimeva l'idea di governo più idonea a
risolvere i problemi del Paese, quanto quello che ha saputo usare meglio i
mass-media, le tecniche pubblicitarie e la propria immagine (un'immagine
narcisistica quella di Berlusconi!). Senza neanche chiedersi (nell'America
puritana almeno se lo sarebbero chiesto!) se ci fosse un conflitto di interessi!
È mai possibile che in 6 anni di Governo di centro-sinistra non si sia posto il
problema preparando un'appropriata legislazione in merito? (Il tradimento della
Sinistra in questi anni è stato grande e ha preparato il risultato di oggi!)
"Gli innumerevoli conflitti d'interesse creerebbero ostacoli tremendi a un
Governo Berlusconi, sia in Italia come in Europa", afferma Bobbio in un appello
pre-elettorale sottoscritto da eminenti personalità che mi è giunto purtroppo a
elezioni finite. "È in gioco la democrazia." - afferma ancora Bobbio - "Una
vittoria della "Casa delle libertà" minerebbe le basi stesse della democrazia".
Per me la situazione è ancora più grave poiché il Cavaliere e i suoi pericolosi
alleati minano la base vitale stessa della società italiana senza la quale la
democrazia è un gioco di parole.
Un Governo Berlusconi non farà altro che
accelerare un processo di disintegrazione sociale, morale, legale in atto da
tempo nel nostro Paese. E qui trovo incredibile la cecità di buona parte
della Chiesa italiana che si trova a suo agio all'ombra del Cavalie-re. Questa
"berlusconizzazione" della Chiesa italiana la renderà sempre più funzionale e
integrata nel sistema. Altro che la coscienza critica della società! (La Chiesa
è chiamata ad essere il termostato della società - diceva M.Luter King - e,
invece, ne è solo il termometro.) Questo mi fa un male boia, proprio
perché è la mia Chiesa e poi perché tutto questo lo vivo in questi inferni umani
dove sono costretto a vedere quel povero Cristo crocifisso ogni giorno. Infatti,
in questo villaggio globalizzato, le scelte politiche di una nazione come quella
italiana, hanno gravi ripercussioni per gli impoveriti della terra. Non possiamo
dimenticare che l'Italia fa parte del Club degli otto più grandi della terra,
che è schierata in armi a fianco dei Paesi della Nato, che partecipa a
importanti decisioni economiche a favore o a danno della vita del pianeta (il
vertice dei G8 a Genova!). D'ora in poi la nostra adesione al vangelo liberista,
alle leggi del mercato diventerà sempre più accentuato. A scapito dei dannati
della terra (sia di Korogocho come di casa nostra!). È giunto il momento delle
decisioni, delle scelte. È l'ora della resistenza (una parola che deve ritornare
in auge!). Dobbiamo guardarci in faccia e contarci: abbiamo bisogno di
uomini e donne, soprattutto giovani, capaci di "vedere", di "leggere la realtà"!
Giovani capaci di rifiutare l'omologazione e il conformismo ritrovando la gioia
di essere se stessi. Come diceva don Milani nella lettera ai giudici: "Avere il
coraggio di dire ai gio-vani che essi sono tutti sovrani per cui l'obbedienza
non è più una virtù, ma è la più subdola delle tentazioni… e che bisogna che si
sentano ognuno l'unico responsabile di tutto". Uomini e donne, giovani e non,
capaci di mettersi insieme, in gruppi, in comunità di resistenza (la gioia della
riscoperta dell'altro differente da me!). Vivere "la convivialità delle
differenze" come diceva Tonino Bello. Comunità di resistenza con un sogno da
realizzare, capaci di tradurlo in scelte economico-politiche alternative
all'Impero. Con una capacità straordinaria di fare (bando ai protagonismi o
particolarismi) rete con metodi nonviolenti e in profondo rispetto per il
mistero che ogni uomo è! "In piedi, costruttori di Pace." - diceva Tonino Bello
dieci anni fa all'Arena. In piedi, obiettori di coscienza all'Impero
berlusconiano, fotocopia dell'Impero del denaro!
