Il vero nome del leader davidiano David
Koresh era Vernon Wayne Howell. Era nato a Houston,
nel Texas, da una ragazza madre di quindici anni. Non
conobbe mai il padre e fu cresciuto dai suoi nonni materni.
Nelle conversazioni via radio con gli agenti dell'FBI,
la notte precedente il massacro, Koresh descrisse la
sua infanzia come solitaria. Disse di avere sofferto
di dislessia, di non avere riportato grandi successi
come studente e di avere abbandonato le scuole superiori.
Raccontò di avere un'abilità musicale
fuori dal comune e un enorme interesse per gli studi
biblici. Già a dodici anni conosceva a memoria
interi brani della Scrittura. Ventenne, Koresh aderisce
agli Avventisti del Settimo Giorno, la chiesa a cui
era fedele sua madre. Venne tuttavia espulso dalla congrega
perché, a detta dei misnitri, esercitava una
pessima influenza sui giovani. Koresh si spinse allora
a Hollywood, col sogno di sfondare nel mondo del rock:
fu un fallimento. Nell'81 si stabilì a Waco,
nel Texas, dove entrò a fare parte dei Branch
Davidians - i Davidiani, appunto -, una sètta
che contava quasi 1.500 membri e che si riuniva poco
fuori Waco.
Koresh intrattenne una relazione con la sacerdotessa
del gruppo, Lois Roden, che aveva passato i sessant'anni.
Insieme i due compirono un pellegrinaggio in Israele.
Alla morte della Roden, nacquero problemi con il di
lei figlio. Koresh allora abbandonò il gruppo,
insieme ad alcuni seguaci, trasferendosi più
a est nel Texas. Ma nel 1987 fece ritorno a Mount Carmel
- la sede davidiana - insieme a sette dei suoi fedeli:
il gruppo era armato con cinque fucili semiautomatici,
quattro pistole e circa 400 munizioni. Koresh e i suoi
iniziarono a sparare. L'unico a rimanere ferito fu proprio
il figlio della Roden. Al processo, Koresh e i suoi
ottennero l'assoluzione, sostenendo che si erano recati
nella sede davidiana per ottenere le prove degli abusi
sessuali di Roden e che i loro spari erano diretti agli
alberi, in segno di avvertimento.
E nel 1990, Koresh divenne leader dei Davidiani. Cambiò
nome all'anagrafe, sostenendo che il cambio era dovuto
a "pubblicità e attività di promozione".
In seguito ammise che il nuovo nome era stato assunto
per sottolineare che lui era ormai alla testa della
biblica Stirpe di Davide - Koresh è infatti la
traduzione ebraica di Ciro, il nome del re persiano
che permise al popolo ebreo schiavo a Babilionia di
tornare in Israele).
Il 19 aprile del 1993, 76 persone (di
cui due bambini appena nati) morivano nel rogo della
loro dimora a Mount Carmel, nei pressi di Waco, Texas.
Quel rogo non è stato un incidente, o forse lo
è stato, ma poco cambia. Di certo le fiamme sono
scoppiate dopo che quelle persone hanno subito 51 estenuanti
giorni di assedio da parte dellFbi, del Batf (Bureau
of Alcohol, Tobacco and Firearms) e altri enti alle
dipendenze del governo federale americano. A quei 76
cittadini americani, ne vanno aggiunti altri 6 ammazzati
brutalmente un paio di mesi prima, il 28 febbraio, nel
fallimentare raid del Batf che portò, appunto,
all'assedio. Lo stesso giorno, infine, 4 agenti venivano
uccisi dalla resistenza degli abitanti del complesso
di Mount Carmel. La loro colpa era apparentemente quella
di avere idee religiose bizzarre: si trattava, infatti,
di una comunità di Davidiani, una curiosa sètta
nata dalla chiesa degli Avventisti del Settimo Giorno
una settantina di anni prima. Le accuse che hanno giustificato
lintervento degli agenti federali, però,
erano altre: possesso
di armi illegali, uso di droga, abusi sui bambini. L'accusa
di possesso di droga autorizzava l'intervento dell'esercito:
da parte dei difensori delle famiglie dei Davidiani
massacrati a Waco, tuttavia, viene sottolineato che
Koresh non era tossicomane e che le bustine di droga
ritrovate all'interno del ranch distrutto sono scomparse
e non sono state presentate in sede processuale. Un'altra
accusa è stata smontata: le armi in possesso
di Koresh e dei suoi erano legali, denunciate all'ufficio
dello sceriffo. Quanto agli abusi sui bambini, è
difficile credere a testimonianze secondarie che sembrano
"virate" dal condizionamento degli organismi
federali.
Il 21 luglio del 2000, tuttavia, l'FBI è stata
scagionata definitivamente dall'accusa di avere aperto
il fuoco contro Koresh e i suoi prima che i Davidiani
sparassero, mentre alla Corte non è risultata
alcuna evidenza che le fiamme siano state appiccate
a Mount Carmel dall'esterno o mediante il lancio di
granate piriche. Le controdeduzioni degli investigatori
di parte davidiana, che portano a conclusioni diametralmente
opposte, sono state ignorate.
Waco, per l'America degli anni Novanta, equivale all'evento
di Vermicino per l'Italia: per quasi due mesi una nazione
intera si è messa davanti ai teleschermi e ha
ascoltato le ragioni di un gruppo assediato da carrarmati
e militari, mentre dall'interno del ranch si cercava
di trattare parlando di libertà di religione.
Tuttora la polemica non è spenta: la sentenza
definitiva che esclude la dolosità dell'intervento
dell'FBI altro esito non ha avuto se non rinfocolare
i sospetti di un complotto governativo, per porre fine
a uno smacco che da 51 giorni Koresh stava infliggendo
alle truppe federali, davanti agli occhi dell'intero
Paese.