"C'è qualcosa là fuori,
quella strega nella cantina
ne è solo una parte,
quella cosa vive fuori nei boschi al buio,
è qualcosa che vuole tornare dal mondo dei morti..."
(Tratto dal Film "La Casa")

"Gli uomini di più ampio intelletto
sanno che non c'è netta distinzione
tra il reale e l'irreale,
che le cose appaiono come sembrano
solo in virtù dei delicati strumenti fisici e mentali
attraverso cui le percepiamo..."

(H.P.Lovecraft, La Tomba)

"Svegliati.
Ti ho osservato a lungo.
Sono qui, vieni.
Più vicino.
28 giorni, 6 ore, 42 minuti, 12 secondi.
Ecco quando il mondo finirà...
"
(Tratto dal Film "Donnie Darko")

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Su Marte ci possono essere forme di vita, anche se diverse da quelle sulla Terra: a sostenerlo è William Schopf, paleobiologo dell'Università di Los Angeles, che ha aperto al Centro Internazionale di Fisica Teorica "Abdus Salam" di Trieste i lavori della sesta edizione della Conferenza sull' Evoluzione Chimica.
Schopf, che all'inizio degli anni '90 identificò in un frammento di alga azzurra di tre miliardi e mezzo di anni fa, rinvenuto in Australia, la più antica traccia di vita sulla Terra, ha illustrato i dati emersi dalle ricerche del '96 della Nasa su un meteorite marziano caduto sulla superficie terrestre e quelli delle foto inviate dalla sonda "Mars Global Surveyor".
In queste ultime, in particolare, si scorgono sui crateri delle formazioni - ha detto - che fanno pensare a una fuoriuscita d'acqua, condizione indispensabile, benché non sufficiente, per la formazione della vita. In passato - ha spiegato lo studioso - si riteneva che l'acqua su Marte fosse scomparsa.
Adesso invece pare che l'acqua riemerga per poi dissolversi, viste la bassa pressione e la bassa temperatura.

Avrebbe 250 milioni di anni. E sarebbe quindi l'essere vivente più vecchio del mondo. Il longevo in questione è un batterio appartenente alla specie Bacillus, designato dalla sigla 2-9-3 e ritrovato in un cristallo salino prelevato nella Permian Salado Formation negli Stati Uniti. E' quanto emerso da uno studio condotto da Russel H. Vreeland e William D. Rosenzweig, del Dipartimento di biologia della West Chester University in Pennsylvania e da Dennis W. Powers, consulente geologo, apparso su Nature. Bacillus potrebbe avere un'origine extraterrestre e aprire così interessanti prospettive a quanti pensano sia possibile far viaggiare forme di vita semplici nello spazio. La novità della scoperta americana sta anche nel metodo utilizzato: la sterilizzazione del minerale che lo conteneva non lascia dubbi sulle possibili contaminazioni esterne. Ma come ha fatto questo batterio a resistere così a lungo?
In condizioni avverse alcuni microrganismi sviluppano strutture molto resistenti dette spore. Le spore possono sopravvivere in condizioni ambientali difficili, come il calore. Possono resistere con un metabolismo rallentato o addirittura annullato, o senza respirare fino a quando le condizioni ambientali non ritornano favorevoli. A questo punto le spore germinano e viene prodotta una nuova cellula batterica.

Nessuno può dire con sicurezza quanto a lungo possano sopravvivere le spore: almeno 250 milioni di anni, ma se non subissero alterazioni dall'ambiente esterno probabilmente sopravviverebbero in eterno".

Uno degli aspetti più interessanti di questo studio è l'applicazione alla ricerca di possibili forme di vita su altri pianeti. Pensiamo che circa un miliardo di anni fa su Marte ci fosse acqua. Se ci fosse sale su Marte, formatosi quando l'oceano è evaporato, allora questo potrebbe essere il posto giusto per cercare tracce di vita. Inoltre il meteorite Monahans, arrivato in Texas anni fa, e formatosi 4,5 miliardi di anni fa, conteneva sale, in parte depositatosi nelle cavità dei frammenti.

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