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Racconti e poesie

 

 

 

Il  mio paese in una giornata d’ autunno

 

Una passeggiata in villa, che tristezza! Il cielo è grigio e ricoperto di nuvole, l’aria è fresca e nel cielo non volano i mille uccelli dell’estate, gli alberi sono spogli, tutto è ricoperto da un tappeto rossiccio e marroncino e le foglie si staccano lente dai rami dei loro alberi lasciandosi cullare dal vento: girano un po’ e poi si posano e tutto finisce. Quanta nostalgia provo passeggiando lungo il viale, una volta così alberato e verdeggiante, e ripenso all’estate quando il vocio dei bambini, che correvano di qua e di là, rallegravano la villa, accompagnati dal cinguettio festoso di stormi di uccelli che svolazzando si intrufolavano, di tanto in tanto, tra gli alberi ricolmi di foglie fresche e verdi.E quanto refrigerio donavano ai vecchietti seduti sulle panchine, mentre un sole cocente splendeva nel cielo! La gente si affollava vicino al chiosco ,situato al centro della villa, per comprare una bibita fresca. Ora che è autunno, tutto è malinconia. La nebbia circonda le montagne grigiastre; piove, piove e piove sempre: una pioggerella lenta e sottile che inumidisce ogni cosa su cui si posa. A rallegrare un po’ l’atmosfera sono i profumi che invadono l’aria: nei viottoli del paese, dalle cantine sotterranee, si sente il profumo del mosto appena fatto; nei forni, invece, l’odore del pane appena sfornato, dei biscotti e dei taralli ci inebria. Dalle case si sente  lo scoppiettare delle castagne e il profumo delle caldarroste si diffonde ovunque. Il vento fa sbattere qualche anta delle finestre. In lontananza, nel paesaggio annebbiato, per l’imbrunire e per la nebbia che cala, si intravedono i trattori che tornano dalle campagne: è ormai l’ora del tramonto.

Anche le vetrine dei negozi sembrano piangere esponendo i primi abiti autunnali  e invernali, dai colori più tristi e meno vivaci. Non ci resta che aspettare i primi addobbi natalizi e il primo manto di neve per convincerci dello scorrere delle stagioni e del tempo.

Ed io non posso fare a meno di rallegrarmi aspettando l’estate.

                                                                                                         MICHELA   FRISOLI    cl. I A

 

 

 

VICOLO  :  SOTTO  LE  MURA

 

Nasci sotto una roccia

sola e triste

con poche panchine

che ospitano tanta gente.

Ai tuoi piedi i tanti ciottoli

ti fan compagnia

insieme agli anziani soli.

Ma ….

Tu sei felice:

la gente si trattiene

chiacchiera e vaga

con i suoi pensieri.

Nel giorno della sagra di  San Celestino

l’ odor delle caldarroste

si espande per le vie.

Nella tua oscurità

ti fa compagnia

 il vocio delle case vicine.

                                                  VINCENZO   DE  CANCELLIS          cl.  I  A

 

 

 

 

Proprio in occasione della  FESTA DEGLI ALBERI  io ho scritto, personalmente, una semplice poesia.

 

L’ ALBERO “

 

Ogni  giorno

tante foreste vengono tolte di torno

alberi a non finire

tendono a scomparire.

 

 

Ma l’ albero

produce ossigeno:

ci assicura il dì della vita

nel nostro cammino.

 

Se potessi

tutto donerei purchè

si riesca a salvare

questa ricchezza vitale.

 

 

ANZIVINO  CARMINE    cl. I  A

 

 

 

GLI   ALBERELLI

 

I paesaggi sono belli

se ci sono gli alberelli

Iipraticelli

dove volano gli uccelli.

Cosa fare? Per favore

 

Ascoltate tutti me

e vi spiegherò il perché.

 

Gli alberelli danno ossigeno

e sono anche molto belli.

Su, facciamo un girotondo

e gridiamo

VIVA  VIVA la natura nel mondo.

                                                                          

                                                                            FRISOLI  MICHELA    cl.  I A

 

 

 

 

 

 

 

 

“  NATALE  IN  PAESE  “

 

Sta arrivando il Natale

con il suo paesaggio invernale

con tante luci colorate

ed addobbi natalizi.

 

I balconi sono a festa

con palline

rosse, verdi e gialline:

di mille colori

che luccicano

scintillando

ad illuminano i nostri cuori.

 

Dai negozi le vetrine

sono piene di tante cosine

piccole ma carine:

pupazzetti e teneri angioletti

e non mancano

le lucine e le stelline.

 

E in mezzo alla piazza

tra le luci colorate

dorme un albero:

è l’albero di Natale.

