"C'è qualcosa là fuori,
quella strega nella cantina
ne è solo una parte,
quella cosa vive fuori nei boschi al buio,
è qualcosa che vuole tornare dal mondo dei morti..."

(
Tratto dal Film "La Casa")

"Gli uomini di più ampio intelletto
sanno che non c'è netta distinzione
tra il reale e l'irreale,
che le cose appaiono come sembrano
solo in virtù dei delicati strumenti fisici e mentali
attraverso cui le percepiamo..."

(H.P. Lovecraft)

"Coloro che sognano di giorno
sanno molte cose che sfuggono
a chi sogna soltanto di notte..."
(E.A.Poe, Eleonora)

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La telepatìa, o trasmissione del pensiero, è la capacità di comunicare con la sola mente, senza l'utilizzo di altri sensi o strumenti. Come la precognizione e la chiaroveggenza, la telepatia fa parte delle cosiddette percezioni extrasensoriali o ESP e più in generale, di quello delle presunte "facoltà paranormali". Rientra nel campo di indagine della parapsicologia, ovvero la disciplina che si propone di studiare con metodi scientifici tre categorie di fenomeni anomali: poteri psichici, interazione tra mente e materia e sopravvivenza alla morte.

Secondo una concezione filosofica indiana antica e parzialmente rimodernata, la comunicazione telepatica si effettuerebbe attraverso una immensa rete di cui le persone costituirebbero le maglie, rete che comprende l'universo e nella quale il sensitivo è collegato con le altre parti e ogni cosa è collegata con il tutto.

I primi studi su questa presunta facoltà paranormale furono condotti dalla Società per la Ricerca Psichica di Londra, verso la fine dell'Ottocento; il termine "telepatia" venne introdotto nel 1882 da Frederic William Henry Myers. Intorno al 1930, negli Stati Uniti d’America, fu costruito il primo laboratorio di parapsicologia dove Joseph Rhine della Duke University di Durham (Carolina del Nord) condusse numerosi esperimenti per accertare l'effettiva realtà della telepatia. Rhine fu il primo ad applicare metodi sperimentali e statistici alla ricerca dell'esistenza di una trasmissione da mente a mente ed è pertanto considerato uno dei pionieri della parapsicologia. Rhine effettuò esperimenti con l'ausilio delle carte Zener, un tipo particolare di carte da gioco inventate dallo psicologo Karl Zener che riporta su ogni carta un simbolo stella, croce, linee ondulate, quadrato e cerchio. Chi si sottoponeva al test doveva indovinare i simboli sulle carte del mazzo
“leggendoli” con la mente. Secondo quanto riportato da Rhine, nell'arco di oltre 300 esperimenti avrebbero ottenuto una media di successi per prova superiore all’aspettativa casuale.

Nei primi anni sessanta il parapsicologo Charles T. Tart, ricercatore dell'Istituto di Scienza Noetica, condusse ulteriori esperimenti. Due persone, A e B, venivano introdotte in due distinte camere isolate: A era collegata elettricamente in modo da rilevare le onde cerebrali, la resistenza della pelle, il ritmo cardiaco, l'attività muscolare e le variazioni del respiro; B era anch'essa collegata e colpita a intervalli casuali da scosse elettriche. Veniva poi chiesto ad A di indovinare esattamente quando la persona B ricevesse la scossa. I risultati furono i seguenti: le ipotesi coscienti di A non mostrarono alcuna relazione con gli eventi reali, ma i suoi tracciati presentavano variazioni fisiologiche significative proprio in corrispondenza dell'istante in cui B riceveva la scossa. La conclusione fu che il soggetto A era cosciente degli eventi che interessavano B a livello biologico fondamentale, mentre la mente cosciente di A non registrava l’evento.

Negli anni settanta un altro parapsicologo americano, Charles Honorton, si interessò di telepatia introducendo una nuovo metodo di studi, chiamato tecnicamente Ganzfeld (dal tedesco "campo uniforme"). Negli esperimenti di Honorton un soggetto identificato come percipiente veniva isolato sensorialmente, applicando ai suoi occhi due mezze palline da ping-pong e alle sue orecchie una cuffia che emetteva un rumore di fondo. In queste condizioni di deprivazione sensoriale, il soggetto doveva cercare di recepire immagini o informazioni inviate da un'altra persona identificata come agente, posta in un'altra stanza. Anche Honorton ritenne che i risultati ottenuti potessero risultare favorevoli all'esistenza della telepatia, nonostante le numerose critiche che li seguirono e che lo portarono ad ammettere la necessità di replicare l'esperimento.

Ne XXI secolo le sperimentazioni sulla telepatia hanno preso anche una direzione tecnologica. Nel 2008, infatti, Gerwin Schalk, scienziato statunitense di origini austriache, e Eric Leuthard, docente di neurochirurgia alla Washington Univerity di Saint Louis hanno avviato una ricerca per dimostrare la fattibilità di un elmetto telepatico. La ricerca è stata condotta con l'ausilio di 12 volontari, malati di epilessia, che avrebbero dovuto sottoporsi ad un'operazione a cranio aperto. Ai volontari sono stati applicati speciali elettrodi direttamente sulla corteccia celebrale e a cranio aperto ed è stato loro chiesto di pronunciare e pensare alcune parole suggerite, così da studiare quali parti della corteccia celebrale risultassero attivate. Sulla base dei risultati dell'esperimento, l'obiettivo della ricerca ora è di riuscire a sviluppare uno supporto in grado di captare dall'esterno l'attività del cervello, di decodificarla traducendola in pensieri e di trasmetterla.

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