Grande Oracolo    
 

 

Professionalità-Cortesia-Consulti in rete-Telefono-Domicilio-Studio
Home




Cartomanzia



e-mail




Cartomanzia
Chiama per un consulto al 3272004671

Cartomanzia

 
Introduzione alla Cartomanzia
La Cartomanzia è una mantica ovvero un’arte divinatoria praticata per mezzo di particolari carte. Essa è praticata principalmente con due tipi di carte i Tarocchi e le Sibille, più recentemente a queste si sono aggiunte nel corso del tempo altri tipi di carte divinatorie. Questo corso si occuperà principalmente della divinazione con i Tarocchi, rimandando la divinazione con le Sibille ed altri tipi di carte ad altre sedi. Cos’è la Divinazione Solitamente si pensa che la Divinazione o Mantica sia semplicemente l’arte di predire il futuro ma non è esattamente così. Il verbo «divinare» proviene dal latino nominativo di «divinus», ovvero «che appartiene o è proprio di un Dio». Il termine era applicato dai Romani agli indovini (ispirati dal Dio) i quali, leggendo i segni, ricevevano rivelazioni di diverso genere dagli Dei. Priestess of Delphi (1891) di John Collier La parola «mantica» invece, proviene dalla parola greca «mantis», indovino, la cui origine è «mainein», che significa «essere in delirio», «in estasi». Nel «Fedro» Platone scrive: «I più grandi fra i beni giungono a noi attraverso la mania, che è concessa per un dono divino. [...] Infatti la profetessa di Delfi e le sacerdotesse di Dodona, in quanto possedute dalla follia (mania), hanno procurato alla Grecia molte e belle cose, sia agl’individui, sia alla comunità». In particolare Platone distingue ben quattro tipi di «delirio divino», la mania profetica, la mania iniziatica o mistica, la mania poetica e la mania erotica. Tutte e quattro le specie, afferma Platone, sono generate da un mutamento, voluto dal Dio, delle nostre consuete regole sociali. Platone fa anche una distinzione fra la mania o follia «divina» e quella dovuta a malattia. Da quanto detto fino ad ora possiamo dunque dedurre che la divinazione o mantica, quindi, non è semplicemente l’Arte di predire il futuro, bensì la capacità di interpretare i segni attraverso il raggiungimento di uno stato altro di coscienza durante il quale le regole che accettiamo quotidianamente sono sospese e i limiti della mente umana vengono momentaneamente superati divenendo un medium (dal latino mezzo, strumento) divino. Ma se la divinazione non è l’arte di predire il futuro e dunque non serve a sapere quanto sta per succedere a cosa serve? Perché fin dalla notte dei tempi i popoli si cimentano in questo esercizio? La risposta giunge ancora una volta dalla Grecia. sul Tempio dell’Oracolo di Delfi: Γνωθι σαυτον, gnôthi sautón (nosce te ipsum), la cui traduzione suona così: « Uomo, conosci te stesso, e conoscerai l’universo e gli Dei» Questo, dunque, è lo scopo ultimo della divinazione: la Gnosi, la Conoscenza ultima. E’ vero, la Pizia, a dispetto di questa iscrizione dispensava oracoli riguardanti il futuro, ed altre informazioni di carattere meramente pratico come, ad esempio chi è il ladro di una certa cosa, quando l’esercito dovrà attaccare ecc. ma non sono gli Dei a decidere come guidare gli uomini. Ogni persona chiede all’Oracolo nella misura delle sue possibilità, secondo il suo stato materiale, fisico, intellettuale e spirituale e nella stessa misura gli sarà risposto, poiché chi cerca trova e ciascuno di noi trova solo quel che stava cercando. Così a Timodano, proprietario di miniere d’argento, il quale chiedeva dove fosse meglio impiegare il proprio denaro, se in una flotta mercantile o in un negozio l’oracolo rispose che doveva restare in città e aprire un negozio. Ma Socrate ebbe una sorte diversa, alla domanda su chi fosse l’uomo più sapiente del mondo, egli si sentì rispondere: Socrate cioé egli stesso. Nel primo caso, quello di Timodano, l’Oracolo resta su un piano materiale, in un certo senso gli predice il futuro. Le conseguenze di quanto consiglia restano su questo piano avendo una eco molto bassa al punto che, se non fosse stato per la  Cartomante al lavoro. Incisione tratta dal libro «La cartomanzia» di L.M. Halbou 1790 tavoletta su cui domanda e risposta sono incise non avremmo mai conosciuto questo episodio. Un’ anima come quella di Socrate, invece, non aveva alcun interesse per il mondo puramente materiale, egli aveva altre inquietudini. Egli non chiese nulla del futuro: la sua domanda era di carattere più spirituale, egli ricercava l’uomo più sapiente del mondo, la fonte della Conoscenza e la mania dell’oracolo non potè che indicargli il percorso di ricerca e conoscenza interiore che tutti ben conosciamo e al quale dobbiamo davvero molto. Ora, poiché la divinazione è una e a cambiare sono solo gli strumenti usati diremo che nella cartomanzia le carte, in particolare i tarocchi, sono lo strumento per entrare in contatto con il divino, per giungere, insomma alla propria mania e, allo stesso tempo, i segni da interpretare.


