DIVAGAZIONI SUL TEMA DELLA PASQUA

 
 

SU NAVE ITALIANA MULTIETNICA

 
 

 
 
 

Bordo, in navigazione,  li 01 maggio 2011

 

Oggi il personale (…)  non ha voluto lavorare, cosi’ il comandante ed il primo uff. di coperta, mezzo addormentato, hanno dovuto sorbirsi quasi 10 ore a testa di guardia. I’ equipaggio  (…), riferendosi ad una clausola del TFR internazionale in cui  si dice  che in occasione di feste, la’ dove non e’ pregiudicata la sicurezza  della nave ha facolta’ di osservare la festa nazionale. Per i (…) la lista e’ lunghissima inizia dalla madonna nera di crocevia  fino alla beatificazione del papa polacco.
Ora,  tutto puo’ sembrare normale se non’e’, data la velocita’ della nave oltre le 30 miglia  orarie che si sta arrivando in rada a Suez. Il comandante, pur con la sua esperienza non si fida del primo ufficiale, tanto e’ vero che alle ore 16.00, in piena rotta controllata dal GPS con tanto di  trasponder ha speronato un peschereccio italiano…(li morte’!!!!). Fortunosamente tutti i membri  del peschereccio si sono salvati, alcuni ci hanno gridato mille improperie del tipo “….possiate buttare il sangue…. etc. etc…..” e sono stati recuperati dalla guardia costiera  araba. 

La nostra nave non ha riportato danni, ne tanto meno i (…)si sono accorti  del problema. Hanno solo mandato il nostromo, ubriaco, a vedere cosa era stato il sordo colpo a prua. Egli ritornava sul ponte dicendo che una tavola con relativa lampada  si era conficcata sul bulbo senza alcun problema allo scafo della nostra nave. Il comandante rinfrancato ha ordinato ai macchinisti di aumentare la velocita’,  ed il direttore di macchina ha capito subito che doveva incrementare al massimo cosi d’ arrivare in rada a Suez nel tardo pomeriggio ma ancora in piena luce.  Le vibrazioni nave sono aumentate in modo esponenziale. In stazione radio traffico inesistente, tant’e’ vero che il marconista, con  uno schema elettrico scritto in cirillico, ha tentato di riparare una deriva di  frequenza di uno dei due ricevitori principali ad onda corta, riuscendo con un  corto filo a fare un bel corto circuito, corto circuito che ha ravvivato un  condensatore elettrolitico messo male con ripresa della piena funzionalita’ del ricevitore.

 
   
 

Ha poi scoperto che il condensatore russo era stato sostituito  da un condensatore italiano della Ducati dell’ultima guerra e qui e’ stato  facile capire chi dei due super nominati individui ben conosciuti ci abbia messo  le zampe. Il satellite, residuo della nave affondata, continua a funzionare a  cordicelle, ma l’incremento della velocita’ nave, il non corretto funzionamento  del giropilota per lo scontro e il tenere la nave entro i tre gradi di errore, ha reso al momento inefficiente il sistema a cordicelle. Su ordine del primo ufficiale tutte le porte,porticine, passi d’uomo sono  stati chiusi per la prevedibile invasione degli egiziani e dei center check  point musulmani e non. Alle ore 1600 locali la nave si presentava a piena velocita’ in rada a Suez,  ora una cattiva comunicazione tra comandante e direttore di macchina, quest’ ultimo non ha ben capito che si doveva mettere le eliche in bandiera, cosi’ si  e’ sfiorato una catena a mare di un superpetroliera americana, la fiancata di  una nave da carico liberiana e si e’ fatto la barba a un super contenitore  della Maersk danese, mentre con tutti i mezzi possibili dal VHF al megafono, alle grida, si urlava di rallentare.

 
 

 

 
 

Finalmente il direttore di macchina, accortosi delle forte vibrazioni causate dalle onde di ritorno del basso fondale ha dato un tutto indietro che nel giro di nemmeno una mezza yard ha bloccato la nave, mentre il comandante dall’aletta ha azionato la leva di fonda dell’ancora sotto vento.  Purtroppo questa non e’ scesa perche’ nessuno aveva avvisato il nostromo di togliere gli imbragaggi  di navigazione. Finalmente eseguita l’operazione l’ancora e relativa catena sono piombate a mare provocando al nostromo abrasioni all’altezza del bacino. Il comandante non vi ha dato peso, conoscendo l’anotomia dei (…). Pochi minuti dopo una barca del Port Control si e’ avvicinata con relativo Ispettore Canale a bordo che e’ salito sulla nave dalla piattaforma, con velocita  fulminea, inveendo. in un perfetto romanesco, contro i componenti dell’equipaggio, malgrado il marinaio sciovinista lo abbia accolto con tutte le belle  parole arabe dedicate a un Capo di Stato arabo. Appena arrivato in sala comando, non ha messo le mani intorno al collo del comandante perche’ era il periodo del ramadan, in ogni caso,  per lo scompiglio provocato, ha preteso venti scatole di Marlboro esportazione Philips Morris, 30 bottiglie di Curvasier, 15 bottiglie di Chivas Regal,  un gommone con relativo fuori bordo e serbatoio da 100 litri di benzina, 10  scatole di spaghetti e 50 tare di sugo pomodoro alla napoletana e una sola  bottiglia di grappa nonnino. Ricevuta tutta la merce, l’ ha calata con la giapponese sulla pilotina, ha  poi preteso 10.000 euro ultimo corso.  A quel punto, l’Ispettore del Canale si e’ calmato, ha dato il via  libera all’entrata nel convoglio. Numero del convoglio 10. Ora nessuno delle autorita’ portuali si era accorto che la nave era italiana,  ma tutti credevano che era iraniana. Il comandante della Maersk ha fatto rapporto  dei danni per avere tutta la fiancata danneggiata, gli e’ stato  risposto che  se non la finiva,  in rada ci sarebbe rimasto fino a quando l’opera viva non fosse stata ricoperta dai denti di cane, praticamente a marcire. A quel punto l’olandese  ha risposto con un “JA” di scusa e che il problema sulla fiancata era stato causato da un cattivo ormeggio (!). Ora il nostro comandante doveva affrontare il passaggio, viaggiava con il vocabolario italiano-arabo in mano, fasciato di panno verde  per farlo sembrare il corano  e

 
 

 
 

imparare velocemente quelle quattro parole arabe utili per la manovra. Fortunosamente il pilota era inglese e gli ha detto “captain no problem I am an Anglican, to morrow early norning you are in mare nostrum. I need only  spaghetti ai frutti di mare, pizza alle quattro stagioni e italian espresso coffe’. Visto la male situazione il napoletano sionista islamico, si e’ improvvisato  cuoco, scoprendosi che era un aiuto cuoco di un noto ristorante di Meta di  Sorrernto cacciato perche’ era scappato con la bellissima moglie del  proprietario sulla Mercedes 500SL, emulando cosi’ il ratto delle Sabine. Sta di fatto che una volta in Mediterraneo, tutti si sono dimenticati di  ringraziare il povero marconista che aveva risolto una situazione che  sicuramente sarebbe andata in tragedia.  

 
     
 

di Adolfo Brochetelli  - IK1DQW