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Il
3 luglio 1971 James Douglas Morrison, leader dei Doors,
morì. Il suo corpo fu trovato dalla fidanzata
Pamela Susan Courson, al terzo piano dello stabile di
Rue Beautrillis 17, a Parigi. Jim era immerso nella
vasca da bagno, con un rivolo di sangue che scendeva
dalle narici.
L'assurda fretta ed approssimazione con cui si liquidò
la "pratica Morrison" fu la scintilla
che alimentò i dubbi sulla sua reale dipartita,
soprattutto per chi non ha mai accettato la prematura
scomparsa del "Re lucertola". In effetti
successero alcuni fatti poco chiari...
Pamela
raccontò di essersi svegliata per i lamenti
di Jim. Voleva chiamare un medico, ma lui si rifiutò,
dicendo che avrebbe fatto un bagno caldo. Quando
si risvegliò, Pam trovò il letto
vuoto: andò in bagno, vide il corpo di
Jim e pensò che stesse dormendo. Accortasi
che Jim era incosciente, chiamò il signor
Ronay, un loro amico, il quale arrivò dopo
mezz'ora e fece chiamare un'ambulanza. Inutilmente,
perchè Jim era già morto, almeno
da qualche ora.
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Il
medico legale, Max Vassille, compilò uno
sbrigativo referto in cui, siccome Pam aveva raccontato
dei dolori al petto di cui Jim soffriva da tempo,
nonché del suo abuso di alcoolici - ed
il dottore aveva constatato l'assenza di traumatismi
sul suo corpo - concluse che la morte di Morrison
fosse da attribuire a cause naturali. Nessun esame
fu condotto sul corpo, e ci si accontentò
delle testimonianze di Pam e di mister Ronay.
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La
cerimonia funebre, presso il cimitero di Pére
Lachaise, fu davvero singolare. Si svolse alle
8 e 30 del 7 luglio 1971. Pamela scelse quella
meno costosa in assoluto (878 franchi del tempo),
e non furono dette preghiere, nè era presente
un cerimoniere. Gli altri tre componenti dei Doors
erano negli States, e di lì non si mossero.
Il tutto durò dieci minuti e solo dopo
qualche settimana i custodi misero una targa con
il nome (storpiato) di Jim: "Douglas Morisson
James, 1943-1971".
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I
dubbi sulla morte di Jim Morrison, tuttavia, non sono
mai stati tali da condurre la magistratura ad una riesumazione
del cadavere: per molto tempo ha destato sospetti il
comportamento di Pamela ma, tenendo
conto delle sue abitudini di vita (Pam avrebbe seguito
la sorte di Jim nel 1974, per overdose) è verosimile
che le cose siano andate come ha raccontato, nonostante
la vera e propria "fuga" della fidanzata di
Jim da Parigi dopo la morte della mente dei Doors. La
famiglia di Jim non ha mai parlato della vicenda, anche
perchè aveva rotto i ponti col figlio degenere
ben prima dei fatti di Parigi.
Negli
anni '80 è, poi, spuntato un autore francese,
Jacques Rochart, che ha pubblicato un libro-farsa: si
intitola "Jim Morrison: vivo!" (Ed.
Blues Brothers); Rochart vorrebbe farci credere di aver
incontrato Morrison più volte. Egli dice di aver
parlato con Jim, il quale gli avrebbe spiegato di aver
inscenato la sua morte per sfuggire alle pressioni della
vita da divo del palcoscenico. Non solo: Rochart pubblica
delle "poesie" che Morrison gli avrebbe consegnato.
L'incipit di una di queste è: "Ho scelto
di morire per ritornare a vivere". I casi, se si
considerano accettabili questi frammenti "poetici",
sono due: o Rochart ha il talento compositivo di Morrison,
o Morrison non aveva il talento che gli era riconosciuto.
Oppure, terza via, sappiamo cosa pensare di Rochart...
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