Il mazzo dei Tarocchi

Come scrisse Eliphas Levi «i Tarocchi sono una vera macchina filosofica che arresta il vagabondaggio della mente, lasciandole la sua iniziativa e libertà. I Tarocchi sono la matematica applicata all’assoluto, l’alleanza del positivo e dell’ideale, una serie di pensieri esatti come numeri, forse la concezione più semplice e vasta realizzata genio umano...» Ora questa «macchina filosofica» è formata da settantotto lame o arcani, ventidue delle quali sono carte emblematiche dette Arcani Maggiori, Trionfi o Aoutes (dal francese sopra a tutti, per estensione di maggior valore) cinquantasei carte numerali, divise in quattro semi (denari, bastoni, coppe e spade) e dette Arcani Minori. Arcani Maggiori e Minori del mazzo di RSW Waite Gli Arcani Maggiori sono la raffigurazione dei grandi archetipi e delle forze che si muovono nel macrocosmo. Gli Arcani Minori, invece possono essere considerati la raffigurazione dettagliata delle potenze cosmiche e, allo stesso tempo gli eventi e le forze del microcosmo. Questa descrizione è molto sommaria e lacunosa, ogni arcano è in realtà una finestra su un intero straordinario mondo ma avremo modo di soffermarci su ciascun gradino di questa splendida scala verso il cielo nelle lezioni successive dedicando una lezione ad ogni singola carta. Scegliere il mazzo Il mazzo più usato e conosciuto è sicuramente l’Antico Tarocco di Marsiglia ma in commercio esistono un’infinità di mazzi, alcuni creati da grandi maghi ed esoteristi come il mazzo «RWS Waite», il famoso «Libro di Thoth» di Etteilla, il «Libro di Thoth» di Crowley e i «Tarocchi Universali» di Wirth. Nel corso dei secoli gli artisti, gli esoteristi e pensatori che hanno incontrato le misteriose carte ne sono rimasti affascinati rapiti e ciascuno ha creato un mazzo tutto suo donando alla cartomanzia nuovo impulso, nuove interpretazioni e visioni, ma qual’è il mazzo migliore? quello più vicino all’originale? Non esiste. Nessuno sa quando esattamente i tarocchi siano nati, nessuno sa come era il primo mazzo di tarocchi né cosa volevano davvero dire e comunicare le prime persone che lo hanno creato se mai ci sono state delle persone che lo hanno disegnato dal nulla. Un mazzo di tarocchi è per il cartomante come un amante, non esiste quello perfetto in assoluto, esiste solo quello perfetto per noi. Ogni mazzo ha una sua energia, conferitagli dalla persona che lo ha immaginato, da chi lo ha progettato, da chi ha eseguito i disegni ed anche, in minima parte da chi lo ha poi realizzato stampandolo. Chi ha immaginato e progettato il mazzo aveva una sua idea della vita, del cosmo ed anche degli stessi Tarocchi e l’ha impressa in quei disegni, ogni mago, ogni esoterista o artista che abbia dato vita ad un mazzo di Tarocchi vi ha lasciato dentro una parte di se. FLUELLEN: Col vostro permesso, alfiere Pistola, la Fortuna è un eccellente simbolo. W. Shakespeare Enrico V. Ogni mazzo di tarocchi ha una sua anima, ciascuno di noi risuonerà con dei mazzi piuttosto che con altri, così il mazzo va scelto un po’ come un amico o un compagno, è una questione di pancia e non di testa. Quando incontrate il vostro mazzo lo saprete, non importa se lo troverete su una bancarella o nell’e-shop quando lo troverete qualcosa si muoverà in voi, vorrete quel mazzo, allora non pensateci troppo, prendetelo e fate proprio come si fa con un nuovo amico: fateci amicizia. Anche il numero di tarocchi da usare non è un dogma. Ad esempio io ne adopero abitualmente tre. Il classico Mazzo di Marsiglia per la maggior parte delle meditazioni e giochi, il Libro di Thoth di Etteilla per alcuni altri giochi, i Tarocchi Medievali diMarchesi per la maggior parte dei giochi, specie quelli che faccio per le persone che amo. Il fatto è che avendo energie e anime diverse i mazzi possono parlarci dello stesso fenomeno da punti di vista differenti, proprio come fanno le persone. Alcune carte saranno più adatte per un certo tipo di meditazione piuttosto che un altro, oppure per un tipo di gioco, perciò molti cartomanti hanno un mazzo principale ed una collezione di altri mazzi.