La Direzione Didattica 1°circolo - via Fiume San Bonifacio, il C.T.P. (Centro Territoriale Permanente per l’istruzione e la formazione in età adulta) e la F.I.D.A.P.A. (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari – sezione di San Bonifacio) organizzano «CULTURE DAL MONDO» percorso di conoscenza di culture “altre”. Il 23 maggio 2001, ore 20,15 presso la Sala CPL Servizi di via Chiavichetta 3/b (retro scuole elementari via Roma) l'indologa Elisabetta Stinà parlerà sul tema: «Il mondo indiano».
30 maggio 2001 - San Bonifacio (VR) - Il mondo cinese
La Direzione Didattica 1°circolo - via Fiume San Bonifacio, il C.T.P. (Centro Territoriale Permanente per l’istruzione e la formazione in età adulta) e la F.I.D.A.P.A. (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari – sezione di San Bonifacio) organizzano «CULTURE DAL MONDO» percorso di conoscenza di culture “altre”. Il 30 maggio 2001, ore 20,15 presso la Sala CPL Servizi di via Chiavichetta 3/b (retro scuole elementari via Roma) la sinologa Marina Bonomi parlerà sul tema: «Il mondo cinese».
31 maggio 2001 - Verona - Galassia Korogocho
La Coop. La Rondine - Bottega del mondo di Verona organizza un incontro dal titolo: "Galassia Korogocho - gioie e dolori del commercio equo in Kenya" che si terrà alle ore 21 presso la sala del Centro socio-culturale Mazzini (via Biancolini 39/a - Borgo Venezia). Saranno presenti: Luca Palagi (Divisione Progetti CTM-Altromercato); Tito Arunga (Produttore del progetto Ziwa - Kenya).
6 giugno 2001 - San Bonifacio (VR) - Il mondo anglosassone
La Direzione Didattica 1°circolo - via Fiume San Bonifacio, il C.T.P. (Centro Territoriale Permanente per l’istruzione e la formazione in età adulta) e la F.I.D.A.P.A. (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari – sezione di San Bonifacio) organizzano «CULTURE DAL MONDO» percorso di conoscenza di culture “altre”. Il 6 giugno 2001, ore 20,15 presso la Sala CPL Servizi di via Chiavichetta 3/b (retro scuole elementari via Roma) l'insegnante di lingua e letteratura anglosassone, Turlog Galager, parlerà sul tema: «Il mondo anglosassone».
9 giugno 2001 - Verona - Giornata mondiale dell'orgoglio
MANIFESTAZIONE
NAZIONALE
IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE DELL'ORGOGLIO DEI GAY, DELLE LESBICHE,
DEI/DELLE BISESSUALI, DEI/DELLE TRANSGENDER PER L'AFFERMAZIONE DELLA PIENA
CITTADINANZA DELLE PERSONE A PRESCINDERE DALL'ORIENTAMENTO SESSUALE, IDENTITA'
DI GENERE, CULTURA, ETNIA. Obiettivi
della Manifestazione:
1) dare continuità al World pride 2000 individuando obiettivi comuni per i
movimenti dei gay, delle lesbiche, dei/delle transgender;
2) campagna di pressione sullo Stato Italiano affinchè recepisca le Risoluzioni
del Parlamento Europeo e legiferi dando pieno riconoscimento e piena
cittadinanza alle persone con diverso orientamento sessuale ed identità di
genere, riconoscendo loro, così, dopo secoli di discriminazioni, il diritto
all'esistenza;
3) abrogazione delle mozioni del Comune di Verona contro la Risoluzione del P.E.
del 8 Febbraio 1994 sulle pari opportunità delle persone con diverso
orientamento sessuale ed identità di genere nella U.E.;
4) ribadire la libertà di tutte le donne, comunitarie ed extracomunitarie, con
il diritto all'autodeterminazione, alla pienezza di diritto sul proprio corpo e
con l'assoluta libertà nella scelta di stili di vita;
5) elaborare un sistema di normative atte a migliorare e garantire la qualità
della vita delle persone transessuali e transgender.