Alex
Zanotelli
Ogni G8 è un 48
LASCIAMO SOLI I G8
Io non ci sto. Vedo che Legambiente e Rete di Lilliput di Verona hanno organizzato per giovedì 21 giugno nella sede di via Bertoni un dibattito sul movimento antiglobalizzazione da Seattle a Genova; relatori: Luca Casarini dei Centri Sociale e Pier Maria Mazzola di Nigrizia. Per chi non lo sapesse, Luca Casarini, padovano, 34 anni, professione-non-si-sa, è il portavoce dei centri sociali del nord est che qualche settimana fa, a nome del suo movimento, ha "dichiarato guerra" al vertice dei G8, alla Nato e agli Stati Uniti, con tanto di atto formale inviato all'ambasciata USA; non contento è andato a Bilbao (in aereo, pagato-da-non-si-sa-chi) a prendere contatti con l'ala dura del movimento basco per pianificare le mosse da fare a Genova; è anche un profeta perché ha già previsto che a Genova ci sarà "uno scontro epocale con le forze dell'ordine"; e ancora, domenica scora è andato a Venezia e ha rivendicato una sassaiola contro le vetrate dell'ambasciata svedese che è stata coperta da scritte con vernice rossa (notizie rilasciate dallo stesso Casarini in un’intervista al Corriere della Sera) Cosa c'entra tutto questo con la nonviolenza e la disobbedienza civile? Niente! Sbaglia, e di grosso, chi riconosce dignità politica agli atti teppistici; sbaglia chi accetta come parte del nostro stesso movimento politico chi si sta allenando alla guerriglia urbana e annuncia la "pratica dell'illegalità". Ma come si fa a mettere sullo stesso piano le deliranti dichiarazioni delle Tute Bianche con le profonde analisi di Nigrizia? Il movimento antiglobalizzazione si caratterizza per le sue proposte di una nuova economia, di provvedimenti ambientali, di radicale cambiamento degli stili di vita. Tute Bianche e centri sociali di Casarini hanno invece una visione militare della vicenda, vogliono sfondare i blocchi della polizia, entrare nella zona rossa, impedire fisicamente il vertice. La loro violenza, che chiama e risponde alla violenza della polizia, riduce il dibattito sulla globalizzazione ad una questione di ordine pubblico. Io non so se Tute Bianche e frange estreme dei centri sociali siano solo utili idioti o siano agenti provocatori pagati dai servizi segreti, ma so che in ogni caso non ci può essere confronto politico con loro. Che bello sarebbe se nei giorni del vertice le strade di Genova fossero deserte e la piazza lasciata solo ai reparti di polizia schierati nel confronto con qualche esagitato guerrigliero. Che bello se il vero movimento di critica alla globalizzazione, come chiede anche Beppe Grillo, lasciasse da soli gli otto grandi, mobilitandosi in tutte le piazze di ogni città e paese d'Italia: centinaia di migliaia di manifestanti festosi e colorati a proporre e praticare un'economia nonviolenta. Sarebbe l'unico modo per far fallire davvero il vertice G8 e costringere i paesi ricchi a cambiare rotta. La nonviolenza di Gandhi offre un suggerimento a chi ha ancora qualche dubbio se andare a Genova, magari con casco e scudo, o stare a casa, magari in digiuno e preghiera: ogni volta che sei nel dubbio fai questa prova: richiama il viso dell’uomo più debole e più povero che hai conosciuto e domandati se il passo che stai per fare avrà qualche utilità per lui. Ne otterrà qualcosa? Gli restituirà il controllo sulla sua vita e sul suo destino? In altre parole, condurrà all’autogoverno milioni di persone affamate nel corpo e nello spirito? Allora vedrai i tuoi dubbi e il tuo io dissolversi. (Mao Valpiana , Verona, 20 giugno 2001)
RETELILLIPUT VERONA E G8
Oggetto: INVIATE UN MESSAGGIO AL SINDACO DI
GENOVA
- CONTROLLO TELEGIORNALI Invitiamo a telefonare alle reti televisive per protestare contro informazioni tendenziose sulle manifestazioni di Genova o per chiedere di conoscere le proposte delle associazioni che manifesteranno. I numeri telefonici sono: 199123000 per TG1, TG2 e TG3, e 02694361 per le reti MEDIASET.
