09/2/01 Vicenza - ENTI LOCALI E SOCIETA' CIVILE
"Cara Sironi, la
nonviolenza è una cosa seria!"
Cara
Sindaca, in una lettera inviata ai Consiglieri Comunali, sulla scia delle
polemiche seguite alla trasmissione televisiva Sciuscià, proponi come "protesta
non violenta di legittima difesa, il boicottaggio del canone Rai". Permettimi
alcune pacate considerazioni. Condivido con te l'idea che la trasmissione di
Santoro è stata faziosa e parziale. Faziosa, perché, ad esempio, ha
mostrato il "castello" dei Comboniani e le proprietà del Don Mazza, senza
accennare alle benemerite iniziative dei missionari in Africa (penso a Padre
Alex Zanotelli) e all'opera socio-educativa degli istituti mazziani, tanto
stimati da tutti i veronesi. Parziale perché ha offerto un palcoscenico
nazionale ad un personaggio folcloristico, che rappresenta solo se stesso, come
il signor Maurizio Ruggero. Permettimi di dire, senza falsa modestia, che
ritengo di avere molti più titoli di Ruggero (se non altro per il consenso
elettorale sempre ricevuto dai veronesi) per essere intervistato, non tanto
sulle mie idee, ma sui venticinque anni di iniziative pacifiste, ambientaliste,
nonviolente, realizzate a Verona. Eppure, ogni volta che Santoro viene a Verona,
offre ampio spazio ai quattro cattolici tradizionalisti, ed ignora i tanti
gruppi del mondo pacifista e nonviolento scaligero (Pax Christi, Movimento
Nonviolento, Rete Radiè Resch, Lega Obiettori di Coscienza, Azione nonviolenta,
ecc.). Verona, come tutte le città, è una realtà complessa e articolata, ma a
Santoro interessava solo mettere in evidenza la parte estremista e xenofoba (che
pure esiste), nascondendo invece la ricchissima realtà sociale e solidale sia
del mondo laico che di quello cattolico esistente nella nostra città. E' stato
fatto, quindi, del giornalismo mediocre, sono d'accordo. D'altra parte un buon
giornalismo, serio, approfondito, davvero alla ricerca della verità,
difficilmente trova spazio, sia in Rai, che in Mediaset. E' fisiologico. Qualche
buon programma esiste, certo, ma lo si vede più facilmente a notte fonda che in
prima serata, dove conta l'audience e la spettacolarizzazione (non dimentichiamo
che chi paga sono gli spot delle pause pubblicitarie.). Dunque, perché
stupirsi? E perché chiedere la dissociazione solo da Santoro (che, come tutti
gli altri giornalisti VIP della televisione prende uno stipendio dieci volte
superiore a quello dei deputati, ma nessuno lo dice e non ci si scandalizza!)?
Significa forse che altre trasmissione (queste sì, solo spazzatura) come i quiz
e i varietà, vanno bene e sono consigliabili? Dici che Sciuscià ha
infangato Verona. Ma cosa dire, allora, dei tifosi razzisti della curva sud, o
delle frodi alimentari che hanno determinato "mucca pazza" proprio nella nostra
provincia? Cerchiamo di dare il giusto peso alle cose, e non enfatizziamo troppo
una trasmissione, di cui fra tre giorni nessuno si ricorderà più (mentre il
razzismo e la mucca pazza, purtroppo, resteranno). E veniamo alla
nonviolenza. Proponi il boicottaggio del canone. Sinceramente mi pare
un'idea fuori misura. Non tanto per il suggerimento della disobbedienza civile
(io la applico ogni anno, non pagando le tasse per le spese militari, e
accettando di subire poi il pignoramento di beni personali), quanto per la posta
in gioco. La nonviolenza (che è una cosa seria, come ci ha insegnato Gandhi),
con le sue tecniche di resistenza passiva, di boicottaggio, o di disobbedienza
civile, si dovrebbe applicare a fatti sostanziali: contro le multinazionali che
sfruttano popoli e paesi interi, contro la manipolazione genetica, contro chi
costruisce armi sempre più micidiali, contro chi butta le bombe all'uranio
impoverito o sfrutta il lavoro minorile. insomma, la nonviolenza lasciamola a
cause un po' più serie della trasmissione di Santoro. Se poi vuoi fare una
battaglia contro la televisione, che addormenta le coscienze, io sarò il primo
al tuo fianco. Ma spingiti più in là: disdire il canone e buttare via la
televisione (non in discarica, ma negli appositi centri di riciclaggio),
consigliando a tutti i veronesi di passare le serate leggendo qualche bel libro,
magari i classici, da Tolstoj a Manzoni, da Leopardi a Omero. Non pensi che
sarebbe, questa sì, una battaglia culturale meritoria?
