Per
molti il conte Dracula non è che un personaggio
leggendario, un mito nato dalla fantasia dellirlandese
Bram Stoker, un cinquantenne diviso tra il teatro e
la letteratura.
Era il 1897 quando Stoker pubblicò "Dracula",
il più famoso romanzo dellorrore in lingua
inglese, un libro destinato a portare nelle case di
tutto il mondo linquietante figura del vampiro
più famoso di tutti i tempi.
Stoker disse di aver maturato lidea del libro
dopo un incubo causato da una troppo abbondante insalata
di crostacei. In realtà, studiò a lungo
e si documentò sui libri e le mappe del British
Museum, alla ricerca di leggende e tradizioni sui vampiri,
e quello che trovò fu un personaggio crudele
vissuto veramente quattro secoli prima in Romania, il
Principe Vlad Tepes III Dracula.
Vlad
Tepes III Dracula nacque a Sighisoara, in Transilvania,
nel 1431, figlio di Vlad Drakul, Principe di Valacchia,
e di una Principessa Ungherese. Il soprannome Tepes,
impalatore, lo deve alla crudeltà con la quale
si sbarazzava dei suoi nemici.
Dal padre invece ereditò il nome Drakul, che
indicava lappartenenza allOrdine del Drago,
un ordine cavalleresco voluto da Sigismondo re dUngheria
per combattere le eresie. Drakul, però, per molti
voleva dire Diavolo, per la fama sinistra che lo accompagnava.
In ogni caso, il soprannome Drakul diventò una
sorta di cognome per suo figlio, che così diventò
Dracula.
Vlad III Dracula era crudele fino allestremo,
ma era vittima lui stesso di unepoca, la prima
metà del 1400, che lasciava poco spazio alla
pietà.
La
Valacchia, la sua terra, confinava infatti con lImpero
Ottomano, in un momento storico in cui i Turchi erano
in forte espansione ed invasero a più riprese
i territori circostanti. Suo padre, che era un "voivoda",
un feudatario ambizioso e feroce, oscillava tra lappoggio
al Sacro Romano Impero, quindi ai Cristiani, e laiuto
dato al Sultano Turco. Con continui rovesciamenti di
fronte, alleanze e tradimenti, faide familiari e colpi
di mano, Vlad II Drakul era riuscito a riconquistare
ogni volta il trono della Valacchia, non esitando ad
usare i suoi stessi figli per i suoi scopi politici.
Giovanissimi, infatti, Vlad III Tepes Dracula e suo
fratello erano stati ceduti in ostaggio dal padre al
Sultano Turco, come prova della sua fedeltà.
Fedele, però, suo padre non lo era mai stato.
Lunico punto di onore che mantenne era il giuramento
fatto allOrdine del Drago, che lo porterà
ad allearsi nuovamente con lesercito Ungherese
in una nuova Crociata contro i Turchi, incurante della
fine dei suoi due figli.
Vlad III Tepes Dracula crebbe quindi tra il lusso prima
della Corte di suo padre e poi di quella del Sultano
Turco, ma anche tra violenze inaudite e tradimenti continui.
La ferocia dellesercito Ottomano era nota a tutti
e lui stesso imparò dai turchi larte della
tortura e dellimpalamento, che diventerà
per lui una vera e propria ossessione. Si racconta che
il primo amore della sua vita, una concubina del Sultano,
sia stata squartata davanti ai suoi occhi.
E il 1448 quando Dracula, morto il padre, venne
liberato dal Sultano Turco. Lasciato il fratello nell'Harem
maschile del Sultano, Dracula iniziò la sua lunga
battaglia per la riconquista del trono di Valacchia,
tra rovesciamenti di fronte, tradimenti e spargimenti
di sangue. Fino a che, nel 1456, uccidendo il suo predecessore,
salì sul trono della Valacchia, che dopo la presa
di Costantinopoli da parte dei Turchi, era diventata
lultimo
baluardo del Sacro Romano Impero contro lImpero
Ottomano.
Ma
comera il vero Dracula, principe di Valacchia?
Era un uomo spietato, che fece impalare i suoi nemici
in ogni angolo del paese, compreso quello che è
ancora conosciuto come il Castello di Dracula. Si dice
che diede sfogo alla sua vendetta contro i nobili che
lavevano tradito. Tutti, ad uno ad uno, furono
infilzati in pali che, dora in poi, saranno sempre
presenti, ovunque Dracula si spostasse. E con loro,
il terrore del popolo...