- PARTECIPAZIONE
GENOA SOCIALFORUM Chi intende partecipare al Genoa
Social Forum nella settimana dal 16 al 22 luglio e volesse indicazioni per
l'alloggio, può mettersi in contatto con la segreteria della Rete (tel.:
0458009803; e-mail: lilliputverona@tiscalinet.it)
tutti i martedì dalle 16 alle 19, o con la Cooperativa "La Rondine" (tel.:
0458013504), o con Santina (tel.: 0457901283)
- MANIFESTAZIONE
ANTIGLOBALIZZAZIONE A VERONA In occasione della manifestazione di
Genova contro il G8 (sabato 21 luglio) chiediamo a tutte le associazioni
aderenti alla Rete Lilliput di Verona di comunicarci se intendono organizzare, e
con quali iniziative, una manifestazione anti-G8 nella nostra città.
Contattare con sollecitudine la segreteria (tel.: 0458009803; fax: 0458009212;
e-mail: retelilliputverona@tiscalinet.it)
tutti i martedì dalle 16 alle 19.
- PARTECIPAZIONE MANIFESTAZIONE 21 LUGLIO A GENOVA E' prevista la nostra partecipazione alla manifestazione unitaria non violenta del 21 luglio a Genova. Si partirà in pullman alle 6.15 dalla sede della Cooperativa "La Rondine", via Pallone 20. La manifestazione si svolgerà dalle 16.00 alle 20.00 circa; ritorno previsto in nottata. Pranzo al sacco; eventualità di dover percorrere qualche kilometro a piedi prima di entrare in città. Aspettiamo numerosi aderenti e simpatizzanti della Rete (possibilmente con la maglietta-distintivo). Prenotare di persona presso "La Rondine", entro il 7 luglio con versamento della quota di L 40.000 (assicurazione inclusa).
Le principali associazioni laicali e giovanili e le organizzazioni di volontariato di ispirazione cristiana (v. Comitato promotore), "accompagnate" dagli uffici pastorali della CEI, daranno vita a Genova, il 7-8 luglio 2001, ad un incontro nazionale alla vigilia del G8. In vista dell'incontro le associazioni cattoliche hanno preparato un "Manifesto" indirizzato ai leaders del G8 per prendere posizione contro lo scudo spaziale e i rinvii dei protocolli di Kyoto, denunciando i rischi della globalizzazione, battendosi a favore della lotta alla povertà attraverso la remissione del debito estero e la regolamentazione del commercio internazionale, ma anche chiedendo sanzioni contro i "paradisi fiscali" e le speculazioni valutarie internazionali. Il testo del "Manifesto" e altro materiale preparatorio dell'incontro è disponibile sul sito Internet della CEI www.giovani.org, sul quale verranno pubblicati i comunicati stampa a cura dell'Ufficio stampa del Comitato promotore dell'incontro. La manifestazione si aprirà al mattino di sabato 7 luglio con un incontro al Teatro Carlo Felice di Genova nel corso del quale il Card. Dionigi Tettamanzi presenterà i criteri etici che ispirano la dottrina sociale della Chiesa sui temi che saranno affrontati dal G8. Sarà proiettato un video, realizzato a cura della RAI, sulle situazioni nelle quali più gravemente oggi è offesa la vita umana nel nostro pianeta. Dopo alcuni interventi di testimoni autorevoli del Sud del mondo, l'assemblea approverà un "Manifesto" che verrà affidato al Segretario generale del Ministero degli Affari Esteri, Umberto Vattani, perché lo consegni al Governo italiano. L'incontro al Teatro Carlo Felice (in Piazza de' Ferrari) verrà trasmesso in diretta sul sito Internet della CEI www.giovani.org e sul canale in FM della Radio Vaticana "one-o-five live" (FM 105 MHz per la zona di Roma e OM 527 KHz per l'Italia centrale). Nel pomeriggio, dalle ore 15.00 alle 17.30, l'assemblea si dividerà in quattro gruppi di lavoro ("povertà e debito", "commercio internazionale", "conflitti e ruolo delle istituzioni