Introduzione
alla Cartomanzia
La Cartomanzia è una mantica ovvero un’arte
divinatoria praticata per mezzo di particolari carte. Essa è
praticata principalmente con due tipi di carte i
Tarocchi e
le
Sibille, più recentemente a
queste si sono aggiunte nel corso del tempo altri tipi di carte
divinatorie. Questo corso si occuperà principalmente della
divinazione con i Tarocchi, rimandando la divinazione con le
Sibille ed altri tipi di carte ad altre sedi. Cos’è la
Divinazione Solitamente si pensa che la Divinazione o Mantica
sia semplicemente l’arte di predire il futuro ma non è
esattamente così. Il verbo «divinare» proviene dal latino
nominativo di «divinus», ovvero «che appartiene o è proprio di
un Dio». Il termine era applicato dai Romani
agli indovini (ispirati dal Dio) i quali, leggendo i segni,
ricevevano rivelazioni di diverso genere dagli Dei.
Priestess of Delphi (1891) di John Collier La parola
«mantica» invece, proviene dalla parola greca «mantis»,
indovino, la cui origine è «mainein», che significa «essere in
delirio», «in estasi». Nel «Fedro» Platone scrive: «I più grandi
fra i beni giungono a noi attraverso la mania, che è concessa
per un dono divino. [...] Infatti la profetessa di Delfi e le
sacerdotesse di Dodona, in quanto possedute dalla follia
(mania), hanno procurato alla Grecia molte e belle cose, sia
agl’individui, sia alla comunità». In particolare Platone
distingue ben quattro tipi di «delirio divino», la mania
profetica, la mania iniziatica o mistica, la mania poetica e
la mania erotica. Tutte e quattro le specie, afferma Platone,
sono generate da un mutamento, voluto dal Dio, delle nostre
consuete regole sociali. Platone fa anche una distinzione fra la
mania o follia «divina» e quella dovuta a malattia. Da quanto
detto fino ad ora possiamo dunque dedurre che la divinazione o
mantica, quindi, non è semplicemente l’Arte di predire il
futuro, bensì la capacità di interpretare i segni attraverso il
raggiungimento di uno stato altro di coscienza durante il quale
le regole che accettiamo quotidianamente sono sospese e i limiti
della mente umana vengono momentaneamente superati divenendo un
medium (dal latino mezzo, strumento) divino. Ma se la
divinazione non è l’arte di predire il futuro e dunque non serve
a sapere quanto sta per succedere a cosa serve? Perché fin dalla
notte dei tempi i popoli si cimentano in questo esercizio? La
risposta giunge ancora una volta dalla Grecia. sul Tempio dell’
Oracolo
di Delfi: Γνωθι σαυτον, gnôthi sautón (nosce te ipsum),
la cui traduzione suona così: « Uomo, conosci te stesso, e
conoscerai l’universo e gli Dei» Questo, dunque, è lo scopo
ultimo della divinazione: la Gnosi, la Conoscenza ultima. E’
vero, la Pizia, a dispetto di questa iscrizione dispensava
oracoli riguardanti il futuro, ed altre informazioni di
carattere meramente pratico come, ad esempio chi è il ladro di
una certa cosa, quando l’esercito dovrà attaccare ecc. ma non
sono gli Dei a decidere come guidare gli uomini. Ogni persona
chiede all’Oracolo nella misura delle sue possibilità, secondo
il suo stato materiale, fisico, intellettuale e spirituale e
nella stessa misura gli sarà risposto, poiché chi cerca trova e
ciascuno di noi trova solo quel che stava cercando. Così a Timodano,
proprietario di miniere d’argento, il quale chiedeva dove fosse
meglio impiegare il proprio denaro, se in una flotta mercantile
o in un negozio l’oracolo rispose che doveva restare in città e
aprire un negozio. Ma Socrate ebbe una sorte diversa, alla
domanda su chi fosse l’uomo più sapiente del mondo, egli si
sentì rispondere: Socrate cioé egli stesso. Nel primo caso,
quello di Timodano, l’Oracolo resta su un piano materiale, in un
certo senso gli predice il futuro. Le conseguenze di quanto
consiglia restano su questo piano avendo una eco molto bassa al
punto che, se non fosse stato per la
Cartomante al lavoro. Incisione tratta dal libro «La
cartomanzia» di L.M. Halbou 1790 tavoletta su cui domanda e
risposta sono incise non avremmo mai conosciuto questo episodio.
Un’ anima come quella di Socrate, invece, non aveva alcun
interesse per il mondo puramente materiale, egli aveva altre
inquietudini. Egli non chiese nulla del futuro: la sua domanda
era di carattere più spirituale, egli ricercava l’uomo più
sapiente del mondo, la fonte della Conoscenza e la mania
dell’oracolo non potè che indicargli il percorso di ricerca e
conoscenza interiore che tutti ben conosciamo e al quale
dobbiamo davvero molto. Ora, poiché la divinazione è una e a
cambiare sono solo gli strumenti usati diremo che nella
cartomanzia le carte, in particolare i tarocchi, sono lo
strumento per entrare in contatto con il divino, per giungere,
insomma alla propria mania e, allo stesso tempo, i segni da
interpretare.
