IL DISCORSO DI MARCONI
Il disco a 78 giri della Discoteca di Stato che reca incise le parole pronunciate da Guglielmo Marconi nel 1932, in occasione della rievocazione della prima trasmissione a grande distanza.
"Sono lieto di poter rievocare in poche parole, le esperienze delle prime trasmissioni radio - telegrafiche a grande distanze da me felicemente eseguite attraverso l'Oceano Atlantico il 12 dicembre 1901. Queste esperienze provarono conclusivamente che la trasmissione alla ricezione delle onde elettriche non erano affatto limitate, come a quel tempo credevano tutti gli scienziati, alle brevi distanze, bensì potevano essere utilizzate per le comunicazioni fra il vecchio ed il nuovo mondo, e molto probabilmente anche a distanze assai maggiori. Fu appunto il risultato, felice di quelle esperienze che fece intravedere agli studiosi intelligenti, quali fossero le vere possibilità e potenzialità di questo nuovo mezzo di comunicazione.
Fin dal 1895 all'inizio cioè dei miei primi esperimenti io ebbi la forte intuizione direi quasi la visione chiara e sicura che le trasmissioni radio - telegrafiche sarebbero state possibili attraverso le più grandi distanze. A questo fine decisi nel 1900 di far costruire due potenti stazioni radio telegrafiche una a Poldhu in Inghilterra e l'altra sulla costa degli Stati Uniti d'America.
La costruzione di queste due stazioni per le quali fu necessario arrischiare un'ingentissima somma fu ultimata nell'agosto del 1901; se non che, poco tempo dopo una bufera danneggiò il padiglione antenne della stazione inglese ed un ciclone distrusse totalmente le antenne della stazione americana. Questo incidente per quanto grave non mi distolse dal mio proposito, mi indusse però, a modificarne la stazione, facendo costruire un aereo (antenna) più semplice per la stazione trasmittente inglese ed escogitando per la costa americana una stazione ricevente provvisoria nella quale l'antenna sarebbe stata costituita da un semplice filo aereo sollevato da un pallone o da un cervo volante.
Come ubicazione di questa stazione ricevente scelsi una collina pressi della città di San Giovanni di Terranova. Nei primi giorni di dicembre del 1901 arrivai a San Giovanni e in brevissimo tempo feci costruire e sistemare la stazione ricevente, l'onda impiegata era di circa 1.800 metri e la potenza 15 Kw; i miei assistenti in Inghilterra avevano l'ordine di trasmettere una serie ripetuta di lettere 'S' dell'alfabeto Morse ad una determinata velocità, durante certe ore prestabilite gli apparecchi erano necessariamente assai primitivi e oggi, guardando indietro e ripensando a quegli impianti, non si può a meno di meravigliarsi, come la prova sia potuta riuscire, onde continue a quell'epoca non esistevano, non si possedevano le valvole termoioniche, che oggi assicurano così grandi vantaggi, ne' si conoscevano tanti preziosi apparecchi elettrici divenuti ora di uso comune in breve i trasmettitori ed i ricevitori di cui allora disponevamo verrebbero oggi giudicati pressoché inservibili.
La mattina del 12 dicembre tutto era pronto ed il momento decisivo si avvicinava. Nonostante un fortissimo e gelido vento si riuscì ad innalzare dopo molti vani tentativi un cervo volante che sollevava una estremità dell'antenna ad un'altezza di circa 120 metri. Alle 12.30 mentre ero in ascolto al telefono del ricevitore ecco giungere al mio orecchio debolmente ma con tale chiarezza da non lasciare adito a dubbi, una successione ritmica dei tre punti corrispondenti alla lettera 'S' dell'alfabeto Morse. I segnali, cioè che secondo gli ordini da me impartiti venivano lanciati nello spazio dalla stazione di Poldhu sull'altra sponda dell'Oceano. Era nata in quel momento la radiotelegrafia a grande distanza. La distanza di oltre 3.000 Km che sembrava allora enorme per la radio era stata superata nonostante il presunto ostacolo della curvatura terrestre che tutti ritenevano insormontabile".
Il Governo italiano fu il primo ad avere la notizia di questa scoperta. Un dubbio rimaneva tuttavia nella mente di molti studiosi, quello cioè essendo la trasmissione dall'Inghilterra all'America avvenuta soltanto attraverso la superficie del mare essa avrebbe forse potuto essere ostacolata se lungo il percorso si fossero trovati continenti e montagne. La possibilità di risolvere questo dubbio mi fu data per volere di Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele III che nel 1902 fece mettere a mia disposizione la Regia Nave Carlo Alberto agli ordini dell'Ammiraglio Carlo Mirabello. Su questa nave nel corso di una lunga crociera nella Manica, nel Baltico, nel Mediterraneo e nell'Atlantico potei inconfutabilmente provare che le zone continentali e le montagne interposte fra stazioni radio telegrafiche non ne impedivano le comunicazioni. Si ebbe così la conferma di ciò che avevo da tempo intuito e che ora è divenuto realtà e cioè non vi è distanza sulla terra che le radio comunicazioni non possono superare. Da quel giorno la scienza delle radio comunicazioni ha fatto passi da gigante ed offre oggi all'umanità il più potente ed universale mezzo di rapida comunicazione a distanza che il mondo abbia mai conosciuto.
Vari DOC © trascrizione by i2viu Vittorio Crapella