"Nel livido, triste chiarore lunare svettano bianchi i campanili,
gli alberi si ricoprono d'argento e sui comignoli volano i vampiri
..."
(H.P. Lovecraft)

"Non e' morto cio' che in eterno puo' attendere
ma con il volgere dei millenni
anche la morte puo' morire"

(H.P. Lovecraft)

"...quando una notte attraverso lo spazio curvo sentì l'invitante flauto degli abissi aldilà."
(H.P. Lovecraft, Fungi From Yuggoth, XXXII)

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E’ il 31 dicembre dell’anno 999 e la basilica di San Pietro, a Roma, è piena di fedeli inginocchiati e in lacrime. Hanno tutti il capo cosparso di cenere e attendono, impauriti, la fine del mondo. Nel silenzio assoluto, il Papa recita l’ultima messa prima dell’Anno Mille: quel Papa si chiama Silvestro II. E’ solo un caso che sia proprio lui a celebrare la messa più inquietante nella Storia della Cristianità? Chi era veramente Silvestro II? Un alchimista, un eretico, un mago? Ha ragione chi lo definisce un genio assoluto o chi in lui ha visto addirittura l’Anticristo in persona?

Gerberto d’Aurillac, il futuro Papa Silvestro II, nasce in Francia in un povero villaggio dell'Alvernia, nota terra di maghi. Studia a Saint-Géraud, ma ben presto abbandona il convento per studiare nelle scuole arabe della Spagna. A Cordova entra in contatto con circoli di saggi mussulmani e si appassiona alla cultura islamica. Per accedere all’arte magica, però, è costretto ad abiurare la propria fede e a sottoporsi a pratiche di iniziazione. Restano oscure le conoscenze apprese in quegli anni in Spagna. Di certo, però, al suo ritorno in Francia viene considerato l’“Uomo più dotto dei suoi tempi”, al punto da diventare precettore del figlio dell’Imperatore. Un momento importante nella vicenda di questo personaggio è l'incontro con la fata Meridiana. La fata Meridiana gli rivela che morirà solo quando “dirà messa in Gerusalemme”. Da questo momento in poi la sua ascesa sarà, di fatto, inarrestabile. Ma effettivamente quali tracce esistono del suo presunto patto con il Diavolo? Quando Gerberto diventa Papa, buona parte del mondo ecclesiastico è spaventato...

In particolare Burcardo, il vescovo di Worms, scrive pagine di angoscia pura:

“Gli affidano le chiavi della Chiesa di Roma perché stringa patti col Maligno, perché si allei con Asmodeo, Abadon e con Astaroth, per combattere insieme a questi gli altri Spiriti Mendaci, contro Mammon il Seduttore e contro i Vasi di Scelleratezza, contro Meririm, Behemoth, Sammael e Belzebub.
Egli, il mago, il negromante, è ora divenuto pontefice, a condurre scellerati negozi con il Potere Inquietante, insinuando tenebre spesse nelle nostre deboli menti, blandendole con la sua vana saggezza, la sua falsa sapienza, la sua cupa furbizia.
Eccolo, il segno.
Sarà dunque un francese, il primo francese sul trono di Pietro, a farci rotolare nell'abisso finale, provocando con i suoi arditi disegni l'ira del padre, un'ira senza rimedio”.

Gli anni del suo pontificato sono quelli che consegnano definitivamente Silvestro II alla leggenda.

Silvestro è infatti un Papa ossessionato dalla matematica e dagli esperimenti scientifici. Le sue invenzioni, che a Roma appaiono come pura fantascienza, avevano qualcosa di magico. Costruiva oggetti come il pallottoliere,il parafulmine, l’orologio meccanico e l’organo a vapore, introduce la numerazione araba e il concetto di zero. Ma la sua passione e’ l’astrolabio. Le conoscenze di Silvestro sono dunque troppo profonde per i contemporanei, che non esitano a definirlo il “Papa Mago”.
Agli occhi dei suoi detrattori, infatti, solo contatti con il soprannaturale spiegherebbero il suo immenso sapere.
Cio’ che più spaventa di Silvestro II e’ certamente il suo leggendario Golem. Una testa d’oro, nella quale il pontefice avrebbe racchiuso un demone per interrogarlo nei momenti difficili, e che sarebbe in grado di rispondere a qualunque domanda, con un sì o con no. Una strana coincidenza e’ che nel processo contro i Templari, tre secoli piu’ tardi, si parlera’ proprio di un antico Golem, simile a quello posseduto da Silvestro II...

Ma la messa dell’Anno Mille è il punto di svolta. Silvestro, di fronte alla possibile fine del mondo, decide di rompere il suo presunto patto demoniaco e mette a punto un piano: poco prima della Mezzanotte dell’ultimo giorno del 999 sposta il calendario in avanti, cancellando, di fatto, l’Anno Mille. Un banale trucco matematico, che sembra funzionare. Ma la vendetta diabolica non tarda ad arrivare.
La profezia si avvera: Silvestro dice messa a Roma in Santa Croce in Gerusalemme e muore.

Quale che sia la verità sulla morte di Silvestro, all’indomani della sua scomparsa, tutte le sue invenzioni vengono distrutte e tutti i suoi documenti dati alle fiamme.

La sua leggenda, però, continua. Dalla sua tomba ogni volta che un Papa muore, scende un rivolo d’acqua, almeno fino al 1648, quando la Curia decide finalmente di aprire il misterioso sepolcro. E la sorpresa e’ grande.
Racconta il canonico Rasponi:

“Il corpo di Silvestro era intatto, avvolto nelle vesti pontificali, le braccia disposte in croce, il capo coperto dalla sacra tiara. Ma in un istante quel corpo si dissolse nell'aria, che restò ancora impregnata dei soavi profumi posti nell'urna: null'altro rimase, se non la croce d'argento e l’anello pastorale”.

Genio, negromante, mago. Per gli appassionati di fantascienza addirittura un naufrago del tempo, finito per errore nel X secolo. L’ultima cosa che ci rimane di lui è la misteriosa iscrizione tombale, contraddittoria come tutta la vita di Silvestro II: un continuo equilibrio tra due millenni, tra Bene e Male, tra Santità e Inferno. “L'Onnipotente Signore abbia pietà di lui. Gerberto d'Aurillac, arcivescovo di Reims, Ravenna, pontefice a Roma, luce della sapienza nell'Europa del Mille. Gerberto che portò la pace e, morendo, ripristinò il disordine”.

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