15/03/01 - San Bonifacio
(Verona) - L'inizio della vita umana
Giovedì 15 marzo 2001, ore 20,30, presso la Sala civica "Barbarani" (via Marconi - San Bonifacio), il Movimento per la Vita in collaborazione con la Parrocchia di S.Abbondio organizza una tavola rotonda sul tema: "L'inizio della vita umana e nuove responsabilità etiche" (fertilità, clonazione, pillola del giorno dopo, fecondazione artificiale). Relatori: dottor Bruno Mozzonega (ricercatore in Ginecologia presso l'Università di Padova) e prof. don Renzo Pegoraro (docente di Bioetica e segretario della Fondazione Lanza). Moderatore: dottor Ulisse Drago.
15/03/01 - Verona - CHIESA E POVERI
Giovedì 15 marzo, ore 21, presso il teatro don Mazza di Verona (via Madonna del Terraglio), Mons. Luigi Bettazzi (già padre consiliare e presidente di Pax Christi) tratterà il tema: "Chiesa e poveri". Introduce il giornalista Giancarlo Zizola
15/03/01 - Verona - Messico
Giovedi 15 Marzo, ore 20.30, Scuola Carducci (Via Betteloni - zona Borgo Venezia "vecchia" - Verona) incontro sul tema: " Messico: oltre la ruta Maya " a cura di Silvano Dalla Valentina di "Spazio Natura". Verrà inoltre presentata una esperienza di volontariato internazionale in Messico. La serata è organizzata dal Centro Territoriale Permanente di Educazione Eta' Adulta in collaborazione con la 6 Circoscrizione e il Coordinamento Turismo Responsabile Verona nell'ambito della rassegna " C'E' MONDO FUOR DI QUESTE MURA" dedicata alla memoria di WALTER PEDROTTI.
16/03/01 - San
Bonifacio (Verona) - Parole e immagini dalle Alpi alla Groenlandia
Venerdì 16 marzo 2001, ore 21, presso la Sala civica "Barbarani" (via Marconi - San Bonifacio) il Club Alpino Italiano organizza una serata culturale sul tema: "Parole e immagini dalle Alpi alla Groenlandia" di Mario Baumgarten.
17/03/01 - Verona - le vecchie idee delle nuove destre
SABATO 17 MARZO, ORE 15.30, SALA ELISABETTA LODI (Corte del Duca – Via S. Giovanni in Valle – Verona) si terrà un incontro organizzato dal Coordinamento laico antirazzista "Cesar K." sul tema: “A VOLTE RITORNANO, LE VECCHIE IDEE DELLE NUOVE DESTRE, CONTRIBUTI PER UN PENSIERO ED UNA PRATICA ANTIFASCISTA”. Questo il programma: ore 16.00 - LA MEMORIA TRADITA - Trame e connivenze del neofascismo italiano Mario Coglitore – è studioso dei fenomeni di estrema destra e neonazismo, collaboratore di alcune riviste, saggista; ore 17.00 – “I FANTASMI DI WEIMAR” - Il fascismo rivoluzionario, tra storia e presente Marco Rossi - è ricercatore, saggista, collaboratore della rivista “Materiali di Storia”; ore 17.45: pausa; ore 18.00 - “FORZA NUOVA: UNA BANDA IN ASCESA NEL CAMPO DELLA DESTRA RADICALE” Da Terza Posizione ad oggi. Caratteri e storia di un’organizzazione in bilico da sempre tra integralismo cattolico e neonazismo Saverio Ferrari - dell’”Osservatorio democratico di Milano sulle nuove destre”, collaboratore di alcune riviste tra cui “Liberazione”, “ll Ponte”, “Il calendario del popolo”; ore 21.00 CENA DI AUTOFINANZIAMENTO AL CIRCOLO PINK (via Scrimiari 7).
23/03/01 - Vicenza - Giancarlo Caselli
Giancarlo Caselli parlerà in merito al tema: "Vivere il carcere". L'incontro, organizzato da Libera Vicenza, dalla Società Generale di Mutuo Soccorso, dalla Provincia di Vicenza e dal Comune di Vicenza, si terrà presso l'Auditorium dell'I.T.G. "A. Canova", Viale Astichello 195 (Vicenza), ore 20,30.
