"Nel vuoto insensato il demone mi portò
oltre i grappoli luminosi dello spazio finito,
finché davanti a me non ci furono né il tempo né la materia
ma solo caos, senza forma o luogo."
(H.P. Lovecraft, Fungi From Yuggoth, XXXII)

"Non e' morto cio' che in eterno puo' attendere ma con il volgere dei millenni
anche la morte puo' morire..."

(H.P. Lovecraft)

"E ora sono io
insieme benedetto e maledetto,
perchè adesso possiedo le chiavi del Regno dei Cieli.
Perdonerò chi merita la salvezza, dannerò chi ha dannato se stesso
imparerò a vivere dopo che l'amore è morto…
Io sono il Mangia Peccati..."
(Tratto dal Film "La Setta dei Dannati")

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Sul diavolo la Chiesa si è espressa anche recentemente: esiste il Maligno che non solo regna sui dannati per l'eternità, ma anche su questa terra, dove si manifesta in mille forme, "possiede" uomini e donne, trova fedeli che gli tributano un culto. Come simbolo della forza del male, secondo alcuni si anniderebbe nel profondo della psiche di ciascuno, in perenne e talora vittorioso conflitto con la coscienza dell'Io. Come il diavolo sia entrato a far parte duella cultura (in senso antropologico) degli esseri umani è ignoto: da questo punto di vista è assimilabile ai simboli religiosi fondamentali delle civiltà più lontane e diverse nello spazio e nel tempo...

La magia come espressione simbolica di un desiderio violento e irrealizzabile significa una nuova metamorfosi della "forêt de symboles", accessibile ai soli membri di quella cultura, soli a intenderne simboli, visioni, e la lingua imperfetta e abberrante. Come quella di Manciet, che sfugge a ogni normalizzazione accademica ed è fruibile solo dagli iniziati, essendo difficilmente udibile anche nelle Landes. Il sempre più accelerato processo di estinzione della lingua che fu già dei trovatori ha reso oggi ancora più urgente l'istanza di un'ancestrale creazione che ne perpetuasse la vita. La comunità dei creatori occitanici assume così i tratti di una etnia vera e propria, laddove non solo la tematica, ma l'atto creativo in sé è radicalmente legato alla sopravvivenza del gruppo. Ogni libro continua la lingua, ogni canzone canta la lingua. Non a caso Surre-Garcia ha realizzato un importante incontro con gli indiani d'America (anche loro alla riscoperta di riti magici e miti ancestrali) ed è autore di alcune prose improntate - anche per contenuti - all'esorcismo letterario: per scongiurare l'estinzione di una lingua e di una civiltà tra nord e sud d'Europa, tra razionalismo occidentale e misticismo orientale. Da Lafont a Surre-Garcia, da Manciet a Vernet, rappresentazioni apocalittiche diverse significano la via per una salvezza fuori della storia. Tale senso di trascendenza innerva la creazione occitanica contemporanea che, dall'allontanamento, approda al ritorno, alla coscienza della parola, superando la lingua per abbracciare il linguaggio in una creazione dalla portata universale.

Per quanto il discorso sia molto complesso e oggetto di discussione fra gli specialisti, il demonio continua ad avere un ruolo significativo e collettivo nelle "religioni di possessione", per esempio tra i praticanti del "loa petro" di Haiti. Qui però come in altri contesti culturali (nel senso antropologico del termine), si tratta di remote sopravvivenze mitico - rituali, affini alla stregoneria. Inoltre tali riti hanno un'adesione dell'intera comunità, che vi ricorre più o meno segretamente, ma comunque senza nutrire alcun dubbio sulla loro efficacia. In Occidente per la scienza la possessione non sarebbe altro che una forma schizoide grave, dove si perdono le coordinate del mondo reale e nella mente del malato diventa ossessiva l'idea di "essere posseduto", "gestito da" o "dominato da". La sensazione dell'estraneità da se stessi può nei casi più gravi portare a un dissesto fisiopsichico irrimediabile.

:: F O C U S ::

Ma poichè la patologia è storicamente e direttamente radicata nel Cristianesimo, per molte persone riveste di fatto il volto del diavolo, che dall'esterno si sia o meno inclini a darne per certa l'esistenza. D'altra parte la Chiesa, sulla base dei testi sacri canonici per cui, per esempio, Cristo guariva gli indemoniati, aderisce a questa certezza e, sia pure con moltissima prudenza, interviene ancora oggi nei casi in cui la scienza si rivela impotente. Nella possessione si osservano agitazione, reazioni fisologiche paraossistiche,una progressiva mancanza di controllo del proprio corpo fino al suo controllo completo da parte della presenza estranea. Il posseduto giunge infine a parlare in un linguaggio che gli è del tutto estraneo o sconosciuto (turpiloqui ossessivi o, addirittura, lingue che nonconosce). A volte rivela la padronanza di nozioni assolutamente estranee rispetto alla sua esperienza usuale o anche un'energia inspiegabile rispetto alla sua complessione fisica o alla sua età dal punto di vista anagrafico.

Si hanno, anche nel Cattolicesimo, forme di magia nera, dove si ricorre fra l'altro "artificialmente" all'utilizzazione rituale a forme di possessione negative. Ma la differenza tra questa e la possessione su cui interviene la Chiesa è che la seconda non è indotta, ma si produce spontaneamente e misteriosamente. Un' ultimo accenno merita il confronto tra possessione ed estasi. L'estasi è un "viaggio dell'anima" che, per esempio nei mistici e nelle mistiche, porta a un rapporto di unità con Dio. Il suo corpo nel frattempo resta immobile, al punto di ricordare la catalessi (stato di morte apparente). Nella possessione il corpo appare dominato da una potenza estranea e, proprio quando raggiunge l'immobilità, è il momento in cui essa parla e si rivela con maggiore, sconcertante evidenza...

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