I 7 PECCATI CAPITALI

I vizi possono essere catalogati in parallelo alle virtù alle quali si oppongono, oppure essere collegati ai peccati capitali che l’esperienza cristiana ha distinto, seguendo san Giovanni Cassiano e san Gregorio Magno. Sono chiamati capitali perché generano altri peccati, altri vizi. Sono la superbia, l’avarizia, l’invidia, l’ira, la lussuria, la golosità, la pigrizia o accidia».
(Dal Catechismo universale della Chiesa Cattolica, n. 1866)

 

1. LA SUPERBIA

Gli eroi negativi: uno dei tanti personaggi rappresentante tale vizio è Alessandro Magno che a vent’anni eredita il regno di Macedonia e tenta di unificare tutti i popoli della terra, fino a dar vita ad un impero universale sotto la sua personale sovranità.

Il concetto: la superbia è definita un amore sregolato di sé, l’illogica presunzione di essere superiori agli altri. Il nome ha origine dall’aggettivo latino super, cioè sopra, perché il superbo si ritiene al di sopra di tutti. La superbia ha tanti sinonimi come amor proprio, orgoglio, vanagloria, presunzione, vanità, arroganza. Tale vizio ci spinge a rifiutare la nostra dipendenza creaturale da Dio. Invece di adorare Dio, adora se stesso. Il superbo usa gli altri come strumenti poiché gli appaiono come minacce da cui difendersi.

Nella Bibbia: per la tradizione cristiana la superbia è la causa di tutti i vizi. Nel racconto della Genesi il primo peccato del primo uomo risulta essere proprio questo vizio. Ai progenitori viene indicato l’albero del bene e del male, e per essere come Dio, Adamo ed Eva mangiano il frutto proibito ( capitolo 3). Lo stesso Gesù racconta in una parabola il ritratto della superbia: il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “o Dio ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri… Digiuno due volte la settimana e pago la decima di quanto possiedo…” (Lc 18, 11-12).

La superbia nel mondo: c’è uno spicchio di superbia in ognuno di noi. Siamo perdutamente innamorati del nostro io e siamo affannati perché questo io si affermi. La superbia è radicata negli adulti che dicono: “ora basta parlare di me, parliamo un po’ di te. Tu cosa pensi di me?” oppure in quelli che proclamano: “Lei non sa chi sono!”

Come uscirne: il primo passo è ricercare la verità, accettando il proprio piccolo posto nel creato, tra i figli di un Dio creatore e padre. Sentirsi chiamati con gli altri a rendergli grazie per il dono gratuito dell’esistenza. Il secondo passo è ripristinare un rapporto genuino con Dio e gli altri nel quotidiano. Imparare a controllare l’egoismo, saper collaborare, imparare ad accettare i successi come i fallimenti. Infine bisogna riabilitare la virtù contraria al vizio, l’umiltà: essa è la consapevolezza dei propri limiti, è la riconoscenza della nostra dipendenza da Dio, è l’apprezzare le proprie qualità come doni, è la volontà di obbedienza a Dio, è il desiderio di imitare Cristo. È mediante l’ascolto e l’accoglienza del Vangelo che noi ci salviamo, cioè mediante l’obbedienza della fede che ci permette di entrare in comunione con il Padre e il Figlio.

Domande: dici troppo spesso io. Prova a pensare a quelle situazioni in cui pensi di “aver capito tutto tu”, in cui tutti sono scemi e l’unico furbo sei tu…ma sarà davvero così? Riesco a gioire dei successi dei miei amici oppure li vedo solo come ostacoli ai miei di traguardi?

2. L’ AVARIZIA

Gli eroi negativi: Paperon de’ Paperoni, il ricco di Walt Disney. Un giorno il suo nipote Paperino, sempre al verdi, gli chiede aiuto: “tu sei tanto ricco, sii generoso”. E riceve come risposta: “ i ricchi non sono mai generosi. Se fossero generosi non sarebbero ricchi”.