24/03/01 - Venezia - L'Acqua
Sabato 24
Marzo 2001 presso il Monastero San Nicolò – Riviera S.Nicolò (Lido di
Venezia), si terrà la 1° convention “aderenti” Contratto Mondiale dell’acqua,
in occasione della Giornata
Mondiale dell’Acqua. Tema: L’ACQUA : PRIORITA’ DELL’AGENDA POLITICA ITALIANA
Programma
dei lavori: Ore 10.00 - Saluto introduttivo a cura del Comitato Italiano-
Autorità – ASPIV; Ore 10.15 - L’agenda dell’acqua oggi : bene comune o merce,
diritto umano o bisogno ! Interventi : Riccardo Petrella - Presidente Comitato italiano Contratto
Mondiale sull’acqua ;Danielle Mitterand - Presidente Comitato Francese Contratto
Mondiale sull’acqua. L’acqua in Italia : “cenerentola” della politica italiana. Intervento
di Domenico Luciani – Presidente
Centro Civiltà dell’Acqua. Ore 13.00 - Pausa pranzo; Ore 14,30 - Ripresa dei
lavori . Il Manifesto per un Contratto Mondiale dell’acqua : quali priorità per
l’agenda politica italiana in vista degli appuntamenti internazionali? Ore 15.00 - Avvio dei
Gruppi di lavoro: Gruppo I : Il ruolo e le proposte dei Comuni e
delle Aziende di servizio pubblico Coordinatore : Emilio Molinari –
Vicepresidente Comitato italiano (seminario per Amministratori, Aziende, Enti
locali e Consorzi etc); Gruppo II :
Il ruolo e le proposte dei
cittadini e dei consumatori
Coordinatore : Ciro Pesacane – Vicepresidente Comitato italiano (seminario per
Associazioni, ONG, Associazioni consumatori etc); Gruppo III : Il ruolo e le proposte delle forze
politiche e sociali . Coordinatore :
Riccardo Petrella -
Presidente Comitato italiano
(seminario per Assessori,
Politici, Comitati “acqua”, Docenti Universitari). Ore 17.00 -
Termine lavori gruppo. Ore 17.15 - Presentazione dei risultati dei Gruppi a cura
di Riccardo Putrella. Ore 17.30
- Messaggio della giornata:
intervento di Beppe Grillo . Ore
18.30 - Chiusura dei lavori. Informazioni: Comitato italiano Contratto
Mondiale sull’Acqua - Sede legale c/o C.I.P.S.I. - Via Rembrandt, 9 - 20147
MILANO Tel./Fax. 0039/02 /40.79.213 - Per adesione alla convention utilizzare
scheda sul sito www.contrattoacqua.it Per informazioni: Email: info@contrattoacqua.it
28/03/01 - Verona - NON RESISTENZA AL MALE E GLOBALIZZAZIONE
CORSO PER SMETTERE DI FUMARE
Corso intensivo per smettere di fumare… in 5 incontri serali consecutivi, da LUNEDI' 19 a VENERDI' 23 MARZO 2001, dalle ore 20,30 alle ore 22,00. Il Corso si terrà presso la sede dell'A.C.A.T., a SOAVE, in via Nazionale, 34 (di fronte a STUBAI, sopra la sede della Coop. MONTEVERDE). Durante gli incontri vengono date informazioni sui danni provocati dal fumo, indicazioni e suggerimenti per sostenere la persona nella sua motivazione a smettere di fumare, indicazioni dietetiche, strategie comportamentali e tecniche di rilassamento. Dopo la settimana intensiva sono previsti incontri di gruppo settimanali con il metodo dell'AUTO-AIUTO per sostenere e consolidare l'astinenza. E' opportuna la partecipazione di un familiare del fumatore durante il Corso. Il costo del Corso è di £. 70.000 (comprensivo del buffet previsto al termine di ogni serata e della quota Associativa). Per informazioni e Iscrizioni: 045 6103287 (Lunedì - Mercoledì - Venerdì)
FEMMIS, UN NOTIZIARIO TELEMATICO AL FEMMINILE
(STANDARD, CULTURE)
Un notiziario telematico per segnare
il cammino della donna nel mondo: si tratta di Femmis (Feminine missionary
information service). È il sito d' informazione femminile realizzato dalle Suore
missionarie comboniane che da oggi si può "sfogliare" in Internet all'indirizzo
http://www.femmis.org. "È un progetto nato
dal bisogno di rendere visibile quella parte di mondo femminile spesso lasciata
ai margini della storia che conta" sottolinea suor Elisa Kidané, responsabile
del notiziario. "Attraverso Femmis - prosegue -
speriamo di dare
un'opportunità in più a tutte coloro che vivono ingiustizie e discriminazioni e
la cui condizione è resa ancora più opprimente dal silenzio. Il sito vuole
essere femminile nei contenuti, nello stile e nella forma, ma senza nessun
estremismo né esclusione". La redazione, con sede a Verona, conta attualmente
nove corrispondenti comboniane, rispettivamente in Ecuador, Messico, Brasile,
Mozambico, Kenya, Etiopia, Londra, Usa, Sud Sudan. La struttura del sito è molto
snella e dalla home page si può entrare nelle sue cinque sezioni a partire da
"Chi siamo" e da "Femmis day by day - al pozzo" (luogo dell'incontro che
contiene: una frase, un proverbio, un' agenda, una ricetta e altre cose
interessanti). Vi sono inoltre "Femmis week" (aggiornata settimanalmente
con la rubrica "Salva con nome" che presenterà un articolo d'approfondimento,
una riflessione, oppure un profilo femminile) e "Femmis News" (rassegna stampa
di notizie scritte in italiano, inglese, francese e spagnolo aggiornate con
cadenza quindicinale). Ogni mese nel "Femmis dossier" saranno affrontate le
tematiche d'attualità mentre nella sezione "Femmis links" saranno suggeriti siti
sulla donna e, in più, una bibliografia femminile. Infine una finestra tutta
dedicata al fenomeno immigrazione, con dati, interviste, approfondimenti,
indirizzi. (Per informazioni: Femmis, via Cesiolo n.46 - 37126 Verona
Tel.045/8303149 Fax045.8347858 - http://www.femmis.org; E-mail: femmis@pcn.net).