Inoltre:
a) per fermare la violenza, i razzismi e tutte le forme di discriminazione,
dando una risposta forte alle vecchie e nuove destre in tema di diritti e di
identità sessuale e di genere;
b) per dire basta con tutte le clandestinità: per piena cittadinanza di tutti e
di tutte;
c) per costruire un percorso comune di rivendicazione dei diritti umani con le
persone immigrate e con tutte le realtà escluse dalla piena realizzazione nella
società.
GRUPPI
PROMOTORI
Circolo Pink centro di iniziativa gay e lesbica di Verona; Arcigay Pianeta Urano Verona; Drastica… mente Circolo Lesbico Padova; Circolo di iniziativa omosessuale Tralaltro Padova; Dedalo gay e lesbico Arcigay Venezia; Azione Gay e Lesbica Firenze; Zephiros Associazione Culturale Gay e Lesbica Genova; Liberipuntotutti Associazione gay e lesbica Genova; Crisalide Arcitrans Genova; Circolo Gay e Lesbico Maurice Torino; Informagay Torino, Rete dei GLO Gruppi di Liberazione Omosessuale di Rifondazione Comunista; CIG Centro di Iniziativa Gay Arcigay Milano; Forum delle donne di Rifondazione Comunista, CODS Toscana; CODS Lombardia, Socialismo Rivoluzionario Toscana, Veneto e Lombardia, Circolo Mario Mieli Roma; Arcitrans Libellula 2001 Roma; Open Mind Centro di Iniziativa Gay/Lesbica/Transgender Catania, ArciTrans Nazionale, MIT Movimento Identità Transessuale; Coordinamento Laico Antirazzista Cesar K Verona.
Concentramento manifestazione: Stazione di Porta Vescovo ore 14.00
Segreteria manifestazione c/o Circolo Pink - centro di cultura e iniziativa gay e lesbica Verona - Via Scrimiari 7 - 37129 Verona Tel. e Fax. 045-8065911 - Per informazioni: www.mariomieli.org/pinkverona www.urano.it - www.ecn.org/porkospino - www.ecn.org/glomilano - www.mariomieli.org - Per adesioni: adesioni@urano.it - adesionipink@tiscalinet.it
Comune di San martino Buon Albergo (VR)
ITINERA: IL RESPIRO DEL TEMPO
TOUR POETICO SPETTACOLARE NELLE PIAZZE E NELLE CORTI DI SAN MARTINO BUON ALBERGO
Direzione artistica di Nicola Dentamaro
Ideazione A.C.T.OR.
di Verona
Con il patrocinio della Regione Veneto
Tutti gli spettacoli in programma sono ad ingresso gratuito
INTERVERRANNO:
Mario Lonardi (Sindaco
di San Martino B.A.)
Ermanno Serrajotto (Assessore regionale alle
Politiche per la Cultura e l'Identità Veneta)
Piero Piazzola
(Giornalista e storico)
Egidio Zusi (Assessore alla Cultura di San
Martino B.A.)
Nicola Dentamaro (Actor)
PIAZZA DEL POPOLO Domenica 27 Maggio ore 10.30
“SOGNI VAGABONDI”
Sogni vagabondi è uno spettacolo che prende vita in rapporto
alle particolari caratteristiche dei luoghi che lo ospitano.
Si tratta
di una raccolta di immagini "cordiali" tratta dagli spettacoli che il Teatro
Tascabile di Bergamo ha prodotto nel corso della sua lunga carriera
artistica. La rappresentazione consiste in una vivace parata con
mu-siche popolari italiane suonate dal vivo dagli attori-musici, e intervallata
da scene giocose, che si snoda per le vie delle città e dei paesi che la
ospitano.
Sullo sfondo di questo popolare arazzo sonoro itinerante si
intrecciano i giochi d’abilità, le danze acrobatiche sui trampoli, le sorridenti
sorprese e i virtuosismi cordiali degli attori, a stretto contatto con il
pubblico che li accompagna o assiste da finestre e balconi. Il TTB è considerato
fra i più autorevoli rappresentanti contemporanei del "Teatro di strada"
PIAZZA GARIBALDI Domenica 3 Giugno ore 21.30
“QUIJOTE!”