 

                                     

ANZIVINO   CARMINE          cl.  I A

 

 

 

 

“  LA  SAGRA  DELLE  CASTAGNE  “

 

Scorre agosto e poi settembre

per dar posto ad ottobre:

il mese del mosto e delle caldarroste.

 

A Bovino

nel vicolo sotto le mura

c’è aria di festa.

 

La chiamano

“ Sagra delle castagne”:

un odore intenso

si spande per le vie

e la gente attira.

 

Ci sono giovani e anziani

 a cuocer le castagne

che sui carboni accesi

si divertono a scoppiettar.

 

E intanto

ognuno accorre

e porta in mano

le sue caldarroste

che continuano

a borbottar.

 

ANZIVINO  CARMINE    cl   I A

 

 

“  IL  NATALE   PER   ME   E’….  “

 

Il Natale per me è…

Un abbraccio sincero

tra un negro e un bianco.

Un bacio affettuoso della mamma.

Gesù bambino che splende

 nel presepe allo scoccar

della mezzanotte.

 

ANZIVINO   CARMINE    CL.  I A

 

 

 

 

 

 

 

IL   NATALE  E’….

 

Il Natale è ….

la felicità di una madre

che accarezza il suo bambino.

E’ donare

 a  chi ha bisogno

è perdonare chi ci ha fatto del male.

 

Il Natale è…

saper ricominciare

senza piangere e sospirare.

 

Il Natale è …

preparare il presepe

con il mondo intero

senza più guerre

senza più lutti.

 

Il Natale è…

star tutti insieme

ricchi e poveri

amici e nemici:

giocare una grande tombola

ricevere regali.

 

                                                               ENRICO  DI  SAPIO    cl  I  A

 

 

 

 

LA   MEZZANOTTE  SANTA

 

E’ giunta la mezzanotte

la grande attesa notte:

nasce Gesù

c’è gioia qua giù.

 

Fra i tanti vecchini

ci sono i bambini.

Tra un luccichio di luci

un mormorio di voci.

 

Le campane delle chiese

squillano sonore

portando gioia in ogni cuore.

Ecco il presepe

con il Bambinello.

 

Una notte stupenda

piena di attesa!

Nella villa comunale

del mio paese

gli alberelli sembrano

 tanti piccoli campanelli:

fan  din don din don.

 

E’ festa nei cuori

colmi d’amore.

 

                                                        FRISOLI   MICHELA   cl   I  A

 

 

 

 

 

 

LU   PRANZE  RE  NATELE  A  BOVINO

 

 

Mo viéne Natéle, nen tènghe renére,

me foume la pippe e me vèche a culuchè.

Accussé ricene li poveriédde a li tirchie,

ma nen feniscene méie re mangé.

 

 

Canestrèlle e mèndele atterréte,

péttele, taralluzze, capetoune

e cu lu tunne na bèlla spaghettate,

po’ vruocchele, provele e pruveloune.

 

 

Mèndele, purtaalle e mandaréine

lu capetoue e lu baccalà fritte

ra putè vivere tanta becchiére re véine.

 

 

Ié Natéle, tutte se puote mangè,

pu putè festeggè Géssù bambéine,

tutte li sfizie se puonne luè.

 

 

 

                                                                                 ALUNNI     DELLA    CLASSE  I  A

 

 

 

 

 

 

IL  MIO  PAESE  NELLA  NOTTE  SANTA

 

E’ illuminata

da mille stelle

la strada principale

del mio paese

 in questa Notte Santa.

 

Un grande abete

con fiocchi e pacchetti rossi

domina

nella piazza centrale.

 

Gli ippocastani

sembrano aprirsi

alla gente

che si reca in chiesa

per la Messa Santa.

 

Gruppetti festosi di ragazzi si avviano

per assistere alla funzione

e intanto scoppietta

il colpo secco

 di un mortaretto.

 

E il vecchietto

attraversa la strada

con il suo incedere lento

accompagnato dal ticchettio

del suo bastone.

 

Nell’aria

i profumi di incenso

si mescolano agli odori

 del pesce appena fritto

nel tepore della casa.

 

Ed è tutta un’armonia!

 

Quanto è bello

il mio paese

In questa Notte

di luce!

Anche la gente

appare diversa:

ha un sorriso

da regalare

a chi è offeso.

 

 

L’altare nella chiesa

è decorato

con merletti e pizzi

che ospitano

le luci tremolanti

dei ceri.

 

Un telo celeste

nasconde un Tesoro

nella Chiesa Madre

cantate….cantate

sta per nascere il Redentore.

 

 

                                                                 SCIOSCIA  MARCO   cl.  I A