Mao
Valpiana
(Verdi della Colomba)
Da "RETE RADIE'
RESCH" Associazione di Solidarietà Internazionale (Gruppo di
Verona)
Cari amici, il 27 gennaio è stato dichiarato con legge dallo Stato italiano “giornata della memoria”, per ricordare ogni anno lo sterminio degli ebrei nei lager (il giorno è quello della liberazione di Auschwitz). Credo che anche noi, legati alla solidarietà internazionale, siamo interessati e partecipiamo a questa memoria, perché vogliamo sempre sapere cosa è successo e per quali cause, per combattere l’ingiustizia e la violenza. Degli ebrei, dei deportati politici e delle altre minoranze, sterminati nei lager nazisti, possiamo solo fare vigorosa memoria, e invitiamo tutti a farla; ma per chi subisce oggi ingiustizia e violenza vogliamo agire in modo più concreto: vogliamo cambiare il mondo mutando un po’ noi stessi e aiutando a modificare la situazione di chi è debole e non ha i mezzi per reagire ai soprusi. Così la Rete si interessa di Brasile, di Guatemala, di Palestina, di Perù e di Africa, vuole ascoltare i testimoni dei genocidi, da Haiti, dal Cile, dall’Argentina, perché nella conoscenza dei fatti, nell’amicizia delle persone e nei gesti di solidarietà concreta possano sbocciare veri fiori di liberazione.
Il
viaggio in Guatemala organizzato dalla Rete di Verona si è concluso felicemente
ed ha prodotto nuovi contatti e nuove amicizie. Abbiamo incontrato i 10
viaggiatori sabato 20.1, entusiasti delle persone conosciute e già impegnati verso nuovi progetti.
Parleremo di Guatemala e del viaggio anche nel Coordinamento Nazionale prossimo,
e una relazione scritta sarà proposta nelle prossime comunicazioni, nelle
lettere circolari e sul Notiziario. Padre Clemente sta cambiando parrocchia,
perché si stanno riesumando i cadaveri dalle fosse comuni nella canonica di San
Pedro Jocopilas, e si temono vendette dei militari e dei loro protetti.
L’abbiamo sentito per telefono durante le vacanze natalizie, salutandolo e
inviandogli gli auguri; verrà in Italia a maggio, e stiamo preparando con gli
amici di Milano e di Colognola il suo viaggio e gli
incontri.
In Guatemala il terremoto di gennaio ha prodotto spavento, più che danni. Non così in Salvador, devastato da questa nuova catastrofe che si è abbattuta sulle distruzioni lasciate dalla guerra e dal disastro economico conseguente, aggravato dalla dollarizzazione introdotta nel 2000 che ha raddoppiato il costo della vita. I dati dei molti morti, dispersi, feriti non riescono a descrivere abbastanza la gravità della situazione: sono parole di padre Rutilio Sanchez e di Mariella Tapella, dal Salvador, che chiedono urgenti aiuti. Le organizzazioni di base sono in piena emergenza, le strutture in buona parte distrutte, ed ora tutti cercano solo badili e bare per seppellire i morti. La “casa della pace” non può più riunire e formare artigiani, contadini, giovani, donne; i laboratori di artigianato sono distrutti o gravemente danneggiati; il Comitato statale di emergenza nazionale non riesce a dare risposte adeguate, inefficienza e corruzione impediscono che gli aiuti internazionali arrivino a chi ne ha realmente bisogno, la gente è abbandonata a sé stessa.