Era di una crudeltà inaudita: organizzava grandiosi
banchetti con gli ambasciatori o con chi voleva eliminare
e faceva preparare una vera e propria foresta di pali
acuminati. Finito il pranzo si godeva lo spettacolo
dellimpalamento dei suoi nemici.
Si racconta che dopo il rifiuto di tre emissari turchi
di togliersi il copricapo in sua presenza, abbia ordinato
ai suoi soldati di inchiodarli sulle loro teste, prima
di rimandarli al Sultano. La sua sete di sangue e di
vendetta non si placò neanche con il tempo. In
una delle sue invasioni della vicina Transilvania profanò
la chiesa di un paese e ne impalò la gran parte
degli abitanti, in unaltra arrivò ad impalare
più di 20.000 persone, spargendoun interminabile
fiume di sangue.
E per questo, allora che il suo nome è
diventato sinonimo di Vampiro? Ma cosè
o chi è un vampiro?
La
figura di un essere misterioso e malvagio capace di
succhiare il sangue dei vivi è presente in tutte
le culture fin dai tempi più remoti. Cè
chi ne ha catalogate ben 55 specie, e di queste moltissime
sarebbero originarie dei paesi dellEst Europa,
come la Romania, la Bulgaria, lUngheria, la Yugoslavia
e la Polonia, anche se dei vampiri si è parlato
un po in tutto il mondo, dallAfrica allAsia,
dallEuropa al continente americano. La leggenda
vuole che il primo vampiro sia nato in Mesopotamia:
era Lilith, un demone femminile che, secondo alcune
tradizioni ebraiche, fu affiancato ad Adamo nellEden
prima della creazione di Eva. Al British Museum è
conservata una tavoletta babilonese con una formula
magica per proteggersi la notte dai demoni succhiatori
di sangue.
In Cina, per esempio, il vampiro si chiamava Ching
Shih ed aveva lunghi capelli verdi, occhi rossi lunghe
zanne ed artigli. Uccideva con il suo alito per poi
straziare i corpi delle sue vittime, ma solonelle notte
senza luna. Per ucciderlo era necessario trafiggergli
il cuore con una lama di ferro. In Sud America la leggenda
parla invece di una misteriosa creatura che succhierebbe
il sangue di animali: il Chupacabras. Dal 1995 pare
abbia provocato una moria di bestiame a Puerto Rico
ed inGuatemala, dove un uomo sarebbe morto con due fori
sospetti allaltezza della giugulare e la mancanza
di sangue e liquidi allinterno del corpo. Dopo
lunghe indagini, lFBI pare abbia trovato solo
impronte di piedi palmati con sole tre dita. Dei vampiri
si sono occupati anche i Padri della Chiesa: SantAgostino,
per esempio, scrisse un trattato dal titolo De
cura pro mortuis proprio con lo scopo di proteggere
gli uomini dal loro attacco malvagio. Ma chi sarebbero
i vampiri?
Secondo
le diverse leggende, uomini, spettri o animali che siano,
tutti, in ogni caso, sopraviverebbero alla morte succhiando
il sangue degli uomini. Avrebbero poi poteri diversi,
potrebbero, per esempio, provocare pestilenze, uccidere
chi li nomina, rendere sterili, sostituire i cuori,
ecc...
E incerta anche la loro avversione per la luce
del sole: i vampiri polacchi e russi, contrariamente
agli altri, per esempio, si risveglierebbero a mezzogiorno
per poi tornare nella bara a mezzanotte.
Secondo
la tradizione più diffusa, diventerebbe vampiro
chi ha fatto un patto con il diavolo, ha praticato la
stregoneria, è morto suicida o di morte violenta,
chi è nato sotto particolari influssi oppure
chi è stato morso da un altro vampiro.
Per tenere lontani i vampiri sarebbero poi necessari
oggetti sacri, come un crocefisso o dellacqua
benedetta, oppure una rosa, un ramo di biancospino,
laglio o uno specchio, che comunque non rifletterebbe
la sua immagine. Per ucciderli, ci sarebbero solo due
strade: la decapitazione o un paletto di legno, preferibilmente
di frassino, infilato nel cuore. Ma perché una
figura tanto negativa è sopravvissuta attraverso
i secoli e culture tanto diverse? Perché ci colpisce
ancora così tanto?
Forse perché è intrappolato in uno stato
di non-morte, condannato alleternità quindi,
paradossalmente, padrone di quellimmortalità
a cui luomo aspira?
