"Gli uomini di più ampio intelletto
sanno che non c'è netta distinzione
tra il reale e l'irreale,
che le cose appaiono come sembrano
solo in virtù dei delicati strumenti fisici e mentali
attraverso cui le percepiamo..
."
(H.P.Lovecraft, La Tomba)

"Una tetra mezzanotte,
mentre debole e stanco meditavo

su strani volumi d'un sapere dimenticato,
mentre il capo reclino
quasi cominciavo a sonnecchiare,

d'improvviso sentii bussare,
bussare alla mia porta…"

(E.A. Poe)

"E mentre (ti) guardo, vorrei sapere
quali sentieri percorrono i tuoi piedi di sogno
quali reami spettrali vedi
con gli occhi chiusi a me e al mondo
...Quali paure distraggono la tua mente e il tuo cuore
e fanno stillare il sudore dalla tua fronte?"

(H.P. Lovecraft, To a Dreamer)

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La Rocchetta Mattei è una rocca situata sull'Appennino settentrionale, su di un'altura posta a 407 metri sul livello del mare, in località Ponte nel comune di Grizzana Morandi, sulla strada statale n° 64 (Porrettana), in provincia di Bologna. Costruita nella seconda metà del XIX secolo, mescola stili diversi, dal medievale al moresco.

Fu la dimora del Conte Cesare Mattei, letterato, politico e medico autodidatta fondatore della medicina elettromeopatica, sulle basi della medicina omeopatica. Il 5 novembre 1850 viene posta la prima pietra della Rocchetta, e già nel 1859 è considerata abitabile, tanto che Cesare Mattei non se ne allontana più. All'interno della Rocchetta il conte conduce una vita da castellano medievale e arriva addirittura a crearsi una corte, con tanto di buffone. Il castello voleva essere la sede della nuova medicina mondiale che il Conte divulgò con grande successo in tutto il mondo e ospitava illustri personaggi che arrivavano da ogni dove per farsi curare. La fama della Rocchetta crebbe con quella del Conte e dell'elettromeopatia, nella quale erano riuniti il potere delle erbe con quello dell'elettricità vegetale. Il conte possedeva industrie farmaceutiche in tutto il mondo e da tutto il mondo vennero a farsi curare da ogni tipo di malattia; ospiti della Rocchetta sono stati Ludovico III di Baviera e lo zar Alessandro II. Nel 1925 è visitata in forma ufficiale da S. A. R. il Principe di Piemonte. Persino Dostoevskji cita il Conte ne I fratelli Karamàzov, quando fa raccontare al diavolo di essere riuscito a guarire da terribili reumatismi grazie a un libro e a delle gocce del Conte Mattei.

Il conte Cesare Mattei nacque a Bologna l'11 gennaio 1809 da famiglia agiata, e crebbe a contatto con i massimi pensatori dell'epoca come Minghetti e Costa. Nel 1837 fu uno dei fondatori della Cassa di Risparmio in Bologna. Ricevette il titolo di Conte nel 1847 da papa Pio IX a fronte di una donazione terriera. Nel 1850, dopo la morte della madre a causa di un tumore, decise di ritirarsi dalla vita politica per dedicarsi allo studio della medicina. Acquistò i terreni dove sorgevano le rovine dell'antica rocca di Savignano e il 5 novembre dello stesso anno pose la prima pietra del castello che avrebbe chiamato Rocchetta, dove si stabilì definitivamente a partire dal 1859.

