IL VIAGGIO

Turismo responsabile
Nel dicembre 2003 siamo partiti per un viaggio di turismo responsabile in Perù; la formula ci ha permesso di conoscere in modo più diretto la realtà peruviana più autentica, quella lontana dai circuiti turistici ed in cui le problematiche sociali ed economiche necessitano di un qualche contributo, proposta da una piccola cooperativa di Servizi (SOS Blu), nasceva dal desiderio di fare del viaggio uno strumento di conoscenza e di apertura al cambiamento. Siamo infatti convinti che per conoscere non sia sufficiente stare a guardare, ma occorra anche mettersi a disposizione, sporcarsi le mani attraverso un piacevole lavoro di comunità, impegnandosi al fianco di persone che aprano con la loro casa, anche il loro cuore ed il loro mondo.

Dopo un lungo volo da Roma a Lima (via Caracas e Bogotà), abbiamo fatto la conoscenza con Padre Alberto, il parroco missionario italiano, e con Omar, un giovane della parrocchia, responsabile del gruppo giovanile, che ci hanno portato fin dentro la comunità di Puerto Supe.

Del piccolo paese di pescatori abbiamo conosciuto gli odori, i colori, la vivacità, ma anche le problematiche, non dissimili peraltro da quelle di molte altre aree del Perù. Abbiamo partecipato a momenti della vita comunitaria e conosciuto i responsabili dei progetti di azione sociale ed i promotori delle attività del gruppo giovanile. Abbiamo apprezzato la semplicità dei gesti, la cordialità e l'affetto della gente. Ma abbiamo anche attraversato le aree più fragili del paese dal punto di vista sociale ed economico: su tutte la zona di Leticia (Letizia), area che costituisce una invacion (una invasione), ovvero una zona di nuovo insediamento e dove le necessità sociali sono innumerevoli; qui la comunità parrocchiale è impegnata nella costruzione di una "mensa popolare per bambini" e ciò per far fronte alle più immediate esigenze di sostegno alimentare.

Sempre attraverso Padre Alberto - che non ringrazieremo mai abbastanza per la fraterna vicinanza e per la sincera disponibilità al confronto - siamo entrati in contatto con Luigi, il volontario laico italiano, responsabile dei progetti di azione sociale della parrocchia Jesus Divino Maestro di Huacho.

Con Luigi e con la moglie Elizabeth abbiamo conosciuto in modo più approfondito la complessa realtà locale, le problematiche sociali ed i progetti messi in atto per attivare un virtuoso percorso di sviluppo: il curioso progetto sulla produzione delle lumache, la costruzione di un gruppo cooperativistico per la produzione artigianale di oggetti da commercializzare ed esportare, ma soprattutto il progetto educativo, destinato al sostegno di una struttura scolastica situata in una delle zone più povere della città.

La nostra presenza sul posto è stata per noi anche occasione di svago…la costa oceanica del Perù, pur non presentandosi particolarmente ospitale giacché quasi del tutto desertica, offre suggestivi panorami ed insolite occasioni di divertimento. Nella zona a nord di Puerto Supe abbiamo anche visitato il sito di Caral, uno straordinario luogo archeologico dove in anni recentissimi sono stati rinvenuti i reperti di quella che gli esperti ritengono essere stata la più antica città d'America, risalente addirittura al 2600 a.C..

Il resto del viaggio ci ha permesso di conoscere il Perù turistico: siamo tornati a vedere Lima, città dai mille contrasti, per poi farci rapire dalla straordinaria bellezza dei paesaggi e delle popolazioni andine, da Cusco a Macchu Picchu.
A Cusco, la suggestiva capitale dell'Impero Incas, abbiamo alloggiato presso il CAITH (Centro de Apoyo Integral a las Trabajadoras del Hogar) [www.geocities.com/caithcusco e www.cdbchieri.it/caith/progetto_caith-vittoria_savio.htm ], un progetto che, amministrato da anni da una tenace signora torinese, Vittoria, attraverso il ricavato dell'ospitalità offerta ai turisti si offre occasioni ed attività di recupero di bambine e giovani donne vittime di violenza e si sfruttamento.

Da ultimo, nel nostro girovagare, abbiamo raggiunto il Titicaca, il lago navigabile più "alto" del mondo posto com'è a 3.800 metri di altitudine, luogo dalle suggestioni infinite, ancora permeato della più profonda cultura incaica, le cui radici più forti si respirano ancora nelle isole, peraltro molto diverse fra loro, di Amantani e Taquile, e, per altri versi, su quelle galleggianti abitate dalla minoranza degli Uros.

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