La Capri di Ninni Pecoraro

 

Ninni Pecoraro ha cominciato a dipingere e ad esporre in età matura, solo quando ha trovato un nuovo linguaggio, un codice realmente originale con cui esprimersi; e da allora questa ricerca non è mai terminata, il suo stile – pur rimanendo fedele a quello spirito iniziale – evolve continuamente e sperimenta sempre nuovi elementi, inquadrature, composizioni.

 

 

Gerardo (Ninni) Pecoraro nasce a Milano, da Vincenzo di Castellammare di Stabia e da Anna Bassi di Gualdo Tadino, il 26 gennaio 1930. Dopo tre anni la famiglia, si trasferisce a Capri. Studia poi al liceo Classico Umberto a Napoli poi si iscrive ad Architettura che lascia dopo qualche anno. Pratica canottaggio col prestigioso Circolo Italia, calcio ma soprattutto tennis. Sposa Maria Luisa (Mary) Sacco nel 1955, nascono Anna Linda e Riccardo. Aderisce al Partito Socialista e per più di un decennio partecipa alla vita politica di Capri, ricopre la carica di consigliere comunale e negli anni ’70 quella di segretario della sezione socialista di Capri. Appassionato d'arte e con una ottima base di disegno acquisita negli studi universitari, negli anni '80 trova una sua via originale di riprodurre su tela la sua amata Capri. Le sue mostre ottengono da subito ottimi risultati di pubblico e critica e si afferma come uno dei più apprezzati pittori capresi per il suo stile solare e personale.

 

 

 

CAPRI, NELLA LUCE E NEL COLORE di J. Sage (2006)

Lontano da ogni nostalgica rilettura ottocentesca del paesaggio caprese ma anche da ogni pretenziosa speculazione intellettualistica, la pittura di Ninni Pecoraro si è sempre distinta per l’originalità dello stile e la solarità dell’immagine, allegra e solenne al tempo stesso.

Ninni Pecoraro comincia a proporre le prime mostre non certo in giovane età; pur disponendo, infatti, di un ottima tecnica di disegno, irrobustita da studi di architettura, e di una importante preparazione storico artistica, non vuole proporre le proprie opere finchè non trova una sua via espressiva, una estetica che sappia rinnovare anche l’idea dell’isola in cui abita da sempre.

Così le prime esposizioni sono degli anni ottanta, quando il pittore ha già passato la cinquantina, ed ottengono da subito riscontro e successo. Fu proprio in una di quelle prime mostre, nella chiesetta dell’Oratorio (allora aperta all’arte) che Roberto Pane, uno dei più importanti urbanisti e storici dell’arte, rimase colpito positivamente dai quadri di Ninni che definì “visioni e non vedute” cogliendo prima di tutti il senso della novità del pittore caprese. E infatti Pecoraro riporta sulla tela una Capri che è insieme reale e visionaria, limpida ma trasfigurata, in una lettura che – come quella dei buoni poeti – porta alla luce l’essenza delle cose, nascosta talvolta agli occhi frettolosi dei superficiali. Così l’elemento umano è quasi completamente assente, ma ci sono case, chiese, palazzi e barche a ricordarci che l’isola è un unicum di natura e di storia e che l’uomo, al pari del mare e del vento è un agente naturale che modifica il paesaggio. E Ninni Pecoraro, nelle sue visioni, ci mostra solo il bello di questo paesaggio, perché il bello è l’essenza che resta sempre sotto la superficie di Capri.

 

 

 

 

 

 

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