Onde nello stagno

Le onde rappresentano uno dei fenomeni naturali più affascinanti. Chi, soprattutto tra noi surfisti, guardandole non è rimasto incantato dai loro continui cicli di flusso e riflusso, alta e bassa marea,burrasca e calma, la loro inesauribile potenza e bellezza? Le onde sono pulsazioni di energia figlie della eterna lotta tra mare ed atmosfera, come Dio per chi ci crede infuse la vita nella forma grezza di Adamo, così il vento dà vita all’oceano, lo solleva e lo trasforma nello straordinario prodigio vivente dei frangenti. Tempo fa ero in Sardegna ospite di un amico surfista, eravamo a Su Pallosu presso lo spot che qui chiamano La Laguna per controllare le condizioni del mare. C’era un bel vento che soffiava teso da est, troppo forte per creare una qualche onda surfabile. Decidemmo comunque di fermarci sulla spiaggia a fumarci una canna. La giornata era fantastica, il cielo spazzato ed asciugato dal vento dopo giorni di pioggia insistente. Si era formata ad una decina di metri dalla battigia, una bassa striscia d’acqua lunga quasi un centinaio di metri. Il vento soffiava proprio nel senso della lunghezza di questo piccolo bacino che in realtà altro non era che la traccia di un fuoristrada, o più probabilmente una ruspa, passato più volte e senza scopo apparente nello stesso punto, scavando questo taglio poco profondo e pieno fino all’orlo di acqua piovana. La luminosità del cielo rendeva questa pozzanghera di un colore fantastico. Ebbene quel giorno tutto ci fu rivelato, il vento raccontò la sua storia straordinaria su quella minuscola striscia d’acqua.

Sull’estremità della pozza più lontana da noi si poteva vedere come il vento stava avendo il suo primo effetto sulla superficie ancora liscia come uno specchio. Dapprima ci fu solo un leggerissimo accenno di distorsione, come una sfumatura, ma tutto sembrava fremere come a presagire un più intenso movimento. Sì, pareva energia che minaccia l’ordine prestabilito, una nuova realtà verso un’altro equilibrio, la natura stava per risolvere le sue differenze nell’unico modo possibile. Il movimento divenne più intenso, le sfumature si trasformavano in evidenti increspature e le parti frontali di queste microonde che avanzavano diventarono blu scuro. L’ultima increspatura si accavallava alla precedente ingrossandosi, poi ancora su di un’altra più lenta raddoppiandola, e così via finchè ad una altezza critica, che stimammo in non più di dieci cm, le creste di queste stupefacenti onde in miniatura cominciarono a lacerarsi. La loro corsa attraverso la pozzanghera era ormai sfrenata.

Onde! Erano realmente onde adesso, alte sui 10/15 cm, delineate, formate e relativamente potenti. Sentivano il fondo gradualmente sempre più basso sollevandosi in linee frastagliate di schiuma, piegandosi e rovesciandosi infine sull’estremità opposta della pozzanghera. Una dopo l’altra, differenti tra loro ma allo stesso tempo uguali. Queste meraviglie erano nate, avevano vissuto e morivano. Esattamente come avviene in mare aperto pensammo, là oltre l’orizzonte a migliaia di chilometri dove nascono quelle onde che cavalchiamo o che semplicemente si dissolvono ai nostri piedi sulla spiaggia. Penserete sicuramente che quello che avevamo fumato abbia in qualche modo amplificato le nostre reazioni, ma questo è quello che veramente abbiamo visto coi nostri occhi e da quel giorno sappiamo di aver avuto il privilegio di una rivelazione.

David "il Magna" Magnanini.