Tema Beatrice

 

Non pensavo fossero così importanti le mani, fino a quando non mi sono rotta il braccio destro. Non potevo scrivere, non potevo disegnare, non potevo pettinarmi.Avevo la mano bloccata e dovevo ricorrere sempre all’aiuto degli altri.

Molte cose si possono fare con le mani. Le mani descrivono una persona, mimano un saluto, dicono un no, sono dolci quando accarezzano e forti quando stringono.

Le mani cambiano con il passare del tempo. Piccole, fragili e cicciottelle quando si è bambini, fanno tenerezza quando stringono le dita della mamma perché sono troppo minuscole perché afferrino tutta la mano.

Poi, crescendo, diventano lunghe, sottili e sanno fare un sacco di lavori.

Quando guardo le mani del nonno vedo la sua vita: sono forti, rugose e callose a causa del lavoro, ma in ogni modo belle.

Le mani della mamma, invece, sono ancora giovani, hanno la pelle morbida; a volte sono sciupate dai lavori domestici, ma sono sempre in ordine. Sono mani che scrivono e disegnano, che allacciano scarpine, che si scottano in cucina, ma che sanno essere affettuose quando io ne ho bisogno.

Anche papà ha belle mani; sono abituate a scrivere e ben curate; le dita sono lunghe e sottili, cliccano velocemente i tasti del computer, lavorano con abilità. Io guardo le sue mani muoversi sicure quando aggiusta le macchine per cucire, l’aspirapolvere della mamma o il cancelletto della nonna. Sono mani abili in giardino: tagliano la siepe, potano gli alberi, sanno fare tante altre cose.

Ecco cosa penso io delle mani: ci distinguono dagli altri e sono proprio un grande dono.

Beatrice

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