internazionali", "ambiente e rispetto del Creato") presso quattro parrocchie di Genova (Basilica di S. Siro, Basilica delle Vigne, Basilica dell'Assunta di Carignano, Basilica dell'Annunziata), per approfondire i temi affrontati al mattino con l'aiuto di alcuni esperti. Dalle ore 18.00 alle 20.30 si svolgerà un concerto – anch'esso trasmesso in diretta - nel Parco dell'Acquasola con gruppi etnici e rock, curato dai responsabili del progetto "Hope music", con la partecipazione di Gatto Panceri (con Marco Nodari), Open Arms (Gran Bretagna), Migueli (Spagna), Rija (Svizzera francofona), Annodomini (gruppo white gospel), Fifito (Guinea Bissau), Hopen Space (Hope music group). Alle ore 20.30 si terrà una marcia pacifica dal Parco dell'Acquasola fino alla Scalinata al Milite Ignoto ("Caravelle") dove con una veglia di preghiera si concluderà la prima giornata dell'incontro. Domenica 8 luglio, nel corso della trasmissione di RAI 1 "A Sua Immagine" (dalle ore 10.30 alle 12.20), verranno effettuati alcuni collegamenti che riprenderanno la consegna del "Manifesto" al Sindaco di Genova e "testimonianze" sull'incontro delle associazioni cattoliche alla vigilia del G8. Per informazioni di carattere organizzativo e logistico è possibile rivolgersi – dalle ore 16.30 alle ore 19.00 nei giorni feriali - al Centro Pastorale Giovanile S. Matteo (tel. 010/246.74.32 – csmatteo@split.it ). Per comunicazioni urgenti: Don Nicolò Anselmi (tel. ab. 010/32.00.860 – 335/654.61.38)
Comitato promotore: ACLI (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani) - AGESCI (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani) - ANSPI (Associazione Nazionale San Paolo Italia) - AZIONE CATTOLICA ITALIANA - CENTRO SPORTIVO ITALIANO - CENTRO TURISTICO GIOVANILE - CENTRO VOLONTARI SOFFERENZA - CIMI (Conferenza Istituti Missionari in Italia) - COMUNITA’ S. EGIDIO - FOCSIV (Federazione degli Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario) - FRANCESCANE MISSIONARIE DI MARIA - FUCI (Federazione Universitari Cattolici Italiani) - GIFRA (Gioventù Francescana osservanza frati minori) - GIFRA (Gioventù Francescana osservanza frati cappuccini) - GIOC (Gioventù Operaia Cristiana) - GIOVANI PER UN MONDO UNITO (Movimento dei Focolari) - MISSIONARI COMBONIANI - MISSIONARIE COMBONIANE - MISSIONARI DELLA CONSOLATA - MISSIONARIE DELLA CONSOLATA - MISSIONARI SAVERIANI - MISSIONARIE DI MARIA (Saveriane) - MISSIONARI D’AFRICA (Padri Bianchi) - MISSIONARIE NOSTRA SIGNORA DEGLI APOSTOLI - MISSIONARIE DELL’IMMACOLATA - MISSIONARIE MARISTE - MOVIMENTO APOSTOLICO CIECHI –- MOVIMENTO EUCARISTICO GIOVANILE - MOVIMENTO GIOVENTU’ SMALDONIANA - MOVIMENTO GIOVANILE COSTRUIRE - MOVIMENTO GIOVANILE MISSIONARIO - MOVIMENTO GIOVANILE SALESIANO - MOVIMENTO PRO SANCTITATE - PAX CHRISTI - PAPA GIOVANNI XXIII - PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere) - RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO – SALESIANI - SALESIANE (Figlie Di Maria Ausiliatrice) - SCS-CNOS (Servizi Civili e Sociali del Centro Nazionale Opere Salesiane) - SOCIETA’ MISSIONI AFRICANE - SOCIETA’ S. VINCENZO DE' PAOLI - VERBITI
In Sudafrica, la Commissione per la Verità e la Riconciliazione
ha concluso i suoi lavori a fine maggio, con le ultime comunicazioni del gruppo
di lavoro sull'amnistia. E' stata un'esperienza originale e difficile: il
tentativo di dire la verità sulla violazione dei diritti umani che aveva
coinvolto il regime dell'apartheid e gli stessi movimenti di liberazione
coinvolti in una "giusta guerra". I lavori della Truth and Reconciliation
Commission erano cominciati nel dicembre del 1995, sotto la guida del