Che fine farà il quotidiano di Verona? (Si accettano scommesse...)
L’Athesis pubblica "L’Arena" e "Il Giornale di Vicenza", oltre che "Brescia Oggi". L’Editoriale San Marco pubblica "Il Gazzettino". Il passaggio di Luciano Bacialli dalla direzione del "Giornale di Vicenza" a quella del "Gazzettino" ha rinnovato le voci di un possibile avvicinamento strategico - in chiave difensiva - tra i due poli. Questi sono sempre più "magnifiche prede" di un mercato nazionale dominato da competitor resi più aggressivi dalla pressione della Borsa: Hdp-Rcs, L’Espresso, Monrif e Caltagirone. Tutti storicamente alla finestra sullo scacchiere veneto, fin dai tempi in cui guardavano Attilio Monti e Raul Gardini, allora proprietario del "Messaggero". Athesis e San Marco sono da tempo in rapporti di "buon vicinato" dopo che il quotidiano veneziano ha via via ridotto a una piccola edizione vicentina la sua presenza sui mercati occidentali, pur avendo perduto il monopolio nel Veneto orientale dov’è ormai radicata la concorrenza dei quotidiani locali del gruppo Espresso-Caracciolo a Padova, Treviso e Venezia. Ma il collante maggiore tra i due poli veneti è dato dagli assetti proprietari: entrambi mix di big imprenditoriali del Nordest, con il filtro, parziale ma attivo, delle associazioni territoriali riunite nella "casa comune" della Federazione degli industriali del veneto. Esemplare il ruolo di Pino Bisazza, l’industriale vicentino consigliere del "Gazzettino", ma anche azionista della Athesis, dopo il riassetto proprietario seguito, tre anni fa, alla più seria minaccia d’intervento esterno. Fu allora il gruppo Espresso a inserirsi con efficacia nel disimpegno di due azionisti storici della Athesis (gruppi Ferro e Zillo), giungendo a un passo dall’acquisizione. Fu il presidente della Popolare di Verona, Giorgio Zanotto, scomparso nel 1999, a parare il colpo, sostenendo tra l’altro con un finanziamento-ponte l’assorbimento delle quote in vendita, la maggioranza della Athesis. Parte del pacchetto è stata poi ricollocata presso gruppi veronesi e vicentini, anche se il ruolo fiduciario delle due Assindustrie resta determinante a fianco dell’ultimo socio storico: Arrigo Armellini. Il gruppo presieduto da Carlo Caracciolo, nel frattempo, ha insistito. Pochi mesi dopo il fallito blitz a Verona-Vicenza, all’Espresso riuscì quello a Udine-Pordenone ("Messaggero Veneto") e Trieste ("Il Piccolo") rilevati dal gruppo Melzi, battendo quella volta la concorrenza della San Marco di Luigino Rossi. Nell’ultimo anno, l’Espresso ha messo in pista Kataweb, forte tra l’altro dell’alleanza con UniCredit, per costruire portali locali "bifronte" innestati su Cariverona, Cassamarca e Caritrieste e sui quotidiani Finegil. Primo azionista di UniCredit è tra l’altro la Fondazione Cariverona, guidata da Paolo Biasi, fino a metà anni ‘90 anche azionista Athesis. Biasi diventerà tra l’altro vicepresidente di Mediobanca, perno del patto Hdp (Romiti). E’ in questo quadro dinamico che il giro di poltrone giornalistiche ha riacceso l’attenzione su equilibri e strategie nel Triveneto. Il quotidiano online "Il Nuovo" ha riferito indiscrezioni su presunti contrasti nella compagine del "Gazzettino" a proposito del nuovo direttore: in particolare tra Rossi (autore della nomina di Bacialli) e il gruppo Benetton, da sempre titolare di una delle maggiori quote singole della San Marco.......
