"Fu
lo spettacolo più magnifico che avessi mai visto
ma terrorizzò enormemente gli indiani. Alcuni di
loro
si gettarono in ginocchio invocando la benedizione divina,
altri si sdraiarono a terra, altri ancora urlavano e piangevano
in un eccitamento frenetico e nel terrore. Infine un vecchio
uscì dalla porta della sua casetta, pistola alla
mano, e guardando il Sole oscurato mormorò alcune
parole incomprensibili e alzando l'arma mirò all'astro
e sparò; dopo aver fatto roteare la testa in una
serie di straordinari movimenti si ritirò nei suoi
quartieri. Appena successo ciò, in quel preciso
momento, si verificò la fine della totalità."
Da una corrispondenza
sul Philadelphia Enquirer per l'eclissi del 29 luglio
1878
Il cielo
è stato considerato immutabile per molto tempo
ed i fenomeni che avvengono sulla volta celeste, ripetendosi
con grande regolarità, hanno permesso di stabilire
alcune delle principali unità di tempo: il giorno,
il mese e l'anno.
Ogni deviazione da questo "normale" comportamento
degli astri, quale poteva essere l'apparire di un oggetto
celeste nuovo o, al contrario, la sparizione di uno
ben conosciuto, provocava in chi ne era testimone suggestioni
profonde e quasi sempre grande timore.
La vita
sulla Terra dipende strettamente dalla luce e dal calore
che il Sole ci invia quotidianamente: la sua scomparsa
improvvisa durante un'eclisse era quanto di più
temibile si potesse immaginare. Per secoli la gente
ha considerato le eclissi un evento terribile e funesto,
presagio di sventura, e ha compiutorituali,
cerimonie e sacrifici per esorcizzarle.
Gli antichi,
però, si accorsero presto che le eclissi non
sono un fenomeno unico, ma si presentano con una certa
regolarità: incominciarono allora a registrare
con grande precisione i tempi delle varie fasi delle
eclissi di Sole e di Luna, annotando talvolta anche
la percentuale di oscuramento del disco, o se il Sole
e la Luna fossero sorti o tramontati nel corso del fenomeno.
Lo scopo principale di queste osservazioni così
dettagliate era quello di imparare a prevedere il fenomeno
e cercare delle correlazioni con il moto del Sole e
della Luna.
L'Eclisse
dell'840.
Luigi il Pio, figlio di Carlo Magno, morì
nell'840 terrorizzato, si dice, dall'eclissi del
5 maggio di quell'anno.
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Gli astronomi
dell'antica Grecia e quelli arabi del Medioevo misurarono
i tempi delle eclissi viste dalle diverse località,
per determinarne le differenze di longitudine. In
Cina e Babilonia, invece, le eclissi venivano predette
ed osservate per ricavare degli auspici di carattere
astrologico.
Anche gli storici antichi, pur possedendo
una scarsa dimestichezza con l'astronomia, mostrarono
sempre un grande interesse per le eclissi solari. Nel
riportare questi eventi infatti, ne sottolineavano l'aspetto
spettacolare e annotando anche particolari come la comparsa
delle stelle in cielo nel caso di eclissi totali.
Le fonti
storiche principali sulle eclissi che sono arrivate
fino a noi riguardano per lo più i Babilonesi,
i Cinesi, gli Arabi e gli Europei, ma si hanno testimonianze
più o meno dirette anche per i Maya, gli antichi
Egizi e addirittura per alcune civiltà preistoriche.
L'uomo preistorico fu un attento osservatore dei fenomeni
naturali e applicò il suo ingegno se non per
capirne le cause, almeno per stabilire e memorizzare
in qualche modo quando essi si verificavano e a notare
che si ripetevano.
Ormai
è praticamente certo che il complesso megalitico
di Stonehenge fosse un osservatorio astronomico concepito
con molta precisione.
Il complesso megalitico
di Stonehenge è stato costruito nella pianura
di Salisbury, in Gran Bretagna,
all'incirca nel 3200 A.C., cioè all'epoca in
cui vennero costruite le grandi piramidi in Egitto.
La costruzione ha una forma circolare, del diametro
di qualche decina di metri; è composta da vari
anelli di pietre alte e strette, alcune delle quali
sormontate da altre lastre di pietra. Inoltre vi si
possono osservare alcune serie di buche nel terreno,
disposte in forma circolare.