Il
suo nutrimento, il sangue dei vivi, non è certo
casuale. Il sangue è un principio vitale. Nella
tradizione esoterica con il sangue si trasferirebbero
le informazioni genetiche dellindividuo che, nel
caso di una trasfusione, entrerebbero nellorganismo
del ricevente. Per questo, per esempio, per diventare
vampiri, secondo la leggenda più rigorosa, non
basterebbe un morso sul collo, ma si dovrebbe bere un
po del sangue di un altro vampiro, secondo un
vero e proprio rito di iniziazione.
Non solo. La vittima dovrebbe volere, anche inconsciamente,
questo cambiamento, secondo il principio inviolabile
del libero arbitrio, e per questo la figura del vampiro
sarebbe, a modo suo, seducente, e il contatto con lui
avrebbe qualcosa di erotico
Cè
unaltra componente che ha alimentato il mito di
Dracula in tutti questi secoli: la paura del ritorno
dalla morte. Daltronde, era facile ipotizzare
che dopo una morte violenta, ci fossero dei buoni motivi
per tornare a vendicarsi. Inoltre, chi non avrebbe paura
della ritorno di personaggi come la Contessa Ungherese
Elizabeth Bathory, di una delle famiglie più
potenti della Transilvania, appartenente, come Vlad
III Dracula allOrdine del Drago, che, a cavallo
del 1600 uccise centinaia di ragazze per bagnarsi nel
loro sangue alla ricerca delleterna giovinezza?
Nel
1732 a Parigi la paura dei vampiri tornò prepotentemente
alla ribalta. I soldati riaprirono tutte le tombe del
cimitero, tagliarono tutte le teste e le ri-seppellirono
lontane dai loro corpi.
Pochi anni dopo, nel 1740, divenne Papa Benedetto XIV
che scrisse addirittura un trattato per negare lesistenza
dei vampiri, negando quindi la loro associazione con
il diavolo, così come avevano creduto i suoi
predecessori.
Nel 1849 in Francia si processò Francois Bertrand,
un sergente, accusato di aprire le tombe per succhiare
il sangue dei cadaveri morti da poco. Nel 1915 Fritz
Haarman, detto "il vampiro di Hannover" venne
condannato a morte. La stessa sorte toccò nel
1931 a Peter Kuertner, "Il vampiro di Dusseldorf"
e nel 1949 a John Haigh, chiamato "Il vampiro di
Londra".
Il criminologo italiano Cesare Lombroso racconta di
due vampiri italiani del XIX secolo, Agnolotti e Verzeni,
che dopo aver strangolato le loro vittime, ne succhiavano
il sangue ancora caldo.
Tutti
comunque conoscono il vampiro con il nome dato da Stoker:
Dracula.
Ma cosa ne è stato del vero Dracula, quel Vald
III Tepes, che avrebbe sulla coscienza almeno 40.000
vittime impalate? E diventato un eroe nazionale
rumeno perché riuscì a liberare questa
terra dai Turchi, a costo anche della sua vita. Si è
detto che la sua testa, da sola, fu esposta alla folla
ad Istanbul. Si ritiene invece che il suo corpo decapitato
sia stato sepolto nel Monastero sullIsola del
Lago Snagov.
Un secolo fa è stato trovato in una tomba uno
scheletro vestito di velluto rosso con bottoni dargento
ed altri emblemi tipici di sepolture di nobili. Tutti
elementi, però, che non hanno permesso una identificazione
certa, anche se cè chi sostiene che tra
gli oggetti portati al Museo di Bucarest e poi spariti,
ci fosse un anello con inciso il simbolo del Drago.
Cè chi dice, invece, che nel 1931, 500
anni dopo la sua nascita, quando questa tomba è
stata riaperta, al posto del cadavere decapitato di
Vlad III sia stato trovato
lo scheletro di un cavallo.
In
ogni caso, lincertezza sulla fine del suo corpo
non ha fatto altro che alimentare la leggenda di un
vampiro, di un non-morto costretto in eterno tra la
vita e la morte.
La
paura o il fascino dei vampiri, comunque, non accenna
a diminuire neanche ai giorni nostri. E se cè
chi ha visto nelle caratteristiche fisiche e comportamentali
dei vampiri i sintomi di malattie come la Porfiria e
la catalessi, negli Stati Uniti è nato un vero
e proprio centro di ricerca sui vampiri, che avrebbe
trovato ben 40 casi di vampirismo in Canada, 550 negli
USA e 310 nel resto del mondo.