Preghiere e capital gain
William Van Alen Jr è un avvocato con la pelata, le labbra strette e sottili, le mani spesso incrociate sul grembo, un impeccabile giacca blu e una dedizione ossessiva della Bibbia. Un giorno chiese a Gesù Cristo "la fede e la guida della vita terrena". Un percorso tortuoso e un’ispirazione improvvisa lo hanno portato nel 1996 alla creazione di un fondo destinato a seguaci delle Sacre Scritture per conciliare l’investimento con l’armonia dei valori biblici: il fondo di Noé ( Noah’s Fund). Il simbolo è quello di una colomba con un ramoscello d’ulivo che si allontana dall’Arca. Van Alen ha raccolto sottoscrizioni per 14,6 milioni di dollari, poco meno di 30 miliardi di lire, ha un rendimento cumulativo del 103,77%, annualizzato del 16,63%, anche perché negli ultimi 12 mesi ha subito una perdita del 44%. Come politica d’investimento, il fondo di Noè segue i principi biblici fondamentali: non investe in aziende che operano direttamente o attraverso le loro sussidiarie nella produzione di alcool, tabacco, nella gestione del gioco d’azzardo o nella pornografia. Di più: il 10% delle commissioni viene destinato a missioni caritatevoli, come l’Esercito della Salvezza, la Crociata di Cristo Internazionale e il Centro antiaborto di Modesto, in California. Quei 14,6 milioni di dollari possono sembrare una cifra da nulla. Ma il fondo di Noè è solo un esempio: fra il 1997 e il 2000 si è vista in America una vera e propria esplosione di fondi di investimento a connotazione religiosa. Mussulmani, mennoniti, cattolici, avventisti del settimo giorno, scienziati cristiani, luterani hanno dato alla fede un contrappunto finanziario nel rispetto delle regole molto particolari di questa o quella denominazione religiosa. La stima è che il mercato legato ai "valori" (che include anche i boicottaggi politici, come capitò al Sud Africa), possa valere circa 2mila miliardi di dollari (4.000.000.000.000.000.= di lire), pari al rimborso del debito americano in dieci anni proposto da George W. Bush. Quello religioso in particolare è stimato a livello globale tra gli 800 e i mille miliardi di dollari. La necessità di conciliare esigenze di investimento spesso diverse con i dettami religiosi, non è più soltanto un problema morale, ma molto semplicemente un problema di segmentazione di mercato al quale i grandi gruppi finanziari come Citicorp o Commerzbank o fondi pensione come Calpers o Tiaa-Cref hanno già risposto offendo a loro volta prodotti specializzati. "E’ un nuovo mercato che rientra nella tradizione di investimenti legati ai "valori". Oggi non si può ignorare", dice Amy Domini, un precursore nel settore degli investimenti con connotazione morale o religiosa.Il suo fondo, costituito nel 1984, gestisce circa 2 miliardi di dollari: alla fine dello scorso anno la Ford, la Hewlett Packard e Gap l’hanno incluso fra le destinazioni per i loro fondi pensione: "Dobbiamo scegliere l’investimento in funzione dei nostri principi cristiani - continua Domini - le aziende del settore difesa o quelle del settore energetico nucleare sono off limits per il Domini funds, ma guardiamo anche ad altro: ad esempio abbiamo escluso Wal-Mart, perché favorisce il lavoro nero a cottimo". L’onda, dunque, sale. I Christian Scientist - 200mila anime che si rifanno a un movimento religioso fondato nel 1875 da Mary Baker Eddy, contraria all’uso dei medici e delle medicine - possono investire nel fondo Allegiance, fondato tre anni fa. "Nel 2000 siamo scesi solo dell’8%, la prudenza della fede ci aiuta!", dice Kevin Kuinitchett. Peccato che negli ultimi 12 mesi, complice il calo generalizzato della Borsa che domina i mercati, la flessione sia del 36%. Allegiance non investirà mai in aziende farmaceutiche, che producono attrezzature e macchine per gli ospedali, e men che meno nelle biotecnologie o nella genetica. Gli avventisti dispongono del Pooled Income Fund e i mennoniti del Mma Praxis Mutual Funds. John Rempel, pastore mennonita, era preoccupato del fatto che un fondo secolare nel quale investiva aveva partecipazioni in una miniera sudamericana irrispettosa dei diritti umani. Ha disinvestito ed è passato al Mma, che offre prodotti diversi (reddito fisso, azionario, media capitalizzazione internazionale) fedeli ai principi promulgati da Menno Simons, un prete olandese, che attorno al 1537 fondò il movimento da una scissione da Martin Lutero. E i cattolici? Per loro c’é l’Aquinas Fund, un fondo che vale 179 milioni di dollari. Nel depliant campeggia il ritratto di San Tommaso D’Aquino, guida spirituale del fondo. "Valori cattolici attraverso una proprietà attiva", recita lo slogan. Le regole d’investimento riflettono le direttive di una lettera pastorale dei vescovi cattolici americani intitolata "Giustizia economica per tutti". A differenza di Allegiance, Aquinas non ha problemi d’investimento nel settore sanitario (ci mancherebbe!). I suoi princìpi sono simili a quelli degli altri fondi cristiani, dei luterani o degli avventisti del settimo giorno: no all’alcool, al gioco d’azzardo, alla pornografia (il che taglia fuori una bella fetta dei titoli editoriali e dei media). No soprattutto a chi appoggia o finanzia l’aborto: sei aziende farmaceutiche, su pressioni di Aquinas, hanno dovuto firmare l’impegno a non distribuire la cosiddetta pillola del giorno dopo. Senza