Associazione Culturale "I SenzaNome" -  Roma
Editrice della Rivista di Letteratura, Arte, Cinema e Cultura "Spiragli"

  

Archivio Artistico-Letterario:  SCRITTORI

 

 Anna Lauria

    Scrittrice

Racconti
pag. 44 - I quaderni di Progetto Sibari

Biografia

Non c’è via più sicura per evadere dal mondo, che l’arte;
ma non c’è legame più sicuro con esso che l’arte

Questo il senso profondo dell’arte per l’autrice de “Ai confini dell’anima”, Anna Lauria. 
Nata a Rossano nel 1962, ella vive a Corigliano (Cs) da molti anni ed ha lavorato a lungo per una radio locale, occasione ideale per relazionarsi agli altri, affinando ciò a cui da sempre aspirava: dedicarsi all’arte dello scrivere, cimentandosi sia nella narrativa che nella poesia. Ha infatti ottenuto diversi successi: 1995, Alba (Cn), Premio Letterario “
Orizzonti Rosa”, prima della sez. “Racconto”; Concorso Nazionale di Narrativa “Voci di Donne”, Savona, Menzione d’Onore della critica; 1998, Aosta, Premio Letterario Interlingue per Prosa e Poesia “Montagne d’Argento”, pubblicazione sul volume “Ricordi di scuola: incontri e avventure del sapere”; 2001, Concorso Internazionale “L’Arte fra Letteratura e Cinematografia” indetto dall’Associazione Culturale “I SenzaNome” di Roma, sponsor ufficiale Cinecittà Holding S.p.a., prima della sez. “Poesia Edita” con “Ai confini dell’anima”. Nel 2001 Anna Lauria pubblica inoltre il volume di narrativa “Profumo di misdina”.

Silloge di poesie
In copertina: Ines Scorza

L'esistenza

La vita.
La morte.
Nel frattempo si ama.
Ecco il motivo d'esistere.
 

Osserva infatti Diego Dalla Palma: “ (…) So dire soltanto,  e in verità, che a volte, dopo una giornata in cui ho conosciuto l’aridità e l’avidità dell’uomo, spesso, mi rifugio nelle parole di questa donna del profondo sud che sa portare un po’ di sole nella mia anima ferita e provata (…) ”. 

L'ARTICOLO 

Opera profondamente delicata ed incisiva già nella copertina, ove un gabbiano si staglia, candido, contro le nubi appena azzurrate, il mare blu, il cielo rosato, rischiarato dall’alone giallo arancio del sole. Una poesia tenue ed accorata, seppure sommessa, lontana dal rumore aggressivo ed ipocrita di oggi, quella che la Lauria ci presenta, ai confini dell’anima, lì dove i sentimenti, le illusioni, i sogni e la nuda realtà s’incontrano sulla cresta del mare, a volte rifugio sicuro, altre tempesta accesa. Ecco allora la danza canto di cigno dell’ultima foglia d’autunno, reticente, come a comprendere, essa stessa anima vivente, il tratto ultimo della sua breve esistenza; ecco allora quei paesaggi remoti mai raggiunti eppur vissuti (i paesaggi stessi, forse, dell’anima), ove si sperde il sentore della propria radice e d’altre vite oltre la vita, ove decisa si affaccia la volontà di non averne, perché “Vivo immagini di terre lontane mai possedute, eppure sono lì. (…) Non ho radici e se ne avessi le reciderei”. Ecco allora l’affetto senza tempo per il padre, che non è più, ma i cui occhi, forse, sono gli occhi stessi dei figli – tenerezza infinita di vita – e per la madre, cui si vorrebbe strappare ogni volta un sorriso. Anche la natura ed i suoi abitanti trovano eco nei versi: il mare ed il marinaio, il viticoltore e la sua uva, le stagioni che si susseguono, la notte in cerca d’inutili bagliori, perché illune. In versi sciolti, l’autrice affronta anche i temi più pressanti dell’odierna società: l’infanzia negata, la povertà, la morte, legata indissolubilmente alla vita, la ricerca incessante di sé, la donna ed il suo essere bambola, la tecnologia sterile di umanità, la città ed i giovani, nei cui occhi si legge “solo la voglia di annegare in un buco”. Legato forse proprio a queste problematiche, è il messaggio che si trova a pagina 69 del libro: “La società ha splendidi guinzagli invisibili che nessuno osa guardare / troppo alti forse per poterli vedere”. Una scrittura consapevole, una poesia in coerenza con un modus vivendi intimo che privilegia la strada della semplicità e della riflessione di chi vuole guardare e sa sentire. Un farsi partecipi della realtà circostante, vestendo entrambi i ruoli, “protagonista” e “spettatore”, guidati dal senso fatto proprio di eticità, che certo traspare dalle liriche di questa raccolta. Impreziosisce ulteriormente quest’opera l’indice, trasformato in un segnalibro di fattura semplice ma elegante, con il disegno di copertina in parte ripreso: un’idea simpatica ed originale, un pensiero dell’autrice per il lettore, un modo nuovo, anche, di accostarsi alla lettura d’un genere letterario ritenuto “difficile”, forse perché particolarmente impegnativo. A.M.

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