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In fondo alla Bruschera

In fondo alla Bruschera, nella località chiamata Motto della Forca, c'era, tanti anni fa, una casetta col tetto di paglia dove viveva una donna con la sua bambina.

Erano così povere che a pranzo a malapena potevano mangiare una fettina di polenta o un poco di erbette raccolte nell'orto dietro casa. Così era una festa per la bambina, alla stagione delle nocciole, portarne a casa un cestino da sgranocchiare la sera per non andare a letto con la fame. Non sempre però riusciva ad attraversare il ponte sulla Vepra, perché dall'altra parte compariva qualche volta un'ombra lunga lunga: era la Giubiana. la strega del lago. Quando la bambina la vedeva di lontano, scappava piu' in fretta che poteva, ma un brutto giorno, mentre tornava a casa col suo cestino pieno di nocciole, non riusci' ad evitarla. Il sole stava tramontando e il bosco era cosi' denso di ombre che la bambina si accorse della Giubiana solo quando se la trovo' davanti, proprio in mezzo al ponte.

"Questa sera - disse la strega - quando passero' davanti a casa tua, voglio trovare un piatto di polenta sul davanzale, altrimenti saliro' in camera e ti portero' via con me."

Tutta tremante la bambina corse a casa e racconto' alla madre il suo incontro con la Giubiana.

"Dalle un piatto di polenta, mamma, staro' senza io, ma non voglio che mi porti via."

"Stai tranquilla, figlia mia - quella brutta strega avra' la sua polenta e tu starai sempre qui nella tua casa".

Ma la sera la donna era tanto stanca che si addormento' sulla panca del focolare e il davanzale resto' vuoto.

Venne la notte e con la notte arrivo' la Giubiana, che cerco' inutilmente il piatto di polenta sulla finestra. Allora entro' in casa e comincio' a salire le scale.

"Non mi hai lasciato la polenta e io vengo a portarti via"

"Non e' colpa mia - disse la bambia tremando di paura - io l'ho detto alla mamma, ma lei si e' dimenticata".

"Sono arrivata all'ultimo gradino, adesso vengo a prenderti".

"Ma ti dico che non e' colpa mia - ripete' piangendo la bambina.

"Sto entrando nella tua stanza e adesso ti porto via".

E, strappata la bambina dal letto, l'avvolse nel lungo mantello nero e la porto' via con se'.

La mattina, quando la madre si sveglio', chiamo' la figlia e una vocina le rispose:

"Adesso mi lavo, poi scenderò".

Non vedendo comparire la bambina, la donna la chiamo' ancora.

"Adesso mi vesto, poi scenderò".

Ma ancora la bambina non si vedeva. La madre chiamo' di nuovo.

"Adesso mi pettino, poi scenderò"

Stanca di aspettare, la donna sali' in camera e vide il letto vuoto, la stanza vuota: la sua bambina non c'era piu'. Si ricordo' allora della Giubiana, di aver dimenticato di mettere il piatto con la polenta sul davanzale e si dispero' tanto che mori' di dolore.

Da tanti anni quella capanna col tetto di paglia in fondo alla Bruschera non c'e' più, ma, ancora oggi, se qualcuno si avventura di notte nei pressi del Motto della Forca, può veder balenare in mezzo agli alberi una piccola ombra bianca: e' la bambina rapita dalla Giubiana che viene a cercare la sua casa e la sua mamma.

nonna franca     




ultima modifica: 03/07/2005

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