reverendo Desmond Tutu. Il resoconto di quei lavori, rielaborato, è stato in
seguito pubblicato (in tedesco) nel volume dal titolo Out of The Shadows
("Fuori dall'ombra"), curato dal giornalista sudafricano Shaun Benton. E' a lui
che rivolgiamo alcune domande. Cosa é successo in Sudafrica dopo
il vostro lavoro? Il libro rappresenta uno sforzo collettivo di un
gruppo di sei giornalisti, incaricati dalla Commissione Verità e Riconciliazione
di 'ridurre' il rapporto finale in forma divulgativa. Io ero solo parte del
gruppo guidato da Mandla Langa, membro del comitato esecutivo dell'African
National Congress, un intellettuale indipendente molto autorevole che ora
presiede l'Autorità Indipendente delle Comunicazioni del Sudafrica, quella che
regolamenta l'intero sistema radiotelevisivo, la stampa e la telefonia
cellulare. Il libro è stato pubblicato in tedesco ma non ancora in inglese
perché la Commissione sta per aggiungere una appendice curata dal gruppo di
lavoro sull'amnistia: sarà pronta a fine anno. In paesi come Cile o
Argentina la fase post-dittatura non è stata molto soddisfacente per le vittime,
in termini di verità e giustizia. Quale era lo spazio di agibilità della
Commissione? Considerate in primo luogo che qui la Commissione doveva
avere il potere di amnistia per i singoli soggetti. Nessun altro stato ha
concesso finora un simile potere, para-giudiziario con compiti investigativi, a
un organismo incaricato di scoprire la verità. Di solito, dove è stata
introdotta l'amnistia per proteggere gli autori dall'azione penale circa i
crimini del passato, la formula era incondizionata. La formula sudafricana ha
avuto il vantaggio di far emergere resoconti dettagliati da parte dei
responsabili di passati abusi e dalle istituzioni. E poi, la Commissione aveva
il potere di obbligare a deporre e i poteri di perquisizione e di sequestro, che
sono molto superiori a quelli di altre commissioni analoghe. Questo ha permesso
un'indagine interna molto accurata. Inoltre, il lavoro della commissione
sudafricana a avuto un carattere pubblico. Poche hanno avuto audizioni pubbliche
delle vittime: in Uganda alla fine degli anni '80, ad esempio, ma con pochissime
audizioni. Le commissioni sulla verità latino-americane hanno ascoltato i
testimoni solo in forma privata e l'informazione è stata rinviata solo ai
rapporti finali. In Sudafrica, le audizioni hanno incluso aspetti dell'inchiesta
non percepiti altrove: per esempio, le audizioni istituzionali e speciali hanno
permesso contributi diretti di organizzazioni non governative e soggetti
coinvolti in particolari campi dell'attivismo politico, con un'interazione con
un pubblico non composto da vittime. La commissione sudafricana è stata la prima
a creare un programma di protezione per i testimoni. Questo ha permesso che
fossero rese testimonianze da persone che potevano temere di esporsi. Infine, la
commissione sudafricana è stata la più grande mai esistita in termini di
personale e di bilancio. Nel libro gli autori si riferiscono spesso al
termine "ubuntu" (umanità) in linguaggio africano, una possibile occasione di
ricostruzione di legami tra esecutori e vittime che si sono ritrovati faccia a
faccia durante le audizioni. Crede che la commissione costituisca una soluzione
di tipo africano, in termini pragmatici e psicologici, ai danni del regime
razzista? Io non definirei la Commissione Verità e Riconciliazione una
soluzione "tipicamente" africana ma piuttosto un approccio particolare a una
situazione unica, quella del capitalismo razziale o del colonialismo interno.