Non ridiamo più di lui/Il suo blasone è la pietà/Il suo vessillo
è la bellezza/
L’unica cosa che conta/E’ il suo essere gentile/Generoso e
puro/Solitario e valoroso
Il fatto che balza immediatamente agli occhi
leggendolo, é che il romanzo di Cervantes suscita e provoca un riso crudele: il
vecchio che impazzisce (a furia di immergersi nella lettura di racconti
epici) ed il suo maleodorante scudiero, furono infatti creati per essere facile
bersaglio di scherzi di fine crudeltà. Ma, se si approfondisce, accantonando lo
spasso castigliano, si riesce ad interpretare la storia in un senso satirico
assai diverso: un’anima generosa e amabile, piena di spirito d’avventura e
capace di stupore, in un mondo volgare e antiromantico finisce per passare per
folle. Cervantes, dunque, attraverso il paradosso, mette una società di fronte a
se stessa (il folle viaggiatore è uno specchio deformante ed
implacabile!).
La traduzione scenica del viaggio letterario, lo spettacolo –
che non si limita a riprodurre il testo –, scavando in profondità nelle figure e
nei fatti descritti, cerca e trova dunque un’identificazione positiva con don
Chisciotte, producendo allo stesso tempo divertimento e riflessione, in
una girandola pirotecnica e dionisiaca di situazioni teatrali e colpi di
scena.
Località CAMPALTO - CORTE PELLEGRINI Sabato 9 Giugno
ore 21.30
“LA CORTE DI LUNAS”
I Braul di San Martino di Campagna – in Carnia “il Braul” era un
folletto malefico che si divertiva ad impaurire i montanari con
scherzi –riprendono in parte il repertorio del leggendario Giorgio Mainero
(ecclesiastico di origini scozzesi che visse prima a Udine e in seguito ad
Aquileia, dove divenne “maestro di cappella” e dove compose numerosi canti
divenuti nel tempo molto popolari), rivisitandolo senza togliere nulla del
fascino e del mistero peculiari di questi brani.
Il concerto “LA
CORTE DI LUNAS” è una rilettura di quell’immenso patrimonio di canti, danze,
storie della civiltà friulana, avvolti in un’aura incantevole di mistero, in
grado di farci viaggiare in epoche da sogno e in luoghi magici della
memoria.
E’ un omaggio imperdibile ad un popolo e ad una cultura cari
e molto amati dalla musica popolare italiana.
Tra i sei musicisti in
scena l’interplay è sempre in atto, con un equilibrio nell’amalgama delle
sonorità che è frutto di un lungo lavoro di ricerca e studio nonché di profonda
amicizia e “comunione” culturali.
I Braul sono uno dei tasselli più
importanti della rinascita della tradizione musicale friulana ma anche un
complesso di grande caratura, in grado di esibirsi in Europa e non solo.
MARCELLISE-VILLA GIRASOLE (GIREVOLE) Sabato 16 Giugno ore
21.30
“ESTAMPAS CUBANAS”
La musica solare di Cuba, sintesi di ritmi africani e della
sensualità e raffinatezza della cultura spagnola, i rituali del culto lucumi,
praticato dal popolo nero e meticcio, sono i contenuti di un viaggio nella
cultura popolare del popolo caraibico a cui invitano Renata Mezenov Sa e Milvys
Lopez Humen.
“ESTAMPAS CUBANAS” è uno spettacolo-concerto dove brani
tradizionali cantati si alternano a poesie, racconti, coreografie e soli di
chitarra. Cuba, “la perla del Caribe”, è da sempre una sorta di mitico crocevia
di razze, tradizioni e culture.
Le due cantanti, attrici e danzatrici si
incontrano per rievocare le loro radici portando in scena suoni, melodie, poesie
e danze di Cuba bianca, negra e mulatta. Renata e Milvys,
forgiatesi alla rigorosa scuola d’Arte drammatica cubana, da circa dieci anni
vivono e lavorano in Italia dove sono apprezzate per i poliedrici talenti e per
l’indiscutibile carismatica presenza scenica.
