Già dall’estate del
1940, e per tutto il corso del conflitto, l’offerta di veicoli
da combattimento provenienti da Berlino si scontrò infatti con
le lungaggini della burocrazia Italiana, gli interessi privati
delle oligarchie industriali e le deficienze dei comandi
militari. Stando agli atti ad esempio, il 5 Agosto 1941 si era
ottenuta l’autorizzazione formale tedesca alla costruzione su
licenza del Panzerkampfwagen III, a cui seguì analoga
autorizzazione nel 1942 per il Panzerkampfwagen IV (questa
sarebbe costata 30 milioni di Reichsmarks e avrebbe previsto la
consegna di 3 Panzerkampfwagen IV in visione a Fiat, Ansaldo e
Ministero della guerra); tentativi tutti abortiti per l’
ostruzionismo del duopolio Fiat-Ansaldo e in seguito per le
crisi del Luglio e Settembre 1943.
Dell’offerta tedesca
all’Italia relativa al carro Panther si parla anche nel diario
del Maresciallo Cavallero: “Il 6 Dicembre 1942, il generale
Von Horstig offrì la possibilità della costruzione da parte
Italiana del Panther”.
Cavallero fece
presente che un equivalente programma di costruzione era già in
essere (quello relativo al carro “pesante” P40 da 26
tonnellate), tuttavia (anche per mere ragioni diplomatiche)
accettò l’offerta.
Si decise quindi che
si sarebbero attesi tre mesi per la traduzione dei disegni
tecnici di
provenienza tedesca
e per convenire sui macchinari che sarebbe stato necessario
importare per dar inizio alla catena di produzione. Inoltre,
dopo la presa in visione del P40 da parte di due tecnici
tedeschi, due tecnici italiani sarebbero andati in Germania a
vedere il Panther.
Successivamente
Cavallero venne però informato che il carro P40 in realtà era
ancora ben lungi dal vedere la luce, per cui prese nota di
contattare Von Horstig per la cessione del motore Maybach per il
P40 e, verosimilmente, per ribadire l’interesse Italiano per il
carro Panther, quanto mai necessario visti i ritardi relativi
alla costruzione del carro pesante italiano.
Anche dopo l’arrivo
del Generale Ambrosio infatti le trattative continuarono. I
colloqui svoltisi al Ministero della Guerra dal 13 al 24
Febbraio del 1943 sancirono che ad un anno dal ricevimento dei
disegni, la Fiat-Ansaldo avrebbe iniziato la produzione del
carro, con l’obiettivo di un gettito mensile dopo 18 mesi di
almeno 50 Panther (con l’accordo che al superamento dei 25 carri
mensili l’eccedenza sarebbe andata ai tedeschi).
Inoltre in una
lettera del Comando Supremo datata 22 febbraio 1943 si ha
conferma della disponibilità tedesca anche alla fornitura
diretta del carro armato “Pantera” (come veniva chiamato in
Italia), visto che i precedenti colloqui avevano chiarito che le
industrie italiane non sarebbero state in grado di iniziarne la
produzione prima del 1945. Una ipotesi prevedeva ad esempio la
fornitura di Panther completi in cambio di tubi per cannoni e
relativi scudi di lamiere.
A tale proposito,
dalla copia della richiesta trasmessa a Roma dal generale Marras
di autorizzare tecnici tedeschi a visionare i più recenti
veicoli militari italiani, si venne a sapere che la cessione
diretta del Panther sarebbe stata di 10 carri al mese entro il
dicembre 1943 (aumentabile a 25 esemplari).
Nella stessa
richiesta, risalente all’estate del 1943, Marras (addetto
militare a Berlino) comunicò inoltre la richiesta di inviare in
Germania i disegni del carro ferroviario “Pmx” (allora in
allestimento in Italia), proprio per il trasporto del nuovo
carro germanico, attraverso un apposito piano caricatore di
testata.
Inoltre, al Centro
Studi Motorizzazione si provvide a realizzare dei modelli di
legno in scala 1 a 10 del carro Panther, da cui trarre
indicazioni tecniche e che furono poi fotografati e messi a
confronto con simili modelli di carri Italiani, tra cui un L35,
un P40 in configurazione quasi finale ed un P43 prima versione.
In effetti in
concorrenza con il Panther, adottato come ripiego di emergenza,
già da tempo si stavano studiando ulteriori progetti e sviluppi
del carro P40; oltre al P43 da 30 tonnellate possiamo brevemente
menzionare anche il poderoso P43 bis armato con un pezzo da
90/42 ( o secondo alcuni da 105 mm) da qualcuno giudicato
superiore sulla carta allo stesso Panther.
Le vicende del 25
Luglio prima e poi quelle settembrine dell’armistizio
naturalmente interruppero ogni piano di cessione del Panther,
insieme ai progetti relativi al suo “plagio”, ovvero al P43 bis.
Bibliografia
Storia Militare,
Marzo 1994 – Benvenuti/Curami
I mezzi
Blindo-corazzati Italiani 1923-43 – Nicola Pignato
Italian armored
vehicles of WWII – Nicola Pignato
Storia Controversa
della seconda guerra mondiale – De Agostini/Eddy Bauer
Autoveicoli da
combattimento dell’esercito italiano (volume secondo), SME
N. Pignato/F.Cappellano |