Altra
situazione di grave emergenza è in Palestina, dove continuano gli scontri,
sempre più violenti e sanguinosi, nella disinformazione assoluta dei media,
tutti legati ad Israele. Un esempio per tutti è quello relativo alla
presentazione su giornali e TV dei "coloni" israeliani che
hanno apparenza di bravi agricoltori che coltivano razionalmente territori
trascurati e desertici: gli insediamenti sono invece tutti di tipo militare,
posizionati su ogni strada di collegamento per sorvegliare qualsiasi movimento
dei palestinesi in casa loro; oltre a ciò, gli insediamenti controllano tutte le
sorgenti di acqua, anch’essa amministrata così da Israele e dai suoi militari,
in barba a qualsiasi risoluzione ONU. Quei coloni si lamentano perché non sono
abbastanza difesi da Israele, quando al contrario sono loro gli occupanti, e
possono permettersi qualsiasi sopruso sugli abitanti delle zone
intorno.
Per
parlare di tutto ciò e riprendere il nostro impegno concreto e politico nel
nuovo anno, vi invitiamo ad un incontro di Rete locale che avrà luogo secondo
tradizione alla Casa per la
Nonviolenza, in via Spagna 8, vicino a San Zeno, mercoledì 7 febbraio
2001 alle ore 21. Per informazioni: dino.poli@itisferraris.inet.it
U
Un filone
fresco, con tutte le caratteristiche tipiche dei più stagionati, è stato aperto
da un'altra indagine della magistratura di Vicenza sull'attività delle
cosiddette discoteche di "Lap Dance". Quattro distinti imprenditori veneti,
"manager" di quello che potremmo chiamare, con Aldo Bonomi, il "distretto del
piacere", esteso tra Veneto ed Emilia Romagna, sono stati arrestati, e più di
altre trenta persone sono state denunciate nel quadro di una indagine sullo
sfruttamento della prostituzione e della condizione di illegalità degli
immigrati, in un'area che va dal Friuli all'Emilia, con una ventina di locali
interessati e con il coinvolgimento della malavita ceka e ungherese.
A detta
degli inquirenti, "un'organizzazione gerarchica e ramificata", con driver
arruolati apposta per trasportare da e per i paesi d'oltre confine ragazze
munite di visto turistico in realtà sfruttate nei locali non solo per ballare e
per accogliere negli slip le "mille lire" che i clienti eccitati vi infilano ma,
soprattutto, per prostituirsi a fine serata nel lato "privé" dei locali. Locali
che stanno conoscendo un vero boom soprattutto nel ricco, viziato, frustrato
Veneto. Dopo decenni di bigottismo, dopo il boom dei cinema a luci rosse e dei
sexy shop, dopo l'entusiastico arrembaggio agli harem a cielo aperto, quasi
sempre gestiti da racket ferocissimi che sono le strade della regione pullulanti
di ragazze a buon mercato, ora la discoteca a base di "lap dance" con annesso
postribolo è infatti l'ultimo grido. L'ultimo grido, anche, di un popolo di
arricchiti, capace solo di comprarsi, con quel che ha nelle tasche, ciò che non
ha più dentro di sé. (... di seguito leggere l'articolo sotto)
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Tra i denunciati un
uomo di Montecchia di Crosara
«Importano» donne da
far prostituire |
Sabato 20 Gennaio 2001 -
L'Arena | |
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Finte ballerine per un concorso di
lap dance |
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di Alessandra Vaccari
C’è anche un veronese coinvolto nella mega inchiesta della guardia di Finanza di Vicenza che ha portato alla luce un vasto giro di prostituzione che aveva come paravento i circoli privati e i locali notturni in cui venivano eseguiti spettacoli di lap dance, (la danza molto sexy che di solito viene ballata strusciandosi seminude contro un palo, alle volte coinvolgendo anche il pubblico). La guardia di Finanza di Vicenza ha sgominato una ramificata associazione che sarebbe stata dedita al traffico di ragazze dell’Est, fatte passare per concorrenti di «Miss top lap dance international» e invece avviate alla prostituzione in locali notturni del nord Italia. I finanzieri hanno arrestato quattro persone e ne hanno denunciato altre 31 a conclusione dell’inchiesta coordinata dal procuratore vicentino Vartan Giacomelli, che ha sottolineato che comunque le giovani avevano la perfetta conoscenza del lavoro che avrebbero svolto una volta arrivate in Italia. La persona veronese denunciata abita a Montecchia di Crosara. Il reato che le viene contestato è quello di associazione a delinquere finalizzata all’introduzione di immigrati clandestini nel territorio italiano e