In occasione del concerto
verrà presentato il CD di musica e canti della tradizione cubana (e non solo)
dal titolo “PARA PILAR”, realizzato negli scorsi mesi da Renata Mezenov
Sa, prodotto e distribuito da M.A.P. – Milano ITALY.
PIAZZA DEL CAMPAGNOL (Borgo della Vittoria) Sabato 23 Giugno
ore 21.30
“FIESTA”
“FIESTA” è una parata che si inserisce scenograficamente nella
recente tradizione italiana per alcuni aspetti (uso dei trampoli, delle
percussioni, della musica...), e ne rispetta per così dire, la scansione
classica: richiamo, trasferimenti, soste per le scene.
Lo spettacolo
nasce da un'idea "intorno a" un racconto di Gabriel Garcia Marquéz
(L'incredibile e triste storia della candida Erendira e della sua nonna
snaturata), e questo spiega la scelta di usare costumi allusivamente
sudamericani. Ma se ne è distaccata progressivamente, proprio per quel processo
naturale che è una componente del nostro lavoro artistico, e che ha portato nel
tempo a privilegiare certi aspetti e ad accantonare scelte fatte in
precedenza. Oggi questo è uno spettacolo molto agile, dai meccanismi
oramai consolidati, parlato in un dialetto maccheronico simile a una sorta di
grammelot che lo rende comprensibile a tutti. Un dialetto come linguaggio nostro
che ci consente delle complicità e delle fughe nel "modo di dire" che è spesso
battuta comica.
E infatti questa parata - se, come detto in apertura,
si inserisce nella tradizione italiana - presenta alcuni aspetti non consueti, e
prima fra tutti quella voglia di divertire e di divertirsi, di giocare pur se
con il massimo rigore interpretativo, che trasforma questo spettacolo dal
racconto di una storia in un incontro - festa col pubblico.
MARCELLISE – VILLA ORTI-MANARA Venerdì 29 Giugno ore
21.30
“LASCIATEMI VIVERE”
Grazia De Marchi, attraverso le parole che Marco Ongaro ha
scritto per lei e su di lei, con il recital “Lasciatemi vivere” si racconta,
liberando il suo corpo-memoria da sedici variopinti veli poetici (chiamateli
pure canzoni) tessuti col prezioso filo della sua non comune vita di donna
impegnata (!), di guerriera indomita e passionaria, di amante tenera e
spregiudicata, di madre sorella amorevole… Sì, Grazia canta
canzoni che interpretano e disvelano dettagli di vita (“Una vita è tutte
le vite. Una donna è tutte le donne.") così intimi da divenire umanamente
universali e per questo semplicemente commoventi.
Con impudico coraggio, la
sua voce divenuta calda e accogliente come non mai ci racconta del suo passato e
del suo presente più toccante. Con maturo distacco, ci accompagna in un quieto
viaggio interiore, attraverso il quale riconosciamo, rispecchiandoci, il suono
stesso dei nostri passi. E poi la musica, composta, arrangiata ed eseguita con
penetrante rigore da entusiasti musicisti, amici per e della pelle di quella dea
popolare che è la Grazia: vibrante e finale colpo di vento che ci consente
finalmente di scrivere che la Regina è nuda!
INFORMAZIONI UTILI
In caso di maltempo:
“SOGNI VAGABONDI” (Domenica 27 Maggio) verrà posticipato l’orario di inizio
e se le condizioni sfavorevoli permarranno la Compagnia effettuerà un’azione
spettacolare presso il Teatro “E. Peroni”; “QUIJOTE!” (Sabato 2 Giugno) e
“FIESTA” (Sabato 23 Giugno) verranno rimandati al giorno successivo; “CORTE DE
LUNAS” (Sabato 9 Giugno), “ESTAMPAS CUBANAS” (Sabato 16 Giugno) e “LASCIATEMI
VIVERE” (Venerdì 29 Giugno) verranno trasferiti la stessa sera (prevedendo un
breve ritardo) presso il Teatro “E. Peroni”.
romano.prodi@cec.eu.int
Onorevole Presidente,
giunge in questi giorni l'orrenda notizia della strage di migliaia di cani randagi,
avvenuta nella città di Bucarest dietro ordine delle autorità locali che ormai hanno messo in atto una
vera e propria campagna di soppressione degli animali nella capitale rumena, sottoponendoli
alle più inaudite torture.
