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Venerando la Misericordia di Dio, che è amore, bontà e pietà, veneriamo lo stesso Dio. Alla luce della dottrina cattolica Dio è estremamente semplice, "non ci sono in Lui le parti", ossia tutto ciò che è in Dio, è Dio. "E così - scrive don I. Rozycki - Dio non solo è saggio, ma è anche Sapienza; non solo è onnipotente, ma è Onnipotenza; nei riguardi del mondo non solo manifesta la sua provvidenza, ma è la Provvidenza; non solo ci ama, ma è Amore; non solo è misericordioso, ma è Misericordia. Perciò la Sapienza, la Provvidenza, l'Onnipotenza, l'Amore, la Misericordia che sono la stessa cosa che è Dio, hanno da parte nostra il diritto alla venerazione religiosa" (R., p. 8).

Oggetto del culto nella devozione, di cui si parla nel Diario di Suor Faustina, è la misericordia di Dio, Uno e Trino. Questa misericordia è amore, bontà e pietà. Ha gli attributi propri dello stesso Dio, perché‚ è incomprensibile, insondabile, indicibile e infinita. Benché‚ si parli qui della misericordia di Dio nella Santissima Trinità, tuttavia la Persona privilegiata in questa devozione è Gesù Cristo, perché‚ è a Lui che in qualche modo si riferiscono tutte le nuove forme del culto della Divina Misericordia. Persino la coroncina alla Divina Misericordia, che è diretta a Dio Padre, fa riferimento al valore della Passione dolorosa del Figlio di Dio ed è Lui che dona tutte le grazie legate a questa preghiera.

Questo eccezionale posto di Gesù nella devozione alla Misericordia di Dio ha una sua profonda motivazione nelle parole del Vangelo: "Io sono la via e la verità e la vita: nessuno viene al Padre se non per mio mezzo" (Gv l4,6). La devozione alla Misericordia di Dio è quindi giustamente chiamata devozione a Gesù Misericordioso. Ambedue le definizioni, per quanto riguarda l'oggetto, esprimono l'essenza di questo culto.

La Divina Misericordia, che veneriamo in questa devozione, è inesauribile, più grande dei peccati di tutto il mondo. E' più generosa per i peccatori che per i giusti, poiché‚ soprattutto i primi ne hanno bisogno. "Quanto più è grande la miseria, tanto maggiore è il diritto che ha alla Mia misericordia" (Q. III, p. 398) - ha detto Gesù a suor Faustina.

 

ESSENZA

 

In un primo momento potrebbe sembrare che non ci sia una essenziale differenza tra la devozione al Cuore di Gesù e il Culto alla Divina Misericordia. Sia una lettura superficiale del Diario di suor Faustina in cui molto spesso si parla del Cuore di Gesù, sia la sua personale devozione al Sacro Cuore di Gesù, vivamente praticata nella congregazione, possono rafforzare ulteriormente questa convinzione. Tuttavia una più profonda analisi teologica del contenuto del Diario ha portato don Rozycki a distinguere il Culto alla Divina Misericordia e a mostrare le essenziali differenze che esistono tra queste devozioni. Tali differenze riguardano l'oggetto essenziale e reale, la stessa essenza della devozione e del tempo privilegiato con cui sono legate certe promesse. E così:

 

a) oggetto essenziale:

- la misericordia di Dio nella Santissima Trinità, nella devozione alla Misericordia Divina;

- la Persona Divina del Figlio di Dio Incarnato, nella devozione al Cuore di Gesù.

La differenza è dunque già nell'ambito del preciso oggetto di queste devozioni.

 

b) oggetto reale:

- l'immagine del Gesù Misericordioso, corrisponde nel contenuto alla visione del 22 febbraio 1931, nella devozione alla Divina Misericordia;

- l'umano, fisico Cuore di Gesù, nella devozione al Cuore di Gesù.

 

c) l'essenza della devozione:

- la fiducia, nella devozione alla Divina Misericordia;

- la riparazione, nella devozione al Cuore di Gesù.

 

d) tempo privilegiato

- le 15 del pomeriggio di ogni giorno e la festa della Misericordia;

- il primo venerdì del mese e la festa del Sacro Cuore di Gesù.

 

Don I. Rozycki fa notare pure che tra le forme concrete della devozione alla Divina Misericordia "non ci sono novene o litanie note e preferite. Coloro che per la prima volta vengono a contatto con questa devozione, il più delle volte chiedono delle novene e litanie" (R., p. 17), così caratteristiche per le altre devozioni e fortemente radicate nella religiosità cattolica. La novena, che troviamo nel Diario, era destinata solo a suor Faustina. Non era per tutti. Gesù non ha legato alcuna promessa alla sua recita, promessa che si riferisse a tutti. Non appartiene pertanto alle nuove forme del culto della Divina Misericordia. Se faremo però con fiducia quella novena, allora sarà un autentico atto di devozione, a cui si riferiscono le promesse legate alla fiducia. Questa novena è anche un atto di misericordia spirituale verso il prossimo, poiché‚ in essa ogni giorno preghiamo per le altre anime.

Gesù chiedeva a tutti invece una novena consistente nella recita della coroncina alla misericordia Divina, novena che deve anticipare la festa della Misericordia. Ha detto in proposito: "Durante questa novena elargirò alle anime grazie di ogni genere" (Q. II, p. 294). Essa è strettamente legata alla festa della Misericordia, essendone la preparazione.

In questa devozione alla Divina Misericordia non c'è neanche una litania, come nuova e separata forma di culto, a cui sarebbero legate delle promesse. Sono note attualmente due litanie alla Divina Misericordia. Se qualcuno le recita con fiducia e fa delle opere di misericordia, "può soltanto contare su ciò che Gesù ha legato in genere all'atto di fiducia nella misericordia di Dio" (R., p. 18).

In numerose pubblicazioni che trattano della devozione alla Divina misericordia c'è confusione tra le nuove forme del culto, rivelate a suor Faustina, e i testi delle sue preghiere. Più volte si ha l'impressione che la cosa più importante in questa devozione sia la novena o la litania. Per quanto si possano giustificare le precedenti pubblicazioni, oggi - già dopo l'analisi teologica degli scritti di suor Faustina - bisogna fare in modo che questa devozione sia trasmessa in modo corretto.