Si pensa
che questo complesso sia stato progettato dagli antichi
abitatori della regione non soltanto come un luogo di
culto, ma anche come un immenso calendario, dopo una
paziente osservazione del cielo, per tenere traccia
del trascorrere dei mesi, delle stagioni e degli anni.
Certamente Stonehenge contiene molti riferimenti al
moto del Sole e della Luna; il numero di pietre e di
buche nei vari anelli sembra essere legato a qualche
ciclo astronomico, come quello delle fasi lunari. Inoltre
le direzioni degli allineamenti fra le varie pietre
coincidono pressappoco con alcuni punti della volta
celeste, che corrispondono ad eventi periodici come
il sorgere e il tramontare del Sole ai solstizi.
Per esempio,
il giorno del solstizio d'estate, il Sole sorge in un
punto più a settentrione rispetto a tutti gli
altri giorni dell'anno. Quel giorno, stando nel centro
del cerchio di pietre, si può vedere sorgere
il Sole circa al di sopra di una pietra particolare
detta "Heel Stone", che si trova lungo l'asse
della costruzione.
Il complesso
di Stonehenge sembra cioè allineato in modo non
casuale. Tuttavia,
anche se Stonehenge racchiude un notevole simbolismo
di carattere astronomico, non è ancora chiaro
se fosse davvero un luogo
di studio dei fenomeni celesti, come sostengono molti
studiosi, o fungesse solo come un calendario per le
ricorrenze stagionali, come la semina e la raccolta
del grano.
Gli allineamenti
fra le rocce non sono molto precisi, e spesso gli studiosi
hanno elaborato delle teorie "a posteriori"
per spiegare la posizione delle pietre
L'Eclisse
del 1560.
Nel 1560, in Francia, l'annuncio di un'eclissi
imminente causò una tale ressa di fedeli
ai confessionali da indurre un parroco ad annunciare
che, vista la lunga coda di gente in attesa di
confessarsi, l'eclissi era rimandata di due settimane.
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Alcuni
sostengono addirittura che questo complesso servisse
per prevedere il verificarsi delle eclissi. Una volta
note la lunghezza dell'anno e del mese, facilmente determinabili,
sarebbe stato necessario però conoscere la periodicità
del moto dei nodi dell'orbita lunare: un'eclisse avviene
solo quando Sole e Luna si trovano in prossimità
di un nodo. È improbabile che gli antichi abitatori
del luogo avessero conoscenze così avanzate.In
ogni caso, le eclissi rappresentavano per l'antica popolazione
del luogo un evento molto importante, forse un presagio
di sventura come in molti altri popoli del passato.
William Stukeley, uno studioso del 1700, avanzò
l'ipotesi che Stonehenge sia stato costruito dai Druidi
come tempio per il culto del serpente (tempio detto
"Dracontia"). Il simbolismo del serpente si
ritrova spesso correlato alle eclissi, anche in altre
culture antiche come quella cinese: durante l'eclisse
un gigantesco serpente ("draco" in latino)
inghiottirebbe il Sole o la Luna. Non a caso, forse,
l'intervallo di tempo necessario affinché la
Luna ritorni allo stesso nodo si chiama "mese draconitico":
i nodi dell'orbita lunare, punti invisibili della sfera
celeste, vengono identificati come il "serpente",
che simboleggia in questo caso le forze ignote e misteriose
del cosmo.
Molti
popoli hanno sviluppato fin dai tempi più antichi
i propri miti e le proprie leggende riguardo alle eclissi,
spesso credendo che esse fossero il presagio di qualche
catastrofe naturale o della morte o disfatta di un re.
L'Eclisse
del 1628.
Papa Urbano VIII assoldò un mago per proteggerlo
dall'eclissi del 1628 che temeva potesse portarlo
alla morte. Il mago preparò due lampade,
il Sole e la Luna, e cinque torce, i pianeti,
in una stanza sigillata e dispose colori e gioielli
in corrispondenza dei pianeti favorevoli: Giove,
Venere e Sole. Egli tentava di creare un cielo
favorevole in luogo di quello vero per attenuare
gli effetti malefici dell'eclissi. Urbano aspettava
chiuso in una stanza separata.
