Sul diavolo la Chiesa si è
espressa anche recentemente: esiste il Maligno che
non solo regna sui dannati per l'eternità,
ma anche su questa terra, dove si manifesta in mille
forme, "possiede" uomini e donne, trova
fedeli che gli tributano un culto. Come simbolo della
forza del male, secondo alcuni si anniderebbe nel
profondo della psiche di ciascuno, in
perenne e talora vittorioso conflitto con la coscienza
dell'Io. Come il diavolo sia entrato a far parte duella
cultura (in senso antropologico) degli esseri umani
è ignoto: da questo punto di vista è
assimilabile ai simboli religiosi fondamentali delle
civiltà più lontane e diverse nello
spazio e nel tempo...
La magia come espressione simbolica
di un desiderio violento e irrealizzabile significa
una nuova metamorfosi della "forêt de symboles",
accessibile ai soli membri di quella cultura, soli
a intenderne simboli, visioni, e la lingua imperfetta
e abberrante. Come quella di Manciet, che sfugge a
ogni normalizzazione accademica ed è fruibile
solo dagli iniziati, essendo difficilmente udibile
anche nelle Landes. Il sempre più accelerato
processo di estinzione della lingua che fu già
dei trovatori ha reso oggi ancora più urgente
l'istanza di un'ancestrale creazione che ne perpetuasse
la vita. La comunità dei creatori occitanici
assume così i tratti di una etnia vera e propria,
laddove non solo la tematica, ma l'atto creativo in
sé è radicalmente legato alla sopravvivenza
del gruppo. Ogni libro continua la lingua, ogni canzone
canta la lingua. Non a caso Surre-Garcia ha realizzato
un importante incontro con gli indiani d'America (anche
loro alla riscoperta di riti magici e miti ancestrali)
ed è autore di alcune prose improntate - anche
per contenuti - all'esorcismo letterario: per scongiurare
l'estinzione di una lingua e di una civiltà
tra nord e sud d'Europa, tra razionalismo occidentale
e misticismo orientale. Da Lafont a Surre-Garcia,
da Manciet a Vernet, rappresentazioni apocalittiche
diverse significano la via per una salvezza fuori
della storia. Tale senso di trascendenza innerva la
creazione occitanica contemporanea che, dall'allontanamento,
approda al ritorno, alla coscienza della parola, superando
la lingua per abbracciare il linguaggio in una creazione
dalla portata universale.
Per quanto il discorso sia molto complesso
e oggetto di discussione fra gli specialisti, il demonio
continua ad avere un ruolo significativo e collettivo
nelle "religioni di possessione", per esempio
tra i praticanti del "loa petro" di Haiti.
Qui però come in altri contesti culturali (nel
senso antropologico del termine), si tratta di remote
sopravvivenze mitico - rituali, affini alla stregoneria.
Inoltre tali riti hanno un'adesione dell'intera comunità,
che vi ricorre più o meno segretamente, ma
comunque senza nutrire alcun dubbio sulla loro efficacia.
In Occidente per la scienza la possessione non sarebbe
altro che una forma schizoide grave, dove si perdono
le coordinate del mondo reale e nella mente del malato
diventa ossessiva l'idea di "essere posseduto",
"gestito da" o "dominato da".
La sensazione dell'estraneità da se stessi
può nei casi più gravi portare a un
dissesto fisiopsichico irrimediabile.
Ma poichè la patologia è
storicamente e direttamente radicata nel Cristianesimo,
per molte persone riveste di fatto il volto del diavolo,
che dall'esterno si sia o meno inclini a darne per
certa l'esistenza. D'altra parte la Chiesa, sulla
base dei testi sacri canonici per cui, per esempio,
Cristo guariva gli indemoniati, aderisce a questa
certezza e, sia pure con moltissima prudenza, interviene
ancora oggi nei casi in cui la scienza si rivela impotente.
Nella possessione si osservano agitazione, reazioni
fisologiche paraossistiche,una progressiva mancanza
di controllo del proprio corpo fino al suo controllo
completo da parte della presenza estranea. Il posseduto
giunge infine a parlare in un linguaggio che gli è
del tutto estraneo o sconosciuto (turpiloqui ossessivi
o, addirittura, lingue che nonconosce). A volte rivela
la padronanza di nozioni assolutamente estranee rispetto
alla sua esperienza usuale o anche un'energia inspiegabile
rispetto alla sua complessione fisica o alla sua età
dal punto di vista anagrafico.
Si hanno, anche nel Cattolicesimo,
forme di magia nera, dove si ricorre fra l'altro "artificialmente"
all'utilizzazione rituale a forme di possessione negative.
Ma la differenza tra questa e la possessione su cui
interviene la Chiesa è che la seconda non è
indotta, ma si produce spontaneamente e misteriosamente.
Un' ultimo accenno merita il confronto tra possessione
ed estasi. L'estasi è un "viaggio dell'anima"
che, per esempio nei mistici e nelle mistiche, porta
a un rapporto di unità con Dio. Il suo corpo
nel frattempo resta immobile, al punto di ricordare
la catalessi (stato di morte apparente). Nella possessione
il corpo appare dominato da una potenza estranea e,
proprio quando raggiunge l'immobilità, è
il momento in cui essa parla e si rivela con maggiore,
sconcertante evidenza...