RADDRIZZATORE "GALVANOSINPLEX " K 3
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Un libretto di
istruzioni degli anni '40 ...... |
......... si legge quanto segue:
I primi raddrizzatori di corrente risalgono al principio di questo secolo (1900), costruiti dalla Casa Franz Saidler di Dresda. Trattandosi dì apparecchi a vibrazione, erano imperfetti perché soggetti a sfasamento; infatti vibravano 42, 50 e fino a 90 volte al secondo, cioè tante volte quanti erano i periodi di frequenza della corrente eccitatrice che alimentava l'apparecchio.
Altri tipi di raddrizzatori furono messi successivamente in commercio:
il tipo elettrolitico Sestini e quello elettrolitico al Tantalio.
Poi vennero quelli a valvola termoionica, quelli all'argento colloidale e quelli a secco ad effetto elettrolitico.Di recente furono costruiti dei raddrizzatori metallici ad elementi all'ossido di rame ed al selenio.
Questi elementi sono riuniti in gruppo e disposti in modo che la corrente alternata della linea luce entra in un apposito trasformatore, di una capacità determinata in Watt. Il primario del trasformatore riceve la corrente (luce normale) e la riduce a bassissima tensione sul secondario del trasformatore stesso, ad esempio, a circa 6 Volt e 5 Amper.
I morsetti di uscita del secondario devono essere collegati agli elementi del gruppo raddrizzante il quale, attraverso le condutture di uscita, invia all'apparecchio di consumo tutte le fasi di uguale senso, positivo (+) e negativo (-)
Col nostro apparecchio raddrizzatore " Galvanosimplex K3 " viene eliminato il gruppo dinamo-motore, ottenendo ugualmente, in modo perfetto, la corrente continua occorrente per la Galvanostegia, cioè nichelatura, argentatura, doratura, ramatura, ottonatura, stagnatura, zincatura ed antimoniatura.
Il nostro apparecchio " Galvanosimplex " si compone:
- di un trasformatore vero e proprio, della capacità voluta
- di un gruppo raddrizzante della capacità voluta;
- di un Voltmetro con scala decimale;
- di un Amperometro;
- di un reostato per la regolazione della corrente;
- di un polo positivo ( +) e di un polo negativo (-).
La funzione del raddrizzatore " Galvanosimplex ", nell'alimentazione dei bagni galvanici. è uguale a quella della dinamo; con la differenza che, nel nostro "Galvanosimplex", non vi sono parti vibranti, non vi sono parti rotanti, non vi sono parti da lubrificare. E' assolutamente silenzioso e non è pericoloso. Inoltre, l'apparecchio " Galvanosimplex " consuma pochissima corrente a seconda della potenza in Watt. Per esempio, il nostro apparecchio indicato alla fig. 6 consuma meno di una lampadina da 10 Watt. Altro vantaggio del minimo consumo è quello di poter usare la normale corrente luce, dove non esiste impianto di forza motrice. Naturalmente, se si può disporre di forza motrice è meglio usare quest'ultima perché costa meno. L'apparecchio è munito di strumenti di misura: il Voltmetro per la tensione necessaria al bagno e l'Amperometro che segna la quantità di corrente utile al funzionamento del bagno stesso.
Per non danneggiare gli elementi del gruppo raddrizzante, nel regolare la corrente a mezzo del reostato, bisogna fare attenzione che la lancetta dell'Amperometro non abbia ad oltrepassare il segno rosso. l Raddrizzatore " Galvanosimplex ", come si vede nella figura nr. 6, è, il modello di tipo piccolo., adatto per artigiani, sufficiente per fare funzionare un piccolo bagno fino a 50 litri. La speciale vaschetta di ferro smaltato annessa all'apparecchio, a differenza delle comuni vaschette in legno, non assorbe liquidi., col vantaggio che, con la stessa vaschetta e con lo stesso apparecchio, si può nichelare, argentare, dorare, ottonare, ramare, stagnare, zincare e antimoniare. Naturalmente per ogni singola lavorazione, ci vuole il bagno chimico appropriato ed i vari liquidi devono essere tenuti in recipienti ben distinti. Se, ad esempio, nella vaschetta avete il bagno di argento ed avete bisogno di nichelare, travasate il liquido per argentare in altro recipiente, lavate accuratamente la vaschetta e versate in essa il liquido per nichelare.
