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TIGRE VS. SHERMAN

A CECINA

Riaffiora dal passato un episodio che vede protagonisti carri “Tigre” tedeschi e “Sherman” americani lungo le vie della città toscana.

 

 

Il Tigre "221" del Tenente Keitel in una raffigurazione pittorica

 

Simbolo dello

Schw.Pz.Abt.504

 

"Patch" del 752°

Battaglione Carri americano

 

Il sergente Raymond Holt sul suo M4A1 nella primavera del 1944, prima della battaglia di Cecina. Questo particolare Sherman della foto andò distrutto a Roma il 4 giugno 1944. Dopo la sua perdita, il sergente Holt fu trasferito come pilota nel carro di Cox. Tre settimane dopo i fatti di Cecina, a Holt fu affidato il comando di un carro per  tutto il resto della Campagna Italiana.

 

Un soldato americano esamina il foro praticato dal proiettile da 75mm sparato dallo Sherman a distanza ravvicinata.

 

Close Up del foro d'entrata sul fianco del Tigre, in corrispondenza dello scomparto motore.

 

Militari USA sul Tigre ormai immobilizzato.

 

Un'altra vista del Tigre del tenente Keitel.

 

Il "221" diversi giorni dopo lo scontro. Il carro divenne per qualche tempo mèta di "pellegrinaggio" da parte dei militari americani che passavano per la zona.

 

Sherman del 752° Battaglione Carri americano in marcia attraverso Livorno.

Alla sera del 1° luglio 1944, aliquote della 34th US Infantry Division stanno provvedendo a penetrare nell’abitato di Cecina, quando ad un tratto un contrattacco tedesco si fa largo tra le vie della città per arrestare l’impeto dei fanti americani.

Si tratta, stando agli atti ufficiali tedeschi, di due carri “Tigre” appartenenti al 2° Plotone, 3ª Compagnia del 504. Schwere Panzer Abt. più un semovente Sturmgeschutz III e una cinquantina di fanti del I./SS Pz.Gr.Regiment 35 (16ª Pz.Gr. Division “Reichsführer SS”). Il piccolo Kampfgruppe è guidato dal Tigre 221 del comandante di Plotone, il tenente Keitel, mentre i fanti seguono i corazzati da molto vicino, su due colonne ai lati della strada.

In quel momento tale contingente si trova in rotta di collisione con cinque carri Sherman M4A1 appartenenti alla B Company del 3° Plotone 752 Battaglione Corazzato americano, comandati dal Tenente Edwin W. Cox.

Nel suo percorso, la colonna tedesca si fermò brevemente al coperto presso una fabbrica di mattoni che esiste ancora oggi nella parte settentrionale città, riprendendo quindi la sua avanzata verso Villa Bianca. Poi girò a sinistra, in Via Marrucci, muovendosi lentamente attraverso Via Trento e Via Trieste. Qui il Tigre 221 iniziò quindi ad approcciare la curva destra su Via Montanara, una strada sterrata che costituiva allora il confine orientale della città.

Quello che i tedeschi non sapevano era che i loro movimenti erano stati segnalati ai carri Sherman, i quali si stavano muovendo per intercettarli.

Il piano del tenente Cox era di avanzare verso la fabbrica di mattoni, dove la colonna tedesca era stata avvistata la prima volta, per cui egli attese che la fanteria del 133° Reggimento si infiltrasse a copertura tra gli edifici, dopodiché diede ordine ai suoi carri di avanzare lungo le vie parallele dell’abitato.

Lo Sherman di Cox prese via Montanara, con l’equipaggio inconsapevole di andare dritto contro il grosso della colonna tedesca causa gli edifici che impedivano una visuale sufficiente ad avvistare il nemico per tempo.

Lungo la sua marcia,  il carro di Cox aveva lasciato via Manzoni alla sua sinistra proprio qualche secondo prima che il Tigre 221 di Keitel affrontasse la curva su via Montanara… la stessa che Cox stava percorrendo. Ad un tratto l’equipaggio dello Sherman scorse un soldato tedesco che, rannicchiato in una buca, si sporgeva ad intervalli e faceva dei segni a qualcuno (o a qualcosa) che stava dietro la curva.

Gli americano non lo sapevano, ma il tedesco stava segnalando all’equipaggio del Tigre l’arrivo del loro carro armato.

Appena il tedesco si sporse per l’ennesima volta, una raffica di mitragliatrice partì dal carro americano, colpendolo allo stomaco. Immediatamente dopo la lunga canna del cannone del Tigre iniziò a sbucare dalla curva di via Montanara e in pochi secondi i due carri si trovarono faccia a faccia alla distanza di circa cento metri.

Entrambi fecero fuoco nello stesso momento.

