Nel
nostro escursus tra i Personaggi più emigmatici
del passato, Gustavo Rol ha un ruolo di primo piano.
Nato in Piemonte nel 1903, ha attraversato in punta
di piedi tutto il Novecento, usando con discrezione
le sue incredibili facoltà. A differenza di altri
veggenti non ha lasciato scritta nessuna previsione,
raramente si è cimentato con previsioni di ampio
respiro, ma fino al 1994, anno della sua morte, sono
state tantissimi i potenti della Terra, sovrani e artisti,
politici e finanzieri, presidenti e generali, che hanno
fatto ricorso a lui per avere consigli da lui.
Tra gli uomini che Rol ha colpito
ci sono stati Agnelli, lex primo ministro Goria,
De Gaulle e DAnnunzio, Fellini e Jean Cocteau,
Zeffirelli, Benedetto Croce, Mussolini, Einstain
Ma anche tanta gente comune. Uomo molto religioso e
schivo, benestante e quindi mai sfiorato dal sospetto
di aver tratto vantaggio dai propri poteri, Rol era
un veggente così diverso da quelli cui siamo
abituati a pensare abitualmente, che confessava candidamente
di non poter usare i propri poteri divinatori a comando
e che quindi raramente poteva rispondere a domande precise.
Ciò non toglie che i suoi pareri fossero molto
ascoltati e in genere si siano rivelati esatti...
Chiavi che si materializzano
dal nulla, petali di rosa che compaiono all'improvviso
su tavoli o in buste chiuse, scritture che affiorano
su pagine bianche e intatte, strani e dolci profumi
che si effondono intorno a lui sono soltanto alcuni
tra i più sconcertanti segnali della capacità
di Gustavo Rol di entrare in contatto con l'oltremondo.
"Esperimenti".
Così Gustavo Rol classificava le pratiche con
cui riusciva inesplicabilmente a ottenere risultati
che, normalmente, si definirebbero paranormali. Enzo
Biagi assistette, sconvolto, ad alcuni esperimenti di
Rol. Ne scrisse nel 1978:
"Vive
a Torino il dott. Gustavo Adolfo Rol, un sensitivo capace
di imprese che non hanno nulla di normale e che è
impossibile interpretare. È in grado perfino
di fare viaggi nel tempo, di conversare con entità
che hanno raggiunto l'oltretomba da secoli o di far
piombare in un salotto col belato della capra anche
il suo campanaccio. Un busto di marmo pesantissimo,
senza che nessuno si muovesse, passò da un caminetto
al centro di un desco".
Gli esperimenti di Rol,
sottoposti a continue verifiche che non sono riuscite
a spiegarne scientificamente gli strabilianti esiti,
sono interpretabili secondo diverse categorie della
fenomenologia paranormale. Le sue "possibilità"
(come lui chiamava questi "poteri") spaziavano
dalla lettura dei libri chiusi ai viaggi nel
tempo (con escursioni nel passato e nel futuro,
queste ultime generalmente confermate dagli avvenimenti
con precisione quasi scientifica) sperimentati anche
da parte dei presenti all'esperimento, dalla veggenza
selettiva (osservazione dell'aura energetica che
circonda il corpo umano, utile all'identificazione di
malattie) all'endoscopia (la visione dell'interno
del corpo umano). Era in grado di agire dinamicamente
sulla materia, spostando a distanza oggetti di qualsiasi
genere (psicocinesi),
o materializzarli e smaterializzarli (apporti),
effettuava scrittura automatica (dove la sua
mano veniva guidata da uno "spirito intelligente"
di una persona scomparsa o ancora in vita), sapeva prevedere
gli eventi futuri (chiaroveggenza), leggeva nel
pensiero (telepatia), era in grado di far guarire
persone ammalate anche a centinaia di chilometri di
distanza o trovarsi in due luoghi differenti nello
stesso momento (bilocazione). Infine, produceva
due tipi di fenomeni originali: la proiezione di
figure a grafite su oggetti più o meno distanti,
come fogli di carta, carte da poker, pareti, tovaglioli,
quadri, e la pittura al buio, dove nella semioscurità
del suo studio o a casa di amici i pennelli si muovevano
da soli, dipingendo in modo rapidissimo con l'aiuto
dello "spirito intelligente" di un pittore
scomparso (Ravier, Picasso, Goya).
Numerosissime le sedute di controprova scientifica durante
gli esperimenti di Rol. Nessuno tra i ricercatori impegnati
nei controlli ha asserito che Rol praticasse truffe
o trucchi di qualunque specie. Più numerose ancora,
le testimonianze degli strabilianti risultati ottenuti
da questo "sensitivo" che ha sempre sdegnato
una simile definizione, allontanando da sé ogni
sospetto che volesse addentrarsi in quei deteriori fenomeni
di proselitismo new age. E infatti Rol rimase sconosciuto
al grande pubblico.
Le porte aperte da Rol sono spalancate. A sua detta,
sta attendendo che ogni uomo le varchi.
Il 20 marzo 1976 un esperimento
sconvolgente. In casa di amici Rol vuole fare un esperimento
di materializzazione. Ma non sa cosa. Fa spegnere le
luci del lampadario, vuole solo la penombra che dà
una luce in fondo al corridoio. Dice ad un presente
di raccontare una favola. La signora indicata da Rol
per tale compito iniziò subito a raccontare di
due fratellini che per Natale avevano un desiderio.
