Galizia - A caccia di spiaggie pulite -

DAL DIARIO DI UN SURFER VIAGGIATORE : io penso che si possa migliorare molto anche stando a casa propria o nella citta' in cui si vive, insomma fare la differenza vuol dire andare avanti per noi stessi e per gli altri.

Questo e' un piccolo racconto del viaggio che sto facendo, non ho tempo di poter scrivere singolarmente a tutti, perche' ad internet ci vado a "scrocco".

"...Insomma...siamo in due, un VW del '84 rosso, tavole da surf, H2O e qualche scorta alimentare. Il viaggio, di cui ne descrivero' una parte adesso, quella relativa alla Prestige, inizia quando io, Achille, vado a prendere alla stazione di Biarritz Bruno. Lui, mi raggiunge dopo un mese che io sono in Anglet, tra l'altro infortunato "non Male". 9 febbraio: dico " Bruno, vuoi vedere cio' che la mareggiata sta portando a riva da diversi giorni?" Siamo a circa 1000km dal disastro causato dalla nave Prestige. Andiamo un po' piu' a nord di Anglet, Tarnos, e, scavalcando le transenne che bloccano gli ingressi, andiamo sulla spiaggia, che come tutte quelle della costa sono "interdette". Qui nella zona Basca e quella dell'Aquitaine hanno vietato persino le passeggiate dal 28 gen. Ancora non si vedeva niente, il 28 gen. Invece oggi...abbiamo fatto foto, perche' sarebbe inutile tentare di descrivere questa situazione. A 1000km da la Coruña non puoi pensare di trovare uccelli morti per via del petrolio, che li ha completamente inzuppati.Invece eccoli li, in mezzo a pozze nere. Proseguiamo il nostro viaggio verso ovest e la situazione e' sempre la stessa. Paesi Baschi, Cantabria, Asturia un po' meno, ma in allarme. Durante il tragitto, 250km al gg, toccando varie spiagge, con cartelli "playa contaminada", abbiamo chiamato l'ufficio turistico di La Coruña e ci siamo fatti dare il n. verde spagnolo per andare a pulire quelle contaminate. Per telefono le solite domande: allergie strane? malattie di cuore? ecc...Insomma, appuntamento preso per il 15 mattina a Corrubedo. Noi a Corrubedo arriviamo il 14 pomeriggio e facciamo un giro. La situazione ci sembra tranquilla, infatti ci sembra persino che niente sia successo. 15 mattina, ci ritroviamo con varie attrezzature ed un pullman di volontari dell'Andalusia, ai quali veniamo aggregati. Subito ci facciamo riconoscere, ma neanche loro scherzano, percui piu' che andare a togliere petrolio sembra una gita, dove non manca la "roba" da bere. La spiaggetta che vediamo e' piccola, a parte qualche gocciolina sulla sabbia, il piu' grosso e' sulle rocce. Impossibile da togliere con la spatolina che abbiamo.

Bilancio del giorno: abbiamo rimediato il pranzo ed 1 cassa di bottigliette d'H2O, ma anche tante domande da fare. Pensate, sanno che siamo surfisti e ci consigliano di andare a Las Dunas, a pochissimi km da dove abbiamo operato, per prenderci le onde, le stesse che ci hanno accompagnato mentre eravamo operativi. Surf davanti al relitto che ogni gg tira fuori 1 tonnellata di petrolio, con 1 carico restante di 70mila tonn. E si! Le domande sono tante.

Effettivamente, a parte qualche pezzo di catrame, sembrano pulite e sotto controllo. Ma allora, questi sono tranquilli, le spiagge a posto, surfano pure, noi... che ci facciamo?...Che te lo dico a fare...

16 mattina: " andate dove eravate ieri". Noi andiamo.Ma non c'e' nessuno. Strano. Si ritorna alla base. " Venite con noi". Ma che ci facciamo qui? Continuiamo a pensare, dopo tutti sti' giri. Sempre abbastanza demotivati, andiamo al secondo spot dove troviamo anche un pullman di volontari di Valencia. Giro in spiaggia; premetto che sono tutti posti bellissimi con onde buone e anche abbastanza grosse. Ci avviciniamo agli scogli con le nostre solite spatoline, convinti di raschiare un po' di rocce, per quel che possiamo. Certo che un po' oggi, un po' domani, qualcosa fa. Era un tipo di risposta che avevamo cercato di darci; mmm, poco convincente. Riflettendo e seguendo gli altri , pesto qualcosa di molle, scuro. "Ehi, Bruno, vieni" mentre inizio a scavare e a tirare fuori del pongo nero. Piu' scavo, piu' ne trovo. Poi anche gli altri si buttano a terra...manco avessimo trovato il petrolio! Tra l'altro, visto che sono chiuso nel mio furgone da 6 settimane, non sapevo niente della guerra... Il chapapote, come viene chiamato qui questo pongo nero, e' sotto la rena di 20cm e va in profondita' per circa 1, 1.5mt a seconda della zona. Allora: in 4h di lavoro, con circa 30 volontari, in una parte di spiaggia abbiamo raccolto 8 tonnelate di roba, 40% e' sabbia. La nave ne ha buttate fuori 35mila tonn., a voi i calcoli.

Non si puo' lavorare per piu' di 4h al gg per via dei danni che potrebbe provocare alla salute. Abbiamo in dotazione 2 tute da mettere una sull'altra, mascherina,occhiali, guanti, stivali. Ti mettono del nastro tra i guanti e la tuta, gli stivali e la tuta per "sigillarti". Bilancio del gg: le domande? Ne avrei IO da fare alcune a chi vuole la guerra anziche' organizzare un bel tour "ecologista". Ho rimediato lo striscione NUNCA MAIS, che e' il motto di qui e lo sponsor del nostro viaggio che prosegue verso sud in cerca di un lavoretto. Abbiamo rimediato 4 pasti, un'attrezzatura completa sporca di petrolio. Tanti applausi per aver dato una mano a piu' di 2000km da casa. E' stato il nostro piccolo momento di gloria quando l'intero pullman salutava los dos chicos italianos, tutti e due sgangherati.

Al ritorno verso l'Italia dal sud della Spagna ci fermeremo ancora a limpiar? Un volontario, che era qui a gennaio, ci ha detto che di giorno pulivano, andavano a dormire e al mattino era di nuovo li'! TUTTO!

NUNCA MAIS.

Achille