Siamo consapevoli delle gravi difficoltà in cui quel Paese si trova, con condizioni di vera indigenza
per molti, soprattutto per bambini e anziani. Tuttavia, nel prendere atto con sgomento della strage
indiscriminata che le autorità hanno attuato, La preghiamo di considerare con la dovuta attenzione
l'opportunità che un Paese capace di effettuare tale massacro di animali possa entrare a far parte
dell'Unione Europea.
Il sangue della terra.
Quello che segue è un articolo scritto da Maurizio Pagliassotti, tornato di recente da un periodo passato presso la popolazione UWA.
Il mondo all’inizio del mondo probabilmente assomigliava quest’angolo sperduto delle Ande colombiane; con questo verde intenso, questi rumori assordanti di natura, questa pioggia incessante, questo buio della notte, questi fiori eccentrici e questi animali schivi e solitari. E forse, gli abitanti assomigliavano ad un popolo come gli U’wa. Un popolo indigeno della Selva Colombiana che da secoli, o forse millenni, ha compreso che una specie vivente, qualunque grado di coscienza e conoscenza abbia sviluppato ha come scopo principale della propria esistenza la salvaguardia dell’ambiente in cui vive, per le generazioni future. Nessun animale, escluso l’uomo, distrugge l’habitat in cui vive. Nessuno. Il territorio U’wa è un luogo ove l’equilibrio tra uomo e natura è intatto. Un equilibrio che permette a questa antichissima popolazione di vivere nell’abbondanza materiale e spirituale, e di preservare un ambiente considerato dalla comunità scientifica internazionale come il secondo polmone mondiale di biodiversità. Prima di raggiungere il territorio ancestrale della comunità bisogna passare da Cubarà, piccolo centro sorto nei decenni passati, quando a colpi di ruspe, vangelo e fucile il territorio originario degli U’wa venne decimato da un milione e mezzo di ettari a poco più che un fazzoletto di terra. Furono quelli gli anni del “desarollo”, dello sviluppo, in cui la foresta si trasformava in pascolo, in petrolio, in miniera. Qui, a Cubarà, siamo all’estrema propaggine della “civilizzazione”, con le auto, internet e l’asfalto. Da qui in avanti inizia il mondo degli U’wa. Un mondo che il business globale vuole smantellare, forse anche per distruggere una cultura così ingombrante per l’occidente che, dopo essersi eletto unico portatore del verbo, ha deciso deliberatamente che la razza umana finirà. La selva è immensa, sembra che non abbia una fine, ti pervade e ti schiaccia. E’ un muro verde nella quale ci si può aprire un passaggio solo a colpi di machete, con la certezza che dopo un paio di giorni quella via sarà scomparsa, nuovamente inglobata dalla natura. Questa impressionante dimostrazione di forza rende chiaro quanto sia un problema esclusivamente umano, nel medio e lungo periodo, quello della crisi ambientale. Noi abbiamo deciso di distruggere l’ambiente umano, non la natura. Da cinquecento anni la storia si ripete. Qui giunsero i colonizzatori che con la pistola pistola e la croce sterminarono milioni di uomini, donne e bambini. Lo sterminio prese diversi nomi nel corso della storia: dapprima fu la “civilizzazione” dei conquistadores, poi “l’evangelizzazione” dei missionari ed in ultimo il “progresso economico e sociale” delle “civiltà occidentali. Quante parole inventate per giustificare la volontà pura e semplice di impossessarsi delle immense ricchezze presenti in questa zona ed in tutto il Sud America. Oro, uomini, petrolio. La maledizione che colpisce da 500 anni “lamerica” ha questi nomi. Ma chi sono gli U’wa? Gli U’wa sono un popolo di seimila persone che non vuole essere venduto. Perché la maledizione ha colpito anche loro. Il loro territorio ancestrale è ricco di petrolio o ruria, come loro lo chiamano. Dicono che Sira, la madre Terra, stia soffrendo per i danni che l’uomo bianco le sta infierendo. Ma noi ci sghignazziamo sopra. Dicono che la ruria sia il sangue della terra e se