contare che una parte dei proventi di Aquinas vanno al St. Antoninus Institute, un istituto che appoggia attività abortiste. I fondi più attivi, ma anche più intransigenti, sono quelli musulmani. Le regole sono molto strette. Niente maiale, niente alcool. Osservare le regole per poi fare i profitti su attività considerate illecite è quantomeno un imbarazzo. Anche perché un consiglio di teologi islamici esperti delle leggi musulmane della Sharia ha già condannato gli investitori impudenti e imprudenti. Ma la faccenda si complica perché la Sharia proibisce il reddito da tassi d’interesse. E in un’economia di mercato caratterizzata da rendimenti obbligazionari privati e pubblici, attività bancarie e grosse operazioni di leverage per finanziare un’acquisizione, la vita per il musulmano osservante desideroso d’investire si fa presto impossibile. Peggio ancora, se un musulmano partecipa a un hedge fund dovrà sincerarsi che il fondo non operi in attività di short selling, altro grande anatema. Tanto più che il mercato musulmano ha un valore di circa 150 miliardi di dollari, oltre 300mila miliardi di lire. Per questo l’anno scorso Commerzbank ha lanciato un fondo destinato esclusivamente ai musulmani, che boicotta "istituzioni finanziarie che applicano tassi d’interesse e favorisce aziende automobilistiche, delle tlc, del petrolio". La Citicorp ha lanciato un fondo analogo un paio di mesi fa. E visto che c’è mercato, la Dow Jones ha creato un gruppo per l’ "indice islamico", cominciando a setacciare due paesi musulmani inclusi nel suo indice globale: Malesia e Indonesia. Il risultato è stato deludente: seguendo i dettami della legge islamica, solo 28 aziende locali potevano essere catalogate in osservanza delle leggi. A quel punto, il comitato per la Sharia ha cercato di esprimere pareri più "indulgenti". La conclusione è stata che un tasso di interesse, se molto basso - sotto al 5% - poteva essere accettato. A quel punto, l’indice musulmano su 34 Paesi ha potuto includere 600 aziende: un numero finalmente accettabile per un’adeguata politica d’investimento. Uno dei fondo musulmani più importanti è Amana growth, che offre persino partecipazioni ai programmi di pensionamento sul mercato americano. "Investimenti per tutti, musulmani e non", recita lo slogan con un improvviso slancio ecumenico. E poi chiosa: "la prudenza e la fede, alla fine pagano doppio". Non c’è solo il capital gain da mettere in conto, c’é anche il dividendo spirituale!. Infine sarebbe interessante sapere come tutti questi fondi "etici" si comportano con le azioni IBM, senza i cui macchinari, la manutenzione continua e il rifornimento di schede perforate, i campi di sterminio di Hitler non avrebbero mai potuto eseguire lo sterminio; macchine di calcolo, stampanti, selezionatrici e programmi ad hoc stavano fin dentro i lager, come a Dachau, Mauthausen e Storkow.
Quattro regioni, nel mondo, producono più
petrolio di quello che consumano. In base alla BP Amoco Statistical Review of
World Energy (edizione 2000 con dati aggiornati al 1999), esse sono: il
Medio Oriente, la cui produzione supera del 389% il consumo; l'Africa, che
produce il 208% in più di petrolio di quello che consuma; l'America meridionale
e centrale, che ne produce il 56% in più. E' in attivo anche l'area dell'ex
Unione Sovietica, nonostante che a causa della crisi economica la sua produzione
petrolifera sia calata da 607 milioni di tonnellate nel 1989 a 370 nel 1999; ma,
essendo calato in maggior misura il suo consumo sempre a causa della crisi (da
413 a 182 milioni di tonnellate), essa produce oggi il 103% in più di quanto
consuma, in confronto al 47% nel 1989. Da queste regioni provengono i maggiori
flussi petroliferi: al primo posto nelle esportazioni (sia di greggio che di
prodotti derivati) è il Medio Oriente, con 909 milioni di tonnellate; al
secondo, l'Africa con 285; al terzo, l'ex Unione Sovietica con 198; al quarto,
l'America meridionale e centrale con 155. Anche Messico, Canada e Indonesia sono
esportatori petroliferi.
I maggiori consumatori di petrolio sono gli Stati
Uniti: con una popolazione equivalente al 4,5% di quella mondiale, essi
consumano il 25,5% di tutto il petrolio prodotto nel mondo. Il loro consumo è
aumentato, tra il 1989 e il 1999, dell'11%, salendo a 883 milioni di tonnellate
annue. Nello stesso periodo, però, la produzione petrolifera nazionale è calata
di oltre il 17%. Gli Stati Uniti, di conseguenza, consumano circa il 60% in più
di quanto producono e sono quindi i maggiori importatori petroliferi, con 521,5
milioni di tonnellate annue.
L'Europa occidentale, tra il 1989 e il 1999, ha
accresciuto anch'essa il proprio consumo dell'11%. A differenza degli Stati
Uniti, ha però aumentato anche la propria produzione petrolifera, che è
cresciuta del 74% grazie soprattutto a quella norvegese e britannica. Nonostante
ciò, consuma il 53% in più di quanto produce, collocandosi al secondo posto
nelle importazioni con 481 milioni di tonnellate annue. Deficitario al cento per
cento è il Giappone, che deve importare tutto il petrolio che consuma: 259
milioni di tonnellate annue. Stati Uniti, Europa occidentale e Giappone - la cui
popolazione complessiva del 13% di quella mondiale - consumano il 52% del
petrolio prodotto al mondo e totalizzano il 62,5% delle importazioni petrolifere
mondiali.