Andando oltre le teorie di Hahnemann (fondatore dell'omeopatia) elaborò una nuova scienza medica che chiamò Elettromeopatia e nel 1881, benché avversato dalla medicina, iniziò la produzione dei rimedi elettromeopatici esportandoli anche all'estero. Nacque un deposito centrale a Bologna e altri 26 depositi autorizzati in tutto il mondo che crebbero fino a 107 nel 1884, tra i più importanti quelli in Belgio, U.S.A., Haiti e Cina. Negli anni 1887/1888, errate speculazioni finanziarie del nipote Luigi Mattei, predestinato erede e co-intestatario di quasi tutte le proprietà, causarono una gravissima crisi economica alla famiglia. Non riuscendo a far fronte ai debiti e agli altissimi tassi degli usurai, molti beni vennero messi all'asta. La rovina minacciò di sommergere tutto il patrimonio, compresa la Rocchetta. Decise di diseredare il nipote e riuscì a sanare in parte la situazione, coadiuvato dal suo collaboratore Mario Venturoli (1858-1937), che adottò nel 1888 in segno di riconoscenza. Nel 1895, ormai anziano e reso paranoico dalle continue dispute con i medici allopatici, a causa di una incomprensione con la nuora (sospettata di aver tentato di ucciderlo servendogli un caffè avvelenato), cacciò lei e Mario dal castello e in seguito li diseredò. Morì il 3 aprile 1896 all'età di 87 anni.

Durante la sua vita trovarono lavoro e benessere tutte le famiglie della zona, e il territorio, povero e poco abitato, conobbe sviluppo e prosperità anche grazie alla costruzione della linea ferroviaria Bologna-Riola da lui voluta. Era sempre caritatevole con i poveri che avevano bisogno di cure ai quali dava i medicinali gratuitamente. Il feretro fu trasportato nella chiesina di Savignano con l'onore della musica di Porretta e circa 2000 persone a seguito. Il 14 aprile 1896 fu celebrato un Ufficio con 60 sacerdoti e più di 6000 persone, che si accalcarono negli spazi intorno alla chiesa per rendergli omaggio.

Nel 1904 il Venturoli riuscì a risultare coerede con i nipoti, terminò i lavori alla Rocchetta, rimodernò case e villini e continuò l'attività elettromeopatica. Nel 1906, come espressamente richiesto nel suo testamento, le spoglie vennero portate in Rocchetta e tumulate nella cappella. Nel 1914, nonostante la sua morte, i depositi aumentarono ancora e divennero ben 266 in tutto il mondo. Nel 1937 morì Mario Venturoli e alla conduzione dell'azienda successe la vedova, Giovanna Maria Longhi, che ereditò anche il segreto dei preparati elettromeopatici e ne continuò la produzione...

Nel 1997 nasce un comitato per la tutela del castello che, nel totale abbandono dei proprietari e delle istituzioni governative, sembrava destinato alla rovina,ma nel 2006 la Fondazione della Cassa di Risparmio in Bologna ha ufficialmente annunciato l'acquisizione della Rocchetta Mattei anche sul suo sito web.

L'insieme di edifici che forma il castello odierno è collocato su un complesso medievale, appartenuto agli imperatori Federico il Barbarossa e Ottone IV e dominio della ContessaMatilde di Canossa, che vi tenne come custode un vassallo, Lanfranco da Savignano. La necessità della difesa del passaggio sul Reno rese prezioso questo castello ai Sovrani del tempo. Prima di scegliere come luogo per la costruzione del suo castello la località Ponte, pare che Cesare Mattei avesse visitato diversi luoghi. Il luogo fu preferito per molte ragioni: la comodità dell'accesso, l'isolamento del rialzo roccioso formante un gigantesco piedistallo naturale, la situazione del luogo sulla confluenza dei fiumi Limentra e Reno, le vallate dei quali domina sovrano questo scoglio in faccia al pittoresco gruppo di Montovolo e Monvigese. Lo stile prevalente è il moresco, a cui si aggiunge l'architettura italiana medioevale e moderna.

L'ingresso principale si apre sulla strada statale n. 64, Porrettana. Una iscrizione in alto ricorda l'origine e il compimento dell'edificio con le parole seguenti:

« Il Conte Cesare Mattei - sopra le rovine di antica rocca - edificò questo castello dove visse XXV anni - benefico ai poveri - assiduamente studioso - delle virtù mediche dell'erbe - per la qual scienza ebbe nome in Europa - ed era cercato dagli infermi il suo soccorso - Mario Venturoli Mattei - compié l'edificio - e secondo il voto di lui - nel X anno dalla morte - ne portò qui le ceneri - con amore e riconoscenza di figlio - il III Aprile MCMVI ». Si racconta che all'interno della Rocchetta Mattei si aggiri ancora il fantasma del conte...

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