Come affermava l'ex ministro della giustizia Dullar Omar di fronte ai membri
della commissione, la Commissione per la Verità e la Riconciliazione era in
sostanza un tentativo di "creare un fondamento morale" per la società del
Sudafrica nel suo insieme, brutalizzata dalla violenza dell'apartheid, con la
popolazione bianca nutrita di bugie per decenni. Ha permesso alla gente nera di
farsi avanti con i loro racconti di miseria, e ai bianchi di scoprire finalmente
come le altre persone avevano vissuto. Anche il processo di amnistia è stato
importante, non una soluzione tipo processo di Norimberga ma una soluzione
tipicamente sudafricana. La questione dell'ubuntu è importante proprio
per questo. La parola è entrata nel linguaggio popolare nel periodo dei lavori
della Commissione ma ha origine dalla lingua xhosa (dunque nella maggior
parte delle lingue parlate in Sudafrica), dal proverbio che suona all'incirca
così: "una persona è una persona per virtù di altre persone". La Commissione è
stata un tentativo di perdono e riconciliazione, un approccio africano alla
riconciliazione tra i bianchi che vivono immersi in una cultura europea, e gli
africani, che vivono con un senso unico di comunità che è sconosciuto in
Occidente. Anche se, è triste dirlo, nonostante la maggior parte dei bianchi
conosca vagamente la parola "ubuntu", pochi comprendono cosa implica realmente
questo concetto.
Devo aggiungere che pochi si sono rifiutati di interagire
con la Commissione per la verità e la riconciliazione - che del resto poteva
costringere legalmente a comparire, dunque negarsi era un'infrazione alla legge.
La Commissione ha in effetti contribuito a curare la società sudafricana - cura
è in questo caso la parola chiave - ma poi ha avuto con l'African National
Congress un strascico un po' triste. La Commissione insisteva sul fatto che le
violazioni dei diritti umani erano state commesse dallo stato dell'apartheid ma
anche da combattenti dell'Anc. Ma questo aspetto veniva considerato troppo
scorretto - forse giustamente da parte dell'Anc, per cui comunque si combatteva
una "guerra giusta". Questo ha dunque chiamato la Commissione a non pubblicare
le violazioni commesse da persone dell'Anc. La situazione è stata affrontata in
maniera credo poco brillante dagli ideologi dell'Anc e questo ha danneggiato
notevolmente il tentativo di "creare una nuovo fondamento morale" - cosa
particolarmente triste proprio perché è venuto dall'organizzazione che aveva
fondato la stessa Commissione. Errori sono stati fatti, errori che ora mostrano
il loro peso se si considera il tipo di stato che il Sudafrica ha riprodotto al
suo interno: dove il razzismo esiste tuttora, dove i bianchi si arricchiscono
più che mai sulle spalle della forza lavoro a basso costo dei neri, e dove il
governo democratico sta diventando paranoico e inondato dai molti problemi come
l'Aids, il crimine e il "complotto". Si può ancora affermare che
questa esperienza sia stata veramente originale e che abbia contribuito a sanare
la situazione? Puoi dirci qualcosa sull'impatto della commissione sulla vita di