Il concetto: l’avarizia è lo smodato desiderio di ricchezza e di beni materiali. Perciò attaccamento al denaro, scarsa disponibilità a spendere e a donare, inestinguibile brama di accumulare ricchezza. Quest’ultime sono diventate per lui la sua sicurezza, la sua gioia, il suo Dio. Il peccato non consiste nel possesso dei beni ma il vizio dilaga quando sono i beni a possedere l’uomo, e l’uomo ne fa un uso cattivo. L’avarizia produce effetti disastrosi: insensibilità del cuore, inquietudine, violenza nell’appropriazione.

Nella Bibbia: la Parola di Dio è severa con l’avaro. Dice Gesù: “Non potete servire Dio e la ricchezza” (Mt 6,24). Il denaro sfida Dio, perché si fa Dio. E il consiglio di Gesù: “non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena” (Mt 6,34).

L’avarizia nel mondo: di fatto è mal acquistata la ricchezza che finisce per escludere la massa degli uomini dai beni della terra, riservandoli a pochi privilegiati.

Come uscirne: è importante riconfermare alcuni principi elementari della fede cristiana ovvero che i beni della terra ci provengono da Dio; i beni della terra hanno da Dio una destinazione universale; bisogna passare ad uno stile di vita fatto di generosità, disinteresse, condivisione, gratuità cioè dare senza aspettarsi il contraccambio e dare soprattutto a chi è nel bisogno.

Domande: come reagisco quando acquisto un oggetto e lo rivedo esposto in un negozio a un prezzo molto inferiore, o superiore? se fai un favore a qualcuno pensi subito a come e quando potrai chiederne uno tu? Cosa pensi di poter donare agli altri?cosa vuol dire per te fare elemosina o essere caritatevole?

3. L’ INVIDIA

Gli eroi negativi: la matrigna di Biancaneve che guardandosi sempre allo specchio domandava: “specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?”

Il concetto: l’invidia consiste nel sentimento di dolore e di tristezza per il bene degli altri, ed anche nel provare esultanza e gioia per ciò che accade loro di male. Proviamo astio, ostilità e rammarico se gli altri sono fortunati e felici. Poi vorremmo avere anche noi ciò che gli altri possiedono: cose ma anche qualità fisiche e morali. L’invidia non và comunque confusa con la sana competizione.

Nella Bibbia: Caino, il primo figlio di Adamo ed Eva, il primo invidioso. Nel racconto biblico vedeva le sue offerte rifiutate da Dio in favore di quelle offerta da Abele, e per invidia lo assassinò (Gn 4).

L’invidia nel mondo: è un vizio che colpisce tutti ma passa ignorata perché non sappiamo di essere invidiosi. “Tutti sanno condividere le sofferenze di un amico ma ci vuole un anima veramente bella per godere dei suoi successi”, diceva Oscar Wilde.

Come uscirne: bisogna intraprendere la via dell’umiltà ovvero confrontarsi con gli altri per fare a tutti i costi la verità. Imparare a riconoscere ciò che si è, e ciò che sono gli altri. Solo la carità ci porta a gioire dei beni e dei valori degli altri, e provare pena per i loro mali e le loro sofferenze.

Domande: come reagisco di fronte al bene di un amico? Provo invidia per le qualità ed i beni di un altro? ti rendi conto che il bene degli altri è un dono anche per te? Come può questo aiutarti nella crescita? Quando competo con gli altri ho intenzione di umiliarli?

4. L’ IRA

Gli eroi negativi: Ivan IV il terribile fu il detentore di un potere assoluto in Russia. Confiscò le terre, torturò e uccise chiunque ritenesse suo avversario.