estratto la terra morirà. Quando sentii queste storie sorrisi. Pensai alle dispute fra politici, scienziati, giornalisti sul riscaldamento globale, sul ruolo che hanno i combustibili fossili nell’aumento della temperatura atmosferica….. Eppure loro sono dei selvaggi. Loro sono quelli che non usano il telefono o la televisione, che non hanno internet. E noi siamo invece quelli che hanno sviluppato la tecnologia scientifica.Noi abbiamo il diritto di sterminali, di educarli, di piegarli. Loro sono diversi, non possiamo permettere che insieme a noi viva questo gruppo di sub umani.Non possiamo permettere che ci sbattano in faccia la cruda verità, cioè che la nostra cultura è distruttiva a brevissimo termine, che quando prendiamo l’automobile ci rendiamo complici di un genocidio, che la tecnoscienza poggia su basi fragili, ed alla fine, sulla questione della conservazione della specie non sa fare altro di meglio che scopiazzare ciò che dei selvaggi predicano. Natale è il periodo più bello dell’anno. Tutti ci sentiamo buoni, facciamo tanti regali, facciamo beneficenza, e poi ci sono le luci a festa per le vie, la frenesia delle compere e se si è fortunati la neve per una bella sciata. Tre mesi di consumo petrolifero nel periodo natalizio del solo mercato statunitense. Gli U’wa e il loro territorio saranno devastati per questo. Queste le previsioni più ottimistiche sull’estrazione petrolifera che la multinazionale americana Occidental Petroleum, meglio conosciuta come OXY, vuole eseguire. “I soliti paranoici eco-ortodossi”, penserà qualcuno. A pochi chilometri da Cubarà la OXY negli anni passati è già andata ad estrarre petrolio presso la Laguna di Lipo. La laguna attualmente è una discarica a cielo aperto e gli indigeni che vi abitavano, gli Huabibas, sfollati dai paramilitari, sono divenuti un branco di alcolizzati che sopravvive nella bidonville di Saravena. Il primo pozzo che la corporation statunitense ha costruito in territorio U’wa si chiama Gibraltar One. Un luogo di frontiera quindi, e non potrebbe essere altrimenti. Le famiglie indigene, trentaquattro, che abitavano in questa zona sono state caricate con la forza sugli elicotteri dall’esercito e sono state portate via. Così funziona la vita in Colombia, paese dove non esiste lo stato di diritto. Esistono invece i paramilitari, due guerriglie, l’esercito, la milizia; tutti soggetti che quotidianamente si scannano in una guerra civile che sembra finta, artefatta, costruita a tavolino per rendere più semplice il processo di sfollamento dei milioni di uomini che osano vivere dove devono essere costruiti i megaprogetti strutturali voluti, pretesi, imposti, dal potere economico internazionale; pozzi petroliferi, dighe, autostrade, ferrovie, miniere, bacini idrici per l’acqua potabile. Quando arrivi al pozzo, dopo mille controlli, attese allucinanti, perquisizioni, domande fatte dagli ufficiali dell’esercito posto a guardia del sito la testa rimane vuota, imbambolata. Alzi lo sguardo e vedi a cento metri da te, e quindi dal pozzo, una casa indigena con una famiglia. Vivono nel fetore e nel rumore assordante. Pensi: “ma non possono spostarsi, scappare da questo inferno”? Resistono, nella puzza, nel rumore, con a cento metri un pozzo pertrolifero che martella e martella senza fermarsi mai. Ed è solo silenzio, non c’è nessuna domanda da porre. Anche perché le domande cominciano a essere poste alla propria coscienza di uomo occidentale. Si sono opposti in tutti i modi gli U’wa. Hanno alzato le barricate lungo le strade, hanno condotto battaglie legali, hanno richiesto l’aiuto della società civile occidentale. Ma il pozzo è stato fatto. Non è stato difficile per la OXY sventrare una montagna, far “desplazare centocinquanta persone ed iniziare le perforazioni. E’ intervenuto l’esercito con il Battaglione d’assalto 53 e tutto è filato liscio. Il tutto in un assordante silenzio e del Governo Colombiano e dei media