sfruttamento della prostituzione. Compito dell’uomo era quello di portare le ragazze in Italia. Il via all’inchiesta era stato dato tre mesi or sono. La guardia di Finanza s’era accorta di gruppi di ragazze che arrivavano dall’Est con permessi turistici e ha iniziato le intercettazioni telefoniche. Il blitz che è stato realizzato l’altra notte, e ha visto la partecipazione di circa 200 finanzieri, è stato messo a segno in numerosi locali notturni del Veneto, della Lombardia, dell’Emilia Romagna e del Trentino. Negli ultimi due anni, soprattutto nel Veneto orientale c’è stato un proliferare considerevole di locali che stanno sul confine tra il lecito e l’illecito e dove spesso ci sono stati sospetti che vi fosse lo sfruttamento della prostituzione. Questi luoghi sono tra l’altro tutti molto frequentati. Gli investigatori, secondo quanto si è appreso, hanno sequestrato ingenti beni ed espulso decine di extracomunitarie che dopo essere entrate in Italia con un visto turistico venivano prese e accompagnate in vari night club e locali notturni come protagoniste di spettacoli erotici, ma anche di prestazioni sessuali a pagamento. L’identificazione delle ragazze e la loro successiva espulsione è andata avanti anche durante tutta la giornata di ieri. Domanda:
Perché il nostro quotidiano
(l'Arena) quando si tratta di mettere i nomi delle persone lo mette solo
quando c'e da far conoscere il biltz dei carabinieri che pescano i piccoli
consumatori di cannabis che coltivano l'erba nel proprio
orto? |
Il 27 gennaio 1945, quando le avanguardie della prima brigata
ucraina al comando del maresciallo Konjev entrarono ad Auschwitz non trovarono
traccia del lager degli zingari. Lo Zigeunerlager, infatti, era stato
completamente distrutto sei mesi prima e tutti i prigionieri ancora in vita
erano stati uccisi nelle camere a gas e nei forni crematori.
I rom e i sinti
vittime del nazifascismo sono migliaia di uomini, donne e bambini massacrati
nelle fucilazioni di massa delle Einsatzgruppen nei paesi dell'est,
rinchiusi ovunque nei campi di concentramento, sterilizzati, seviziati negli
esperimenti medici, morti di fame, di freddo, di fatica, assassinati nelle
camere a gas e nei forni crematori. Tutti senza giustizia. Esclusi anche dai
risarcimenti dovuti nel dopoguerra. La loro è infatti storia dimenticata,
rimossa, offesa. Memoria storica cancellata ancora prima di essere scritta.
Anche oggi, nel testo della legge italiana che istituisce il "Giorno della
memoria", dove rom e sinti non sono nemmeno menzionati nonostante siano l'unico
popolo, accanto a quello ebraico, vittima di una persecuzione
Per quanto infatti si cerchi di continuare a sostenere che i
rom furono deportati come asociali, i documenti (e una dichiarazione del
governo tedesco arrivata finalmente nel 1980) dimostrano inequivocabilmente che
furono condannati in quanto razza inferiore. Per decenni si è scritto che
furono nei lager come asociali e criminali, ma non si è detto - e
non si è voluto dire - che la loro pericolosità era, secondo i canoni
dell'ideologia nazifascista, motivata da ragioni genetiche, biologiche. I
nazisti immaginarono addirittura un gene, il Wandertrieb, l'istinto al
nomadismo, presente nel loro sangue, che ne determinava i comportamenti,
ovviamente, precedendoli. Nel Terzo Reich gli zingari erano quindi considerati,
con gli ebrei, "razza inferiore indegna di esistere". E, con gli ebrei,
viaggiarono sui treni diretti allo sterminio. Arrivarono nei lager già nel 1936,
a Dachau, e a Marzahn, un campo alla periferia di Berlino, allestito
appositamente per loro in un ex discarica, in occasione delle grandi
olimpiadi.
Lo sterminio dei rom venne programmato dai nazisti nel 1938 (anno
della Notte dei cristalli, dell'Anschluss, della conferenza di Monaco),
quando il ReichsfuhrerSS e capo della polizia tedesca Einrich Himmler
divenne responsabile anche della "questione zingara". L'8 dicembre, in un
decreto intitolato "Lotta alla piaga zingara", definì "la questione come
razziale", da risolvere "nell'ambito del pensiero nazionalsocialista". Da allora
in poi fu un susseguirsi continuo di leggi che attivarono ed esplicitarono i
meccanismi della deportazione, come testimonia anche la risposta di Eichmann a
chi, alla fine del 1939, gli chiedeva chiarimenti sull'organizzazione dei
trasporti di zingari: "Mi pare - scriveva - che il metodo più semplice sia
quello di agganciare a ciascuna tradotta di ebrei qualche vagone di zingari".
