"A notte inoltrata un tale stava
guidando su una strada secondaria, quando vide al
margine della carreggiata una bella ragazza che faceva
l'autostop verso la sua stessa direzione. Un po
titubante, alla fine decide di darle un passaggio.
La ragazza sale in macchina silenziosamente e gli
da indicazioni per riportarla a casa. Lui la riporta
quindi a casa; si salutano e prosegue tranquillamente
per la sua strada. La mattina dopo, rientrando in
macchina per recarsi a lavoro, trova con sorpresa
la giacca della ragazza, che aveva dimenticato sul
sedile. Sorride, e pensa che per andare in ufficio
dovrà recarsi comunque nella zona dove abita
la ragazza; decide quindi di riportargliela. Giunto
a destinazione, suona alla porta; gli apre un'anziana
signora. "Mi scusi signora - dice il tale - ho
riportato a sua figlia la giacca che aveva lasciato
nella mia macchina ieri sera". "Ma
mia
figlia è morta dieci anni fa!", risponde
singhiozzando la signora."
L'autostoppista fantasma è
di certo, almeno in Usa, la leggenda metropolitana
più celebre, tant'è vero che da il titolo
al primo libro di Brunvand del 1981. Esistono una
infinità di varianti, anche se gli elementi-chiave
rimangono sempre gli stessi. Vediamo quindi di analizzare
questi ultimi. Primo di tutto notiamo che si tratta
quasi sempre di fantasmi di ragazze, in genere giovani,
morte a causa di un incidente stradale proprio sulla
strada dove si trovano a fare l'autostop. In effetti,
essendo la storia ambientata a notte fonda e, spesso,
su una strada isolata, sembra difficile che una ragazza
si trovi a guidare, per lo più da sola, in
una situazione del genere; e ammesso che succeda,
molto difficilmente acconsentirebbe a dare un passaggio
ad un misterioso sconosciuto. Ecco quindi che il meccanismo
funziona se al posto di guida c'è un uomo,
e al posto dell'autostoppista troviamo una bella ragazza.
Che paura potrebbe avere a darle un passaggio, che
male potrebbe fargli?
Analizzando ancora la storia, notiamo
che le autostoppiste danno sempre un indirizzo grazie
al quale l'automobilista apprende in seguito che si
trattava di fantasmi, e viene lasciato un segno che
sembra confermare ulteriormente la veridicità
di quella strana esperienza: una giacca, un orecchino
Nella maggior parte delle versioni americane è
la stessa autostoppista a lasciarsi dietro una giacca
o una maglia che aveva chiesto in prestito all'automobilista
e che viene ritrovata posata sulla sua tomba al cimitero.
Altri elementi caratteristici della tradizione come
la si ritrova altrove possono essere: certe affermazioni
profetiche fatte talvolta dall'autostoppista, un'ulteriore
identificazione della ragazza morta grazie a un ritratto
o ad una foto, e il collegamento fra l'apparizione
del fantasma e un determinato incidente automobilistico
che in base a quanto si dice avvenne in quello stesso
giorno non lontano di lì parecchi anni prima.
Mito originario degli Stati Uniti
o nato invece parallelamente in diversi paesi è
certo comunque che lo stesso tipo di fantasma continua
ad apparire un po' in tutto il mondo. Esistono un'infinità
di versioni relative a questa storia, anche perché,
è bene sottolinearlo, si è passati dalla
tradizione del folklore alla cultura popolare, diventando
spesso un vero e proprio topos letterario. Esistono
tuttavia altre versioni che differiscono in modo significativo
dai racconti della tradizione popolare: in questi
casi non ci sono riferimenti
a profezie, ritratti, pegni, ma il tutto si limita
ad un semplice racconto sull'aver dato un passaggi
ad un autostoppista che poi è scomparso misteriosamente.
Sarebbe forse superfluo, a questo
punto, mettere in luce ciò che si muove dietro
una leggenda del genere. È
l'innata paura dell'uomo verso la morte, verso il
possibile ritorno della persona morta. Non è
forse per questo che sin dalla sua origine l'uomo
seppellisce i suoi morti? Per la paura che essi possano
tornare. È qui quindi che si basa lo sgomento
che questa leggenda ci lascia, come d'altronde tutto
ciò che riguarda i fantasmi in genere. Qui
però non si tratta di un fantasma in genere.
È il fantasma di una ragazza giovane, morta
per incidente stradale, e, molto probabilmente, non
per colpa sua. Ecco quindi che l'immagine della ragazza
si eleva ad una accusa verso la società , una
società irresponsabile che ha condotto alla
morte una giovane prematuramente, negandole tutto
ciò di cui avrebbe potuto godere nella sua
vita. Nasce quindi nell'ascoltatore un inconscio senso
di colpa da parte di tutta la società, e, indirettamente,
del singolo; è qui che si fonda il coinvolgimento
che suscita questa leggenda, e che non accenna a diminuire.