Associazione Culturale
"I SenzaNome" - Roma
Editrice della Rivista di Letteratura,
Arte, Cinema e Cultura "Spiragli"
Archivio Artistico-Letterario: SCRITTORI
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Teresa
Regna Scrittrice, Insegnante, Traduttrice e Critico Letterario |
l'Autrice è anche su Voce
agli Autori
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Biografia
Nata
a Casagiove il 23 aprile 1961, Teresa
Regna risiede a Pietramelara. Professoressa di inglese, critico
letterario, collabora con diverse riviste ed è traduttrice per le
Edizioni Universum. |
(1) “Quando sei smarrito, anche la tua identità è dispersa insieme a te. In un luogo remoto, in un tempo che non ti appartiene, sei indifeso come un neonato. L’identità costituita dai dintorni familiari, dai volti amati, dalle piccole faccende quotidiane, è dissolta (…) Le parole del vecchio saggio le ronzavano nella testa come api in un alveare, e Maya stentava ad addormentarsi. È soltanto uno stupido film, pensò, e un attimo dopo cadeva in un sonno profondo”.
Racconto
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L'ARTICOLO: “maya” sulla soglia dell’illusione (2) Un sonno che è forse un varco nel tempo, poiché Maya, ragazzina dei nostri giorni, si ritrova d’improvviso a Murulanda, sul versante occidentale del monte Kamuri. Un racconto simpatico ed interessante, quello che Teresa Regna, critico letterario e traduttrice per diverse case editrici nonché riviste, ci presenta in poco più d’un centinaio di pagine, metafora forse del confine tra realtà e fantasia, del velo dell’illusione che sottile separa la magia (intesa come potere, forza magica creativa, “dono” naturale ed innato) dalla concretezza del reale, ben tangibile, nudo e crudo come la sferza gelida del vento, che immediatamente investe la protagonista, facendola rabbrividire. Presagio delle vicende che Maya vivrà? Simbolo naturalistico, proprio del luogo (fisico, geografico e temporale), o piuttosto forza sconosciuta che si scatena grazie ad amuleti e formule magiche? “La regina delle illusioni” ben si colloca infatti nel filone “fantasy”, ove elementi caratteristici – la forza nascosta della natura, che quasi si anima e vive di vita propria; i poteri di maghi, principi e regine; le creature fantastiche, draghi, unicorni e troll; la lotta tra magia bianca e magia nera; gli amuleti, che donano od inibiscono la magia; la volontà degli esseri umani di dominare la natura ed i suoi segreti – costituiscono l’ossatura del corpo narrativo, integrato dalla suspence, che tiene avvinghiato il lettore al libro, assuefatto quasi al ritmo serrato dello svolgersi dei fatti. Una storia d’amore a cavallo di due mondi, quindi; gli intrighi e la malvagità di una regina tesa alla distruzione invece che al benessere del proprio popolo; la saggezza di una guaritrice, donna consapevole, forgiatrice di gioielli magici; battaglie ove la vera protagonista, più che l’ingegno o l’ottusità umana, sono la magia e l’uso che se ne fa (benefico o malefico); lo stratagemma che unico porta alla soluzione finale, oggetto magico, il cui possesso scatena feroci scontri e sortilegi; la diversità sottile di due mondi che per caso s’incontrano, e la ricerca di un punto comune che in qualche modo ne permetta la convivenza. Importanti nel libro anche le collocazioni ambientali, sia d’interni che di esterni: la vita semplice e dura nel villaggio di Sanyur, contrapposta a quella tra i fasti del castello regale di Tepanuh, capitale del regno, un tempo prospera; le montagne ed i sentieri quasi selvatici, luoghi isolati di riposo e di riflessione; le radure arboree ed i campi che si stagliano limpidi alla vista, battuti od accarezzati da pioggia, vento e sole. Maya, ignara del suo personalissimo potere (la capacità di creare illusioni), impara a conoscerlo, ad usarlo e a controllarlo, pur consapevole della sua pericolosità. È infatti alla ricerca della chiave che sola la ricondurrà nel suo mondo, parallelo a quello di Kamar, il giovane amato, che le svela un ulteriore segreto: “Il sogno e la realtà sono due aspetti della vita che, quando si sovrappongono, cessano di essere complementari, per sconfinare l’uno nell’altro”. Michela Albanese |
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