Il concetto: l’ira non è di per se ne buona ne cattiva poiché ci può essere un irritazione nei confronti del male come nei confronti del bene. Si parla di vizio quando si reagisce ad un torto attraverso la vendetta. L’ira non manca mai di ragioni ma il più delle volte esse non sono valide. E anche quando lo fossero, l’ira ha il difetto di spegnere la luce della ragione. Aggiunge ostilità ad ostilità

Nella Bibbia: Gesù nel tempio pieno di ladroni si lascia prendere da una santa ira (Gv 2, 14-17) e mostra anche i suo sdegno contro scribi e farisei ( Mt 23, 13-32). Esortava inoltre san Paolo: “ non tramonti il sole sopra la vostra ira” ( Ef 4, 26).

L’ira nel mondo: per osservare gli effetti dell’ira basta riflettere sui gli episodi di violenza che vediamo nei programmi televisivi, negli stadi, nella politica…

Come uscirne: quando ci troviamo a discutere cerchiamo di contare fino a dieci prima di parlare e fra due parole cerchiamo di scegliere sempre quella meno dura, la meno aggressiva. Per il cristiano il passo decisivo per uscire dall’ira risulta essere il perdono proposto da Gesù. Esso sconvolge ogni schema giuridico ed eleva all’amore per il prossimo. Bisogna inoltre cercare di evitare tutte le occasioni in cui potrebbe insorgere l’ira.

Domande: ti riconosci come un tipo paziente? Fino a che punto ti lasci trasportare dall’ira? Quanto l’uso di parole sbagliate può danneggiare i rapporti con i tuoi amici o familiari? Quali sono le occasioni che fanno scatenare la tua ira?

5. LA LUSSURIA

Gli eroi negativi: Casanova considerato il più famoso di tutti gli amanti, il cui nome viene attribuito a coloro che si considerano esperti delle conquiste amorose.

Il concetto: tale vizio non mette in discussione la sessualità, che procura piacere fisico, alimenta l’amore per il coniuge e porta al dono della vita. Una sessualità voluta e benedetta da Dio. La lussuria è l’uso errato di questa sessualità. È il desiderio disordinato e la ricerca sregolata del proprio piacere fisico, isolato dalle finalità unitive e procreative. Questo vizio ferisce l’altro, se stessi e Dio. Ferisce l’altro in quanto lo riduce a corpo, a oggetto; ferisce se stessi perché isola dai legami veri; offende Dio che ha creato i corpi perché siano tempio dello Spirito Santo, chiamandoli a imitare la sua generosità nel donare e diffondere la vita. La lussuria è dunque la ricerca del piacere carnale fuori dalle finalità che Dio ha assegnato alla sessualità umana.

Nella Bibbia: è famoso il racconto di due anziani pieni di perverse intenzioni che al tempo del profeta Daniele insediarono la casta Susanna, poi la fecero condannare a morte e infine furono puniti con la sorte che avevano preparato per lei ( Dn 13).

La lussuria nel mondo: possiamo riconoscere tale vizio nel tradimento ( che spesso vediamo nelle serie televisive) ma anche nei rapporti prematrimoniali o nell’omosessualità ma anche nell’aborto o dell‘uso di contraccettivi. In quest’ultimi casi infatti si viene meno alla finalità divina poiché ogni atto sessuale tra coniugi deve non solo essere suscitato dall’amore ma deve essere anche aperto alla vita.

Come uscirne: si combatte il vizio con la castità. Questa virtù non riguarda solo i religiosi ma tutti e chiede di essere coltivata in tutte le situazioni di vita, dagli adolescenti ai giovani, dai celibi agli sposati. La castità è possibile e richiede il dominio di sé. Ci vuole tempo e impegno. La condizione per una vita casta è saper orientare le proprie energie in un progetto di vita degno di essere vissuto come la famiglia cristiana.

Domande: perché a tuo avviso la Chiesa vieta i rapporti prematrimoniali? È possibile per te vivere la castità oggi?cosa vuol dire per te vivere con castità il rapporto con gli altri tipo amici o familiari?sono contento/a di come Dio ha creato i mio corpo?

