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Nonno Francesco


Galleria Fotografica

  Al Marinaio Sommergibilista 

 

Storia di un Marinaio e del Sommergibile "Gondar"

 

         

 

Francesco nasce a Napoli il 20 dicembre 1910. Già da piccolo si trasferisce a Torino con la sua famiglia. Si arruola in Marina come sommergibilista e durante la guerra è imbarcato sul Sommergibile Gondar.

..... Un brano del giornale di bordo del Gondar .....

..... è l'anno 1940 .....

" .............. Senza scoraggiamenti si ripresero i preparativi per ritentare un'azione che, all'inizio, si proponeva di attaccare le basi britanniche che chiudevano il Mediterraneo, Gibilterra ed Alessandria, ma che poi ebbe per obiettivo il solo porto egiziano. Nel frattempo si era riusciti ad allestire, con i cilindri contenitori dei "maiali" in coperta (due affiancati a poppa ed uno a prora), i due sommergibili "Gondar" e "Scirè", che erano così liberi di sfruttare la loro quota fino a 90 m, senza danneggiare gli SLC.

La "G.A. 2" avrebbe dovuto aver attuazione nella notte sul 30 settembre, quando la luna era nell'ultimo quarto; in caso di rinvio, si poteva attendere per tutto il periodo di novilunio.

Il Gondar, al comando del Tenente di Vascello Brunetti, che aveva chiesto e ottenuto di continuare sul nuovo battello la missione interrotta con l'Iride, partiva da La Spezia il 20 settembre avendo nei cilindri tre SLC. Era diretto a Messina dove avrebbe sbarcato l'archivio segreto e imbarcato il Capitano di Fregata Giorgini, capo missione, e gli otto operatori scelti. Alle ore 07.30 del 24 settembre il Gondar, imbarcato il personale, parte da Messina diretto ad Alessandria e naviga fino al 29 settembre senza inconvenienti, malgradi incontri sulla rotta molte navi, dalle quali non è scoperto. Alle 22 di quel giorno emerge a 110 mg per 300° da Alessandria e riceve l'ordine di interrompere la missione per dirigere su Tobruk. Cosa era accaduto? Semplicemente questo: Supermarina era stato informato che la Mediterranean Fleet aveva lasciato Alessandria per proteggere un convoglio di truppe diretto a Malta. La "G.A. 2" era dunque rinviata come sarebbe stato comunicato al Gondar quando fosse arrivato sul punto di atterraggio a Tobruk. Ma la sfortunata unità non lo raggiunse mai.Infatti, poco dopo essere emersa e aver ricevuto il segnale, venne scoperta dal caccia australiano Stuart che, insieme ad altre due navi la sottopose ad un accanito bombardamento, colpendola con numerose cariche di profondità. Benché gravemente danneggiato, il Gondar cerca di sfuggire alla caccia per oltre undici ore, mentre si susseguono le salve delle navi alle quali si è aggiunto un idrovolante.

"Verso le 08.30 - constatata l'impossibilità di mantenere in quota il sommergibile e di resistere oltre - il Comandane Giorgini mi dà l'ordine di emergere e di abbandonare la nave. Per ridurre al minimo il tempo in cui il sommergibile dovrà restare in superficie, il Comandante Giorgini mi dà pure l'ordine di non eseguire attacchi e lanci, salvo nella eventualità che il battello si trovi già in condizioni di lanciare nell'istante dell'affioramento .... verso le 08.40 dò aria alla cassa emersione ed ai doppi fondi centrali ed emergo. Mentre l'equipaggio abbandona l'unità uscendo dai portellidi prua e della torretta, un aereo del tipo "Sunderland" lancia al sommergibile, dalla quota di circa 50 m, due bombe che cadono in mare ad una decina di metri di prua a sinistra. Evacuata l'unità, discendo in camera di manovra e apro gli sfoghi d'aria dell'emersione, dei doppi fondi centrali e della rapida ... Torno in plancia e attendo che l'unità affondi. Dopo pochi secondi il sommergibile si immerge appoppandosi fortemente e mi trovo in mare".

L'equipaggio venne raccolto dal caccia Stuart e da una corvetta mentre il sommergibile affondava: ma la sua immersione non fu tanto rapida da impedire al nemico di fotografare i misteriosi cassoni che aveva in copert. Sul loro impiego e sul motivo per il quale c'erano a bordo tanti palombari, invano insistettero gli interrogatori cui vennero sottoposti Giorgini, Brunetti e gli altri prigionieri. Anche la seconda missione degli SLC era fallita: si era perduto un sommergibile, alcuni mezzi e un gruppo di otto operatori, ma soprattutto si era data conferma che quanto sospettava il nemico circa la volontà italiana di attaccare i porti britannici non era fantasia. ..........."

 

         
   

   

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