occidentali. E allora dato che tutto appariva perso gli U’wa hanno minacciato un suicidio collettivo. Lo hanno già fatto al tempo dei conquistatore s e della loro furiosa corsa all’oro ed alla plata. Il mondo ha conosciuto questa minaccia ed ha incominciato a vergognarsi un po’. E’ nato un fronte di solidarietà molto forte, i giornali hanno dedicato ampio spazio alla lotta disperata degli U’wa, soprattutto negli USA. La battaglia si è inasprita dopo il brutale assassinio a Cubarà degli antropologi Terry Freitas, Ingrid Washinatowak e Laheane Gay schierati al fianco degli indigeni, da parte della guerriglia FARC legata a doppio filo con gli interessi delle multinazionali operanti in Colombia ed in particolare con la OXY. L’impianto si deve fare, gli U’wa devono essere cacciati e chi si intromette in questa storiaccia paga con la vita. Questo il messaggio. Ma il coraggio mosso dalla disperazione è cieco ed incontrollabile. E’ partita una campagna internazionale di raccolta fondi, i Verdi Italiani si sono impegnati direttamente mandando in territorio indigeno commissioni di osservatori, le manifestazioni e i tour di sensibilizzazione di susseguono. E la resistenza di quella famiglia con il pozzo a cento metri si è trasformata in una furiosa lotta globale che coinvolge migliaia e migliaia di soggetti: associazioni, giornali, indigeni di tutto il mondo, istituzioni religiose, sindacati, movimenti studenteschi, singoli uomini e donne. A Settembre nel territorio ancestrale, si svolgerà un Tribunale Popolare, dove converranno delegazioni di tutti i popoli indigeni del continente americano, una miriade di soggetti sociali di tutto il mondo, giornali e televisioni. Quando ci si trova nel territorio ancestrale in mezzo a questa selva che ti sovrasta, a confronto con una cultura che osa proporre l’uomo tra cento, mille, diecimila, centomila anni, capisci che questa non è la lotta limitata a seimila persone ed a un fazzoletto di pianeta.Questi uomini ci stanno proponendo una soluzione agli insormontabili problemi che abbiamo creato. Dice un passo del testamento U’wa: “Se l’uomo agisce con cattive intenzioni, presto o tardi, finirà con il bere il veleno del suo proprio fiele, perché non si può tagliare un albero senza che muoiano le foglie…..Per questo, quando i nostri siti sacri saranno invasi dall’odore dell’uomo bianco, sarà vicina la fine non solo degli U’wa, ma anche del Riowa (bianco). Quando egli avrà sterminato l’ultima tribù del pianeta, prima di incominciare a contare i suoi genocidi, gli sarà più facile cominciare a contare i suoi ultimi giorni….. Ogni specie estinta è una grave ferita per la vita e lascia posto alla sopravvivenza. Forse, prima la cupidigia si impietosirà dell’uomo bianco, prima gli permetterà di vedere la meraviglia del mondo e la grandezza di un universo che si estende più in là del diametro di una moneta.” Gli U’wa sono soliti dire che ogni inizio ha una fine. Non è solo un popolo indigeno che vuole opporsi ad un concetto di sviluppo devastante. Se il progetto di estrazione petrolifera della OXY verrà attuato, il mondo alla fine del mondo assomiglierà anch’esso questo sperduto angolo della cordigliera andina, con i suoi pozzi petroliferi, l’inquinamento generalizzato, le stagioni delle piogge che sono diventate miti e poco piovose, i paramilitari, le guerriglie e un popolo che lotta per salvare se stesso e inconsapevolmente, ma nemmeno troppo, noi tutti. (Maurizio Pagliassotti)
“LA
CONDIZIONE GIURIDICA DELLO STRANIERO”
Seminario di studi - Verona, giugno 2001
PROGRAMMA: | |
Ø
Sabato
2 Giugno:
|
Nozioni
di diritto comunitario. Disciplina
dell’ingresso e del soggiorno nel territorio dello
Stato. |
Ø
Sabato
9 Giugno: |
Disciplina
del lavoro e dei diritti sociali degli
immigrati. |
Ø
Sabato
16 Giugno: |
L’immigrazione
irregolare e l’allontanamento
dal territorio dello Stato. Diritto all’unità familiare e
condizione del minore straniero. Cittadinanza.
