Questioni Spirituali |
Manca poco al tramonto, l'ora che preferisco per fare surf. L'aria è fresca e la superficie liscia del mare sembra uno specchio pronto a riflettere il rosso del sole che sta scendendo. Il cielo sopra di me è una splendida coperta dai colori mozzafiato: blu cobalto in alto, azzurrino poco più in basso fino al rosso fuoco passando per il rosa tenue. Il sole sta tramontando. Cammino lentamente sulla sabbia ormai fresca lasciando le impronte. La prossima onda cancellerà le traccie del mio passaggio. Sono al confine tra la terra e l'acqua, la battigia, quella terra di nessuno che separa il mondo solido da quello liquido, dove l'energia del mare muore ai nostri piedi. Qui il surfista osserva le onde, la loro forma e dimensione, ne studia la forza. Mi butto e comincio a nuotare con la pancia appoggiata sulla tavola, il cuore ha un sussulto nel vedere lo spettacolo che si presenta ai miei occhi. Un'onda si avvicina, remo verso di lei a mani aperte con tutta la forza che ho. Mi giro e sento la tavola prendere velocità, l'onda mi ha preso. Una scarica di adrenalina mi attraversa il cervello, un colpo di reni e sono in piedi, in equilibrio con la faccia davanti al fronte liscio che si va incurvando. Cerco di mantenere la tavola il più possibile in posizione, l'onda mi avvolge. Quello che ho davanti è il sogno di ogni surfista, un tubo perfetto grande quanto basta per contenermi. Continuo la mia corsa dentro questa galleria blu, plastico nella mia posizione degna del miglior Herbie Fletcher. Sono attimi, intorno a me c'è solo acqua salmastra, il rumore è al tempo stesso violento ed ovattato, è il delicato suono del tuono. L'onda ormai mi ha avvolto nel suo abbraccio. Attimo dopo attimo tutto scompare dalla mia vista, sono a fine corsa, gli ultimi echi di energia di quel frangente mi travolgono. Siamo
abituati a non ricordare i giorni, nella nostra mente però rimangono gli attimi, e so che questo lo manterrò per sempre dentro di me. Afferro la tavola e mi ci siedo sopra. Ecco cos'è per me la spiritualità del surfing: sedersi sulla tavola dopo aver cavalcato un 'onda e rimanere qualche minuto in silenzio ad incamerare l'energia del mare. Questo contatto mi riempe la mente di questioni spirituali. Sono
passati vent'anni dalla prima volta che sono riuscito a prendere un'onda e per quanto strano possa sembrare provo ancora oggi la stessa magia che sentii quel giorno. Ogni nuova onda che cavalco è come se fosse la prima volta, ogni nuova onda è un'avventura a sé. Perchè é così? Cosa ci rende giovani mentre facciamo surf, che sia estate o inverno, che faccia freddo o l'aria sia tiepida? Ogni volta che inseguo quel piccolo pezzo di paradiso col mio surf i miei occhi esprimono un sentimento che solo i bimbi conoscono. Forse è perchè ho sempre considerato il surf come un gioco, un incredibile e assolutamente miracoloso gioco. Si
è fatto tardi, decido di uscire dall'acqua anche perchè ormai è quasi buio. Via la muta, mi infilo i jeans e metto la tavola in macchina. Mi va di camminare sulla sabbia a piedi nudi, riassaporare ancora l'attimo appena trascorso. Cammino con le mani tasca ed il sapore dell'acqua di mare in bocca. Guardo ancora verso il largo, molti surfisti sono ancora in acqua a tentare le ultime onde della giornata. Sergio "the Man" Baroni |