La Rocchetta
Mattei è una rocca situata sull'Appennino settentrionale,
su di un'altura posta a 407 metri sul livello del mare,
in località Ponte nel comune di Grizzana Morandi,
sulla
strada statale n° 64 (Porrettana), in provincia
di Bologna. Costruita nella seconda metà del
XIX secolo, mescola stili diversi, dal medievale al
moresco.
Fu la dimora del Conte Cesare Mattei,
letterato, politico e medico autodidatta fondatore della
medicina elettromeopatica, sulle basi della medicina
omeopatica. Il 5 novembre 1850 viene posta la prima
pietra della Rocchetta, e già nel 1859 è
considerata abitabile, tanto che Cesare Mattei non se
ne allontana più. All'interno della Rocchetta
il conte conduce una vita da castellano medievale e
arriva addirittura a crearsi una corte, con tanto di
buffone. Il castello voleva essere la sede della nuova
medicina mondiale che il Conte divulgò con grande
successo in tutto il mondo e ospitava illustri personaggi
che arrivavano da ogni dove per farsi curare. La fama
della Rocchetta crebbe con quella del Conte e dell'elettromeopatia,
nella quale erano riuniti il potere delle erbe con quello
dell'elettricità vegetale. Il conte possedeva
industrie farmaceutiche in tutto il mondo e da tutto
il mondo vennero a farsi curare da ogni tipo di malattia;
ospiti della Rocchetta sono stati Ludovico III di Baviera
e lo zar Alessandro II. Nel 1925 è visitata in
forma ufficiale da S. A. R. il Principe di Piemonte.
Persino Dostoevskji cita il Conte ne I fratelli Karamàzov,
quando fa raccontare al diavolo di essere riuscito a
guarire da terribili reumatismi grazie a un libro e
a delle gocce del Conte Mattei.
Il conte Cesare Mattei nacque a Bologna
l'11 gennaio 1809 da famiglia agiata, e crebbe a contatto
con i massimi pensatori dell'epoca come Minghetti e
Costa. Nel 1837 fu uno dei fondatori della Cassa di
Risparmio in Bologna. Ricevette il titolo di Conte nel
1847 da papa Pio IX a fronte di una donazione terriera.
Nel 1850, dopo la morte della madre a causa di un tumore,
decise di ritirarsi dalla vita politica per dedicarsi
allo studio della medicina. Acquistò i terreni
dove sorgevano le rovine dell'antica rocca di Savignano
e il 5 novembre dello stesso anno pose la prima pietra
del castello che avrebbe chiamato Rocchetta, dove si
stabilì definitivamente a partire dal 1859.
Andando oltre le teorie di Hahnemann
(fondatore dell'omeopatia) elaborò una nuova
scienza medica che chiamò Elettromeopatia e nel
1881, benché avversato dalla medicina, iniziò
la produzione dei rimedi elettromeopatici esportandoli
anche all'estero. Nacque un deposito centrale a Bologna
e altri 26 depositi autorizzati in tutto il mondo che
crebbero fino a 107 nel 1884, tra i più importanti
quelli in Belgio, U.S.A., Haiti e Cina. Negli anni 1887/1888,
errate speculazioni finanziarie del nipote Luigi Mattei,
predestinato erede e co-intestatario di quasi tutte
le proprietà, causarono una gravissima crisi
economica alla famiglia. Non riuscendo a far fronte
ai debiti e agli altissimi tassi degli usurai, molti
beni vennero messi all'asta. La rovina minacciò
di sommergere tutto il patrimonio, compresa la Rocchetta.
Decise di diseredare il nipote e riuscì a sanare
in parte la situazione, coadiuvato dal suo collaboratore
Mario Venturoli (1858-1937), che adottò nel 1888
in segno di riconoscenza. Nel 1895, ormai anziano e
reso paranoico dalle continue dispute con i medici allopatici,
a causa di una incomprensione con la nuora (sospettata
di aver tentato di ucciderlo servendogli un caffè
avvelenato), cacciò lei e Mario dal castello
e in seguito li diseredò. Morì il 3 aprile
1896 all'età di 87 anni.
Durante la sua vita trovarono lavoro
e benessere tutte le famiglie della zona, e il territorio,
povero e poco abitato, conobbe sviluppo e prosperità
anche grazie alla costruzione della linea ferroviaria
Bologna-Riola da lui voluta. Era sempre caritatevole
con i poveri che avevano bisogno di cure ai quali dava
i medicinali gratuitamente. Il feretro fu trasportato
nella chiesina di Savignano con l'onore della musica
di Porretta e circa 2000 persone a seguito. Il 14 aprile
1896 fu celebrato un Ufficio con 60 sacerdoti e più
di 6000 persone, che si accalcarono negli spazi intorno
alla chiesa per rendergli omaggio.
Nel 1904 il Venturoli riuscì
a risultare coerede con i nipoti, terminò i lavori
alla Rocchetta, rimodernò case e villini e continuò
l'attività elettromeopatica. Nel 1906, come espressamente
richiesto nel suo testamento, le spoglie vennero portate
in Rocchetta e tumulate nella cappella. Nel 1914, nonostante
la sua morte, i depositi aumentarono ancora e divennero
ben 266 in tutto il mondo. Nel 1937 morì Mario
Venturoli e alla conduzione dell'azienda successe la
vedova, Giovanna Maria Longhi, che ereditò anche
il segreto dei preparati elettromeopatici e ne continuò
la produzione...
Nel 1997 nasce un comitato per la tutela
del castello che, nel totale abbandono dei proprietari
e delle istituzioni governative, sembrava destinato
alla rovina,ma nel 2006 la
Fondazione della Cassa di Risparmio in Bologna ha ufficialmente
annunciato l'acquisizione della Rocchetta Mattei anche
sul suo sito web.
L'insieme di edifici che forma il castello
odierno è collocato su un complesso medievale,
appartenuto agli imperatori Federico il Barbarossa e
Ottone IV e dominio della ContessaMatilde di Canossa,
che vi tenne come custode un vassallo, Lanfranco da
Savignano. La necessità della difesa del passaggio
sul Reno rese prezioso questo castello ai Sovrani del
tempo. Prima di scegliere come
luogo per la costruzione del suo castello la località
Ponte, pare che Cesare Mattei avesse visitato diversi
luoghi. Il luogo fu preferito per molte ragioni: la
comodità dell'accesso, l'isolamento del rialzo
roccioso formante un gigantesco piedistallo naturale,
la situazione del luogo sulla confluenza dei fiumi Limentra
e Reno, le vallate dei quali domina sovrano questo scoglio
in faccia al pittoresco gruppo di Montovolo e Monvigese.
Lo stile prevalente è il moresco, a cui si aggiunge
l'architettura italiana medioevale e moderna.
L'ingresso principale si apre sulla
strada statale n. 64, Porrettana. Una iscrizione in
alto ricorda l'origine e il compimento dell'edificio
con le parole seguenti:
« Il Conte Cesare Mattei - sopra
le rovine di antica rocca - edificò questo castello
dove visse XXV anni - benefico ai poveri - assiduamente
studioso - delle virtù mediche dell'erbe - per
la qual scienza ebbe nome in Europa - ed era cercato
dagli infermi il suo soccorso - Mario Venturoli Mattei
- compié l'edificio - e secondo il voto di lui
- nel X anno dalla morte - ne portò qui le ceneri
- con amore e riconoscenza di figlio - il III Aprile
MCMVI ». Si racconta che all'interno della Rocchetta
Mattei si aggiri ancora il fantasma del conte...