PRESENTAZIONE GRUPPO 2013

“Yes, we Kenya! Quelli del tubo”

 

Il gruppo Yes we can: quelli del tubo! nasce da un gemellaggio strano, di quelli fuori dal comune, anzi, dal continente!

La Hope International School è una scuola di Nairobi (Kenya) frequentata da profughi dal Ruanda e dal Burundi con la quale il Liceo “Leopardi-Majorana” di Pordenone ha avviato una collaborazione ormai da cinque anni. Ne sono nati via via ben quattro viaggi, un po’ mitici e un po’ avventurosi che hanno portato i nostri baldi liceali a contatto con baracche, miseria, leoni, missioni.

Ecco allora che anche quest’anno un numeroso gruppo di studenti ha afferrato la palla al balzo e senza perdere altro tempo ha investito le sue energie per proseguire l’iniziativa sulla scia delle precedenti esperienze. Per la nostra missione : abbiamo scelto come simbolo il profilo dell’Africa e un tubo ancora vuoto. Perché proprio un tubo? perché il tubo collega le cose, distribuisce, ricorda l’equità e la sobrietà. Giri un rubinetto ed esce quello che ti serve, quanto basta, per tutti. Ma ci serve anche un simbolo che ci aiuti a raccogliere fondi, un cilindro trasparente che vorremmo riempire prima di andare a Nairobi. Saranno destinati alle strutture che ci ospiteranno per consentirci lo svolgimento di diverse attività presso le stesse e non solo.Dobbiamo costruire una grande tettoia per l’autobus delle bambine dell’orfanotrofio Maria Romero, dobbiamo dipingere un po’ di stanze, lì da fare non manca di sicuro. Ci impegneremo anche qui nei mesi che restano a parlare di questo progetto e gireremo con il nostro tubo che speriamo di poter vedere pieno, anche grazie al vostro aiuto, prima della tanto attesa partenza. Ci servono quattromila euro per materiali vari, pali, lamiere, colori: non abbiamo il display come quelli di Telethon ma vi chiediamo di partecipare alla nostra avventura riempiendolo pian piano, come tutti i tubi che si rispettano.

E poi “Quelli del tubo” è un nome che ci fa sorridere. Ci ricorda che non è mai il caso di esaltarsi troppo: umiltà e autoironia sono qualità importanti per lavorare in mezzo agli altri. Non andiamo a salvare nessuno, siamo piccola cosa e anche un po’ sgangherata come comitiva, ma andiamo per capire, per vedere e condividere. “Non capisci un tubo” sarà il ritornello che in Africa di ripeteremo per sdrammatizzare e sorridere, e infatti dell’Africa anche chi ci vive da anni ammette di non sapere che una parte minima. Ma del tubo in fondo conta il contenuto, bisogna riempire, versare, travasare risorse, idee, sentimento, con entusiasmo. In questo senso “quelli del tubo” è un’espressione che ci va proprio bene.