Mentre si continua a estrarre sempre più
petrolio (la produzione mondiale è aumentata dell'11,5% tra il 1989 e il 1999),
calano le riserve - i giacimenti conosciuti che, nelle attuali condizioni
economiche e tecnologiche, sono economicamente sfruttabili. Anche se la cabina
di monitoraggio del ministero non lo dice, il petrolio non è una risorsa
rinnovabile. Agli attuali ritmi di produzione, molti giacimenti si esauriranno
prima della metà del secolo, rendendo l'estrazione sempre più costosa.
Il
Medio Oriente, che fornisce oggi il 50% dell'esportazione mondiale di greggio,
possiede le maggiori riserve petrolifere economicamente sfruttabili: si stima
che quelle dell'Arabia Saudita possano durare (agli attuali ritmi di produzione)
circa 90 anni; quelle dell'Iraq, del Kuwait e degli Emirati arabi uniti, oltre
un secolo. Gli Stati Uniti, il maggiore consumatore di petrolio del mondo, hanno
invece sul proprio territorio riserve la cui durata viene stimata in appena 10
anni. Anche se in futuro potrebbero essere introdotte tecniche in grado di
rendere sfruttabili alcuni giacimenti che attualmente non lo sono, è certo che
le riserve statunitensi sono ormai in fase di esaurimento. Il costo medio di un
barile di petrolio estratto negli Stati Uniti è, già oggi, cinque volte
superiore a quello di un barile estratto nel Golfo persico.
Il controllo
delle riserve petrolifere di questa regione è quindi di importanza vitale. "Il
nostro obiettivo generale è quello di rimanere la potenza esterna predominante
nella regione e preservare l'accesso statunitense al suo petrolio", si proponeva
il presidente Bush Senior nel 1992 dopo la guerra del Golfo. "Non possiamo
perdere di vista il fatto che, nel lungo termine, la stragrande parte delle
riserve petrolifere accertate sarà ancora in Medio Oriente e che la dipendenza
statunitense da queste fonti petrolifere crescerà, man mano che le nostre
riserve si esauriranno", dichiarava il presidente Clinton nel 1997. Ancora non è
noto il pensiero del presidente Bush Junior, ma l'azione con cui ha inaugurato
la sua amministrazione - il bombardamento di Baghdad - è più eloquente delle
parole. Non è che il repubblicano Bush sia stato in questo molto originale: il
democratico Clinton inaugurò la sua presidenza, nel giugno 1993, con il lancio
di 23 missili da crociera contro Baghdad. Cambiano le amministrazioni, ma la
politica resta la stessa: alimentare la tensione per giustificare una presenza
militare permanente degli Stati Uniti in quest'area, sostenere le fidate
monarchie, impedire con l'embargo che l'Iraq riprenda appieno la produzione per
meglio controllare i flussi petroliferi e, in generale, continuare la collaudata
politica del "divide et impera".
Non a caso all'ultimo attacco contro l'Iraq, come ai
precedenti, ha partecipato la Gran Bretagna. Le principali compagnie petrolifere
che controllano direttamente o indirettamente gran parte della produzione di
greggio anche nei paesi dell'Opec - e, contemporaneamente, gran parte del
processo di raffinazione e commercializzazione dei prodotti petroliferi - sono
le "tre sorelle": la statunitense Exxon-Mobil, la britannico-olandese Royal
Dutch-Shell e la britannico-statunitense British Petroleum-Amoco.
Si gioca
quindi nel Golfo una complessa partita, la cui posta è ben chiara: chi nei
prossimi decenni controllerà le sue riserve petrolifere avrà in mano un'arma di
fondamentale importanza nei confronti non solo degli avversari ma anche degli
alleati. Basti pensare che già oggi provengono da quest'area il 39% delle
importazioni petrolifere dell'Europa occidentale e il 78,5% di quelle
giapponesi, in confronto al 23% delle importazioni statunitensi.
L'Europa, le
cui riserve principali hanno una durata stimata in circa 10 anni, non sta però a
guardare: la forza di reazione rapida, di cui è stata decisa la costituzione
(pur con un ruolo subalterno alla Nato) potrà essere proiettata fino nel Golfo
persico. E anche l'Italia - sottolinea con orgoglio la Marina militare nel
rapporto 1999 - "svolge un crescente e solido ruolo geostrategico nel
Mediterraneo allargato", spazio geopolitico comprendente le vie meridionali di
accesso al "Golfo Persico che, attraverso lo Stretto di Hormuz, è intimamente
collegato al sistema mediterraneo di rifornimenti
energetici".