Il proiettile del Tigre colpì il suolo vicinissimo lo Sherman, mentre quello americano impattò la corazza del pesante carro tedesco non provocando alcun danno se non una scalfittura nel manto di zimmerit di cui era cosparso. Da un’analisi svolta successivamente allo scontro, emerse che il Tigre, aspettandosi di dover affrontare della fanteria, non aveva caricato nel cannone un proiettile perforante, bensì uno esplosivo e che il suo equipaggio, nella fretta di sparare al carro americano improvvisamente paratosi di fronte, non provvide a sostituirlo con uno adeguato.

Nei secondi immediatamente successivi, ambedue i mezzi corazzati si persero di vista a causa della polvere generata dalle esplosioni. L’equipaggio del Tigre inoltre si trovava handicappato dal non essere ancora stato raggiunto dalla sua fanteria di appoggio e non arrischiava a muoversi ulteriormente ora che aveva preso contatto con il nemico.

Nel frattempo, il Tenente Cox aveva ordinato al suo pilota, il sergente Raymond Holt, di indietreggiare dirigendosi verso sinistra, manovrando poi attraverso un giardino per mettersi al riparo del muro di una casa lì vicina.

In quella posizione, il muso dello Sherman era rivolto verso via Trieste, mentre il retro era in direzione di via Montanara, dov'era rimasto il Tiger. Cox allora ruotò la torretta all'indietro e fermò il cannone a ore 5. La manovra del comandante dello Sherman era frutto di un calcolo che poteva rivelarsi al tempo stesso giusto o sbagliato: egli ipotizzava infatti che il Tigre dopo lo scambio di colpi avrebbe proseguito lungo il suo percorso principale, finendo col passare proprio davanti al suo cannone.

Nel frattempo, alcuni degli altri carri di Cox erano giunti nelle vicinanze e lui stesso potè vedere il comandante dello Sherman n°13 fare fuoco con il suo mitragliatore Thompson sulla fanteria nemica, nel frattempo sopraggiunta.

Cox mantenne la sua posizione, mentre il Tigre di Keitel cannoneggiava le abitazioni adiacenti (in un’intervista realizzata dopo la guerra ad uno dei membri del suo equipaggio, emerse che i tedeschi del Tigre, accecati dalla polvere delle rispettive esplosioni dopo il primo scambio di colpi, non avevano visto lo Sherman arretrare verso la casa, quindi erano convinti che il carro americano si trovasse alla loro sinistra, anziché alla loro destra).

Finito di sparare, il mezzo tedesco riprese la sua avanzata lungo via Montanara. Stando alle testimonianze, il panzer avanzava lentamente. Erano le 20:45, l’azione era iniziata da poco più di 15 minuti.

Il Tiger proseguì lentamente su via Montanara finendo con l'incrociare la postazione dello Sherman di Cox, direttamente davanti al cannone principale di quest'ultimo. Cox disse al suo artigliere, il Caporale Jack Leech, di aspettare che il mezzo tedesco fosse più vicino e quando il panzer mostrò completamente il fianco sparò da distanza ravvicinata un proiettile perforante (l’equipaggio dello Sherman stimò che il Tigre si trovasse a non più di 30 metri di distanza).

Il colpo perforò gli 80mm di corazza laterale danneggiando il serbatoio del carburante e provocando un principio di incendio nel comparto motore. Subito dopo lo Sherman sparò un secondo colpo al cingolo destro del carro tedesco, danneggiandolo seriamente. Mentre l’incendio si estendeva velocemente, l’equipaggio del Tigre trovò modo di uscire dal carro e di rifugiarsi nel fosso adiacente via Montanara, dove fu tratto in salvo dalla propria fanteria. Quattro dei cinque membri risultavano feriti, di cui due in maniera seria.

L’incendio nel frattempo aveva raggiunto la riservette delle munizioni, provocando una sorda esplosione che ruppe la parte superiore della torretta del Tigre, in prossimità del posto dell’Operatore Radio. Il calore generato fu così intenso da fondere i meccanismi del pezzo da 88mm del panzer tedesco, portandolo nella posizione di massimo rinculo.

Con la perdita del Tigre 221, il contrattacco tedesco si arrestò e i due mezzi superstiti (l’altro Tigre e lo StuG) si ritirarono abbandonando la scena.

L’altra Compagnia del 752° Battaglione Corazzato americano, la “A”, fu meno fortunata nei combattimenti di Cecina, in quanto perse 11 dei suoi 15 carri Sherman, pur non lamentando alcuna perdita umana.

Il giorno dopo (2 luglio 1944) le ultime forze tedesche abbandonavano la città.

Per le azioni a Cecina, il Tenente Cox ricevette la Stella d’Argento e altre cinque decorazioni dello stesso tipo, più una Bronze Star, furono consegnate per i fatti di quel giorno.

 

Una piantina della zona di Cecina dove avvenne lo scontro tra il Tigre di Keitel e lo Sherman di Cox.

 

 

 

 

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