Nello stesso periodo vennero enunciati anche tutti gli atti da compiere:
schedatura della popolazione zingara del Reich, inchieste di biologia razziale e
assegnazione di un certificato che indicasse, con colori diversi, il grado di
"miscuglio razziale" di ogni individuo. Nell'aprile del 1940 un ulteriore
decreto ordinò la deportazione immediata di 2.500 zingari dalle zone di confine
del Reich alla Polonia. Il 7 agosto del 1941 vennero anche definite le etichette
biologiche degli zingari, che li suddividevano in puri, e di sangue
misto.
La soluzione finale venne decretata il 16 dicembre 1942
quando Himmler firmò l'ordine di internamento di tutti gli zingari nel campo di
sterminio di Auschwitz. Lì furono rinchiusi in un settore speciale vicino al
blocco dei crematori - lo Zigeunerlager, il lager BIIE di Birkenau - sul
quale esiste una documentazione sufficiente a ricostruirne la storia, e la fine,
la notte del 31 luglio 1944 quando tutti i prigionieri ancora in vita vennero
condotti nelle camere a gas. Erano 4.000 persone. E furono almeno 23.000 i rom e
i sinti morti solo ad Auschwitz.
Resta comunque molto difficile stabilire il
numero totale delle vittime. Il mezzo milione delle cifre ufficiali non tiene
conto di molti dati e sconta la carenza di documentazione sull'argomento. La
negazione dei fatti ha permesso anche questo. E ha permesso di rimuovere una
memoria importante. Promuoverla significa contribuire alla memoria collettiva
assumendo anche la prospettiva di un popolo che ancora oggi vive in condizioni
di emarginazione.
Perchè la bicicletta? |
OGNI GIORNOCi sono tante buone ragioni per usare, quando si può, la bicicletta al posto dell’automobile, causa di inquinamento e degrado delle nostre città. Ambientali. Non inquina, è silenziosa, occupa poco spazio e facilità la socialità. Energetiche. Non consuma carburante. Economiche. Costa poco, nell’acquisto e nella manutenzione. Facendo i conti... conviene. Pratiche. Nelle ore di punta si evitano le code e... si arriva prima. Salutari. Andando in bici si è sempre in forma! |
NEL TEMPO LIBEROLa bicicletta nel tempo libero è un mezzo per riscoprire la natura, il profumo dell'aria pulita, il silenzio, il vento tra i capelli, il gusto di sentire il nostro corpo muoversi e funzionare alla perfezione..... Pedalando tranquillamente si impara a conoscere meglio il territorio che, se visitato muovendosi a ritmi più lenti, nasconde tanti tesori, piccoli ma interessanti particolari storici, naturalistici, ecc. E, dopo aver esplorato la propria provincia, può venire la voglia di allargare gli orizzonti e affrontare un viaggio su due ruote, una vacanza in sella alla propria bicicletta.... |
Perchè gli "Amici della Bicicletta"? |
PEDALARE IN CITTA'In città molte persone non vanno in bicicletta
perchè hanno paura; pedalare in mezzo alle auto non è
piacevole. Gli Amici della Bicicletta si battono per tutto
questo, con proposte concrete (e, se occorre, con proteste) rivolte
soprattutto alle Amministrazioni Locali. |
TURISMO SU DUE RUOTEE’ possibile pedalare tranquillamente, lontani dal
traffico e dallo stress? |
Chi siamo |
Siamo tutti volontari; dedichiamo gratuitamente parte del nostro tempo libero all'associazione. Lo facciamo volentieri, soprattutto perchè crediamo nelle idee degli "Amici della Bicicletta", ma anche perchè ci si diverte e le soddisfazioni non mancano.....