PROGETTO "CONCEITOS DE RUA"
Il MLAL
(Movimento Laici America Latina) organismo non governativo di cooperazione
internazionale da sempre impegnata lavorare sul campo per la promozione
sociale dei giovani, (in particolare dell’America latina) si è da tempo accorta
delle grande potenzialità racchiuse in un fenomeno molto diffuso nei giovani di
tutto il mondo: il rap. Il rap
è solamente una della espressioni attraverso cui si manifesta la cultura di
strada denominata Hip Hop, oltre ad esso esistono, infatti: a break dance (danza
formata da passi ed evoluzioni spettacolari), i graffiti (pitture murali
eseguite con bombolette spray), deejing (l’arte di usare i giradischi come e
veri e propri strumenti musicali), ed altre espressioni musicali più ballabili
come il Soul e l’R&B. Nata nei ghetti di New
York verso la fine degli anni ’70, questa cultura svolge, tuttora, una funzione
eccezionale nel dirigere in senso non violento le enormi tensioni dei ghetti
neri americani, riuscendo insieme a fungere da canale privilegiato per la
controinformazione (venne definito “stazione radio alternativa” da Afrika
Bambataa e “CNN del ghetto da Chuck D leader dei Public Enemy). Nell’ultimo decennio
questa cultura si è diffusa in modo impressionante tra i giovani di tutto il
mondo, dimostrando le sue potenzialità di elemento aggregante nelle realtà più
sviluppate come negli scenari più degradati. Dalle metropoli americane, alle
favelas del Brasile, dalle città Europee alle capitali dei paesi africani come
il Senegal o il Rwanda, l’Hip Hop ha trovato un suo piccolo spazio anche tra le
rovine di Belgrado. “Questa musica ha il
potere di riunire intorno alle sue idee giovani di diversi orizzonti sociali,
annullando persino le differenze etniche. Il rap è la strada che parla.” Così si
esprimono alcuni rapper Senegalesi. Nel definire l’Hip Hop,
KRS-One (uno dei più quotati rapper americani) usa l’espressione “Edutainment”:
Education + Entarteinement (educazione ed intrattenimento) individuando con
grande capacità di sintesi le caratteristiche peculiari del fenomeno.
Si tratta
probabilmente del fenomeno artistico culturale di maggior portata dagli anni
ottanta ad oggi e può essere utilizzato sia per la veicolazione di messaggi
positivi che come motivo di aggregazione tra ragazzi provenienti da realtà
socio-culturali molti differenti.
La
proposta del MLAL consiste nell’organizzare uno scambio culturale tra Brasile,
Colombia, Italia e Belgio partendo da una caratteristica comune ai giovani
provenienti da queste diverse realtà: la passione per l’hip hop. Tale passione è
oltremodo qualificante poiché coincide e vuole concretizzarsi in un “vero e
proprio stile di vita”[1] che gravita
attorno alle rime, ai dipinti, alle movenze proprie delle espressioni artistiche
ad esso appartenenti. I giovani che adottano questo stile di vita si sentono
appartenenti ad una comune realtà culturale anche se provenienti da aree
geografiche completamente differenti. In una parola il rap riesce in uno scopo
che nemmeno i trattati internazionali e gli accordi comunitari riescono a
centrare completamente l’abbattimento delle barriere culturali. Attraverso il rap quindi,
che come tutta la musica trascende le barriere linguistiche e culturali, ragazzi di diversi paesi si
concentreranno per stabilire un incontro e un dialogo interculturale basato
sullo scambio di emozioni, concetti, pensieri, esperienze. Il dialogo
multiculturale che si stabilirà attraverso questa iniziativa non sarà solo
limitato ai ragazzi direttamente coinvolti nello scambio, ma avrà un valore
aggiunto facendo partecipi di questa iniziativa diverse realtà
dell’associazionismo giovanile e studentesco italiano. I ragazzi infatti si
sposteranno sul territorio italiano per presentare e dare visibilità a questa esperienza e
andare ad incontrare e conoscere le varie dimensioni dell’aggregazionismo
giovanile, partecipando a seminari, assemblee studentesche, feste di quartiere,
concerti, ritrovi interculturali. Il tema che farà da
sfondo al percorso ideale e reale che seguiranno i ragazzi sarà incentrato sul
“come i giovani si rappresentano il futuro e su come proiettano sé stesi nella
dimensione futura”. Su questo argomento i ragazzi partecipanti allo scambio si
confronteranno tra loro e con gli altri giovani che incontreranno nel loro
viaggio per l’Italia.
Il progetto “Conceitos de Rua” si sviluppa nella prospettiva di favorire e promuovere la costruzione di società democratiche e tolleranti delle diversità, in un approccio metodologico fondato sull’apprendimento interculturale e sulla promozione del protagonismo, stimolando i giovani provenienti da realtà economiche, sociali e culturali diverse a condurre una riflessione, tramite il linguaggio Hip Hop, sui temi dei diritti umani e dei pericoli dell’esclusione e della emarginazione. L’hip hop lavora a livello di costruzione di autostima – ognuno ha un suo modo e nessun modo è migliore dell’altro, - a livello di denuncia e spiegazione della realtà – il racconto del quotidiano – e lavora a livello di sogno – agendo come strumento educativo nel recuperare il desiderio di sognare dei giovani in una realtà in cui il sogno è colpevolizzato. L’impatto dunque più importante che riteniamo possa venire da questo scambio è l’incontro nelle differenze. Riteniamo importante che venga data la possibilità a questi giovani di incontrarsi e confrontarsi in maniera non scontata e senza l’utilizzo di filtri, comunicando quindi attraverso il mezzo a loro più congeniale, attraverso codici espressivi che riescono a convogliare non solo pensieri e ragionamenti, ma anche emozioni e sentimenti. Questa la filosofia del progetto. Concretamente chiediamo di organizzare momenti di incontro tra giovani, pensati apposta per propiziare questo scambio, o collocandosi all’interno di percorsi già esistenti. Questo incontrandosi nelle scuole, all’interno delle classi o in momenti assembleari; organizzando spettacoli dove i ragazzi dei quattro paesi possano esibirsi o partecipare; organizzando momenti di scambio e musica all’interno di centri di aggregazione giovanile. Il progetto ha già coperte le spese di viaggio internazionale, ma cerca fondi per coprire una parte delle spese di viaggio interne all’Italia a chiede anche l’ospitalità dei giovani coinvolti.
