“Il
13 novembre: una mattinata di terrore”
Era una mattinata tranquilla, anzi bella
perché eravamo nella palestrina a far l’ultima lezione di “Giochi di
lotta” con l’esperta Chiara; era però anche brutta perché pioveva.
Stavamo giocando con i bastoni e ci stavamo divertendo un mondo.
La palestrina non era tanto grande io e i miei compagni stavamo ascoltando
delle precisazioni di Chiara sul gioco da fare.
Mi sentivo un po’ come uno gnomo guerriero, per via della storia che
rappresentavamo; stavo per iniziare a combattere con il drago. Quando
all’improvviso arrivò, spalancando la porta, la maestra Lucia con i
nostri giubbini. Noi stupiti ci mettemmo i giubbini e eseguimmo gli
ordini, quindi uscimmo in giardino.
In quel momento ho pensato ad una prova di evacuazione come mi avevano
detto, ma ho capito che era successo qualcosa di serio perché erano
usciti anche i bambini dell’asilo. A quel punto ci hanno detto quello
che era successo, cioè che c’era stata una scossa di terremoto!
Io ero a dir poco terrorizzata, al solo pensiero di quello che era
capitato ai bambini del Molise, perciò mi veniva da piangere.
L’atmosfera intorno a me era poco incoraggiante, pioveva, noi avevamo le
scarpe di tela e quindi ci si bagnarono i piedi. Dovunque mi giravo
qualcuno piangeva. Mentre aspettavamo il permesso di rientrare a scuola
vedevamo i vigili urbani, i volontari della Protezione Civile e anche i
bambini dell’asilo che piangevano e volevano andare a casa.
Le parole che mi ricordo di più sono state quelle della maestra Patrizia
che incoraggiava Federica, la quale era molto molto spaventata.
La mattinata si è conclusa con la notizia che al pomeriggio non saremmo
tornati a scuola; molti erano felici ma io no, anzi volevo andarci, però
forse è stato meglio così, per evitare eventuali pericoli.
Io da questa esperienza ho capito che la mia scuola è sicura e che le
scosse nel mio paese non vengono così forti come quelle in Molise.
MARTINA P. classe V^B |
“Il 13 novembre:una mattinata di tensione”
Era una mattinata come molte altre,
ero nella mia classe con i miei compagni e la maestra Emanuela a fare
gli esercizi di grammatica. I banchi erano pieni di biro sparse, con i
quaderni di lingua usati per appoggiare le schede di lavoro, i miei
compagni ed io eravamo ignari di quello che stava per succedere.
Io ero concentrata negli esercizi di grammatica. Improvvisamente,
esattamente alle 11.48 , dal lago d’Iseo è arrivata una scossa di
terremoto.
In quel momento non capii cosa fosse successo, credevo che gli addetti
ai lavori di manutenzione stessero usando il trapano, ma quando i miei
compagni dissero: “Il terremoto!” ho capito cosa stava
accadendo.Alcuni si stavano mettendo a piangere, altri ad interrogarsi
sull’accaduto; io avevo il cuore che batteva fortissimo.
Poi è entrata la maestra di terza che ci ha chiesto: “Ma… voi non
avete sentito niente?” e noi in coro: “Sì!”.
Subito dopo è entrata la maestra Lucia e ha detto: “Si evacua!”.
Allora tutti abbiamo lasciato le cose com’ erano: astucci aperti, biro
sparse… siamo usciti dalla classe e abbiamo visto che anche le altre
classi evacuavano dall’ edificio; siamo scesi dalle scale usate per le
emergenze.
Tutte le classi erano sul vialetto della scuola; anche la scuola media e
la scuola materna erano state evacuate.
Ricordo che i bambini di seconda ancora ignari chiedevano: “Cosa è
successo?”.Pioveva e la maestra Lucia ha dato a me e la mia amica
Martina l’ ombrello perché non avevamo il cappuccio.
Alla fine, alle 12.40, sono arrivati alcuni genitori. Come gli altri
giorni io sono andata a casa da sola, invece altri con il pullman ed
abbiamo saltato le lezioni del pomeriggio.
Da questa esperienza abbiamo imparato che bisogna sempre mantenere la
calma quando succede qualche emergenza.
SILVIA S. classe V^A
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