|
Ø
Sabato
23 Giugno: |
Accesso
ai servizi pubblici e rapporto con le istituzioni. Competenze degli enti
locali. |
Le
lezioni saranno tenute da giuristi dell’ASGI (Associazione Studi Giuridici
sull’Immigrazione) |
Iniziativa
del CESTIM, Centro Studi
Immigrazione, in collaborazione con l’ASGI, Associazione Studi
Giuridici sull’Immigrazione, e l’OGI, Osservatorio Giuridico
sull’Immigrazione di
Treviso |
ØIl
seminario si svolgerà nelle giornate indicate, secondo il seguente orario:
al mattino dalle 10.00 alle
13.00; al pomeriggio dalle 14.30 alle 17.30
Ø
Saranno ammessi 30 partecipanti, sarà rilasciato un attestato di
frequenza
Ø
Il costo di partecipazione sarà di Lit. 100.000, comprensivo del materiale
didattico
Ø
La sede di svolgimento sarà presso il CESTIM, Via San Michele alla Porta, 3
(ponte della
Vittoria), Tel. 045/8011032
- Fax 045/8035075 - e-mail cestim@tin.it
Ø
Le domande di adesione potranno essere inviate al CESTIM via fax o
e-mail
Ø
Termine per l’iscrizione mercoledì 30
maggio 2001
Ø Per ulteriori informazioni rivolgersi al CESTIM, Tel. 045/8011032
Questo seminario rientra nelle attività dell’Osservatorio Veronese sulla Discriminazione - Numero Verde 800772288
Come molti di voi sapranno nei mesi scorsi siamo stati molto impegnati nella raccolta di generi di prima necessità destinati alle popolazioni terremotate del Salvador. Abbiamo contribuito, grazie al vostro aiuto, a rendere possibile l’invio con la nave di due container di materiali, giunti a destinazione in questi giorni. Vi porgo il più sentito ringraziamento da parte degli amici volontari che operano nel Paese del Centro- America. I volontari del Ser.Co.Ba sono impegnati, oltre che nella distribuzione equa degli aiuti, anche nella riorganizzazione delle attività con-e-per la gente. Si sta organizzando la ricostruzione delle "case", rase al suolo dalla furia dei terremoti, che oltre ai mattoni ha abbattuto una popolazione già in seria crisi... L’appello che ogni volta conclude le telefonate con chi opera laggiù è sempre lo stesso: "Non dimenticateci!". E vi assicuriamo che fa rabbrividire sentirselo ripetere con dignità mista a disperazione. «Progetto Sorriso», nel suo piccolo, comunque non abbandona, anzi. Vogliamo continuare a perseguire gli obiettivi di sempre. In particolare ci sembra doveroso dire il nostro "sì" alle richieste che i fondi che d’ora in poi saranno raccolti vengano destinati per le priorità, ovvero al finanziamento delle attività dei promotori-animatori, indispensabili supporti psicologici per le comunità e factotum preziosi e instancabili. Chi di voi non l’avesse ancora fatto, è pregato di comunicarci la propria casella di posta elettronica, in modo da poter dialogare con maggior facilità e tempismo. Nel salutarvi, vi ringraziamo di cuore per il vostro importante segno di solidarietà, e vi invitiamo, se possibile, ad essere voi stessi promotori di questo piccolo-grande progetto, comunicandoci i nominativi di altre persone sensibili. A presto! Un saluto di Pace e Gioia! (Amedeo Tosi - Chiara Terlizzi)
Per versare il proprio contributo ricordiamo che è possibile utilizzare il conto corrente postale di "Progetto Sorriso - El Salvador": ccp numero 21008305 - intestato a: Amedeo Tosi - Chiara Terlizzi. Indirizzo: località Praissola 74/b - 37047 San Bonifacio (Verona) - Causale del versamento: "Progetto Sorriso". Progetto Sorriso invierà tempestivamente quanto raccolto al gruppo di appoggio "Italia-Cuscatlan" di Milano.