Inseriamo qui di seguito
una breve descrizione delle realtà coinvolte nel progetto, per agevolare nella
comprensione del contesto in cui nasce e si sviluppa l’iniziativa. Italia – MLAL
(Movimento Laici America Latina). Il MLAL è un’organizzazione non
governativa di volontariato internazionale per la cooperazione allo
sviluppo. Concretamente sono
coinvolti un gruppo di giovani del movimento hip hop del nordest d’Italia che
sono stati i promotori dell’idea dello scambio.
Brasile - Casa Dez. Il centro di Difesa dei Diritti del Bambino
e dell’Adolescente “Casa Dez” di Ipiranga lavora dal 1993 con la popolazione e
in particolare i giovani dell’area metropolitana di San Paolo, nella prospettiva
della promozione di una cultura del diritto del minore in un contesto di abuso
pressoché istituzionale. Il Centro si propone di divulgare lo statuto del
bambino e dell’adolescente (legge federale 1990) e garantirne l’applicazione,
fornire assistenza sociale e legale agli adolescenti autori di infrazioni,
promuovere iniziative di educazione alla salute e alla sessualità, rivolte
soprattutto alle ragazze, e propone attività di aggregazione e animazione per i
bambini di strada. Accanto
a corsi di professionalizzazione e ad attività di educazione “tradizionali”, il
Centro organizza anche attività dal profilo più vicino alla realtà giovanile
della metropoli brasiliana, quali corsi di musica e di decorazione artistica;:
tale genere di attività intende svolgere la duplice funzione di favorire una
relazione più possibile informale tra gli educatori di strada ed i giovani, ma
anche contribuire a svilupparne capacità di relazione e doti creative nella
prospettiva di favorirne l’inserimento sociale e idealmente anche
lavorativo. Colombia
– Fondazione Universitaria Luis Amigò. La Fondazione Universitaria Luis
Amigò è da tempo impegnata in progetti di studio e di collaborazione
interistituzionale che vogliono favorire l’emersione di uno spirito criticamente
responsabile di fronte alla crisi sociale, morale e politica che caratterizza
oggi il paese. In questo contesto si è
sviluppata la Facoltà di Educazione con competenze per analizzare, comprendere,
diagnosticare, e intervenire, sulla base di un approccio interdisciplinare, le
difficoltà del processo di socializzazione che evidenti si manifestano in una
situazione di grave crisi come quella colombiana. Nella prospettiva di un
approccio in chiave multidisciplinare e di collaborazione con le realtà che sul
territorio lavorano per la riabilitazione sociale dei giovani, sulla base della
Legge Generale di Rieducazione e
delle disposizioni del Codice Minorile, la Facoltà forma personale specializzato
nel lavoro con i minori infrattori.
Belgio –
Souterrain. Souterrain Production è una associazione nata nel 1996 come centro
di aggregazione culturale e luogo di incontro indipendente per la comunità
giovanile di Bruxelles e la sua periferia. L’associazione collabora
con altri centri giovanili nelle promozione di eventi sportivi, musicali e a
carattere più generalmente culturale che avvicinino i giovani in un contesto
caratterizzato da fenomeni di immigrazione, esclusione e
marginalità.
Tramite l’intervento artistico in zone
segnate dal degrado urbano, l’associazione cerca il coinvolgimento delle
realtà giovanili di strada
coinvolgendo in particolare giovani non integrati lavorativamente o
scolasticamente – ed organizza conventions di graffiti, spettacoli di breaking
nonché stages di scrittura e multiculturalità.
Gli appuntamenti nel veronese del gruppo “VOCI di STRADA” ragazzi di Colombia, Brasile, Belgio e Italia con Rap, Deejaying, Beak-Dance, Aerosol-art.
18 marzo
alle 20:45 presso il teatro comunale di Nogara spettacolo organizzato
col comune di Nogara;
20 marzo
alle 20:45 presso auditorium Liceo Medi di Villafranca organizzato dal
circolo didattico di Villafranca;
21 marzo
dalle 19:00 festa di piazza in piazza San Zeno all’interno della
manifestazione per la giornata mondiale contro il razzismo organizzata da varie
associazioni;
1 aprile
festa di piazza organizzata con i giovani della Valpolicella e il comune di Negrar a Novare (Santa
Maria di Negrar);
3 aprile alle 21:00 concerto finale al Teatro Camploy di Verona organizzato con l’assessorato allo sport e tempo libero del comune di Verona.
[1] Le Monde Diplomatique 2/12/2000 – “L’Africa contesta a tempo di rap”