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Un mito
molto diffuso è quello che durante un'eclisse
un drago divori il Sole. Molte culture hanno inoltre
sviluppato i propri metodi per contrastare gli effetti
di un'eclisse: per esempio gli antichi Cinesi cercavano
di fare molto rumore per spaventare e scacciare il drago,
suonando tamburi, scoccando frecce nell'aria e percuotendo
delle pentole. Questa tradizione è sopravvissuta
in un certo senso fino al secolo scorso, quando la Marina
Imperiale Cinese usava sparare con le proprie armi da
cerimonia durante l'eclisse, per scacciare simbolicamente
il drago invisibile.In India, la gente si immergeva
fino al ginocchio nell'acqua di un fiume, credendo che
questo aiutasse la Luna e il Sole a difendersi dal drago.
In Giappone si usava invece ricoprire i pozzi durante
un'eclisse, per evitare che vi cadesse del veleno proveniente
dal cielo oscuro.
Tuttavia
ci furono anche credenze più ottimistiche riguardo
a questo fenomeno naturale: a Tahiti per esempio, le
eclissi erano interpretate come il congiungimento amoroso
del Sole e della Luna. Perfino ai giorni nostri, presso
certe tribù eschimesi e artiche si crede che
le eclissi siano un segno della benevolenza divina:
il Sole e la Luna lasciano temporaneamente il proprio
posto in cielo per controllare che sulla Terra vada
tutto bene.
L'eclisse
di Sole del 29 maggio 1919 è passata alla storia
per aver fornito una prova della teoria della Relatività
Generale di Einstein. Questa fu la prima occasione in
cui venne dimostrato che un corpo massiccio esercita
la sua attrazione gravitazionale anche sulla radiazione
elettromagnetica come la luce visibile, e non solo sui
corpi materiali. L'effetto di questa attrazione è
una leggera deflessione della radiazione dalla propria
traiettoria rettilinea.Nei primi anni di questo secolo,
si pensò di usare le eclissi totali di Sole per
misurare questo effetto. Durante un'eclisse totale,
infatti, si possono vedere alcune delle stelle più
brillanti del cielo.
L'Eclisse
del 1806.
l generale William Harrison (che più tardi
diventò presidente degli Stati Uniti) era
governatore del territorio dell'Indiana. Un giorno
decise di ridicolizzare Tenskwatawa, stregone
della tribù Shawnee chiedendogli se era
capace di "fermare il Sole e alterare il
cammino della Luna". Sfortunatamente per
lui Tenskwatawa sapeva che ci sarebbe stata un'eclissi
di Sole (16 luglio 1806) e rispose che avrebbe
mostrato il suo potere cancellando il Sole. Il
giorno dell'eclissi lo stregone fece la cronaca
dell'evento davanti ad una gran folla e allo sconcertato
generale.
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Confrontando
una lastra fotografica ripresa al telescopio durante
l'eclisse, con una della stessa regione del cielo ripresa
durante la notte, si sarebbero potute notare delle differenze
nella posizione delle stelle. L'effetto è tanto
maggiore quanto più vicine sono le stelle al
Sole, Per lungo tempo non fu possibile portare a termine
questa prova, anche per gli impedimenti causati dalla
prima Guerra Mondiale.
Nel 1919 l'astronomo e professore inglese Sir Arthur
Stanley Eddington riuscì ad organizzare l'osservazione
di un'eclisse totale di Sole, che sarebbe avvenuta il
29 maggio di quell'anno. L'eclisse era ideale per una
verifica di questo genere, perché in quel periodo
dell'anno si sarebbe potuto vedere un gruppo molto ricco
di stelle brillanti, le Iadi.
Vennero inviate due spedizioni, una guidata dallo stesso
Eddingotn nell'isola Principe, al largo della Guinea
Spagnola, l'altra a Sobral, in Brasile. La seconda fu
molto fortunata: il tempo era splendido e si ottennero
ben otto lastre fotografiche utili. La spedizione di
Eddington, invece, si trovò nel bel mezzo di
un'acquazzone, proprio mentre l'eclisse incominciava.
Per fortuna, quando la fase parziale era già
molto avanzata, smise di piovere e le nuvole si diradarono:
gli astronomi poterono scattare sedici lastre, delle
quali però solo due risultarono utilizzabili.
Le stelle
presenti sulle lastre fotografiche vennero confrontate
con la posizione delle stesse stelle in condizioni normali:
la deviazione della luce proveniente dalle stelle più
vicine al bordo del Sole risultò all'incirca
di 1.98", in buon accordo con quella prevista dalla
teoria della Relatività di Einstein!
L'annuncio venne dato nel novembre dello stesso anno:
era nata una nuova visione del mondo fisico...