esecutori e vittime dell'apartheid? Tutti coloro che avevano commesso
una violazione palese dei diritti umani, come torture, omicidi, durante il
periodo che va dal marzo 1960 al 1994 è stato invitato a fare richiesta di
amnistia. Certamente c'è chi non lo ha fatto, e costoro sono soggetti all'azione
penale anche oggi. Per aver diritto all'amnistia la persona doveva aver commesso
un crimine con un chiaro obiettivo politico in mente, e doveva soddisfare la
commissione sull'amnistia dichiarando tutta la verità rispetto ai delitti
commessi. Molti sostenitori dell'apartheid sono stati amnistiati, altri no,
altri non hanno fatto domanda. Dall'altra parte molti hanno fatto domanda, ma io
ho un amico che ha chiesto l'amnistia per la colpa di non aver fatto abbastanza
per distruggere l'aparthied! Del resto la legge che istituisce la Commissione
guardava ai crimini dello stato dell'apartheid. Quindi alla fine la Commissione
ha avuto un forte impatto sui sostenitori dell'apartheid, costretti a confessare
i loro crimini, e sulle vittime che hanno avuto l'opportunità di vedere in
faccia i loro aguzzini: migliaia di violazioni dei diritti umani sono avvenute
per decenni nelle strade, senza neppure fare notizia. E' stato una grande
momento catartico per le vittime il fatto di essere ascoltate, avere una voce.
Nel contesto sudafricano, in cui si continua a dare valore alla tradizione
orale, il racconto era particolarmente importante. In effetti questa è una
caratteristica unica della legislazione che guidava la commissione sudafricana:
riconosceva esplicitamente il potenziale curativo dei racconti. Le storie non
venivano presentate come argomenti o denunce in una corte di giustizia.
Piuttosto erano un'occasione di chiarezza unica nel dolore del passato del
Sudafrica, spesso toccando i cuori di tutti coloro che le ascoltavano.Offrendo
il luogo dove le vittime potessero raccontare le loro proprie storie nel proprio
linguaggio, la Commissione per la Verità e la Riconciliazione non solo
contribuiva a scoprire gli abusi del passato, ma pure assisteva alla creazione
di una "verità narrativa". Così facendo cercava anche di contribuire al processo
di riconciliazione, assicurando che la verità sul passato includesse la
validazione di esperienze individuali soggettive di persone che erano state
azzittite. La Commissione ha cercato di catturare la registrazione più ampia
possibile delle percezioni delle persone, miti ed esperienze. Ha scelto di
rispecchiarsi nelle parole di Antijie Krog, scrittrice e poetessa sudafricana:
"la strada della ...restaurazione della memoria e della umanità". Quello che uno
storico dell'Università di Oxford, Timothy Garton Ash, percepisce come la via
"più promettente": la vita che offre delle "lezioni di storie" come alternativa
ai processi politici, scoprendo quello che era avvenuto e identificando le
lezioni per il futuro. In questo senso la Commissione per la Verità e la
Riconciliazione ha cercato di scoprire parti della memoria nazionale che erano
state finora ufficialmente ignorate.
