Romanzo pag.
104 - Fabiano Editore ISBN 88-87333-15-7 Se
potessi renderti qualcosa, ti renderei te stessa.
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DALL'INTRODUZIONE
Liguria 1982 Stava
seduta guardandosi le mani abbandonate pigramente in grembo. A vederla
così di lontano, pareva una figuretta esile, fragile, una vecchina
triste e sola, ma lei non era né triste né sola. I suoi ricordi le
facevano compagnia ed ogni giorno la tornavano a trovare le persone che
un tempo aveva amato e che ora erano soltanto memorie. Teresa
Torrelli amava restare lì, ferma, a guardarsi le mani che ora non
portavano più i segni della sua esistenza passata, non mostravano
callosità né cicatrici a testimoniare il duro lavoro, ma un groviglio
di vene e di pieghe diventate solchi profondi, ora pallide, quasi
trasparenti. Le
piaceva pensare che quelle mani non le appartenessero, ma fossero lì
per caso, come uccelletti posati in grembo, e le piaceva immaginare il
pensiero di un osservatore sconosciuto che cercasse di indovinare la sua
vita attraverso le sue mani. Cosa
avrebbe immaginato quello sconosciuto? Che lei era una signora
benestante, viziata, che poteva permettersi il lusso di trascorrere le
sue giornate in ozio davanti a quell'azzurro mare? Povero estraneo, non
sapeva nulla di quelle mani che avevano stretto corpi, asciugato
lacrime, che erano state decise, e talvolta persino violente. Teresa
sorrise. Era stata amata, qualche volta; era stata necessaria, ad alcuni,
aveva conosciuto molte persone, ma non era mai stata viziata, nessuno
l'aveva mai coccolata, o meglio, aveva cercato di capirla. "E'
così forte" dicevano di lei. (...) Una brezza leggera soffiava a
tratti dal mare. La casa sulla riva era la sua casa, quella per cui
aveva lottato, anche quando la vita era stata dura con lei, anche quando
pensava di non poter sopravvivere. (...) All'improvviso Teresa alzò gli
occhi dal suo grembo ed il suo sguardo si perse nell'azzurro intenso del
mare, la sua mente vagava già lontana, lo sciabordio delle onde
arrivava fino a lei che sorrise piano, sorrise di sé, degli altri, e di
quello scherzo crudele che è la vita. Sospirò e rimase così,
immobile, finché le ombre del giorno si fecero più intense, i contorni
delle cose meno precisi e l'aria divenne più fresca.
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