Il Consiglio Direttivo di Verona
Muzzolon Massimo
(Presidente) - Costantini Laura (Vicepresidente) - Troiani Alessandro
(Vicepresidente) -
Gerosa Stefano (Segretario) - Di Puma Gaetano (Tesoriere)
Altri membri del Consiglio Direttivo:
Bassi Otello, Cassandrini Luciano, Ferrari Nicoletta, Garonzi Lucio, Gerosa
Paola, Libertà Danilo, Rinaldi Pino, Zenorini Annapia.
Lo Statuto |
TITOLO I - DENOMINAZIONE - SEDE
Articolo 1
A norma dell'art. 36 e seguenti del codice
Civile, è costituita un'associazione culturale denominata "AMICI DELLA
BICICLETTA".
Articolo 2
L'associazione ha sede in Verona, in via
Porta San Zeno 15/b.
TITOLO II - FINALITA' DELL'ASSOCIAZIONE
Articolo 3
L'associazione si ispira a principi di
solidarietà, difesa dell'ambiente e nonviolenza. L'associazione non ha fini di
lucro, opera per l'esclusivo soddisfacimento di interessi collettivi e la sua
struttura è democratica. Si esclude l'esercizio di qualsiasi attività
commerciale, che non sia svolta in maniera marginale e comunque ausiliaria e
secondaria rispetto al perseguimento dello scopo sociale. L'associazione è
regolata dal presente statuto ed agisce nei limiti del codice civile, delle
leggi statali e regionali che regolano l'attività dell'associazionismo e del
volontariato, nonchè dei principi generali dell'ordinamento.
Articolo
4
L'associazione ha le seguenti finalità:
1) promuovere e sviluppare la
cultura e la pratica di un uso abituale della bicicletta quale mezzo di
trasporto semplice, economico ed ecologico;
2) proporre la realizzazione di
strutture, provvedimenti e politiche che facilitino ed incentivino la diffusione
e l'uso della bicicletta;
3) proporre provvedimenti per la moderazione del
traffico e per la sicurezza stradale, in particolare nei riguardi di ciclisti e
pedoni; avanzare proposte per la risoluzione dei problemi legati alla mobilità e
per lo sviluppo del trasporto collettivo; criticare i danni ambientali e sociali
causati dall'uso smodato del mezzo privato a motore; promuovere un'azione
culturale ed elaborare proposte concrete in tal senso;
4) promuovere
iniziative e proporre la realizzazione di strutture idonee per un ambiente, sia
naturale che urbano, più pulito, più vivibile e che favorisca le relazioni
sociali; promuovere un'azione culturale ed elaborare proposte concrete in tal
senso;
5) promuovere l'uso della bicicletta anche nel tempo libero, con
modalità escursionistiche, per valorizzare gli aspetti culturali, ambientali e
storici del territorio e, inoltre, come occasione di socializzazione tra le
persone; organizzando in proprio, o promuovendo l'organizzazione da parte di
altri enti o gruppi di soci, di manifestazioni, gite, raduni e viaggi in
bicicletta; studiando, pubblicando o realizzando percorsi ed itinerari
cicloturistici; promuovendo altre iniziative utili per realizzare tale
finalità;
6) elaborare, autonomamente o su incarico di enti pubblici ed
organismi privati, studi e ricerche, piani di fattibilità, progetti di percorsi
ciclabili o altre strutture e provvedimenti utili per realizzare le finalità di
cui ai punti precedenti;
7) organizzare convegni, mostre, corsi, attività di
formazione professionale, attività culturali nelle scuole, progetti educativi
scolastici ed extra-scolastici, produrre strumenti audiovisivi e multimediali, o
quant'altro sia utile per favorire l'approfondimento tecnico o divulgare la
conoscenza ad un più vasto pubblico di tutti gli argomenti relativi alle
finalità dell'associazione;
8) edire e pubblicare la rivista Ruotalibera e
altre pubblicazioni periodiche e non, utili per realizzare le finalità
dell'associazione;
9) attuare alcuni servizi od agevolazioni ai propri Soci,
o a quelli di associazioni collegate, in relazione all'uso abituale o
escursionistico della bicicletta;
10) ottenere per i propri Soci, e per
quelli di associazioni collegate, speciali facilitazioni ed agevolazioni da
parte di altri enti, in relazione all'uso abituale o escursionistico della
bicicletta;
11) favorire i propri Soci, e quelli di associazioni collegate,
nell'acquisto di materiali e beni collegati all'attività istituzionale;
12)
rifacendosi ai principi di cui all'articolo 3, cooperare con tutti coloro che,
nei più svariati campi della vita culturale e sociale, operano in difesa della
dignità umana, della pace, dell'ambiente e per la solidarietà tra gli uomini e i
popoli.
