"...quando una notte
attraverso lo spazio curvo
sentì l'invitante flauto degli abissi aldilà."
(H.P. Lovecraft, Fungi From Yuggoth, XXXII)

"Nel vuoto insensato il demone mi portò
oltre i grappoli luminosi dello spazio finito,
finché davanti a me non ci furono né il tempo né la materia
ma solo caos, senza forma o luogo."
(H.P. Lovecraft, Fungi From Yuggoth, XXXII)

"Scruto i tuoi tratti, calmi e bianchi alla luce del cero:
le tue palpebre dalle scure ciglia,
dietro il cui riparo
ci sono occhi che non vedono domìni terreni."
(H.P. Lovecraft)

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Secondo la leggenda l'ordine venne fondato nel 1407, da un pellegrino tedesco di nome Christian Rosenkreuz

(1378 - 1484) al suo ritorno in Germania. Soggiornò a Damasco ed in Terra Santa, dove avrebbe studiato l'occultismo. Sembra che l'ordine fosse limitato a soli otto membri e che si fosse estinto immediatamente dopo la sua morte, per rinascere solo nel XVII secolo.

Secondo una leggenda meno conosciuta e circolante in ambiente massonico, l'ordine sarebbe invece stato creato nell'anno 46, quando il saggio gnostico alessandrino Ormus e sei suoi discepolisi convertirono al Cristianesimo ad opera di San Marco, fondendo la dottrina cristiana con i misteri egiziani: Christian Rosenkreuz sarebbe stato iniziato a quest'ordine, divenendone il gran maestro, invece di averlo fondato. In realtà quella che era conosciuta agli inizi del XVII secolo come la "Società dei Rosa Croce" era probabilmente un piccolo numero di individui isolati che condividevano alcuni punti di vista, apparentemente il loro solo legame. I loro scritti sono permeati di misticismo od occultismo e suggeriscono significati nascosti che potrebbero essere compresi solo dagli iniziati.

Nel 1614 comparve a Kassel un opuscolo anonimo dal titolo Fama fraternitatis Rosae Crucis, che raccontava la vita di Christian Rosenkreuz (Cristiano Rosa Croce): passati 120 anni dalla sua morte si sarebbe ritrovato il suo corpo ancora intatto, circondato da simboli e insegne iniziatici. L'anno seguente comparve un secondo opuscolo sull'argomento (Confessio Fraternitatis) e nel 1616 fu pubblicata un'opera del teologo Johan Valentin Andreae (1586-1654), avente per argomento "Le nozze chimiche di Cristiano Rosa Croce". Ad Andreae si possono forse attribuire anche i due opuscoli precedenti. Successivamente egli descrisse i Rosa Croce come un ludibrium, un termine latino con il significato di "gioco", "scherzo". Secondo Frances Yates l'uso del termine va tuttavia inteso nel senso di una sorta di "Divina Commedia" e indica un'allegoria drammatica legata agli anni tumultuosi che precedettero in Germania la guerra dei trent'anni.

Queste pubblicazioni causarono un grande fermento in tutta Europa, che portò non solo a numerose ristampe, ma anche a discussioni, con opuscoli favorevoli o contrari, i cui autori spesso non conoscevano nulla dei veri scopi degli originari autori e in qualche caso è probabile si siano divertiti a spese dei loro lettori.

Gli autori delle opere dei Rosa Croce erano in generale favorevoli al Luteranesimo e in opposizione al Cattolicesimo. Altri, come John Heydon, ammisero di non essere dei Rosa Croce, ma di aver utilizzato titoli suggestivi per le loro opere per favorire la divulgazione dei loro studi ermetici.

Personaggi famosi che furono in vario modo accostati - a torto o a ragione - al misterioso ordine o considerati suoi appartenenti sono stati: Leonardo da Vinci (1452-1519), Paracelso (1493-1541), Nostradamus (1503-1566), Giordano Bruno (1548-1600), Shakespeare (1564-1616), Galileo Galilei (1564 – 1642), Isaac Newton (1642-1727), Bach (1685-1750), Goethe (1749-1832), Mozart (1756-1791), la cui opera "Il flauto magico" viene a volte interpretata come un'allusione appena velata ai riti iniziatici dell'ordine.

Nel XVIII secolo diverse società, legate più o meno strettamente alla massoneria rivendicano una discendenza dal mitico ordine. L'influenza sulla nascita della massoneria non è del tutto accertata, anche se alcune cerimonie furono occasionalmente adottate. "Cavaliere Rosa-Croce" è comunque la denominazione di uno dei gradi della massoneria del "Rito Scozzese Antico e Accettato" (il 18° grado è appunto quello di Sovrano Principe Rosa+Croce o Cavaliere dell'Aquila e del Pellicano). Nel 1989, Michele Moramarco, uno studioso della Rosacroce italica (che si richiama a fonti neoplatoniche rinascimentali), ha pubblicato per la prima volta nella sua Nuova Enciclopedia Massonica frammenti del manoscritto Il Libro del Giglio e della Rosa, una sintesi delle idee sul cosmo e sull'uomo trasmesse da quella scuola.

Il simbolo dell'ordine è una croce con al centro una sola rosa rossa. Il termine designa uno stato spirituale che corrisponde ad una conoscenza d'ordine cosmologico, che può avere rapporti con l'ermetismo cristiano: il concetto centrale è doppiamente indicato dalla Croce e dal cuore, mentre le gocce di sangue che cadono dalla piaga aperta nel costato di Gesù Cristo si dispongono a forma di rosa.

Esistono anche altre interpretazioni del simbolo, che si riferiscono all'evoluzione spirituale dell'uomo: la Croce ne rappresenta il corpo fisico e la rosa la personalità psichica e mentale in sviluppo, come la rosa che si apre lentamente alla luce.

Santa Rita (22 maggio) e San Giovanni, patrono della massoneria, sono due festività legate ai Rosacroce. Il giorno di Santa Rita viene offerta ai fedeli cattolici una rosa rossa, che è uno dei simboli dell'organizzazione. Altri simboli sono il pellicano e il giglio.

Riguardo ai numeri, la simbologia dei Rosacroce fa riferimento: al 7, l’8, l’11, e il 13, o i multipli di 11...

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