27 gennaio 2003
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"SCHINDLER'S
LIST" Questo film mi ha veramente insegnato tante cose sulla vita e mi ha fatto capire cos'è la guerra, l'odio razziale. L'uomo crea la guerra senza farsi scrupoli e senza pensare che alla fine siamo noi stessi a soffrire, principalmente i bambini. Immaginate una bambina senza famiglia, senza madre! Che cosa potrà fare questa povera bambina, così piccola e indifesa....e che fine mai faranno i bambini costretti a vivere questa orrenda tragedia?! La mattina la mamma sveglia con amore la sua figlia, le prepara la colazione e l'accompagna a scuola. Ma adesso che quella bambina è completamente sola, dovrà trovare la forza di andare avanti senza nessuno, di fare cose che non ha mai fatto: cercarsi da mangiare, non andare più a scuola, smettere di giocare e crescere, crescere in fretta, per arrivare un giorno a chiedersi:"Ma che razza di vita è la mia vita, è il mio destino!" Allora arrivi ad un punto in cui vuoi anche toglierti la vita, per non soffrire più, per non vedere più, per non vivere più. Ma è il tuo destino, non arrendersi, bisogna lottare, bisogna sperare e verrà il giorno in cui potrai avere tutto ciò che ti mancava, la felicità, perché Dio non lascia mai i suoi bambini, i suoi figli. Allora coraggio!! Lottiamo tutti per la pace, che è la sola chiave della libertà. Dedico questa riflessione anche al mio paese che come tanti non ha ancora capito che cosa può fare la guerra. |
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Che Dio benedica |
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Il 27
Gennaio è il giorno della memoria. Il film che abbiamo visto “Jona
nella balena” racconta la vita di un bambino ebreo (come tanti altri) di
nome Jona, che inizialmente viveva normalmente, poi man mano passava il
tempo le proibizioni verso gli ebrei diventavano sempre di più: non
potevano lavorare, far la spesa, andare a scuola o semplicemente
passeggiare in strada, insomma anche le azioni più semplici per gli ebrei
diventavano una difficoltà enorme. Poi la situazione peggiorò, cioè
tutti dovevano indossare la stella a sei punte sugli abiti per far capire
che erano ebrei e dopo venivano caricati su un carro per essere portati in
un campo di concentramento e durante il tragitto tutti cantavano per
tirarsi su il morale, ma sotto sotto avevano paura. Lì iniziò la parte
più drammatica della loro vita, infatti nei lager erano costretti a
lavorare tutta la giornata, senza cibo e senza sosta. Dopo la
testimonianza di Jona, uno dei pochi sopravvissuti alla “Shoah”, noi
non abbiamo parole: come ha potuto un popolo intero essere sterminato così
? Senza una motivazione valida (non potrà mai esistere una
giustificazione per tali eventi!).
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