E' ovvio che, cambiando il bagno, devono essere contemporaneamente sostituiti anche gli anodi relativi: anodi di nickel, anodi di rame, argento, ecc. che vanno accoppiati ai rispettivi bagni. Nei capitoli seguenti parleremo dettagliatamente degli anodi e delle formule per la composizione dei vari bagni, in modo che, in pochi giorni, anche il profano acquisterà dimestichezza con questo piacevole lavoro che gli darà utile e soddisfazione.
Riteniamo utile ed importante ripetere che l'apparecchio indicato nella fig. 6, è il modello per tutti che noi vendiamo su larga scala perché il suo prezzo è accessibile anche a qualunque modesto artigiano. Naturalmente noi costruiamo, sempre con il sistema del raddrizzatore " Galvanosimplex ", degli apparecchi di portata tale da far funzionare, contemporaneamente, 2, 3, 4, 5 bagni dì diverse capacità ed anche di grandi capacità. In questo caso, oltre al quadro generale di regolazione della corrente, ogni singolo bagno dovrà essere corredato di un Voltmetro e relativo reostato per la tensione ai bagni, mentre la complessiva quantità di corrente dei bagni verrà totalizzata dall'Amperometro del raddrizzatore " Galvanosimplex ".
Qui di seguito, alla fig. 6 bis, riproduciamo l'apparecchio con le indicazioni schematiche e relative istruzioni per il suo funzionamento.
GALVANOSTEGIA NICHELATURA
La nichelatura è il più importante ed il più diffuso processo galvanico, introdotto in quasi tutte le industrie, tanto per la sola imbiancatura a nickel, come per la nichelatura vera e propria. Il rame e l'ottone sono metalli che si nichelano facilmente, mentre il ferro, l'acciaio e la ghisa devono essere preventivamente ottonati, lucidati, poi spazzolati con calce, lavati in acqua abbondante e quindi nichelati. L'ottone si presta assai meglio come protettivo. Sul ferro, acciaio e ghisa, molti credono, erroneamente però, che la ramatura sia migliore dell'ottonatura e che la nichelatura duri di più. Non è vero, perché ferro e rame, in intimità, formano una coppia voltaica ed il rame, a contatto col ferro, col tempo si decompone formando una bollicina di gas, la quale screpolando il velo di nichelio (cioè la nichelatura) determina, anche dopo brevissimo tempo, la ruggine.
Proprietà del nichelio.
Questo metallo è di colore bianco-grigio-argenteo, molto brillante dopo la pulitura, non viene alterato dall'azione dell'aria e dell'acqua. Il peso specifico è di 8,3 fuso e 9,2 laminato. A temperatura normale è magnetico, ma perde tale proprietà alla temperatura di 36 ° C.
Il peso atomico è di 58 mentre il punto di fusione è a 140T . circa 19 nichelio si scioglie in acido nitrico diluito, mentre lo stesso acido concentrato non lo intacca. Anche l'acido cloridrico e quello solforico lo sciolgono ma lentamente.
Preparazione dei bagni.
La grande diffusione della nichelatura ha determinato la creazione di una infinita gamma di formule per la preparazione delle soluzioni dei bagni galvanici. Qui di seguito, noi indicheremo le formule migliori, nonché, le rispettive reazioni chimiche.
Ci sono bagni di nickel neutri, bagni a reazione alcalina e bagni a reazione acida. Per conoscere queste reazioni si devono usare delle carte chiamate " Carta Reattiva di Tornasole Rossa " e " Carta Reattiva di Tornasole blu "; per esempio un bagno neutro non colora le Carte di Tornasole; un bagno alcalino tinge in blu la Carta di Tornasole Rossa; un bagno acido tinge in rosso la Carta di Tornasole blu.
