Il déjà
vu (in Francese /de?avy/ "già visto"),
è la sensazione di aver vissuto precedentemente
un avvenimento o una situazione che si sta verificando.
Il termine fu creato dallo psicologo
francese Émile Boirac (18511917), nel suo
libro L'Avenir des sciences psychiques ("Il futuro
delle scienze psichiche"), revisione di un saggio
che scrisse quando ancora era studente all'Università
di Chicago. L'esperienza del déjà vu è
accompagnata da un forte senso di familiarità,
ma di solito anche dalla consapevolezza che non corrisponde
realmente ad una esperienza vissuta (e quindi si vive
un senso di "soprannaturalità", "stranezza"
o "misteriosità"): l'esperienza "precedente"
è per lo più attribuita ad un sogno. In
alcuni casi invece c'è una ferma sensazione che
l'esperienza sia "genuinamente accaduta" nel
passato.
Per tentare di spiegare scientificamente
il fenomeno, una possibile ipotesi generale (di basso
livello interpretativo o inferenziale) sembra essere
quella di una sensazione di familiarità (e quindi:
"già visto") falsa, e
cioè dovuta ad una alterazione (patologica o
momentanea; selettiva o pervasiva) delle funzioni cognitive
di riconoscimento (attenzione) e recupero (memoria).
Questo senso di familiarità, ad alto valore emotivo,
si può estendere (pervasivamente) a tutti gli
elementi presenti in quel momento nell'ambiente percepibile,
anche se nuovi...
Il déjà vu sembra essere
un fenomeno molto comune. In una ricerca del 2003 Alan
S. Brown, psicologo alla Southern Methodist University,
stima che il 60% della popolazione abbia avuto almeno
una volta nella vita un'esperienza di déjà
vu. La difficoltà di riprodurre
in laboratorio il fenomeno del déjà vu
rende molto difficili la ricerca e gli studi empirici.
Negli ultimi anni, il déjà
vu è stato oggetto di vari studi ed esperimenti
psicologici e neuropsicologici. La spiegazione più
accreditata, secondo gli scienziati di questi campi,
è che il déjà vu non è un
atto di "precognizione" o di "profezia",
ma è in realtà un'anomalia della memoria;
è l'impressione di "richiamare alla memoria"
un'esperienza che è falsa. Ciò è
confermato dal fatto che nella maggior parte dei casi
il senso di "reminiscenza" nel momento del
déjà vu è forte, ma alcune circostanze
dell'esperienza "precedente" (quando, dove
e come è accaduta) restano incerte. Allo stesso
modo, col passare del tempo, dei soggetti possono mostrare
un ricordo forte di aver avuto lo "sconvolgente"
déjà vu, ma uno debole o nullo dei dettagli
dell'evento/i che stavano "ricordando" quando
hanno avuto il déjà vu, e, in particolare,
questo potrebbe risultare da una sovrapposizione tra
i sistemi neurologici responsabili della memoria a breve
termine (eventi che si percepiscono come presenti) e
quelli responsabili della memoria a lungo termine
(eventi che si percepiscono come passati).
È stata trovata una correlazione
clinica tra déjà vu e disturbi mentali
come la schizofrenia e l'ansietà (in particolare
in situazioni di attacchi di panico contraddistinte
da intensità e breve durata, 2-8 minuti), la
probabilità di sperimentarne cresce considerevolmente
con soggetti in queste condizioni.
Tuttavia, la più forte associazione
patologica del déjà vu è con l'epilessia
del lobo temporale. La possibilità
di una correlazione ha condotto alcuni ricercatori ad
ipotizzare che il déjà vu è forse
un'anomalia legata ad una scarica elettrica scorretta
nel cervello. Poiché la maggior parte delle persone
soffre di qualche lieve, cioè non patologico,
episodio epilettico (ad esempio l'improvvisa "scossa",
tecnicamente uno spasmo ipnagogico, che si prova talvolta
prima di addormentarsi), si pensa che una simile (lieve)
aberrazione capiti durante il déjà vu,
con il risultato di un "ricordo" erroneo.
Il déjà vu è associato
a precognizione, chiaroveggenza o percezioni extra-sensoriali,
ed è frequentemente citato come un'evidenza delle
abilità "psichiche" della popolazione
generale. Spiegazioni non-scientifiche attribuiscono
questa esperienza a profezia, visioni (ad esempio ricevute
in sogni) o memorie di vite passate.
Alcuni credono che il déjà vu sia il ricordo
dei sogni. L'ipotesi è che, seppure vengano solitamente
dimenticati prima del risveglio, i sogni possano lasciare
qualche traccia non comune all'esperienza presente nella
memoria a lungo termine. In questo caso, il déjà
vu potrebbe essere il ricordo di un sogno dimenticato
con elementi in comune all'esperienza presente.