Il mazzo dei Tarocchi
Come scrisse Eliphas Levi «i Tarocchi sono una vera macchina
filosofica che arresta il vagabondaggio della mente, lasciandole
la sua iniziativa e libertà. I Tarocchi sono la matematica
applicata all’assoluto, l’alleanza del positivo e dell’ideale,
una serie di pensieri esatti come numeri, forse la concezione
più semplice e vasta realizzata genio umano...» Ora questa
«macchina filosofica» è formata da settantotto
lame o arcani, ventidue delle quali sono carte
emblematiche dette Arcani Maggiori, Trionfi o Aoutes (dal
francese sopra a tutti, per estensione di maggior
valore) cinquantasei carte numerali, divise in quattro
semi (denari, bastoni, coppe e spade) e dette Arcani Minori.
Arcani Maggiori e Minori del mazzo di RSW Waite Gli Arcani
Maggiori sono la raffigurazione dei grandi archetipi e
delle forze che si muovono nel macrocosmo. Gli Arcani Minori,
invece possono essere considerati la raffigurazione dettagliata
delle potenze cosmiche e, allo stesso tempo gli eventi e
le forze del microcosmo. Questa descrizione è molto sommaria e
lacunosa, ogni arcano è in realtà una finestra su un intero
straordinario mondo ma avremo modo di soffermarci su ciascun
gradino di questa splendida scala verso il cielo nelle lezioni
successive dedicando una lezione ad ogni singola carta.
Scegliere il mazzo Il mazzo più usato e conosciuto è sicuramente
l’Antico Tarocco di Marsiglia ma in commercio esistono
un’infinità di mazzi, alcuni creati da grandi maghi ed
esoteristi come il mazzo «RWS Waite», il famoso «Libro di Thoth»
di Etteilla, il «Libro di Thoth» di Crowley e i «Tarocchi
Universali» di Wirth. Nel corso dei secoli gli artisti, gli
esoteristi e pensatori che hanno incontrato le misteriose carte
ne sono rimasti affascinati rapiti e ciascuno ha creato un mazzo
tutto suo donando alla cartomanzia nuovo impulso, nuove
interpretazioni e visioni, ma qual’è il mazzo migliore? quello
più vicino all’originale? Non esiste. Nessuno sa quando
esattamente i tarocchi siano nati, nessuno sa come era il primo
mazzo di tarocchi né cosa volevano davvero dire e comunicare le
prime persone che lo hanno creato se mai ci sono state delle
persone che lo hanno disegnato dal nulla. Un mazzo di tarocchi è
per il cartomante come un amante, non esiste quello perfetto in
assoluto, esiste solo quello perfetto per noi. Ogni mazzo ha una
sua energia, conferitagli dalla persona che lo ha immaginato, da
chi lo ha progettato, da chi ha eseguito i disegni ed anche, in
minima parte da chi lo ha poi realizzato stampandolo. Chi ha
immaginato e progettato il mazzo aveva una sua idea della vita,
del cosmo ed anche degli stessi Tarocchi e l’ha impressa in quei
disegni, ogni mago, ogni esoterista o artista che abbia dato
vita ad un mazzo di Tarocchi vi ha lasciato dentro una parte di
se.
FLUELLEN: Col vostro permesso, alfiere Pistola, la Fortuna è
un eccellente simbolo. W. Shakespeare Enrico V. Ogni mazzo di
tarocchi ha una sua anima, ciascuno di noi risuonerà con dei
mazzi piuttosto che con altri, così il mazzo va scelto un po’
come un amico o un compagno, è una questione di pancia e non di
testa. Quando incontrate il vostro mazzo lo saprete, non importa
se lo troverete su una bancarella o nell’
e-shop quando
lo troverete qualcosa si muoverà in voi, vorrete quel mazzo,
allora non pensateci troppo, prendetelo e fate proprio come si
fa con un nuovo amico: fateci amicizia. Anche il numero di
tarocchi da usare non è un dogma. Ad esempio io ne adopero
abitualmente tre. Il classico Mazzo di Marsiglia per la maggior
parte delle meditazioni e giochi, il Libro di Thoth di Etteilla per
alcuni altri giochi, i Tarocchi Medievali diMarchesi per la
maggior parte dei giochi, specie quelli che faccio per le
persone che amo. Il fatto è che avendo energie e anime diverse i
mazzi possono parlarci dello stesso fenomeno da punti di vista
differenti, proprio come fanno le persone. Alcune carte saranno
più adatte per un certo tipo di meditazione piuttosto che un
altro, oppure per un tipo di gioco, perciò molti cartomanti
hanno un mazzo principale ed una collezione di altri mazzi.