Anche
se con i piedi ben piantati per terra questa è
una storia che va raccontata tenendo d'occhio il cielo.
Parliamo di UFO, di oggetti volanti
non identificati, ma senza scomodare ET, i marziani
e tutto l'armamentario folcloristico che in genere accompagna
le storie di dischi volanti.
Si
parla ufficialmente di UFO da una data certa: il 24
giugno 1947. Fu quello infatti il giorno in cui, negli
Stati Uniti, Kenneth Arnold vide una formazione di oggetti
volanti non identificati. Quindi sono 56 anni che ufologi
e scettici litigano anche perché, per i più,
gli UFO sono legati più all'ipotesi di una vita
extraterrestre che, ad esempio, ad esperimenti segreti
militari di alcune nazioni tecnologicamente avanzate.
Eppure non è detto che la seconda ipotesi sia
da scartare.
All'interno
dell'Archivio di Stato di Milano, nel Fondo della Prefettura
sono conservati due falconi decisamente particolari,
curiosi fin dal titolo: "Dossier sui velivoli non
identificati". Si tratta di decine e decine di
rapporti che riguardano altrettanti avvistamenti nel
corso degli anni Trenta nell'Italia del nord. Gli stessi
ufologi ammettono che in molti casi si tratta di avvenimenti
perfettamente spiegabili: aerei di contrabbandieri,
aerei spia di qualche nazione straniera o di semplici
abbagli. Ma in altri casi l'interpretazione è
decisamente più difficile.
Da
quel poco che si sa la cosa interessante da notare è
che a livello politico questi avvistamenti destavano
molta apprensione.
Mussolini e il governo italiano temevano che inglesi
e francesi avessero messo a punto delle nuove armi molto
pericolose e che quindi la situazione diplomatica potesse
precipitare. Non dimentichiamo che in quegli anni i
rapporti tra Italia, Francia e Inghilterra furono molto
tesi. La mattina del 13 giugno 1933 accadde qualcosa,
in una località della Lombardia; probabilmente
nella provincia di Varese. Uno tra i numerosi velivoli
che venivano segnalati di continuo nei cieli del nord
Italia, cadde o atterrò. Da Roma quel giorno
partirono tre telegrammi che ordinavano di mettere a
tacere ogni cosa. Il terzo di questi, inviato nel pomeriggio
dello stesso giorno diceva:
"D'ordine
personale del Duce disponesi immediato arresto diffusione
notizia relativa at aeromobile natura e provenienza
sconosciute di cui at dispaccio Stefani data odierna
hore 7 et 30 stop disponesi istantanea rifusione eventuali
piombi giornali recanti detta notizia stop previste
max pene per trasgressori fino at deferimento tribunale
sicurezza dello Stato stop dare immediata conferma ricevimento
stop Dir. Generale Affari Speciali".
Inoltre
da quanto risulta da una serie di documenti, il governo
fascista insediò, subito dopo il 13 giugno 1933,
una segretissima commissione di studio, composta da
illustri scienziati dellepoca e presieduta da
Guglielmo Marconi. Sembra che questa commissione lavorò
fino alla Seconda guerra mondiale e che era denominata
"Gabinetto RS/33".
A
rendere ancora più misterioso il tutto c'è
il fatto che molti dei documenti che hanno permesso
di ricostruire questa vicenda sono stati inviati, alcuni
anni fa, da un personaggio ancora oggi senza nome (parente
di uno dei membri del Gabinetto RS/33), a vari esperti
e organi di stampa. Tra questi, uno dei massimi esperti
di ufologia in Italia, Roberto Pinotti, che ha fatto
esaminare i documenti ricevuti e ha così potuto
accertarsi che i documenti sono tutti originali.
