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I Ching,
chiamato anche Libro dei Mutamenti. L'I Ching, è un testo che
risale ad alcune migliaia di anni fa, oltre che l'oracolo più
antico a noi pervenuto dalla civiltà cinese. Col passare dei
secoli, questo testo è divenuto una delle opere più conosciute e
diffuse della letteratura mondiale: studiato approfonditamente
da Confucio, è stato materia di ricerca di molti intellettuali
al pari di Carl Gustav Jung, Philip K. Dick e Italo Calvino, i
quali se ne sono occupati direttamente, lo hanno citato nei loro
lavori o ne hanno fatto parte attiva del loro narrare. Il
fascino dell'I Ching sta tutto nel suo essere uno strumento da
consultare per questioni importanti, ponendogli domande che non
devono essere frutto di una curiosità verso gli eventi futuri,
ma che riguardano l'orientamento individuale da assumere
riguardo ad una determinata situazione: i 64 esagrammi che lo
compongono, infatti, intendono rappresentare tutti i possibili
stati di mutamento della vita umana e del creato; al loro
simbolismo si sono ispirate intere generazioni di uomini nel
tentativo di interpretare i segni, le variazioni del “Momento” e
per ricercare una propria, intima, saggezza. Il rito
tradizionale cinese di consultazione prevede di bruciare incenso
e di rivolgersi all'oracolo con il dovuto rispetto, dicendo in
principio il proprio nome, il luogo in cui si vive, che cosa si
vuole ottenere e per quale fine: si tratta di un rituale che ha
lo scopo di favorire la concentrazione e di calmare la mente. Al
di là della fedeltà a questo procedimento, la cosa importante è
mantenere la mente sgombra e concentrarsi solo sul quesito che
si intende formulare, il quale deve avere una forma funzionale,
capace di facilitare l'interpretazione dell'esagramma di
risposta e renderlo più comprensibile.
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