Rol subito la fermò dicendo "non racconti
la favoletta per bambini". Lei riprese: "i
due fratellini crebbero e diventati grandi si ricordarono
di quel desiderio avuto in quel lontano Natale".
Rol la ferma: "ecco, ecco, incominciamo a fissare
questo :il Natale". E scrive su un foglio la parola
Natale. Chiede ad un altra signora presente, moglie
di un noto giornalista di dire cosa gli ricorda il Natale.
La risposta é stella. Ma Gustavo subito incalza
"dobbiamo creare qualcosa che dia la sensazione
del Natale. Ho freddo, ho freddo, sentite che freddo"
e si tira su il bavero della giacca. Al fondo della
sala c'é il caminetto acceso, ma la fiamma lo
distrae, manda il padrone di casa a coprirla con la
cenere. Attende che l'amico torni al suo posto e poi
dice a tutti di afferrare l'orlo del panno verde che
copre la tavola e di sollevarlo, poi invita le due signore
che siedono ai suoi lati di afferrargli le mani e di
tenerle ben strette. Dice qualche parola con voce tesa:
"ecco, ecco, ora viene.....". Poi grida: "é
già avvenuto, luce, luce" e nel frattempo
che ci si accinge ad accendere la luce si intravede
un bagliore al centro del tavolo. A luce accesa si nota
il tappeto verde ricoperto, più intensamente
al centro, di migliaia di pagliuzze scintillanti, quasi
impalpabili, sembravano polvere di brillanti. Alcuni
presenti affermavano di aver notato distintamente nei
primi attimi l'alone che si stava estendendo, cioè
che le pagliuzze si accrescevano di numero via, via.
Gustavo
rasserenato disse:
"Ecco
la sensazione del Natale, é quella polvere che
un tempo veniva messa sulle cartoline di Natale per
rendere brillante la stella cometa".
Invitò i presenti
a prendere un po' di quella polvere perché era
di buon auspicio.
Nei giorni seguenti fu analizzato il composto scintillante
e la sua composizione risultò: alluminio, silicio,
ferro, piombo, terre rare e alcaline in piccola quantità.
Pochi anni prima, nel 1961, Leo Talamonti andò
a trovare Rol per realizzare un servizio giornalistico
accompagnato da un fotografo. Ecco i suoi ricordi di
ciò che avvenne: «Il mio improvvisato collaboratore
non sapeva nulla dell'enigmatico signore che andavamo
a intervistare; immaginarsi dunque come sgranò
gli occhi quando il dottor Rol si rivolse a lui con
queste domande, dopo averci introdotti nel suo studio:
"Lei
è sposato da pochi mesi, vero? E la sua mogliettina
è bruna, con occhi neri?". "Sì,
ma come diavolo..." "Aspetti. Come mai si
sente sempre mezzo addormentato? Come ora, ad esempio.
Lei soffre di astenia, e lo sa perché? Glielo
dico io. I motivi sono parecchi, ma in primo luogo c'è
l'appendicite cronica di cui soffre: non è vero,
forse?". "Sì, ma lei come fa a sapere
tutte queste cose? Mi ha fatto spiare?". (...)
"Ora mi dica: è vero che lei ha vinto 37.000
lire al totocalcio? Però ha perso molto di più,
se tiene conto di tutte le somme che ha giocato in parecchi
anni. Mi creda: non è il caso di insistere".
Stavolta lo stupore aveva addirittura bloccato le facoltà
di reazione verbale del giovanotto, il quale volgeva
non più a Rol, ma a me, i suoi spalancati, pieni
di inespresse domande. Dopo di che ci condusse nella
sua ben fornita biblioteca, e ci pregò di scegliere
a nostro piacere quanti libri volessimo, per un certo
esperimento.
Prendemmo a caso dei volumi in varie lingue, poi lo
seguimmo in una stanza più grande, dove il nostro
ospite si pose a sette-otto metri da noi; e qui si verificarono
alcune cose che nessuno spirito positivista potrà
mai credere.
Io indicavo a caso - col dito, senza precisare il titolo
- qualcuno dei libri che il giovanotto reggeva ben chiusi
sotto il braccio, pregando al tempo stesso il nostro
ospite di "leggere" alla tale pagina e al
tal rigo; e la stessa cosa faceva a suo turno il fotografo,
nei riguardi dei libri che avevo portato con me. Ad
ogni richiesta, il dottor Rol, con sicurezza e precisione,
leggeva nel punto indicato del libro ben chiuso, e subito
dopo noi controllavamo l'esattezza della lettura. Non
riuscimmo mai a prenderlo in fallo. Per evitare la possibilità
che egli ci imponesse mentalmente la scelta delle pagine,
ne stabilimmo i numeri sulla base del valore di certe
carte scelte a caso da mazzi ben mescolati. Ci alternammo
nella scelta dei testi; ripetemmo l'esperienza fino
a stancarci; infine ci arrendemmo all'evidenza.
Poco prima che ci congedassimo dal nostro ospite, questi
sedette un momento alla scrivania, scarabocchiò
qualcosa su un foglio e coperse lo scritto con la mano;
subito chiamò accanto a sé il fotografo
e lo pregò di dire un numero qualsiasi. "Di
quante cifre?" chiese il fotografo. "Come
preferisce", disse Rol. "Allora facciamo 753",
decise il giovanotto. "Strano: lo avevo già
scritto", rispose Rol mostrandogli il foglio. Era
vero».