Articolo 5
L'associazione aderisce alla Federazione Italiana
Amici della Bicicletta (FIAB) e, tramite questa, all'European Cyclists'
Federation (ECF). L'Associazione potrà compiere tutti gli atti e concludere
tutte le operazioni necessarie e utili alla realizzazioni degli scopi sociali
assumendo anche interessenze, partecipazioni, sotto qualsiasi forma in altre
Associazioni od Enti, nazionali o esteri, che svolgano attività analoghe o
accessorie all'attività sociale.
TITOLO III - SOCI
Articolo 6
L'associazione è aperta a quanti ne condividono
gli scopi e che manifestano mediante il pagamento della quota sociale
l'intenzione all'adesione. Il Consiglio Direttivo stabilisce annualmente le
quote di adesione per l'anno sociale seguente, differenziate tra soci ordinari
ed altre categorie di soci che il Consiglio Direttivo stesso può individuare per
particolari scopi promozionali. Il Consiglio Direttivo inoltre ha facoltà di
nominare ogni anno fino a tre soci onorari, per particolari meriti connessi alle
finalità dell'associazione.
Articolo 7
Tutti i soci, di ogni
categoria, hanno gli stessi diritti, possono partecipare alle iniziative
promosse dall'associazione, ed intervenire e votare, direttamente o per delega
scritta, alle assemblee. I soci hanno diritto alle informazioni ed al controllo
stabilite dalle leggi e dallo statuto. I soci hanno l'obbligo di rispettare le
norme del presente statuto e dei regolamenti sociali e di pagare annualmente la
quota sociale di adesione. I soci che desiderano svolgere attività di
volontariato devono eseguire gli incarichi ricevuti e i lavori preventivamente
concordati adeguandosi ai regolamenti interni dell'associazione.
Articolo
8
La qualità di associato cessa per:
a) recesso o morte del socio;
b)
mancato pagamento della quota sociale annua entro il 31 marzo, nel qual caso la
volontà di recedere si considera tacitamente manifestata;
c) esclusione per
gravi motivi da disporre a cura del Consiglio Direttivo.
I soci receduti o esclusi non hanno diritto al rimborso del contributo sociale annuo versato. I soci esclusi possono opporsi al provvedimento del Consiglio Direttivo di fronte alla successiva Assemblea dei Soci. Il recesso, comunque manifestato, ha effetto immediato.
TITOLO IV - ORGANI DELL'ASSOCIAZIONE
Articolo 9
Sono organi dell'associazione:
a) l'Assemblea
dei soci;
b) il Consiglio Direttivo;
c) il Presidente.
Articolo
10
L'assemblea dei soci è composta da tutti gli iscritti dell'associazione in
regola con il versamento della quota sociale annua. L'assemblea è convocata
almeno una volta all'anno entro il mese di aprile per verificare le attività
svolte, approvare il bilancio consuntivo ed il bilancio preventivo, eleggere i
membri scaduti del Consiglio Direttivo e dare le linee programmatiche
all'associazione. L'assemblea è convocata in via ordinaria dal Presidente; in
via straordinaria può essere richiesta dalla maggioranza del Consiglio Direttivo
o dal 10% dei soci. L'assemblea deve essere convocata con preavviso di almeno 15
giorni mediante affissione di avviso presso la sede sociale ed è validamente
costituita in prima convocazione con la presenza di almeno la metà più uno degli
associati, in seconda convocazione qualunque sia il numero dei presenti. Ogni
socio ha diritto ad un solo voto ed è ammessa al massimo una sola delega per
socio. Le riunioni dell'assemblea saranno riassunte in un verbale redatto da un
Segretario, sottoscritto dal Presidente e raccolte in un libro verbali
dell'Assemblea che potrà essere consultato da ogni socio.
