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L'ANGELO DI HURTGEN

La storia semi-sconosciuta di Friedrich Lengfeld, giovanissimo sottotenente tedesco della 275. Divisione di Fanteria, che perse la vita per salvare un soldato americano ferito.

 

 

 

Il tenente Friedrich Lengfeld,

di appena 23 anni

 

Il luogo nella foresta di Hurtgen dove Lengfeld saltò su una mina, riportando le ferite che ne causarono la morte.

 

 

 

 

Il soldato Hubert Gees, all'epoca sotto il comando di Lengfeld, che ne tracciò un profilo attraverso i suoi ricordi personali

 

 

 

 

 

 

L'ex Maggiore americano John F. Ruggles, sopravvissuto alla battaglia, che si adoperò in patria per far erigere la stele in memoria di Lengfeld

 

 

La stele in memoria di Lengfeld, nel Cimitero Militare tedesco di Hurtgen

 

La tomba di Lengfeld.

Una delle battaglie più sanguinose della II Guerra Mondiale, stranamente poco conosciuta dai più, è certamente quella che avvenne nella foresta di Hurtgen, al confine tra Belgio e Germania, iniziata nel settembre del 1944 e proseguita per vari mesi.

Trentamila soldati americani rimasero uccisi, feriti o dispersi, mentre i tedeschi persero oltre dodicimila uomini in quel bagno di sangue. Ernest Hemmingway, che all’epoca era corrispondente di guerra, ebbe a dire che “chi è sopravvissuto a questa battaglia ha avuto un angelo custode seduto su ognuna delle sue spalle”.

Friedrich Lengfeld nacque a Grünwald, nella Slesia, il 29 settembre del 1921 e ad appena 23 anni era sottotenente comandante della II Compagnia di un Battaglione Fucilieri della 275. Divisione di Fanteria della Wehrmacht tedesca.

Nel novembre del 1944, Lengfeld era alla testa del suo reparto dissanguato dai lunghi e duri combattimenti nella foresta di Hurtgen. Di fronte aveva gli americani del 22° Reggimento, 4ª Divisione di Fanteria.

Il giorno 12 di quel mese, di primo mattino, una voce fu udita provenire dalla “Terra di nessuno”, quel tratto di terreno che stava tra le due forze nemiche. Era la voce di un soldato americano ferito, che impossibilitato a muoversi, cercava di attirare l’attenzione dei compagni. Ma gli americani in quel momento si erano ritirati e nessuno nelle vicinanze poteva aiutarlo, dato che di fronte stavano solo unità tedesche.

Lengfeld, chiamato dai suoi soldati ed ascoltato di persona le grida del soldato americano, ordinò di non aprire il fuoco e formò rapidamente una squadra di salvataggio che, disarmata e dotata di una bandiera con la croce rossa, andò alla ricerca del ferito guidata da lui stesso.

Purtroppo per lui, nell’avvicinarsi al militare americano incappò in una mina che gli esplose sotto i piedi, ferendolo mortalmente. Otto ore dopo Lengfeld moriva. Questa storia non è stata mai pubblicata da alcun libro e quanto si sa è legato alla testimonianza di uno dei soldati agli ordini del giovane sottotenente, Hubert Gees, che all’epoca prestava servizio come radio-operatore nella Compagnia da lui comandata.

Gees, parlando recentemente davanti al monumento dedicato a Lengfeld nel Cimitero Militare di Hurtgen, ha detto: “Il tenente Lengfeld fu uno dei migliori soldati che abbia mai conosciuto. Era un comandante esemplare e non ci chiese mai nulla che lui stesso non fosse capace di fare. Aveva la piena fiducia di tutti i suoi soldati”.

Uno dei militari che sopravvissero a quella battaglia fu John F. Ruggles, ex Maggiore dell’esercito degli Stati Uniti, il quale all’inizio degli anni ‘90, venuto a conoscenza del fatto, spinse all’interno dell’Associazione veterani del 22° Reggimento americano affinché al giovane sottotenente tedesco venisse dato l’onore che meritava.

Fu così che, il 7 ottobre del 1994, i membri dell’Associazione Veterani del 22° Reggimento riuscirono a posare all’ingresso del Cimitero Militare germanico di Hurtgen, dove riposano oltre 2.900 soldati, una stele a ricordo dello sfortunato e generoso sottotenente Lengfeld, “che perse la propria vita nel tentativo di salvare la vita di un soldato americano”.

E’ l’unico esempio al mondo di un monumento eretto all’interno di un Sacrario Militare da rappresentanti di una nazione nemica all’epoca dei combattimenti


IL RICORDO DEL SOLDATO GEES

Così lo ricorda l’ex soldato della Wehrmacht Hubert Gees, che fu sotto il comando di Lengfeld.

Con il tenente Lengfeld io ho perso il miglior comandante che abbia mai avuto. Nelle settimane precedenti alla sua morte, egli ci diede molto coraggio e fu di esempio per tutti.

Fu un leader esemplare che non ci chiese mai nulla di più che egli stesso non fosse capace di fare. Non diceva mai <<andate e agite>>, ma sempre <<seguitemi>>.

Quella mattina del 12 novembre del 1944 sentimmo chiaramente le grida di aiuto di un soldato Americano che era rimasto ferito nella terra di nessuno, nel bel mezzo di un campo minato.

Lengfeld mi disse di tornare indietro, presso le nostre postazioni di mitragliatrici, per riferire il suo ordine di non aprire il fuoco sulla zona da dove provenivano le urla. Verso le 10:30 ci disse di formare una squadra di salvataggio, della quale egli stesso prese la guida.

Ci avviammo sulla strada che separava i due schieramenti; noi ovviamente camminavamo sulla parte che sapevamo sgombra dalle mine, ma Lengfeld volle cambiare lato per meglio avvicinarsi al soldato americano sofferente.

Fu proprio in questo momento che uno degli ordigni esplose e lo ferì gravemente.

Lo raccogliemmo e in gran fretta lo portammo indietro, presso il nostro posto di medicazione di prima linea. Nella parte posteriore del corpo aveva ferite grandi come una grossa moneta e soffriva molto. Un sottufficiale lo portò allora presso l’ospedaletto da campo a Froitzheim, dove purtroppo la sera stessa spirò”.

 

 

 

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