INSERIMENTO e INTERAZIONE AL NIDO



INSERIMENTO

In questi anni si è parlato molto di inserimento, di come il bambino può essere aiutato a vivere questa prima esperienza di separazione dalla famiglia senza grossi drammi. L’inserimento non è importante solo per il bambino ma anche per il genitore, che partecipa per un certo periodo alla vita che il bambino conduce al nido. Il genitore acquista fiducia nelle educatrici, conosce l’ambiente nel quale il figlio vive durante la sua assenza.

Prima dell'inserimento è previsto un colloquio: dal primo momento in cui i genitori (o figure sostitutive) entrano nel nido, inizia uno scambio di messaggi – notizie che influenzeranno in qualche modo la futura relazione professionale. Le informazioni che i genitori o figure di riferimento forniscono, sono materiale “vivo” che deve essere trasformato ed elaborato dalle educatrici in qualcosa di utile per la crescita e l’evolversi del bambino.

L’inserimento graduale si rende necessario per consentire al bambino la conoscenza del nuovo ambiente, l’adattamento ai nuovi orari e per iniziare ad instaurare un rapporto affettivo con le nuove persone che si occupano di lui. Il tutto avviene in presenza della mamma o del papà o, comunque, di una persona che possa essere di riferimento per il bambino.Questa esperienze può costituire il modello per le successive esperienze di separazione dalla famiglia: è importante quindi che sia affrontata con le dovute attenzioni.

Durante l’inserimento l’educatrice ha modo di conoscere le abitudini del bambino attraverso il dialogo che si instaura con la persona che l’accompagna, al fine di individuare una linea educativa di continuità tra casa e nido. L’obiettivo primario delle educatrici è quello di far capire al bambino che la mamma non lo abbandona, ma si allontana momentaneamente e tornerà. Questa certezza lo porterà ad acquisire sicurezza in sé e nelle persone che gli ruotano intorno.

Il periodo di inserimento è articolato nel seguente modo:


Al termine della prima settimana si valuta insieme ai genitori lo stato psicologico del bambino e, nel caso in cui si ritenga che una sola settimana non sia stata sufficiente, si richiede alla famiglia ulteriore disponibilità.In linea generale si preferisce rimandare il momento del sonno fino al raggiungimento di una buona conoscenza dell’ambiente ed al consolidamento del rapporto affettivo con l’educatrice di riferimento: fino a quel momento si chiede che la permanenza al nido sia contenuta entro le ore 12,30.
I genitori avranno modo di verificare giornalmente l’evolversi dell’adattamento del bambino attraverso lo scambio di opinioni con le educatrici.



L’INTERAZIONE AL NIDO

La molteplicità delle esperienze e delle situazioni che il bambino ha la possibilità di vivere durante la prima infanzia sono fondamentali e contribuiscono a gettare delle buone basi per uno sviluppo psicofisico ottimale. Risulta quindi essere di fondamentale importanza il ruolo dell’educatore, che opera in modo da rendere il contatto quotidiano col bambino rassicurante, tenendo presente che il più delle volte l’esperienza dell’asilo nido è la prima esperienza di distacco per un certo numero di ore dall’ambiente nel quale il bambino vive quotidianamente.

Molte volte è anche la prima esperienza di contatto con altri bambini. E’ assai importante il ruolo che assume la “figura di riferimento” nei confronti del bambino al primo impatto, soprattutto durante la fase di inserimento: l’atteggiamento rassicurante e consolatorio, la sua disponibilità e l’empatia sono fondamentali in questo delicato momento. Il bambino sa che quell’educatore si occuperà di lui.

Diversi fattori influenzano il modo di mettersi in rapporto con gli altri bambini: l’età, il sesso, l’esperienza fatta in famiglia (se si hanno fratelli o sorelle), se i genitori lo hanno spesso posto a contatto con altri bambini o se è sempre vissuto in compagnia di adulti. Proprio l’imparare a stare con gli altri, interagire e socializzare con loro, costituisce una parte importantissima dello sviluppo di ogni bambino. Per raggiungere tale obiettivo occorre entrare in possesso di abilità che consentano di interagire appropriatamente con soggetti molto diversi da se stessi e fra di loro.

Il nido, proprio per le sue caratteristiche e per l’utenza multietnica che accoglie, favorisce tali fondamentali interazioni in cui ogni bambino sperimenterà le proprie risorse, imparando a trovarne di migliori se la situazione lo richiede. Viene quindi affermata la fondamentale importanza delle interazioni con i coetanei per il formarsi ed il consolidarsi della personalità e per lo sviluppo delle capacità comunicative. Il bambino si trova immerso in un universo di relazioni molto complesso. Nel corso dello sviluppo stabilisce e consolida rapporti di interrelazione anche con i suoi coetanei.

L’asilo nido nella sua funzione socializzante vede il bimbo soggetto di moltissimi contatti. I bambini più grandi interagiscono con i più piccoli e il loro rapporto progredisce; inoltre il bimbo più grande è convinto che l’altro comprenda tutto ciò che egli fa e dice: in tal modo diventa per lui un prezioso stimolo alla crescita. Molto spesso il bambino piccolo stabilisce o ristabilisce il contatto con gli altri (adulti e bambini) attraverso un comportamento di offerta. Questo dà origine a reciproche imitazioni o ad attività di cooperazione e inoltre l’interazione si manifesta con sorrisi, carezze, abbracci, prendersi per mano, ecc...

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