Articolo
11
Il Consiglio Direttivo è costituito da un minimo di 5 ad un massimo di 15
membri dispari, scelti tra i soci dall'assemblea generale, che restano in carica
un anno e, in caso di recesso anticipato, saranno sostituiti dai soci che,
nell'ultima assemblea abbiano conseguito un numero di voti immediatamente
inferiore a quello dei soci eletti. Il Consiglio designa nel suo ambito il
Presidente, il Vice-presidente, il Segretario, il Tesoriere ed affida ulteriori
incarichi ritenuti necessari. Il Presidente convoca il Consiglio almeno una
volta ogni due mesi. Il Consiglio può deliberare solo se è presente più della
metà dei suoi componenti e delibera a maggioranza dei presenti; in caso di
parità vale il voto del Presidente.Il Consiglio Direttivo è investito dei più
ampi poteri per decidere sulle iniziative da assumere e sui criteri da seguire
per il conseguimento degli scopi sociali, per l'attuazione delle delibere
programmatiche assembleari, per la direzione ed amministrazione
dell'associazione, nonchè per la redazione dei regolamenti
sociali.
Articolo 12
Il Presidente ha la rappresentanza legale
dell'associazione, convoca e presiede il Consiglio Direttivo e l'Assemblea dei
soci. In caso di sua assenza è sostituito dal Vice-Presidente. Può delegare per
mansioni tecniche e particolari funzioni di rappresentanza altri membri del
Consiglio Direttivo oppure altri soci.In caso di urgenza il Presidente può
compiere ogni atto necessario per la tutela degli interessi dell'associazione,
con successiva ratifica da parte del Consiglio Direttivo.
Articolo
13
Il Segretario redige i verbali dell'assemblea dei soci, delle riunioni del
Consiglio Direttivo e gli altri libri associativi; cura l'esposizione nella sede
sociale della convocazione delle assemblee dei soci, delle riunioni del
Consiglio Direttivo con relativo ordine del giorno, e dei regolamenti sociali;
svolge tutte le altre mansioni di segreteria che gli sono affidate dal Consiglio
Direttivo. Il Tesoriere tiene la contabilità, i libri contabili e la cassa,
redige i bilanci, cura pagamenti ed incassi, secondo le indicazioni impartite
dal Consiglio Direttivo.
Articolo 14
Le cariche degli organi
dell'associazione sono elettive e gratuite.
TITOLO V - IL PATRIMONIO ED ESERCIZIO FINANZIARIO
Articolo 15
L'associazione trae le risorse economiche per il
funzionamento e lo svolgimento della propria attività da:
- quote associative
e contributi degli aderenti;
- sovvenzioni e contributi di privati, singoli o
istituzioni, nazionali o esteri;
- sovvenzioni e contributi dell'Unione
Europea, dello Stato, di istituzioni o di enti pubblici, nazionali o
esteri;
- rimborsi derivanti da convenzioni;
- entrate derivanti da
attività commerciali e produttive marginali od occasionali;
- donazioni,
lasciti e rendite di beni mobili o immobili pervenuti all'associazione a
qualunque titolo.
Articolo 16
L'esercizio finanziario si chiude al
31.12 di ogni anno. Il Consiglio Direttivo entro sessanta giorni dalla chiusura
dell'esercizio dovrà redigere il bilancio consuntivo e quello preventivo da
sottoporre all'approvazione dell'assemblea. Dal bilancio consuntivo devono
risultare i beni, i contributi o i lasciti ricevuti. Nessun utile potrà essere
distribuito tra i soci; eventuali avanzi di gestione saranno interamente
destinati al perseguimento degli scopi sociali.
TITOLO VI - REVISIONE DELLO STATUTO E SCIOGLIMENTO
Articolo 17
Eventuali modifiche del presente statuto
dovranno essere deliberate dall'assemblea con una maggioranza di due terzi dei
presenti. L'assemblea è validamente costituita in prima convocazione con la
presenza di almeno la metà più uno degli associati, in seconda convocazione
qualunque sia il numero dei presenti.
Articolo 18
Lo scioglimento
dell'associazione è deliberato dall'assemblea generale con il voto favorevole di
almeno tre quarti degli associati.
In tal caso l'assemblea stabilisce che il
patrimonio sia devoluto ad uno o più enti che perseguano simili finalità oppure,
se non ne vengono individuati, sia suddiviso in parti uguali tra gli
associati.
TITOLO VII - DISPOSIZIONI FINALI
Articolo 19
Per tutto quanto non contemplato nel presente
Statuto, trovano applicazione le norme stabilite dal Codice Civile e dalla
normativa vigente.