Il Centro
SOLARIA per le energie rinnovabili e la permacoltura nell’entroterra di
Ventimiglia organizza il II° Corso teorico-pratico su : “PERMACOLTURA E
AGRICOLTURA SINERGICA NELLA PIANIFICAZIONE DEL CENTRO SOLARIA“ da Lunedì 16 Luglio a Domenica 22 Luglio
2001
Il corso si rivolge a coloro che sono interessati ad una reale coltivazione biologica alternativa e, per i giorni 21 e 22 Luglio, anche a coloro, che avendo già frequentato il primo corso sulla Permacoltura e Agricoltura sinergica a Solaria nel Settembre 2000 desiderano approfondire questi temi ed acquisire ulteriori conoscenze. Domenica 22 Luglio dopo pranzo a Solaria avrà luogo una conferenza aperta a tutti sugli argomenti trattati durante il corso. La Permacoltura è un’agricoltura di sussistenza mirata all’indipendenza dal sostegno industriale; si può definire come il disegno cosciente e il mantenimento di ecosistemi agricoli produttivi che abbiano la diversità, stabilità e resistenza di un ecosistema naturale. Un’ecologia che considera le relazioni, le interazioni e le funzioni energetiche qualcosa di più che non elementi individuali. L’Agricoltura Sinergica è l’azione simultanea di elementi combinati in cui le diverse componenti interagiscono per realizzare una singola funzione : l’autofertilità del suolo tramite coltivazione di ortaggi e cereali. Argomenti del corso: Principi della Permacoltura - Metodologia applicata del posto - Strategie economiche a lungo termine - La riforma agronomica di Masanobu Fukuoka - I principi dell’Agricoltura Sinergica - Tecniche per l’autofertilità del suolo - Coltivazione dei cereali secondo il metodo Bonfils - Gli alberi e gli arbusti - Le api e gli animali multifunzionali - Tecniche di compostaggio - Uso del Biogas – e infine progettazione e realizzazione di un toilet compost (bagno a secco). Relatrice del corso sarà Emilia Hazelip, agricoltrice e insegnante di Agricoltura Sinergica, nata in Spagna, che si è dedicata con ottimi risultati all’applicazione dei principi dell’agricoltura naturale (Masanobu Fukuoka) ai climi Europei. Per ulteriori informazioni e iscrizioni ai corsi rivolgersi all’Associazione Progetti Alternativi per l’Energia e l’Ambiente - PAEA Via Monchio 14 - 42030 Montalto (RE) Tel/Fax 0522 / 60 52 51 E-mail paea@libero.it Sito Web www.paea.it ; oppure al Centro SOLARIA - Casella Postale Solaria - 18037 Pigna (IM) Tel 0328 / 4817529. Portarsi abiti da lavoro, lenzuola e sacco a pelo. La cucina è vegetariana e biologica. (Ass. PAEA-Progetti Alternativi per l'Energia e l'Ambiente)
L'Associazione
PAEA - Progetti Alternativi per l'Energia e l'Ambiente organizza al Centro per
le energie rinnovabili e permacoltura SOLARIA un corso su: COSTRUZIONE DI UN
FORNO SOLARE PER LA COTTURA DEI CIBI dal 6 Luglio al 12 Luglio 2001
Nel corso
teorico/pratico verrà dapprima illustrato il progetto e poi si procederà assieme
alla costruzione del forno solare scegliendo i materiali idonei e valutandone le
caratteristiche e modalità di impiego. Il tipo di forno che verrà costruito è ad
alto rendimento con temperature che raggiungono i trecento gradi e al suo
interno può essere cotto qualsiasi cibo come in un qualsiasi altro forno.
Ingrediente essenziale : una giornata di sole. Alla fine del corso verrà
rilasciato ai partecipanti un manuale per poter realizzare un forno solare come
quello che è stato costruito durante il corso.
Per informazioni ulteriori
: Associazione PAEA Tel/Fax 0522/605251 Email paea@libero.it - Centro Solaria Tel
0328/4817529
«Progetto Sorriso» è l'iniziativa di cooperazione avviata un anno fa a San Bonifacio. Per INFORMAZIONI: progettosorriso@infinito.it . Per versare il proprio contributo ricordiamo che è possibile utilizzare il conto corrente postale di "Progetto Sorriso - El Salvador": ccp numero 21008305 - intestato a: Amedeo Tosi - Chiara Terlizzi. Indirizzo: località Praissola 74/b - 37047 San Bonifacio (Verona) - Causale del versamento: "Progetto Sorriso". Progetto Sorriso invierà tempestivamente quanto raccolto al gruppo di appoggio "Italia-Cuscatlan" di Turbigo (Milano), incaricato per le operazioni bancarie.