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Su Marte ci possono
essere forme di vita, anche se diverse da quelle sulla
Terra: a sostenerlo è William Schopf, paleobiologo
dell'Università di Los Angeles, che ha aperto al
Centro Internazionale di Fisica Teorica "Abdus Salam"
di Trieste i lavori della sesta edizione della Conferenza
sull' Evoluzione Chimica.
Schopf, che all'inizio degli anni '90 identificò
in un frammento di alga azzurra di tre miliardi e mezzo
di anni fa, rinvenuto in Australia, la più antica
traccia di vita sulla Terra, ha illustrato i dati emersi
dalle ricerche del '96 della Nasa su un meteorite marziano
caduto sulla superficie terrestre e quelli delle foto
inviate dalla sonda "Mars Global Surveyor".
In queste ultime, in particolare, si scorgono sui crateri
delle formazioni - ha detto - che fanno pensare a una
fuoriuscita d'acqua, condizione indispensabile, benché
non sufficiente, per la formazione della vita. In passato
- ha spiegato lo studioso - si riteneva che l'acqua su
Marte fosse scomparsa.
Adesso invece pare che l'acqua riemerga
per poi dissolversi, viste la bassa pressione e la bassa
temperatura.
Avrebbe 250 milioni di anni. E sarebbe
quindi l'essere vivente più vecchio del mondo.
Il longevo in questione è un batterio appartenente
alla specie Bacillus, designato dalla sigla 2-9-3 e
ritrovato in un cristallo salino prelevato nella Permian
Salado Formation negli Stati Uniti. E' quanto emerso
da uno studio condotto da Russel H. Vreeland e William
D. Rosenzweig, del Dipartimento di biologia della West
Chester University in Pennsylvania e da Dennis W. Powers,
consulente geologo, apparso su Nature. Bacillus potrebbe
avere un'origine extraterrestre e aprire così
interessanti prospettive a quanti pensano sia possibile
far viaggiare forme di vita semplici nello spazio. La
novità della scoperta americana sta anche nel
metodo utilizzato: la sterilizzazione del minerale che
lo conteneva
non lascia dubbi sulle possibili contaminazioni esterne.
Ma come ha fatto questo batterio
a resistere così a lungo?
In condizioni avverse alcuni microrganismi sviluppano
strutture molto resistenti dette spore. Le spore possono
sopravvivere in condizioni ambientali difficili, come
il calore. Possono resistere con un metabolismo rallentato
o addirittura annullato, o senza respirare fino a quando
le condizioni ambientali non ritornano favorevoli. A
questo punto le spore germinano e viene prodotta una
nuova cellula batterica.
Nessuno può dire con sicurezza quanto a lungo
possano sopravvivere le spore: almeno 250 milioni di
anni, ma se non subissero alterazioni dall'ambiente
esterno probabilmente sopravviverebbero in eterno".
Uno degli aspetti più interessanti
di questo studio è l'applicazione alla ricerca
di possibili forme di vita su altri pianeti. Pensiamo
che circa un miliardo di anni fa su Marte ci fosse acqua.
Se ci fosse sale su Marte, formatosi quando l'oceano
è evaporato, allora questo potrebbe essere il
posto giusto per cercare tracce di vita. Inoltre il
meteorite Monahans, arrivato in Texas anni fa, e formatosi
4,5 miliardi di anni fa, conteneva sale, in parte depositatosi
nelle cavità dei frammenti.
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