 6. LA GOLA

Gli eroi negativi: tutti conoscono il famoso Homer Simpson e la sua passione per il cibo, in particolar modo per le ciambelle.

Il concetto: stentiamo a considerare la gola come un vizio perché nutrirsi è una delle prime esperienze della vita, accompagnata dalla sensazione di piacere e di benessere. In realtà anche questo peccato consiste nel piacere sregolato. Siamo golosi quando assumiamo cibo in eccesso (bulimia) ma anche quando soffochiamo questo desiderio (anoressia). Con tale vizio non si trasgredisce solo nella quantità ma anche nel troppo tempo dedicato ai pasti o nel modo in cui ci si comporta a tavola (il goloso infatti si serve per primo).

Nella Bibbia: troviamo scritto “state ben attenti che i vostri cuori non si appesantiscono in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita” (Lc 21, 34)- nell’Antico Testamento troviamo inoltre il racconto di come Giuditta riuscì ad uccidere Oleoferne facendolo ubriacare (Gdt 25, 19-34)

La gola nel mondo: la società non educa alla sobrietà anzi pubblicità, ricette, supermercati, ostentano cibo e propongono l’abbuffata. Il nostro è un mondo di golosi. In realtà da questo vizio derivano anche mali come l’alcolismo e la droga, espressioni di una vita nella quale si cerca di addormentare l’angoscia per l’assenza di Dio.

Come uscirne: bisogna recuperare il senso dell’autocontrollo, ascoltare le vere necessità del corpo, darsi un orario e non mangiucchiare di continuo. È uso cristiano consumare il pasto in un contesto di preghiera. Si chiede la benedizione di Dio e si rende grazie sperando che del cibo ci si possa servire sempre in bene.

Domande: a tavola cominci per primo senza aspettare nessuno?quando hai finito ti alzi e te ne vai?

7. L’ ACCIDIA

Gli eroi negativi: una piccola favola racconta di come una formica criticava tanto la cicala molto indaffarata nel mettere da parte il cibo per l’inverno in modo da non essere colta impreparata. Più volte la cicala sollecitò la formica a fare altrettanto ma sicura di avere ancora molto tempo non si dava preoccupazione. Finì così per arrivare l’inverno e mentre la cicala era al sicuro, la formica rimase senza cibo e fu costretta a chiedere aiuto.

Il concetto: l’accidia è insieme tristezza del bene divino, ovvero disinteresse del nostro amore verso Dio, e disgusto per il ben agire, cioè indolenza nello svolgere i propri compiti, anche religiosi. Non è dunque solo pigrizia o apatia.

Nella Bibbia: l’accidia porta la nostra anima ad assopirsi, ci fa deviare dal nostro impegno e ci rende poco vigili come successe anche agli apostoli (Mc14, 32). Quando i nostri sensi non sono molto svegli, in noi nasce l’accidia, e si perde il gusto per le cose spirituali.

L’accidia nel mondo: l’accidia intesa come disinteresse e noia verso Dio sembra dilagare; basti pensare a coloro che vogliono togliere i crocifissi dalle scuole o dai tribunali. La scomparsa di Dio dall’orizzonte dell’uomo non è indolore ma soffoca tanti ideali e questo clima favorisce ozio e pigrizia.

Come uscirne: il primo passo è elaborare una matura scala di valori in cui Dio occupi il gradino più alto. Poi occorre coerenza. È utile mantenere la giusta misura nel lavoro. Si oppongono a questo vizio i sacramenti della confessione e nell’eucarestia.

Domande: cerchi sempre di rimandare i tuoi impegni?ha la volontà di confessarti periodicamente e di vivere l’eucarestia ogni domenica? sai cogliere la presenza di Dio nelle tue attività? Sai interpretare il tuo dovere come un dono di Dio per diventare migliore e raggiungere la felicità?