FORMULA N. 1 PER RAME, OTTONE. ZINCO RAMATO, FERRO OTTONATO Acqua litri 10 Solfato di nickel amnioniacale gr. 700 Ammonio cloruro cristallizzato gr. 320 Tensione Volt - distanza anodi ed ogg. cm-15 1,8 V Intensità ampere per ogni dcmq. di superficie degli oggetti 0,5 A Concentrazione 5,5 Be Anodo di nickel laminato o elettrolitico 99,9%. Temperatura bagno non sotto ai 25 ° C Il bagno è a reazione leggermente acida. Se l'acidità è troppo pronunziata, la si riduce aggiungendo un po' di ammoniaca pura; se invece il bagno tende a divenire alcalino. si aggiungono alcune gocce di acido solforico puro a 66 Bé. La eccessiva reazione, tanto alcalina che acida, viene rivelata dalla forte effervescenza di gas che si sviluppa intorno agli oggetti nel bagno. Preparazione liquido: In una delle nostre vaschette di ferro smaltato, oppure in altro recipiente di ferro smaltato, di grès o vetro, si mettono 3 litri di acqua alla quale va aggiunto il solfato di nickel, comunemente detto sale di nickel; si fa bollire lentamente fino a quando questo si è sciolto e poi si aggiunge l'altro prodotto (o prodotti, come nel caso della formula N. 2 e 3).Quando tutto è sciolto bene, si versa il liquido nel bagno, al quale si aggiungono i rimanenti 7 litri di acqua, per completare il bagno di 10 litri in totale.
FORMULA N. 2 PER FERRO, ACCIAIO E LEGHE FERROSE Acqua litri 10
Solfato di nickel ammoniacale gr. 780
Ammonio solfato puro cristallizzato gr. 200
Acido citrico cristallizzato gr 50
Tensione Volt - distanza anodi ed ogg. cm-15 2 V
Intensità ampere per ogni dcmq. di superficie degli oggetti 0,35 A
Concentrazione 6 Be
Anodo di nickel laminato o elettrolitico 99,9%.
Temperatura bagno non sotto ai 25 ° C
Reazione neutra. Se tende a diventare alcalina, si aggiunge acido citrico; se invece diventa povera di metallo, si aggiunge solfato di nickel puro.
Preparazione liquido: si prepara come nella Formula N. 1.
FORMULA N. 3 PER LAVORI FINI IN FERRO, ACCIAIO, GHISA
Acqua litri 10
Solfato di nickel ammoniacale gr. 365
Solfato di nickel puro gr. 230
Acido borico gr 300
Solfato di Magnesia cristalli gr 130
Tensione Volt - distanza anodi ed ogg. cm-15 2,5 V
Intensità ampere per ogni dcmq. di superficie degli oggetti 0,35 A
Concentrazione 6 Be
Anodo di nickel laminato o elettrolitico 99,9%.
Temperatura bagno non sotto ai 25 ° C
Reazione acida. Il liquido si prepara come per la Formula N. 1. E' un bagno che va trattato con molta cura; lavora bene anche su ghisa ed il deposito è splendidamente bianco.
OSSERVAZIONI
Durata della galvanizzazione. - Varia a seconda dello spessore del deposito che si desidera ottenere. Per depositi: s'intende lo strato di nichelio che si va a fissare sull'oggetto Per la imbiancatura di minuterie, bastano da 10 a 20 minuti primi. Per depositi di maggior consistenza, che vanno lucidati alla pulitrice, il tempo varia da ore 1½ a 2 ore. Occorre lavo, rare con la corrente ben regolata, perché un eccesso di corrente guasta il deposito, il quale si sfalda e bisogna rifare il lavoro. In questo caso, bisogna spuntigliare l'oggetto per togliere il nichelio depositato, perché un secondo deposito di nichelio non aderisce al primo; è' pure consigliabile di riscaldare il bagno e, nel regolare la corrente col reostato, è importante di usare meno Volt e meno Ampere quelli prescritti.
Vasche. Esse possono essere di legno, grès o ferro smaltato. Vari altri DOC