Ma
che cosa ne era stato della misteriosa aeronave caduta
o atterrata il 13 giugno 1933 e che tante apprensioni
aveva suscitato? Molto probabilmente venne portata negli
stabilimenti di una delle maggiori
industrie aeronautiche italiane dell'epoca: la Siai
Marchetti. L'aeronave rimase a disposizione degli esperti
per circa dieci anni. Infatti sembra che nel 1943, in
piena guerra un incendio distrusse l'hangar dove l'aeronave
era custodita. Da molti anni è noto che la Germania
nazista - come del resto gli anglo-americani e i russi
- aveva allo studio numerose e terribili armi di distruzioni
di massa. I missili lanciati su Londra, le V-1 e le
V-2, gli aerei a reazione (già sperimentati in
Italia nel 1940), la bomba atomica. E' meno noto invece
che i tedeschi studiarono dei velivoli a forma di disco
volante, le V-7
La
lunga storia delle armi segrete naziste comprende anche
un capitolo sulle V-7, i rudimentali dischi volanti
studiati fin dalla fine degli anni Trenta dagli scienziati
del Terzo Reich. Solo negli anni Cinquanta, dai pochi
tecnici sfuggiti alla cattura, si è saputo che
nei laboratori di Hitler si progettavano velivoli rivoluzionari.
Prototipi di Ufo nazisti vennero messi a punto, sembra,
sia in una base nei dintorni di Praga che a Bratislava,
al confine tra Slovacchia e Austria. Ma il passaggio
dalla progettazione alla sperimentazione coincise con
la fine della guerra. E quello che i nazisti non riuscirono
a distruggere finì nelle mani dei sovietici o
degli americani che lo usarono per i propri programmi
di ricerca segreti.
Con
il crollo del fascismo, il 25 luglio 1945, molte carte
presero la via della Germania. Tra quei documenti c'erano
anche gli studi del "Gabinetto RS/33"? Probabilmente
sì ed è così che, forse, le intuizioni
sviluppate in Italia negli anni Trenta vennero acquisite
e sviluppate dai tedeschi per alcune loro armi segrete.
Com'é noto, le ricerche portate avanti dalla
Germania sconfitta vennero acquisite dai vincitori:
gli americani e i russi. Da lì partì la
corsa allo spazio e alla conquista della Luna. Una storia
che, fino ad oggi, mancava del suo vero inizio.
Infine
una curiosità: nei secoli scorsi sono molte le
raffigurazioni di "Oggetti Volanti" all'interno
di famose opere artistiche. Da Piero della Francesca
a Filippo Lippi, da Bonaventura Salimbeni a Masolino
da Panicale fino a Paolo Uccello e molti altri ancora:
è come se gli ufologi avessero individuato una
nuova corrente pittorica, assolutamente trasversale
che spazia dal Medioevo al tardo Rinascimento. Punto
in comune tra tutti questi pittori è quello di
aver inserito nei propri dipinti oggetti che ricordano
molto dei dischi volanti. Ovviamente, gli storici dell'arte
in genere tendono a fornire spiegazioni meno intriganti.
Tuttavia non si può negare che certi dipinti
di molti secoli fa facciano pensare. E' il caso, ad
esempio, di un opera di fine Cinquecento di Bonaventura
Salimbeni e conservata nella basilica di San Pietro
a Montalcino, vicino Siena. Si intitola la "Santissima
Trinità" e presenta, proprio al centro della
scena, un globo con due antenne che ad alcuni ricorda
un satellite artificiale. Alla Galleria dell'Accademia
di Firenze è invece conservato un quadro, attribuito
a Paolo Uccello, in cui si distingue chiaramente un
oggetto discoidale, sospeso a mezz'aria, sormontato
da una cupola centrale. Ed è ancora la forma
discoidale tipica degli Ufo a comparire in un quadro
del Quattrocento, conservato sempre a Firenze ma agli
Uffizi: si tratta della "Madonna adorante il Bambino
e S. Giovannino" della scuola di Filippo Lippi.
Alle spalle della Vergine, il pittore ha raffigurato
curiosamente un uomo e un cane, guardano verso il cielo,
verso uno strano oggetto con forma schiacciata simile
ad un'ellissi circondato da sottili raggi dorati. Tra
gli esempi più citati c'è poi il "Miracolo
della Neve" dipinto a metà del Quattrocento
da Masolino da Panicale per celebrare la strana nevicata
romana del 5 agosto del 352 dopo Cristo. Le nuvole del
dipinto, come possono osservare tutti i visitatori del
Museo di Capodimonte a Napoli, ricordano una "flotta"
di dischi volanti.